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Digital Assembly 2015: oltre 800.000 posti di lavoro in Europa per le tecnologie ICT

In crescita la domanda di professionisti e competenze ICT: l’Italia è pronta? Ne parleremo anche al festival ICT, evento che tra i propri compiti ha anche quello di discutere l’evoluzione del mondo del lavoro ICT

Si è conclusa da poco la Digital Assembly 2015, occasione di confronto tra i più importanti attori europei, ricercatori, businessmen, investitori e policy makers con l’obiettivo di individuare una strategia comune per il Mercato unico digitale (DMS).

Da Riga arriva un ottimo segnale di crescita: entro i prossimi cinque anni le tecnologie ICT avranno bisogno di 825.000 professionisti, senza contare le numerose qualifiche con competenze digitali.

L’Italia è pronta a raccogliere questa opportunità? Dall’Agcom i segnali non sono positivi, la copertura della banda ultra-larga è ferma al 36% contro il 68% della media UE28, confermando le preoccupazioni per il digital divide.
Ma se le infrastrutture non sono ancora adatte, l’Italia può contare sulla preparazione di figure professionali di alto livello. Ne parleremo al festival ICT 2015. Osserveremo come l’Italia affronta il digital divide secondo i parametri europei. Inoltre, vedremo quali competenze specifiche e sempre più verticali richiede il mercato delle tecnologie ICT.

Su questo tema si è concentrato l’incontro tra il nuovo direttore dell’Agenzia Digitale Italiana (AgID), Antonio Samaritani, e il neoeletto Presidente di Federmanager, Stefano Cuzzilla, promosso al fine di creare sinergie che consentano di ghermire le opportunità aperte dall’ICT e di reagire al ritardo italiano in materia di innovazione digitale.

«Bisogna affrontare con urgenza e serietà temi quali competenze digitali, innovation e smart working e mi auguro che l’AgID di Samaritani possa fare molto e in fretta», ha dichiarato il presidente Cuzzilla. «Attraverso l’education e la valorizzazione di curricula di alto profilo, Federmanager è impegnata a offrire le risorse manageriali richieste ormai trasversalmente da tutti i ettori produttivi. Ma servono investimenti, semplificazione normativa e soprattutto serve sostenere, anche da un punto di vista culturale, il contributo dei nostri manager specializzati, di cui c’è un gran bisogno».

Federmanager è uno dei partner dell’iniziativa “Coalizione nazionale per le Competenze digitali” lanciata da AgID nel 2013. In due anni sono salite a 12 le coalizioni nazionali impegnate a sviluppare le competenze digitali in UE, che operano per superare il gap tra la domanda e l’offerta di competenze digitali nell’ambito della EU’s Grand Coalition for Digital Jobs.

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Linkem Digital divide: Utenti non raggiunti dall’Adsl perfino nelle grandi città

Linkem, il digital divide? Molto più ampio di quanto si creda. Ci sono sacche di utenti potenziali non raggiunti dalla banda larga fissa dell’Adsl anche nelle grandi città.

Linkem Piccinini
«Il divario digitale? Pensavamo anche noi che fosse una faccenda da zone rurali ma poi abbiamo pensato di rifocalizzare le nostre strategie, abbiamo incrociato dei dati ed è venuto fuori un quadro molto diverso. Intanto l’entità del divario digitale effettivo potrebbe essere stimato poco al di sotto del 15%. E poi, sorpresa maggiore, ci sono sacche di utenti potenziali non raggiunti dalla banda larga fissa dell’Adsl perfino nelle grandi città, come Roma, Milano, Firenze, Genova, Bari».

menzione obbligatoria del fotografo (art.20 DPR 8/10/79)

