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Acqua il Bene che Potrebbe Diventare più Prezioso dell’Oro

Acqua una parola ampiamente sottovalutata non per la sua importanza ma perché dato per scontato che non mancherà mai.
Ma niente è eterno e nemmeno l’acqua sembra poter esserlo soprattutto con i livelli di spreco attuali che ci sono soprattutto nei paesi più sviluppati.
Attualmente si sta andando verso una necessaria razionalizzazione dell’acqua che nel futuro potrebbe diventare preziosa come l’oro.
Nel frattempo che anche l’acqua diventi preziosa come il prezioso metallo giallo, qualcuno ha già pensato bene di creare il primo future al mondo sull’acqua.
Diventando progressivamente sempre più scarsa, almeno nella forma utilizzabile per la vita umana, è solo questione di tempo che questa finisca per essere quotata in borsa proprio come l’oro.
La quotazione oro come quella di altri beni in borsa è palesemente influenzata dalla legge della domanda e dell’offerta che nel caso dei beni presenti sui mercati azionari è condizionata in modo continuo per la velocità delle operazioni.
In questo periodo la quotazione oro ha risposto in modo immediato ad ogni sollecitazione che nel caso di questo periodo di recessione è stata spinta ai massimi in pochi mesi.
Ciò che ha portato al massimo il prezzo oro è stata proprio l’aumento preponderante della domanda di investitori e risparmiatori che hanno acquistato etf o lingotti oro da rivendere in modo veloce presso i banchi metalli o i compro oro Firenze o di altre città.
Quello che è accaduto al prezzo oro in questo periodo potrebbe presto diventare il futuro destino anche dell’acqua che già è in larga parte privatizzata nell’economia reale.
Creare il primo future al mondo sull’acqua è solo il primo passo per arrivare ad essere anche questa un bene quotato in borsa che potrebbe aumentare nei periodi di maggiore scarsità d’acqua e diminuire invece quando ci saranno periodi di maggiore abbondanza.
Al di là delle considerazione morali ed etiche, che sicuramente non possano essere soddisfatte certo permettendo ad un bene così essenziale per la vita come l’acqua di entrare sui mercati azionari.
Il fatto che anche l’acqua finisca per diventare ostaggio di logiche finanziarie e commerciali deve essere dato per scontato, l’unica cosa che rimane da capire è quando questo succederà ma proprio momenti di grande confusione come quelli attuali potrebbero rivelarsi propizi per permettere che questo accada.

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Gruppo Bracca lancia «MUST», l’acqua che parla ai giovani

È fashion è cool, è trendy e, soprattutto, è attenta all’ambiente. Gruppo Acque Minerali Bracca, il gruppo bergamasco leader nella produzione di acque minerali, lancia MUST, la nuova acqua espressione moderna del buongusto. Con uno stile unico, elegante e di tendenza, arriva negli ambienti più esclusivi e raffinati garantendo freschezza, sicurezza, qualità della materia prima.

MUST si caratterizza per essere un prodotto pensato appositamente per un pubblico giovane e grintoso, attento al glamour, ma anche ai valori di sostenibilità e responsabilità sociale. È un prodotto esclusivo dal design minimal e affusolato ad esaltare la limpidezza dell’acqua nelle sue declinazioni, rosa per la naturale e azzurra per la frizzante. Il tutto, con una caratteristica fondamentale: è riciclabile al 100%.

Tutte le bottiglie del Gruppo Bracca, inclusa la nuovissima MUST, sono totalmente riciclabili, sempre più leggere e al tempo stesso sicure.

«I contenitori in PET garantiscono sicurezza, stabilità e protezione della materia prima rientrando a pieno titolo nel’economia circolare e per questo bisogna continuare a sensibilizzare maggiormente i consumatori sulle buone pratiche di riciclo dei materiali plastici. Le bottiglie di plastica in PET sono riclabili al 100%, questo significa che, attraverso il corretto smaltimento, ogni bottiglia può dar vita ad altre bottiglie e tanti altri oggetti. Esattamente ciò che in Bracca facciamo da tempo. – dichiara Luca Bordogna, amministratore delegato del Gruppo BraccaUn impegno che rinnoviamo ed estendiamo ulteriormente anche con l’ultima arrivata: MUST. Un’acqua pura, salutare e al passo con i tempi. Naturalmente buona nella sostanza, ma più accattivante nella forma. Per conquistare anche i più giovani, diventando portavoce e promotrice di una sostenibilità ambientale che diventa, giorno dopo giorno, sempre più “un must”».

MUST infatti è un’acqua proveniente dalla Nuova Fonte Bracca e imbottigliata nel rispetto di tutte le procedure che consentono di mantenere inalterate le qualità di una risorsa primaria che nasce pura e che va preservata tale.

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30,5 milioni di italiani hanno imparato a chiudere l’acqua quando si lavano i denti

Sono 30,5 milioni gli italiani che dichiarano di chiudere sempre i rubinetti quando si lavano i denti, mentre sono 25 milioni quelli che scelgono di fare la doccia, avendo cura di dosare bene l’acqua, anziché il bagno. Questi alcuni dei dati emersi dall’indagine “Gli Italiani, il risparmio e…le loro manie” commissionata da Facile.it in occasione dell’apertura del suo Store di Roma a mUp Research e condotta su un campione rappresentativo della popolazione nazionale.

Numeri che, nella Giornata Mondiale dell’Acqua, non solo assumono un significato ancor più importante, ma evidenziano come la necessità delle famiglie italiane di ridurre i costi domestici abbia un impatto virtuoso sia per le tasche dei consumatori sia per l’ambiente.

Proprio l’acqua sembra essere al centro dell’attenzione degli italiani quando si parla di ridurre le spese e alla domanda “quali comportamenti mettete in atto in famiglia al fine di risparmiare?”, i primi tre indicati dai rispondenti sono connessi a questa preziosa risorsa.

Al primo posto, tra le azioni messe in atto per risparmiare, con il 71%, si posiziona “usare la lavatrice e lavastoviglie solo se a pieno carico, comportamento ormai proprio di 31 milioni di italiani; una scelta consapevole che porta benefici ambientali sia in termini di riduzione dei consumi energetici, sia di spreco d’acqua se si considera che, in media, una lavatrice da 5 Kg consuma tra i 40 e 50 litri per un solo ciclo di lavaggio.

L’azione che si trova al secondo posto, indicata dal 70% dei rispondenti, è quella di chiudere sempre i rubinetti quando ci si lava i denti” mentre al terzo posto il “fare la doccia (dosando bene l’acqua) anziché il bagno” indicata come abitudine dal 58% del campione.

Se non sorprende notare come l’attenzione allo spreco cambi a seconda della composizione della famiglia e cresca con l’aumentare del numero dei componenti, curioso che i single risultino essere tra i più attenti al tema del risparmio.

Se si guarda all’uso di lavatrice e lavastoviglie solo se a pieno carico, ad esempio, la percentuale dei rispondenti single che dichiarano di avere questa abitudine è più alta di 4 punti percentuali (75%) rispetto alla media nazionale (71%), mentre analizzando coloro che dichiarano di fare la doccia anziché il bagno, anche in questo caso i single (67%) si dimostrano più attenti della media nazionale (58%).

* Metodologia: n.1.355 interviste CAWI con individui in età 18 anni ed oltre su un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta in età 18-74 anni. Inoltre, per Roma e Provincia è stato realizzato un sovra campionamento pari a n.407 interviste complessive. Gli intervistati sono stati raggiunti tramite l’invio di un’email di istruzioni e di invito alla compilazione e hanno avuto accesso al questionario solo se qualificabili nel target stabilito per questa indagine. Indagine condotta fra dicembre 2017 e marzo 2018.

