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MOLLUSCO&BALENA: SOLUZIONI INTEGRATE PER LA TUA COMUNICAZIONE

Mollusco & Balena, agenzia di comunicazione bolognese, dal 1994 è punto di riferimento delle aziende nello studio di strategie di comunicazione e nello sviluppo delle attività digitali.

La ventennale esperienza sia nel campo della comunicazione tradizionale, sia nella ormai irrinunciabile comunicazione digitale ha reso Mollusco & Balena un partner affidabile per le aziende che ricercano un interlocutore per sviluppare  una comunicazione aziendale integrata.

La gamma di servizi offerti dall’agenzia va dall’ideazione di una campagna di advertising allo sviluppo di un progetto di e-commerce.

Nell’ambito della comunicazione tradizionale vengono ideati progetti di advertising, below the line e publishing. Nel mondo digital si realizzano soluzioni di web design, web reputation, web marketing, con un particolare focus nello sviluppo di progetti e-commerce.

Mollusco & Balena ha sempre creduto che la chiave per il successo di un progetto si trovi nella combinazione tra gli obiettivi del cliente e la capacità dell’agenzia di utilizzare la creatività e gli strumenti della comunicazione. Questo filosofia è stata declinata in modelli che sono alla base delle modalità operative di lavoro aziendali.

L’agenzia nel corso del tempo ha sviluppato progetti  sia per il B2B che per il B2C e ha portato l’agenzia ha vantare oltre 100 clienti attivi, 12 collaborati.
Tra i clienti principali spiccano Gaudì, Termal Group, Ter et Bantine, Hache, Industria Italiana Autobus, Caffè Mexico, Croce Rossa e  Società Generali Ricambi.

Mollusco & Balena ha sviluppato un’esperienza consolidata nel mondo e-commerce che va dalla realizzazione del business plan alla gestione in outsourcing dei progetti. A testimonianza di quanto detto ad oggi gestisce progetti che generano un transato online di oltre 5 milioni di euro all’anno.

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Campagne di direct email marketing con Btomail

Geolocalizzazione, creatività, ampio database disponibile. Sono questi i punti di forza di BtoMail, la novità nel mondo del Direct Email Marketing che permette di poter contattare fino a 5 milioni di utenti privati unici in Italia.

LA NOVITA’: BtoMail è infatti una piattaforma completamente online erogata in modalità SAAS (Software As A Service), senza quindi l’obbligo di scaricare l’applicativo sul proprio PC, che consente di gestire in totale autonomia tutte le fasi della propria pubblicità. Giusto per fare un po’ di chiarezza le campagne cosiddette DEM sono campagne pubblicitarie via email che sfruttano la modalità di Marketing Diretto, ovvero un invio di email ad un target di utenti profilato. Grazie all’email marketing l’utilizzo della posta elettronica come mezzo per inviare messaggi commerciali diviene il punto di partenza, sia per il lancio di nuovi prodotti o servizi che per promozioni o semplicemente come strumento per la generazione di contatti. A differenza dei canali tradizionali generici quali TV, Radio e Stampa, questo tipo di strumento offre la possibilità di targettizzare gli utenti che si desidera approcciare con risultati davvero importanti.

IL MODELLO PROPOSTO DA BTOMAIL: Considerata la crescita che, giorno dopo giorno, sta riguardando gli investimenti destinati all’e-mail marketing nel nostro Paese, Btomail mette a disposizione un editor di ultima generazione, che garantisce la creazione di un numero illimitato di template. A questo si aggiunge la totale sicurezza dei propri dati con un database utilizzato già quotidianamente da grandi realtà sia a livello nazionale che dalle PMI. Sarà quindi possibile creare una vera e propria geolocalizzazione degli utenti che permetterà di poter selezionare fino alla singola provincia presente sul territorio italiano. Ed è proprio questo il vero punto di forza che pone l’azienda veronese come valido strumento per favorire con efficacia e qualità tutti coloro che vogliono farsi conoscere.