Per Davide Rota, ad di Linkem, il 2012 non è stato un anno di crisi. Tutt’altro. La sua società, uno dei vincitori della gara per le frequenze Wi-Max di alcuni anni fa, continua a crescere, sia in termini di copertura («siamo arrivati al 30% del territorio e anche quest’anno abbiamo installato 400 nuove antenne») che, soprattutto, in quelli di nuovi abbonati. (…)

linkem internet revolution

«Abbiamo analizzato il mercato degli accessi alla banda larga domestica – spiega Rota – e lo abbiamo segmentato, sulla base dei dati pubblici, in tre parti: un 60% di famiglie potenziali che ha già un abbonamento, per lo più Adsl; un 30% di utenti che potrebbero sottoscrivere un abbonamento Adsl ma lo rifiutano per ragioni economiche, accontentandosi dell’Internet sulle reti mobili; e infine un ultimo 10% che, nelle nostre prime ipotesi era costituito dalla somma di quanti sono in zone di divario digitale reale (dipendono da centrali Telecom non servite da Dslam) oppure sono troppo distanti dalle centrali stesse e quindi non ricevono il servizio, o infine hanno una connessione inferiore ai 2 mega. Abbiamo quindi deciso che era inutile insistere anche noi su quel 60% di utenti già attivi e sui quali si fanno già concorrenza tra di loro Telecom, Wind, Vodafone e Fastweb.

Abbiamo deciso di puntare su tutti gli altri. E’ per questo che ci siamo messi a cercare di calcolare più esattamente chi è in vero divario digitale. Lo abbiamo fatto perché volevamo raggiungere questi utenti uno per uno, con un’azione di marketing diretto – cosa che abbiamo poi effettivamente realizzato, con buone adesioni visto che si tratta di utenze sparpagliate in tutto il territorio nazionale. Ed è lì che ci siamo accorti di quando il digital divide sia più ampio di quanto comunemente ritenuto».

Tanto più ampio da entrare anche nelle grandi città. «Quasi il 4% delle famiglie di Roma è in una situazione di digital divide. Ma anche a Milano, dove chi non h al’Adsl è appena lo 0,2%: ma si tratta pur sempre di oltre 3 mila famiglie. E non c’è solo il divario digitale. Sempre a Milano, abbiamo deciso di installare due antenne in zona Sempione. Una zona ufficialmente servita dall’Adsl: in un paio di settimane abbiamo raccolto 580 abbonamenti. E se si pensa che una nostra antenna va in break even con appena 60 abbonati, il risultato è sorprendete e incoraggiante». (…)

FONTE: Repubblica.it

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Linkem: title sponsor del campionato di serie A pallavolo 2012/2013

Il campionato di pallavolo serie A 2012/2013 diventa Linkem Cup. L’azienda italiana leader nella connettività internet ad alta velocità, nota per uno spot televisivo con protagoniste Belen Rodriguez e Francesca Piccinini, è title sponsor del campionato di serie A proprio nel momento decisivo della stagione, con la doppia volata play off che assegnerà in serie A2 la seconda promozione e in serie A1 lo scudetto, ovviamente griffato Linkem.

Fino al termine della corsa scudetto e promozione, il campionato e i suoi play off diventano «Linkem Cup», con presenza su tutti i campi di A1 e A2 e attività di contatto con il pubblico dei palasport.

«Linkem si è avvicinata al nostro campionato – commenta il presidente della Lega Pallavolo Serie A e di Trentino Volley Diego Mosna – e ci ha chiesto cosa potessimo offrire per la valorizzazione del proprio marchio. Abbiamo messo sul piatto il nostro sport, veloce e amante della tecnologia, e la grande visibilità, soprattutto televisiva, che la nostra Lega si è conquistata in questi anni, in Italia e nel mondo. Riassunta in poche parole, questa è la genesi della Linkem Cup».

Linkem è una società di telecomunicazioni fondata nel 2001 che eroga servizi di connettività internet attraverso sistemi senza fili ad alta velocità. Dispone di una rete interamente di sua proprietà grazie alla quale i clienti non hanno bisogno di attivare una linea telefonica fissa, possono navigare sempre senza limiti di tempo e di traffico.

Con Linkem anche le famiglie in digital divide finalmente possono avere una connessione internet, perché Linkem arriva anche dove non sono disponibili gli altri operatori.

«Linkem – dichiara Camilla Sorbo, responsabile della comunicazione di Linkem – è molto orgogliosa di poter contribuire a questo nuovo progetto sportivo. Siamo sempre attenti a legare il brand a valori positivi, come rappresentato anche dalla scelta della nostra testimonial e campionessa di pallavolo Francesca Piccinini».

