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Dialogo tra le Forme – Mostra di Scultura presso Casaidea Architettura-Arredamento-Antiquariato

Casaidea, affermata azienda operante nel settore dell’Architettura, dell’Arredamento e dell’Antiquariato fin dal 1928, ospiterà dal 23 novembre al 14 dicembre 2014 un’esclusiva personale dello scultore e artista Marco Beloli, intitolata “Dialogo tra le Forme”.

All’interno dell’antica Chiesetta del Viandante, location dal suggestivo fascino risalente al 1626 e trasformata nel 2010 dalla famiglia Acerbi in un poliedrico spazio polivalente, l’artista presenterà, a cura di Casaidea, una serie di eclettiche sculture sapientemente miscelate ad esclusive e raffinate ambientazioni arredative; frammenti di materia che ci interrogano, ispirano e raccontano, capaci di suscitare in chi osserva curiosità e stupore, emozioni primarie e pensieri complessi.

Marco Beloli, illustratore e visualizer attivo nel settore pubblicitario e editoriale, da diversi anni, attraverso le sue sculture, esprime e reinterpreta in maniera audace e sentita l’inquietudine dell’animo umano, che diventa energia e fonte di stimolo dalla quale attingere costantemente ispirazione. Una coerente sperimentazione stilistica, volta alla ricerca di un’eterea armonia delle forme, capace di dare vita a una dimensione ove materia e spiritualità coesistono in maniera sublime.

Marco Beloli è un artista figurativo ma poco ortodosso, la cui opera scultorea permette di riconoscerne la continuità e l’originalità. Partito da posizioni pittoriche e grafiche, si è sempre più avvicinato al medium della scultura, contrastando con efficacia plastica ed esistenziale l’“arte del sistema”, prevalentemente mentale e fruibile percettivamente.

L’immobilità formale si direbbe l’apparenza di Beloli. Il movimento, costituisce il trapasso dal momento manuale artigianale e decorativo all’ordito, al modo di vedere e rappresentare le cose e porle al loro posto, sotto legge. C’è in esse, infatti, un susseguirsi di idee semplici tradotte in immagini emblematiche, simboliche, paradigmatiche, ora “vaporose”, pregne di metafore e allegorie, ora in apparenza “svuotate”, in realtà solo morbide. In tutti i casi realizzate con un gusto che passa dal Barrocchetto al Neoclassico per poi farsi conquistare dal Novecento attraverso la ribellione espressionista e il richiamo primitivista in certe espressioni canzonatorie e beffarde.
Lo stile è attento, teso a cogliere l’identità dei singoli esseri umani e guarda spesso all’umanità stilizzata di un grande surrealista di Borgonovo, ma anche alle forme tonde e corpulente di un colombiano, ma l’insistenza narrativa è tenuta insieme dall’investigazione, fatta di cucina dei Navigli e ricchezze dell’Orlando.

In mezzo alla burrasca di chiacchiere con cui si sorregge l’arte contemporanea, l’arte di Beloli diffonde una bizzarra placidità. Può apparire anacronistica o assiomatica, lapidaria, censoria, narrativa, apologetica, di consueto esercizio di mano. Ma a ben vedere si scopre un’aderenza delle singole opere e dei diversi contenuti.
Le figure conservano schematismi che idealizzano a volte l’esemplare, sino a tradurlo in simbolo, o, al contrario, seguono contorni dai canoni pittoreschi sino a concedersi irritazioni e ironie, abbandonandosi a un’enfasi che fa pensare al designer, alla bottega artigianale e all’illustrazione.

Il modo di lavorare la materia non ignora i manuali. Il comporre è asciutto, con qualche concessione alla materia, trattata con leggerezza affettuosa, con stabilità ed equilibrio di rapporto con il volume, da culminare quasi sempre in forme espressive leggere, ordinate, fluenti, di richiamo appunto post-espressionista o, in qualche caso post-primitivista, senza tuttavia dimenticare la lezione classica della forma. Nella scultura di Beloli non circolano maschere di paure, di ansie o drammi. Abbondano invece i Tipi, i Caratteri su cui egli stende un filo di nessi razionali con le cose, le convenzioni, i pregiudizi, ma anche con le qualità, l’irreprensibilità e le virtù.