RISCONTRI GIA’ AL PRIMO UTILIZZO: All’interno di un’area riservata sarà possibile trovare analisi e report sulle campagne inviate e sui KPI che permetteranno il calcolo del ROI: Delivery Rate, Open Rate, Click Through rate, Click to Open Rate. Già la lettura produttiva del dato consentirà sia di giudicare se il ritorno dell’investimento è stato positivo, sia di identificare con più precisione il target e la comunicazione migliore da adottare.

LA REALTA’ VERONESE: La nuova startup veronese nasce da un’idea di due imprenditori veronesi che hanno maturato esperienza nel corso degli anni nei servizi rivolti alle aziende. Assieme ad un gruppo di professionisti, con la realizzazione di questo prodotto, hanno di fatto creato un nuovo strumento utile e altamente fruibile attraverso un’interfaccia grafica semplice e chiara. Per l’utente vi è quindi la possibilità in tre semplici mosse di poter pianificare, monitorare e creare la propria email personalizzata.

Uno degli ultimi tweet dell’azienda recita: “Nelle campagne DEM la prima regola è quella di differenziarsi dalla massa, di avere un tratto distintivo da tutti gli altri, di essere delle aquile“. E le aquile, si sa, volano in alto.

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Ecommerce B2c un mercato in espansione

Oggi in Italia si parla molto di ecommerce b2c (business to consumer), cioè orientati alla vendita a consumatori e non al commercio tra aziende (b2b – business to business).

I motivi sono tanti ma il principale è sicuramente la posizione di arretratezza del nostro paese rispetto alle altre realtà Europee. L’obiettivo del precedente governo (quello guidato da Monti) era quello di portare entro il 2015 l’Italia ad un utilizzo degli ecommerce b2c almeno del 50%, oggi è circa il 35%. L’attuale governo sta portando avanti questo obiettivo e sta incentivando le aziende ad aprire i propri ecommerce b2c. Ad esempio la Camera di Commercio di Milano ha indetto un bando che ha scadenza 20 settembre 2013 per la digitalizzazione delle imprese in cui viene offerto un contributo del 50% a fondo perduto ad aziende che decidano di portare la loro realtà commerciale su internet e a società IT che abbiano idee innovative nel settore digitale.

L’iniziativa è lodevole, soprattutto in un momento di crisi come questa, e sta spingendo tante realtà ad orientarsi verso l’ecommerce b2c. C’è però un problema: il fatto di non avere spese di locazione, di personale e, in alcuni casi, neanche quelle di magazzino spinge a fare delle analisi superficiali al momento dello start up. L’idea delle aziende è quella che basta essere online per vendere di più e in tutto il mondo. Purtroppo non è così. Realizzare un ecommerce online b2c richiede lo stesso impegno iniziale di una qualsiasi altra attività, anche se con modalità differenti.

Il consiglio è quello di creare un accurato business plan dove si definisce chiaramente quale è il prodotto e quali sono i punti di forza e debolezza. La realtà di tutti i giorni ci insegna che se un’azienda ha un buon prodotto è più facile che il cliente lo compri e che resti affezionato alla marca. Questo è un argomento molto importante perché, come per la vendita tradizionale, la fedeltà e quindi il passaparola che ne deriva, è fondamentale per far funzionare un ecommerce b2c. I social Network hanno “alzato il volume” di questi messaggi, ampliando la possibilità di diffondere il proprio apprezzamento per un prodotto o un servizio a tutta la cerchia dei propri amici. Ma il rovescio della medaglia è che hanno anche aumentato la possibilità di critica, quindi le aziende devono cambiare attitudine nei confronti del proprio business e dei propri clienti. Soprattutto gli ecommerce b2c devono aprire un canale diretto con i propri clienti, facendoli partecipare alla creazione dei propri prodotti e essendo disposti anche a subire critiche, che devono essere prese come dei suggerimenti a migliorare e a far crescere il proprio business.

