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Nuova Casa Accoglienza per gli ospiti dell’Oncologia Pediatrica dell’Umberto I

Martedì 29 novembre, a Roma, è stata inaugurata la nuova casa accoglienza che potrà ospitare le famiglie dei piccoli ospiti del reparto di Oncologia Pediatrica del Policlinico Umberto I.

La struttura, completamente ristrutturata, si trova in via Giolitti 255, adiacente alla stazione Termini, ed è stata realizzata da “IO, domani…” (Associazione per la lotta ai tumori infantili Onlus), grazie alla donazione di 25mila euro dell’Associazione “Piccoli Raggi” (Onlus per l’oncologia pediatrica).

Il restyling dell’appartamento ha restituito una casa accoglienza davvero ospitale: le pareti sono colorate (nella camera da letto la parete è vivacizzata da una finestra sul mare dipinta sul muro), tutti gli arredi sono nuovi e moderni, l’ambiente è essenziale ma completo di qualunque comfort (riscaldamento, aria condizionata, cucina attrezzata, biancheria da letto e da bagno, ecc.).

Uno spazio caldo e accogliente realizzato da due realtà associative che non sono nuove alla collaborazione: già nel 2014 “IO, domani…” e “Piccoli Raggi” avevano unito gli sforzi per realizzare il nuovo reparto di Oncologia Pediatrica dell’Umberto I, un reparto che, in Italia, è riconosciuto fra i migliori nell’attenzione alla qualità della vita dei bambini e delle loro famiglie.

Famiglie che, da oggi, potranno contare sulla nuova casa accoglienza di via Giolitti 255.

All’inaugurazione erano presenti, per “IO, domani…”, Maria Grazia Castello (presidente) e Paolo Viti (vice presidente), oltre a una rappresentanza di volontari. Per “Piccoli Raggi”, invece, hanno partecipato all’evento Anna D’Antonio (presidente) e Simona Biagioni (vice presidente). Ai rappresentanti delle Associazioni, si è unita anche la prof.ssa  Anna Clerico, primario del reparto di Oncologia Pediatrica del Policlinico Umberto I di Roma.

La nuova casa accoglienza rappresenta un motivo di sollievo per le famiglie e i bambini malati, che spesso seguono terapie a periodi alterni, ma anche una dimostrazione concreta che migliorare la qualità della loro vita è realmente possibile e, anzi, doveroso, grazie anche a progetti come questo di “IO, domani…” e “Piccoli Raggi”.

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Nuovo film per il regista Massimo Di Stefano: aperto un crowdfunding per ‘La speranza non muore mai’

S’intitola La Speranza non Muore Mai il nuovo progetto del Regista, Autore e Attore Toscano Massimo Di Stefano, che ha di recente scritto, diretto e interpretato il film “Storia di un Inganno” attualmente in tv, dopo un percorso cinematografico regionale. Scritto, diretto da Di Stefano e prodotto dalla Kappa Film Production, (cast artistico in via di definizione) La Speranza non Muore Mai è un film drammatico che parla però di un vero problema sociale, quello che affligge ogni giorno milioni di persone nel mondo, le malattie. E nello specifico la trama racconta la storia vera di una donna di mezza età, giovanile, bella e piena di energia e di vita, che improvvisamente si ritrova catapultata nel dolore e nella sofferenza fisica e spirituale, dovuta alla scoperta di un cancro in stato molto avanzato che è arrivato senza aver dato il minimo sintomo. Nel film verrà evidenziato la sofferenza e il senso di angoscia in cui sprofonda non solo il malato, ma anche i familiari più stretti. Ma l’argomento del film è incentrato anche e sopratutto su un argomento molto più importante. L’autore con questo film vuol far arrivare dei messaggi fondamentali a quante più persone possibili. E il messaggio principale è che ci sono spesso delle vie d’uscita anche quando veniamo colpiti dai peggiori dei mali e sono a portata di tutti, senza effetti collaterali e/o controindicazioni, ma il primo obbiettivo è che dobbiamo crederci veramente. Ma non solo, vuole stimolare la coscienza/conoscenza dello spettatore a intraprendere uno stile di vita per smettere di distruggere il proprio fisico e il proprio spirito, limitando il più possibile i danni. La Natura ci cura molte volte, ma dobbiamo aiutarla, dargli la possibilità d’intervenire con la consapevolezza che non sempre finisce però, bene per una serie di motivazioni che anche il film affronterà nella sua trama, ma però non dobbiamo mai lasciare niente d’intentato proprio perchè La Speranza non Muoia Mai. E’ stato aperto sulla piattaforma di crowdfunding “Produzioni dal Basso” una pagina per la ricerca di fondi destinati alla realizzazione del progetto. La scelta di finanziare il progetto tramite una piattaforma di crowdfunding è dovuta principalmente a 2 motivi. Il primo è la volontà dell’autore/regista del progetto di non voler pubblicizzare una marca di prodotti piuttosto che un altra, cosa impossibile da realizzare se gli sponsor sono aziende naturalmente, e questo, ci teniamo a puntualizzarlo non è lo scopo del film. Il secondo e non meno importante è la volontà di coinvolgere attivamente le persone che credono nelle cure naturali e che la Natura è nostra amica e può salvarci molte volte anche dai peggiori dei mali, dimostrando questo con un piccolo gesto che possa aiutare questo progetto ad informare quante più persone possibili su questa verità.

