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Claudio Descalzi, il futuro di Eni sarà green: l’intervista su “Repubblica” all’AD

Entro la metà del XXI secolo Eni diventerà “un fornitore di energia che non estrae petrolio”: “Repubblica” intervista l’AD Claudio Descalzi all’indomani della presentazione del piano 2020-2023 e della Road Map al 2050.

Claudio Descalzi

L’AD Claudio Descalzi a “Repubblica”: il futuro di Eni all’insegna della sostenibilità

Intervistato da “Repubblica”, Claudio Descalzi disegna la nuova Eni. “La nostra strategia coraggiosa ci renderà ancora più competitivi proiettandoci nel futuro” afferma l’AD. “Il cambiamento climatico avrà forti ricadute sui nostri mestieri e costruire un’azienda sostenibile nel lungo termine è imperativo sia per le comunità dove operiamo sia per gli investitori”: lasciandosi guidare da questa consapevolezza, cinque anni fa “abbiamo iniziato a pensare a queste strategie e dall’anno scorso mettiamo a punto una metodologia severa che include le emissioni in tutte le tre fasi: la nostra produzione di idrocarburi, l’elettricità che Eni consuma per usi interni e i clienti finali che usano prodotti nostri o di altri che noi vendiamo e che pesano l’80% del totale”. Tagli alle emissioni sono stati annunciati di recente da diverse major del settore ma, come precisa Claudio Descalzi, senza includere tutte le filiere produttive: “Noi abbiamo messo a punto un metodo che contempla i tre tipi di emissioni e ci porterà a produrre carburanti e affini senza più carbonio, perché arrivano da materie naturali o perché cattureremo la Co2 rilasciata nel processo”. Eni prevede quindi al 2050 di tagliare dell’80% le emissioni totali: “Delle sue lavorazioni e degli oltre 20 milioni di clienti che stimiamo di avere allora. Obiettivi che superano le raccomandazioni lea sull’accordo di Parigi”. Trent’anni, definire strategie considerando un orizzonte temporale così ampio è particolarmente complesso, come spiega l’AD a “Repubblica”: “Un modello prova a prevedere ciò che accadrà, contiene il concetto di speranza. E questa progettualità è un fantastico collante di persone, come visto in azienda negli ultimi anni. Anche dieci anni fa nessuno credeva alla dual exploration, che poi abbiamo realizzato e ci ha messo in una posizione finanziaria eccezionale rispetto ai rivali”.

Claudio Descalzi: la nostra strategia coraggiosa ci renderà ancora più competitivi

Nell’intervista a “Repubblica”, pubblicata lo scorso 29 febbraio, l’AD Claudio Descalzi sottolinea inoltre come tra i quattro pilastri su cui poggia la nuova strategia di Eni ci sia anche “il mantenimento della disciplina finanziaria che ci ha permesso di ridurre il debito e aumentare il flusso di cassa oltre i 12 miliardi di euro; cassa che ci consente la nuova remunerazione progressiva delle cedole”. Sugli aspetti industriali del piano: “Alcune tecnologie, come le bioraffinerie o le lavorazioni per cui elimineremo l’olio di palma dal 2023, le stiamo sviluppando da anni. Proprio le mosse nella raffinazione – trasformeremo tutti i siti Eni che trattano idrocarburi in impianti di biogas, biocarburanti, metanolo, idrogeno, e i prodotti di scarto come le plastiche complesse – ci permetterà di utilizzare le infrastrutture già esistenti, nostre e dei destinatari finali, penso alle automobili. Con risparmi immensi di costo”. Nel confermare quindi che al 2050 almeno l’85% della produzione Eni sarà a gas, Claudio Descalzi specifica inoltre che quel gas sarà tutto dell’Eni e non di fornitori terzi: “Ma il calo sarà graduale e avverrà nel rispetto dei contratti in essere. Gli effetti saranno anzi positivi per l’Italia, perché questa trasformazione ridurrà notevolmente non solo il rischio “minerario”, ma anche quello geopolitico: oggi Eni opera in diversi Paesi instabili, ma a tendere, per esempio, la nostra produzione da rinnovabili verrà per il 70% da Paesi Ocse. Con notevoli benefici finanziari, se pensiamo che il nostro costo del capitale in Italia è al 6-7%, in Nigeria il doppio, in Iraq più ancora”.

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Cultura aziendale tra gruppi e valori, online il nuovo video di Alessandro Benetton

È online il nuovo video di Alessandro Benetton sul mondo imprenditoriale: nell’ultimo episodio di #UnCaffèConAlessandro, il fondatore di 21 Invest spiega in che modo è possibile creare una cultura aziendale e soprattutto come condividerla con i propri dipendenti.

