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FESTA DELLA TREBBIATURA La Piantata, Bolsena, 15 luglio 2012 con i libri di cucina di Lorena Fiorini

Una festa della campagna, il piacere di una sosta all’aria aperta, la gioia di cibi genuini, momenti ritrovati di memoria contadina di tempi passati in un aia intatta nonostante il trascorrere del tempo. Lorena Fiorini ha preso parte con i suoi libri di cucina alla Festa della Battitura di Bolsena tenutasi a metà luglio.

Tantissima gente si è mossa tra macchine d’epoca, trattori, vacche infiocchettate, vecchi attrezzi, ma soprattutto è ricomparsa la macchina rossa per la battitura dei tempi che furono rispolverata per l’occasione. Sono i tempi dei nostri nonni che vengono riproposti, per rievocare mestieri e momenti tipici della vita in campagna. Ritrovarsi tra vicini confinanti, lavorare dalla mattina alla sera, arrivare a fine giornata stanchi morti ma pieni di gioia per il lavoro prodotto, rallegra gli animi e soddisfa i cuori. Un lavoro duro quello della trebbiatura, allietato dal buon grano messo a riposare nel granaio. Mettersi a tavola, a colazione, a pranzo e a cena per ritornare al benessere di una sosta, allegra, scanzonata, dove le battute riempiono l’aria e i cibi prodotti dal pollaio e dall’orto coltivati e allevati per l’occasione, rendono la giornata davvero speciale.

La festa è iniziata al mattino con la sfilata partita dalle vie del paese fino a raggiungere i numerosi bagnanti incuriositi dal rumore festoso di vecchi trattori, carri trainati dalle vacche, macchine per la mietitura e macchine d’epoca. Numerose le foto ricordo scattate per l’occasione. In un clima gioioso, nel palco allestito con le presse di paglia, si sono succeduti musicanti e pezzi di teatro contadino. Non poteva mancare chi, da anni, si nutre di memorie legate alla vita in campagna, di cucina che affonda le radici nella nostra cultura allargata da un tuffo nelle cucine del mondo. Ecco Lorena Fiorini presentata da Mariapace Guidotti con a fianco il Prof. Luciano Russi a ricordarci la bontà, il profumo del pane, con più esortazioni: ricondurre sulla tavola valori tradizionali, non sprecare neppure una briciola di pane, allietare la tavola di buona cucina alla riscoperta di sapori semplici e genuini e di ricette dimenticate. La testimonianza è nei libri pubblicati nei grandi Manuali Newton, in testa Il grande libro del pane che si va a inserire perfettamente nella festa della trebbiatura. A seguire Il peperoncino pronto a donare ai nostri piatti la gioia del colore e il piacere di profumi intensi. Con un’anticipazione, l’ultimo nato La mela e le torte con le mele in libreria a ottobre. Per concludere con un libro testimonianza La vita in campagna diventato oggi Terra di Toscana e pubblicato da Maria Pacini Fazzi.

Il Prof. Luciano Russi ha intrattenuto il pubblico con un elogio ai libri di cucina scritti da Lorena Fiorini: dal pane al peperoncino aspettando la mela. Porchetta accompagnata da prodotti tipici, formaggi, ortaggi e dolci, innaffiati da buon vino, hanno finito per raggruppare tutti entusiasti intorno ai tavoli e concluso una giornata tutta da ricordare.


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Un fine settimana da infarto. Presentare i propri libri non è per “cuori deboli”. di Lorena Fiorini

“Non l’aspettavo di certo così, impegnativo sicuramente, ma non disumano”. Ecco come la semplice presentazione dei libri “Il Peperoncino”, “Il Grande Libro del pane” e “Betty, sono Bruno” si può trasformare in una vera avventura per la scrittrice Lorena Fiorini. Un viaggio in una giornata da ricordare.

