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Come funziona la depilazione laser

La depilazione laser risulta essere la tecnica più comoda e indolore per una depilazione a lungo termine o addirittura permanente.

La depilazione laser permette di “sigillare” i bulbi piliferi in profondità senza intaccare minimamente la pelle circostante.

La tecnica di depilazione laser è in realtà un processo di epilazione in quanto va ad agire direttamente sulla radice del pelo eliminando anche il bulbo. Il pelo, infatti, si forma nel bulbo pilifero che si trova alla base del follicolo e le sue cellule si moltiplicano e si allungano verso l’alto.

La luce del laser scalda il pelo e nel giro di pochissimi secondi lo brucia. Il bulbo pilifero viene così danneggiato e non produce più peli per un lungo periodo di tempo.

L’energia luminosa emanata dal laser è molto intensa e potente, contiene, infatti, migliaia di watt di energia, e riesce a penetrare in profondità. Essa viene assorbita dalla melanina, e per trasmissione termica passa al pelo ed il follicolo, che vengono riscaldati e danneggiati.

Sebbene la tecnica di depilazione laser sia considerata definitiva in realtà questa assicura semplicemente risultati molto più duraturi delle altre tecniche epilatorie.

I trattamenti laser, infatti, possono distruggere in modo definitivo i follicoli piliferi in fase di crescita, ma, poiché i peli crescono secondo cicli costituiti da una fase di crescita seguita da una fase di riposo, l’impulso laser distrugge alcuni follicoli (quelli in fase di crescita) ma altri ne ricrescono (quelli in fase di riposo).

Inoltre, poiché ogni regione del corpo ha peli con una diversa fase di ricrescita, sopracciglia e ciglia hanno una fase di ricrescita pari a 1/6 mesi, mentre i capelli hanno una fase di 2/6 anni, è chiaro che il trattamento sarà più efficace in alcune zone che in altre.

Tuttavia frequenti sedute di trattamento laser inibiscono la crescita, indeboliscono i peli e li rendono meno folti e meno spessi.

Il laser è sensibile alla melanina, quindi agisce in maniera pressoché perfetta su peli scuri ben in evidenza su pelli di carnagione chiara.

Poiché il fascio di luce del laser viene assorbito dalla melanina, e trasmesso poi al follicolo, maggiore è la quantità di questo pigmento maggiore sarà l’efficacia del trattamento.

Per il trattamento di depilazione vengono utilizzati vari tipi di laser, tutti caratterizzati impulsi lunghi, che sono strumenti capaci di emettere un raggio molto intenso per penetrare in profondità nel derma ed agire nella struttura del bulbo pilifero modificandone il funzionamento e rendendo molto più difficoltosa la ricrescita del pelo. Tra i più utilizzati sono i laser a diodi, e quelli a luce pulsata.

Il laser a diodi è un’apparecchiatura che utilizza come componenti attivi dei semiconduttori, i diodi, ed emettono un raggio a lunghezza d’onda variabile per cui possono essere adattati alle esigenze applicative. Sono apparecchi potenti e veloci e particolarmente adatti all’epilazione di zone in cui i peli sono numerosi come gambe, ascelle, inguine, barba, braccia e la schiena maschile.

Il laser a luce pulsata è un’apparecchiatura che genera un fascio di luce molto intenso ma che viene erogato attraverso brevi impulsi, impulsi di maggiore intensità e durata minore consentono di avere risultati efficaci e meglio tollerati.

Il trattamento al laser può essere fatto anche in presenza di una ricrescita di due millimetri, quindi tra un trattamento e l’altro sarà anche possibile passare con la lametta (evitando però la ceretta ed epilatori elettrici) per avere sempre una pelle liscia.

Per avere informazioni su un trattamento di epilazione laser definitiva a Brescia, contatta Epilcentre, un istituto che a Brescia si occupa esclusivamente di epilazione con laser e luce pulsata dal 20 anni.

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Come analizzare gli infortuni attraverso le mappe mentali

Comunicato Stampa

Come analizzare gli infortuni attraverso le mappe mentali

 

Un corso a Brescia il 29 gennaio 2019 per analizzare i casi di infortunio attraverso l’utilizzo delle mappe mentali con l’obiettivo di evidenziare connessioni e migliorare la prevenzione.

La prevenzione degli incidenti e infortuni professionali è molto difficile laddove sia carente un’adeguata comprensione delle cause che li hanno determinati. Ed è proprio per questo motivo che l’analisi degli infortuni che avvengono nei luoghi di lavoro, è un elemento molto importante in ogni politica di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.

E nell’analisi è importante utilizzare strumenti in grado di evidenziare tutte le connessioni, tutte le carenze e gli errori che hanno dato origine agli incidenti con particolare riferimento anche alle conseguenze penali in caso di infortunio e alle responsabilità dei soggetti aziendali.

Come affrontare l’analisi degli infortuni con idonei strumenti in grado di creare connessioni tra elementi o argomenti che altrimenti apparirebbero distanti?

Il corso per l’analisi dei casi di infortunio con le mappe mentali

Proprio per fornire agli operatori e alle aziende idonee competenze e strumenti per l’analisi degli infortuni, l’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS) organizza per il 29 gennaio 2019 a Brescia un corsodi 8 oredal titolo “Analisi dei casi reali di infortunio attraverso le mappe mentali”.

In particolare il corso si pone l’obiettivo di analizzare casi di infortunio realmente accaduti in azienda e l’iter giudiziario che ha condotto alla sentenza della Corte di Cassazione, dando particolare attenzione all’esame della dinamica, delle modalità di accadimento e delle conseguenze.

Partendo da tale analisi, i partecipanti costruiranno una mappa mentale – utile strumento che permette di creare una schematizzazione dei processi progettuali – relativa agli obblighi e ai compiti di coloro che operano all’interno del servizio di prevenzione e protezione: datore di lavoro, dirigente, preposto, RSPP/ASPP, lavoratori.

Lo strumento delle mappe mentali

Innovazione e creatività sono gli elementi che caratterizzeranno il corso organizzato dall’Associazione AiFOS. E, in questo senso, le mappe mentali risultano essere uno straordinario strumento che, attraverso la rappresentazione grafica del nostro pensiero e la strutturazione dei contenuti in modo gerarchico e associativo, stimolano la memoria, l’apprendimento e l’analisi delle connessioni.

Le “mappe mentali” sono dunque molto utili nella comunicazione del pensiero in quanto si esplicitano graficamente i legami concettuali e si facilita la creazione di associazioni mentali.

Attraverso lo strumento delle mappe mentali i partecipanti al corso saranno in grado di riepilogare, sintetizzare, evidenziare ma soprattutto creare nuove connessioni tra elementi o argomenti che altrimenti apparirebbero distanti. Inoltre potranno comprendere in maniera rapida ed efficace i concetti trattati in aula e avranno a disposizione uno schema di immediata memorizzazione visiva. 

Le informazioni e il programma del corso di Brescia

Per fornire idonee competenze nell’utilizzo delle mappe mentali per l’analisi degli infortuni, si terrà dunque il corso, di 8 ore in presenza, “Analisi dei casi reali di infortunio attraverso le mappe mentali” che avrà luogo il 29 gennaio 2019 a Brescia dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00 presso AiFOS Service in via Branze 45, c/o CSMT, Università degli studi di Brescia.

Questi gli argomenti affrontati durante la giornata formativa:

  • L’organigramma aziendale in ambito sicurezza nei luoghi di lavoro;
  • Le conseguenze penali in caso di infortunio: l’analisi degli articoli 589 e 590 del Codice Penale;
  • Casi reali: le responsabilità dei soggetti aziendali (datore di lavoro, dirigente, RSPP, preposto, lavoratore, medico competente) attraverso l’analisi delle sentenze della Corte di Cassazione;
  • Gli obblighi dei soggetti aziendali alla luce delle sentenze analizzate;
  • Esercitazioni e simulazioni di casi pratici.

Il corso, che avrà come docente la Dott.essa Giovanna Rosa (avvocato specializzato in sicurezza sul lavoro, ambiente e qualità), è valido come aggiornamento relativo a 6 ore per RSPP e ASPP, 6 ore per Coordinatori alla Sicurezza e 6 ore per formatori prima area tematica.

Per avere informazioni e iscriversi al corso è possibile utilizzare questo link: http://aifos.org/home/formazione/corsi-qualificati/normativa/normativa/analisi_dei_casi_reali_di_infortunio_attraverso_le_mappe_mentali

Segnaliamo che le spese di partecipazione a convegni, congressi e simili o a corsi di aggiornamento professionale, nonché le spese di viaggio e soggiorno, sono integralmente deducibili – entro il limite annuo di 10.000 euro – come previsto dall’articolo 9 della Legge 22 maggio 2017, n° 81 (cosiddetto “Jobs Act dei lavoratori autonomi“).

Per informazioni:

Sede nazionale AiFOS: via Branze, 45 – 25123 Brescia c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia – tel.030.6595031 – fax 030.6595040 www.aifos.it[email protected]

13 dicembre 2018

Ufficio Stampa di AiFOS

[email protected]

http://www.aifos.it/
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Quizartinib: presentate le analisi conclusive sullo studio Quantum R

È stato confermato che il trattamento con quizartinib aumenta la sopravvivenza complessiva nei pazienti con LMA recidivante/refrattaria FLT3-ITD

San Diego (USA), 4 dicembre 2018 – Al 60° Meeting annuale della Società americana di Ematologia (ASH) di San Diego, Daiichi Sankyo ha presentato le analisi finali sullo studio Quantum R, che ha valutato il quizartinib, il farmaco per via orale, in monoterapia che, rispetto alla chemioterapia di salvataggio, aumenta la sopravvivenza complessiva fino a 6 mesi dei pazienti affetti da leucemia mieloide acuta refrattaria o recidivante con mutazioni di FLT3-ITD.
Le analisi di sensibilità pre-specificata della sopravvivenza globale e della sopravvivenza libera da eventi, così come le analisi di sottogruppi predefiniti dello studio QuANTUM-R sul quizartinib sono risultate coerenti con l’analisi primaria della sopravvivenza globale. Anche l’analisi degli endpoint chiave esplorativi, quali la remissione completa composita (CRc), la durata della CRc e il trapianto di cellule staminali ematopoietiche (HSCT), è risultata concordante e supporta il beneficio sulla sopravvivenza globale primaria dimostrato nello studio QuANTUM-R.

“I risultati di queste analisi di sensibilità e di sottogruppo dimostrano ulteriormente la coerenza e la solidità dell’effetto del trattamento osservato nello studio QuANTUM-R con quizartinib”, ha spiegato il dottor Jorge E. Cortes, ricercatore e vice presidente del Dipartimento di Leucemia della Divisione di Medicina oncologica presso l’University of Texas MD Anderson Cancer Center.“Inoltre, queste nuove analisi supportano ulteriormente il valore del targeting della mutazione pilota FLT3-ITD con un potente inibitore FLT3 altamente selettivo, quale è il quizartinib, che contribuisce a ridurre il carico leucemico e potenzialmente consente ai pazienti di vivere più a lungo rispetto alla terapia basata sulla chemioterapia di salvataggio”.

Nello studio QuANTUM-R, la durata mediana del trattamento con quizartinib è stata di 4 cicli di 28 giorni ciascuno, contro 1 ciclo nel braccio della chemioterapia di salvataggio. L’incidenza degli eventi avversi emergenti dal trattamento è risultata paragonabile tra i pazienti che ricevevano il quizartinib come singolo principio attivo e quelli che ricevevano la chemioterapia di salvataggio. Le reazioni avverse più comuni (> 30%, di qualsiasi grado) nei pazienti trattati con quizartinib comprendevano infezioni, sanguinamenti, nausea, astenia, febbre, neutropenia febbrile e vomito, mentre le reazioni avverse più comuni di grado ≥ 3 (> 20%) sono state infezioni e neutropenia febbrile. Le reazioni avverse più comuni registrate tramite analisi di laboratorio (incidenza >50%) sono state la riduzione della conta leucocitaria linfocitaria, dell’emoglobina, neutropenia e piastrinopenia. Il profilo di sicurezza osservato nello studio QuANTUM-R appare concordante con quello osservato a dosi simili nel programma di sviluppo clinico del quizartinib.

“Questi dati si basano sui risultati dello studio QuANTUM-R presentati all’EHA 2018, e rafforzano la nostra convinzione che il quizartinib possa essere un’importante nuova opzione di trattamento per i pazienti con LMA recidivante/refrattaria FLT3-ITD positiva”, ha dichiarato Arnaud Lesegretain, vice presidente di Ricerca e Sviluppo oncologico e direttore di AML Franchise di Daiichi Sankyo. “Le richieste di commercializzazione del quizartinib sono in revisione accelerata presso le autorità regolatoie in U.S.A., Giappone edUE, collaboriamo strettamente con le autorità regolatorie per poter fornire il prima possibile il quizartinib ai pazienti”.

La leucemia mieloide acuta con mutazioni FLT3-ITD
La LMA è una neoplasia maligna aggressiva del sangue e del midollo osseo, che causa la crescita e l’accumulo incontrollato di globuli bianchi maligni che non funzionano regolarmente e interferiscono con la produzione delle cellule normali del sangue.1
Negli U.S.A., quest’anno, si stima che ci saranno oltre 19.000 nuove diagnosi di Leucemia Mieloide Acuta e oltre 10.000 decessi causati da essa.2 Il tasso di sopravvivenza a cinque anni dell’LMA riportato dal 2005 al 2011 era all’incirca del 26%, il più basso di tutte le leucemie.1

Le mutazioni del gene FLT3 costituiscono una delle più comuni anomalie genetiche della Leucemia Mieloide Acuta.3 La mutazione FLT3-ITD è la più comune dell’FLT3 e colpisce all’incirca 1 paziente su 4 con LMA.,4,5,6,7
FLT3-ITD è una mutazione pilota della leucemia mieloide acuta che si manifesta con elevato carico leucemico, presenta una prognosi sfavorevole e un significativo impatto sulla gestione della malattia per i pazienti con LMA.5,8

I pazienti affetti da LMA con mutazioni FLT3-ITD hanno, infatti, una prognosi complessiva peggiore, che comprende un aumento dell’incidenza di recidiva ed un rischio di morte maggiore a seguito della recidiva stessa, nonché una maggiore probabilità di recidiva dopo trapianto di cellule staminali ematopoietiche rispetto ai pazienti che non presentano questa mutazione.9,10

Lo studio QuANTUM-R
QuANTUM-R è uno studio registrativo, globale, di fase III, in aperto e randomizzato, che comprende 367 pazienti con LMA FLT3-ITD positiva, refrattari o in recidiva con durata di remissione di sei mesi o inferiore, dopo terapia anti-LMA di prima linea standard, con o senza trapianto di cellule staminali ematopoietiche (HSCT). I pazienti sono stati randomizzati in rapporto di 2:1 a ricevere il quizartinib per via orale come singolo principio attivo (60 mg, con dose iniziale di 30 mg ) o la chemioterapia di salvataggio. L’obiettivo primario dello studio era quello di determinare se il singolo principio attivo quizartinib avrebbe prolungato la sopravvivenza globale rispetto alla chemioterapia di salvataggio. Lo studio ha soddisfatto il suo endpoint primario di miglioramento della sopravvivenza globale (HR = 0,76, P=0,0177, IC 95% 0,58-0,98); la sopravvivenza globale mediana è stata di 6,2 mesi (IC 95% 5,3-7,2) per i pazienti trattati con quizartinib e di 4,7 mesi (IC 95% 4,0-5,5) per i pazienti che avevano ricevuto la chemioterapia di salvataggio.