Le opere di Beloli non cantano salmi, raccontano soggetti che parlano della vita, di letture e ricordi che risvegliano metafore, che mescolano i ricordi del vero e la fantasia, le apparizioni, di tutto quanto fa parte o può far parte della rappresentazione figurale. Potremmo definire la sua produzione un dizionario filosofico o quanto meno una raccolta di brani scelti con saggezza.

Materia e materiali compartecipano al risultato. Sono prevalentemente resine, gesso, cemento, ferro, rame, elementi con cui la mano dell’artista-artigiano arriva a trasferire impulsi creativi alla mente. Su sfondi antropologici e psicologici, la sua è una mano che comunica idee e rimette in contatto con esseri umani (allungati o ingrossati nel tentativo di coglierne l’identità), in un colpo d’occhio.
Inaugurazione DOMENICA 23 novembre ORE 16:00

Ingresso libero

Sarà presente l’artista
Dal 23 novembre al 14 dicembre 2014

Sede: CASAIDEA Architettura-Arredamento-Antiquariato – Ex Chiesetta del Viandante

Via Emilia, 23 – Tavazzano con Villavesco (LO)

Per Info e Appuntamenti: 333.2301800 – 0371.760212

Sito internet: www.acerbicasaidea.com
www.facebook.com/AcerbiCasaideaSnc

E-mail: [email protected]
Orari:

Dal martedì alla domenica

dalle ore 16:00 alle 19:00

Al mattino previo appuntamento

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Grande successo per il vernissage di Luigi Galligani alla Milano Art Gallery alla presenza di Vittorio Sgarbi

Nella storica “Milano Art Gallery” in via G. Alessi 11 a Milano, Giovedì 19 Settembre si è tenuto il vernissage inaugurale della mostra personale “Mitologia Contemporanea” di Luigi Galligani, organizzata dal manager Salvo Nugnes, direttore di Promoter Arte, che durerà fino al 2 Ottobre 2013. All’evento hanno partecipato importanti personalità tra cui il critico musicale Mario Luzzatto Fegiz e il professor Vittorio Sgarbi, che si è complimentato con l’artista apprezzandone le spiccate doti e la talentuosa versatilità dello stile creativo, scultoreo e pittorico nel recupero delle tradizioni arcaiche sul mito e le avventurose storie leggendarie, tramandate nei secoli e da sempre insite nel mondo dell’arte.

Galligani afferma “Ho una visione figurativa dell’arte e sono affascinato dal mito mediterraneo. La storia e il mito sono il mio filo conduttore dal quale traggo spunto per raccontare i miei pensieri e i drammi di oggi. Nel 2000 ho iniziato a lavorare a un innovativo progetto per creare un nuovo umanesimo, dove l’uomo torni ad avere la sua posizione di centralità universale“. La vocazione di Galligani nasce negli anni Settanta e si sviluppa dapprima nel disegno e nella scultura e in seguito si estende alla pittura. In riferimento alle tecniche strumentali utilizzate spiega “Parto dal disegno, che devo realizzare e concludere in completa solitudine. Sono un modellatore di materiali di tutti i tipi, che si prestano alla lavorazione come l’argilla, il gesso, la cera, il bronzo. La mia tecnica pittorica preferita è ad olio“.

L’organizzatore Salvo Nugnes dice “Le creazioni di Galligani sono frutto di uno stile caratterizzato dal moderno dinamismo e dall’esuberante e briosa capacità d’inventiva. Coniuga passato e presente con uno stretto legame virtuale, un filo conduttore che li unisce saldamente per risvegliare il senso di appartenenza ad un linguaggio mistico-allegorico universale“.

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