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MCE in Città: a Milano, appuntamenti gratuiti per i cittadini nell’ambito della Settimana delle energie sostenibili

In occasione della Settimana delle energie sostenibili promossa dal Comune di Milano, MCE in Città propone appuntamenti e incontri aperti al pubblico, raccogliendo la sfida lanciata dalla comunità internazionale che ha presentato nell’Agenda 2030 i diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile da conseguire nei prossimi quindici anni. MCE in Città è l’iniziativa organizzata in piazza Gae Aulenti dal 10 al 18 marzo da MCE Mostra Convegno Expocomfort, la manifestazione fieristica dedicata alle tecnologie per il comfort abitativo.

Milano, 9 marzo 2018 – La città di Milano è in prima linea per promuovere il cambiamento nel sistema energetico, nell’efficientamento e nella produzione di energia da fonti rinnovabili. Con la prima edizione della Settimana delle Energie Sostenibili, il Comune di Milano coglie l’occasione per stimolare una maggiore attenzione e sensibilità sul tema, attraverso l’Assessorato Mobilità e Ambiente e AMAT (Agenzia Mobilità Ambiente Territorio), e in accordo con MCE – Mostra Convegno Expocomfort. E’ nell’ambito di questa iniziativa che si svolge infatti MCE in Città in piazza Gae Aulenti: un programma di edutainment con installazioni interattive e pannelli posizionati all’interno di due dome che permetteranno di sperimentare e rappresentare sprechi, costi e valori relativi all’uso dell’energia. All’interno sarà allestito anche lo Sportello Energia, aperto dalle 10.00 alle 21.00, dove i cittadini troveranno il servizio informativo sui temi dell’efficienza e del risparmio energetico.

“Milano ha un cronoprogramma molto chiaro per condurre la città al contenimento delle emissioni inquinanti. – dichiara Marco Granelli assessore alla Mobilità e Ambiente – ‘Zero caldaie a gasolio il 1° ottobre 2023’ è una tappa importante alla quale stiamo lavorando da tempo e sulla quale stiamo investendo. Abbiamo appena deciso un contributo di 20 milioni di euro per i privati che interverranno sulla sostenibilità dei loro condomini. La Settimana delle energie sostenibili è un’occasione per mettere sempre più al centro dell’attenzione di tutti il tema e le azioni per migliorare l’efficienza energetica degli edifici e migliorare la qualità dell’aria in città. Grazie a MCE per questo appuntamento molto interessante”.

In quest’ottica si inserisce anche il Percorso Efficienza & Innovazione, promosso da MCE Mostra Convegno Expocomfort assieme al Politecnico di Milano per far conoscere l’eccellenza delle soluzioni, dei prodotti e dei sistemi del settore impiantistico per il comfort abitativo. Uno staff del Politecnico sarà presente durante l’intera iniziativa per informare concretamente sulle opportunità presenti sul mercato, illustrando le tecnologie, le competenze e perfino gli incentivi e le agevolazioni, grazie anche alla Guida pratica per migliorare il comfort e risparmiare, in distribuzione gratuita a chiunque ne farà richiesta.

“Il Percorso Efficienza & Innovazione di MCE è nato per far emergere l’’eccellenza dei prodotti e dei sistemi del settore impiantistico per il comfort abitativo e per la prima volta esce dal contesto fieristico tradizionale per rivolgersi ai cittadini. – sottolinea Massimiliano Pierini, Managing Director di MCE – Mostra Convegno Expocomfort.

“Quando si parla di sviluppo sostenibile gli slogan non bastano se si cerca la concretezza. – aggiunge il professor Giuliano Dal’O’ del Politecnico di Milano – La gestione di questa complessità è affidata a ognuno di noi e dobbiamo capire cosa fare e quali soluzioni tecniche adottare. Oggi è possibile farlo in modo semplice e immediato anche grazie a questi eventi.”

La Guida stessa è stata realizzata prestando attenzione ai temi dell’ecosostenibilità: stampata su carta riciclata, ha contribuito alla salvaguardia di 1.855 kg di rifiuti che equivalgono alla produzione media di rifiuti di una famiglia di tre persone in un anno; 3.015 kg di legno equivalenti a ventisette alberi e 7.714 kWh di energia pari al consumo medio di una famiglia di tre persone in due anni.*

Il climatologo Luca Mercalli, che sarà presente a MCE in Città, ne ha curato la prefazione e sarà disponibile per incontri con il pubblico: “Riqualificare energicamente la propria abitazione è uno dei primi passi più concreti che si possano fare per contenere i cambiamenti climatici, l’inquinamento dell’aria e i costi in bolletta.”

 

Info:

MCE in Città

dal 10 al 18 marzo – dalle 10.00 alle 21.00

in Piazza Gae Aulenti, Milano

Ingresso gratuito

Ufficio stampa: Diesis Group, Arman C. Mariani – T: 02 62693.609  – [email protected]

Ufficio Stampa: Reed Exhibitions Italia, flaminia Parrini. T: 0243517038 – [email protected]

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Estate + acqua uguale benessere! Scopri l’infografica per vivere in salute la bella stagione

L’estate è la stagione in cui il rapporto con l’acqua diventa più solido che mai: i i cibi di cui ci nutriamo, infatti, sono fatti in gran parte da acqua, il corpo perde più liquidi nella bella stagione e l’idratazione diventa un punto fondamentale delle nostre giornate. Ma quali sono i cibi più ricchi di acqua?

In questa infografica abbiamo voluto elencare le soluzioni per vivere al meglio l’estate e il rapporto con l’acqua a partire dalla tavola per arrivare alla doccia: grafica e contenuti sono stati realizzati a cura di Grandform (gruppo SFA Italia SpA), l’azienda leader nel settore dell’arredo bagno e innovativa per quanto riguarda le soluzioni di benessere e di design.

La ricerca di Grandform ha permesso di evidenziare le abitudini scorrette (non fate la doccia fredda!) e quelle più curiose (sapevi che bevendo 2 bicchieri di acqua al giorno dimagrisci?). Buon viaggio alla scoperta dei consigli per vivere un’estate all’insegna del benessere!

↓ Qui di seguito potrete osservare l’infografica Grandform: per ingrandirla basta cliccarci sopra ↓

Hai trovato interessante questa infografica dedicata al rapporto tra acqua e estate? Pensi che possa essere utile da proporre ai visitatori del tuo sito o blog? Se desideri ripubblicarla, non dovrai fare altro che effettuare il copia-incolla di questo codice HTML:

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Rubinetto a 3 vie, uno strumento essenziale per un sistema di depurazione

I rubinetti a 3 vie sono degli elementi essenziali per chi sceglie di utilizzare un sistema di depurazione dell’acqua da installare, ad esempio, al di sotto del lavandino della propria cucina. Come noto, il filtraggio e la depurazione dell’acqua consente di eliminare tutte le impurità in arrivo dalle tubature e di rendere l’acqua più buona e sana da bere.

Utilizzare un rubinetto a 3 vie è, quindi, un sistema ottimo per utilizzare l’acqua depurata in modo molto semplice. A conti fatti, con il rubinetto a 3 vie non sarà necessario dover fare fori aggiuntivi in cucina per l’installazione di un ulteriore rubinetto dedicato esclusivamente all’acqua depurata. Questi strumenti fanno a sostituire direttamente i tradizionali rubinetti.

Il principio di funzionamento di un rubinetto a 3 vie è molto semplice. A seconda delle esigenze del momento si potrà scegliere di utilizzare, dallo stesso rubinetto, l’acqua in arrivo dal sistema di filtraggio e depurazione o l’acqua non filtrata in arrivo dalle tubature con la possibilità di scegliere tra acqua fredda ed acqua calda.

Rubinetto a 3 vie: una scelta vincente

La possibilità di scegliere, in qualsiasi momento, tra acqua fredda, acqua calda e acqua depurata rendono un rubinetto a 3 vie uno strumento molto comodo e flessibile, semplice da utilizzare e di facile installazione. I costi sono anche piuttosto limitati e solo leggermente superiori rispetto ai costi che caratterizzano i rubinetti tradizionali. L’assenza di fori ulteriori, che in taluni casi possono diventare un ostacolo considerevole, rappresenta un plus molto importante.