FONTE: trentinocorrierealpi.gelocal.it

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Linkem: “Il digital divide? Molto più ampio di quanto si creda

Linkem offre banda larga a 7 mega con un ultimo miglio wireless con il Wi-Max e domani con la Lte. Ha triplicato i suoi utenti quest’anno e stima che ripeterà quest’exploit nel 2013. Anche zone di grandi città sono senza adsl. Davide Rota, AD di Linkem: “Il digital divide? Molto più ampio di quanto si creda. Ci sono sacche di utenti potenziali non raggiunti dalla banda larga fissa dell’Adsl anche nelle grandi città”.

«Il divario digitale? Pensavamo anche noi che fosse una faccenda da zone rurali ma poi abbiamo pensato di rifocalizzare le nostre strategie, abbiamo incrociato dei dati ed è venuto fuori un quadro molto diverso. Intanto l’entità del divario digitale effettivo potrebbe essere stimato poco al di sotto del 15%. E poi, sorpresa maggiore, ci sono sacche di utenti potenziali non raggiunti dalla banda larga fissa dell’Adsl perfino nelle grandi città, come Roma, Milano, Firenze, Genova, Bari». Per Davide Rota, ad di Linkem, il 2012 non sarà stato un anno di crisi. Tuttaltro. La sua società, uno dei vincitori della gara per le frequenze Wi-Max di alcuni anni fa, continua a crescere, sia in termini di copertura («siamo arrivati al 30% del territorio e anche quest’anno abbiamo installato 400 nuove antenne») che, soprattutto, in quelli di nuovi abbonati. Solo quest’anno ne aggiungerà circa 72 mila, con il che, il numero degli abbonati alla banda larga Linkem salirà dai 31 mila di fine 2011 ai 103 mila previsti alla fine di quest’anno. Ma non solo si sono triplicati negli ultimi dodici mesi – e puntano a farlo anche nel 2013 arrivando vicini ai 300 mila abbonati – ma Rota registra queste cifre in crescita mentre il numero di linee a banda larga fissa in Italia viene segnalato di nuovo in calo dall’ultimo rilevamento AgCom.

Linkem è un nome ancora relativamente poco noto e a questo la società sta ponendo rimedio con la sua prima campagna pubblicitaria sulle tv nazionali con un testimonial noto, che ha il “volto” di Belen. Una campagna partita da circa un mese e che sta dando già buoni ritorni in termini di visibilità ma che non è la causa del boom di utenti ma un effetto. «La ragione è che abbiamo deciso di cambiare strategia – spiega Rota – Abbiamo analizzato il mercato degli accessi alla banda larga domestica e lo abbiamo segmentato, sulla base dei dati pubblici, in tre parti: un 60% di famiglie potenziali che ha già un abbonamento, per lo più Adsl; un 30% di utenti che potrebbero sottoscrivere un abbonamento Adsl ma lo rifiutano per ragioni economiche, accontentandosi dell’Internet sulle reti mobili; e infine un ultimo 10% che, nelle nostre prime ipotesi era costituito dalla somma di quanti sono in zone di divario digitale reale (dipendono da centrali Telecom non servite da Dslam) oppure sono troppo distanti dalle centrali stesse e quindi non ricevono il servizio, o infine hanno una connessione inferiore ai 2 mega. Abbiamo quindi deciso che era inutile insistere anche noi su quel 60% di utenti già attivi e sui quali si fanno già concorrenza tra di loro Telecom, Wind, Vodafone e Fastweb. Abbiamo deciso di puntare su tutti gli altri. E’ per questo che ci siamo messi a cercare di calcolare più esattamente chi è in vero divario digitale. Lo abbiamo fatto perché volevamo raggiungere questi utenti uno per uno, con un’azione di marketing diretto – cosa che abbiamo poi effettivamente realizzato, con buone adesioni visto che si tratta di utenze sparpagliate in tutto il territorio nazionale. Ed è lì che ci siamo accorti di quando il digital divide sia più ampio di quanto comunemente ritenuto». Tanto più ampio da entrare anche nelle grandi città. «Quasi il 4% delle famiglie di Roma è in una situazione di digital divide. Ma anche a Milano, dove chi non h al’Adsl è appena lo 0,2%: ma si tratta pur sempre di oltre 3 mila famiglie. E non c’è solo il divario digitale. Sempre a Milano, abbiamo deciso di installare due antenne in zona Sempione. Una zona ufficialmente servita dall’Adsl: in un paio di settimane abbiamo raccolto 580 abbonamenti. E se si pensa che una nostra antenna va in break even con appena 60 abbonati, il risultato è sorprendete e incoraggiante ».