Alessandro Benetton

Lavoro di squadra e molta pratica: i consigli di Alessandro Benetton per progetti aziendali di successo

Per Alessandro Benetton è il termine “dipendente” a causare spesso confusione nel rapporto che viene a crearsi tra quest’ultimo e il datore di lavoro: secondo il Presidente di 21 Invest il sostantivo infatti giustifica la visione, errata, di una relazione a senso unico. Disponibile sia sul suo canale Youtube che sul portale del “Corriere della Sera”, l’ultimo video pubblicato dall’imprenditore riguarda l’importanza che le risorse umane assumono nella crescita di una società: “Un’azienda non cresce solo in funzione del fatturato, dei flussi di cassa e delle immobilizzazioni: un’azienda cresce soprattutto quando crescono le persone che la compongono. Se non si parte da questo presupposto, ogni altra azione sarà inutile”. Per questo risulta fondamentale il concetto di cultura aziendale, ossia tutti quei comportamenti, valori e relazioni che definiscono l’identità di un insieme di persone che lavorano per un obiettivo comune. Se questa identità non è condivisa o comunque risulta difficilmente riconoscibile, secondo Alessandro Benetton l’unico modo per ovviare al problema è investire.

Cultura aziendale, Alessandro Benetton e il workshop con Mark Kramer

Un esempio di come creare o rafforzare la propria cultura aziendale è fornito dallo stesso Alessandro Benetton con il racconto di un workshop organizzato da 21 Invest dedicato ai dipendenti e incentrato sul concetto di “Shared Value”. “L’anno scorso ho voluto che tutti i dipendenti tra Italia, Francia e Polonia partecipassero ad un workshop con Mark Kramer, un professore di Harvard, su un tema per me fondamentale che volevo condividere con tutti i miei collaboratori per inserirlo nella nostra cultura aziendale”: in poche parole lo shared value è quando un’azienda tiene conto, nelle sue attività di business, dell’impatto ambientale e sociale di cui è responsabile, cercando le modalità più efficienti per produrre benefici e dunque valore per tutti gli stakeholders. La due giorni voluta da 21 Invest è stata l’occasione dunque per capire come condividere al meglio questo concetto con i propri dipendenti. Secondo l’esperienza di Alessandro Benetton, per creare una cultura aziendale c’è stato bisogno da un lato del classico team working, mentre dall’altro è stato fondamentale mettere in pratica quei valori che, se relegati nell’ambito teorico, non daranno mai un effettivo contributo alle politiche aziendali. Dunque, per essere “già a metà dell’opera”, Benetton ricorda l’insegnamento di Andrew Carnegie: “Uno degli imprenditori e filantropi più importanti della storia americana diceva: portatemi via la mia gente, lasciatemi le aziende vuote e presto crescerà l’erba sui pavimenti dei reparti; portatemi via le mie aziende, lasciatemi le persone con cui lavoro e presto avrò delle aziende migliori di quelle di prima”.

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SPES 1970: A PASQUA #AiutateciAdAiutare COMPRARE UOVA DI PASQUA (CONSEGNATE GRATUITAMENTE A DOMICILIO) PER AIUTARE UN PROGETTO SOCIALE

#AiutateciAdAiutare è l’Hashtag lanciato in questi giorni da Spes 1970, l’impresa sociale torinese che da 50 anni offre opportunità di lavoro a giovani in formazione e persone socialmente fragili. L’invito, che arriva a pochi giorni dalla Pasqua, è rivolto a tutti i golosi e non solo, ed è quello di acquistare il cioccolato Spes 1970.

Cioccolatini, dragees, praline, creme spalmabili ma soprattutto le uova di Pasqua e tra tutte le uova L’UOVO, la dolce novità lanciata per Pasqua da Spes 1970 in collaborazione con l’Istituto Penale Minorile Ferrante Aporti di Torino.

Dal 2013 presso il carcere minorile di Torino si trova un laboratorio di Spes 1970 nel quale alcuni giovani detenuti imparano il mestiere di addetto alla produzione del cioccolato, attraverso un percorso di formazione teorico e pratico volto al loro reinserimento all’interno del tessuto sociale, al fianco dei maître chocolatier di Spes. Barretta su barretta, molti ragazzi in questi anni hanno imparato un mestiere e, alla fine del loro percorso in carcere, hanno trovato un nuovo lavoro nella cooperativa sociale.

L’UOVO è una dolcissima scoperta:120 gr. di cioccolato fondente realizzato dai ragazzi detenuti che, per rafforzare il messaggio, hanno scelto anche una sorpresa che sappia parlare di lavoro e di speranza: gli oggetti di Extraliberi, la cooperativa sociale che opera all’interno della Casa Circondariale Lorusso e Cotugno di Torino.

“Abbiamo sempre messo al centro le persone e desideriamo continuare a farlo. Mentre le persone sono a casa ci piace l’idea di portare loro un momento di dolcezza, anzi, due. Il nostro cioccolato ha un’anima etica: con la nostra produzione e vendita aiutiamo tante persone ed offriamo loro un’opportunità per inserirsi nel mondo del lavoro. Comprare il cioccolato SPES 1970 significa aiutare il futuro dei nostri ragazzi”.