Optare per l’installazione di un rubinetto a 3 vie diventa, quindi, una scelta vincente sotto numerosi punti di vista. Depurare l’acqua da utilizzare in casa è, infatti, in molti casi una necessità per via di impianti di distribuzione non certo perfetti. Collegare ad un sistema di depurazione un rubinetto a 3 vie rende l’utilizzo dell’acqua depurata molto più semplice ed immediato.

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Presepe sommerso di Porto Ceresio, siamo alla quarta edizione

Porto Ceresio (VA). Domenica 21 dicembre alle 11 sarà posato il presepe sommerso di Porto Ceresio.

Il sabato pomeriggio precedente, 20 dicembre ore 15, i giovani atleti della Pro Patria ARC porteranno di corsa per Busto Arsizio (VA) una fiaccola e la statua del Bambin Gesù che sarà immersa nel Lago di Lugano. La corsa partirà dalla Pista di Atletica Borri e terminerà nel centro città.

Il presepe sommerso di Porto Ceresio, un progetto voluto da GODiving e appoggiato dall’amministrazione locale, è alla IV edizione e ha l’obiettivo d’indurre i numerosi visitatori del bellissimo lungolago pensile di Porto Ceresio a guardare l’acqua con occhi diversi. Le acque dolci, infatti, sono indispensabili per la vita animale e vegetale e sono rarissime e molto delicate. Solo capendole e proteggendole possiamo sperare di conservare questa risorse insostituibile.

A.s.d. Pro Patria ARC ringrazia la Provincia di Varese e REM S.r.l. per il loro contributo finanziario, l’Agenzia del Turismo provinciale per il patrocinio e gli sponsor per il sostegno economico e operativo. La sezione subacquea ed ESA Point GODiving riconosce inoltre il costante supporto ottenuto dal Comune di Porto Ceresio, dal CSI Varese, dalla A.s.d. VON – Varese Olona Nuoto e da ESA – European Scuba Agency.

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Disidratazione, la stagione estiva e il fabbisogno di liquidi

Si parla sempre di quanto sia importante l’acqua per il benessere fisico, ma sappiamo quali sono le reali conseguenze di un’eccessiva assenza di acqua nel corpo? Abbiamo un’idea realistica del fabbisogno ottimale per evitare problematiche importanti come l’aumento della temperatura corporea (anche fino a 40°) e della frequenza cardiaca? Ecco allora che con questo testo si vogliono mettere dei punti fermi per rispondere a queste domande.

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Ridurre i consumi e la spesa grazie agli erogatori d’acqua

Come ridurre i consumi domestici e la spesa quotidiana? In tempi di crisi sono in molti a chiederselo. C’è chi elimina la carne, chi smette di comprare pesce, chi installa lampadine a LED… Le soluzioni non mancano, bisogna solo informarsi e prendere consapevolezza di quelle che sono le nostre abitudini, spesso sbagliate in quanto basate sullo spreco eccessivo di risorse (alimentari, energetiche, idriche, ecc). Uno degli ambiti più significativi in questo senso riguarda l’acquisto di bottiglie d’acqua, un mercato in cui l’Italia è “campione” mondiale. Ancora nel 2011, secondo i dati forniti da Beverage Marketing Corporation, in Italia sono state consumate 196 bottiglie d’acqua pro capite, la media più alta in Europa e la terza al mondo dopo Arabia Saudita e Messico. Un record negativo che vuol dire, per l’intera comunità, meno soldi a fine mese e più rifiuti in discarica.

Il solo costo di una cassa d’acqua si attesta infatti tra gli 1,5 e i 3 euro, a seconda della marca e del tipo di acqua (naturale o frizzante). A questo bisogna aggiungere gli innumerevoli viaggi supermercato-casa, per cui a fine anno avremo consumato parecchio carburante. Dobbiamo poi considerare il tempo passato a riempire il carrello, il bagagliaio, la cantina e infine la pattumiera. Tutto questo si può evitare con una soluzione semplice, pratica e affidabile. Stiamo parlando dell’erogatore d’acqua, disponibile in versione elettrodomestico o impianto professionale. Lo possiamo installare sul bancone del bar e del ristorante, oppure in casa accanto alla macchina del caffè. Come suggerisce il nome, la sua funzione è quella di erogare acqua corrente e, a seconda del modello, filtrare l’acqua, addolcirla, addizionare gas (acqua frizzante) e abbassare la temperatura.

L’investimento per questo tipo di apparecchiatura è davvero alla portata di chiunque e assicura un risparmio notevole soprattutto nel lungo periodo. L’erogatore d’acqua, chiamato anche distributore, necessita di pochissima corrente e del solo cambio di bombole una volta che il gas è finito. La manutenzione, inoltre, è minima, in quanto le componenti meccaniche sono ridotte all’essenziale: un corretto utilizzo garantisce dunque il regolare funzionamento del macchinario per anni e anni. Insomma, continuare a spendere soldi e risorse per comprare acqua in bottiglia ha sempre meno senso. Meglio passare agli erogatori, se non altro per la salute del pianeta e delle generazioni future.

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In Buone Acque: il report che informa sull’acqua distribuita da Hera

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  • 19 Settembre 2013

Hera presenta la quinta edizione del report “In buone acque” in anteprima al Bologna Water Design, lakermesse ‘fuori-fiera’del Cersaiededicata al design dell’acqua, che si terràdal 23 al 28 settembre. Nel 2012 le analisi effettuate su tutta la filiera di produzione dell’acqua potabile, che va dalle fonti alla distribuzione, sono state 620.521, pari a 1.700 al giorno. Il 99,6% dei controlli effettuati da Hera e Ausl attraverso i laboratori Arpa è risultato conforme alla legge

 

L’Italia con i 188 litri di acqua in bottiglia bevuti procapite nel 2011 detiene il primato europeo quale nazione con il più alto consumo di acqua in bottiglia (l’80% delle quali sono di plastica con evidenti impatti in termini di rifiuti prodotti). L’obiettivo del reportè quello di far conoscere tutte le attività svolte da Hera per garantire la qualità dell’acqua distribuita e promuovere un consumo più consapevole e sostenibile.

 

Il report ‘In buone acque’ è disponibile on line, sul canale del sito Hera dedicato all’acqua. Può essere consultato nei principali sportelli clienti del Gruppo Hera e viene distribuito nelle scuole che collaborano con la multiutility nei progetti di educazione ambientale. Sempre sul sito di Hera è ancora possibile leggere il Dossier sull’acqua, un approfondimento a 360 gradi che parla anche di investimenti, tariffe e modelli di gestione.

 

Per far conoscere ai cittadini la qualità e salubrità dell’acqua erogata dai 31.340 chilometri di rete acquedottistica, Hera ha stilato una ‘carta d’identità’ che, grazie a 328.168 analisi effettuate nel 2012 dai laboratori del Gruppo, è in grado di indicare al consumatore finale le caratteristiche dell’acqua distribuita. L’etichetta dell’acqua di rubinetto distribuita in ciascun comune è pubblicata sia sulle bollette spedite a casa degli utenti, sia sul sito internet aziendale. Nel report In buone acque sono pubblicati anche i risultati dei controlli effettuati dalle Aziende Usl che confermano l’ottima qualità dell’acqua di rubinetto.

 

L’AD di Hera Maurizio Chiarini: “Garantiamo qualità, trasparenza e convenienza”

“Il report in Buone Acque, insieme alle tante altre iniziative realizzate dal Gruppo per informare i cittadini, vuole mettere in evidenza l’attenzione riservata al servizio idrico – afferma Maurizio Chiarini, Amministratore Delegato di Hera Spa – e gli importanti standard qualitativi raggiunti e garantiti ai nostri utenti. I risultati delle analisi che svolgiamo ogni giorno sull’acqua continuano a mantenersi eccellenti a riprova che l’acqua del rubinetto non ha nulla da invidiare alle acque oligominerali in bottiglia, bensì a loro discapito può vantare un valore aggiunto: l’economicità e la praticità oltre alla tutela dell’ambiente, garantendo risparmio alle famiglie, sicurezza e immediata disponibilità”.

