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Gli insegnanti della scuola e internet – scienza e tecnica

Per comprendere qual è l’approccio metodologico del Ministero dell’Istruzione italiano, è il caso di esaminare il progetto speciale per l’educazione scientifico-tecnologica. Il presupposto è che la cultura scientifica e tecnologica nel nostro Paese, nonostante le punte di eccellenza, è carente. I motivi sono tanti: “una presenza discontinua, non sempre ben distribuita e, specialmente nella secondaria superiore, insufficiente delle discipline scientifiche sperimentali. L’unica disciplina per la quale esiste oramai continuità per tutto il corso degli studi è la matematica. C’è poi il problema della scarsità o mancanza totale di strumenti didattici (libri a parte) in alcuni ordini di scuola dove invece l’insegnamento delle scienze dovrebbe essere basato su attività pratiche e sperimentali”.
Nell’analisi del Ministero si sottolinea la “carente formazione dei docenti, non tanto sul piano culturale quanto su quello metodologico, in particolare per quanto riguarda gli aspetti pratici e l’insufficienza di servizi capaci di aiutare i docenti nel loro lavoro”.
Ecco dunque gli obiettivi del progetto Set, per migliorare l’organizzazione dell’insegnamento scientifico-tecnologico. Creare spazi per questo insegnamento, dove non sono previsti, e razionalizzare quelli esistenti, per favorire un facile accesso alle risorse esterne. Per arricchire la professionalità degli insegnanti si deve affinare la metodologia e perfezionare la capacità di utilizzare e integrare strumenti e risorse. I docenti devono accrescere la capacità di interagire, anche con l’aiuto delle reti telematiche, con la comunità della ricerca e dell’insegnamento scientifico e tecnologico.
Per questo è necessario promuovere una forte integrazione fra elaborazione delle conoscenze e attività pratiche, favorire una didattica per problemi e per progetti, affrontare in un quadro unitario gli aspetti scientifici e tecnologici, creare collegamenti con la realtà che rendano evidenti le implicazioni culturali e sociali della scienza e della tecnologia. La conseguenza è l’arricchimento della cultura scientifico-tecnologica degli studenti, coniugando riflessione teorica e pratica.
Già, conoscenza pratica. Molti presidi e docenti considerano i laboratori come “corpi separati” della scuola, da frequentare con parsimonia. Invece il laboratorio dell’educazione scientifica e tecnologica non è semplicemente un ambiente chiuso e attrezzato, in cui è possibile svolgere un certo numero di esperimenti e dimostrazioni.
“Il laboratorio — è detto nel progetto Set — è l’insieme di tutte le opportunità, interne ed esterne alla scuola, utili per dare un contesto pratico all’osservazione e alla sperimentazione”. E forse ancora velleitario pensare a una scuola in cui il computer collegato a una rete telematica diventi un vero e proprio strumento didattico, da tenere sul banco e sulla cattedra, insieme con libri e quaderni, ma il punto di arrivo è proprio questo.
Pensiamo ai libri scolastici del futuro (molto prossimo), gli e-book.’ I ragazzi avranno tutti i loro testi contenuti in supporti informatici (il disco fisso del computer, un dvd-rom, per esempio), da scaricare di volta in volta – dipenderà dalle lezioni – sul Readers da portare a scuola.
Si studierà così la storia consultando le fonti documentarie, ascoltando le voci dei protagonisti, osservando filmati, cliccando sui riferimenti ipermediali. Tutto a costi più contenuti rispetto agli attuali libri di testo, senza parlare poi, grazie al risparmio della carta, dell’enorme contributo alla difesa dell’ambiente. Nel caso dei testi universitari, gli studenti non dovranno più spendere centinaia di euro per acquistare libri e dispense che, in molti casi, servono soltanto a superare un esame. La realtà è che, per potere adeguare l’Italia agli standard europei, per quel che riguarda il numero di computer scolastici col-legati a Internet, sarebbero necessari investimenti per quasi 68 milioni di euro (circa 130 miliardi di vecchie lire), come si afferma nel rapporto scuola 2001 di Milano per la multimedia (http: Ormai c’è un computer quasi in ogni scuola, ma quelli connessi alla rete sono meno di un terzo.

 

Gli e-book sono già disponibili nei cataloghi di alcune case editrici. I titoli digitali di Mondadori, per esempio, sono presenti su http://ebook.mondadori.com; quelli di Apogeo si consultano su
http://www.apogeonline.com/
Anche Laterza ha i suoi libri online, al link
http://www.laterza.it/
Questi libri possono essere sfogliati anche sui cosiddetti palmari, computer tascabili di ultima generazione.

I Reader sono strumenti hardware delle dimensioni di un libro tascabile. La leggibilità è assicurata da particolari tipi di carattere e dall’eliminazione di fastidiosi riflessi. Il libro (o i libri) si acquistano e si scaricano dalla rete. Le pagine si sfogliano come se si trattasse di un libro normale e c’è anche la possibilità di inserire appunti e segnalibri. Quando il volume è stato letto, può essere a sua volta scaricato nel disco fisso del PC o su un CD-ROM, per far spazio ad altri libri. Sul mercato sono già in commercio alcuni modelli di Reader.
Ogni libro elettronico deve poter essere letto su tutti i tipi di Reader. Il futuro meno prossimo è quello a cui lavorano gli esperti del MIT Media Lab di Nicholas Negroponte. E allo studio un inchiostro elettronico, e-ink, che consentirà ai libri di avere lo stesso aspetto e la stessa struttura che hanno oggi. Sarà un microcomputer nascosto nel dorso a modificare l’e-ink, in modo che le particelle digitali si compongano in testo.

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