Per acquistare il cioccolato SPES 1970 è sufficiente telefonare al numero di telefono: 342.0519730. Verrà prenotata la consegna a domicilio gratuita, gestita dai ragazzi della cooperativa; il pagamento degli acquisti verrà effettuato alla consegna in contanti, con POS e con Satispay.

 

 

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il Card. Comastri invoca la supplica per i bergamaschi

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  • 24 Marzo 2020

Il Papa è con noi, specialmente nelle ore della tristezza e dell’amarezza

L’emergenza Coronavirus rappresenta un momento di grande dolore e di smarrimento per tutti e in particolar modo per noi bergamaschi che stiamo sopportando il peso di questa dura prova. L’esperienza che stiamo vivendo, se da una parte ci ricorda la nostra debolezza, dall’altra ci spinge a ritornare a cercare il senso della vita, non rinunciando a guardare con fede anche alla sofferenza e alla morte.

In queste ore drammatiche, molti cristiani alzano lo sguardo al Cielo e riprendono o approfondiscono il cammino di fede, perché l’insensatezza di tanto dolore si fa provocazione e invito a riaprire il cuore alla spiritualità. La figura del santo bergamasco è per tanti un sostegno e un incoraggiamento. Sono giorni bui, ma chi crede intravede sempre la luce pasquale anche laddove sembra impossibile, come scriveva Angelo Giuseppe Roncalli, in una lettera da Parigi, dove era Nunzio apostolico, al fratello Giovanni il 2 gennaio 1947: “Nella vita bisogna saper prendere tutto in buona parte, consolazioni e tristezze: non esaltarsi troppo quando le cose riescono bene; non avvilirsi nell’ora della tribolazione. Per chi vive di fede, anche il soffrire è motivo di gaudio”.

Bergamo è la terra che ha generato Giovanni XXIII, è la sorgente da cui egli ha appreso lo spirito di sacrificio, di dedizione, di generosità che contraddistinsero la sua missione. Dalla tradizione bergamasca il futuro pontefice assimilò anche quella sana caparbietà che gli permise di osare sempre, di non lasciarsi cogliere dallo sconforto o dal timore di non farcela. Bergamo è sempre stata nel cuore del Papa, e il Papa ha sempre avuto Bergamo, e Sotto il Monte, nel cuore: siamo certi che questa alleanza sia più salda che mai in queste ore di prova.

È proprio per questo che il Santuario San Giovanni XXIII, a Sotto il Monte, ha chiesto al Card. Angelo Comastri, Arciprete della Basilica papale di San Pietro in Vaticano, una speciale supplica davanti all’altare che custodisce le venerate spoglie di Papa Giovanni. Il Cardinale, nel ricordare stamane tutti i bergamaschi, ha voluto porre di fronte alle reliquie del nostro santo anche una candela accesa, segno di speranza per Bergamo, per la sua amata Sotto il Monte, e per tutti.

Il Card. Comastri ha pregato con queste parole: “Caro Papa Giovanni, a nome di Sotto il Monte, il tuo paese, la tua Parrocchia; a nome del Parroco di Sotto il Monte, a nome del Vescovo di Bergamo, la tua Diocesi; pongo questa lampada accesa davanti all’urna che custodisce le tue spoglie mortali. Ora tu sei in paradiso ma non ti sei dimenticato del tuo paese che tanto amavi, non ti sei dimenticato della tua diocesi che tanto amavi. In questo momento c’è tanta sofferenza. Prega, prega per loro, prega per il tuo paese, per la tua Parrocchia, per la tua Diocesi. […] Noi abbiamo fiducia che la tua preghiera porterà sicuramente un grande soccorso e un grande sollievo a tutti. Mi permetto fin da ora di ringraziarti, Papa Giovanni.”

Il Cardinal Comastri, per intercessione di San Giovanni XXIII, ha inoltre voluto impartire una speciale benedizione alla Parrocchia di Sotto il Monte e all’intera Diocesi di Bergamo.

Video disponibile alla pagina: https://www.facebook.com/1624267694496522/posts/2557186344537981/

Sono tantissime le richieste di preghiera e di supplica che il Santuario sta ricevendo in questi giorni. Come ha voluto ricordare lo stesso rettore del Santuario, Mons. Claudio Dolcini: “Ogni giorno noi sacerdoti affidiamo ognuno dei nostri fedeli, particolarmente quelli più provati, all’intercessione di Papa Giovanni. Lo facciamo nella messa, nel rosario, nell’adorazione, nelle speciali suppliche che stiamo trasmettendo in diretta anche attraverso i nostri canali social. Ogni giorno ci giungono, per telefono o per messaggio, richieste di preghiere e racconti di dolore: Bergamo, purtroppo, in questo momento è l’epicentro di questo dramma. Abbiamo perso amici, sacerdoti, uomini e donne devoti del Santuario.”