 

Per leggere il report vai su http://www.gruppohera.it/gruppo/attivita_servizi/business_acqua/qualita/buone_acque/

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Partiti i lavori per il dearsenificatore di Tarquinia

Partita l’installazione del dearsenificatore alle botti comunali in via Clementina. Il sindaco Mauro Mazzola ha svolto un sopralluogo al cantiere, la mattina di venerdì 22 marzo. «Saremo tra i primi Comuni del Viterbese a uscire in modo definitivo dall’emergenza. – afferma il primo cittadino – In pochi mesi abbiamo fatto quello che la Regione Lazio, con l’ex presidente Remata Polverini, e la Provincia di Viterbo, con la società Talete, non hanno saputo fare, scaricando tutte le responsabilità sulle Amministrazioni Locali. L’investimento compiuto è ingente ed è nostra intenzione rivalerci nelle sedi opportune per rientrare della spesa». A regime, il dearsenificatore consentirà di ripristinare il normale approvvigionamento e di ridurre la captazione dai pozzi locali. Pozzi locali che in questi mesi hanno permesso di abbassare i limiti di concentrazione dell’arsenico sotto i 10 µg/l previsti dalla legge. Alle botti comunali in via Clementina, grazie a un accordo siglato con il Comune di Civitavecchia, sarà posizionato un secondo impianto di filtraggio sulla conduttura del Consorzio Medio Tirreno che rifornisce le località Farnesiana e Pantano. «Situazione diversa per Marina Velca, servita direttamente dalla rete della società Talete, la quale non passa dalle botti comunali. – conclude il sindaco Mazzola – Ci stiamo attivando per trovare le risorse necessarie a realizzare un terzo dearsenficatore più piccolo. Lunedì 25 marzo incontrerò i lottisti dei consorzi coinvolti, per fare il punto della situazione».

 

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Un dearsenificatore per le località Farnesiana e Pantano

Sarà realizzato un dearsenificatore per potabilizzare l’acqua della conduttura del Consorzio Medio Tirreno, che rifornisce le località Farnesiana e Pantano, la Borgata Aurelia e il porto di Civitavecchia. L’impianto sarà installato alla botte comunale in via Clementina. I lavori partiranno a breve. Questo significativo risultato è stato raggiunto dal sindaco mauro Mazzola nel corso di un incontro, che si è svolto venerdì 22 febbraio, con il collega di Civitavecchia Pietro Tidei, l’assessore ai Lavori Pubblici Mirko Mecozzi e i rappresentanti dell’azienda idrica. «È un accordo molto importante. – afferma il primo cittadino – Ringrazio il sindaco Tidei e l’assessore Mecozzi, per aver accolto la mia proposta senza indugi e con grande senso di responsabilità. È un esempio di come la collaborazione tra gli Enti Locali possa dare risposte concrete in favore della popolazione». Buone notizie anche per Marina Velca e la località Spinicci. L’Amministrazione farà costruire entro l’estate un altro dearsenificatore. Intanto, per uscire quanto prima dall’emergenza, ha dato mandato di analizzare la qualità delle acque di alcuni pozzi locali. Se i test saranno positivi, si procederà a una maggiore miscelazione per abbassare entro il limite di legge la concentrazione di arsenico. «Con l’inizio della stagione balneare il problema sarà risolto sull’intero territorio. – conclude il sindaco Mazzola – Stiamo lavorando con i fatti e non con le parole. Siamo stati tra i primi comuni del Viterbese a garantire nuovamente acqua potabile a tutto il centro abitato e al Lido. In poche settimane abbiamo ottenuto quello che altre Istituzioni non hanno fatto per anni».

 

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CAMBIARE LA CARTUCCIA DEL RUBINETTO MISCELATORE

Ormai in tutte le case ci sono i rubinetti miscelatori. Questi sono veramente pratici perché ci permettono di avere l’acqua sempre alla stessa temperatura e, grazie ad un solo gesto, fanno si che il flusso si possa interrompere evitando inutili sprechi (anche di elettricità e gas considerando l’uso della caldaia). Gli unici due lati negativi di questo rubinetto, però, sono il costo e la manutenzione che non sempre si può fare da soli.

Ma ci sono piccoli interventi che anche un amante del fai da te può compiere in assoluta sicurezza. Uno di questi è il cambio della cartuccia. Ecco come si fa. Per prima cosa, usando la massima delicatezza e dopo aver chiuso il rubinetto generale, dovete smontare la leva del monocomando. Questo si fa alzando la leva e smontando il tappino di plastica che troverete al di sotto. Una volta tolta la leva troveremo il perno sul quale è fissata che potremmo togliere facilmente svitandolo (se avete difficoltà, potete usare una chiave a fascia come quella che si usa per smontare il filtro nel motore).

Finalmente, troveremo il sistema che tiene bloccata la cartuccia. Per smontarlo gli idraulici hanno una chiave particolare: per l’hobbista, invece, la stessa funzione potrà essere svolta da un giravite che, posto su una delle alette del blocco, e grazie a piccoli colpi di martello, aprirà il sistema di sbloccaggio. Per sfilare la cartuccia dovrete usare la massima cautela perché questa, al di sotto, ha una guarnizione di gomma che si rompe facilmente. Spesso infatti le incrostazioni di calcaree tendono ad incollarla ai vari elementi e, se la si solleva con troppa forza, inevitabilmente si rompe. Un buon consiglio è usare un po’ di anticalcare e aspettare un paio di minuti che questo faccia effetto.

Per sostituire la cartuccia vi invitiamo a prendere la vostra e recarvi con essa nel negozio di ferramenta: i modelli di rubinetti sono numerosi e potrebbe essere noioso fare più viaggi inutilmente. I più arditi, vedendo che nella cartuccia non ci sono rotture meccaniche del pezzo, potranno provare a revisionarla da soli (in effetti, una cartuccia ben revisionata può avere ancora molti anni di vita davanti): ma per questo vi invitiamo a chiedere al vostro idraulico oppure a persone esperte.

Per riposizionare la cartuccia dovrete prima pulire la guarnizione e ingrassarla con della vasellina oppure con dell’olio alimentare (questo accorgimento eviterà che la guarnizione si secchi e si screpoli nel tempo). Ricordatevi anche di pulire il rubinetto nel suo interno dando molta cura alla pulizia della filettatura. Anche qui, un po’ di grasso non può se non essere di beneficio. Per riassemblare il rubinetto dovrete solo ripercorrere le varie fasi al contrario dando particolare importanza al giusto posizionamento della cartuccia e cercando di avvitare il blocco della leva con sufficiente forza così che non si allenti con l’uso.

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Terme di Castrocaro: riapre la piscina esterna del complesso Termale

Riapre la piscina esterna del complesso Termale. L’inaugurazione si terrà sabato 2 giungo alle ore 13 con la grande festa Tropical Dance.

Novità assoluta di questa stagione è un ricco programma  di animazione che coinvolgerà i clienti della struttura in attività ludiche di vario genere: dallo sport, alla danza, ai tornei di bocce fino a quelli di burraco.

Il Complesso termale di Castrocaro, apre ufficialmente la stagione estiva con l’apertura della piscina esterna immersa negli otto ettari di parco che si snoda in un percorso di sedici chilometri in un affascinante susseguirsi di sequoie centenarie, lecci, querce, cedri dell’Himalaya fiori e piante officinali, inserite in un impedibile percorso botanico dedicato a chi preferisce non scendere in acqua e dedicarsi a lunghe passeggiate rilassanti.