Il secondo passo nella pianificazione dell’ecommerce b2c è quello dell’analisi dei competitors. E’ molto importante capire quali realtà ci sono e come sono percepite dai clienti di quel settore. Questa analisi che per l’apertura di un’attività fisica richiedeva poco tempo (un giro nella zona e due chiacchere con i negozianti storici) su internet è molto complessa. Non solo bisogna valutare quali sono i competitors diretti (quelli che fanno gli stessi prodotti) ma anche come e cosa fanno per promuovere la propria attività quali iniziative marketing portano avanti, come si comportano nei social network. Il tutto in una dimensione globale o ,a causa del costo delle spese di spedizione, almeno europea. Bisogna vedere se il prodotto esiste già, quale è il suo prezzo, quali sono i principali ecommerce b2c che vendono quel determinato prodotto e molte altre informazioni. Spesso capita che le aziende guardino solo competitors di pari dimensioni alle loro, ma su internet non funziona in questo modo. Amazon e Zalando diventano competitors del piccolo negozio che vende scarpe perché è un articolo che vendono anche loro e con una visibilità enorme. Questo è il punto chiave degli ecommerce b2c. Come i centri commerciali e le grosse catene stanno pian piano facendo chiudere i negozi a gestione familiare, così le grosse multinazionali hanno maggiore visibilità sul web e “oscurano” tanti altri ecommerce. Con oscurano intendiamo dire che sono prime nei motori di ricerca, nelle pubblicità di Facebook, nei banner promozionali e in tutte le forme di pubblicità online.

E allora cosa devono fare le piccole attività che vogliono fare un ecommerce per incrementare le proprie vendite?
Primo fra tutto, affidarsi ad una società seria per la realizzazione dell’ecommerce b2c. Internet non è un “gioco da ragazzi”, oggi è un lavoro serio. Non si può fare affidamento a persone improvvisate, o meglio si può però si è quasi sicuri (e diciamo quasi per non essere troppo drastici) che l’ecommerce b2c non venderà. L’esperienza su internet e la conoscenza dei comportamenti del cliente sono fondamentali per la buona riuscita di un ecommerce. Creare una user experience (esperienza di navigazione) positiva è alla base della finalizzazione dell’acquisto e fidelizzazione del cliente. E’ un po’ come quando si entra in un supermercato nuovo, se si riescono a trovare i prodotti subito e sono ben presentati è probabile che uno ci torni, se si trovano corsie strette, non si trova niente e si è costretti a far più volte il giro del negozio per rintracciare la merce ricercata probabilmente si comprerà una volta e inoltre se ne parlerà anche male con gli amici.

Secondo aspetto sono gli investimenti pubblicitari, che spesso devono vedere un badget superiore a quello della creazione dell’ecommerce. Ebbene si, perché il vero lavoro dell’agenzia (e anche la bravura e l’esperienza) si vedono una volta che l’ecommerce b2c è online. E’ in quel momento che vanno fatte le campagne adWords per far trovare il negozio dai clienti e la social strategy per affiliare gli amici.
Vendere online è possibile ma come con tutto bisogna impegnarsi, pianificare e affidarsi a persone competenti.

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Bancomail – Pinterest, il social che piace anche a Google

