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Unibg: al via la terza edizione di “Letture dei classici”

Al via la terza edizione del ciclo “Letture dei classici”, undici appuntamenti gratuiti a cura dei docenti del Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Straniere dell’Università degli studi di Bergamo, in collaborazione con l’Ateneo di Scienze, Lettere e Arti, la Libreria Incrocio Quarenghi, l’Anteas e l’Ufficio Scolastico Territoriale, che vuole presentare alla città, ai docenti e agli studenti delle scuole superiori le grandi opere delle letterature insegnate nel Dipartimento.

Primo appuntamento giovedì 6 febbraio alle ore 17 presso l’Ateneo di Scienze, Lettere e Arti di via Torquato Tasso 4 a Bergamo con la lettura del romanzo di Henry James Ritratto di signora a cura di Anna De Biasio, docente di Letteratura angloamericana, che illustrerà questo capolavoro della letteratura statunitense di fine Ottocento leggendolo come testo che schiude le porte della modernità, tanto sul piano della forma quanto nella vicenda della sua originale protagonista.

Gli incontri successivi, ospitati in diversi luoghi della città (Libreria Incrocio Quarenghi, auditorium dell’ITS G. Quarenghi, Centro Culturale San Bartolomeo) saranno invece dedicati a L’accalappiatopi di Marina Cvetaeva, La casa grande di Álvaro Cepeda Samudio, La Peste di Albert Camus, Viaggio in Italia di Johann Wolfgang Goethe, Storia della colonna infame di Alessandro Manzoni, poesie satiriche di Luis de Góngora e Francisco de Quevedo, Racconti di pioggia e di luna di Ueda Akinari, Donne nel deserto di Hanan al-Shaykh, nonché a poesie del romanticismo inglese e alla raccolta taoista cinese I Sette Savi del Bosco di Bambù.

Coordina Luca Bani, docente di letteratura italiana dell’Università degli studi di Bergamo. Per informazioni e programma www.unibg.it / [email protected]

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Piave di Cadore:  Vittorio Sgarbi terrà una Lectio Magistralis dal titolo “Tiziano Vecellio e la sua scuola”

Si annuncia un evento imperdibile e di forte risonanza mediatica quello, che si svolgerà in data Venerdì 31 luglio 2015 con protagonista il Prof. Vittorio Sgarbi a Pieve di Cadore (BL) dal titolo “Tiziano Vecellio e la sua scuola”. Si tratta di una speciale giornata organizzata dedicata a Tiziano, esimio maestro originario del luogo, per ricordare uno dei principali esponenti della storia dell’arte di tutte le epoche.

L’iniziativa, organizzata dal manager produttore Salvo Nugnes, presidente di “Spoleto Arte” e patrocinata dal Magnifico Comune di Pieve di Cadore, inizierà alle ore 17.00 presso la Chiesa Arcidiaconale di Santa Maria Nascente, dove il Prof. Sgarbi terrà un incontro in stile Lectio Magistralis con guida alle opere dell’artista. Finito l’incontro e dopo un momento conviviale di aperitivo presso il Gran Caffè Tiziano, tutti i presenti avranno la possibilità di partecipare alla visita guidata alla Casa Natale di Tiziano, antica residenza familiare dove è nato, che attualmente ospita, al pian terreno, una raccolta di riproduzioni della collezione di disegni tizianeschi della galleria degli Uffizi di Firenze e dell’inedita documentazione relativa al celebre pittore. La giornata si concluderà presso l’Hotel Dolomié, situato in via Privata Dolomiti n. 18, con un’esclusiva cena di gala in compagnia del noto critico e di altre personalità di spicco. Nell’occasione, presso la rinomata struttura alberghiera si inaugurerà inoltre la mostra collettiva “Suggestioni artistiche”, che fino al 30 Agosto ospiterà le opere di talentuosi artisti contemporanei.

«Tiziano ha abbattuto un muro, ha superato le sacre conversazioni di madonne e santi per farci ascoltare dialoghi d’amore tra giovani donne e giovani uomini. Se Giorgione era stato preso dalla condizione atmosferica, Tiziano attribuisce maggior peso alla presenza e all’interazione degli uomini» scrive Sgarbi e prosegue «Tiziano supera un confine e apre una strada al suo vecchissimo maestro Bellini. Intendeva dare prove della sua nuova interpretazione del mondo, profana, mondana e in talune prove più filosofica e umanistica di quella rappresentata da Giorgione».

Per partecipare all’evento la prenotazione è obbligatoria.
Per info e costi: Tel. 0424/237636 – [email protected]

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Sauro Montesi e la sua arte pittorica a “Spoleto Arte”

L’arte pittorica di Sauro Montesi sarà visionabile nella grande mostra collettiva di “Spoleto Arte” allestita dal 27 giugno al 27 luglio 2015 all’interno del pregiato edificio aristocratico di Palazzo Leti Sansi, ubicato nel centro storico di Spoleto, tra via Arco di Druso e Piazza del Mercato. L’evento è organizzato dal manager della cultura Salvo Nugnes, presidente di Spoleto Arte, e raccoglie un selezionato parterre di artisti di spicco del panorama attuale, con opere e generi espressivi diversificati ed eterogenei.

In riferimento al suo percorso artistico, Montesi spiega: “Sono originario di Ancona. Le Marche, all’epoca della mia infanzia, erano terra di fisarmoniche e strumenti. Con il passare degli anni la musica finisce sempre nell’archivio della memoria, mentre la curiosità per tutto ciò che è plastico e visivo aumenta progressivamente, fino ad arrivare alla pittura. Sostanzialmente autodidatta, grazie alle diverse attività svolte al di fuori dell’abito pittorico e artistico, credo di aver acquisito nel corso degli anni una buona conoscenza di materiali e tecniche. Inizialmente, mi sono orientato all’informale e all’astrattismo, che sono stati i miei punti di riferimento, ma ben presto mi sono accorto, che la figura usciva e affiorava di continuo dai quadri. Bastava cercarla e c’era sempre. Posso dire, che l’impronta del figurativo moderno in un certo senso è venuta da sola, anche se continuo ad essere un appassionato estimatore di arte antica e vado sempre volentieri a visitare le mostre e le esposizioni ad essa dedicate“.

Le più recenti partecipazioni di rilievo di Montesi sono state: nel 2013 la Prima Biennale di Palermo; nel 2014 la Triennale di Roma; nel 2015 la Biennale di Londra.

 

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“Spoleto Arte”: confermata la partecipazione della Befani alla mostra curata da Sgarbi

Dal 27 giugno al 27 luglio 2015 il Palazzo Seicentesco Leti Sansi, situato nel cuore di Spoleto, in Piazza del Mercato, ospiterà la mostra “Spoleto Arte”, in concomitanza col Festival dei 2 Mondi, manifestazione d’interesse internazionale che ogni anno fa convergere migliaia di turisti nella città umbra. L’esposizione, organizzata dal manager della cultura Salvo Nugnes e a cura dell’autorevole Vittorio Sgarbi, prevede il vernissage inaugurale alle ore 18.30 di sabato 27 giugno, con la presenza straordinaria del Prof. Sgarbi e della carismatica Amanda Lear, che espone in tale mostra alcune sue caratteristiche creazioni pittoriche.

Oltre ai dipinti della Lear, troviamo un selezionato gruppo di opere di artisti contemporanei, tra cui quelle di Tiziana Befani, artista romana specializzata anche nel settore pubblicitario ed editoriale.

La critica apprezza molto il suo “mix” tra arte e grafica; così, Giacomo D’Anna, noto giornalista, spiega: «Dal tiepido incrocio di tane mentali e scorci di manufatti alterati, l’artista lascia l’idea di cosa “sarà” in quel luogo abbandonato dalla stessa mano creatrice all’impronta di una verità di simboli impercettibili o di castelli costruiti sull’impervio passaggio di fiumi e scintille.[…]Tra le tappe della sua avventura artistica c’è una svolta segnata dalla scoperta delle nuove e infinite possibilità del digitale con cui ha coniugato tutto il suo repertorio artistico in un nuovo e originale modo di fermare i frammenti del suo mondo e della sua poetica».