Le vasche, inserite in questo affascinante contesto, rappresentano l’ambiente ideale per regalarsi qualche ora di relax, concedersi una nuotata, o semplicemente vivere momenti ludici e conviviali assieme ad amici e familiari

Novità assoluta di questa stagione è la ricca animazione curata da uno staff di professionisti. Al fine di allietare la permanenza dei clienti della struttura, nella piscina del Parco delle Terme verranno proposti dei momenti di intrattenimento mirato al movimento e al divertimento. L’inaugurazione si terrà sabato 2 giungo alle 13 con la grande festa Tropical Dance, che prevederà balli e giochi di gruppo.

La piscina è aperta ogni giorno dalle 10 alle 19.

Il Grand Hotel delle Terme e Spa fa parte del Complesso delle Terme di Castrocaro che comprende, oltre allo Stabilimento Termale  classificato dal Ministero della Salute di 1° Categoria Super, la Clinica del Ben Essere dove è possibile avvalersi della consulenza specialistica di un’ equipe di medici e operatori per trattamenti personalizzati, tra cui spiccano i percorsi del Programma Long Life Formula. Meta ideale per viaggi di piacere, lavoro o cura del proprio corpo, il Grand Hotel Terme offre ai propri ospiti la possibilità di trattamenti personalizzati presso la Spa, la possibilità di usufruire della terrazza solarium dotata di vasche idromassaggio e lettini prendisole, la grande piscina inserita nel verde del parco di 8 ettari, il minigolf, gli spazi gioco per i più piccoli ed il percorso botanico, ideale integrazione ai trattamenti terapeutici, di benessere e di fitness. Al Grand Hotel Terme il piacere del soggiorno si completa con quello di una cucina che, insieme ai piatti della classica dieta mediterranea, abbina specialità regionali accompagnate da una ricercata selezione di vini. Lo chef propone inoltre quotidianamente menu personalizzati a calorie controllate e piatti dedicati anche ai piccoli ospiti. Per ulteriori informazioni www.termedicastrocaro.it

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Irrigazione: perché il tubo poroso invece dell’ala gocciante?

Tempo di primavera, tempo di giardinaggio. Ma qual è il modo migliore per bagnare le nostre aiuole evitando di dover utilizzare il normale tubo d’acqua (e di dover perdere sempre molto tempo)? Tendenzialmente, le possibilità si possono raggruppare in tre categorie: il tubo a fori, l’ala gocciante e il tubo poroso. Il tubo a fori, molto spesso anche ‘fatto in casa’ apportando alcuni buchi su un normale tubo da irrigazione, è una soluzione che viene usata comunemente anche per la facilità di irrigazione. La difficoltà di gestire la pressione dell’acqua e di apporre la giusta quantità di forellini per il passaggio dell’acqua, però, spesso crea delle zone più bagnate di altre e questo, soprattutto durante l’estate, può provocare danni all’armonia estetica del giardino ma anche il deperimento delle piante o l’eccessiva arsura di alcune zone (e viceversa). L’ala gocciante, in questo senso, può dare risultati sicuramente migliori anche se è più delicata da un punto di vista della manutenzione. Durante l’inverno, infatti, l’acqua che rimane stagnante unita al calcare può formare dei piccoli sedimenti che, dall’interno, ostruiscono i fori di irrigazione. Essendo appunto studiata per essere ‘gocciante’ (e non a zampillo), i fori dell’ala non sono pulibili dall’esterno: un tentativo può essere fatto agendo molto delicatamente con un ago, ma il risultato non è quasi mai positivo. Sicuramente, il prezzo ridotto dell’ala gocciante permette un cambio frequente ma, soprattutto se ci sono problemi di scarsità di tempo da dedicare al giardino, anche questo non può essere preso come rimedio definitivo (inoltre ricordiamo che l’ala gocciante ha bisogno di maggiore pressione e quindi di una pompa appositamente installata). Resta dunque il tubo poroso (realizzato in polietilene e polvere di caucciù) che, a tutti gli effetti, si è dimostrato come l’opzione migliore sotto tutti i punti di vista. Molto economico e applicabile anche direttamente dal rubinetto del giardino, il tubo lascia passare la stessa quantità d’acqua su tutta la sua lunghezza. Immettendo poca pressione, inoltre, può essere lasciato in funzione per molto tempo permettendo così al terreno di assorbire tutta l’acqua che gli viene fornita senza perdite o fuoriuscite su vialetti o terrazze. Volendo, inoltre, il tubo poroso può essere interrato evitando così di rovinare l’estetica delle aiuole. Molto robusto ma flessibile, non muta le sue caratteristiche anche in condizioni atmosferiche estreme (da -15 a +60) e comunque può essere sostituito in pochi minuti e con grande facilità. Con un prodotto così, perché allora rinunciare ad avere aiuole splendide anche nei mesi caldi, senza fatica e senza manutenzione?

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Il Comune di Tarquinia s’impegna per diminuire la concentrazione di arsenico nell’acqua

 

Il Comune realizzerà un progetto per diminuire la concentrazione di arsenico nell’acqua. Il sindaco Mauro Mazzola firmerà nei prossimi giorni un accordo con il primo cittadino di Civitavecchia, Gianni Moscherini, per finanziare e attuare il piano, basato su uno studio tecnico commissionato dal Consorzio Medio Tirreno. L’iniziativa si divide in due parti: nella prima il Consorzio Medio Tirreno aumenterà la portata d’acqua erogata alla città per assicurare una maggiore miscelazione con quella fornita dalla Società Talete, che presenta concentrazioni più alte (sebbene entro i limiti previsti attualmente dalla legge), e dai pozzi locali, che hanno tracce minime; nella seconda l’arsenico disciolto nell’acqua sarà estratto per adsorbimento con letti di idrossido di ferro installati all’interno di serbatoi di decantazione. «Stiamo lavorando con impegno per ottenere questo importante traguardo. – afferma il sindaco Mazzola – Il protocollo d’intesa con il Comune di Civitavecchia permetterà di entrare nella fase operativa». La soluzione proposta, miscelazione dell’acqua e adsorbimento con letti di idrossido di ferro, garantisce semplicità di gestione e manutenzione, bassi consumi energetici e convenienza economica. È per tali motivi che non si è scelto di acquistare i dearsenificatori: tali impianti sono infatti più costosi e i materiali, con cui sono costituiti i filtri, pongono alcuni interrogativi sullo smaltimento. «Il mio timore è che in futuro ci possa essere lo stesso problema avuto per l’eternit e il silicio dei pannelli fotovoltaici. – conclude il primo cittadino – La scelta fatta è semplice e sicura ed evita di compiere passi più lunghi della gamba».

 

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Emergenza acqua e risparmio idrico

