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Ami la natura? Allora usa solo shopper e sacchetti biodegradabili

Per anni, andando a fare la spesa oppure piccoli acquisti nei negozi, non abbiamo nemmeno preso in considerazione la possibilità di portare con noi una borsa nella quale riporre le cose comperate. Ovunque, infatti, dai supermercati ai piccoli punti vendita, ogni prodotto veniva automaticamente messo in un sacchetto di plastica che poi veniva gettato (magari dopo solo un utilizzo) nella spazzatura.

C’è da dire che pochi sapevano che per il degrado completo di una di queste borse realizzate con i derivati del petrolio ci vogliono quasi 1000 anni senza pensare alle difficoltà del grosso quantitativo di materiale immesso nelle discariche. La brutta abitudine di non portare con sé borse idonee ha creato grossi problemi all’ambiante tanto che, nel 2011, grazie alla norma comunitaria En 13432 i sacchetti sono stati banditi. I benefici sono stati subito evidenti dato che dalle 145mila tonnellate per anno si è passati a 115mila (sempre tanti, ma ben il 20% in meno!).

Come conseguenza, per supplire alla funzione dei sacchetti di plastica si sono fatte avanti due proposte: quelle delle shoppers riciclabili e biodegradabili. Le borse o i sacchetti riciclabili sono realizzati con materiali che ne permettono la trasformazione attraverso il canale della plastica. Sono solitamente più robusti, possono essere utilizzati varie volte, hanno dimensioni anche grandi ma non possono essere usati per la raccolta dell’umido dal momento che non hanno all’interno fibre vegetali o materiale biodegradabile. Diverse sono invece le borse shopper biodegradabili. Queste sono realizzati con materie prime vegetali come ad esempio il mais, fibre e olio di girasole. Già dal tatto si possono identificare perché sono molto morbide e quasi vellutate.

Questo prodotto, seppure ideale dal punto di vista della salvaguardia della natura dal momento che con un litro d’olio di girasole e mezzo chilo di mais si producono ben 100 shopper bio, non ha incontrato il favore del pubblico. La delicatezza, l’impossibilità di essere di grandi dimensioni, la facilità con la quale, staccandone una dall’altra, si creano buchi o strappi hanno messo in luce la diversità di queste borse con quelle che eravamo abituati ad usare.

Ma i vantaggi sono molti, anche per la vita pratica di casa: una volta utilizzati per la spesa, infatti, questi sono ideali per la raccolta dell’umido e fanno risparmiare l’acquisto dei sacchetti bio appositamente progettati. Inoltre, le shopper biodegradabili sono adatte anche alla conservazione del cibo e della verdura dal momento che non rilasciano materie nocive alla salute e hanno anche un alto grado di traspirabilità. Interessante è stato un dibattito nato dopo la messa in commercio di queste buste bio: diverse associazioni legate al sociale ma anche singoli individui hanno evidenziato che le materie prime utilizzate potrebbero invece essere devolute a tutti coloro che non hanno da mangiare, soprattutto nei paesi del terzo mondo. E soprattutto l’utilizzo dei mais ha indignato molti, considerando la versatilità e l’importanza nutrizionale del materiale.

Diciamo che la risposta non è banale, ma bisogna sicuramente pensare che la produzione genera indotto e quindi guadagno per le persone che lavorano nel settore… per chi comunque fosse d’accordo con questo punto di vista, una buona soluzione può essere sicuramente quella delle borse in tela, corda o yuta che sono resistenti, naturali, versatili e comode da tenere sempre anche in borsa.

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