Lo scrittore Irlandese Oscar Wilde, Famoso per la sua prosa, poesie ed opere teatrali, ha dedicato molte energie al tema moda, a proposito della quale disse:
“La moda è una forma di bruttezza così intollerabile che siamo costretti a cambiarla ogni sei mesi”. L’Affermazione delle scrittore porta un sorriso sulle labbra e fa capire come il suo rapporto con la bellezza, l’estetica e la moda fosse uno di amore/odio.
Lo scrittore, morto nel 1900, è stato un esponente autorevole che si interessò al tema bellezza con particolare riferimento all’abbigliamento come arricchimento della persona – a tal punto da tenere anche delle conferenze su questo tema.
Grazie ad uno spiccato senso individualista ed uno stile fuori degli schemi imposti dalla società, Wilde volle esprimere la sua spiccata sensualità attraverso un modo di vestire oggi noto come dandysmo.
In realtà il dandysmo fu un movimento più ampio, non solo legato alla moda, ma proprio allo stile di vita che metteva al centro un certo anticonformismo, l’eccentricità ad ogni costo e un gusto per la bellezza in ogni sua manifestazione.
dandysmo significa moda e bellezza intensa non solo come la bellezza del corpo, bensì la sua manifestazione in ogni sua forma che invase l’Europa partendo dall’Inghilterra di fine ottocento, contagiando anche altri esponenti della cultural di quell’eppoca come il nostro Gabriele D’Annunzio, Charles Baudelaire e Lord Byron. Chi decise di aderire a questo movimento lo fece con l’intento di celebrare la propria esistenza quasi fosse un’opera d’arte.
Per il dandy la moda è uno strumento attraverso cui esprimere e comunicare la propria superiorità intellettuale attraverso l’uso e la combinazione sfarzosa di capi in grado di attirare l’attenzione di tutti e far parlare i passanti, ponendo sempre al centro della propria attenzione una ricerca attenta per esaltare la bellezza.