Domenico Guzzi scrive di lei: «I quadri di Tiziana Befani sono “luoghi ove tutto accade”. O, più da presso alla suggestione dei dipinti, “ove tutto è accaduto”. Poiché certa immobilità dell’atmosfera, certa immobilità degli stessi animali, concepiti come sorta di monumenti di sé stessi; certa emblematica presenza, altresì, di elementi architettonici a formulare singolari sinergie con altri, indubbiamente naturali in una condizione, tuttavia, talmente composita da renderci in una situazione d’attesa; non fa che offrire la sensazione di un effetto pietrificato ed allarmante. Come se ogni cosa fosse osservata in seguito alla catastrofe. Quel che si vede dunque, è ciò che rimane al di là della rovina».

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Grazia Azzali espone a Possagno le sue opere elogiate da Vittorio Sgarbi

La Prof.ssa Grazia Azzali, esponente di spicco dell’ambito artistico attuale, è stata tra i protagonisti più apprezzati della mostra collettiva “Riflessioni Contemporanee”, allestita all’interno della rinomata zona museale di Possagno, dedicata all’illustre maestro scultore Antonio Canova, con la gestione organizzativa del manager della cultura Salvo Nugnes. In occasione del vernissage inaugurale, il Prof. Vittorio Sgarbi ha partecipato come presenza straordinaria, esprimendo positivi elogi per la prestigiosa iniziativa.

 

L’Azzali manifesta una visione dell’arte ispirata da una proiezione cosmopolita ad ampio raggio, condotta seguendo una ricerca sperimentale sempre attenta e meticolosa, dove mai niente viene lasciato al caso e all’improvvisazione. La sua è un’arte impegnata sul piano etico e sociale ed ispirata da finalità profonde, di cui ella si rende convinta portavoce. Nel parlare in merito all’Expo, ha commentato con argomentazioni di spessore, sottolineando dei concetti di fondo molto significativi. In particolare, ha dichiarato: “A mio parere l’Expo 2015 può divenire il fulcro per il futuro sviluppo dell’Italia. Un’economia ecocompatibile e più equa porrà fine agli sprechi del passato e diverrà il simbolo di una nuova alimentazione, per tutti i cittadini del mondo. Nutrire ha diversi significati, non solo fisici, ma anche intellettivi. Arte e scienza devono coesistere e collaborare insieme per creare i cittadini del futuro“.

 

E ha aggiunto, in riferimento a una delle sue creazioni, collegabile ai temi portanti dell’Expo: “La mia opera d’arte dal titolo -Royal Baby- vuole essere una denuncia nei confronti di un mondo, che ha dimenticato la ricchezza della diversità biologica, in favore di una mostruosa omogeneità”. Scrive di quest’opera il critico d’arte Gianluigi Guarnieri: “L’Azzali crea una mostruosa sequenza di ibridi di -assurda generazione-, enigmi mutanti dell’io senz’anima. Nella continuità spaziale di un drammatico vuoto cosmico -Royal Baby- assurge a unico interprete di un futuribile creato, senza spazio né storia. Come corrugato oggetto radiante, fluttua nell’atmosfera oscura di una realtà ormai geneticamente modificata. Una folla di terrificanti sementi sembra, che inceda ad un passo di una drammatica danza, tramite ossessive movenze dinamiche, espresse da una ripetitiva ritmicità“.

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Milano Art Gallery di Venezia:  Maria Stefania Fuso insieme ad un gruppo rinomato di artisti scelti esporrà in occasione della mostra collettiva “Pro Biennale”

La pittrice Maria Stefania Fuso è stata selezionata tra i nomi di spicco per partecipare alla mostra collettiva “Pro Biennale” ambientata all’interno della “Milano Art Gallery” in Calle dei Cerchieri 1270, zona Dorsoduro, nel cuore della meravigliosa città lagunare. L’organizzazione dell’iniziativa, che si tiene dall’8 maggio al 4 giugno 2015, è del manager della cultura Salvo Nugnes, presidente dell’Associazione “Spoleto Arte“. Durante l’inaugurazione, fissata per venerdì 8 maggio alle ore 18.00, è confermato l’intervento eccezionale dell’esperto critico Vittorio Sgarbi, che verrà anche festeggiato per il suo 63° compleanno, che cade proprio in quella data.

Nello spiegare le connotazioni, che contraddistinguono l’estro creativo della Fuso, la dottoressa Elena Gollini ha scritto: “Nella sua arte si ritrovano le immagini, le situazioni, ciò che incontra e conosce nel suo percorso variegato di donna e artista dal piglio acuto e dal pensiero moderno, ciò che la colpisce, la impressiona, la emoziona. La sua missione di pittrice è quella di attribuire e conferire all’arte -un’immagine permanente e credibile- di profonda e radicata umanità“.

Inoltre, ha evidenziato come “La stesura armoniosa delle cromie e i giochi di luci e ombre danno vita a coreografie di immediato coinvolgimento e acquistano la valenza di ordinata e sequenziale raffigurazione, aderendo a un’impronta tradizionalmente figurativa di limpida adesione alla realtà, senza bisogno di compiere grandi stravolgimenti e drastiche trasformazioni, ma rientrando nei binari di una pittura di aggraziata e discreta fattezza. È una pittura, che delinea una figurazione ben congegnata e calibrata, dotata di un’efficace orchestrazione cromatica, nel bisogno di esternare e dipingere le proprie emozioni, i sentimenti, gli stati d’animo, le pulsioni del cuore, gli umori dalle mille e molteplici sfumature e sfaccettature intuitive, assegnando però sempre la giusta rilevanza alla visione di matrice realistica“.

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Milano Art Gallery: Stefano Bettini e le originali opere dal singolare stile inconfondibile in esposizione per la mostra collettiva “Impressioni D’Artista”

Dal 7 al 20 Marzo 2015, con la direzione organizzativa del manager produttore Salvo Nugnes, presidente dell’associazione “Spoleto Arte“, sarà allestita nell’esclusivo spazio della “Milano Art Gallery, in via Alessi 11 a Milano, l’attesissima mostra collettiva “Impressioni d’artista”. L’inaugurazione si svolgerà in data Sabato 7 Marzo alle ore 18.00 con la partecipazione straordinaria della rinomata attrice e scrittrice Dalila Di Lazzaro, protagonista di un’interessante conferenza sulla tematica “Il dolore e la speranza”. Tra i partecipanti anche il talentuoso Stefano Bettini, spesso presente in rassegne artistiche nazionali ed internazionali, che negli anni ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti.

Stefano Bettini, poeta e pittore con particolare estro e dallo stile inconfondibile, si è avvicinato alla pittura da alcuni anni per un bisogno interiore di dover mettere su tela i suoi sentimenti e le sue sensazioni. Con le sue originali opere, Bettini crea un’interessante operazione estetica, infatti sembra che tutto venga messo in discussione: i temi, le tecniche e i materiali, perfino l’esito finale, fino alla fine il risultato è incerto. Queste realizzazioni coniugano poesia e disegni molto semplici.

Il Prof. Alberto D’Atanasio dice di lui: “Stefano Bettini possiede la rara capacità di riassumere un animo da poeta e uno da eterno ragazzo, un talento evidente che lo ha portato a unelaborazione scientifico empirica sulle mescole delle tinte e le teorie di Johannes Itten. Le sue opere hanno la freschezza dell’estemporaneità, ma in effetti, Stefano dosa ogni elemento e struttura limmagine in modo che la matita spezzata, il quadrato aggettante, lo spruzzo di colore, e la siluette elegante, femminile di una caviglia che si libera da una scarpa con il tacco, diano all’osservatore lessenza stessa delarmonia. Ogni sua opera offre le stesse emozioni di un brano musicale che comincia o di uno che finisce. Si percepisce che qualcosa è accaduto e qualcos’altro sta accadendo. In ogni suo quadro si rispecchia lanimo di un uomo che ha intrapreso un viaggio e che ad ogni tappa invece di riposare guarda altri orizzonti e altre mete da raggiungere. Un vero esploratore Stefano Bettini, larte per lui è solo un espediente per non rimanere in panne e sentire che il viaggio è terminato”.

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La giovane talentuosa artista Chiara Plebani partecipa alla mostra collettiva “Impressioni d’Artista” esibite presso Milano Art Gallery

Sabato 7 Marzo inaugurerà, presso la storica galleria milanese “Milano Art Gallery”, la mostra collettiva intitolata “Impressioni d’artista” con l’organizzazione del manager produttore Salvo Nugnes. Durante il vernissage, la nota attrice Dalila Di Lazzaro terrà una suggestiva conferenza sul tema “Il dolore e la speranza”. La mostra, allestita fino al 20 Marzo, accoglierà, tra le altre, l’opera della talentuosa e giovane artista Chiara Plebani.