Arrivo a Pratovecchio il 7 dicembre per ritrovarmi la presentazione dei miei libri di cucina editi da Newton Compton Editore, “Il Peperoncino” e ”Il grande libro del pane”in bilico, addirittura annullata. Dire che ci sono rimasta male è poco! Ho rimuginato un po’, ho cercato dentro di me risorse che mi aiutassero a uscire da una situazione incresciosa. Ho pensato a tutto il lavoro fatto e vanificato, ho pensato alla figura che stavo facendo, non certo edificante. Tutto mi sembrava contro, il ristorante nel quale era prevista la presentazione con cena non aveva remato a mio e suo favore, le persone che avevo accanto scuotevano la testa e mi incoraggiavano a desistere. No, non poteva essere. Ci ho dormito sopra.

Svegliandomi , di buon mattino, ho almanaccato ancora un po’, poi ho pensato: è proprio nelle difficoltà che le persone dimostrano il loro valore! A parole è stato facile, dirmelo altrettanto semplice, per avvalorare il concetto ci voleva una buona dose di coraggio. Ho acceso il computer portatile, ho messo la chiavetta per la connessione a internet, ho aperto la posta e ho scritto ad Anselmo Fantoni, il Sindaco del mio paese natio, la seguente missiva:

Buongiorno Anselmo, è possibile salvare il salvabile? Io, da persona ottimista e che non si da mai per vinta, penso che abbiamo perduto una battaglia, non la guerra!!! Eliminato il ristorante potremmo, trovata una piccola sala che ci ospiti, fare ugualmente la presentazione anticipandola alle 18 e intervenendo oggi e domani con il passaparola. Ieri sera ho fatto un giro di telefonate per avvisare e ho trovato diverse persone disponibili a venire. Diciamo una ventina sicure, altre dieci-quindici ancora da verificare. Non sono molte, ma abbastanza per tentare e non buttare tutto alle ortiche…

Comunque vada, ti auguro una buona giornata di festa! Un abbraccio Lorena

Contenta con una punta di preoccupazione, mi metto in attesa di una risposta che non arriva. Temporeggio, mi dico che è festa e che, molto probabilmente, Anselmo sta dormendo un po’ di più, che ne approfitta per riposarsi, che forse non leggerà la posta appena caduto da letto. Aspetto le 11 e poi chiamo. Il messaggio, in effetti, non era stato letto, giunge forte e chiaro con la mia voce. La risposta: “Mi sembra un ‘ottima idea, possiamo prevedere la Sala del Podestà”. Ottimo. Non resta altro da fare che mettersi in moto, cercare persone, parenti, amici, conoscenti, coinvolgerli, correggere le locandine affisse e dislocate nel paese con nuovo orario e luogo della presentazione. C’è una novità che non conoscevo: a Pratovecchio è giorno di fiera, tutto il paese è un allegro via vai di gente alla ricerca del dono, di banchi sparsi nella Piazza nuova, quella intestata a Paolo Uccello, e lungo il corso principale, Corso Garibaldi.

E’ così che si fa, si faceva e si continua a fare dalle mie parti, si va in piazza, si passeggia e si incontrano, praticamente, tutti. Il passaparola, parola ormai superata dai mezzi di comunicazione di massa, da mail, fax, telefonini, è ritornata protagonista, vera, forte e chiara, ma soprattutto guardando gli interlocutori negli occhi, trasmettendo l’amore verso la propria terra, i propri prodotti, verso una cucina che trasmette l’amore per le tradizioni, che riconduce ad una tavola ricca di piatti antichi trascinati fino a noi, che riportano nonne e zie, mamme e cucine d’altri tempi. Il sapore di casa, una casa ricca di profumi, di amore per la tavola, per la buona tavola da gustare insieme, in compagnia dei propri cari e degli amici nuovi e di vecchia data.

Ebbene, è stato un successo, la Sala del Podestà gremita, addirittura gente in piedi, i libri sono andati a ruba, la presenza del neo Sindaco Anselmo Fantoni e dell’amico giornalista Claudio Zeni ha reso la serata veramente incancellabile dalla mente e dal cuore. Grazie a tutti i miei parenti, agli amici cari, ai curiosi lettori, ai vivaci interventi hanno fatto sì che la serata si concludesse, com’era prevedibile, a tavola. Con i miei affettuosi cugini, Piero e Vincenzo, per una allegra rimpatriata accompagnati da consorti e da mamma Ida.

