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Economia, la transizione energetica spingerà anche lo stagno

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  • 16 Maggio 2023

Nei prossimi anni la domanda di materie prime sarà indirizzata principalmente dal processo di transizione energetica che sta riguardando l’economia globale.
Questo processo riguarderà principalmente i metalli non ferrosi, dal momento che si tratta di materie prime che vengono impiegate in molteplici tecnologie a basso impatto ambientale, se non zero. Tra questi rientra anche lo stagno.

Il ruolo dello stagno nella transizione dell’economia

economia stagnoLo stagno avrà un ruolo importante nella transizione digitale ed energetica grazie ad alcune sue qualità caratteristiche.
In primo luogo la sua forte resistenza agli agenti corrosivi ed in secondo luogo la sua grande conducibilità elettrica. Viene utilizzato come rivestimento nella lavorazione dell’acciaio e delle saldature delle componenti elettroniche. Quest’ultimo utilizzo rappresenta la metà dell’impiego totale dello stagno.

Chiaramente l’incremento della richiesta di componenti elettronici, tipica dell’economia di questo periodo, aumenterà anche il valore dello stagno.

L’ultimo biennio

La crescita della domanda di componenti elettronici proprio nell’ultimo biennio ha fatto da driver per l’aumento del prezzo dello stagno.
Se andiamo a vedere la crescita delle quotazioni di questo metallo nella banca dati XTB, nei due anni che hanno fatto seguito alla crisi pandemica si può notare che la crescita non ha avuto pari nella storia del secolo in corso, a causa di uno squilibrio tra domanda e offerta.

Mercato non in equilibrio

Il profondo deficit di offerta ha provocato uno squilibrio enorme. Le interruzioni della produzione dei principali paesi leader (Cina, Indonesia e Myanmar) hanno fatto crollare la disponibilità di stagno, mentre la domanda continuava a crescere.
Al London Metal Exchange una tonnellata di stagno all’inizio del mese di marzo 2022 ha superato i 50.000 dollari. Quello è stato il picco, visto che nei mesi successivi la price action ha segnato un calo sui 20.000 dollari, prima di una successiva nuova ripresa nel range tra 20000 e i 32000 dollari per tonnellata.

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