Sono state condotte tre analisi di sensibilità pre-specificata della sopravvivenza globale nello studio QuANTUM-R, che hanno incluso l’uso di un set per protocollo (pazienti randomizzati e trattati senza deviazioni importanti dal protocollo), escluso l’effetto dell’HSCT e di altri inibitori FLT3 usati successivamente e non correlati allo studio. Le analisi di sottogruppi predefiniti hanno incluso la valutazione del livello di variabilità allelica, di precedenti HSCT, del punteggio di rischio di LMA e della risposta alla precedente terapia.

Informazioni su quizartinib
Il Quizartinib è il prodotto di punta del franchise sperimentale sulla Leucemia Mieloide Acuta di Daiichi Sankyo Cancer Enterprise. E’ un inibitore selettivo orale dell’FLT3, attualmente in fase III di sperimentazione sia per la LMA recidivante/refrattaria con mutazioni FLT3-ITD (studio QuANTUM-R) in USA e UE, sia per la LMA di nuova diagnosi con mutazioni FLT3-ITD (studio QuANTUM-First) in USA, UE e Giappone, ed è in fase II di sviluppo in Giappone per la LMA recidivante/refrattaria con mutazioni FLT3-ITD. Infine, in USA, UE e Giappone è anche in fase I di sviluppo in associazione con l’inibitore sperimentale MDM2, il milademetan, per la LMA recidivante/remittente FLT3-ITD e per l’LMA FLT3-ITD di nuova diagnosi per pazienti che non possono ricevere chemioterapia intensiva.

Dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense, il quizartinib ha ottenuto la Priority Review e la designazione di “BreakThrough Therapy” (Terapia fortemente innovativa) per il trattamento dei pazienti adulti affetti da LMA recidivante/refrattaria con mutazioni FLT3-ITD, e la designazione “Fast Track” (procedura accelerata) per il trattamento della LMA recidivante/refrattaria.
Dall’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA), il quizartinib ha ottenuto la valutazione accelerata per il trattamento dei pazienti adulti affetti da LMA recidivante/refrattaria con mutazioni FLT3-ITD.
Infine ha ricevuto la denominazione di farmaco orfano dalla stessa FDA e dalla Commissione Europea (CE) per il trattamento della LMA, e dal Ministero della Salute, del Lavoro e della Previdenza giapponese per il trattamento della LMA con mutazione FLT3. Il quizartinib è un agente in fase di sperimentazione non approvato per alcuna indicazione in alcun Paese. La sicurezza e l’efficacia non sono state ancora determinate.

Daiichi Sankyo Cancer Enterprise
La vision di Daiichi Sankyo Cancer Enterprise consiste nell’applicazione di conoscenze e capacità innovative guidate da un pensiero non convenzionale per sviluppare trattamenti significativi per i pazienti affetti da cancro. L’azienda è impegnata a trasformare la scienza in valore per il paziente, e questo impegno è presente in tutte le sue attività.
L’obiettivo è quello di mettere a disposizione dei pazienti sette nuove molecole nei prossimi otto anni, dal 2018 al 2025, avvalendosi dei risultati dei suoi tre pilastri: il Franchise di Farmaci Anticorpo-Coniugati, quello dedicato alla Leucemia Mieloide Acuta e quello di ricerca focalizzato sullo sviluppo delle nuove molecole (Fase I).
I Centri di ricerca della Daiichi Sankyo Cancer Enterprise includono due laboratori di bio/immuno-oncologia e “small molecules” in Giappone e Plexxikon Inc. a Berkeley (California), e il centro di R&S sulla struttura delle “small molecules”. Tra i composti che si trovano nella fase cruciale di sviluppo figurano: DS-8201, un farmaco anticorpo-coniugato (ADC) per i carcinomi HER2-positivi della mammella, dello stomaco ed altri, il quizartinib, un inibitore orale selettivo di FLT3 per la leucemia mieloide acuta (LMA) con mutazioni di FLT3-ITD di nuova diagnosi e recidivante/refrattaria, e il pexidartinib, un inibitore orale di CSF-1R per il tumore tenosinoviale a cellule giganti (TGCT). Per maggiori informazioni, consultare http://www.DSCancerEnterprise.com.

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Bibliografia

  1. Leukemia & Lymphoma Society. Facts 2015-2016. 2016.
  2. American Cancer Society. Key Statistics for AML. 2018.
  3. Small D. Am Soc Hematol Educ Program. 2006;178-184.
  4. Schneider F, et al. Ann Hematol. 2012;91:9-18.
  5. Santos FPS, et al. Cancer. 2011;117(10):2145-2155.
  6. Kainz B, et al. Hematol J. 2002;3:283-289.
  7. Kottaridis PD, et al. Blood. 2001;98(6):1752-1759.
  8. Zarrinkar P, et al. Blood. 2009;114(14):2984-2992.
  9. Wagner K, et al. Haematol. 2011;96(5):681-686.
  10. Brunet S, et al. J Clin Onc. 2012;30(7):735-741.

FonteDaiichi Sankyo

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Contatti

Daiichi Sankyo
Elisa Porchetti
Tel.+39 0685255-202
elisa.porchetti@daiichi-sankyo.it

Valeria Carbone Basile
Tel: +39 339 1704748
valeria.carbonebasile@gmail.com

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LA GRANDE FUGA DEI FUTURI MEDICI ITALIANI | PER TROVARE MIGLIORI OPPORTUNITÀ DI STUDIO E LAVORO VOLANO ALL’ESTERO. E LA SCELTA AVVIENE MOLTO PRIMA DELLA MATURITÀ

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  • 3 Dicembre 2018

Ogni anno decine di migliaia di ragazzi e ragazze si contendono un posto nelle Facoltà di Medicina e Odontoiatria italiane: nel 2018 erano 67.005 i candidati per 9.779 posti disponibili. Un plotone di aspiranti camici bianchi che inizia a prepararsi al temutissimo test d’ingresso quando si è ancora tra i banchi di scuola, al liceo. Ed è proprio in questo momento che l’orientamento diventa fondamentale, come testimonia Medicor Tutor, società che accompagna gli studenti preparandoli a una carriera universitaria in medicina con prospettive internazionali.

Sono sempre di più, infatti, i ragazzi che, determinati a realizzare il proprio sogno, decidono di guardare all’estero, studiando medicina in atenei prestigiosi che garantiscono una brillante preparazione e assicurano allo studente un’esperienza di vita assolutamente unica con migliori prospettive occupazionali e retribuzioni più alte del 40% rispetto ai propri colleghi. Secondo la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, infatti, i medici laureatisi iscritti all’Albo e in possesso di laurea conseguita all’estero sono più di tremila. E la tendenza oltre che aumento, è trasversale a molte altre discipline. Nel 2013, i laureati emigranti erano 19 mila, mentre nel 2016 sono diventati 35 mila, tra i 25 e i 39 anni. C’è chi parte per proseguire il percorso formativo, chi per agganciare un’opportunità di carriera, chi perché allettato da un’alta retribuzione. Come certifica la società di ricerca Willis Towers Watson, infatti, un laureato magistrale in Italia guadagna circa 4.700 euro l’anno lordi in meno rispetto a un suo coetaneo con lo stesso titolo di studio in Germania, Francia, Olanda o Regno Unito.

E anche l’Europa Centrale sta diventando sempre più attrattivo come dimostrano le centinaia di ragazzi e ragazzi che ogni anno si rivolgono a Medicor Tutor per affrontare il test di ingresso in atenei prestigiosi come la Charles University di Praga. considerata una delle 30 migliori d’Europa e tra le 200 migliori al mondo, è riconosciuta tra i top 1.5% istituti del mondo (fonte Ranking Web of Universities) con, tra i suoi docenti, anche Albert Einstein che qui ha tenuto lezioni sulla meccanica, sulla fisica molecolare e sulla termodinamica. Qui, 80 studenti italiani frequentano Medicina e 15 Odontoiatria e tanti stanno già studiando per prepararsi ai test di ingresso che si terranno il prossimo 27 aprile a Milano.

Gli altri ragazzi di Medicor Tutor frequentano invece le Facoltà di Medicina e Odontoiatria presso la Masaryk University di Brno, l’Universidad Europea de Madrid, la European University Cyprus di Nicosia a Cipro e l’Università Pavol Jozef Safarik di Kosice. Gli iscritti alla Pleven Medical University sono invece tutti in Medicina e alla Universidad Europea de Valencia per la sola facoltà di Odontoiatria. Complessivamente, quindi, Medicor Tutor segue circa 700 studenti italiani all’estero e solo nel 2018 ben 128 studenti (su 139 candidati) ha superato il test di ingresso o processi di selezione per una di queste Università grazie all’affiancamento di Medicor Tutor.

Il sistema di istruzione di queste Università prevede un’elevata percentuale di lezioni pratiche. Infatti già dal primo semestre del primo anno accademico si effettuano le autopsie in quanto il sistema migliore di insegnare anatomia è quello di fare pratica su un vero corpo umano. Inoltre nei laboratori si studia in piccoli gruppi da 8-12 ragazzi in modo da essere a stretto contatto con il professore.

Gli studenti esaminano i pazienti già dai primi anni di corso, come previsto da curriculum e il programma di studi comprende la formazione pratica presso gli ospedali universitari dove gli alunni realizzano pratiche cliniche con pazienti reali.

Ma cosa significa affrontare un test di ingresso all’estero? «Ogni Università ha una selezione diversa, per questo prepariamo i ragazzi con percorsi specifici. I corsi prevedono una parte teorica di video lezioni in lingua inglese sottotitolati con del materiale a supporto, e una parte pratica composta da Problem Set e da prove di simulazione – spiega, cofounder di Medicor Tutor, precisando – All’estero i test di ingresso sono composti da domande a crocette a risposta multipla, ma non prevedono domande di logica, a differenza di quanto accade in Italia, e lo studente ha più tempo per poter rispondere. Alcune Università selezionano i ragazzi in base al voto di maturità o la media voti conseguita negli ultimi anni della scuola superiore. E come dimostrato dalle percentuali di successo, siamo in grado di preparare gli studenti anche a superare gli esami più difficili».

Gli studenti preparati e assistiti ad oggi da Medicor Tutor sono circa 700 e vengono da tutta Italia. In particolare i 128 studenti che si sono immatricolati al primo anno accademico nel 2018 provengono dalle seguenti regioni: 26 gli studenti originari della Puglia, 15 della Lombardia, 11 della Calabria, 10 della Sicilia, 10 della Campania, 9 del Lazio, 7 dell’Abruzzo, 6 del Veneto, 5 del Piemonte, 5 delle Marche, 5 dell’Umbria, 4 della Toscana, 4 della Sardegna, 3 della Liguria, 2 dell’Emilia Romagna, 2 della Basilicata, 1 del Molise, 1 del Trentino Alto Adige, 1 del Friuli Venezia Giulia e 1 di San Marino.

Non solo: la laurea conseguita negli Atenei stranieri seguiti da Medicor Tutor è un titolo accademico accettato in tutta Europa ed è possibile fare rientro in Italia anche prima del termine degli studi. La sentenza 1/2015 del Consiglio di Stato, infatti, ha stabilito che negli Atenei italiani in cui si creano posti vacanti per rinunce o abbandoni dopo il primo anno, possono essere assegnati anche agli studenti italiani che studiano all’estero. Si tratta, quindi, si una possibilità concreta legata alle capacita dello studente, alla sua media voti e alla qualità e ranking dell’Università straniera in cui studia. Ed è per questo che le mete più gettonate sono le autorevoli Charles University di Praga, la Masaryk University di Brno o l’Universidad Europea di Madrid. 

In merito al rientro in Italia, però, i dati dimostrano come l’80% degli studenti di Medicor Tutor scelga di continuare i suoi studi all’estero, leggendo in questo percorso un’opportunità che potrà realmente fare la differenza per il loro futuro. A Medicor Tutor, infatti, si rivolgono molto spesso ragazzi che già studiano in una High School straniera o studenti al quinto anno di scuola superiore intenzionati a proseguire il percorso di studi fuori dai confini italiani. Inoltre, in Repubblica Ceca, Spagna e Slovacchia le Lauree in Medicina ed Odontoiatria sono “abilitanti”, ciò significa che al termine del percorso di studio lo studente potrà iscriversi direttamente all’Albo dei medici locale. In questi Paesi, infatti, non è previsto alcun esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione medica. Al rientro in Italia gli studenti italiani si configurano come «Medici con cittadinanza italiana che si sono laureati all’estero, in un Paese Europeo».

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Regolamento Reach: come redigere le schede di dati di sicurezza

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Regolamento Reach: come redigere le schede di dati di sicurezza

Il 22 gennaio 2019 a Brescia un corso permetterà di acquisire le conoscenze e capacità necessarie per redigere correttamente le Schede di Dati di Sicurezza (SDS) ai sensi del regolamento REACH.

 

Le sostanze pericolose, come ricordato dalla campagna europea “Salute e sicurezza negli ambienti di lavoro in presenza di sostanze pericolose”, rappresentano in molti luoghi di lavoro un rischio significativo per la salute e la sicurezza di lavoratori.

A questo proposito ricordiamo che il 31 Maggio 2018 è entrato in vigore, in tutte le sue parti, il Regolamento REACH 1907/2006/CE, una normativa comunitaria che ha l’obiettivo di migliorare la protezione della salute dell’uomo e dell’ambiente dai rischi derivanti dalle sostanze chimiche, stimolando contestualmente la competitività dell’industria chimica europea.

Il regolamento si applica a tutte le sostanze chimiche, non solo a quelle utilizzate nei processi industriali o dagli utilizzatori professionali durante le fasi di lavorazione, e interessa una vasta gamma di aziende appartenenti a numerosi settori, anche quelle che potrebbero non ritenersi interessate dalle problematiche relative alle sostanze chimiche.

E all’interno del Regolamento REACH la Scheda Dati di Sicurezza (SDS) – un documento disciplinato dal Regolamento 830/2015/UE che aggiorna l’Allegato II del REACH – garantisce la trasmissione delle informazioni utili per la gestione di un prodotto chimico e fornisce un importantissimo strumento di tutela.

 

Come conoscere nel dettaglio le caratteristiche e la funzione delle SDS? Ci sono corsi che permettono di acquisire le competenze per poter redigere idonee Schede Dati di Sicurezza?

 

Il corso per la redazione delle schede dati di sicurezza

Proprio per fornire agli operatori competenze e conoscenze necessarie per poter redigere correttamente, ai sensi del regolamento REACH, le Schede di Dati di Sicurezza (SDS), l’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS) organizza per il 22 gennaio 2019 a Brescia un corso di 8 ore dal titolo “La redazione delle schede di dati di sicurezza secondo il regolamento REACH”.

 

Questi gli argomenti che verranno affrontati durante il corso:

  • Analisi del Regolamento 830/2015/UE (allegato II Regolamento REACH)
  • Verifica delle richieste presenti sia di carattere generale che di ogni sezione delle SDS e delle informazioni minime richieste e modalità di recupero delle medesime
  • Tecniche di classificazione previste dal Regolamento CLP principalmente per i rischi della salute
  • Esempi di calcolo per le miscele e di verifica dei singoli end point tossicologici
  • Verifica di alcune SDS presenti in mercato
  • Esercitazione di redazione guidata di una SDS di una miscela

 

La funzione delle schede dati di sicurezza

Come precisato nell’Allegato II al regolamento REACH, chi compila la scheda di dati di sicurezza deve tenere presente che tale scheda deve informare il lettore in merito ai pericoli di una sostanza o di una miscela e fornire informazioni su come stoccare, manipolare e smaltire in modo sicuro la sostanza o la miscela in questione. È pertanto importante che le sezioni di riferimento siano tutte compilate in maniera corretta ed accurata per consentire a chi la riceve di determinare se le sostanze o miscele ricevute siano agenti chimici pericolosi e di valutare gli eventuali rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori che derivano dal loro uso. E le informazioni contenute nella scheda di dati di sicurezza devono essere redatte in modo chiaro e conciso.

