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Il Pandoro di Verona: la storia delle sue origini

Il Pandoro: non un semplice dessert ma un vero e proprio simbolo per un’intera città. Forse solo l’Arena e Romeo e Giulietta possono vantare, tra le eccellenze scaligere, una fama superiore a quella del dolce natalizio. Il pandoro viene distribuito in tutto il mondo, nei supermercati e nelle pasticcerie di alto livello, persino su internet, tramite e-commerce del dolciario che si occupano di consegna torte a domicilio. Pochi però sanno che le origini del dolce veneto sono antichissime e che, secondo alcune ricostruzioni storiche, se ne hanno tracce già a partire dall’epoca Romana.

Il pandoro nell’antichità

Uno scritto di Plinio il Vecchio, risalente a circa duemila ani fa, già parlava di un cuoco veronese chiamato Vergilius Stefanus Senex, il quale, racconta lo scrittore latino, preparò un pane con fiori di farina, burro e olio, secondo una ricetta già simile a quella dell’attuale panettone.

Oltre dodici secoli più tardi si hanno nuove notizie sul pandoro, o almeno sui suoi antenati: diverse fonti risalenti al XIII secolo parlano di un “pane de oro”, che, stando a quanto tramandato, era di gran voga nei banchetti della nobiltà veneziana del tempo.

La consacrazione ufficiale

Ufficialmente, se così si può dire, il pandoro nasce nel corso del XIX secolo. Fu Domenico Melegatti, proprietario dell’omonima azienda ancora oggi leader del settore, a depositare il brevetto di un pane dolce e soffice ricoperto di zucchero a velo e che già nella sua prima elaborazione presentava la tipica forma a stella con otto punte, concepita dal pittore veronese Angelo Dall’Oca Bianca.

Il pandoro oggi

Nel corso di oltre un secolo di storia, la ricetta del pandoro ha subito diverse rivisitazioni, allo scopo di rendere il prodotto sempre più appetibile sul mercato. Sebbene la versione originale sia concepita priva di guarnizioni, sono sempre più diffusi dolci ripieni di creme di vario tipo o cioccolata.

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