Chiara Plebani nasce nel 1993 a Calcinate. Frequenta il liceo Scientifico Federici di Trescore, dopodiché decide di dedicarsi all’arte, iscrivendosi nel 2012 all’Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia. Qui, inizia un percorso di ricerca personale che trova l’ispirazione nel surrealismo di Salvador Dalì e nell’iperrealismo di Very Aptiano. L’anno successivo svolge un corso di fotografia in Santa Giulia dove scopre la sua meraviglia nel catturare un attimo perfetto. Nell’estate 2014 fa un viaggio in missione per tre settimane in Malawi, Africa, dove si lascia coinvolgere emotivamente dalla povertà e dallo stile di vita che incontra.

Alberto D’Atanasio, Professore in storia dell’Arte ed Estetica dei linguaggi visivi, su di lei scrive: “Le sue immagini sono estrapolate da reportage che lei ha compiuto come volontaria nei luoghi dove la solidarietà diventa esperienza di vita per chi si dona e per chi riceve, è un’esperienza ovviamente coinvolgente, ma soprattutto cangiante dei colori della libertà e della verità” e continua “Ogni sua immagine è urlo e denuncia, ogni suo quadro è riflessione e meditazione. Mirabile è il suo talento che le permette un fare arte raffinato ed espressivo, come interessante è questa simbiosi tra soggetto e supporto”.

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Il rinomato manager produttore Salvo Nugnes parla delle stimate opere di Vincent Van Gogh esposte al Palazzo Reale a Milano

In occasione della recente visita alla mostra di prestigio dal titolo “Van Gogh, l’uomo e la terra” in omaggio al famoso pittore Vincent Van Gogh, allestita tra le sontuose mura di Palazzo Reale a Milano, è stato chiesto al manager produttore Salvo Nugnes, di esprimere un autorevole commento in merito, da conoscitore ed esperto d’arte.

Nugnes ha spiegato “Una mostra davvero interessante e coinvolgente, che inquadra le opere di Van Gogh con una chiave di lettura interpretativa originale inedita, focalizzandosi sulle tematiche connesse all’Expo, quasi a voler creare un simbolico preludio all’imminente esposizione universale: la terra e i suoi frutti, l’uomo al centro del mondo reale, la vita rurale e agreste strettamente legata al ciclo della stagioni”.

E aggiunge evidenziando “Van Gogh nella sua epoca in cui gli artisti si orientavano verso il paesaggio urbano per celebrare il processo di industrializzazione, ha invece spostato l’attenzione verso il paesaggio rurale e il mondo contadino. Ha raffigurato la vita e le mansioni tipiche della tradizione agreste e ha considerato come soggetti protagonisti i lavoratori della terra e gli agricoltori, concepiti come figure eroiche e gloriose. Inoltre, ha manifestato la propria affinità verso gli umili, immedesimandosi con loro e rappresentando il loro dignitoso contegno. La vera grandezza della sua pittura è stata riconosciuta solo dopo la morte e oggi Van Gogh è considerato a buon conto tra i geni dell’arte di tutti i tempi“.

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Arte Padova 2014: Giuseppe Oliva parla della sua esperienza con la Milano Art Gallery

Si è svolta nel periodo dal 14 al 17 Novembre la fiera Arte Padova 2014, l’importante Mostra Mercato d’Arte Moderna e Contemporanea. Presentate nello stand della rinomata galleria milanese “Milano Art Gallery”, che ha sede in via Alessi 11, le pregiate opere del noto pittore Giuseppe Oliva che si racconta nella seguente intervista:

D: Come nasce l’opportunità della sua partecipazione alla fiera Arte Padova?

R: L’opportunità di esporre all’interno della prestigiosa fiera Arte Padova, nasce da un invito del manager e gallerista Salvo Nugnes, che anche in questa occasione, dopo avermi convinto ad esporre le mie opere sia a Spoleto che a Venezia, ha voluto con grande determinazione che esponessi anche a Padova, una manifestazione di grande stima ed apprezzamento per i miei lavori.

D: E’ la prima volta che espone a Padova nel rinomato contesto fieristico?

R: No, vi ho preso parte nel 2012 sempre all’interno dello stand della Milano Art Gallery ed è stata una esperienza esaltante, che mi ha permesso con le due opere presentate, di farmi conoscere ed apprezzare. La cosa più bella, che per ogni artista è sicuramente la più importante, quale riconoscimento del proprio lavoro, è il ricordo di vedere tante persone, anche straniere, osservare i miei quadri, rapiti dai colori e dalle spatolate.

D: Ci racconta i suoi esordi nel mondo dell’arte?

R: Dipingo ormai da tanti anni, ma il vero salto di qualità, il momento cioè in cui ho cominciato a dipingere in modo diverso e decisamente più completo, è sicuramente quando ho cercato di dare un senso alla mia pittura, non più come trasfigurazione del visibile, della realtà, ma semplicemente quale strumento per far emergere le mie emozioni, sprazzi e momenti della mia vita. Il colore, non più come riempitivo di una forma, ma come parte essenziale e fondamentale delle mie opere. I colori nella loro sovrapposizione e naturalezza, sono gli unici e veri protagonisti di una pittura, che si propone di far rivivere allo spettatore particolari emozioni e lo inducano in qualche modo a pensare, a non limitarsi a osservare e basta, ma ad andare oltre, e cioè ad elaborare dal particolare rappresentato qualcosa di nuovo e di diverso per scrutare meglio e in modo più approfondito la realtà circostante. Ed è stata proprio questa filosofia, che mi ha spinto nel 2009 ad esporre per la prima volta  le mie opere in una personale a Varese, che mi ha dato la forza e la giusta energia per continuare e perseverare in questo progetto. Da quel momento si sono succedute altre personali, tra cui quella che mi rimarrà per sempre impressa nel cuore e che non potrò mai dimenticare: quella che con forza e grande ostinazione ho voluto organizzare in Sicilia, nella mia Trapani, con lo specifico intento di riportare i miei colori e le mie emozioni nella terra da cui traggono  origine.

D: Se dovesse con una frase darsi una personale definizione come artista contemporaneo?

R: Non è facile rispondere a questa domanda, anche se a dire il vero la risposta in qualche modo potrebbe desumersi da quanto sino adesso ho avuto modo di dire. Potrei considerarmi “un artista informale”, che attraverso il colore e l’intensità delle spatolate, cerca di trasferire allo spettatore le proprie emozioni, scorci della propria vita, che emergono in modo netto ed inequivoco dalla contrapposizione tra l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande,  dicotomia in cui l’infinitamente piccolo che è parte integrante del tutto, rappresenta il mezzo attraverso il quale capire ed apprezzare sempre di più la realtà che ti circonda, che è ciò che fondamentalmente dà origine alle nostre emozioni, bagaglio del passato per vivere il presente ed affrontare più forti il nostro futuro.

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Prestigiosa esposizione alla Milano Art Gallery delle opere di Gianluigi Cannella

Il fotografo Gianluigi Cannella sarà protagonista di un’interessante mostra fotografica personale, dal suggestivo titolo “Istanti di vita” che si terrà nello storico contesto della galleria milanese “Milano Art Gallery” ubicata in via Alessi 11, in fondo a Corso Genova. L’esposizione, organizzata dal manager produttore Salvo Nugnes, sarà inaugurata in data Giovedì 20 Novembre alle ore 18.00 e resterà allestita in loco fino al 5 Dicembre 2014, con ingresso libero per le visite al pubblico.

Di recente Cannella, che è anche un talentuoso scrittore di poesie e ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi dalla critica di settore, ha partecipato alla grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” curata dal Professor Vittorio Sgarbi, svoltasi nella magica atmosfera veneziana di due secolari residenze aristocratiche, il Palazzo Falier e il Palazzo Rota-Ivancich.

Frequenta da parecchio tempo il noto laboratorio Artemis, specializzato in lettura e scrittura poetica, che gli ha offerto l’opportunità come spiega lui “di entrare a fondo dentro la poesia e capirla. Capire non tanto cosa si vuole dire, ma come dirlo e farla diventare una forma di comunicazione emozionale”.