http://www.bancomail.it/blog/index.php/pinterest-il-social-che-piace-anche-a-google/
Nato nel marzo 2010, ma sbocciato tra il 2011 e il 2012, Pinterest è un social network basato sulla condivisione di immagini, non di quelle che eseguiamo con talento artistico – per queste c’è Flickr – né di quelle delle nostre vacanze – per quello c’è Facebook – e neppure di quelle per così dire on-the-go – per queste c’è Twitter-. Su Pinterest si condividono quelle foto che in ufficio attacchiamo alle bacheche in sughero e a casa sul frigo con una calamita.
Pinterest è un social network tra il didascalico e l’emozionale, che prende il nome dall’unione delle parole inglesi pinboard (bacheca) e interest (interesse). Lo scopo è quello di connettere le persone proprio ai loro interessi e anche il sistema di funzionamento tende a evidenziare questo aspetto. Gli utenti iscritti devono infatti creare tante lavagne quanti interessi desiderano condividere (viaggi e arredamento, per dirne due) e poi scegliere dove apporre le proprie puntine (pin) scegliendo da foto trovate in rete o pubblicate da altri pinners.
La qualità delle immagini, la tipologia e la loro preziosità ha portato i più attenti a confrontare Pinterest con Tumblr. Il primo, che al momento funziona con un invito* così rapido che è utile più a creare l’attenzione che a filtrare l’utenza, ha dalla sua un approccio più semantico e ordinato di Tumblr, nonché un gusto più specificatamente theme oriented.
La content curation è un fenomeno che si è evoluto significativamente nell’ultimo anno e che mira a raccogliere l’impressionante mole di contenuti prodotti fino ad oggi in un compendio dell’eccellenza. Social Network come Pinterest basati su questa caratteristica possono essere utili alle aziende per la valutazione della percezione e diffusione dei propri prodotti e servizi. Diversi brand hanno già colto l’opportunità di Pinterest e sfruttato il sistema di vetrine per ottenere maggiore visibilità.
Nordstrom appone le pin sulle ultime scarpe messe in vendita organizzandole in board tematiche, Whole Foods in aggiunta alle ricette che si possono fare con i propri prodotti in vendita, propone sulla sua pagina ispirazioni di arredamento cucina, impiattamento e riciclo. Nonostante Pinterest venga promosso in prima linea per attività più femminili, solo poco più della metà (il 58% a gennaio 2012) è effettivamente di sesso femminile. Per questo molti altri brand, come Mashable e Time Magazine, stanno utilizzando Pinterest per promuvoere trasversalmente le proprie storie. Much Better Adventures, agenzia di viaggi, attraverso le immagini propone invece i propri itinerari e HGTV, canale via cavo specializzato nella casa, propone una collezione di ispirazioni. Board collaborative sono quelle di Domestica e West Elm che sfruttano la possibilità di invitare gli utenti a inserire nelle proprie lavagne immagini non necessariamente autoreferenziali per stimolare più condivisioni.
Perché Pinterest è interessante nel marketing B2C e B2B?
Diversamente da Facebook e Twitter, che richiedono monitoraggio e attitudine al dialogo, Pinterest appare al momento come un social network poco impegnativo: l’interazione è ridotta al minimo. Lo sforzo richiesto al brand è di tipo semantico: tag corretti e board pertinenti. Il resto lo farà il sistema di ricerca.
Ovviamente, tag, descrizioni e titoli concorreranno a generare traffico verso il sito collegato al prodotto pinnato, grazie soprattutto all’attributo no follow assegnato ai contenuti repinnati, che fanno così riferimento esclusivamente alla fonte della prima immissione. Inoltre, superato un certo numero di condivisioni, le immagini vengono promosse nell’homepage di Pinterest aumentando senza dubbio la portata di diffusione.
Da giugno a dicembre del 2011, Pinterest ha avuto un incremento di utilizzo del 4.000%, un dato rilevante che giustifica, tra l’altro, l’interesse di Google nella sua acquisizione. Google, che dopo svariati insuccessi, sembra non riuscire ancora a eccellere nel mondo del social networking, secondo alcune fonti, sta cercando di mettere le mani su chi l’ha superato in visite nell’ultimo mese.
Il progetto, che Google ha già tentato di raggiungere con il fallito acquisto di Path (altro social network fresco di rilascio), sarebbe quello di integrare il sistema di Pinterest su Google+ in modo da creare (finalmente) un prodotto nuovo e davvero competitivo con i giganti dei social network.
La possibilità di seguire non esclusivamente un profilo, ma solo alcune delle board create, consente inoltre alle aziende di segmentare ancor meglio la diffusione dei contenuti senza creare fastidiose multicanalità per gli utenti con specifici interessi. Più le board saranno attinenti a un singolo tema e dunque di nicchia, più popolarità si otterrà.
La flessibilità di utilizzo di Pinterest (“pin what you know and love”) consente di poter condividere qualsiasi contenuto, purchè organizzato sotto un profilo logico. Condividete la vita nei vostri uffici come parte della vostra content strategy, ma utilizzate Pinterest per mostrare anche le vostre capacità e la vostra esperienza nel settore in cui operate. Bacheche aperte e collaborative vi consentiranno di creare un ambiente partecipativo e di non annoiare il vostro pubblico: ricordate sempre di allargare il campo. Pinterest, come ogni social network, guarda fuori da sé, non consideratelo come un doppione del sito web. Due buoni esempi italiani da cui trarre spunto sono Casa.it e COIN (da tempo attenta alle dinamiche social come avevamo già avuto modo di osservare) che fanno un uso di Pinterest decisamente più ampio ed emozionale di Benetton o Sisley.
Infine, due suggerimenti brevi, ma fondamentali:
• Non dimenticate di inserire il “pin it button” sul vostro sito per consentire ai vostri visitatori di pinnare autonomamente i vostri contenuti.
• Aggiungete il simbolo $ o £ ai vostri pin linkando la pagina di acquisto, il prezzo apparirà come label sulla vostra immagine e verrà incluso anche nella sezione Gift.

