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Storia ed evoluzione del bikini

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  • 3 Dicembre 2009

Il bikini, o due pezzi, è uno dei capi da mare più usati dalle donne, che spesso lo preferiscono al costume intero, e che possono sbizzarrirsi a creare il proprio look da spiaggia grazie agli infiniti modelli e colori proposti ogni anno da stilisti e linee di abbigliamento.

L’affermarsi del bikini come capo indispensabile per ogni donna può sorprendere, se si pensa che fino a sessant’anni fa un costume del genere non era nemmeno immaginabile, a causa di un senso del pudore fin troppo spiccato, e che fino ai primi anni del Novecento non esisteva nemmeno il costume intero. L’invenzione dei costumi bikini risale infatti agli anni Quaranta del Novecento, anche se i primi esempi di due pezzi si possono trovare già nell’antica Roma: le donne romane, all’epoca, indossavano infatti il “sublinieulum”, ossia un indumento composto da una specie di reggiseno e uno slip, pensato probabilmente per l’attività atletica, e rappresentazioni di donne in due pezzi si possono trovare in urne, affreschi e mosaici di epoca greca e romana.

Ma se vogliamo parlare di due pezzi intesi come costumi mare femminili, ossia come capi studiati appositamente per il mare e la spiaggia, la creazione del primo bikini arriva molto più tardi, e più precisamente nel 1946. Nato da un’idea del sarto francese Louis Réard, il primo costume due pezzi prende il nome da un atollo della Micronesia, Bikini appunto, sul quale in quello stesso anno erano stati condotti degli esperimenti nucleari. È qui infatti che gli Stati Uniti sganciarono due bombe all’idrogeno, e il nome dell’atollo venne dato all’innovativo costume da bagno perché si pensava che tale capo avrebbe avuto un effetto esplosivo, proprio come successe in realtà. Il bikini cominciò a diffondersi tra le dive del cinema (Lucia Bosè, in Italia, lo sfoggiò nel 1947), che lo indossarono spesso già negli anni Cinquanta: nel 1950 Sofia Loren partecipò al concorso di Miss Italia indossando un due pezzi, e si aggiudicò la fascia di Miss Eleganza, mentre Esther Williams, dapprima rifiutatasi di indossarlo nei suoi film, venne poi obbligata per contratto a comparire in bikini; altri esempi di dive che resero celebre il bikini in quegli anni sono Marilyn Monroe e Brigitte Bardot. Nonostante tale diffusione nel mondo del cinema, il bikini a quell’epoca doveva comunque scontrarsi col comune senso del pudore, che impediva a molte ragazze di indossare una mise considerata estremamente succinta per andare in spiaggia. Non dobbiamo dimenticare che Louis Réard non riuscì nemmeno a trovare una modella disposta ad indossare la sua creazione, dovendo ricorrere ad una più disinibita spogliarellista, e che nel 1951 i bikini furono proibiti nel concorso Miss Mondo.

Da allora il bikini è andato sempre più diffondendosi (anche in rete, dove si possono comprare costumi on-line) diventando un capo di gran moda e riducendosi sempre di più: se il bikini indossato nel 1947 da Lucia Bosè era caratterizzato da uno slip che copriva l’ombelico, i modelli che sono andati sviluppandosi in seguito si sono ridotti di molto, sia per quanto riguarda il pezzo sopra che il pezzo sotto, e si sono differenziati per colore, foggia e materiale utilizzato, tanto che il bikini non ha più nulla da invidiare a qualsiasi altro capo di abbigliamento.

A cura di Francesca

Prima Posizione Srl – comunicazione di impresa

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