Le appassionate percezioni emozionali intrise di lirismo poetico vengono trasferite nei suoi scatti d’autore, che raccontano e descrivono le intense esperienze vissute e immortalate dall’obiettivo, che spesso riguardano viaggi e momenti itineranti, appartenenti al suo variegato percorso di vita. Si crea dunque una perfetta commistione di scambio e interazione tra versi aulici e raffigurazioni rievocate attraverso le fotografie, con un armoniosa ed equilibrata alchimia d’insieme, che completa e integra la carrellata delle immagini proposte. Il fruitore viene stimolato a osservare e riflettere, condividendo con l’autore il pathos e il trasporto, che lo guidano e fornendo una personale chiave interpretativa agli importanti messaggi racchiusi nelle coinvolgenti composizioni realizzate.

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Spoleto incontra Venezia: Grande attrazione per le opere geometriche di Nino Leanza

In occasione della grande mostra veneziana di “Spoleto incontra Venezia” a cura del critico Vittorio Sgarbi è possibile ammirare una corposa carrellata di creazioni di altissimo livello nel contesto di due strutture espositive di aristocratica origine, il Palazzo Falier e il Palazzo Rota-Ivancich. L’evento, diretto dal manager produttore Salvo Nugnes, si svolge dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014 ed è visitabile ad ingresso libero. Tra i nomi salienti si annoverano Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì. Il noto pittore Nino Leanza è stato selezionato nell’esclusivo gruppo dei partecipanti con i suoi dipinti dal coreografico cromatismo.

 

Nel commentarne l’abilità creativa è stato dichiarato “Non l’idillio, ma l’enigma del paesaggio egli fissa con colori terrosi, che sanno di antichissime emozioni, di stravolgimenti tellurici, di detriti e di cenere. Pittura pregna dello sgomento della natura, di un frammento cosmico, che nel divenire del tempo e nel mutare delle stagioni è metafora dell’essere e dell’esistere. I colori materici, grumosi, si frantumano, si spezzano, si compongono a tratti e macchie. Sono eredi più che del tardo impressionismo, dell’energia espressionista, della drammaticità disperante con una semantica personale, che è insieme realismo sognante e accensione Fauve”.

 

Dopo aver conosciuto Monet, Degas, Matisse e Vlaminck Leanza elabora una poetica visionarietà del paesaggio. C’è anche un’esperienza d’ispirazione astratta di chiara matrice costruttiva. La sintassi geometrica e razionale segue campiture di colori serigrafici che rimandano all’influenza dei maestri russi così come dei futuristi per il dinamismo delle forme, che si ritagliano e si strutturano come una sorta di puzzle su tela, che rievoca soli, cieli, montagne, mari in un mondo surreale e giocoso, che si sviluppa nella scansione di cunei, piani, sfere intersecanti, che planano e roteano simultaneamente, creando un vivace effetto d’insieme molto originale e d’immediato impatto visivo.

 

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“Spoleto incontra Venezia”: Riceve ottimi elogi la pittura d’ispirazione orientale di Stella Maris Garro Pecchioli

In occasione della grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” svoltasi nello splendido capoluogo lagunare dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014 con l’autorevole curatela di Vittorio Sgarbi, è stato particolarmente elogiato il talento pittorico di Stella Maris Garro Pecchioli. L’evento diretto dal manager produttore Salvo Nugnes è stato accolto tra le mura di due grandiosi edifici aristocratici, il Palazzo Falier e Palazzo Rota-Ivancich.

 

Sull’espressione artistica della Garro Pecchioli è stato dichiarato “I movimenti ascendenti di piante fiorite e girasoli raggianti, dominati decisamente dagli inchiostri gialli, verdi e neri, ma al contempo tenui, sono veramente affascinanti. Figure, che si allontanano con tenacia verso l’alto, ma in un movimento delicatamente circolare di spirale appena accennata. Dipinti, che sanno coniugare i contrasti cromatici con la loro contemporanea delicatezza in un gioco sapiente di tinte decise, ma delicate. Così anche il movimento delle figure predilige in taluni casi una circolarità ascendente o profonda in altri. La sensazione che se ne riceve è quella di una felice e armoniosa -commistione- di contrari. Lavori dal sapore orientale estremo, con il tocco e il carattere di un’artista fine, che è riuscita abilmente a reinterpretare quel gusto secondo un determinato umore e un peculiare carattere tipicamente occidentale”.

 

Le originali trasparenze irregolari e patinate dei fogli di carta di riso utilizzati come superficie di base, mostrano le pennellate variopinte inchiostrate e impresse dall’autrice. Si delineano tratteggi stesi in senso circolare o anche ascendente, rossi e neri, neri e gialli, scale graffiate di grigio e neri, colori accoppiati talvolta miscelati e punteggiati di cromia dorata, ma sempre molto discreti e sobri nelle sfumature tonali. Le forme circolari rievocano gioiose girandole fantastiche o simbolici occhi interiori, che scrutano virtualmente nascosti, in un io vorticosamente turbato, una qualche interessante realtà da apprendere, attirare oppure fuggire, allontanare.

 

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“Spoleto incontra Venezia”: L’arte è difficile da definire così si esprime Claudio Messini, a voi l’intervista

L’artista Claudio Messini, già presente con successo a “Spoleto Arte”, riscuote ampi gradimenti anche alle grandi mostre di “Spoleto incontra Venezia” curate dal critico Vittorio Sgarbi e dirette dal manager produttore Salvo Nugnes, dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014, presso gli storici e pittoreschi edifici Palazzo Falier e Palazzo Rota-Ivancich. In questa intervista, Messini parla della sua esperienza a Venezia e del suo amore per l’arte.

D: È la prima volta, che espone a Venezia?
R: Sì, confermo che è la prima volta che porto le mie opere nel capoluogo Veneto.

D: È compiaciuto di esporre accanto a illustri nomi del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì e altri nomi di spicco del panorama contemporaneo?
R: Certamente per Dario Fo ed Eugenio Carmi, ad esempio. Molti altri artisti ho avuto modo di conoscerli in occasione di Spoleto Arte, presso Palazzo Leti Sansi.

D: Un commento di riflessione in parallelo tra Spoleto e Venezia, come poli di eccellente portata, nella divulgazione dell’arte e della cultura, con fama internazionale?
R: Indubbiamente accostare le due location costituisce un impatto significativo. Entrambe evocano arte e bellezza.

D: Quando e com’è avvenuto il suo approccio al mondo dell’arte?
R: Il mio approccio col mondo dell’arte risale alla prima giovinezza. Ho seguito studi artistici e poi mi sono dedicato alle arti figurative e al teatro.

D: Se dovesse dare una breve definizione sul concetto di arte in generale?
R: Diciamo che le definizioni non mi sono consuete e, inoltre, l’arte è difficilmente definibile.

D: Ci sono degli artisti e/o delle correnti, che apprezza in modo particolare?
R: Il Novecento è estremamente vario e vasto, ma dovendo citare un nome direi Mirò, senza nulla togliere ad altri grandi.

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In concomitanza con i 150 anni della Croce Rossa a Treviso Vittorio Gucci riceve il Premio alla carriera dal Prefetto Maria Augusta Marrosu e dall’Assessore al Sociale Liana Manfio

Lo scorso 10 Ottobre 2014, il noto imprenditore, cantautore e showman Vittorio Gucci è stato insignito di un prestigioso Premio alla carriera, consegnatogli a Treviso, presso l’Auditorium Fondazione Cassamarca, dal Prefetto Maria Augusta Marrosu e dall’Assessore al Sociale Liana Manfio. Di seguito l’intervista che ha rilasciato Gucci, ideatore del prestigioso Concorso Nazionale “26MotiviPerFareArte”.

 

D: Ci è giunta notizia del prestigioso premio, di cui è stato insignito a Treviso, in occasione della serata di gala per i festeggiamenti dei 150 anni della Croce Rossa. E’ compiaciuto di aver ricevuto il riconoscimento dall’Assessore al Sociale e dal Prefetto di Treviso? Quale motivazione è scritta nella pregiata targa Premio?

R: Per l’impegno nell’imprenditoria giovanile e l’innovatività del Progetto #26MotiviPerFareArte.

 

D: Come si è svolta la serata?

R: C’era un bellissimo concerto di musica classica dell’Orchestra “I Solisti Veneti” diretti dal Grande Maestro Claudio Scimone per la ricorrenza del 150 Anni della Croce Rossa Italiana e a metà serata sono stato premiato.
D: Insieme a lei hanno premiato anche il famoso maestro Claudio Scimone, fondatore dei “Solisti Veneti”. Ha pensato di creare una futura sinergia con questo personaggio di grande levatura?

