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Gli avvocati e la formazione, l’azzecca garbugli nell’era digitale

Uno dei mestieri più antichi e di maggior pregio è proprio quello dell’avvocato. Fin dall’antichità la letteratura e, più tardi, il cinema hanno inserito nelle loro storie la figura dell’avvocato, dell’esperto delle leggi. Il più famoso è sicuramente l’azzecca-garbugli dei Promessi Sposi divenuto famoso nel celebre romanzo per la sua abilità nel risolvere, appunto, situazioni complicate.
Passano gli anni, cambiano gli ordinamenti ma quello che sicuramente non cambia è la grande preparazione in materia normativa e del diritto in generale che l’avvocato o l’aspirante tale deve avere se vuole primeggiare nel proprio mestiere.
Per i professionisti italiani, con l’entrata nell’Unione Europea e la progressiva unificazione dei diritti degli stati membri la situazione diventa ancor più complicata. Basti pensare alle due scuole di pensiero prevalenti nei paesi europei, la civil law e la common law. La tradizione scritta e la tradizione orale, basata sulle sentenze, basata sui processi, sul diritto vivo. Due modi completamente diversi di concepire il diritto, quindi la formazione dei professionisti e degli addetti ai lavori. Mentre l’una, infatti, richiede pratica ed esercizio della professione l’altra richiede la conoscenza e la memorizzazione di moltissime informazioni riguardanti le leggi, i commi, le interpretazioni e le successive modifiche.
È dunque necessario sempre rimanere aggiornati, la cosiddetta formazione permanente non è solo un concetto nobile ma diventa sempre più una realtà auspicabile per tutti i professionisti del settore legale.
Una scuola di formazione legale per rimanere in continuo aggiornamento dovrebbe essere una delle cose che non devono mai mancare nei desiderata di ogni professionista del diritto.

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