Il giornale satirico Charlie Hebdo era ormai da qualche tempo sotto osservazione a causa di minacce subite in precedenza per alcune loro vignette nelle quali si prendeva in giro, anche se in maniera tagliente, l’islam e le altre religioni. Tutto si pensava, tranne che si potesse arrivare ad un attacco così clamoroso. Tre giovani di origini islamiche che da tempo vivevano in Francia, hanno attaccato la sede del giornale, in tenuta militare e armati di kalashnikov. Due di loro (il terzo gli faceva da autista) uccidono persino due agenti al grido “Allah è grande, vendicheremo il Profeta”. Spaventoso il bilancio: 12 i morti tra cui il direttore del giornale Stephan Charbobbier oltre a cinque feriti gravi. Un giornalista che riesce a salvarsi filma il tutto da un tetto (video presente in rete e trasmesso da tutte le emittenti del mondo). Spari, grida e nient’altro. I due assassini salgono su una macchina rubata e si danno alla fuga. Si tratta di un attentato efferato, crudele. È assurdo, 12 persone uccise così, colpevoli di usare un’arma, un’unica arma: la loro matita. Uno dei valori più importanti su cui si fondano l’Europa e il mondo occidentale nel suo complesso è la libertà di espressione e questo attentato, per pochi minuti, ci è stata tolta. Riflettiamo e non stiamo con le mani in mano. Si sparga la voce di quanto accaduto perché ognuno è libero di esprimersi in qualsiasi forma, scrittura compresa. Uno slogan ha invaso la rete e il mondo; “je suis Charlie” (io sono Charlie). La verità è che tutti siamo dei Charlie. Certo, il fatto ci ha colpiti molto, ma non proveremmo rabbia e voglia di vendetta anche noi se non fosse successo qui in Italia? Le parole giuste per definire gli uomini che hanno compiuto questo grave atto sono “schegge impazzite dell’Islam”. Non ci rendiamo neppure minimamente conto di quanto l’interpretazione libera di questa religione influisca sulla mente di queste persone. Uccidere degli innocenti è il peggiore degli atti. Certo, hanno scritto cose molto forti e forse intaccavano la sensibilità di qualche individuo … Tuttavia per questo si chiama “giornale satirico”. Per far riflettere con una vena ironica. E per questo le persone meritano di morire? Riflettiamo e sensibilizziamoci su questo punto. Un punto importante è l’omicidio di persone innocenti, la cattiveria, ma il vero centro fondamentale è il fatto che in una società moderna come la nostra, in un continente avanzato come l’Europa, in un attimo alcuni uomini sono stati pian piano privati del diritto di stampa sotto minacce, della libertà di espressione ed infine sono stati privati del bene più grande, la vita. La guerra si combatte fuori dai nostri paesi, ma è dappertutto. Perciò non dobbiamo essere indifferenti. Purtroppo, a causa della guerra, l’occidente oggi sta pagando. A causa della guerra, che tanto ci sembra distante, oggi le famiglie piangono la morte dei loro cari. Oggi è il giorno per sensibilizzarci, oggi è il giorno per fare anche noi nel piccolo qualcosa. Oggi è il giorno per cambiare.
Chiara Avantaggiato
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