Un risultato che in casa Linkem attribuiscono anche alla possibilità di lanciare abbonamenti prepagati, come con le sim del mobile: una possibilità data dal fatto che Linkem viaggia su reti di sua proprietà, sulle frequenze licenziate del Wi-Max, su cui viene garantita una connessione a 7 mega. «Sulle stesse frequenze stiamo attivando anche la generazione tecnologica successiva – conclude Rota – che anche per noi è la Lte. La stiamo ancora testando e in futuro certamente la adotteremo. Ma non offriremo servizi in mobilità: resteremo focalizzati sulla connettività “stanziale”».

FONTE: Repubblica.it

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NeutralAccess11 Neutralità sostenibile: la catena del valore e gli interessi in gioco. Urbino, 10 – 11 Giugno 2011

L’Università di Urbino è lieta di annunciare la quarta edizione del convegno nazionale sulle reti di accesso neutrali
Il dibattito sulla net neutrality è a una svolta epocale. L’agenda digitale europea ha indotto le autorità degli stati membri a lanciare consultazioni pubbliche per raccogliere le opinioni delle parti interessate e individuare le linee di intervento che meglio bilanciano i tanti interessi in gioco. Dall’esito del dibattito sulla neutralità dipende lo sviluppo della rete.
NeutralAccess 2011 è organizzato dall’Università di Urbino nell’ambito del progetto ICT4University del Dipartimento per la Digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Tecnologica della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il convegno, alla sua quarta edizione, intende entrare nel vivo del dibattito coinvolgendo direttamente i principali protagonisti per cercare di capire come sia possibile conciliare la neutralità della rete (importante strumento di innovazione e di tutela di diritti, libertà e principi fondamentali) con esigenze tradizionalmente ritenute conflittuali, ma essenziali per lo sviluppo equilibrato e sostenibile della rete e dei servizi a vantaggio del benessere collettivo (quali la convergenza tecnologica su rete IP di servizi soggetti a requisiti di real-time e quality-of-service, lo sfruttamento ottimale della banda disponibile, gli accordi commerciali tra operatori e service provider, la motivazione all’investimento in tutti i segmenti della catena del valore, il superamento del digital divide infrastrutturale e culturale, la sicurezza e la privacy).

La neutralità sostenibile, la catena del valore e il bilanciamento degli interessi in gioco sono i temi dell’edizione 2011, che si svolge in due giornate e affianca contributi di carattere istituzionale ad interventi proposti da enti, aziende e esperti del settore interessati a presentare punti di vista, soluzioni ed esperienze. Insieme ad Alessandro Bogliolo (Università di Urbino) parteciperanno al convegno Mario Frullone (Fondazione Ugo Bordoni), Salvatore Lombardo (Infratel), Paolo Alagia (AGCOM), Maria Laura Maggiulli (Regione Marche), Adriano Gattoni (Provincia di Pesaro e Urbino), Irene Pivetti (Learn To Be Free), Luca Tomassini (Vetrya), Gianluca Mazzini (Università di Ferrara e Lepida SPA), Paolo Di Francesco (AssoProvider), Stefano Quintarelli (NNSquad),  Gianni Armetta (twww.tv), Luca Mainetti (Università del Salento e Tavolo Tecnico Università Digitale), Guido Riva (Fondazione Ugo Bordoni).

La prima giornata si articolerà in due sessioni tecniche e una sessione di business matchmaking, e terminerà con due eventi sociali, la visita alla Galleria Nazionale delle Marche e la cena al Palazzo Ducale. La seconda giornata sarà dedicata al Piano Telematico Regionale delle Marche e all’analisi dei segmenti della catena del valore di Internet: utenti, contenuti, accesso, trasporto, servizi.