In definitiva la scheda di dati di sicurezza deve essere compilata da una persona competente che tenga conto delle necessità particolari e delle conoscenze degli utilizzatori.

Risulta pertanto di primaria importanza che i fornitori di sostanze e miscele si attivino affinché chi redige una SDS sia effettivamente competente in materia e abbia ricevuto una formazione adeguata.

 

Le informazioni per il corso di Brescia

Per fornire le competenze adeguate si tiene dunque il corso di 8 ore in presenza “La redazione delle schede di dati di sicurezza secondo il regolamento REACH” che avrà luogo il 22 gennaio 2019 a Brescia dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00 presso AiFOS Service in via Branze 45, c/o CSMT, Università degli studi di Brescia.

Il corso è valido come aggiornamento relativo a 6 ore per RSPP e ASPP, 6 ore per Coordinatori alla Sicurezza e 6 ore per formatori seconda area tematica.

 

Per avere informazioni e iscriversi al corso è possibile utilizzare questo link: http://aifos.org/home/formazione/corsi-qualificati/rischi-specifici/rischi-specifici/la_redazione_delle_schede_di_dati_di_sicurezza_secondo_il_regolamento_reach

 

Segnaliamo che le spese di partecipazione a convegni, congressi e simili o a corsi di aggiornamento professionale, nonché le spese di viaggio e soggiorno, sono integralmente deducibili – entro il limite annuo di 10.000 euro – come previsto dall’articolo 9 della Legge 22 maggio 2017, n° 81 (cosiddetto “Jobs Act dei lavoratori autonomi“).

 

Per informazioni:

Sede nazionale AiFOS: via Branze, 45 – 25123 Brescia c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia – tel.030.6595031 – fax 030.6595040 www.aifos.it[email protected]

 

29 novembre 2018

 

Ufficio Stampa di AiFOS

[email protected]

http://www.aifos.it/

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Salute e Benessere

Abbigliamento FIR e salute

I raggi FIR (Far Infrared Ray, ovvero Raggi Infrarossi Lontani) vengono emessi dal sole in modo naturale, sono parte dello spettro solare e avendo una lunghezza d’onda più lunga di quella dei raggi luminosi visibili, non sono visibili all’occhio umano.

I raggi FIR sono in grado di modificare l’acqua presente nel nostro organismo rendendola più efficace nel:

– veicolare le sostanze nutritive alle cellule attraverso la membrana cellulare;
– portare fuori dalle cellule le sostanze di scarto del metabolismo (scorie o tossine).

Dal momento che siamo fatti per lo più di acqua, il beneficio che deriva dall’assorbimento di raggi FIR è particolarmente benefico per ogni cellula, quindi per l’intero organismo umano.

Verso la metà degli anni ’60 la NASA scoprì che alcuni ossidi minerali erano capaci di generare onde FIR.

La NASA utilizzò diversi prodotti FIR nei suoi programmi spaziali: ad esempio ponendo generatori di raggi FIR nelle tute spaziali degli astronauti al fine di stimolare il funzionamento cardiovascolare in assenza di opportunità di esercizio tradizionale.

A contatto con il corpo, infatti, i tessuti in fibra FIR aiutano a prevenire, controllare e alleviare diverse patologie .

La tecnologia utilizzata nell’abbigliamento FIR funziona come uno specchio reattivo: cattura le radiazioni termiche emesse dal calore corporeo e reagisce quindi usando queste radiazioni termiche per restituire energia al corpo con molteplici benefici su cellule e tessuti corporei.

Grazie a queste applicazioni si è scoperto che la tecnologia FIR è sicura, poiché non è altro che calore. Si ricorda ad esempio che i bambini nati prematuri sono tenuti in una camera a raggi infrarossi immediatamente dopo il parto.

Quali sono le 8 maggiori proprietà della tecnologia FIR applicate alla salute dell’uomo?

1) Migliora la circolazione del sangue: scinde i gruppi di molecole d’acqua nel sangue e lo fa scorrere più velocemente, soprattutto nelle zone periferiche.

2) Allevia i dolori articolari e muscolari: grazie alle sue proprietà terapeutiche permette un recupero più rapido dai traumi e allevia in modo naturale i dolori articolari e muscolari.

3) Risolve il problema dei crampi notturni: migliorando la circolazione del sangue, scioglie i muscoli durante la fase di riposo.

4) Combatte lo stress: riduce lo stress psico-fisico e i suoi sintomi come ansia, fatica e disturbi del sonno.

5) Favorisce l’eliminazione dell’acido lattico e di altre tossine: ,igliora l’assorbimento dell’ossigeno e l’eliminazione delle tossine a livello cellulare.

6) Equilibrio e stabilità: gli impulsi nervosi tra il Sistema Nervoso Centrale e il sistema Nervoso Periferico sono più immediati.

7) Migliora le prestazioni atletiche: grazie ad un migliore assorbimento dell’ossigeno, i muscoli sono più prestanti e si sente meno fatica durante l’esercizio fisico.

8) Contribuisce a migliorare le condizioni della pelle (macchie cutanee, ecc.).

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Salute e Benessere

Pulizia degli ambienti, l’utilizzo sicuro dei detergenti chimici

Oggi, la sempre maggiore diffusione della cultura del pulito e dell’igiene porta necessariamente ad intensificare l’utilizzo di alcune particolari formulazioni chimiche atte a detergere, sgrassare e sanificare ogni tipo di superficie.

Ma qual’è l’impatto di questi prodotti sulla salute dell’ambiente e delle persone?

Tutti i prodotti detergenti hanno una percentuale più o meno elevata di rischio chimico, che può tuttavia essere minimizzato da un corretto utilizzo.

In altre parole, basta adottare alcune semplici precauzioni durante l’impiego per poter ottenere eccellenti risultati con la massima sicurezza.

Tali misure precauzionali devono essere applicate non solo dagli operatori professionali, ma anche in ambito domestico: i detergenti chimici destinati alla quotidiana pulizia della casa, infatti, possono diventare pericolosi come e più dei prodotti professionali quando non vengono maneggiati con le necessarie cautele.

Accessori protettivi come guanti di gomma, mascherine e occhiali evitano gli incidenti e i disturbi che possono derivare dall’inalazione, dal contatto o da altre forme di esposizione alle sostanze chimiche: allergie, dermatiti, infiammazioni delle mucose, problemi respiratori, affezioni oculari, ecc.

Quando vengono mescolati insieme, alcuni composti chimici danno luogo a reazioni estremamente pericolose: per questo, è fondamentale evitare di mischiare insieme prodotti differenti allo scopo di ottenere un maggior effetto pulente (la candeggina e l’anticalcare, ad esempio).

Altro accorgimento importantissimo consiste nel prestare attenzione all’etichetta: oltre a riportare la destinazione d’uso e le indicazioni in caso di ingestione o contatto accidentale, questo riferimento è prezioso per conoscere le caratteristiche peculiari del prodotto (corrosivo, infiammabile, esplosivo, irritante) e mettere in atto i comportamenti più corretti durante l’impiego.

Occhio anche alle dosi: una quantità eccessiva di prodotto non agisce meglio sullo sporco. Può, invece, innalzare il grado di tossicità delle sue componenti, e portare alla rimozione di quei batteri “buoni” che proteggono naturalmente le superfici dai funghi e dai microrganismi dannosi.

A casa come sul posto di lavoro, inoltre, tutti i prodotti chimici per la pulizia degli ambienti devono essere tenuti fuori dalla portata dei bambini e degli animali domestici.

In caso di intossicazione, mai cercare di provocare il vomito: se il detergente è corrosivo, infatti, si rischia di danneggiare seriamente il tubo digerente, mentre se è stato ingerito un prodotto ricco di tensioattivi, il vomito potrebbe generare una quantità di schiuma tale da indurre la morte per soffocamento.

L’unica misura corretta in questi casi consiste nel contattare tempestivamente il CAV (centro antiveleni).

Per saperne di più >>

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Dieta e Alimentazione Salute e Benessere Volontariato e società

L’alta cucina incontra il benessere: lo chef Ezio Gritti alla serata benefica organizzata da “L’ESSENZA – Alimentiamo il Benessere” contro il tumore al seno

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  • 28 Novembre 2018

Ci sarà anche lo chef Ezio Gritti, patron dell’omonimo Ristorante in Piazza Vittorio Veneto, nel cuore di Bergamo, alla serata benefica, in programma venerdì 30 novembre, dalle ore 19.30, presso l’Istituto Sant’Alessandro, organizzata da “L’ESSENZA – Alimentiamo il Benessere”, associazione senza scopo di lucro che vede nella corretta cultura alimentare e nei sani stili di vita risorse fondamentali di prevenzione primaria e sostegno nelle varie fasi della vita.

Un happy hour, ad ingresso libero e gratuito, per presentare e raccogliere fondi a sostegno del progetto “Noi col Fiocco Rosa”, dedicato alle donne che hanno vissuto direttamente o indirettamente l’esperienza del tumore al seno. La serata vedrà uno show-cooking condotto dallo chef Ezio Gritti, che per l’occasione cucinerà ravioli di farina integrale farciti con zucca e amaretti al tartufo nero, fiori eduli e caviale di liquirizia, e un buffet a cura degli Chef della Salute, in collaborazione con il food specialist Sergio Cornolti.

Per informazioni e prenotazioni: [email protected]

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Comunicati News Salute e Benessere

1° dicembre 2018 giornata mondiale dell’HIV

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  • 26 Novembre 2018

Sono 2989 le persone che, in provincia di Bergamo al 31.12.2017 soffrono di HIV o AIDS, cioè di malattia conclamata.  Il fenomeno, fotografato dai dati messi a disposizione dal servizio epidemiologico di Ats Bergamo, per quanto ridotto rispetto al passato, è ancora presente. Per questo Ats Bergamo e ASST Papa Giovanni XXIII aderiscono alla giornata mondiale dell’HIV che ricorre sabato 1 dicembre 2018. In particolare, Ats promuove in collaborazione con la consulta degli studenti dell’Università degli studi di Bergamo la possibilità di sottoporsi al test salivare HIV, promosso dal personale sanitario del dipartimento di igiene e profilassi sanitaria (DIPS) di Ats Bergamo, in forma gratuita ed in anonimato presso le sedi universitarie bergamasche.

 

In provincia di Bergamo – rileva Livia Trezzi, responsabile dell’unità prevenzione e sorveglianza malattie Infettive di Ats Bergamo – a essere affetti da HIV e AIDS sono per il 74% persone di sesso maschile, per la maggior parte italiani. Ogni anno emergono circa 30 – 40 nuovi casi di AIDS: nel 2017 sono stati segnalati 33 nuovi casi (24 uomini e 9 donne), il 78,9% frutto di una diagnosi tardiva. Si tratta di persone che non hanno potuto beneficiare delle terapie antiretrovirali che rallentano la moltiplicazione del virus, prolungando la sopravvivenza e migliorando di molto la qualità della vita di chi risulta essere sieropositivo. Molto spesso, infatti, le diagnosi avvengono circa tra i 40 e i 59 anni, anche se l’infezione è stata contratta circa 10 anni prima”.

 

Per quanto riguarda le nuove diagnosi per infezioni da HIV, in provincia di Bergamo – come nel resto d’Italia – si registra un calo: nel 2017 sono state diagnosticate 69 infezioni da HIV contro le 105 dell’anno precedente. “Speriamo che continui così – continua Livia TrezziQuesto starebbe a significare che c’è un segnale di rallentamento della diffusione dell’HIV con la quota maschile di persone infette sempre più numerosa rispetto a quella femminile.  Un andamento positivo che resta comunque da confermare in quanto i dati necessitano di essere ancora monitorati nel tempo”.  

 

«La scienza ha fatto importanti passi avanti ma non si può abbassare la guardia. Anche se i farmaci sono molto efficaci, ancora non sono in grado di debellare l’infezione o di sconfiggere definitivamente la malattia che nel 90% dei casi viene trasmessa tramite rapporti sessuali non protetti. Un aspetto di cui si è poco consapevoli visto che negli ultimi tempi si è diffusa tra la popolazione una bassa percezione del rischio. È fondamentale, dunque, continuare un’intensa attività di informazione e prevenzione. Per questo, uniamo le forze con ASST Papa Giovanni XXIII e con la consulta degli studenti dell’Università degli studi di Bergamo per rinnovare la nostra azione di sensibilizzazione contro l’HIV» –  sottolinea Mara Azzi, direttore generale di Ats Bergamo.

 

All’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo sono in cura 2.589 persone con HIV, il 97% delle quali in terapia antiretrovirale (2.511 persone) e la quasi totalità con buona prognosi e a minimo rischio di trasmissione del virus.

 

«Per quanto riguarda la situazione nella nostra provincia, ci sono motivi per essere ragionevolmente ottimisti – ha dichiarato Marco Rizzi, direttore delle Malattie infettive dell’ASST Papa Giovanni XXIII -. Si registra un aumento nell’accesso alle terapie e una diminuzione nella diffusione dell’epidemia. I dati sul 2018 ci dicono che a Bergamo ci sono stati progressi significativi e che siamo per alcuni aspetti già oltre il cosiddetto “Obiettivo 90-90-90” fissato dai programmi internazionali di lotta contro l’AIDS e le infezioni da HIV. La previsione è quella di riuscire a raggiungere e superare entro il 2020 tutti e tre i target previsti: il 90% delle infezioni da HIV diagnosticate, il 90% delle persone trovate HIV-positive in trattamento e il 90% di queste ultime con carica virale soppressa. Rimane da lavorare sulla fascia residuale di soggetti che stimiamo sieropositivi, ma ancora in assenza di diagnosi. Seppur nettamente inferiore rispetto ai valori degli scorsi decenni, il ‘sommerso’ è comunque motivo di preoccupazione. La diagnosi tardiva costituisce infatti un fattore di rischio per il paziente ed è fonte di potenziale trasmissione del virus“.

 

«La consulta degli studenti dell’Università di Bergamo anche quest’anno rinnova con grande piacere la collaborazione con Ats Bergamo per effettuare test salivari HIV nelle varie sedi dell’Ateneo. I test, rapidi e gratuiti, oltre ad avere un’immediata utilità pratica, hanno la capacità di sensibilizzare gli studenti sul tema dell’HIV/AIDS e in generale sull’importanza della prevenzione, spesso sottovalutata anche dalla nostra generazione» – dichiara Claudia Mema, presidente della consulta degli studenti dell’Università degli Studi di Bergamo

 

Sarà possibile sottoporsi al test salivare HIV, promosso dal personale sanitario del dipartimento di igiene e profilassi sanitaria (DIPS) di Ats Bergamo, in forma gratuita ed in anonimato presso le seguenti sedi universitarie bergamasche:

-lunedì        26 novembre dalle ore 10 alle ore 13: sede di Dalmine

-martedì     27 novembre dalle ore 10 alle ore 13: sede di via Caniana, città bassa

-mercoledì 28 novembre dalle ore 10 alle ore 13: sede di Sant’Agostino, città alta

-giovedì      29 novembre dalle ore 10 alle ore 13: sede di via Salvecchio, città alta

 

Infine, il 1° dicembre alle 17 l’infettivologa del Papa Giovanni Serena Venturelli interverrà all’inaugurazione della mostra «HIVAIDS – Tra invisibile e visibile», promossa dall’associazione Arcigay Bergamo Cives, che da diversi anni si impegna per contrastare la diffusione del virus attraverso iniziative con istituzioni territoriali. Sculture, dipinti e istallazioni in mostra alla Gamec di Bergamo fino al 9 dicembre per raccontare l’HIV e l’AIDS evidenziandone gli aspetti più inediti e personali, al fine di coinvolgere la popolazione e di favorire la diffusione di informazioni corrette, a oggi ancora carenti. L’ingresso alla mostra è libero, da lunedì a domenica, tranne il martedì, dalle 10 alle 18.