R: Mi piacerebbe molto. Magari di fare un Festival di Sanremo insieme diretto dal Maestro stesso!
D: Sappiamo, che attualmente si sta dedicando a un progetto molto importante, il concorso denominato “#26motiviperfarearte” da lei ideato. Come si stanno svolgendo le selezioni degli artisti partecipanti?

R: Benissimo, siamo a circa 800 opere ricevute sino ad oggi e tutte molto belle. Sarà davvero difficile scegliere tra questi giovanissimi talenti!
D: Ci racconta qualche anticipazione sulla serata, che sta organizzando al rinomato “Gattopardo Café” di Milano in data 26 Ottobre?

R: Sarà una serata di allegria. Musica, gadget e tanti giovani che verranno a conoscerci . #26MotiviPerFareArte è tutto questo!!

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La creatività di vetro muranese di Stefano Dalla Valentina a “Spoleto incontra Venezia”

STEFANO DALLA VALENTINA PORTA LE SUE OPERE IN MOSTRA A “SPOLETO INCONTRA VENEZIA”

 

Ha aperto i battenti “Spoleto incontra Venezia, in allestimento dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014, con la presenza in esposizione di esponenti del calibro di Dario Fo, Pier Paolo Pasolini, Eugenio Carmi, José Dalì e l’esperta curatela del critico Vittorio Sgarbi. L’evento diretto dal manager Salvo Nugnes è allestita nel sontuoso Palazzo Falier, costruito nel Xv secolo sulle rive del Canal Grande a Venezia. Nel novero del selezionato parterre di  partecipanti è inserito Stefano Dalla Valentina che espone la sua pregiata arte del vetro muranese, imparata sul modello degli insegnamenti paterni nel contesto della storica azienda di famiglia.

 

Da sempre innamorato del mare, apneista e istruttore subacqueo, prende spesso volentieri spunto dal mondo sommerso per realizzare le sue originali opere e collabora altri designer per la progettazione e creazione di particolari idee nel campo. Dapprima preferisce cimentarsi con la tecnica dell’oro graffiato e della decorazione a smalto, poi si rivolge ai vasi e alle sculture.

 

Sull’attività svolta spiega “In azienda sotto il marchio di -Linea Valentina- oltre alla tecnica del soffiato offriamo anche prodotti in vetro masello, cioè massiccio. Le nostre sculture vengono sviluppate utilizzando come nel soffiato, tecniche quali filigrane, murrine, reticello, calcedonio. Il vetro soffiato è da sempre parte integrante nella produzione di famiglia. La mia ultima creazione si chiama -relitto con squali- e unisce le mie più grandi passioni: vetro e mare“.

 

Sull’Isola di Murano racconta “La vecchia Amurianum, così era stata denominata l’isola un tempo cresceva di prestigio tanto da non essere considerata una delle isole di Venezia, ma godeva di una certa indipendenza. Con l’editto dogale del 1291, Murano fu dichiarata vera e propria area industriale e divenne ben presto la capitale della produzione vetraria mondiale. Il mestiere veniva tutelato attraverso sanzioni, che vietavano l’esercizio a chi non fosse iscritto all’arte e a chi volesse trasferirsi all’estero”.

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Rosario Tedesco espone alle prestigiose mostre di “Spoleto incontra Venezia”

L’artista Rosario Tedesco espone le sue opere alla grande mostra di “Spoleto incontra Venezia”, grande esposizione curata da Vittorio Sgarbi e diretta dal manager produttore Salvo Nugnes. L’evento si terrà dal 28 settembre al 24 ottobre 2014 nel nobile Palazzo Rota Ivancich, nei pressi di Piazza San Marco. Tra gli artisti in mostra vi sono personaggi noti tra i quali Dario Fo, Eugenio Carmi e José Dalì.

Rosario Tedesco ha cominciato a coltivare la sua passione per la fotografia nel 2007, passione che è andata di pari passo col sempre più rapido affermarsi del digitale, che l’ha affascinato fin da subito per la velocità e la versatilità che consentiva, e che ha unito all’apprendimento di programmi di manipolazione digitale delle immagini.

Protagoniste delle sue fotografie sono le nuvole che sovrastano mura antiche, storici edifici e resti archeologici, come il sito archeologico di Velia e Palazzo de Vargas a Vatolla, in provincia di Salerno. Nuvole dense e brumose che ricordano i romantici paesaggi di William Turner e la ricerca sulle nuvole e la luce filtrata da esse del grande pittore inglese John Constable.

L’artista, oltre ad essere un grande fotografo, si dedica da sempre alla filosofia ed alla scrittura, stilando svariati saggi riguardanti temi diversi. Tedesco è quindi un personaggio eclettico che si esprime attraverso la fotografia, la musica e la scrittura, in maniera spirituale e alla continua ricerca del “Sublime”.

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“Spoleto incontra Venezia”: Il maestro vetraio Adriano Dalla Valentina propone le sue esclusive creazioni artigianali

La grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” è un appuntamento imperdibile, che sta mobilitando l’attenzione mediatica generale. L’evento, previsto dal 28 settembre al 24 ottobre 2014 nella stupenda cornice veneziana di Palazzo Falier, antica residenza nobile del XV secolo sul Canal Grande. Curatore dell’iniziativa prestigiosa è Vittorio Sgarbi con la direzione del manager produttore Salvo Nugnes. Tra i nomi illustri annunciati in esposizione Dario Fo, Pier Paolo Pasolini, Eugenio Carmi, José Dalì. Nel pregevole contesto si annoverano le incantevoli creazioni in vetro di murano del rinomato maestro vetraio Adriano Dalla Valentina.

 

Fin dall’età di 10 anni inizia a lavorare nelle fabbriche muranesi, apprendendo molteplici tecniche di lavorazione. A 24 anni apre una propria azienda diventando artigiano professionista autonomo. La sua gamma produttiva spazia in vari settori del vetro d’arte muranese e si distingue per una precisa e peculiare impostazione tecnico-stilistica. Infatti, privilegia le tecniche tradizionali, che agli occhi degli esperti e del vasto pubblico evocano suggestioni di “Venezianità”: la filigrana e la murrina, a cui associa le tecniche del soffiato e della scultura, sia soffiata sia massiccia. Collabora spesso con famosi designer e architetti per realizzare opere in vetro da essi disegnate.

 

La passione viscerale per il vetro si respira nella “Fornasa” di Adriano, dove quotidianamente è impegnato nell’elaborazione di nuove opere, che spesso diventano vere e proprie sfide. Su di lui è stato scritto “Nella fluidità della massa vitrea si può dare contrasto con l’aiuto di madre natura e quindi Dalla Valentina ricorda il miracolo delle creature marine e i fondali. Il -Battuto- lo trova incontestabile protagonista di sculture di grande vigore artistico. Balza sul soffiato con leggiadria incomparabile e fornisce leggerezza degna di grande attenzione a livello qualitativo”.

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“Spoleto incontra Venezia”: Palazzo Rota Ivancich accoglie le opere fantasiose di Federico Tamburri

Le grandi mostre di “Spoleto incontra Venezia” curate da Vittorio Sgarbi e organizzate dal manager Salvo Nugnes accoglieranno le emozionanti opere del Maestro Federico Tamburri. L’evento si terrà nel meraviglioso contesto della città lagunare, dal 28 settembre e al 24 ottobre, allestito dentro l’antico edificio di Palazzo Rota – Ivancich, a pochi passi da Piazza San Marco.

 

Tamburri è pittore, scultore, grafico e maestro vetraio di fama internazionale. Dopo il liceo artistico, ha studiato presso la facoltà di architettura di Pescara. Le sue vetrate policrome sono collocate in importanti edifici pubblici e in strutture religiose. I suoi quadri sono presenti in prestigiosi musei, pinacoteche, fondazioni ed enti pubblici. Durante l’arco della lunga attività ha realizzato anche creazioni in mosaico e sculture su pietra e marmo. È inoltre un fervido appassionato di libri, ne ha collezione oltre ventimila, successivamente poi donati al comune di atri.