La partecipazione è gratuita. Per partecipare è sufficiente registrarsi online sul sito del convegno http://blog.neutralaccess.net/NA11/.
Le iscrizioni resteranno aperte fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Per informazioni:
http://blog.neutralaccess.net/NA11/
[email protected]
0722 4475

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“Varese Comunica”, per due giorni, al centro dell’interesse nazionale: la tecnologia da tre differenti punti di vista

Molti i temi affrontati in questa due giorni della Comunicazione e Innovazione: Fabio Merlini, Tullio Pirovano e Massimo Giordani analizzano minus e plus per un corretto approccio alla tecnologia. Appuntamento a Varese l’1 e il 2 ottobre 2010

La tecnologia è utile? E’ neutrale? Come bisogna utilizzarla? In che rapporti è con la comunicazione? Sono alcune delle domande a cui si tenterà di dare una risposta durante “Varese Comunica”, l’evento innovativo che si svolgerà l’1 e il 2 ottobre a Varese in numerose locations della città. L’evento vuole infatti coinvolgere da una parte tutto il capoluogo lombardo, attraverso conventions, conferenze, laboratori ed happy hours in luoghi nevralgici di Varese, dall’altra approfondire la tematica del rapporto tra comunicazione e nuove tecnologie attraverso una commistione di saperi. L’obiettivo di “Varese Comunica” è quello di condividere la conoscenza e sviluppare l’innovazione.

Fabio Merlini, Direttore regionale della sede della Svizzera Italiana dell’Istituto Universitario Federale per la Formazione e docente di  Etica all’Università dell’Insubria; Tullio Pirovano, Direttore Generale di TXT Polymedia e membro del CDA della capogruppo TXT e-solutions e Massimo Giordani, CEO della digital agency Time & Mind e docente presso l’Università di Torino, hanno dato la propria interpretazione sulla vera essenza della tecnologia.

“Vivo il rapporto con la tecnologia” afferma Fabio Merlini “con la piena consapevolezza che la tecnica ha da sempre co-determinato l’essere dell’uomo. Come è stato detto molto bene, la tecnologia non è né buona, né cattiva, ma neppure neutrale. Ciò che mi interessa, soprattutto come filosofo, è proprio il significato che occorre assegnare a questa ‘non neutralità’. Nel nostro incessante relazionarci con la tecnica modifichiamo, innoviamo, incrementiamo e dimentichiamo abilità e facoltà: si tratta di un vero rapporto trasformativo che, oltre ad agire sulla nostra relazione con il mondo e con gli altri, agisce anche su noi stessi. Naturalmente anche la proliferazione delle tecnologie non avviene in uno spazio neutro, ma risponde sempre ad interessi e pressioni che occorre conoscere per capire perché ci ritroviamo con questo tipo di tecnologie  e non con un altro”.

Massimo Giordani si dichiara invece assolutamente fan della tecnologia: “la convergenza digitale non riguarda più soltanto la tecnologia ma soprattutto la cultura. Una società incapace di integrare nei suoi processi cognitivi la profonda integrazione fra atomi e bit non può cogliere le incredibili implicazioni di questo momento storico, l’alba di un’era che vedrà mutare profondamente ogni aspetto della vita su questo pianeta”. E conclude: “Oggi è importante assimilare le buone idee degli utenti, incanalare la comunicazione online e presidiare la long tail. Ci si deve adeguare ai mutamenti comportamentali delle persone e, siccome la tecnologia non è democratica, si sta allargando il digital divide che è divenuto una questione culturale che separa chi coglie le opportunità del mondo digitale e chi no”.

“La tecnologia è al servizio / supporto della comunicazione” dichiara invece Tullio Pirovano, “ne rappresenta il mezzo e non deve mai essere il fine. Esiste obbligatoriamente un rapporto di reciprocità tra tecnologia e comunicazione che parte però dalla necessità di comunicare. La tecnologia deve abilitare la comunicazione in modo semplice al punto da includere il più possibile e non escludere. La tecnologia è un elemento che amplifica la comunicazione rendendola più coinvolgente (attraverso i video, la grafica, l’animazione), più rapida, più continua (anytime, anywhere), multirelazionale (con i social networks), più destrutturata (iperlink) e più globale. La tecnologia e i suoi canali  costituiscono una grande opportunità ma presentano anche dei rischi connessi”.