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Salute e Benessere

Correlazione Cancro TEV Daiichi Sankyo Italia presenta la ricerca MediPragma

La ricerca MediPragma commissionata da Daiichi Sankyo Italia dimostra che il TEV è per i pazienti oncologici la seconda causa di morte dopo la neoplasia

Roma 20 novembre 2018 – Daiichi Sankyo Italia ha presentato oggi alla stampa il rapporto di MediPragma “Cancro e tromboembolismo venoso: il peso della convivenza sui pazienti”, una ricerca realizzata in Italia con interviste ai pazienti oncologici in terapia eparinica per il tromboembolismo venoso, al fine di comprendere, attraverso testimonianze dirette, l’impatto di questa condizione di co-morbilità sulla vita quotidiana di chi ne è afflitto e le strategie di coping attuate per gestirla. Una correlazione, quella tra cancro e TEV, che è seria, frequente e potenzialmente fatale, eppure spesso ignorata o sottovalutata dai pazienti stessi, che non sono sempre adeguatamente preparati dagli specialisti ad affrontarla. E’ questo uno degli aspetti principali emersi dalla ricerca, di cui hanno discusso eminenti cardiologi, ematologi, oncologi e rappresentanti di associazioni di pazienti.

Il cancro viene oggi considerato un fattore di rischio cardiovascolare perché si associa ad una aumentata incidenza di eventi tromboembolici, infatti il TEV è una co-morbilità particolarmente frequente e ricorrente nel paziente con cancro, con un’incidenza di sei volte superiore rispetto alla popolazione generale, e ne costituisce la seconda causa di morte dopo la neoplasia stessa1. Il tromboembolismo venoso (o tromboembolia venosa) insorge con la formazione di un coagulo di sangue all’interno di una vena profonda, di solito negli arti, o nella pelvi (Trombosi Venosa Profonda), e se un frammento del coagulo si stacca e viaggia fino ad ostruire le arterie polmonari determina una embolia polmonare. Studi su pazienti sopravvissuti al cancro hanno dimostrato che circa un terzo di essi muore per malattia cardiovascolare1.

Di tutti i casi di TEV il 20% si verifica proprio nel paziente oncologico, e ciò dipende da vari fattori quali il tipo di tumore, lo stadio e l’estensione del cancro, l’età, l’immobilizzazione, la chirurgia e alcuni trattamenti chemioterapici.1 “La correlazione tra queste patologie è ormai al centro dell’attività assistenziale e di ricerca dell’ematologia italiana, soprattutto da quando le nuove terapie hanno cronicizzato la maggior parte delle neoplasie ematologiche prima incurabili, rendendo particolarmente importante il ruolo delle alterazioni coagulative – specialmente la trombosi venosa e l’embolia polmonare- legate alle neoplasie stesse o alla loro terapia”, ha spiegato il Prof. Sergio Siragusa, Vice Presidente S.I.E Società Italiana Ematologia, commentando gli ultimi dati di letteratura scientifica.
Il rischio è maggiore nei primi mesi fino a due anni dopo la diagnosi, e il rischio di recidiva persiste anche successivamente.
Inoltre, i pazienti oncologici in trattamento per TEV hanno sopravvivenza minore, prognosi peggiore e costi sanitari più elevati rispetto a coloro che non soffrono di eventi tromboembolici.2 Durante la chemioterapia il rischio di TEV è fino a 7 volte maggiore se paragonato ai pazienti senza cancro.

“Per tutte queste ragioni, la conoscenza da parte dei medici e dei pazienti delle problematiche legate al TEV è fondamentale – ha dichiarato il Prof. Antonio Russo, Ordinario di Oncologia Medica presso l’Università degli studi di Palermo –dal momento che queste sono molto correlate con il processo neoplastico poiché ne impattano il management e la prognosi”. Le linee guida ESMO sottolineano da diversi anni che il TEV ha importanti risvolti sia sulla prognosi dei pazienti oncologici sia sulla loro qualità di vita eppure, nonostante sia una complicanza a volte devastante e potenzialmente fatale, gli stessi oncologi spesso sottostimano questo tipo di tossicità e di riflesso molti pazienti non seguono cure adeguate3. A sottolineare la necessità di informare e sensibilizzare innanzitutto pazienti e caregiver e in secondo luogo istituzioni e operatori sanitari sui rischi di questa patologia correlata al cancro è stato il Prof. Francesco De Lorenzo, Presidente della Coalizione europea dei pazienti oncologici (ECPC) e Presidente della Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO) il quale ha dichiarato che: “Il rischio di trombosi correlato al cancro è pressoché ignorato non soltanto dai malati italiani, ma anche da quelli di numerosi Paesi europei e a dimostrarlo chiaramente sono i risultati di un sondaggio europeo condotto da ECPC sul livello di consapevolezza dei pazienti oncologici sui rischi della trombosi: il 72% dei pazienti intervistati ha rivelato di non essere consapevole di correre un maggiore rischio di TEV, e per il 28% di coloro che invece ne erano consapevoli, la conoscenza della patologia è avvenuta solo dopo averla sperimentata, ma il livello di comprensione delle implicazioni si è dimostrato comunque basso. Un altro dato rilevante riguarda le modalità con cui ne sono venuti a conoscenza, solo il 13% dei pazienti ha ricevuto informazioni in merito da medici ospedalieri e il 6% dai medici di base, mentre gli altri hanno fatto ricerche personali o si sono confrontati con parenti e amici”.

Cancro e tromboembolismo venoso: il peso della convivenza – La voce dei pazienti

Una scarsa consapevolezza che emerge con evidenza dalla ricerca italiana MediPragma, che rileva come il peso del tromboembolismo venoso e della terapia eparinica giunga come inaspettato e imponderato per i pazienti oncologici, costituendo una possibilità che spesso diventa realtà e alla quale non erano stati preventivamente preparati dallo specialista di riferimento. Ne deriva una minimizzazione e banalizzazione della gravità del TEV rispetto al cancro, sia da parte del medico che del paziente, che considerano la relativa terapia, rispetto alle preoccupazioni dettate dal cancro, come un fatto transitorio e ineludibile, nonostante emergano chiaramente le difficoltà di una somministrazione quotidiana di eparina: una terapia percepita come invasiva, definita anche come “scolapasta” per via delle numerose iniezioni che causano ematomi addominali e dolore alla somministrazione che spesso, tra l’altro, richiede l’aiuto di un caregiver. Il conflitto tra le strategie di coping e sottovalutazione e la realtà della gestione della terapia, intaccano ulteriormente la tenuta psicologica e la voglia di combattere del paziente che è già di per sé un paziente fragile che ha dovuto affrontare un percorso ad ostacoli: diagnosi di tumore, chemioterapia e/o radioterapia, diagnosi di TEV, inizio della terapia eparinica.
A ciò si aggiunge la perdita di autonomia del paziente che generalmente a seguito della trombosi e delle difficoltà di movimento, vede stravolta la sua routine quotidiana, non riesce più ad uscire da solo e trova difficile svolgere in modo indipendente anche banali attività come salire le scale.
Le interviste delineano dunque un impatto devastante sulla vita dei pazienti e dei loro familiari e caregiver, che ha un prezzo altissimo a livello psicologico, economico e sociale. L’insorgenza del TEV in pazienti con tumore può comportare, infatti, l’allontanamento dal lavoro e l’isolamento sociale, e un conseguente peso sui familiari, che da “attori secondari” con ruolo di sostegno psicologico e morale per il paziente che sfida il cancro, passano all’improvviso ad essere co-protagonisti nella gestione della terapia della trombosi, con un supporto che diventa fisico/pratico (somministrazione e/o promemoria del farmaco, supporto alle attività quotidiane etc). L’impossibilità di essere autosufficienti e l’allettamento seppur temporaneo a causa del TEV, faticano ad essere accettati dal paziente in quanto rappresentano inconsciamente una indiretta percezione di sconfitta nei confronti del tumore. Emerge dunque il bisogno insoddisfatto di coloro che sono afflitti da questa condizione, un maggiore supporto da parte dei medici non solo nella preparazione di ciò che devono affrontare ma una vicinanza rassicurante e costante che risolva loro i dubbi sulla gestione pratica della terapia, come quelli relativi a sede, modalità e tempi di iniezioni dopo la comparsa degli ematomi.

“Siamo particolarmente orgogliosi di presentare questa ricerca, soprattutto per la metodologia con cui è stata condotta, ovvero ascoltando direttamente la voce dei pazienti, che corrisponde a quello che è da sempre l’impegno di Daiichi Sankyo. I pazienti non sono numeri o statistiche e noi continuiamo ad ascoltare i bisogni insoddisfatti di coloro che soffrono di patologie, co-morbilità e condizioni per vari motivi trascurate, e a lavorare per offrire loro una risposta – ha spiegato Massimo Grandi Amministratore Delegato di Daiichi Sankyo Italia – E siamo felici di collaborare con le associazioni di pazienti come FAVO al raggiungimento di questo traguardo, che però non deve restare un obiettivo dei singoli, che siano medici, aziende o associazioni, ma deve diventare uno scopo comune, con l’attuazione di sinergie tra istituzioni, professionisti sanitari con varie specializzazione mediche, e soprattutto con il coinvolgimento dei pazienti che devono restare al centro del nostro agire”.

Bibliografia

1.N.Maurea et al., Tromboembolismo venoso e fibrillazione atriale nel paziente oncologico, G Ital Cardiol 2018;19(9 Suppl 1):3S
2. D. Imberti et al.,Antithrombotic Therapy for Venous Thromboembolism in patients with cancer: expert guidance, Expert Opinion on Pharmacotherapy 2018, 19:11, 1177–1185
3. Le complicanze tromboemboliche nel paziente con cancro: le linee guida ESMO, CASCO- vol.1, n.2 – ottobre-dicembre 201

FonteDaiichi Sankyo

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Salute e Benessere

Onda e Daiichi Sankyo: “Sicurezza e Malattie Cardiovascolari nella Donna”

Medicina di genere e gestione dell’aggressività, punti fondamentali per la sicurezza e la salute della donna

Milano, 15 novembre 2018 – Si sta tenendo in queste ore a Milano “Sicurezza e Malattie Cardiovascolari nella Donna”, il convegno organizzato da Onda – Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere in collaborazione con Daiichi Sankyo Italia. Un’iniziativa condotta dalla classe medica femminile per la classe medica femminile, con l’obiettivo di esplorare molteplici aspetti del tema della sicurezza per le donne, declinata sia in ambito terapeutico, con interventi focalizzati sulla cardiologia di genere e sull’alimentazione funzionale come strumento di prevenzione, sia in ambito professionale e lavorativo, con il workshop finale sulla gestione dell’aggressione verbale e non verbale nella pratica clinica, completato da una dimostrazione pratica di tecniche di difesa personale.

Negli ultimi anni si va sempre più diffondendo il concetto di medicina di genere, con focus su epidemiologia, prevenzione, diagnosi e terapia, considerato che numerosi aspetti della terapia farmacologica, dalla posologia agli effetti collaterali, risentono di una tipicità di sesso. In area cardiovascolare, per esempio, per molte decadi la ricerca si è focalizzata prevalentemente sui maschi adulti, a discapito del sesso femminile, poiché soprattutto nella fase di sviluppo di un farmaco bisogna tener conto della vita riproduttiva e delle comorbilità che rendono la donna un soggetto più problematico nella sperimentazione. Oltre a quelle biologiche, però, vi sono differenze di genere di tipo culturale, sociale e di “ruolo”, che vedono la donna essere più facilmente caregiver e meno attenta alla propria salute cardiovascolare, rispetto alle aree ginecologica, tumorale, artrosica e infiammatoria.

“La sotto-rappresentazione del genere femminile negli studi clinici limita le possibilità di orientare correttamente le scelte decisionali atte a garantire pari opportunità ed equa distribuzione delle cure cardiovascolari, influendo su diagnosi, efficacia, appropriatezza e dunque sicurezza delle terapie. Dal momento che la conoscenza delle specificità di sesso e di genere è diventata fondamentale anche in questo ambito, Onda, continua a dare il suo contributo al consolidamento di un approccio genere specifico, attraverso l’organizzazione di campagne di sensibilizzazione rivolte alla popolazione e di attività d formazione e aggiornamento per la classe medica come quella di oggi. – Ha spiegato Francesca Merzagora, Presidente di Onda – Questa è anche l’occasione per formare la classe medica femminile sulle modalità di gestione delle aggressioni verbali e fisiche, perché il tema della sicurezza nella salute della donna va declinato a tutto tondo, e questo aspetto purtroppo è diventato di grande attualità, visto l’impressionante incremento di episodi spiacevoli e pericolosi in cui i sanitari si trovano ad essere coinvolti durante i loro turni di lavoro”.

Donne e patologie cardiovascolari: Epidemiologia e fattori di rischio specifici

Le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte tra le donne, con un numero assoluto di morti superiore rispetto al sesso maschile, tuttavia il tasso di mortalità cardiovascolare “prematura” (prima dei 75 anni di età) è di gran lunga superiore negli uomini, dunque la mortalità cardiovascolare è maggiore nelle donne ma più tardiva. È stato ipotizzato, ma non dimostrato, che questo vantaggio biologico delle donne rispetto agli uomini sia almeno in parte dovuto a un effetto protettivo degli estrogeni sul sistema cardiocircolatorio, eppure le terapie ormonali in post-menopausa non hanno finora dimostrato efficacia nel ridurre la progressione né dell’aterosclerosi né degli eventi vascolari.

Il vantaggio relativo di salute nel caso delle donne è però attenuato da un tasso di mortalità dovuta ad attacchi coronarici che supera quello maschile (32% vs. 27%). Vi sono importanti differenze nelle varie patologie cardiovascolari, ad esempio le manifestazioni della cardiopatia coronarica differiscono tra i sessi, è più probabile che l’infarto miocardico non sia riconosciuto nelle donne rispetto agli uomini (34% vs. 27%), e più frequentemente nelle donne l’angina pectoris non è complicata (80%), mentre negli uomini l’angina tende a evolvere verso l’infarto (66%), e la morte improvvisa è più frequente negli uomini rispetto alle donne (50 % vs 39%).

Le differenze di genere rivestono però grande importanza anche nell’ambito dei fattori di rischio per malattie cardiovascolari. Si sta consolidando sempre più la distinzione tra fattori di rischio tradizionali (fattori di rischio «di Framingham»), che riguardano in misura simile entrambi i sessi, e fattori specifici per il genere femminile, alcuni semplicemente «slatentizzati» dalla gravidanza, altri che sono conseguenza o appaiono in associazione a malattie predominanti nelle donne. L’associazione tra fumo e malattie cardiovascolari sembra essere più forte nelle donne, in modo particolare quando è associato all’impiego di anticoncezionali estroprogestinici, alla familiarità per infarto precoce e all’anamnesi di emicrania. Tra i fattori di rischio peculiari per il genere femminile, invece, troviamo la radioterapia e la chemioterapia per neoplasia della mammella, infatti le radiazioni ionizzanti aumentano il rischio di infarto miocardico acuto e la chemio è cardiotossica. Inoltre la depressione nelle donne è associata ad outcome peggiori dopo cardiopatia acuta.

Bisogna incrementare dunque la percezione del rischio cardiovascolare per la donna e per chi la circonda, e prestare attenzione al trattamento farmacologico e non di questi fattori, poiché essi si fanno “più aggressivi” nel sesso femminile, in particolare per ciò che riguarda il diabete mellito e la sindrome metabolica. La sindrome metabolica va prevenuta sin dalla giovane età e con particolare forza dopo la menopausa, infatti con il progredire dell’età, ma ben oltre la sesta decade, le differenze tra i sessi vanno riducendosi e aumentano la probabilità e il rischio nella donna.