Il giorno dopo, sabato, è successa tutta un’altra storia… il peggio doveva ancora arrivare!

Le riprese e il montaggio dell’evento sono stati effettuati dall’efficiente amico e collega Antonio Volpe. I due video realizzati, uno breve e uno lungo, sono reperibili su You Tube digitando Lorena Fiorini oppure antoniovolpe48 e su Facebook alla pagina Lorena Fiorini.

di Lorena Fiorini

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Apprescindere con Michele Mirabella, un altro episodio del romanzo di vita di Lorena Fiorini

Ho lavorato quarant’anni in Rai, un lavoro amministrativo svolto con amore e dedizione. Poi, quando i tempi erano giunti, l’uscita con qualche rimpianto e la convinzione che la mia vita si sarebbe svolta altrove. La pensione, parola che fa provare un brivido di insicurezza, per me ha rappresentato una vera e propria svolta. Mi sono tuffata a tempo pieno nella famiglia e nella scrittura.

La scrittura mi ha salvato, mi ha posto al centro della creatività, quella creatività che mi aveva visto protagonista con fini diversi, ma anche da spettatrice attenta alle problematiche legate alla realizzazione di programmi e spot promozionali. Uscire e rientrare in Azienda come autore, come esperta gastronoma, mi fa sorridere e mi fa ripetere, prendendo lo spunto da una frase di Flaubert: Ogni vita merita un romanzo.

 

La partecipazione al programma “Apprescindere”, con l’amico Michele Mirabella, è stata l’occasione per presentare Il grande libro del pane pubblicato da Newton Compton Editori, ma anche l’apertura al mio mondo di sempre in modo completamente diverso, un mondo che ha finito per prendere il sopravvento e per diventare il vero interprete della mia vita.

Sono giunta alla registrazione con qualche apprensione e qualche fuori programma. Il taxi giunto con un bel ritardo, i pani da esporre consegnati in studio all’ultimo momento. Il resto tranquillamente sereno.  Accompagnata nella sala trucco, mi sono seduta nella poltrona e ho atteso pazientemente chi con mano ferma e decisa spandeva con una spugnetta l’idratante, spennellava cipria e ombretto, accarezzava le ciglia e le sopracciglia con movimenti delicati per spargere il rimmel e modellava con la matita le sopracciglia. Un ultimo tocco: una minuscola riga di eye liner e il risultato è lì davanti agli occhi. Quanta differenza con l’aspetto e il mondo di prima! Un trucco superspedito, un contorno occhi a velocità supersonica, il viso acqua e sapone. La diversità con il tempo passato non ha eguali. Sempre di corsa. Ho seguito attentamente i movimenti nello specchio, ora mi riflette l’immagine di una donna diversa, un’altra, con addosso e nel cuore la pienezza di un’età tutta da scoprire.

Dopo il trucco segue il parrucco, capelli sistemati con il phon, una leggera spruzzata di lacca. Sono pronta, scendo, assisto alla trasmissione in diretta. Penso al mio intervento, guardo il tavolo con i pani pronto ad entrare in scena, inserita nello studio una calma leggera è scesa nel mio animo quando il via è dato allo spazio a  fianco di Michele Mirabella. Inizia una carrellata dei pani di tutta Italia, la mia voce è ferma, sicura, pronta a cogliere il risultato di mesi di lavoro attento e appassionato. Sfilano davanti a noi e vengono commentati i pani presi a modello: biova piemontese, grissino, pane di segale,  coppia ferrarese, focaccia genovese, pane sciapo, pane di Genzano, pane cafone, pane d’Altamura, tarallo, pane casereccio di Matera, pane di Lentini, per concludere con il carasau. Pani scelti con lo scopo di affondare le radici nella cultura della panificazione, per ritornare ai sapori di un tempo, alle tradizioni, ai buoni pani di una volta portati in tavola con passione dai nostri amici fornai.

Il ritorno verso casa, comodamente seduta sul taxi, con la trepidazione dell’attesa scomparsa per lasciare il posto a una sensazione di leggera, sfumata contentezza.

di Lorena Fiorini

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