Site: http://www.varesecomunica.eu/

Facebook: http://www.facebook.com/varese.comunica

Blog: http://varesecomunica.wordpress.com

Info: [email protected]

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Claudia Porchietto vola on line per le elezioni provinciali 2009


Fuoco di fila stamattina, durante un’intervista con la neo-candidata alle elezioni provinciali di Torino, in occasione della sua visita all’Istituto Superiore statale Des Ambrois di Oulx. L’ex Presidente dell’associazione Api prosegue risoluta nella sua campagna che si divide tra una presenza pressante sul territorio e una serie di iniziative on line: ecco il testo integrale dell’intervista:

Diminuire la distanza tra politica e cittadini: come fare?
Il primo passo, intanto, è già stato fatto scegliendo una persona, come me, che non proviene da un ambiente politico. Credo molto nel dialogo e nella presenza tra la gente sul territorio. Ho bisogno del contatto, di capire le necessità delle persone e come risolverle. Per questo è fondamentale anche l’utilizzo del web.

Il digital divide investe non solo il terzo mondo ma anche molte aree della provincia di Torino, cosa propone?
Conosco bene l’argomento perché anche in Api abbiamo più volte sollecitato la Provincia a promuovere e incentivare la diffusione della tecnologia digitale. Il primo passo da compiere, a mio giudizio, è l’ampliamento della copertura Adsl in tutta la Provincia.

Come aumentare la connettività?
L’apporto delle nuove tecnologie sarà fondamentale nello sviluppo del nostro territorio. Sia per l’aspetto della connettività, sia per l’aggiornamento tecnologico necessario alla competitività. Non è solo questione di banda, ma di innovazione a 360°.

Fin dal suo esordio in campagna elettorale, la candidata alle elezioni amministrative di Torino, ha avviato una serie di iniziative attraverso la rete dei suoi social network, puntando sulle potenzialità del web e proponendo diverse inchieste su temi “caldi” riguardanti la provincia di Torino. “I’utilizzo del web 2.0 – conclude la Porchietto – può essere la svolta per fare politica condivisa e trasparente”.

Segnala a Claudia Porchietto i problemi del tuo territorio che vorresti vedere risolti subito
http://www.claudiaporchietto.it/index.php?method=section&id=218

Partecipa alle inchieste lanciate da Claudia Porchietto
http://cambiareinsieme.ning.com/profiles/blogs/il-divario-tra-la-politica-e
http://provinciaelavoro.blogspot.com/2009/05/stabilizzare-la-creativita-nellarea.html

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Politica, rete, territorio e strumenti web 2.0

Questo il tema del convegno svoltosi a Torino il 16 marzo e organizzato da Società Aperta. Politici di primo piano come Daniele Capezzone, Enzo Ghigo e Claudia Porchietto hanno riflettuto sul tema “Dalla rete sul territorio al territorio sulla rete?”  

Torino, 20 marzo – Il web 2.0 può essere utile alla politica? A questa domanda hanno risposto politici ed esperti di comunicazione digitale intervenuti lunedì 16 marzo al convegno “Dalla rete sul territorio al territorio sulla rete?” organizzato da Società Aperta.

Angelo Burzi, Presidente del Gruppo FI-PDL della Regione Piemonte, ha introdotto i partecipanti e moderato l’incontro sostenendo che “il web 2.0 è una piazza molto frequentata specialmente dai giovani e i suoi canali possono risultare estremamente utili alla politica a patto che si utilizzino con la massima libertà e responsabilità”.

 

Claudia Porchietto, l’imprenditrice candidata alla Presidenza della Provincia di Torino per il PdL, è stata la prima ad intervenire esprimendo la sua fiducia nei confronti del web 2.0. “La rete” – ha dichiarato – “offre ad un politico numerose e nuove opportunità, soprattutto dal punto di vista del dialogo con i cittadini e con il territorio a 360°. I miei contatti in Facebook, ad esempio, sono arrivati in pochi giorni a 1.400 e ho riscontrato che la platea di questo social network è attenta e interessata alla politica.

La condivisione è ciò che rende gli strumenti web 2.0 estremamente preziosi; consentono di conoscere facilmente i pensieri dei potenziali elettori e attraverso di essi si può avviare un processo di scambio di opinioni costruttivo, ad esempio sul proprio programma, rivolgendosi ad un numero molto ampio di persone, che a loro volta hanno la possibilità di partecipare anche alla sua redazione”.

 

L’On. Daniele Capezzone, portavoce nazionale FI-PDL e Enzo Ghigo, coordinatore regionale FI-PDL, hanno espresso attraverso le loro esperienze sul campo la convinzione riguardo l’utilità del web 2.0, con qualche riserva.