Differenze di genere evidenti ci sono anche nell’espressione clinica delle aritmie. La fibrillazione atriale è il maggior fattore di rischio modificabile di ictus, di malattia cardiovascolare e di mortalità nel genere femminile. Sono noti i fattori di rischio specifici di stroke per il sesso femminile, strettamente correlati agli effetti degli ormoni sessuali e all’assunzione degli estrogeni esogeni: gravidanza, anticoncezionali, menopausa, post-menopausa, ma le donne presentano inoltre anche un rischio di sanguinamento particolarmente elevato e l’utilizzo dei nuovi farmaci anticoagulanti orali, che rispetto agli antagonisti della vitamina K sono associati a una ridotta incidenza di emorragie intracraniche, si è dimostrato particolarmente sicuro e di beneficio nel sesso femminile. Comprendere le differenze di genere nell’anticoagulazione dei pazienti con fibrillazione atriale è importante per stabilire le misure preventive da adottare a lungo termine e guidare la scelta del trattamento anticoagulante più efficace e sicuro, con un impatto fondamentale su diagnosi precoce e accesso alle terapie, così da migliorare l’outcome clinico.

“Siamo stati ben felici di accettare l’invito di Onda a collaborare a questo evento che declina nel dettaglio un aspetto sul quale Daiichi Sankyo è da sempre attivamente impegnata in prima linea, ovvero la sicurezza in campo terapeutico. Siamo orgogliosi di dare il nostro piccolo contributo allo sviluppo della cardiologia di genere e alla sensibilizzazione su un tema così delicato e attuale come quello delle aggressioni in ambito sanitario. Ci auguriamo che iniziative come questa possano moltiplicarsi su tutto il territorio nazionale.” Ha dichiarato Massimo Grandi, Amministratore Delegato di Daiichi Sankyo Italia

Gestire l’aggressività negli ambienti sanitari

Ma la sicurezza per la salute delle donne non è solo prevenzione e gestione in ambito terapeutico, ma anche una necessità in campo professionale, e i recentissimi fatti di cronaca sulle aggressioni in ambulatori e guardie mediche lo dimostrano in modo lampante. Una recente indagine di Federsanità –ANCI e Fnomceo, rivela che gli atti di violenza verbale o fisica si concentrano soprattutto nelle aree di emergenza, i servizi psichiatrici, i Ser.T, la continuità assistenziale, i servizi di geriatria, e contestualmente le figure sanitarie più colpite sono medici, infermieri e operatori socio-sanitari. Diventa dunque urgente preparare la classe medica, e in particolar modo quella femminile, alla gestione dell’aggressività verbale e non verbale a cui si assiste sempre più spesso nella pratica clinica, una violenza che si manifesta con varie sfaccettature e si scatena per vari motivi, che possono essere di ordine psicologico, familiare, sanitario o addirittura sociale. E’ impossibile, infatti, non rilevare la mutata percezione dell’opinione pubblica rispetto a quanti esercitano la professione sanitaria, che registra il passaggio da una fiducia totale nei tempi e nelle capacità del medico ad una pretesa di attenzione e di guarigione, anche quando queste non sono né possibili né immediate.

FonteDaiichi Sankyo

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Daiichi Sankyo
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Tel.+39 0685255-202
elisa.porchetti@daiichi-sankyo.it

Valeria Carbone Basile
Tel: +39 339 1704748
valeria.carbonebasile@gmail.com

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Salute e Benessere

Campagna educativa #spegniildolore attraverso il nuovo sito www.spegniildolore.it

È partita la campagna informativa sul trattamento del dolore cronico e sugli approcci terapeutici a disposizione dei pazienti con il nuovo sito spegniildolore.it

Roma, 12 novembre 2018 – È già operativa la nuova campagna informativa dedicata a chi soffre di dolore cronico. Si definisce cronico un dolore che persiste oltre i tempi ragionevoli di guarigione: in Italia affligge il 26% degli adulti (circa 13 milioni di persone), e la metà di questi soffre di dolore cronico “severo” (circa 6,5 milioni di persone). Spesso il dolore cronico è sottovalutato e sottotrattato.

Attraverso il nuovo sito http://www.spegniildolore.it e presso il totem interattivopresente al 4° piano del Policlinico Gemelli fino a fine gennaio, il paziente interessato potrà approfondire la propria situazione e conoscere le possibilità di trattamento a Lui più indicate attraverso un percorso interattivo semplice, intuitivo e completo, che simula un colloquio con il medico. “Il nuovo totem rappresenta un’occasione in più di confronto e di indirizzo per i pazienti che soffrono di dolore cronico, un ambito nel quale siamo impegnati al fianco dei pazienti con soluzioni tecnologicamente innovative e personalizzate. Siamo convinti che campagne informative come questa possano aiutarci a migliorare la qualità di vita delle persone” commenta il dott. Tufo, neurochirurgo del Policlinico Gemelli.

Spesso associato a malattie degenerative, neurologiche, od oncologiche, il dolore cronico viene tipicamente trattato con terapia farmacologica, che prevede l’utilizzo di analgesici, ma può includere anche la somministrazione di altri farmaci come anti-infiammatori e anticonvulsivanti. “La terapia farmacologica, tuttavia, potrebbe essere non ben tollerata e in taluni casi comportare effetti collaterali rilevanti che ne impediscono la prosecuzione, compromettendo risultati efficaci nel lungo periodo” osserva la dottoressa Cioni, responsabile dell’unità operativa di Neurochirurgia Funzionale del Policlinico Gemelli. “Quando i trattamenti di prima linea risultano insufficienti o inefficaci, si può fare ricorso a trattamenti interventistici tra i quali la neuromodulazione midollare (SCS) o, in caso di dolori cronici cranio-facciali, come la nevralgia del trigemino, trattamenti chirurgici innovativi e mininvasivi di cui il Policlinico Gemelli di Roma è centro di eccellenza“.

La neuromodulazione midollare si basa sull’invio al midollo spinale di leggeri impulsi elettrici che interrompono i segnali del dolore trasmessi al cervello. Tali impulsi vengono erogati da un elettrodo posizionato a ridosso della colonna vertebrale nello spazio epidurale, collegato a un piccolo dispositivo (neuropacemaker) impiantato sottocute.

Nota: L’iniziativa “Spegni il dolore” è patrocinata dal Policlinico Gemelli e realizzata grazie al supporto non condizionato di Medtronic.

FonteSpegni il Dolore

Contact:
Media For Health
Phone: +39 02 87 25 91 12
Email: [email protected]

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Comunicati Salute e Benessere

Il metodo “focus group” per valutare il rischio stress lavoro correlato

Il metodo “focus group” per valutare il rischio stress lavoro correlato

Il 13 dicembre si terrà a Brescia un corso per raggiungere una piena consapevolezza teorica e pratica del metodo del “focus group” applicato alla valutazione approfondita dello stress lavoro correlato.

 

Riguardo alla fase di valutazione approfondita dello stress lavoro correlato le indicazioni della Commissione Consultiva Permanente per la salute e sicurezza sul lavoro (art. 6, D.Lgs. 81/2008) prevedono la valutazione della percezione soggettiva dei lavoratori in relazione ad alcuni fattori/indicatori oggetto della valutazione preliminare. E, sempre in relazione alla valutazione di questo rischio, l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (Inail) raccomanda l’effettuazione della fase approfondita della valutazione del rischio stress lavoro-correlato già a completamento della fase preliminare.

 

Come valutare correttamente la percezione dei lavoratori?

Se le modalità utilizzate per la valutazione delle percezioni dei lavoratori possono essere diverse (questionari, focus group, interviste semistrutturate, …), il focus group è uno strumento molto versatile che si caratterizza per la capacità, in un confronto diretto con i lavoratori, di far emergere opinioni, esperienze, elementi di criticità e spunti di miglioramento.

 

Esistono corsi per aiutare gli operatori ad affrontare nel modo migliore la valutazione della percezione soggettiva dei lavoratori? C’è un percorso formativo che permetta di conoscere e applicare correttamente il metodo del focus group?

 

Il focus group e la valutazione del rischio stress

Proprio per fornire agli operatori le competenze nell’utilizzo degli strumenti necessari ad un’efficace valutazione del rischio stress lavoro correlato, l’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS) organizza per il 13 dicembre 2018 a Brescia un corso di 8 ore dal titolo “FOCUS GROUP: Strumento per la valutazione del rischio da stress lavoro correlato”.

Il corso si prefigge di condurre ad una piena consapevolezza teorica e pratica del metodo applicato alla valutazione approfondita dello stress lavoro correlato.

Al termine del percorso formativo, che prevede anche attività esperienziali, il discente sarà in grado di mettere in atto questa metodologia, organizzando e gestendo le sedute di focus group finalizzate alla valutazione del rischio da stress lavoro correlato.

 

Lo strumento del focus group

Il focus group è uno strumento di indagine che si realizza attraverso un’intervista rivolta ad un gruppo omogeneo di persone per approfondire un tema e particolari aspetti di un argomento. È un metodo che è in grado di esplorare in modo approfondito opinioni, atteggiamenti e comportamenti di una collettività approfondendo anche gli atteggiamenti correlati alle scelte comportamentali.

 

Il programma del corso di Brescia

Il corso di 8 ore in presenza “FOCUS GROUP: Strumento per la valutazione del rischio da stress lavoro correlato” si tiene dunque il 13 dicembre 2018 a Brescia dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00 presso AiFOS Service in via Branze 45, c/o CSMT, Università degli studi di Brescia.

 

Gli argomenti del corso:

  • Elementi di metodologia
  • Metodo qualitativo e /o quantitativo
  • Organizzazione e gestione del Focus Group
  • Conclusione del Focus Group e piano d’azione susseguente
  • Le dinamiche di aula
  • Esercitazioni role playing
  • Debriefing

 

Il corso è valido come aggiornamento relativo a 6 ore per RSPP e ASPP di tutti i macrosettori ATECO e 3 ore per formatori terza area tematica.

 

Per avere informazioni e iscriversi al corso è possibile utilizzare questo link: https://aifos.org/home/formazione/corsi-qualificati/comunicazione/comunicazione/focus_group_strumento_per_la_valutazione_del_rischio_da_stress_lavoro_correlato

 

Per informazioni:

Sede nazionale AiFOS: via Branze, 45 – 25123 Brescia c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia – tel.030.6595031 – fax 030.6595040 www.aifos.it[email protected]

 

15 novembre 2018

 

Ufficio Stampa di AiFOS

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Comunicati Salute e Benessere Volontariato e società

Riflessioni sulla collaborazione tra RLS, RSPP e medici competenti

Riflessioni sulla collaborazione tra RLS, RSPP e medici competenti

Presentati a Roma il 5 dicenbre i risultati della ricerca dell’Associazione AiFOS del 2018 sulla collaborazione tra i principali soggetti coinvolti nella sicurezza aziendale.

È evidente che nel contesto dinamico ed estremamente variegato del mondo del lavoro attuale sia sempre più importante che i vari attori della salute e sicurezza sul lavoro collaborino attivamente ed efficacemente all’obiettivo di ridurre infortuni e malattie professionali. Tuttavia benché il modello prevenzionale collaborativo sia presente nella normativa nazionale, con riferimento ad esempio al D.Lgs. 81/2008, molte esperienze e ricerche hanno mostrato in questi anni come nei luoghi di lavoro spesso non ci sia una sufficiente collaborazione tra operatori come gli RSPP (Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione), gli RLS (Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza) e i medici competenti.

 

Qual è la relazione nelle aziende tra RSPP, RLS e medico competente?  E quali sono le difficoltà più riscontrate?

 

Sicurezza partecipata: la collaborazione tra RLS, RSPP e medici competenti

Proprio per rispondere a queste domande e rendere più efficace la collaborazione tra gli operatori, l’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS) ha condotto una ricerca nel 2018 attraverso tre diversi questionari in cui i vari operatori hanno potuto indicare, tra le altre cose, in quali attività vengono consultati in merito all’organizzazione della formazione e alla valutazione dei rischi, quali sono le modalità di svolgimento della riunione periodica e come sono le relazioni professionali con gli altri attori.

I risultati della ricerca, che costituiscono il Rapporto AiFOS 2018 pubblicato sul “Quaderno della Sicurezza” n°4 del 2018, saranno poi analizzati e diventeranno spunti per importanti riflessioni nel convegno gratuito “La sicurezza partecipata: la collaborazione tra RLS, RSPP e Medico Competente” che si terrà il 5 dicembre 2018 a Roma.

 

Riflessioni sui risultati della ricerca

Nell’indagine realizzata dall’Associazione AiFOS, che si è soffermata in particolare sulle risposte di RLS e RSPP, emerge una forte distanza dei giudizi di RLS e di RSPP che, se da un lato possono essere connesse alla tipologia dei diversi compiti da svolgere, riguardano spesso anche temi di carattere generale o trasversale.

Probabilmente in molte risposte ogni operatore si sente chiamato a “difendere” il proprio ruolo e non può sfuggire che se un RSPP è designato o nominato dal datore di lavoro e a questi risponde, un RLS ha come principale riferimento i propri compagni di lavoro.

E forse è proprio in queste differenze di contesto che è racchiusa la insufficiente collaborazione tra le parti.

 

Il convegno sulla collaborazione tra RLS, RSPP e Medico Competente

Proprio per riflettere e analizzare la ricerca si terrà, dunque, mercoledì 5 dicembre 2018 a Roma in viale David Lubin 2, presso la Sala del Parlamentino CNEL – dalle ore 9,30 alle 13,00 – il convegno di studio e approfondimento/Rapporto AiFOS 2018 “La sicurezza partecipata: la collaborazione tra RLS, RSPP e Medico Competente”.

 

Questo il programma dell’incontro:

 

Apertura lavori:

Lorenzo Fantini, Direttore dei Quaderni della Sicurezza AiFOS

 

Moderatore:

Francesco Naviglio, Segretario Generale AiFOS

 

Interventi:

Rocco Vitale, Presidente AiFOS, Mario Gallo, Professore a contratto di Diritto del lavoro nell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale: “Presentazione Rapporto AiFOS 2018 – Obiettivo sicurezza: la collaborazione tra RLS, RSPP e medico competente”;

Ester Rotoli, Responsabile Direzione Centrale Prevenzione Inail: “La valorizzazione della figura dell’RLS nel sistema della prevenzione: le azioni Inail a supporto”;

Umberto Candura, Presidente ANMA – Associazione Nazionale Medici d’Azienda e Competenti: “Il Modello ANMA di integrazione del Medico Competente nell’organizzazione aziendale”;

Cinzia Frascheri, Responsabile nazionale CISL salute e sicurezza sul lavoro: “Gli impegni della CISL per valorizzare la figura dell’RLS”;

Lucia Vurro, RSPP Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Luigi Edoardo Renna, RLS Università degli Studi di Bari Aldo Moro: “RSPP e RLS: una strana coppia di fatto”.

 

Il link per il programma e l’iscrizione all’evento:

http://aifos.org/home/eventi/intev/convegni_aifos/sicurezza_partecipata

 

Si ricorda che il convegno è gratuito, ma con iscrizione obbligatoria, e a tutti i partecipanti verrà consegnato un attestato di partecipazione con il rilascio di 2 crediti per Formatori area tematica n.1 (normativa/organizzativa) e RSPP/ASPP.

 

Per informazioni e iscrizioni al convegno:

Direzione Nazionale AiFOS: via Branze, 45 – 25123 Brescia c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia – tel.030.6595031 – fax 030.6595040 www.aifos.it[email protected]

 

08 novembre 2018

 

Ufficio Stampa di AiFOS

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Dieta e Alimentazione Salute e Benessere

Sei intollerante al lattosio? Ecco i sintomi e cosa eliminare dalla dieta!