 

Le rievocazioni raffigurano immagini oniriche, costituite da simbologie particolari riconducibili a una matrice surrealista, dai volumi talvolta compatti talvolta scomposti. Il linguaggio comunicativo risulta eterogeneo e multiforme. Attinge l’ispirazione da molteplici spunti tematici: il mito, la favola, la filosofia, la storia, la matematica del transfinito, la fisica teoretica, approdando ad una formula interpretabile come una sorta di “Grande sogno verso un’arte totale” in nome di una conoscenza innovatrice e di una coscienza libera dai pregiudizi dell’ignoranza.

 

Tamburri con elegante discrezione, riservatezza e spontanea umiltà si distingue dimostrando innate doti espressive, che gli hanno permesso in quasi 50 anni di onorata carriera di raggiungere tanti meritati traguardi positivi. Nel commentare il suo percorso afferma: “La conoscenza allarga i nostri orizzonti, permette di partire dalla magia e di collocare l’arte in un contesto reale, senza però mai dimenticare, che ogni tela è in realtà lo specchio della propria anima”.

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“Spoleto incontra Venezia”: Presentati i suggestivi lavori scultorei di Francesco Siclari

In occasione dell’attesissima grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” sarà possibile visionare gli interessanti lavori scultorei realizzati da Francesco Siclari. L’evento, curato da Vittorio Sgarbi con la direzione organizzativa del manager produttore Salvo Nugnes, è fissato dal 28 settembre al 24 ottobre 2014, nella splendida cornice veneziana dell’aristocratico Palazzo Falier, affacciato sul Canal Grande, con l’esposizione straordinaria di esponenti di pregio come Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì.

 

Siclari è conosciuto e apprezzato anche come talentuoso pittore. Fin da bambino si cimenta con il disegno, poi passa alla china, alla tempera, all’acquerello e infine ai colori ad olio. Nell’approccio con la scultura conserva e mantiene intatta quella feconda vena di lirismo aulico, che ha da sempre pervaso la sua poliedrica produzione, dimostrando di mantenersi saldamente ancorato ad un’ispirazione sostenuta dalla spiccata sensibilità interiore, che ne guida la mano e l’azione esecutoria, collocando le sue opere in una formula di realismo attraversato dal magico incanto emozionale.

 

È un artista molto prolifico, che negli anni si è dedicato alacremente a un’attività densa di approfondimenti, stimolazioni visive e contenutistiche, restando sempre fedele alla propria linea di condotta, che consiste nell’individuazione di un filone di verismo attento alla dimensione della realtà, ma tradotto e riconducibile a un’autentica narrazione poetica, che lo influenza. È sostenuto da una tecnica formale ad alto livello, possiede strumenti espressivi ineccepibili, che nascono da un’istintiva e innata capacità elaborativa e da una padronanza acquisita e consolidata dall’esperienza teorica e pratica, oltre che dagli insegnamenti appresi dai maestri, che l’hanno preceduto. Si rende fautore di rappresentazioni realistiche, dalla massa materica corposa e densa, dai volumi pieni e ben marcati, che nel contempo offrono il plus valore di prestarsi ad un’eterogenea interpretazione personale e soggettiva.

 

Applica con fermezza il proposito di infondere verità e veridicità alle sue visioni, nella scrupolosa e doviziosa esecuzione dai risultati eccellenti, pur contornandole di emozioni e percezioni sprigionate dall’ego più intimo e profondo, che gli consente di condividere con l’osservatore quei sentimenti reconditi, quel senso di fantasia onirica, quel gusto per la dimensione di afflato romantico, che riempiono le sue creazioni di energia vitale, di calore umano, di vivace positività.

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“Spoleto incontra Venezia”: Daniela Biganzoli alias Dab espone la sua arte quantistica

Durante la grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” Daniela Biganzoli, conosciuta con lo pseudonimo di Dab, sarà presente con la sua arte quantistica, che la guida e la indirizza nel dinamico percorso di ricerca e sperimentazione. L’esposizione di richiamo internazionale, curata da Vittorio Sgarbi e diretta dal manager produttore Salvo Nugnes nell’antichissimo contesto veneziano di Palazzo Falier sul Canal Grande, si terrà dal 28 settembre al 24 ottobre 2014. Tra le pregiate opere, si potranno ammirare anche quelle appartenenti a personaggi del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì e altri autori di spicco.

 

Dalle significative riflessioni della Biganzoli è possibile comprendere al meglio la radice portante del suo modo di concepire l’arte e fare arte: “Mi esprimo attraverso l’arte quantistica col nome di Dab. Mi rivolgo agli aspetti più misteriosi e comunque non ancora del tutto messi in luce dalla scienza. La mia attenzione è rivolta in particolare al microcosmo, al mondo delle particelle subatomiche, ad una realtà invisibile e immateriale dove non possiamo conoscere gli oggetti, ma solo le loro relazioni. Una realtà dove tutte le cose e tutti gli eventi sono interconnessi. Mi servo dell’arte quantistica per riunire concetti scientifici e spirituali in una visione olistica, che tutto abbraccia. I richiami simbolici spesso presenti nelle mie opere aiutano nella comprensione e contemporaneamente ricollegano ad un lontano passato, fondendo tutto nell’uno, come principio armonizzante”.

 

Incentra le sue opere inedite trans-disciplinari su una concezione nuova e stimolante, che ha come punto focale di riferimento la sintesi comunicativa tra i numerosi linguaggi derivanti dall’arte e dalla scienza, nonché dal dialogo instaurato dagli scienziati più avanguardisti con l’ambito artistico e filosofico. Questo risultato è ottenuto rielaborando l’influsso delle teorie fisiche più recenti e stimolanti, valutando però la complessità della realtà circostante e le interazioni di tali dottrine con i campi applicativi delle altre scienze, per integrarne gli aspetti spazio temporali salienti e individuare i più misteriosi e ancora sconosciuti.

 

Tra i concetti primari richiamati nelle composizioni, la complementarietà, considerata basilare per ogni aspetto della vita si ritrova anche nella fisica. Infatti, secondo il Premio Nobel Niels Bohr “Gli aspetti ondulatori e quelli corpuscolari della materia e della luce, sono due facce dello stesso fenomeno”.

 

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I corpi senza veli di Barbara Missana esposti a “Spoleto incontra Venezia”

Il sontuoso Palazzo Falier, che si affaccia sul coreografico Canal Grande veneziano, si prepara ad accogliere un appuntamento di portata internazionale, le grandi mostre di “Spoleto incontra Venezia” curate dal critico Vittorio Sgarbi, con la direzione del manager produttore Salvo Nugnes. L’evento di forte risonanza mediatica si terrà dal 28 settembre al 24 ottobre 2014.

 

Nel ricco parterre di artisti selezionato, sarà presente anche Barbara Missana, autodidatta, che all’età di 17 anni ha iniziato a dipingere su tela le prime raffigurazioni di nudi femminili, per esternare la sua indagine sulla peculiare simbologia del linguaggio del corpo, nel rapporto stretto con la carnalità e per compiere un’analisi accurata a livello introspettivo, della postura e della gestualità generata dalle loro pose ad intreccio.

 

Spiegando il suo particolare e variegato percorso di ricerca dice “Il frutto dell’attenzione verso la simbologia del corpo è questo insieme di figure -metafisiche- che rappresentano i desideri irraggiungibili e nascosti, le passioni amorose e i dubbi esistenziali di ogni giovane donna. La mancanza del volto rafforza il potenziale comunicativo dei corpi, che con le loro pose esprimono una rappresentazione magica, ma allo stesso tempo concreta della realtà, costernata da illusioni, dubbi, enigmi, mistero”. E aggiunge sottolineando “Le mie figure sono pertanto il ritratto di un’espressione dietro cui si cela la percezione, che io ho del mio corpo e del mio stato interiore, che prendono vita grazie alle fluenti pennellate, che -sento- come miei colori: il viola, il rosso, il giallo, il nero, il bianco”.

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Da “Spoleto Arte” a “Spoleto incontra Venezia”: Continua l’ascesa del talentuoso pittore Giuseppe Santonocito con la curatela di Vittorio Sgarbi

Giuseppe Santonocito, sulla scia dei positivi consensi ricevuti in occasione delle recenti esposizioni a “Spoleto Arte” e alla “Milano Art Gallery” sarà presto ospite alle mostre di “Spoleto incontra Venezia” allestite nel secolare Palazzo Falier, a Venezia, sul Canal Grande, dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014. Il Professor Vittorio Sgarbi è stato designato in qualità di curatore, mentre il manager Salvo Nugnes si occuperà della direzione.