Il cosiddetto oro blu è sempre più a rischio nei bacini dell’Africa. La situazione climatica dei Paesi del continente africano e lo storico scarso approvvigionamento d’acqua dei suoi villaggi sembra infatti destinata a peggiorare.
Secondo lo studio CPWF (Challenge Program on Water and Food) condotto dall’organismo CGIAR (Consultative Group on International Agricultural Research), a causa dei cambiamenti climatica in corso si arriverà ad un’emergenza clima che modificherà la portata d’acqua dei maggiori fiumi africani, compromettendo le vita degli abitanti. Lo studio lancia in particolare l’allarme per il fiume Limpoo, che raccoglie attorno alle sue rive 14 milioni di persone e si divide fra Botswana, Sud Africa, Mozambico e Zimbabwe; basando i propri calcoli sull’ Intergovermental Panel on Climate Change (IPCC), lo studio ha calcolato che l’innalzamento delle temperature e la diminuzione delle piogge, unite alla crescente povertà della zona causata dal calo della produzione agricola, avrà un impatto pesante sulle popolazioni autoctone.
Le soluzioni atte a risolvere questa situazione di emergenza prevista per i prossimi decenni, si concretizzano certamente in piani di aiuto internazionali, ma il vero aiuto che il mondo dovrebbe dare a questi paesi, prima che dalle tasche deve passare dalle azioni quotidiane e dalla consapevolezza che sebbene in alcune zone della terra alcune risorse vitali -come l’acqua- ed altre diventate fondamentali -come il petrolio- siano disponibili in grande quantità, non vanno sprecate.
La soluzione più plausibile che i governi africani dovranno adottare il prima possibile consiste nell’installazione e continua manutenzione del serbatoio interrato che servirà per la raccolta dell’acqua piovana in cisterne abbastanza capienti da costituire una scorta per i periodi di aridità, dato che risultano essere a rischio anche zone densamente popolate come Egitto ed Etiopia, che confinano infatti con la parte alta del Nilo. Ciononostante l’aiuto maggiore e che sarebbe in grado di offrire risultati di lunga durata, deriverebbe dall’impegno di tutti a risparmiare un po’ di energia, acqua, petrolio, quando è possibile; il primo passo andrebbe fatto dalle aziende, che acquistano e consumano queste risorse in maggior quantità rispetto ai privati. Fatti recenti di cronaca infatti dimostrano come ancora oggi esistano delle aziende che per risparmiare in attrezzature speciali, tasse di smaltimento e personale, fanno un uso inappropriato di risorse come acqua e carburante soprattutto, facendo degli sprechi da un lato e dei cattivi smaltimenti dall’altro.
Una responsabile e corretta condotta aziendale dovrebbe passare dall’installazione effettuata da ditte specializzate che sono in grado di calcolare i giusti accessori serbatoi e le guarnizioni di tenuta in base alle dimensioni dell’azienda, al tipo di liquido che devono contenere, sia esso di scarto o di una materia prima da utilizzare, e alle normative regionali in tematica di stoccaggio materie prime e di smaltimento rifiuti industriali.
Per quanto riguarda i cittadini italiani, si sta diffondendo in questo ultimo periodo la sensibilità di risparmiare l’acqua anche fra le pareti domestiche: alcune soluzioni scelte dai cittadini italiani sono l’incanalamento delle acque piovane in serbatoi acqua di raccolta (soprattutto nel Sud Italia), l’utilizzo di miscelatori d’aria per i rubinetti e nelle docce ed i più semplici metodi di risparmio che richiedono un po’ di attenzione mentre ci si lavano i denti, si usa lo sciacquone o ci si fa la barba.

Serena Rigato
Prima Posizione srl- blog business

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Acqua: da tenere in considerazione nei centri urbani

Realizzare restyling di vie cittadine, in particolar modo quando si tratta di zone a rischio idrogeologico abbastanza alto, richiede anche un necessario rifacimento di tutti quelli che sono indicati come canali di scolo cittadini e che imitano i rischi di alluvione e allagamenti di varia entità.

Non a caso quando si procede alla realizzazione di lavori di portata pubblica sempre di vasto raggio a livello di competenze devono essere le valutazioni che devono integrare con le valutazioni teoriche anche considerazioni derivate da sopralluoghi tecnici e da un’accurata analisi della rete idrica e fognaria di ogni settore. Ovviamente molto diverse sono le valutazioni che si devono e che si possono fare in base a dove ci si trova. In alcuni casi, infatti, per esempio se si guarda al sud dell’Italia o della Spagna. L’acqua piovana incarna un bene prezioso che mai come ora deve essere recuperato e riutilizzato per altri servizi come l’irrigazione o per uso domestico (ovviamente dopo il filtraggio e l’adeguato trattamento). In ogni caso comunque quando si tratta di centri storici che rappresentano un vero e proprio patrimonio per la cultura, come succede nella maggior parte dei centri e dei paesi europei, la prima fase da prendere in considerazione è quella di procedere al drenaggio dell’acqua. Questo deve avvenire sia nel caso in cui l’acqua vada a confluire in fiumi e canali sia nel caso debba entrare all’interno della rete idrica. La soluzione più indicata in molti casi è quella di prevedere l’installazione di apposite griglie in abs ramato che preservino gli edifici e i marciapiedi dall’allagamento prevedendo lo scarico entro apposite canalizzazioni sotterranee.

Inevitabili in contesti cittadini sono di certo le griglie in plastica che sempre più vengono utilizzate come alternative anche all’interno di edifici industriali. Attraverso questi accessori dell’arredo urbano limitando l’investimento visto il materiale si possono rendere più facili alla manutenzione pozzetti e altri spazi dedicati alla raccolta e allo scolo dell’acqua. Soluzione destinata ad essere definitiva e che si rende quella ideale nel caso si parli di scoli destinati ad essere applicati vicino ad ingressi o in lievi pendenze sono le Griglie in alluminio che filtrano il flusso delle acque e le drenano affinchè non vi siano reflussi che potrebbero danneggiare edifici in particolare la parte relativa alle fondamenta. E’ inutile elencare in questa sede quali possono essere i danni causati da alluvioni, a spiegare tali catastrofi sono sufficienti le recenti immagini di calamità che recentemente hanno colpito anche il nostro paese.

In caso di recupero dell’acqua piovana oltre alle varie griglie di ventilazione che si rendono necessarie per il filtraggio e il drenaggio delle acque deve essere costruita un’intera rete dedicata, che non necessariamente deve essere frutto di pesanti interventi edilizi ma che in alcuni casi può semplicemente far confluire i liquidi all’interno di cisterne posizionate in maniera strategica. Ovviamente per realizzare anche semplici impianti è necessaria se non indispensabile la consulenza di uno specialista che di certo saprà indicare quelle che sono le collocazioni ideali. In caso di vicinanza di canali o scoli d’acqua infatti indispensabili sono le installazioni di idrovore che mitighino l’effetto di eventuali piene e permettano uno scorrimento veloce al surplus di acqua piovana.

A cura di Martina Celegato
Prima Posizione srl
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L’arte psichica ed ecologica di Leombianchi, pittore simbolista milanese che ha attraversato il secondo Novecento e il primo decennio del Duemila

Leombianchi si definisce ‘pittore Plastico, Ecologico, Simbolico e Psichico’; attraverso vari periodi, dal 1954 ad oggi, ha affrontato il tema della natura e del suo inquinamento da parte dell’uomo. Dichiara: “ogni artista, nell’era della luce, ha il diritto di chiamarsi tale se segue uno scopo sociale e spirituale”

“Durante sette conferenze di Baba Bedi 16° – filosofo conosciuto personalmente durante i convegni organizzati dal Centro di Filosofia Acquariana a Milano – dell’agosto del 1983 a Gualdo Tadino, ho preso annotazioni importanti che illustravano alcuni concetti che condivido totalmente e che qui riassumo”: parla Leombianchi, pittore simbolista milanese che ha cominciato la sua attività a metà degli anni ’50 e che ha ben impresso nelle sue tele una forte ispirazione ecologica, acuita dalla distruzione della natura da parte dell’uomo a partire dal secondo Novecento. Leombianchi illustra i principi dell’arte psichica mutuati da Baba Bedi e riproposti nella sua vita e nella sua arte: “ogni artista, nell’era della luce, ha il diritto di chiamarsi tale se segue uno scopo sociale come essere umano ed è un essere umano solo se è un essere sociale” afferma. “Al ruolo dell’artista psichico a cui serve uno scopo sociale, va aggiunta ora una nuova dimensione, cioè l’essere un agente cosciente per la trasformazione della società. Il nuovo artista deve intraprendere la lotta della Totalità e divenire uno strumento per la trasformazione di tutti gli esseri umani e lo strumento dell’Arte psichica deve essere usato per l’evoluzione della coscienza. Il ruolo dell’artista psichico ha il privilegio di partecipare, con la propria espressione, alla lotta grandiosa che va a sfidare ogni uomo e donna, cosciente del cambiamento qualitativo nella trasformazione cosmica. L’evoluzione stessa si è trasformata dall’era della forza vitale, che guidava la vita umana, alla condotta umana; questa è la differenza tra il vecchio concetto e il nuovo concetto dell’era dell’Acquario, che richiede una forte evoluzione della coscienza umana fino a un punto di perfezione. Ho cercato di esprimere buona parte della mia pittura  seguendo questi concetti” conclude Leombianchi.