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  • 5 Novembre 2018

Sei intollerante al lattosio? Ecco di cosa si tratta e quali sono gli alimenti da non mangiare.

L’intolleranza al lattosio è un disturbo molto diffuso soprattutto nell’età adulta e consiste nell’incapacità di digerire un particolare tipo di zucchero che troviamo nel latte chiamato lattosio. Il lattosio si trova non solo nel latte ma anche in molti prodotti lattiero-caseari.

Se pensate di essere intolleranti al lattosio la prima cosa da fare è cercare di seguire una dieta personalizzata, su misura per voi, escludendo i cibi che contengono lattosio.

In questo modo se siete realmente intolleranti al lattosio osserverete dei miglioramenti e la scomparsa dei sintomi. Fatto questo, per accertarvi che sia il lattosio l’unico responsabile di questi sintomi e non di altre patologie sottostanti è possibile effettuare alcuni test specifici di conferma in campo medico.

Sintomi dell’intolleranza al lattosio

Il lattosio non viene digerito per la carenza dell’enzima lattasi a livello dell’intestino e questo causa alcuni disturbi come gonfiore, gas, crampi addominali, nausea e diarrea che durano dai 30 minuti a qualche ora dopo l’ingestione di cibi che lo contengono. A seconda della quantità dell’enzima presente nel nostro organismo i sintomi possono essere lievi o gravi.

 La gravità dipende da quanto tempo il lattosio è stato consumato e dalla quantità di enzima che la persona produce.

Cosa mangiare per chi è intollerante al lattosio

Chi è intollerante al lattosio deve ridurre o eliminare completamente tutti i prodotti che contengono questo tipo di zucchero dalla dieta. Fortunatamente oggi in commercio esistono tanti prodotti lattiero-caseari senza lattosio, e quindi più digeribili. Anche il latte, si puù scegliere il latte di riso, di mandorle, di soia o semplicemente quello senza lattosio. Bisogna comunque fare attenzione e leggere sempre le etichette dei prodotti perchè spesso questo zucchero viene aggiunto a molti prodotti trasformati come ad esempio condimenti per insalate, carne, salse, cereali, zuppe, creme ed è presente anche in alcuni farmaci.

 

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Salute e Benessere

Stanchi della monotonia? Provate ad aggiungere le catene anali durante i rapporti

 

Ragazzi avete sentito di questa fantastica novità? Un’ eccitante e trasgressiva pratica sessuale? Parliamo delle catene anali! Stimolanti palline si materiale plastico, sintetico o pvc che si infilano su nel retto e causano una piacevole sensazione di stimolazione. Non dovete assolutamente perdervele, ormai tutti ne fanno uso e sia che siate da soli o che siate in coppia, le catene anali diventeranno un vostro amico fisso. Ogni rapporto sessuale prenderà lo sprint e raggiungere l’orgasmo sarà più facile! Spieghiamoci meglio a riguardo, le terminazioni nervose presenti all’interno del retto, provocano una sensazione di eccitazione davvero intensa, alcune persone infatti, sia uomini che donne, raggiungono più facilmente l’orgasmo tramite la stimolazione anale rispetto a quella vaginale. Questo può capitare perché la membrana che separa le due cavità è davvero sottile, ma vediamo più nel dettaglio la faccenda.

Catene anali per rapporti dai brividi caldi

L’oggettistica sexy, come tutti i settori del resto, si è evoluta parecchio, producendo diversi gadget  di oggettistica sexy: dai più famosi e classici, decisamente apprezzati e posizionati sul mercato, dildo; passando poi per tutti gli altri sex toys che caratterizzano la stimolazione di queste zone erogene, parliamo quindi di vibratori anali, di cunei, ma anche di catene anali. Queste ultime sono caratterizzare da delle palline di varia grandezza che una alla volta, si infilano su per il retto; vanno prima lubrificate magari e poi lentamente premute sull’ano, al fine di farle entrare e a seguito di ciò, potrete decidere se avere un rapporto sessuale completo e doppio, ovvero di stimolare entrambe le zone di maggiore eccitazione o se semplicemente, inserire queste catene anali e poi lentamente rimuoverle, al fine di stimolare le terminazioni nervose circostanti e provare una grande eccitazione sessuale.

Pulizia delle catene anali e dei sex toys in generale

Quando avrete terminato la vostra pratica erotica, di infilarvi le cose nel posteriore e goderne fino allo sfinimento, dovrete anche pensare alla pulizia dell’oggettistica sexy. Le catene anali infatti, facenti parte dei sex toys, sono a rischio diffusione di batteri, quindi la soluzione migliore per voi è quella di lavarli bene e riporli poi, anche in un posto relativamente sicuro, lontani da polvere e altre sostanze che possano inquinarli e farvi rischiare di prendere qualche infezione dovuta appunto alla sporcizia. Ricordiamoci bene quindi di prestare attenzione alla cura dei sex toys prima, ma soprattutto dopo l’uso, specialmente di quelli a utilizzo anale come le catene anali che appunto servono alla stimolazione dell’ano.

 

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Comunicati Salute e Benessere

Sviluppo sostenibile: la salute e la sicurezza nella strategia d’impresa

Sviluppo sostenibile: la salute e la sicurezza nella strategia d’impresa

Due corsi a Brescia e a Roma tra novembre e dicembre per valorizzare l’interazione tra gli aspetti di sostenibilità e quelli legati alla gestione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo ‘che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri’ (Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo – WCED). Una modalità di sviluppo sempre più necessaria perché la terra è un ecosistema chiuso, le sue risorse sono limitate e lo sviluppo umano non può ‘superare’ i limiti biofisici del pianeta neanche grazie all’innovazione tecnologica.

Come affrontare nelle aziende italiane la sfida dello sviluppo sostenibile? E come promuovere questo sviluppo anche attraverso politiche e pratiche a tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro?

Il nuovo corso su sostenibilità, salute e sicurezza
Per permettere alle aziende di parlare di sostenibilità e di dare il giusto rilievo al tema della salute e sicurezza, l’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS) organizza due corsi, uno a Brescia e uno a Roma, tra novembre e dicembre 2018, dal titolo “Sostenibilità: la salute e la sicurezza nella strategia d’impresa”.

Il corso ha come obiettivo quello di fornire le conoscenze e competenze utili a identificare le modalità più idonee a valorizzare, all’interno del proprio contesto organizzativo, l’interazione tra gli aspetti di sostenibilità e quelli legati alla gestione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Queste le date e le sedi dei due corsi:
– 19-20-21 novembre 2018 – Aifos Service – Brescia, Via Branze, 45 – 030 6595035 – [email protected]
– 11-12-13 dicembre 2018 – Gruppo Ambiente Sicurezza – Roma, Via di San Nicola da Tolentino, 22B – 06 64763266 – [email protected]

L’importanza della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
Benché il tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro sia presente in tutti i framework e gli standard internazionali sulla sostenibilità d’impresa, viene spesso poco valorizzato nelle strategie di sostenibilità. Generalmente il rapporto tra salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e sostenibilità si risolve solo nella dimensione della rendicontazione: i dati sulla salute e sicurezza sono inseriti nei report di sostenibilità e sono comunque utilizzati per misurare le performance dell’azienda in materia di sostenibilità.

Invece salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e sostenibilità possono rafforzarsi a vicenda e creare congiuntamente un maggiore impatto positivo in particolare in alcuni ambiti di mutuo interesse come a titolo di esempio la gestione della catena di fornitura, il diversity management e la cultura aziendale.

Il programma del corso sulla sostenibilità
Questi gli argomenti che saranno affrontati nel corso di 24 ore che si terrà, a Brescia e a Roma, in tre giornate tra novembre e dicembre 2018:
– Definizioni e concettualizzazioni riguardanti la sostenibilità d’impresa
– Sostenibilità d’impresa e gestione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro: gli elementi di intersezione
– Il concetto di diversity e impatto sulle performance aziendali
– Il concetto di sostenibilità nella catena di fornitura: applicabilità dell’articolo 26 e/o del Titolo IV
– Documentazione obbligatoria per la qualifica dei fornitori
– Introduzione allo stakeholder management
– La mappatura degli stakeholder: strumenti ed esperienze a confronto
– Metodologie e strumenti di analisi degli stakeholder
– La progettazione e implementazione di una politica di stakeholder management
– Introduzione al concetto di benessere organizzativo
– Principali strategie motivazionali
– Benefici in termini di salute e sostenibilità d’impresa

La partecipazione al corso vale come 16 ore di aggiornamento per RSPP/ASPP e come 8 ore di aggiornamento per Formatori qualificati prima area tematica e 8 ore di aggiornamento per Formatori qualificati seconda area tematica.

Per avere ulteriori dettagli sul corso e iscriversi, è possibile utilizzare questo link: https://aifos.org/home/formazione/corsi-qualificati/organizzativa/organizzativa/sostenibilita_la_salute_e_la_sicurezza_nella_strategia_d_impresa

Segnaliamo, infine, che le spese sostenute per l’iscrizione ai corsi qualificati AiFOS, nonché le spese di viaggio e soggiorno, sono integralmente deducibili – entro il limite annuo di 10.000 euro – come previsto dall’articolo 9 della Legge 22/05/2017, n° 81 “Jobs Act dei lavoratori autonomi”.

Per informazioni e iscrizioni:
Sede nazionale AiFOS – via Branze, 45 – 25123 Brescia c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia – tel.030.6595035 – fax 030.6595040 www.aifos.it – [email protected][email protected]

25 ottobre 2018

Ufficio Stampa di AiFOS
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Comunicati Salute e Benessere

Come vedere il calcio in una nuova veste: i tornei giovanili e amatoriali

Il calcio è la tua più grande passione e non vedi l’ora di arrivare al giorno della settimana dedicato alla partita, agli allenamenti, al ritrovo nel bar vicino casa dove si commenta di calcio? Ti piace lo sport a 360 gradi e sei appassionato di tornei giovanili? Questo è il posto giusto per te perché scoprirai che la tua passione può essere un’occasione eccezionale per ampliare i tuoi orizzonti. Non ci credi? La tua squadra amatoriale ha infatti la possibilità di partecipare a tornei di grande rilievo in Italia e all’estero, farsi notare e soprattutto fare ancora più squadra. Ci sono un sacco di possibilità per coloro che sono pronti a mettersi in gioco, lasciare momentaneamente il campetto di provincia a poche centinaia di metri da casa e approdare in una realtà più grande ed entusiasmante. Gli eventi dedicati al calcio giovanile e amatoriale sono di vario tipo e ce ne sono davvero per tutti: ritiri calcistici, summer camp in bellissime, tornei internazionali distribuiti durante tutto l’anno.

Tornei giovanili e amatoriali: dove l’esperienza conta più della performance

I pacchetti fra cui scegliere sono numerosi; lo stesso vale per le località, che vengono proposte prima di tutto in base alla loro capacità di ospitare tornei di qualità, ma anche per la loro bellezza (es. Barcellona, Roma, Venezia, Praga, ecc.) e per garantire alla squadra un’ulteriore occasione di socialità e condivisione. Si tratta infatti di un’esperienza immersiva, in cui quello che conta alla fine di tutto non è solo la performance della squadra, ma soprattutto i legami che si rafforzano (fra le altre cose, l’esito positivo di una partita non deriva solo da un ottimo allenamento guidato da un mister capace, ma anche dalla comprensione degli altri e dalle amicizie che all’interno della squadra si fanno più profonde). È inoltre possibile personalizzare il pacchetto scelto secondo le esigenze del team. Infatti nel calcio amatoriale e giovanile si cerca per quanto possibile di essere flessibili.

Le regole non dette del calcio e i tornei giovanili

Tutti gli eventi che girano intorno ai tornei giovanili sono pensati per chi ama il calcio a prescindere dal calcio professionistico, per chi apprezza questo sport come tale e i valori che esso rappresenta, senza pensarlo solo come un’agguerrita competizione fra squadre avverse. Prendiamo un esempio concreto per capire come le due correnti di pensiero siano separate fra loro. Un genitore che urla dagli spalti e incita il figlio a “dare alle gambe” dell’avversario è tutto ciò che va contro lo spirito dei tornei giovanili sopra citati. Un genitore che invece non fa inutili pressioni al figlio perché diventi il migliore della squadra e lo incita a rispettare i suoi compagni e quelli del team con cui si confronta è da considerarsi una persona in linea con lo spirito dei ritiri calcistici e dei tornei amatoriali e giovanili. Sei pronto quindi a iscrivere la tua squadra e vivere un’esperienza straordinaria? Se credi che il tuo team abbia i numeri per partecipare, non pensarci un attimo in più e parti per un torneo internazionale!

 

 

 

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Rimedi Naturali Salute e Benessere

Pelle del Viso Come Mantenerne il Benessere Evitando gli Errori Quotidiani

La pelle del viso è una parte del nostro corpo che mostriamo ogni giorno agli altri, per questo motivo una pelle sana e luminosa è fondamentale per determinare il nostro aspetto fisico.
Essendo la parte più esterna al nostro corpo la pelle subisce aggressioni quotidiane da parte di agenti esterni di vario genere che ne mettono a repentaglio l’aspetto oltreché il benessere.
Se non possiamo fare molto per evitare il contatto con gli agenti esterni possiamo però almeno evitare di aggravare la situazione evitando vari errori anche inconsapevoli che mettono a rischio il benessere e l’aspetto della pelle.
Per aiutarvi ad avere una pelle più sana e bella elenchiamo alcuni consigli utili a limitare le abitudini sbagliate che possono rovinare l’aspetto e la salute della nostra pelle.
Evitare di toccare spesso il viso con le mani, soprattutto quando siamo fuori e non abbiamo la possibilità di lavarsi spesso le mani toccare la pelle del viso con le dita può essere un’azione che trasporta un gran numero di batteri oltre che di molte altre impurità sulla pelle del viso.
Toccare più del necessario la pelle nostro viso con le mani non pulite può portare alla formazione di punti neri, arrossamenti e infiammazioni che potrebbero indurci a toccarsi il viso ancora più spesso peggiorando la situazione.
Un altro mezzo di trasporto per i germi sono i capelli lunghi soprattutto se lasciati sciolti, anche se lavati i capelli che sono a contatto diretto con elementi che trasportano germi e sporcizia in questo modo i capelli che sono a contatto con la pelle diventano una via privilegiata per germi e altre impurità per arrivare sulla pelle del nostro viso.
Un accessorio considerato molto utile per la pulizia della pelle è l’asciugamano, questo viene lasciato spesso nei bagni anche per vari giorni, in questo modo anche l’asciugamano diventa un ricettacolo per i germi che per mezzo di esso arrivano al viso creando le condizioni per potenziali problemi.
Oltre tutto l’asciugamano non è morbido a sufficienza per la pelle e la sfregatura sulla pelle del viso irrita la pelle, per evitare questo è meglio aspettare che la pelle si asciughi da sola in pochi minuti.
Un’altra cosa a cui fare attenzione sono gli oggetti che vengono a contatto diretto con la pelle del viso tra questi su tutti c’è il cellulare che in alcuni casi viene tenuto a contatto con la pelle del nostro viso dopo essere stato messo in molti altri posti diventando così un oggetto pieno di batteri ed impurità di ogni tipo.
Per evitare che i germi e lo sporco sia direttamente trasportato sul viso nonché sulle mani conviene igienizzare il nostro cellulare anche più volte al giorno.
Anche alcuni oggetti che erroneamente riteniamo utili alla pulizia del viso e della pelle possono creare problemi anche seri, tra questi oggetti ci sono le salviette struccanti che spesso sono strofinate in modo energico per rimuovere la sporcizia dalla pelle.
L’utilizzo quotidiano delle salviette può portare a danneggiare la pelle soprattutto quando si intende utilizzarle senza l’ausilio dell’acqua corrente che rimuove in modo molto più naturale e delicato le impurità dalla pelle.
Anche lo shampoo può essere una minaccia per la nostra pelle, anche se si utilizza uno shampoo delicato è meglio evitare che venga a contatto diretto con la pelle in quanto la sua composizione caratterizzata da sostanze schiumogene può irritare e rendere arida la pelle.
Anche quando andiamo a letto a dormire possiamo mettere a repentaglio il benessere della nostra pelle, per evitare questo cambiamo spesso la federa del nostro cuscino che stando a contatto con la pelle del viso molte ore potrebbe provocare danni e fastidi se non si provvedere a cambiarla spesso.