 

Sgarbi nel commentare l’interessante ricerca sperimentale compiuta da Santonocito afferma “Curiosa la sua visione cosmica, che impone macchine e sistemi geometrici, in uno spazio cosmico costellato, sottratto. Ma quanto gioco c’è, in queste invenzioni come ring per contenere le energie della natura?”.

 

Nel raccontare il suo multiforme percorso e gli esordi nel campo artistico il maestro spiega “Il mio esordio nel mondo dell’arte si perde ormai nella notte dei tempi, risale a circa 40 anni fa. Sono totalmente autodidatta e non credo di rifarmi a nessuno, se non agli illustri mentori del rinascimento, con cui ho imparato a dipingere cimentandomi nelle copie dei loro sublimi capolavori. Lavoro solo con olio e quasi sempre su tela. Qualche volta mi sono cimentato a sperimentare altre tecniche, ma non mi hanno mai soddisfatto. Quando stendo il colore sulla tela è come se eseguissi un’operazione chirurgica. È la sola tecnica, che mi rende veramente soddisfatto del mio lavoro”.

 

Molto significativi risultano i versi poetici di riflessione con cui individua il filo conduttore, che lo guida come fonte d’ispirazione di riferimento, nei quali dice “Il senso dell’opera, è arrivato dentro di me come una grande cometa, è tutto scritto come la musica. Infinita e immortale, senza tempo. L’arte non si studia e non si cerca. L’arte è attesa, gioia, sofferenza”.

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Le opere contemporanee di Andrea Zampollo in esposizione a “Spoleto incontra Venezia”

Dal 28 Settembre fino al 24 Ottobre, Venezia farà da incantevole cornice alla grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” che sarà allestita nell’illustre Palazzo Falier, edificio nobiliare del XV secolo affacciato sul Canal Grande, con la curatela di Vittorio Sgarbi e la direzione del manager produttore Salvo Nugnes. Sono già menzionati nomi di forte rilievo tra gli artisti, come Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì. Nel prestigioso parterre di partecipanti è inserito Andrea Zampollo pittore figurativo moderno.

 

Spinto dalla voglia costante di ricerca e sperimentazione, Zampollo si cimenta nell’uso di materiali e tecniche d’installazione sulle tele, in accostamento con l’impronta figurativa che lo guida, per individuare una realtà, che rappresenta l’essenza e sappia cogliere nella frenesia del mondo circostante, i necessari momenti di contemplazione meditativa. Nelle opere affiorano il senso del pensiero intimista sulla vita e la sensibilità di saper trasformare gli aspetti in opportunità di stimolante e costruttiva riflessione positiva. I colori e le strutture in dialogo di connessione con la dimensione spaziale evocano il valore quasi ascetico della pittura come simbolica pausa evolutiva nel frastuono.

 

Dimostra solida abilità nel disegno e nelle varie componenti strumentali di acquisizione accademica. Scava nel vissuto quotidiano per fermare la vita sulla tela. È attento ritrattista dal tratto segnico pulito, preciso, incisivo, armonico, ordinato, condensato nel colore, talvolta steso omogeneo talvolta con stesura breve e rapida, valorizzando le diverse raffigurazioni in un insieme, che risalta appieno il dettaglio del particolare. Esprime il suo personale stato d’animo, che rievoca la quotidianità, compiendo una ricerca che recupera una comunicazione diretta con la sfera interiore, nell’intento di trovare una rilettura dei meccanismi legati alla costante concitazione esistenziale, in una riscoperta del rapporto con il proprio ego.

 

Il linguaggio artistico ne rispecchia l’approfondita formazione culturale e la spiccata sensibilità d’indole. Il suo fare arte è mosso dal desiderio di generare verità e bellezza, partendo dall’anima, considerata specchio e bellezza della reale. Si protende verso un mondo di sensi incantati, incontaminato, distante da tutte le imperfezioni umane, dove le miserie e l’egoismo non arrivano, per entrare nella magia e nella purezza del pensiero ideale. Per lui l’arte è vivere, vivere e riscoprire l’arcadia, primitiva e primordiale nella sua spiritualità originaria e poter assaporare la gioia e la tranquillità dei ritmi vitali cadenzati dalla serenità e dalla quiete.

 

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“Spoleto incontra Venezia”: L’artista Patrizia Medail sarà presente con le sue opere rappresentanti animali felini e orsi

Si preannuncia una vivace ed eterogenea vetrina internazionale la grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” che aprirà ufficialmente i battenti il 28 Settembre nel maestoso Palazzo Falier, ubicato nel cuore di Venezia sul Canal Grande e resterà allestita fino al 24 Ottobre, con l’esperta curatela di Vittorio Sgarbi e la direzione del manager produttore Salvo Nugnes. Nell’esclusivo elenco di artisti in esposizione, che vanta nomi del calibro di Dario Fo, Pier Paolo Pasolini, Eugenio Carmi, José Dalì, è stata selezionata Patrizia Medail, che propone delle interessanti creazioni ispirate dall’arte del riciclaggio, concepita come un percorso ideativo, che si può indirizzare in molteplici direzioni e diventa un variegato “Serbatoio e deposito” di materiali trasformabili, dai quali ricavare originali ed eclettici linguaggi espressivi e stimolanti poetiche artistiche.

 

Nel percorso stilistico della Medail si trovano tracce di una cultura della rappresentazione bilanciata tra un naturalismo del tutto personale e un gusto marcato per la rappresentazione scenografica. L’evoluzione ha inizio da una serie di vasi di fiori impreziositi da fiocchi e stoffe pregiate, accanto a elementi “Poveri” trattati con abile maestria compositiva. Poi si rivolge alla raffigurazione di animali, spesso esotici, spesso distanti dalla nostra visione quotidiana: Orsi polari, delfini, tigri, sono descritti con sembianze di grandi cuccioli, quasi come se fossero giocattoli dell’infanzia. Pittura e collage si mescolano nell’impeccabile resa tecnica.

 

La Medail costruisce un puzzle di materia e colori, talvolta forti, caldi, brillanti e talvolta freddi e austeri attenendosi alla scrupolosa verosimiglianza dei soggetti, con un realismo descrittivo attento al particolare nel minimo dettaglio, dove il disegno prende vita e suggerisce la forma, in un’articolazione dettata dalle affinità dei toni cromatici e degli spessori materici, che trasmettono un senso di adeguatezza al paesaggio di contorno, dai quali emerge l’animale solitario o in un gruppo di esemplari. Come in un fotogramma istantaneo li coglie e li immortala proprio nel momento prima di compiere un determinato atto. Nei quadri vengono rievocati mondi lontani all’interno di un corposo affresco immaginifico, atmosfere fantastiche, che fanno da preludio a entusiasmanti avventure.

 

Su di lei Philippe Daverio ha scritto “La Medail vuole fare impallidire Penelope. Dalla sua mitica antenata greca ha ereditato la passione da femmina per il lavoro manuale con il filo e le stoffe. Ha ereditato la pazienza infinita di fare. Ma non aspetta nessun ritorno di Ulisse. Applica questa sua pazienza creativa al riciclaggio. Ha scoperto una propria tecnica, che le ha consentito di plasmare una propria poetica. Lavora recuperando stoffe e vesti d’oriente, paramenti nostrani e abiti locali, manufatti carichi di densità storiche e di saperi artigianali ormai dimenticati. Acquista chilometri di passamaneria desueta e combina le materie tessili in un gioco, che le porta verso le proprie fantasie, dando vita a un cosmo, che surreale o meglio ancora fiabescamente extrareale“.

 

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L’emotività di Giovanni Balderi notabile nelle sue opere scultoree a “Spoleto incontra Venezia”

La prestigiosa esposizione di “Spoleto incontra Venezia” sta per aprire in anteprima, con un ricco elenco di importanti nomi coinvolti, da Dario Fo a Eugenio Carmi, da José Dalì a Pier Paolo Pasolini, sotto l’autorevole curatela di Vittorio Sgarbi. L’evento, diretto dal manager produttore Salvo Nugnes, si terrà dal 27 Settembre al 24 ottobre 2014, nella straordinaria cornice veneziana di Palazzo Falier, antica struttura nobiliare eretta sul Canal Grande nel XV secolo.

