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Premio Internazionale “Antonietta Labisi” 18° edizione – Consegnate le targhe d’argento

Cultura e mondanità nella diciottesima edizione del Premio Antonietta Labisi, organizzato dall’Associazione Internazionale Antonietta Labisi, presieduta dall’avv. Corrado Labisi, assegnato, come da tradizione, a personalità ed organismi distintisi nel campo sociale, della ricerca, della scienza e della cultura, e condotto egregiamente da Nino Graziano Luca.

Oltre 450 persone hanno partecipato all’evento – che si è tenuto nei locali dell’Hotel Nettuno – e applaudito gli illustri premiati: la dott.ssa Natalia Encolpio, direttore della redazione ascolana del quotidiano Il Resto del Carlino, per il giornalismo; il prof. Eugenio Luigi Iorio, per la biochimica; il prof. dott. Corrado Tamburino, per la cardiologia; il prof. dott. Salvatore Ranno, per l’urologia; il Parlamento della Legalità, nella persona del prof. Nicolò Mannino, suo presidente, per l’impegno sociale; il dott. Pino Nazio, giornalista Rai e autore del testo “Il bambino che sognava i cavalli”, per la narrativa; il prof. ing. Alì Abughanimeh, preside della Facoltà di Ingegneria ed Architettura della Repubblica della Giordania, per la cultura; il Maestro Stelvio Cipriani, già premio Oscar per la colonna sonora del film “Anonimo Veneziano”, che ha chiuso la serata esibendosi al pianoforte ed emozionando la numerosa platea.

Nel suo intervento Labisi ha illustrato i punti forza dell’Associazione, presente con le sue sedi in tutte le parti del mondo. Si è poi soffermato sull’Asse Afro-mediterraneo, e sulla nascita del “Movimento Popolare della Coscienza” che sarà presentato il prossimo 18 giugno. Tale movimento vuole mettere al centro i valori della sicilianità e l’appartenenza alla nostra amata Sicilia, terra meravigliosa ma abusata dalla “malapolitica”, rea di voler strappare le anime alla gente che vive in una condizione di necessità e di assoluto abbandono.

Ufficio stampa
Asse Afro-Mediterraneo

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Esito convegno “La Sicilia dal Separatismo al Federalismo”

Continua il lavoro dell’ “Asse Afro Mediterraneo”, l’Associazione Internazionale presieduta dal suo fondatore avv. Corrado Labisi. Sabato 7 maggio presso la sala congressuale dell’hotel Nettuno di Catania, l’Associazione ha tenuto un importante convegno dal titolo: “La Sicilia dal Separatismo al Federalismo”.
A fare da cornice all’evento, un folto pubblico di iscritti e simpatizzanti dell’Asse Afro Mediterraneo.
L’avv. Corrado Labisi ha illustrato gli obbiettivi cardine dell’Associazione, annunciando l’inizio di una lunga stagione di eventi, uno dei più importanti a breve scadenza, la presentazione ufficiale del “Movimento popolare della coscienza siciliana”, movimento che già conta centinaia di iscritti e ha come obbiettivo la conoscenza della propria regione, e l’orgoglio dell’appartenenza alla Sicilia, realtà stupenda ma allo stesso tempo afflitta da una classe dirigente poco attenta alle esigenze della gente.
Ad intervenire come relatore il dott. Giuseppe Firrincieli, giornalista e autore del libro “Noi Italiani voi Siciliani”, che si soffermato sui fatti storici del 1943 al 1948 proiettando un interessante video sul separatismo.
“Non dimentichiamo che la Sicilia è riconosciuta a Statuto autonomo dal 1948 – ha affermato l’avv. Renato Sgroi Santagati, segretario dell’Ass. Culturale “Rinascita Siciliana” – inoltre il Federalismo di Tremonti non farà altro che aggravare la situazione economica e sociale della nostra amata Sicilia.”
A concludere la serata un dibattito che ha coinvolto i partecipanti ed i relatori al convegno.

Ufficio stampa
Asse Afro-Mediterraneo

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Esito conferenza “Africa continente in guerra. Cosa sta succedendo?”

La lettura di uno stralcio del poema “Solo andata” di Erri De Luca, il drammatico viaggio di un gruppo di emigranti clandestini verso i porti del nord, interpretata dall’attore e regista Alfredo Lo Piero, ha aperto la conferenza “Africa continente in guerra. Cosa sta succedendo?”, organizzata dal presidente dell’Asse Afro-Mediterraneo l’avv. Corrado Labisi, presso l’Hotel Nettuno di Catania.

“Libia, Algeria, Eritrea, Angola, Congo, Ruanda, Tunisia, Zimbabwe, ogni giorno in Africa i conflitti si moltiplicano in maniera esponenziale – ha spiegato Labisi – perché a tutto il mondo fanno gola le ricchezze africane. Anche la Costa D’Avorio vive la stessa situazione ormai da mesi, con una guerra civile in corso, e dalla Sicilia noi vogliamo dare il nostro sostegno ai fratelli africani.”