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Salute e Benessere

Andropausa anziani, cos’è e consigli

A partire dalla tanto temuta mezza età, gli uomini avvertono i primi segni dell’andropausa. In realtà, le problematiche più evidenti appaiono soprattutto durante la terza età, spesso enfatizzate anche da altre patologie. Ma cos’è l’andropausa maschile e come affrontarla al meglio? Esiste la prevenzione per la menopausa maschile? Cercheremo di rispondere in maniera sintetica ma esaustiva a queste domande, grazie anche alla consulenza della casa di riposo per anziani vicino Roma Nord, L’Arca di Noè.

Andropausa nella terza età, i principali disturbi

Avere l’andropausa nella terza età è un normale processo biologico, dunque non bisogna preoccuparsi eccessivamente, ma tenersi sotto controllo onde evitare che i disturbi tipici di quest’evento possano trasformarsi in malattie. Ma quali sono i problemi che porta il climaterio maschile? I più evidenti sono legati alla sfera sessuale, con un calo del desiderio e tempi refrattari più lunghi, ma non solo: si associano a ciò potenziali cali dell’umore, caduta dei capelli, aumento del peso, minore forza a livello muscolare, stanchezza e sonnolenza.

Consigli per affrontare al meglio l’andropausa negli anziani

Naturalmente, tutti questi fenomeni possono essere di entità estremamente variabile, poiché molto dipende dal soggetto e dal suo stato di salute. Di certo ci sono dei consigli che vale la pena elencare, consigli che vi aiuteranno ad affrontare in maniera consapevole l’andropausa negli anziani e, spesso, a fare prevenzione per talune patologie.

Fra le dritte fondamentali da fare proprie durante la menopausa maschile abbiamo:

  • fare attenzione al peso forma: mangiare sano è molto importante, poiché in questa fase della vita si tende a prendere peso più facilmente, specie nella zona addominale
  • fare regolare attività fisica: previene l’obesità e aiuta a congiurare malattie cardiovascolari e il diabete
  • eseguire regolari check up: analisi del sangue e MOC, in particolare
  • farsi seguire da uno psicologo nei casi in cui si abbia familiarità o ereditarietà con la depressione
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Etica e Società Salute e Benessere

Sempre più Belli Grazie a Centri Estetici Sempre più Tecnologici

In italia sono presenti moltissimi centri estetici dalle grandi città ai paesi più piccoli come l’ estetista Poggibonsi un centro all’avanguardia che propone trattamenti estetici avanzati.
La cultura della cura del corpo negli ultimi decenni ha conosciuto una crescita costante che ha retto anche alla diminuzione dei consumi provocata dalla crisi.
A contribuire alla crescita dei centri estetici ci sono l’introduzione di nuovi trattamenti estetici che di fatto hanno offerto risultati sorprendenti rispetto a quelli che erano i classici servizi estetici di base come la depilazione e la cura di mani e piedi.
La costante ricerca supportata dai progressi della tecnologia e finanziata da importanti società internazionali ha permesso di commercializzare trattamenti estetici che fino a pochi anni fa erano appannaggio di poche persone come personaggi del mondo dello spettacolo o persone ricche da poter permettersi di pagare cifre molto elevate.
Tra i trattamenti estetici avanzati più importanti di cui oggi si può usufruire nei centri estetici a prezzi economici rispetto a quelli del passato ci sono sicuramente quelli che riguardano la cura della pelle.
Creme realizzate con elementi innovativi le cui proprietà sono state scoperte grazie a ricerche internazionali all’avanguardia oggi non solo migliorano la qualità della pelle rendendola più compatta e luminosa ma attenuano i segni del tempo in modo quasi miracoloso ed in alcuni casi riescano a curare inestetismi e macchie della pelle per le quali prima esisteva solo la possibilità di coprire con prodotti cosmetici coprenti.
Alcuni di questi trattamenti necessitano di apparecchiature molto costose che per mezzo di tecnologie come il laser che riesce a curare la pelle in modo profondo dove non era possibile arrivare con un semplice massaggio o con un qualsiasi prodotto.
Anche per quanto riguarda la depilazione i nuovi trattamenti estetici riescono a dare risultati sorprendenti rispetto al classico metodo delle cerette e degli strappi, oggi grazie all’introduzione di macchinari laser realizzati da multinazionali dell’estetica di livello internazionale molti centri estetici possono fornire trattamenti di depilazione definitiva che risolvono in modo permanente uno dei problemi estetici più sentiti dalle donne.
L’introduzione della tecnologia laser e a luce pulsata offre una soluzione sicura e permanente che permette alle donne di risparmiare non solo tempo e denaro ma anche di sottoporre la pelle agli arrossamenti e al pericolo delle vene in superficie che le continue cerette e strappi potevano provocare in alcuni soggetti con la pelle delicata e fine.
Queste sono solo alcune delle soluzioni estetiche innovative che oggi possano trovare nei migliori centri estetici, oltre a questi esiste una classe di servizi e trattamenti sempre più apprezzati come i massaggi rilassanti effettuati in ambienti rilassanti con aromi e musiche che aiutino la mente a rilassarsi e ritrovare quell’equilibrio necessario per completare e rendere duraturi gli effetti dei trattamenti estetici del corpo.

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Salute e Benessere

7 cose da sapere prima della tua prima seduta dallo psicologo

Non sarà facile, ma ricorda che ne vale sempre e assolutamente la pena.

La psicologa di Saronno, la Dottoressa Nadia Maria Pia Recupero ci accompagna in un viaggio alla scoperta dei passaggi da fare prima di accingersi alla prima seduta con lo psicologo.

Ogni terapeuta è diverso, ogni paziente è diverso. Tantissime e differenti saranno le motivazioni che, dopo vari ripensamenti, ti avranno portato a scegliere che la soluzione migliore per uscire dal tuo momento di stallo è l’aiuto di uno psicologo. Ma come tantissime altre persone ti starai chiedendo come prepararti a questa esperienza totalmente nuova.

Ecco allora alcune linee guida generali che la psicologa di Saronno Nadia Maria Pia Recupero e tutti gli psicologi sostengono potrebbero rendere più efficaci le sedute di terapia.

  1. Non scegliere necessariamente uno psicologo che ti è stato consigliato da qualcuno

È bello che qualcuno si interessi del tuo stato di salute, che tua madre o una tua amica ti suggeriscano lo psicologo con il quale si sono trovate bene, ma è specializzato in ciò che stai cercando di risolvere? Il terapeuta deve essere adatto alle tue necessità, quindi prenditi il ​​tuo tempo guardando potenziali terapeuti prima di fissare un appuntamento. Fai una buona ricerca e stila una lista.

  1. Prima di fissare un appuntamento, chiedi una consulenza telefonica gratuita.

La maggior parte dei terapisti offrirà consulenze telefoniche iniziali gratuite a nuovi pazienti. Approfitta di questo e fai tutte le domande preliminari di cui necessiti: la modalità di terapia, l’approccio in cui sono specializzati… Il terapista che saprà trasmetterti serenità e professionalità al telefono potrebbe essere quello con il quale riuscirai ad aprirti maggiormente in seduta.

  1. Chiedi al tuo terapeuta quali potrebbero essere i progressi e quanto spesso dovresti fare il check di valutazione degli stessi

Quando inizi le sedute con il tuo terapeuta, chiedi sin da subito come fare per tenere nota dei tuoi progressi. Poi di tanto in tanto fai un check con il terapeuta. Prendi nota di come ti senti e di eventuali cambiamenti, poi chiedi al tuo terapeuta se nota qualcosa di diverso, dato che la maggior parte delle volte non siamo in grado di vedere i cambiamenti in noi stessi.

  1. Aspettati di sentirti a disagio qualche volta

Capiterà che a volte ti sentirai davvero entusiasta di andare in terapia e dei progressi che stai facendo, altre volte ti chiederai perché mai hai avuto questa magnifica idea… Tutto fa parte del processo che ha, come ultimo obiettivo, quello di portarti verso un territorio di completa tranquillità e benessere.

  1. Non è sempre necessario entrare in ogni sessione con qualcosa di importante da discutere.

A volte entrare in sessione terapeutica a mente vuota, apparentemente senza nulla da discutere, porta verso grandi scoperte di sé stessi.

Dottoressa Nadia Maria Pia Recupero, la tua psicologa a Saronno

Specializzata in terapia centrata sulla persona, la psicologa di Saronno sarà al tuo fianco per aiutarti a superare un periodo di difficoltà della tua vita, a riprendere il contatto con te stesso, con la tua autenticità, sentimenti e valori, portandoti ad accettarti per quello che sei.

La Psicoterapia Centrata sulla Persona riconosce nel cliente, non paziente, una persona che è in posizione egualitaria nei confronti del terapeuta. Il fuoco dell’attenzione è centrato sulla dimensione esistenziale del rapporto che si instaura dunque tra cliente e terapeuta stesso. Ed è proprio l’intensità della qualità del rapporto che permette alle persone di svilupparsi, evolversi, risolvere problemi, esprimere al massimo le proprie potenzialità, crescere. Il terapeuta si considera collaboratore e compagno che cresce insieme al cliente in un processo di incontro da-persona-a-persona.

Se anche tu ahi deciso di dire basta a questo tuo periodo no, tornando a vedere il bello della vita, contatta ora la Dottoressa Nadia Maria Pia Recupero al 349 7005712

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Salute e Benessere

Dottoressa Martirani: la migliore psicologa a Torino!

Definizione del termine “psicologia”

Wundt fu il primo ad utilizzare il termine “psicologia” per definire i propri interessi scientifici.Per psicologia si intende, in senso generale, la scienza che indaga l’attività psichica e il comportamento umano per definirne le leggi. Tuttavia nel definire la psicologia si può fare riferimento a tre concezioni che storicamente si sono sovrapposte e contrapposte ma che oggi si possono ricondurre a una sostanziale unità.

In primo luogo la psicologia può essere vista come la scienza che studia l’attività psichica degli esseri viventi, intendendosi per “attività psichica” la soggettività individuale, cioè l’insieme dei  comportamento degli esseri umani. Infine essa è la scienza che studia la personalità dei singoli, intendendosi per “personalità” l’individualità bio-psico-sociale nella quale può essere riconosciuto ogni vivente, cioè l’unità dinamica in cui si integrano i tre aspetti (biologico, psicologico e sociale) sotto i quali può essere esaminato ogni individuo. È anche importante sottolineare che la psicologia si propone essenzialmente come una scienza bipolare: biologica e sociale.

Metodologia psicologica

La psicologia vista come scienza che studia la mente attraverso l’osservazione e l’analisi del comportamento può essere definita in primo luogo come scienza empirica (le sue osservazioni sono dirette e non mediate) e obiettiva (le sue osservazioni non sono mai soggettive, ma devono sempre essere regolate da criteri rigorosi). Di conseguenza le regole che si pongono come guida alla ricerca psicologica sono precise e rigorose, tali da permettere di generalizzare i risultati ottenuti in una singola ricerca. Gli psicologi infatti tendono sempre a verificare ipotesi che potremmo definire “locali” per poi arrivare a formulare teorie che abbiano carattere più generale.

Dottoressa Martirani: ogni problema ha una soluzione!

La Dottoressa Marielena Martirani ha dedicato gli anni della sua formazione allo studio della psicologia, conseguendo molteplici specializzazioni e intraprendendo la professione di psicologa a Torino. Specializzata in psicologia relazionale e di coppia, in psicoterapia cognitiva e in sessuologia clinica rivela una particolare sensibilità al benessere degli altri e il desiderio di sostenere l’individuo, in ogni età, nei diversi momenti di difficoltà. Oggi esercita la professione di psicologa nella città di Torino e si rivolge alla persona percependola come “sistema complesso”, spesso carico di fragilità non percepite. La Dottoressa Martirani lavora con il paziente per affrontarle insieme. Se desideri prendere un appuntamento, non esitare. La Dottoressa Martirani, psicologa a Torino, è in Via Belluno 8. Chiama ora al 3391619678.

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Salute e Benessere

Solo una farmacia? A Torino Madonna del Pilone è il centro multiservice per la salute

Farmacia Madonna del Pilone a Torino: vicino a te per la tua salute!

Non solo una farmacia. A Torino da anni oramai la Farmacia Madonna del Pilone è l’emblema del centro multiservizio per la salute e il benessere di tutta la famiglia. In Corso Casale 110, Madonna del Pilone si prende cura della tua salute dalla A alla Z.

Le moderne farmacie sono dei veri “supermercati del benessere”, centri nei quali è possibile trovare di tutto per la propria salute e per la cura del corpo. E questo è di certo avvenuto in risposta alle diverse necessità di un mercato di riferimento attuale, completamente differente rispetto al passato. Oggi si parla infatti di due diverse categorie di cliente: il consumatore ed il paziente. Va da sé che anche il ruolo del farmacista sia cambiato: non più solo venditore di medicinali, ma anche consulente commerciale, con una competenza poliedrica in fatto di prodotti e servizi farmaceutici-sanitari.

La farmacia di Torino che risponde al nome di Madonna del Pilone ha seguito perfettamente il trend: non è un semplice punto vendita di articoli sanitari, ma è una moderna struttura che offre moltissimi servizi, assicurando i maggiori standard di qualità. Oltre a garantire lo svolgimento delle funzioni farmaceutiche di base e cliniche, la Farmacia Madonna del Pilone dispone di molti reparti specifici: è un eccellente centro antifumo, un moderno centro estetico che offre trattamenti per il corpo ed il viso di ultimissima generazione, tra cui l’epilazione laser definitiva, è un centro di dimagrimento molto valido, in cui operano nutrizionisti e specialisti del settore.

Presso la farmacia Madonna del Pilone di Torino è possibile trovare qualsiasi tipo di prodotto farmacologico: una vastissima gamma di medicinali OTC, i comunissimi farmaci da banco, quelli cosiddetti di automedicazione dati direttamente dal farmacista al paziente ed ovviamente anche di quelli con l’obbligo della prescrizione medica. Inoltre, presso il punto vendita è attivo il servizio “Prenota farmaco”: se cerchi un farmaco difficile da trovare la Farmacia Madonna del Pilone te lo troverà in tempi rapidi! Qui, potrai effettuare anche la prenotazione CUP per richiedere le prestazioni di visite specialistiche, ti potrai sottoporre a test diagnostici per individuare eventuali intolleranze alimentari e misurare la pressione sanguigna, grazie all’utilizzo di attrezzature all’avanguardia, sicure e precise.

La proposta della farmacia di Torino di Corso Casale 110 include articoli per la salute ed il benessere di tutta la famiglia, sia di medicina tradizionale, che di cure alternative, omeopatiche e naturali, ma anche linee cosmetiche di qualità per il benessere della pelle e dei capelli, come i prodotti cosmetici skincare di ultimissima generazione, totalmente antiallergici e privi di sostanze nocive o cancerogene, come parabeni e siliconi.

La Farmacia Madonna del Pilone dispone anche di una vetrina molto fornita di articoli alimentari speciali, ideali in caso di intolleranze o altri bisogni specifici. Potrai trovare un ricco assortimento di prodotti per l’infanzia, come pannolini, bilance per neonati e tiralatte ed anche tutto l’occorrente per la gravidanza e l’allattamento. Inoltre, offre una molteplicità di articoli elettromedicali dotati di dispositivi ultramoderni, prodotti ortopedici e per l’automedicazione.