 

Nell’occasione lo scultore Giovanni Balderi è stato selezionato per partecipare all’appuntamento attesissimo. Nel 1984 inizia lo studio di ornato floreale e stile presso la bottega del maestro amatista Ledo Tartarelli. Nel 1994 continua a studiare anatomia e modellato con il professor Enzo Pasquini, specialista del Neoclassicismo. Collabora con vari laboratori di scultura contemporanea, senza mai interrompere l’attività di ricerca espressiva. Le sue opere, che nascono dal blocco di marmo senza l’utilizzo di bozzetti preparatori, sono inserite in numerose collezioni private e pubbliche.

 

Dalle sue parole è possibile cogliere al meglio la fonte d’ispirazione, che lo accompagna e lo guida nella fase ideativa ed esecutoria della lavorazione “La voce dell’arte non nasce qui, qui si manifesta, qui si ascolta, qui si vede. Mi piace, che il caso sia parte del percorso creativo dell’opera. Tutte le sculture sono cercate e scolpite direttamente dal blocco di marmo. Percorro così la particolare natura dell’informe scelto. Non preparo un bozzetto in terra o gesso. Il marmo è la materia prima, che nell’immediatezza dell’operare mostra una sua facilità, da seguire, da rispettare e talvolta da sfidare. Inizio in tanti modi a scolpire a blocco, ma oltre a una chiara sensazione da esprimere non so nemmeno io come si manifesterà l’opera finita. Per me i volumi, i tagli, le spaccature sono il manifestarsi delle sensazioni, da orchestrare come su di uno spartito musicale. Ogni tonalità, estensione e ritmo compositivo assumono un preciso valore nella voce dell’opera”. E aggiunge “Un riferimento certo è il corpo, da sempre voce di un’esigenza di raccontare percorsi umani e divini, dove il sentire si mostra in opere eterne come le domande. Il mio vuole essere un corpo, che tace, che si mette in disparte, che lascia parlare l’anima, l’energia che lo abita, lo domina, lo fa vivere, gli dà la forma, l’espressione”.

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Per chi vuole ammirare sculture mitologiche, “Spoleto Arte” espone le opere di Luigi Galligani

Lo scultore senese Luigi Galligani ha portato in esposizione all’interno di “Spoleto Arte” alcuni pezzi di sorprendente e rara bellezza, conquistandosi ovazioni di complimento da parte del corposo gruppo di visitatori. Le mostre di “Spoleto Arte” con la curatela del critico Vittorio Sgarbi si trovano nella stupenda struttura di Palazzo Leti Sansi, in Piazza del Mercato a Spoleto, dal 27 Giugno al 24 Luglio. L’organizzazione è gestita dal manager Salvo Nugnes, direttore di Promoter Arte.

 

Ascoltando le significative riflessioni di Sgarbi in merito all’artista si colgono frasi importanti, tra cui “Una piena maturità nello spirito ludico e quasi neo-decò ha raggiunto Galligani. I suoi bronzi sono composti e spiritosi, annunciano presenze favolose come sirene e divinità, opime e accoglienti. La sua forma attualizza il gusto degli anni trenta del ‘900, con convinzione e ironia”.

 

Galligani spiega “Io pulisco le mie figure dai connotati, che la storia occasionalmente conferisce loro, le decontestualizzo di proposito e le pongo in una situazione metastorica: la situazione del mito. Le mie opere sono il frutto di un lungo lavoro di pulizia etica dell’immagine, in modo da restituirla all’osservatore in una veste insolitamente semplice, senza oratorie altisonanti o urlate, né superficiali cornici di contorno”.

 

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Spoleto Arte incontra Venezia: Esponete le vostre creazioni presso le grandi mostre curate da Vittorio Sgarbi

Spoleto incontra Venezia” sarà un’unione davvero emblematica, creata tra le due città, con il tramite simbolico delle grandi mostre curate da Vittorio Sgarbi, che dal suggestivo contesto spoletino di Palazzo Leti Sansi, si spostano nell’incantevole location lagunare, per rafforzare il potente legame esistente tra le eccellenze internazionali in ambito artistico-culturale. L’organizzazione è a cura del manager Salvo Nugnes.

 

Sulla scia del vernissage dell’edizione spoletina, “Spoleto incontra Venezia” inaugurerà Sabato 27 Settembre, presso lo storico Palazzo Falier, affacciato sul Canal Grande, con numerosi personaggi illustri del mondo della cultura, dell’arte e dello spettacolo, nonché d’importanti rappresentanti istituzionali.

 

A dare lustro all’esposizione veneziana tanti esponenti di spicco, tra cui Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì, Pier Paolo Pasolini, ricordato con una serie di toccanti fotografie d’autore. A questi saranno accorpati altri nomi importanti di artisti, davvero talentuosi e interessanti. Gli interessati ad esporre, dovranno mandare alcune loro opere in visione e richiedere il materiale informativo all’indirizzo mail [email protected] oppure chiamare lo 02-76280638.

 

Le mostre saranno allestite nel contesto della Biennale, manifestazione d’interesse internazionale che ogni anno richiama nella meravigliosa città della Serenissima, migliaia di amanti della cultura e dell’arte oltre che di turisti, che provengono da ogni parte del globo. Tale contesto concorrerà a rendere maggiormente visibili le creazioni di ogni artista, le cui opere potranno essere fruite da un vasto numero di persone grazie anche al massiccio apporto divulgativo dei media.

 

Per ulteriori informazioni, visitate il sito web www.spoletoarte.it .

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“Spoleto Arte”: Ha esposto le sue opere con grande successo anche l’artista Luigi Piccioni

Lo spoletino Luigi Piccioni non poteva certo mancare nel selezionato novero di artisti rinomati, presenti alle mostre di “Spoleto Arte” curate da Vittorio Sgarbi, allestite dal 27 Giugno al 24 Luglio tra le possenti mura del secolare Palazzo Leti Sansi, tra Piazza del Mercato e l’Arco di Druso. L’organizzazione del prestigioso evento è gestita dal manager produttore Salvo Nugnes.

 

Nell’interessante dichiarazione a commento fatta da Sgarbi, spiccano parole lodevoli a suo favore: “Passato attraverso l’esperienza dell’astrattismo, Piccioni ritorna alla figurazione con sobria eleganza”.

 

Piccioni dimostra conclamata abilità tecnica e consolidata versatilità strumentale, spaziando dalla grafica al figurativo, per poi sfociare in esperienze di ricerca, che implicano l’utilizzo di supporti materici, derivanti anche da materiali riciclati e di recupero. Possiede la preziosa dote di saper tradurre l’Universo interiore in immagini, con un percorso artistico, che s’intreccia con quello esistenziale e diventa autobiografico. Celebra la bellezza pura e la fantasiosa immaginazione del vissuto interiore.

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A “Spoleto Arte” intense emozioni trasmesse dall’estro artistico di Beatrice Cignitti

Nel comparto delle pregevoli mostre di “Spoleto Arte” si è positivamente recepita la presenza della talentuosa artista romana Beatrice Cignitti, che ha suscitato intense emozioni con la sua raffinata arte pittorica. Anche il curatore dell’evento, il Professor Vittorio Sgarbi, ha espresso commenti di lodevole stima verso il suo percorso evolutivo. L’esposizione di “Spoleto Arte” organizzata dal manager produttore Salvo Nugnes, in una delle più caratteristiche dimore storiche spoletine, il Palazzo Leti Sansi, che si trova nella centralissima Piazza del Mercato, è visitabile dal 27 Giugno al 24 Luglio.

 

Nell’intrigante ricerca sperimentale, legate all’ancestrale connubio cromatico tra gli eterni opposti, il bianco e il nero, emerge il dinamico movimento della luminosità evanescente generato dallo stacco nitido tra i due colori contrapposti. Nel gioco del chiaro-scuro la forma della luce, nella peculiare profondità e gradazione assunta, permette di acquisire delle visioni multiple, focalizzando l’attenzione e orientando lo sguardo dell’osservatore, come se il medesimo quadro potesse scomporsi simultaneamente in differenti prospettive e piani dimensionali.

 

Le creazioni della Cignitti hanno un’inconfondibile eleganza estetica e racchiudono una virtuale melodia, una soave sonorità ritmata e cadenzata dei due estremi cromatici, che vengono conciliati e ordinati in un armonioso intreccio. Le linee, le proporzioni, i volumi, i segni sono realizzati con certosina manualità e accurata precisione.

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