E rivolgendosi a tutti i fedeli aggiunge: “Vogliamo chiedere ad ognuno di voi di stringerci in un unico cenacolo di preghiera per tutta quanta la nostra nazione, tanto amata da Angelo Giuseppe Roncalli. Insieme possiamo molto: uniamo la fede di tutti, esprimiamo nella nostra preghiera umile, bussiamo al cuore del Padre, attraverso l’intercessione di Maria, nostra madre, e di San Giovanni XXIII, umile fratello di questa terra, oggi così tanto minacciata.”

Proprio per venire incontro alle centinaia di richieste di supplica e per accompagnare tutti i fedeli nella preghiera quotidiana, il Santuario ha messo a disposizione un portale attraverso il quale è possibile scaricare preghiere, riflessioni e video delle principali celebrazioni. Il sito è già online www.papagiovanni.org

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Università di Bergamo: il presidente Mattarella telefona al Rettore

Bravi, forza e coraggio. Siete l’emblema di questa unica possibilità di collegamento a distanza”. Queste le parole in sintesi della telefonata di oggi pomeriggio, venerdì 20 marzo, del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella al Rettore dell’Università degli Studi di Bergamo, Remo Morzenti Pellegrini, per esprimere la sua vicinanza all’Università, alla Città e alla Provincia di Bergamo, fortemente colpita dall’emergenza Covid-19 e per ringraziare Docenti, personale e studenti del grande impegno di queste ultime settimane.

“Ho ricevuto quest’oggi una chiamata dal Presidente Sergio Mattarella – spiega commosso il Rettore Morzenti Pellegrini – che ha voluto esprimere la sua vicinanza alla nostra Università e alla nostra Città in questo difficile momento. Mi ha pregato di ringraziare tutti i Docenti e studenti impegnati in queste settimane nella didattica online, che stiamo sperimentando per la prima volta e che oggi è l’unica modalità per permettere la continuità della didattica. Sono molto orgoglioso del grande lavoro che i nostri Docenti stanno facendo per trasmettere non solo conoscenze e insegnamenti ma anche un messaggio di speranza a tutti i nostri giovani. E sono ammirato dai continui messaggi di vicinanza da parte dei nostri studenti che mi esprimono di continuo gratitudine e coraggio”.

Il Presidente Mattarella, perfettamente a conoscenza delle iniziative promosse dall’Ateneo per continuare la didattica, ha chiesto un parere sulle lezioni a distanza, e ha definito l’Università di Bergamo “un baluardo dell’istruzione universitaria”, un esempio da seguire e imitare, per permettere a tutti gli studenti del nostro Paese di affrontare con maggiore serenità e normalità questa emergenza. Al Presidente, ha fatto eco nel pomeriggio anche il Ministro dell’Università e Ricerca, Gaetano Manfredi, e in questi giorni, sono arrivate al Rettore Morzenti Pellegrini numerose partecipazioni di solidarietà da tutti i Rettori italiani, nonché dai numerosi partner stranieri dell’Università, dai loro rettori e docenti che hanno voluto esprimere supporto e vicinanza alla nostra Università e alla nostra terra.

Oggi, il 98% degli insegnamenti è online, con grande partecipazione degli studenti. Commovente il caso di Luigi, uno studente di Scienze della Comunicazione, colpito profondamente insieme alla sua famiglia dal Coronavirus, che con dedizione, impegno e sacrificio sta continuando a frequentare assiduamente – online – le lezioni. A tutti il Rettore invia quotidianamente “un abbraccio… a un metro di distanza”.

Per informazioni: www.unibg.it

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La Digital Revolution ridefinirà i confini aziendali: l’opinione di Vittorio Massone

Per Vittorio Massone pensare che la rivoluzione digitale abbia già raggiunto il suo picco è un grave errore: secondo l’esperto di management infatti siamo ancora lontani dal completo dispiegamento dei suoi effetti sul sistema sociale ed economico.

Vittorio Massone

Digitalizzazione, Vittorio Massone: “I settori più lenti fondamentali per la vera rivoluzione”