Presenti alla tavola rotonda Pierre Yere Lobougnon, Ambasciatore presso l’Onu e portavoce del presidente della Repubblica Costa D’Avorio Laurent Gbagbo, il diplomatico Mireille Dibero Anokoua e il giornalista Jacob De Mel.

“Dobbiamo bloccare la risoluzione presentata dalla Francia all’Onu che sta cercando di creare le condizioni per attaccare militarmente la Costa d’Avorio”, ha dichiarato Pierre Yere Lobougnon.
“Noi non siamo venuti qui a piangere, perché la Costa D’Avorio è il paese più ricco e sviluppato di tutti i Paesi francofoni dell’Africa. La nostra è una richiesta di cooperazione, per creare un partenariato che ci aiuti a rilanciare le imprese e che possa sbloccare l’embargo voluto dalla Francia, specialmente sui medicinali.”

Totale isolamento economico con chiusura del porto di Abidjan, embargo sui prodotti locali e sulle medicine che sta portando la popolazione ivoriana a morire, anche solo a causa delle mancate vaccinazioni, vere e proprie sanzioni antiumanitarie adottate dalla Francia ai danni della Costa D’Avorio, questa la situazione illustrata dai relatori ed enfatizzata dalle agghiaccianti immagini che documentano tensioni, scontri armati e guerriglie quotidiane.

Uno stimolante dibattito, con numerosi interventi da parte del pubblico, ha concluso la conferenza.

Ufficio stampa
Asse Afro-Mediterraneo

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Nuovo appello di pace per la Costa D’Avorio

Un nuovo appello di pace per la Costa D’Avorio, che da oltre un mese registra aspri scontri e numerose vittime in seguito alle elezioni per la presidenza della Repubblica, è stato lanciato per iniziativa dell’avv. Corrado Labisi, artefice e presidente dell’Asse Afro-mediterraneo, nominato fiduciario dall’Ambasciatore della Costa D’Avorio presso il Quirinale, Zoro Bi Bah Jeannot.

Ad intervenire alla conferenza tenutasi all’Hotel Nettuno e moderata dalla giornalista Simona Pulvirenti, Jacob De Mel, il giornalista ivoriano portavoce del Presidente della Repubblica Costa D’Avorio, Ahoua Stallone, vice ministro del Welfare e ambasciatore in Africa dell’OMPP, Organizzazione Mondiale per la Pace, Padre Dionisio Mintoff, presidente del Centro Internazionale Laboratorio della Pace, Nicola Mannino, presidente del Parlamento della Legalità.

Ad aprire i lavori l’avv. Labisi che, dopo aver illustrato la situazione ivoriana e paventato una macchinazione internazionale ai danni dell’Africa – per indebolire ulteriormente il continente e sfruttarne le infinite ricchezze – ha donato a Padre Mintoff, da sempre impegnato in azioni di pace nel mondo, il ceppo della schiavitù, per spezzare idealmente la catena della schiavitù in Africa.
“Porto il grido di tanti africani che mangiano alla mia stessa tavola e dormono nella mia stessa stanza – ha commentato commosso Mintoff –, cinquanta ne sono arrivati a Malta nelle scorse settimane insieme ad altri 13 mila profughi su diverse barche.”

A prendere la parola poi Nicola Mannino, già collaboratore di Falcone e Borsellino, in giro per l’Italia con la sua iniziativa “Cavalcando … Libertà”, tesa a ricordare il piccolo Giuseppe Di Matteo, ucciso quindici anni fa dalla mafia: “Racconteremo nelle nostre successive tappe il profumo di libertà che abbiamo respirato in questo pomeriggio dedicato alla pace”.

L’ultimo lungo intervento, costellato dalle numerose domande di pubblico e stampa, è stato affidato al vice ministro Ahoua Stallone – tradotto simultaneamente da Jacob De Mel –, visibilmente amareggiato e preoccupato per le sorti del suo Paese: “Il 40% dell’economia di tutta l’Africa occidentale è concentrato in Costa D’Avorio. Abbiamo – ha spiegato – un sottosuolo ricco di gemme preziose e petrolio molto più pulito e raffinato di quello presente in Arabia Saudita. Ricchezze naturali che noi chiamiamo “catastrofi” naturali, perché tutti vogliono acquisirle anche a costo del sangue. Anche l’Onu, interpellato per risolvere la crisi, non ha fatto nulla, come già in Congo e Ruanda. Ha invece portato i ribelli in luoghi strategici armandoli, per colpire i manifestanti. La Costa D’Avorio cristiana non ha mai avuto problemi, è la parte musulmana che fomenta la violenza, e posso dire senza incertezze che Al-Qaida è presente anche in Costa D’Avorio.”

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