Periodicamente, presso la farmacia di Torino Corso Casale 110 vengono proposti sconti ed offerte varie.

Per maggiori informazioni, non esitare a contattare la Farmacia Madonna del Pilone allo 0118191642

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Comunicati Salute e Benessere

Estetica e relax in centro a Torino

Un’oasi di relax e benessere in Corso Casale 110: parte la sfida agli antagonisti della bellezza con la Farmacia Madonna del Pilone

Prendersi cura di se stessi significa sentirsi bene. La vita frenetica, a cui ormai siamo abituati, ci porta spesso ad essere poco attenti ai bisogni del nostro corpo. Ma c’è un centro di estetica a Torino che ha deciso di dire basta a tutto questo, impegnandosi a diffondere l’importanza del prendersi cura di noi stessi e del nostro corpo.

Scopri il centro estetico della Farmacia Madonna del Pilone

 

estetica torino

 

Si mangia velocemente, e non di rado, in modo non sano, si fa poca attività fisica e si passa sempre più tempo davanti al computer. Stili di vita malsani che si ripercuotono negativamente sul benessere del corpo e della mente, incidendo pesantemente anche sull’aspetto fisico, sono divenuti il nostro normale agire quotidiano. Quello che il centro di estetica di Torino della Farmacia Madonna del Pilone ha deciso di combattere, per fare in modo che tutti diventino consapevoli di quanto ci si può “far male” da soli.

Impara a dedicare più tempo a te stesso, per il tuo benessere e la tua salute!

Presso la Farmacia Madonna del Pilone è presente un centro che offre trattamenti di estetica efficaci e innovativi, in grado di regalare un corpo bello e tonico ed un benessere a 360 gradi.

Tutti necessitano di attenzioni speciali  per sentirsi sani e belli: proprio per questo il centro di estetica di Torino di Corso Casale 110 offre ai propri clienti una vasta gamma di trattamenti all’avanguardia, in grado di attivare la circolazione sanguigna, drenare i liquidi in eccesso, migliorare l’aspetto della pelle, sciogliere l’adipe e ossigenare i tessuti. Da sempre l’essere umano ha avuto l’esigenza di potersi rilassare e rigenerare, tanto che già  gli antichi romani erano assidui frequentatori di terme!

Oggi, le nostre città, sono invase di centri estetici di ogni tipo, centri che promettono trattamenti miracolosi per perdere i centimetri di troppo o per rimuovere i segni del tempo dal viso. Molte sono però le lamentele di coloro che, a seguito di un importante investimento, non hanno ottenuto i risultati che speravano, vedendo addirittura la situazione peggiorare. Per questo è fondamentale scegliere centri sicuri in cui opera solo personale adeguatamente formato, con alle spalle esperienza e professionalità.

Il centro di estetica di Torino dispone di un’area appositamente dedicata al relax e al benessere: presso lo studio troverai un ambiente caldo ed accogliente, coccolato da uno staff altamente qualificato, che si prenderà cura del tuo corpo e della tua bellezza. Con a disposizione solo prodotti e trattamenti all’avanguardia, ogni servizio offerto viene svolto nella massima igiene, in un’area comoda e rilassante. Dai trattamenti per il corpo come i massaggi, soluzione ideale per ripristinare l’equilibrio energetico dell’organismo, a quelli estetici di ultimissima generazione, estremamente utili contro gli inestetismi provocati da cellulite, ritenzione idrica e sovrappeso, ritrovare l’equilibrio con il proprio corpo sarà veramente più facile di quello che pensi. Per non parlare dei trattamenti specifici per il viso, utili a contrastare i segni dell’invecchiamento cutaneo, così come l’epilazione laser definitiva, per dire basta definitivamente ai peli.

Corri a scoprire le ultime novità di trattamenti per l’estetica e la cura del corpo! Contatta la Farmacia Madonna del Pilone allo 011 8191642 oppure recati direttamente in Corso Casale 110.

 

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Salute e Benessere

I benefici della palestra e Strenght and Health

Quali benefici ha la palestra sul nostro corpo?

Allenarsi in palestra comporta dei vantaggi che vanno al di là dell’estetica. Il tessuto magro che compone il nostro corpo è il principale antagonista di quello adiposo. Si serve di nutrienti che altrimenti andrebbero a finire sotto forma di depositi di grasso: basti pensare ai carboidrati complessi che possono essere utilizzati o a scopi energetici o trasformati in lipidi. Il ruolo metabolico della massa muscolare è anche quello di termogenico naturale: cioè produce calore e per farlo brucia calorie. Il tessuto muscolare quindi influenza direttamente il metabolismo lipidico e il metabolismo dei glucidi. Più sono sviluppati ed allenati i muscoli, più è possibile che i nutrienti in eccesso siano utilizzati per riempire le riserve di glicogeno muscolare piuttosto che le riserve di grasso degli adipociti.

Secondo alcune ricerche scientifiche l’allenamento con pesi rallenta l’invecchiamento osseo. Con il passare degli anni le ossa del nostro corpo tendono a perdere una quantità più o meno significativa di calcio. I benefici dell’allenamento con pesi diventano ancora maggiori quando si va a stimolare la forza e l’ipertrofia. E’ stato dimostrato che lavorare specificamente con dei carichi supplementari (pesi o bilancieri) ha dei vantaggi maggiori rispetto agli allenamenti di tipo aerobico, che hanno comunque effetti positivi.

Strength and Health: una delle migliori palestre a Pavia!

Rivolgersi ad un istruttore preparato e competente in palestra è fondamentale per prevenire infortuni e mantenere il proprio corpo allenato ed in forma. Grazie all’affiancamento di un personal trainer, potrai raggiungere grandi risultati fisici e mentali. Da Stength and Health, una delle migliori palestre a Pavia, potrai effettuare una valutazione completa del tuo stato fisico. Qui potrai individuare i tuoi obiettivi analizzando massa magra, grassa, stato idrico e nutrizionale del tuo corpo. Grazie ad un quadro completo della tua situazione lo staff di Strenght and Health analizzerà il programma d’ allenamento che fa al tuo caso e monitorerà tutti i risultati raggiunti nel tempo. Strenght and Health, tra le migliori palestre a Pavia, si trova in via Lodi 26. Per ulteriori informazioni chiama subito il 349 186 3178.

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Salute e Benessere

Smaltimento Amianto Roma

Dopo aver conosciuto grande impiego nella sintesi di elementi di edilizia, la presenza dell’amianto è nocivo per la salute e non sono permessi per legge. I mezzi ideati per il problema dello smaltimento amianto Roma sono ottimi per motivi di salute privata e sociale, pensando di intervenire sulla fonte di radiazioni per gli abitanti. Considerati gli elementi che causano i tumori e che danneggiano chi vive con te, offriamo la rimozione dei materiali con i più efficaci strumenti. Per ottenere l’impegno di smaltimento amianto Roma non dovrai fare di più che chiamare gli uffici e prenotare una visita con uno degli esperti. Lo staff che abbiamo in sede risponderà alle tue richieste e ti offrirà spiegazioni dettagliate sulle scelte dell’amianto. Nella ditta riuscirai ad avere subito un piano importante per eliminare rischi di salute e guai ulteriori con le autorità. Per rimuovere i rischi tumorali e la possibilità di contravvenzioni per mano delle autorità, puoi chiamare per richiedere notizie dello smaltimento amianto Roma che ti offre il meglio del settore. La nostra agenzia riesce a portare avanti dei lavori che non lasciano traccia, con prezzi convenienti e passibili di frequenti sconti. Per ottenere le modalità di smaltimento amianto Roma dovrai solo impegnarti a telefonare ai nostri uffici e prenotare una visita con uno degli incaricati. Il personale che puoi reperire negli uffici sarà lieto di accogliere le tue richieste e rispondere alla richiesta, spiegandoti quali sono i fattori di rischio e gli atti da intraprendere contro la contaminazione. La nostra agenzia ha competenze specifiche che sono state sviluppate sul tuo territorio, mettendo al lavoro operai del comparto che sanno quali siano le più efficaci lavorazioni di opera per il problema di amianto. Nei termini dello smaltimento amianto Roma abbiamo contribuito a fare del nostro luogo più difeso dai rischi di cancro, aiutando le aziende e gli individui a combattere per la propria salute. Il nostro servizio si propone sul mercato locale volendo contare sulla mano di esperti affidabili, che ti consentono di conoscere i pericoli reali della molecola di amianto e dispongono piani per la sua migliore pulizia. Grazie al centro che decontamina gli ambienti, il tuo spazio ritorna abitabile, perché abbiamo messo a punto delle pratiche che valorizzano gli immobili e riducono i rischi dell’amianto. Chiamandoci per ottenere notizie sullo smaltimento amianto Roma avrai una chance di conoscere le offerte che attiviamo ad aiuto del cittadino, ai costi di convenienza che sono disponibili. Domandando un parere ad uno dei nostri responsabili, potrai finalmente apprezzare che alle spalle di tali offerte c’è un lavoro che portiamo avanti unendo la comprensione delle spiegazioni e l’efficacia delle operazioni. Con lo smaltimento amianto Roma i luoghi dove lavori riescono ad essere protetti nel modo più sostantivo, offrendoti la bravura dei team di lavoro. Il settore in cui lavoriamo ci propone tra gli operatori più esperti dell’ambito. In ditta sappiamo quali sono le norme sanitarie sui prodotti edili e sui materiali impiegati nel settore, potendo scegliere uno standard per intervenire con il servizio di smaltimento amianto Roma. L’impegno che possiamo mettere è centrale perché ti solleva di grandi pericoli per la salute e ti difende da eventuali responsabilità penali.

 

Puoi Contattarci al 06.45548090

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Comunicati Eventi Salute e Benessere

FINALE HOLISTIC YOGA FEST. Dal 3 al 5 agosto a Finale Ligure (SV)

L’associazione Culturale E20, con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Finale Ligure, organizza per i giorni del 3, 4 e 5 agosto la prima edizione del FINALE HOLISTC YOGA FEST, un evento nazionale dedicato alle discipline olistiche, che coinvolgerà operatori provenienti dall’Italia e dall’estero, offrendo un appuntamento annuale ricco di incontri, conferenze, lezioni e trattamenti.

Il festival si svilupperà in tre giorni, all’interno della suggestiva Fortezza di Castelfranco, a Finale Ligure (SV). Il programma della manifestazione includerà conferenze, spazi e stand espositivi, lezioni personali e collettive di Yoga, meditazione, nutrizione, tantra per la coppia, bioenergetica, biodanza, trattamenti di shiatsu, reiki, biodinamica craniosacrale e altre discipline olistiche. Apposite aree food garantiranno inoltre pranzo e cena con prodotti a tema.

La manifestazione sarà aperta al pubblico con ingresso libero. All’interno della Fortezza il visitatore potrà sia visitare gli spazi espositivi, acquistare prodotti presso gli stand, partecipare a conferenze, concerti e incontri gratuiti o accedere a lezioni, trattamenti e altri servizi a pagamento.

Il programma prevede iniziative ed eventi fino dalle prime ore della mattinata per proseguire tutta la giornata fino alla tarda serata.

Tra i moltissimi appuntamenti, consultabili sul sito web www.fortezzadicastelfranco.com/finale-holistic-yoga-fest, vanno segnalati il “Bagno di Gong” la sera di venerdì, lo spettacolo di fuoco e il Party Play Crew, con Jimbo e Pecer DJ sabato sera, e il concerto di Musica tradizionale Indiana “MUSICA PER LA GIOIA” domenica sera a chiusura della manifestazione.

www.fortezzadicastelfranco.com/finale-holistic-yoga-fest 

 

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Salute e Benessere

Tattoo Realistico Cornaredo

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Offerte complete e veloci per Tattoo Realistico Cornaredo

 

State valutando la ricerca di tatuatori professionali che si adattano a tutti voi e che offrono un preventivo alla portata di mano? Affidatevi a centinaia di proposte esclusive e poco alla volta, vi accorgerete di non poter rinunciare alle migliori proposte mai considerate sino ad ora.   Nella ricerca di un intervento su misura, troverete ogni genere di controllo ufficiale e veloce per tutti.

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Soluzioni professionali per Tattoo Realistico Cornaredo

 

Non vi piacerebbe poter ottenere un supporto alla portata di mano che si adatta a tutti voi? Desiderate accedere alle migliori offerte e vi accorgerete di non poter rinunciare ai nostri trattamenti professionali. Per la prima volta, dovete cercare un tatuatore pronto a offrire un disegno creativo e originale, da disegnare sulla vostra pelle con qualche supporto esclusivo che si adatta a voi.

Nella maggior parte dei casi è possibile ricevere interventi professionali e validi che offrono centinaia di soluzioni a costi mai visti. E’ arrivato il momento di ottenere un servizio professionale in collaborazione con Tattoo Realistico Cornaredo.   Lo studio effettua lavori di qualità con macchinari professionali e sterilizzati secondo le normative di legge.

Per questo motivo vi accorgerete di non poter rinunciare a servizi ufficiali e veloci che si adattano a ogni tipo di richiesta professionale e rapido per ognuno di voi. Affidatevi alle scelte complete e ufficiali che si adattano ai vostri desideri e nella maggior parte dei casi, troverete sempre le soluzioni a basso costo che si adattano a ogni tipo di ricerca.

Offerte complete e rapide che si adattano a tutti voi? Provate a valutare le scelte di Tattoo Realistico Cornaredo, presentate appositamente per voi e per chi desidera ottenere un buon compromesso con i migliori tatuatori di Milano.   Offerte disponibili e veloci che si adattano a tutti voi? Che ne pensate di ottenere un servizio speciale e rapido per tutti?

Puoi Contattarci al 02.38093736

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Salute e Benessere

Dolori al polso: l’importanza della tempestività di intervento

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  • 27 Luglio 2018

Se avverti dei dolori al polso, così come dei leggeri fastidi che si presentano più volte nel corso della giornata, è bene recarsi presso lo studio di uno specialista che possa controllare l’effettiva presenza di una patologia, e indicare il trattamento più adeguato a risolverla. È molto importante diagnosticare il prima possibile un eventuale problema al polso perché ciò consente di evitare il peggioramento o la cronicizzazione della patologia, anche nell’ottica di garantirsi un recupero più veloce. Questa importantissima articolazione del nostro corpo è costituita da diverse piccole ossa, nonché tendini e legamenti che ne regolano il corretto funzionamento e la capacità della mano di fare presa. Un problema che interessi anche una soltanto delle strutture che costituiscono il polso, è in grado di causare dolore nonché limitare la libertà di movimento dell’arto. Oggi per fortuna esistono diverse tecniche chirurgiche sempre più efficaci e meno invasive, che consentono di risolvere ogni tipo di problematica con tempi di recupero che sono sempre più brevi, in special modo se si segue una terapia riabilitativa efficace.

Proprio dalle capacità del terapista, e dalla sua esperienza nel settore, dipende buona parte della velocità di recupero del paziente: un terapista professionista sarà in grado di mettere a punto una terapia riabilitativa commisurata in base alla specifica situazione del paziente, anche sulla base delle indicazioni del chirurgo. Ecco il motivo per il quale è bene non sottovalutare la presenza di eventuali dolori al polso, soprattutto a seguito di traumi o sforzi eccessivi, in presenza dei quali le quotidiani azioni che siamo abituati a compiere possono diventare via via più difficili da gestire e dolorose. Su lachirurgiadelpolso.it puoi trovare tantissime informazioni al riguardo, e tutto ciò che ti è necessario per accedere alle cure di cui hai bisogno per risolvere il problema al polso che avverti al momento.

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