Agricoltura, industria, logistica: sono settori che solo negli ultimi anni si stanno affacciando al digitale, una rivoluzione che ad oggi è incentrata soprattutto su quelli destinati ai consumatori e in generale su tutto il mondo dell’intrattenimento. In uno dei suoi contributi per “Lettera43”, Vittorio Massone, specializzato in digital transformation aziendale, mette in guardia sul futuro: la Digital Revolution darà i suoi veri effetti solo nel prossimo ventennio. Catena di distribuzione, attività aziendali, B2B e B2G sono gli ambiti in cui la digitalizzazione potrà esprimere il suo potenziale: “Settori più lenti nei cambiamenti – scrive l’esperto – ma che quando si muovono lo fanno con una scala che genera impatti molto profondi nel tessuto economico”. Il risultato sarà quindi una società interamente a guida ICT (dall’inglese Information and Communications Technology) e un cambiamento radicale nei modelli di business: tutti gli attori contemporanei a breve dovranno obbligatoriamente tener conto della cosiddetta “generazione Google”, che si affaccerà sui mercati ad esempio come competitors. Ci saranno dei mutamenti importanti a livello aziendale sia nell’organizzazione che nei ruoli, tra i quali Vittorio Massone evidenzia meno rigidità, maggiore inclusione degli stakeholder e rilevanza di professionisti capaci di spaziare tra nuove tecnologie e approcci al cliente.

Innovazione: Vittorio Massone commenta il rischio di un’Italia relegata

In un contesto economico dove le piccole e medie imprese, in netta maggioranza, sono ancora restie alle innovazioni digitali, l’Italia corre il pericolo di perdere ancora più terreno nella gara della competitività. Secondo Vittorio Massone, manager che vanta un’esperienza in operazioni di turnaround di successo per società come Poste Italiane e Seat Pagine Gialle, sono davvero poche le aziende italiane dei settori regolamentati che ad oggi possono essere individuate come “protagoniste nei prossimi 20 anni”. Un protagonismo che rischia di mancare sia per fette di mercato inedite ma anche nell’attrazione di capitali: nei prossimi anni saranno infatti fondamentali fattori strategici come brevetti, data e competenze chiave. Se alla cosiddetta “critical mass” si aggiungono gli investimenti in ricerca e sviluppo, è facile prevedere le future difficoltà di un Paese come l’Italia. Per queste ragioni Vittorio Massone nel suo articolo afferma che bisognerà puntare sempre più sull’innovazione di prodotti e servizi e trovare modalità per diminuire i costi sostenuti dalle aziende nei confronti dei clienti.

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Risparmi da proteggere, ecco tre regole da seguire al tempo del Covid-19

La situazione che si è venuta a creare a causa del Covid-19 sta mettendo tutti a dura prova. Per contenere la pandemia, i governi hanno imposto severe restrizioni che ci stanno stravolgendo la vita. Ma se sotto il profilo umano le cose sono stressanti, il discorso non cambia molto quando si passa sui mercati finanziari. Gli investitori sono costantemente sotto pressione, schiacciati dal peso delle inquietudini sul futuro e quello dei loro risparmi.

Mettere al riparo i risparmi

risparmi e investimentiIn tutti i settori finanziari è scoppiata la tempesta, e nessuno sa con certezza dove cascherà il prossimo fulmine, ne’ tantomeno quando tutto questo finirà. Le principali Banche centrali stanno rispondendo con delle misure rigide, che però non sembrano sufficienti a sostenere l’economia. I danni saranno gravi, e peseranno sui nostri risparmi per un bel po’. Chi in questi tempi vuole cercare di salvaguardare il proprio capitale, dovrebbe perciò fare molta attenzione alle sue mosse, tenendo presenti tre importanti consigli per non perdere la bussola, in un contesto così incerto come quello attuale.

Controllare le emozioni e fuggire dalla volatilità

In primo luogo bisogna tenere a bada le proprie emozioni. Siamo tutti sotto stress, e già questo non è proprio il sentimento migliore per approcciare ai mercati. Se una volta dentro ci si lascia prendere dalla emotività, l’impresa di mettere al sicuro i propri risparmi diventa assai ardua. Chi può permetterselo, farebbe bene a tenere maggiormente in considerazione – ora più che mai – le idee di un buon consulente finanziario.

Bisogna poi tenere conto della fortissima volatilità delle ultime settimane. Anche le attività meno rischiose che generalmente hanno bassa volatiltà, in questo periodo stanno oscillando molto. Chi conosce cos’è lo slippage trading, sa benissimo che il rischio di incappaci in questo momento è alto. Bilanciare il portafoglio diventa una necessità assoluta (cioè il mix tra azioni, obbligazioni e altre classi di attivi), così come ricalibrare la propria propensione al rischio.

Prudenza, mai abbastanza

Infine occorre sempre avere la prudenza necessaria e non provare mai ad anticipare il mercato. Il concetto del “time the market” va messo in soffitta perché potrebbe davvero mettere a serio rischio i nostri risparmi. Gli analisti dei migliori broker regolamentati Consob non potranno mai suggerire il contrario, perché avere la capacità di entrare sul mercato appena prima del rimbalzo è una dote che pochissimi investitori sono in grado di padroneggiare.

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Luigi Ferraris: GdF ancora al fianco di Terna per trasparenza e legalità nei progetti

Legalità e trasparenza, misure per il monitoraggio dei contributi erogati da Terna per interventi di riqualificazione ambientale: l’AD e DG Luigi Ferraris firma l’accordo per il rinnovo della collaborazione con la Guardia di Finanza.