Leombianchi può essere definito un pittore Plastico, Ecologico, Simbolico e Psichico. Nato a Milano, ha frequentato i corsi di Domenico Cantatore a Brera; ha partecipato alla vita artistica milanese, conoscendo nei loro studi i maestri Ibrahim Kodra, Gianni Dova, Lucio Fontana, Carmelo Cappello e a Rovereto il futurista Fortunato Depero, oltre ai più giovani Pietro Gentili, Marco Magrini e Ho Kan e ha colto dal vivo, negli anni ‘70, i fermenti artistici milanesi.

Animato da sempre da un vivo desiderio di viaggiare per conoscere la natura intatta e incontaminata e gli usi, i costumi e i tesori artistici del proprio e di altri Paesi, Leombianchi ha portato avanti una ricerca pittorica che si può definire un canto d’amore alla natura e alla sua magica, armoniosa e millenaria evoluzione. Proprio in un momento in cui cominciava un periodo oscuro di aggressione alla natura da parte degli uomini della civiltà dei consumi e del profitto, il pittore simbolista fu fra i primi a innescare una pronta ribellione che prese corpo attraverso una pittura di denuncia contro questi inquinamenti.

Tra i suoi periodi artistici quelli dedicati maggiormente alla natura e al problema dell’inquinamento sono ‘Evoluzione della natura’ (dal 1968), ‘Contro la contaminazione della natura’ (1970-72) e ‘Evoluzione della ecologia interiore’ (dal 2000), che il pittore simbolista illustra così: “ho pensato di poter creare una casa interiore simbolica, per un aiuto ed una ascesa interiore personale con la quale poi imboccare la via maestra di ascesa spirituale. La casa interiore simbolica ha lo scopo di stimolare l’ecologia interiore e l’agire etico nella vita. Questi lavori sono dedicati alle persone che credono in una evoluzione spirituale, verso il futuro di un’umanità realizzata, felice e pienamente rispettosa degli altri eliminando gli eccessi di consumismo e di mercato”.

http://www.leombianchi.it

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Ecosistemi idrici in pericolo

L’ acqua è un bene primario, anzi, senza voler esagerare, è il bene primario per eccellenza. Il suo fluire scandisce tutta nostra vita, la utilizziamo per bere, per cucinare, per la preparazione dei cibi, per lavacri…insomma è parte costante e fondamentale delle nostre vite.

La modernità ha portato però ad un impoverimento delle risorse idriche dovuto soprattutto all’inquinamento che ha alterato gli ecosistemi che hanno come componente fondamentale l’Acqua.

L’inquinamento idrico può essere causa da differenti fattori quali gli scarichi diretti o indiretti di attività industriali o anche delle normali attività umane che giungono nei corsi d’acqua, nel laghi e nei mari dai grandi insediamenti urbani senza essere trattati opportunamente.

L’alterazione dei sistemi idrici può derivare da causa chimica o batterica e le conseguenze di tali contaminazioni possono essere anche mortali per gli esseri umani ed animali. Molte sostanze, comunemente utilizzate in fabbriche o nelle nostre case sono altamente inquinanti per gli ecosistemi idrici e non neanche ce ne accorgiamo.
Le azioni da intraprendere per tutelare l’acqua dall’inquinamento sono molteplici e ne citiamo qui solo qual- che esempio. Una delle risposte della tecnologia moderna a questo problema sono gli impianti di depurazione delle acque reflue, con nuove tecnologie tali da essere in grado di restituire l’acqua completamente depurata dal precedente inquinamento.
Le navi cisterna di nuova generazione provenienti dal- l’Unione Europea devono avere il doppio scafo per evi- tare fuoriuscite di idrocarburi in caso di incidenti. Per affrontare il problema dell’eutrofizzazione (figura), in passato le industrie hanno dovuto eliminare i fosfati dai prodotti detergenti e sostituirli con altre materie. La riduzione dei fertilizzanti usati in agricoltura o una conversione da un’agricoltura industriale a un’agricoltura biologica contribuirebbe a ridurre la quantità di fertilizzanti presenti nei corpi idrici.

www.fmtrattamentoacque.com

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Tra la perduta gente: i Boscimani del Kalahari

Tra la perduta gente

è la nuova emozionante mostra-proiezione della fotografa e viaggiatrice in solitaria  Raffaella Milandri.

Si terrà il 13 dicembre presso l’Auditorium Comunale di San Benedetto del Tronto. “E’ un reportage video-fotografico, una importante testimonianza raccolta in Botswana  che è un tributo di solidarietà al popolo dei Boscimani del Kalahari e a tutti i popoli indigeni. Con “Tra la perduta gente”  si vuole anche sensibilizzare l’opinione pubblica e il Parlamento Italiano a favore della ratifica dell’Italia alla ILO 169” dice l’autrice.

Questo reportage, corredato da una intervista-denuncia sulla situazione dei Boscimani, è articolato dantescamente in tre sezioni di foto: immagini della terra ancestrale dei Boscimani nella sua bellezza (Paradiso), il villaggio dei Boscimani nel Kalahari con problemi di sopravvivenza (Purgatorio) ,ed infine uno dei campi di deportazione(Inferno).

“Durante la mia  intervista   la donna boscimane, mentre racconta le vicissitudini del suo popolo,  indica sempre là, un punto lontano, dove vuole tornare: è la sua terra ancestrale, il deserto del Kalahari” dice la Milandri, e aggiunge:

“Il titolo ha significato duplice: la gente perduta sono i Boscimani, dispersi e smarriti nella loro identità; ma in senso dantesco sono anche i Governi e le multinazionali, quando usano un  potere crudele contro popoli inermi”

LA STORIA DEI BOSCIMANI DEL KALAHARI

I boscimani sono uno dei popoli più antichi della terra: da oltre 30.000 anni hanno vissuto nel deserto del Kalahari. La Central Game Reserve of Kalahari, in Botswana, è infatti stata creata nel 1961 per proteggere il loro territorio e la loro cultura, basata sulla caccia e su una vita in armonia con la natura. Ma dal 1997 è iniziata una vera odissea per questo antico popolo, dopo la scoperta di ricche miniere di diamanti nel loro deserto. Uomini, donne, bambini, anziani  portati via con la forza su camion, villaggi smantellati, scuola e ambulatorio medico chiusi, e per finire distrutte le riserve d’acqua e chiusi i pozzi d’acqua.

Dopo diverse deportazioni, oggi  nella riserva sono rimasti solo 300 Boscimani, tutti gli altri sono in campi di reinsediamento. Questi 300 Boscimani hanno enormi problemi di sopravvivenza e una vita durissima : il Governo proibisce loro di andare a caccia, e vengono arrestati se lo fanno; il Governo proibisce loro di usare  i pozzi d’acqua,  e sono costretti a raccogliere l’acqua da pozzanghere nella sabbia  e da radici. proibisce di  La loro vita è durissima.

“Ho visitato il villaggio nel deserto, dopo aver donato loro zucchero, latte, the e tabacco, prendo una tanica d’acqua dall’auto e la poso in terra, in mezzo al cerchio della gente del villaggio, seduta all’ombra di uno dei rari alberi. E subito, con un ordine gerarchico e familiare che a me è oscuro, appaiono tazze di latta che vengono riempite e svuotate lentamente, in silenzio religioso. Ora comprendo appieno cosa significa l’acqua nel deserto. Lo vedo nei loro occhi, nei loro visi  impolverati e nelle labbra aride. Chiedo ad una ragazzina che parla un po’ di inglese dove si trova l’acqua, e lei alza il braccio indicando l’ovest: lontano, lontano….Le donne lavano i panni in bacinelle con un dito d’acqua densa e scura. Gli unici pozzi d’acqua vicini (30 km circa) sono stati chiusi e non hanno il permesso di scavarne di nuovi.” racconta la Milandri.