Per contribuire alla realizzazione del progetto https://www.produzionidalbasso.com/project/la-speranza-non-muore-mai

Pagina Ufficiale Fb del film https://www.facebook.com/lasperanzanonmuoremai

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LYDDA WEAR PRESENTA LA CUFFIA REFRIGERANTE PER LA CHEMIOTERAPIA

Una cuffia per proteggere il cuoio capelluto dei soggetti che devono sottoporsi a chemioterapia è sicuramente qualcosa di eccezionale che potrebbe diventare un ausilio medico importantissimo. Ecco, dunque, un altro dei prodotti molto significativi, a marchio Lydda Wear. Si tratta di un’innovativa protezione, non ancora in vendita come categoria medica di classe 1 (in quanto ancora in fase di test scientifici),  ma che ha già dato ottimi risultati a chi l’ha utilizzata durante la somministrazione della cura per il cancro.

La perdita dei capelli può rappresentare un duro colpo per i pazienti oncologici, soprattutto per le donne. L’opportunità di potersi proteggere e di rallentare o addirittura eliminare questa spiacevole conseguenza della chemioterapia rappresenta una conquista importante che potrebbe diventare, di qui a breve, una prescrizione medica . Mentre la scienza sta ancora valutando con i test di rito, i risultati e le testimonianze raccolte sull’efficacia di questo strumento sono molto positivi ed in molti Paesi del Nord Europa è diventato uno strumento di utilizzo comune, durante il ciclo della terapia chimica.

Il laboratorio di Lydda Wear ha progettato, quindi, un sua versione di questo rivoluzionario prodotto, realizzato grazie ad un’attenta attività di ricerca e di documentazione che è diventato, in breve tempo, uno degli oggetti per la protezione più venduti e ci sono fior di testimonianze che ne hanno consacrato l’utilità e l’importanza. La missione di Lydda Wear infatti, oltre alla realizzazione di abiti ed accessori per facilitare la vita di chi è diversamente abile, è anche quella di rendere psicologicamente meno traumatico l’impatto con malattie come il tumore, cercando di creare oggetti di protezione per chi deve sottoporsi a terapie aggressive.

<Le telefonate di persone soddisfatte che riceviamo  – spiega Pier Giorgio Silvestrin, ideatore del marchio Lydda Wear – si attestano attorno al 78% e in modo particolare sono persone che non avendo perso i capelli hanno potuto avvalersi di una forte autostima. Perdere i capelli in modo particolare per le donne è molto traumatico come evento ed il fatto di poter mantenere i capelli porta la donna ad essere più sicura di sé stessa e soprattutto psicologicamente ad avere una marcia in più, a non fare “pesare” la malattia nei confronti dei propri cari o delle persone che gli stanno attorno. Ricordo una telefonata molto bella di una dottoressa che opera come psicologa e che quindi ha il compito di infondere speranza al prossimo… Mi chiamò proprio per ringraziarmi dell’efficacia del prodotto. E questo è solo un esempio>.

Questo strumento sta attirando l’attenzione di sempre più pazienti che, colpiti da patologie oncologiche, sono terrorizzati dagli effetti della chemio e radioterapia sui capelli. La possibilità che questo non si verifichi dà loro una marcia più nell’affrontare il lungo percorso di guarigione (quando  possibile) da quello che è considerato il male del secolo.

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