Luigi Ferraris, AD e DG Terna

Terna insieme alla Guardia di Finanza per la trasparenza e la legalità: la soddisfazione dell’AD e DG Luigi Ferraris

Si rinnova la collaborazione tra Terna e Guardia di Finanza. È stato l’Amministratore Delegato e Direttore Generale Luigi Ferraris a sottoscrivere per conto del Gruppo lo scorso 4 marzo il protocollo d’intesa che, a fronte di una “positiva esperienza maturata negli anni”, prevede ulteriori azioni finalizzate a salvaguardare la realizzazione delle infrastrutture elettriche. Trasparenza è la parola chiave. L’ottica è molteplice: tutelare la regolarità e la trasparenza delle procedure di affidamento di lavori, servizi e forniture, contrastare fenomeni di lavoro nero e di irregolarità contributiva e prevenire eventuali tentativi di infiltrazione criminale nel tessuto economico. Nell’ambito del rinnovo siglato dall’AD e DG Luigi Ferraris con il Comandante Generale della Guardia di Finanza Giuseppe Zafarana è stato inoltre introdotto il monitoraggio dei sostegni economici che Terna eroga a progetti di riqualificazione territoriale (ambientale ed urbanistica) di pubblica utilità per la compensazione e il riequilibrio ambientale derivante dalla realizzazione delle opere elettriche.

Terna, l’AD e DG Luigi Ferraris: orgogliosi della collaborazione con la Guardia di Finanza

La rinnovata collaborazione tra la Guardia di Finanza e il Gruppo italiano guidato da Luigi Ferraris ha portato inoltre all’individuazione in Terna di un unico contact point per tutte le necessità informative o di documentazione inerenti ad attività investigative. In particolare, segnalerà al Nucleo Speciale Anticorruzione dati e notizie qualificate nonché analisi di contesto utili al perseguimento delle finalità collaborative. In merito, nell’ottica di rafforzare le conoscenze e competenze del personale interessato, in base all’accordo Terna potrà avvalersi di qualificati appartenenti alla Guardia di Finanza nel ruolo di docenti per incontri, seminari e corsi promossi e organizzati a favore dei propri dipendenti. La firma dell’accordo, come sottolineato dall’AD e DG Luigi Ferraris, rafforza ulteriormente la proficua collaborazione già in atto tra Terna e la Guardia di Finanza: “Siamo orgogliosi di proseguire su questa strada e fornire un fattivo contributo alla tutela della realizzazione di infrastrutture strategiche per il Paese”.

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Addestramento online: usa il tuo tempo al meglio per lo studio.

Puoi farlo da casa ed è gratuito 

Iscriviti al Corso gratuito online per imparare a studiare qualsiasi soggetto

 

 

Al giorno d’oggi non è che sia impossibile imparare le materie di studio; il fatto è che a scuola non insegnano come impararle. Questa è la fase mancante di tutta l’istruzione.

 

  1. Ron Hubbard ha colmato questa lacuna con la prima e unica tecnologia che insegna come studiare. Egli ha scoperto le leggi dell’apprendimento e ha ideato metodi efficaci che chiunque può mettere in pratica. Ha chiamato questa scoperta “Tecnologia di Studio”.

 

Questa tecnologia insegna le basi dell’apprendimento e fornisce metodi precisi per superare tutte le insidie che si possono incontrare durante lo studio.

 

La Tecnologia di Studio non ha niente a che vedere con la cosiddetta “lettura veloce” o con altri artifici mnemonici (relativi alla memoria). Tali metodi si sono dimostrati inefficaci nell’aumentare la capacità di capire l’argomento studiato  o la capacità di leggere e scrivere. La Tecnologia di Studio spiega come si deve studiare per capire una materia e metterla in pratica. Ed ecco alcuni successi:

 

“Prima di fare il Corso sulla Tecnologia di Studio avevo difficoltà ad imparare cose nuove. Mentre facevo il corso ho appreso cosa mi impediva di essere capace di imparare. Queste barriere allo studio: mancanza di massa, gradiente troppo ripido e parola malcompresa sono così facili da superare.

 

Ma se sono facili da superare, sono altrettanto potenti nel risolvere il mistero del perché non riuscivo a comprendere alcune cose nel mio studio precedente. È stato solo quando ho conosciuto queste barriere e i loro rimedi che ho cominciato ad avere la comprensione di ciò che stavo studiando. Ma ancora più importante, quando ho iniziato ad usare veramente questo metodo la mia incapacità di imparare cose nuove è sparita del tutto.

 

Non penso che ci siano cose che io non possa imparare adesso. Queste cose dovrebbero essere insegnate nelle scuole dovunque Ciò potrebbe davvero risolvere tutti i nostri problemi di istruzione!” – D.T.