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Il software professionale per fare Ecommerce

La web agency Dysotek di Pisa (PI) presenta le proprie soluzioni per le aziende che desiderano fare e-commerce in modo professionale:
Funzioni presenti nella soluzione Ecommerce Base dal costo di EUR 1.499 + IVA:

– Catalogo con infinite categorie e sottocategorie e massimo 20.000 prodotti.
– Area di registrazione per i clienti con funzione di recupero password dimenticata.
– Sistema di conferma visiva antispam, tramite codice generato in modo casuale, all’interno di tutti i moduli interagibili dagli utenti.
– Carrello elettronico con il riepilogo dei prodotti selezionati.
– Processore per il pagamento online tramite sistema PayPal e offline (bonifico bancario, contrassegno, vaglia postale, etc.).
– Motore di ricerca interno per parole chiave.
– Box dinamici con la lista dei prodotti più venduti, prodotti in vetrina, contatore col numero di utenti online.
– Opzione per i buoni regalo per permettere ad un cliente d’inviare ad un amico un buono sconto, dell’importo desiderato, da spendere sul sito.
– Lista dei desideri per selezionare da parte i prodotti preferiti.
– Sistema di feedback dei prodotti tramite votazione ed inserimento di una recensione.
– Funzione di segnalazione di un prodotto via email ad un amico.
– Pagine ottimizzate nel codice per migliorare l’indicizzazione ed il posizionamento sui motori di ricerca.

Funzioni presenti (oltre tutte quelle della soluzione Base) nella soluzione Ecommerce Avanzata dal costo di EUR 1.999 + IVA:

– Sistema di affiliazione, tramite codice referrer, per permettere agli utenti di guadagnare sulle spese effettuate nel sito dai propri iscritti.
– Area riservata degli utenti con connessione protetta SSL a 128 bit per garantire la massima sicurezza sui dati (costi d’acquisto del certificato esclusi).
– Sondaggi a risposte multiple.
– Sistema di comparazione dei prodotti scelti nel catalogo.
– Foto dei prodotti del catalogo con funzioni d’interazione dinamica (zoom, etc).
– Gestione delle offerte speciali sui prodotti del catalogo (bonus, spedizione gratuita, etc).
– Sistema di AdManagement per la visualizzazione sul sito di banner grafici.
– Gestione automatica dei buoni regalo a seconda degli eventi (compleanni, feste, etc).
– Pagine formate da URL statici per una migliore indicizzazione da parte dei motori di ricerca.

Le aziende interessate possono visionare online un esempio di sito ecommerce (http://www.webinflash.it/ecommerce/home.php) completamente funzionante.
Sul nostro sito è anche disponibile un’area dove vengono elencate tutte le caratteristiche del nostro software di ecommerce (http://www.webmastercf.com/ecommerce-software.htm).
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Comunicato inviato dall’ufficio stampa della Dysotek.
La Dysotek offre servizi web e soluzioni professionali per le aziende.
I nostri servizi sono già stati scelti con successo da diverse imprese ed enti, sia italiani che internazionali.
Contattateci per maggiori informazioni sui nostri servizi d’informatica.
# Numero Verde: 800.135856
# Fax: 178.4415041
# E-mail: [email protected]
# Skype: fracalvi
# Sito: dysotek.it
# Sede: Via Salemi 33, 56121 Pisa – località Riglione (PI)

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