Oggi, mentre i  Boscimani nel deserto lottano per la sopravvivenza, le migliaia che si trovano

nei campi di reinsediamento  sono vittime di alcolismo, HIV, depressione. La loro unica ed antica cultura rischia di scomparire per sempre.  Stanno perdendo la loro identità e ancora aspettano perché vengano riconosciuti i loro  diritti umani.

Nel  2006 i Boscimani hanno vinto una –lunghissima- causa nei confronti del Governo del Botswana, ottenendo il diritto a vivere nelle loro terre,  a   usare i pozzi d’acqua e a poter cacciare per il loro fabbisogno alimentare; ma dopo la sentenza  nulla è cambiato.  Ogni volta che hanno provato a tornare alla loro terra, li hanno costretti a tornare nei campi di reinsediamento.

E’ del 12 novembre 2009 una notizia riportata dal quotidiano canadese Globe and Mail :

una donna Boscimane, ad un posto di controllo, guarda la immagine appesa del Presidente del Botswana Ian Kama e dice quello che per lei è un complimento:  “sembra un Boscimane” . Il commento viene ritenuto un insulto e la donna viene portata alla stazione di polizia, segregata per un giorno e una notte, e costretta a pagare una multa.  L’appello della Milandri:

“E’ urgente intervenire subito, la gente boscimane è davvero disperata, non ce la fa più. Parte del materiale della mia mostra-proiezione è già stato inviato, insieme ad una documentazione, al Commissariato per l’eliminazione delle Discriminazioni Razziali dell’ONU. Il Segretario in carica mi ha confermato che la questione dei Boscimani verrà esaminata entro i primi mesi del 2010. Speriamo bene”

I POPOLI INDIGENI E LA ILO 169

Il caso dei Boscimani è, purtroppo, una goccia nel mare delle discriminazioni, violenze, soprusi a cui sono stati assoggettati i popoli indigeni e tribali: i nativi americani(dagli Apache agli Inuit), gli aborigeni australiani, i maori neozelandesi, gli indios sudamericani, i pigmei africani, e tanti-troppi-altri.

Circa 300 milioni di persone nel mondo sono accomunate da questo destino:  culture e società così speciali da essere considerate Patrimonio dell’Umanità, stile di vita semplici a contatto con la natura .

Da parte loro, solo la richiesta di essere lasciati nelle loro terre ed essere riconosciuti come esseri umani, con i loro diritti; da parte di Governi e multinazionali, l’avidità senza scrupoli di appropriarsi di terreni dove si trovano ricchezze : diamanti, uranio, oro, petrolio, foreste.

“ Non guardiamo a questi popoli con simpatia solo nei film dove si raccontano le loro storie: sono esseri umani, reali, che soffrono.  Ho visto la stessa sofferenza e smarrimento negli occhi degli Inuit in Alaska, degli Apache negli Stati Uniti, degli Aborigeni in Australia, dei Boscimani in Botswana. Sono stata testimone di crudeli episodi di razzismo e ho visto ovunque trattamenti davvero disumani per questi popoli che hanno la sola colpa di essere semplici e genuini. E che rischiano l’estinzione” dice Raffaella Milandri

L’appello e il messaggio della mostra “Tra la perduta gente” è quello di sostenere e caldeggiare la ratifica dell’Italia alla ILO 169, che è una convenzione internazionale in supporto dei popoli indigeni e tribali.

“ Per L’Italia , che fa già parte della ILO, agenzia delll’ONU,  dal 1919, si tratta di una ratifica che non ha effetti sulla realtà nazionale. E’ solo un gesto di solidarietà che aiuta questi popoli ad essere riconosciuti nella loro dignità. Su Facebook abbiamo formato un gruppo che conta ad oggi circa 2000 iscritti, con lo scopo di sollecitare il Ministro Frattini a questa ratifica.”

L’iniziativa della Milandri ha trovato terreno fertile a questa campagna a San Benedetto del Tronto, dove il Consiglio Comunale –motore il partito dei Verdi-ha infatti recentemente  approvato la mozione per la ratifica dell’Italia alla ILO 169, che verrà così spedita alla Presidenza della Repubblica e  del Consiglio, e ai Ministeri competenti. L’Assessore alle Politiche Ambientali, Paolo Canducci, promuove la mostra.

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Gioielli Alchemici

Un gioiello alchemico è un monile che viene creato con il metodo di fusione a cera persa. Questo antico metodo usato da Sumeri, Egizi, Etruschi, popoli Africani e Precolombiani presenta in ogni fase di lavorazione una simbologia che appartiene per molti versi al processo di creazione della vita umana. Questa tecnica rende ogni gioiello unico ed irripetibile, come l’essere umano.Usare questo metodo però non basta, è necessario essere coscienti di ciò che avviene in ogni passaggio. La filosofia applicata alla tecnica di laboratorio darà un significato profondo ad ogni oggetto, sia per quanto riguarda la natura del gioiello in se stesso sia per quanto riguarda la sua forma. Inoltre per definire un gioiello “alchemico”, è importante che il materiale di cui è composto sia un materiale ETERNO, abbia in sé il principio “ETER”, il quinto elemento, ovvero ciò che lo farà resistere alle prove di Saturno, il padrone del tempo.Questo significa utilizzare materiali come l’oro – nell’ambito dei metalli nobili – oppure la Lega Stellite (acciaio chirurgico) o il titanio – nell’ambito dei metalli non nobili.La mancanza di ossidazione, il mantenimento della brillantezza, la perfetta compatibilità con il corpo e le sue energie, fanno di ciascuno di questi tre metalli la materia prima ideale per creare gioielli che resistano al tempo e che contemporaneamente rispettino la salute delle persone che li indossano.In un’epoca di perdita di valori e di significati un gioiello alchemico rappresenta una piccola scultura da indossare, che ha un simbolismo profondo, una sua “anima” e quindi indossarlo significa portare con sé una forma-pensiero che genera una “forza” speciale, esattamente come fanno alcuni cristalli che si utilizzano per armonizzare le energie.
Ciò che determina la natura di un gioiello “alchemico” è inoltre legato allo spirito ed allo stile di vita di chi lo fa. E’ necessario che esista una coerenza, una responsabilità che si evidenzia nello stile di vita del creatore. L’artista imprime quindi al gioiello qualcosa di sé e della sua essenza: proprio questo aspetto è ciò che per gli alchimisti rende preziosa la loro opera.
Quando “arte e vita” coincidono, infatti, l’arte racchiude in sé l’essenza del tempo e dello spazio, l’alchimista la raccoglie e la esprime nell’opera, ma tra tutte le tecniche, quelle che prevedono l’uso del fuoco sono le più affascinanti poiché riescono a trasmettere al meglio l’Essenza della vita. IL CORSO:L’appuntamento è per il 28 e 29 Marzo al Bosco WWF di Vanzago.Il corso avrà la durata di un weekend, durante il quale ognuno potrà sperimentare la propria creatività per dar vita al suo gioiello alchemico attraverso un percorso che prenderà in considerazione, oltre all’alchimia dell’oggetto – con preparazione in cera, fusione e formulazione di un “intento” – anche l’alchimia della persona.

Il corso sarà infatti supportato da tecniche di alchimia umana come la meditazione, lo yoga, l’arte, l’incontro con la natura e con i quattro elementi per generare una trasformazione vera e profonda di se stessi, proprio come avviene nel metallo. Questo aiuta a trasformare gli aspetti di noi che vogliamo cambiare (piombo) per manifestare la parte più pura e migliore di noi (oro) oppure confermare più coscientemente i progetti che già stiamo vivendo.

Per informazioni e prenotazioni:

www.oracolodiwilde.it 

[email protected] 

tel. 338.9866577 347.4586287

 

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