 

“Il soggetto delle barriere allo studio mi ha aiutato moltissimo. Ha affinato la mia mente e mi ha dato maggior desiedrio di studiare. E mi ha aiutato a ripulire tutte le barriere che mi ostacolano al continaure i miei studi.

 

La parola mal compresa: questo soggetto mi ha messo alla prova notevolmente. Ora so come occuparmi delle parole difficili, come chiarirle e continuare col mio studio. Attraverso ciò, aiuterò molte persone che si trovano nella situazione di sentire che devono abbandonare un soggetto o una lezione.

 

Chiarimento di parole fondamentale: questo è stato un grande successo per me, perché quando ho letto ciò, mi sono sentito molto incoraggiato. Molte persone che stanno arrancando sullo studio si trovano in questa categoria di gente che sbadiglia o dorme mentre legge. Attraverso questa sezione del corso, sono stato in grado di superare quella situazione e aiuterò molte persone in meirto al loro futuro.

 

Sommando tutto, questo è un grande corso che è importante per parecchie persone, specialmente studenti o coloro che stanno apprendendo qualcosa.” – C.S. 

Puoi ricevere la formazione gratuita on line per migliorare la capacità di studiare, clicca sul sito:www.it.volunteerministers.org

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Anna La Rosa, continua la collaborazione con yourNEXT

Giornalista professionista, autrice e conduttrice, una specializzazione in pedagogia: Anna La Rosa, volto noto della televisione italiana, dal 2018 ha deciso di mettere le sue competenze al servizio di yourNEXT.

Anna La Rosa

Da “TeleCamere” alla fondazione di yourNEXT: la sfida di Anna La Rosa

In un settore come quello della comunicazione, caratterizzato dal continuo aggiornamento e soprattutto da una crescente competizione, non è per niente scontato proporre idee innovative e progetti validi. Ma se a guidare una nuova azienda è una giornalista professionista come Anna La Rosa, con un’esperienza ventennale in RAI e nelle relazioni istituzionali, allora le potenzialità ci sono tutte. La nota conduttrice ha infatti fondato a fine 2018 yourNEXT, che si è inserita nel panorama offrendo alle aziende una visione originale di comunicazione: la strategia del quinto verticale di yourGROUP, società specializzata in transition manager e fractional executive, punta infatti alla sinergia che si deve obbligatoriamente creare tra i diversi compartimenti di una realtà imprenditoriale. “Anche in aziende ben organizzate e strutturate, spesso un settore non sa quello che fa l’altro, si definiscono progetti di comunicazione non tenendo conto degli interessi strategici dell’azienda e delle tempistiche che la rappresentanza di questi interessi richiede”: secondo Anna La Rosa dunque, per realizzare una strategia di successo, oltre all’utilizzo delle risorse digitali più moderne, bisogna che un’azienda estenda la partecipazione e la responsabilizzazione delle decisioni attraverso una comunicazione che dia il giusto valore sia ai contenuti che a tutti i portatori di interesse.

Anna La Rosa, un iter ventennale tra politica e salute

Prima di diventare manager di yourNEXT, Anna La Rosa è stata uno dei volti femminili più famosi del servizio pubblico radiotelevisivo italiano. Tra le trasmissioni RAI più note, che l’hanno vista protagonista sia come ideatrice che conduttrice, va ricordata innanzitutto “TeleCamere”, in onda dal 1995 al 2015 con un focus sulla realtà istituzionale del Paese e su eventi come l’ultimo Giubileo ordinario. Prima di approdare alla televisione pubblica, è stata cronista parlamentare per Adnkronos e Capo Ufficio Stampa nel Ministero del Lavoro. Oltre che di tematiche politiche, grazie anche ai suoi studi in Filosofia e Pedagogia, è esperta di comunicazione medico-scientifica: responsabile italiana per la Fondazione “Cure Focus Research Alliance”, collabora con la rivista scientifica statunitense “CellR4” ed è professore associato di Comunicazione Scientifica e Biomedica presso l’Università La Sapienza. Restando in tema, Anna La Rosa è stata anche la conduttrice di “TeleCamere Salute”, variante del programma originale che per prima ha diffuso riprese video di operazioni chirurgiche in diretta.

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Fortune Italia, Fabrizio Palermo è “Businessperson of the Year” nel settore industria

L’impronta industriale data a Cassa Depositi e Prestiti, l’impegno nei confronti del mondo imprenditoriale e l’attenzione verso lo sviluppo sostenibile: sono alcuni dei motivi per cui l’AD e DG Fabrizio Palermo è stato designato da Fortune Italia come “Businessperson of the year” nel settore industria.