“Il web 2.0” ha affermato L’On. Daniele Capezzone “ha portato ad un collegamento con il mondo prima impensabile, ma anche a qualche nevrosi per la perenne raggiungibilità e l’eliminazione della privacy. E’ uno strumento di comunicazione che si sommerà a quelli tradizionali anzichè soppiantarl, ma. per utilizzare il web nel modo giusto in campo politico si deve tenere presente che in Italia sono soprattutto gli haters, quelli contro, ad intervenire online, perciò i politici devono prepararsi più ai fischi che agli applausi”.

“Alcune considerazioni” – ha suggerito poi Capezzone – “ritengo infine importanti nel rapporto tra web e politica: la comunicazione deve essere in parte digitale e in parte tradizionale, senza esclusione né dell’una né dell’altra e va organizzata per via prima territoriale, poi tematica ed infine telematica; piuttosto che top down, cioè verticale e generata dall’alto verso il basso, come è avvenuto nella campagna di Obama o come accade nel blog di Beppe Grillo, l’interazione dovrebbe essere maggiormente down-down; per avere maggiore concretezza e misurabilità l’obiettivo deve essere molto specifico e focalizzato; il vero salto nello sdoganamento di internet può avvenire, più che con il computer, tramite il telefono mobile che tutti sanno utilizzare”.

 

“Il web – ha affermato Enzo Ghigo – è ancora poco utilizzato dai politici: su 630 parlamentari solo 231 hanno un sito personale e soltanto 133 sono presenti in Facebook. Questo social network può essere invece estremamente utile in politica perché rappresenta uno spaccato della società in cui si trovano commenti spontanei. Se in passato pochi pensatori hanno formulato idee universali, non è ipotizzabile che le prossime vengano create dal basso, magari dalla rete?” si è chiesto concludendo Enzo Ghigo.

 

Fabrizio Bellavista, consulente di comunicazione digitale, ha illustrato il cambiamento generato dagli strumenti web 2.0.

“Quella attuale è un’era caratterizzata da grandi cambiamenti, ma nello stesso tempo da paura e caos; bisogna cavalcare l’onda di questo nuovo Rinascimento se si considera che in Italia sono 26 milioni e mezzo gli utenti di Internet, 16 milioni quelli delle communities e che Facebook in due mesi ha registrato 2 milioni di iscritti arrivando ad un totale di 8 milioni e 400mila.

La comunicazione è profondamente cambiata: prima era verticale, con Internet è divenuta orizzontale ed con il web 2.0 e la condivisione, circolare.

La relazione, caratterizzata da nuovo modo di incontrarsi ed esprimersi, rappresenta il futuro, perché agisce velocemente attraverso una cassa di risonanza globale. Interattività e personalizzazione sono gli elementi fondanti di questo cambiamento, anche se Internet non soppianterà i vecchi media ma convivrà accanto ad essi in un mix multilevel.

La rete rappresenta una nuova mentalità, un water thinking secondo la definizione di Edward De Bono, fatta di interazioni dentro ad un unico ambiente in cui ogni uomo è connesso con il mondo e in cui tutti possono partecipare volontariamente”.

 

Chiara De Caro, fondatrice di Pickwicki.com (una web community legata a libri che fa da ponte tra un network di librerie indipendenti e i potenziali clienti), ha testimoniato le propria esperienza in rete e ha tracciato la storia della comunicazione pre e post web 2.0: “alla nascita di Internet i siti erano statici e i messaggi avevano una direzione verticale dall’alto verso il basso; con l’avvento del web 2.0 i portali sono invece diventati strutture dinamiche, redatte e aggiornate dagli utenti. Sul web si condividono esperienze e conoscenze e ciò è stato possibile su ampia scala grazie alla banda larga e a strumenti estremamente semplici che non necessitano di conoscenze di programmazione.

Dal punto di vista politico il web può quindi diventare un bacino di idee e un amplificatore di esigenze che deve però essere misurato su ogni Paese. L’Italia è culturalmente diversa dagli USA, il digital divide è profondo sia dal punto di vista territoriale che anagrafico, per cui la sfida che i politici italiani dovranno affrontare sarà quella di portare innovazione e cambiare la mentalità dei propri elettori attraverso l’invenzione e non l’imitazione”.

 

http://cambiareinsieme.ning.com/profiles/blogs/dalla-rete-sul-territorio-al

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