Fabrizio Palermo

Il riconoscimento di Fortune Italia a Fabrizio Palermo, “Businessperson of the year”

Il riconoscimento ricevuto da Fabrizio Palermo si inserisce nell’ambito della prestigiosa classifica stilata annualmente da Fortune Italia, che, sulla base dei dati forniti da Bureau Van Dijk – A Moody’s Analytics Company, individua le aziende che hanno condotto le migliori performance nel corso degli ultimi tre anni. Per mezzo dell’utilizzo di parametri economici e finanziari, la ricerca ha preso in analisi otto settori chiave dell’economia italiana: industria, finanza, energia, food, pharma, tech, startup, e moda. In aggiunta a tali valutazioni, Fortune si è poi concentrata su altri aspetti, come quello legato alla sostenibilità e quello della propensione all’innovazione, includendo, infine, ulteriori fattori di tipo “più personale”, come il carisma, la visione strategica e la leadership dei manager. Per ogni settore preso in esame, la rivista ha quindi selezionato dieci manager meritevoli di segnalazione e otto profili corrispondenti alle “Businesspeople of the year”. Nel comparto industriale, è l’Amministratore Delegato e Direttore Generale di Cassa Depositi e Prestiti ad essere designato come manager dell’anno 2019.

Alla base del riconoscimento, l’impegno di Fabrizio Palermo nel comparto industriale

“Nuove strategie”, si legge sul sito ufficiale di Fortune Italia, “e piani che dimostrano di funzionare nell’industria italiana”: è proprio grazie al ruolo svolto all’interno dell’economia e dell’industria italiana che l’Amministratore Delegato e Direttore Generale di CDP è riuscito ad arrivare in cima alla classifica stilata dalla testata. Come spiegato dalla stessa rivista, infatti, nella designazione di Fabrizio Palermo ha avuto un peso considerevole l’impronta industriale che l’AD e DG ha dato a Cassa Depositi e Prestiti fin dal 2018, anno in cui il manager è stato nominato alla guida dell’istituzione finanziaria italiana. “CDP ha appena celebrato 170 anni, tutti vissuti al centro dell’economia italiana”, ha spiegato la testata, sottolineando che, grazie alla guida di Fabrizio Palermo, l’ultimo Piano Industriale “punta a recuperare la dimensione territoriale e ad avvicinare maggiormente Via Goito anche alle piccole e medie imprese”. Fortune ha voluto poi evidenziare il legame che intercorre tra l’approccio sostenuto dall’AD e DG di Cassa e il suo percorso professionale: “Un approccio coerente con la storia personale di Palermo. Viene dall’industria, con una lunga esperienza in Fincantieri come Cfo e Vice Direttore Generale, e oggi guarda soprattutto allo sviluppo sostenibile del Paese”.

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SCIENTOLOGY NETWORK NEL MONDO DELLA MODA INTERVISTA A CHIE MIHARA

La serie Incontra uno Scientologist, trasmessa settimanalmente su Scientology Network, che racconta le esperienze professionali e di vita degli scientologist di tutto il mondo e appartenenti a ogni ceto sociale, dedica una puntata alla stilista Chie Mihara.

 

L’episodio, sottotitolato in italiano, sarà trasmesso  mercoledì 11 marzo, alle 20:00, su Scientology Network. [trailer qui: https://www.scientology.tv/series/meet-a-scientologist/clips/chie-mihara-trailer-95fe58]

Chie Mihara ha creato una marca di scarpe famosa in tutto il mondo basandosi su una semplice filosofia: portare allegria nel campo della moda. Ispirata dalla sua formazione multiculturale e all’educazione in diverse discipline artistiche, le calzature disegnate da Chie Mihara, fresche, originali e femminili sono conosciute in tutto il mondo.

 

RIGUARDO A CHIE MIHARA

Nata e cresciuta in Brasile da genitori giapponesi, Chie Mihara iniziò a interessarsi all’arte fin da bambina, disegnando personaggi animati ispirati alle riviste manga che il padre le regalava.  Durante l’adolescenza il suo interesse si rivolse alla moda grazie anche all’impatto creato da stilisti  quali Yohji Yamamoto e Issey Miyake. Su insistenza del padre, Chie si traferì in Giappone dove fu assunta dallo stilista Junko Koshino. 

Desiderosa di continuare il proprio sviluppo artistico, Chie andò poi a New York dove studiò moda e scultura. Combinando le due discipline, iniziò a disegnare scarpe per famosi stilisti statunitensi e francesi. 

Convinta di avere qualcosa da dire come artista, alla fine si mise in proprio e si trasferì in un paese noto per la produzione di calzature di altissima qualità: la Spagna. Le sue creazioni sono ora tra le più apprezzate al mondo.

RIGUARDO A SCIENTOLOGY NETWORK

Scientology Network ha debuttato il 12 marzo 2018. Fin dal suo lancio è stata vista in 240 paesi, in 17 lingue.

La TV ha telespettatori in 6 continenti e soddisfa la curiosità delle persone riguardo a Scientology, puntando i riflettori sulla vita quotidiana degli scientologist; mostrando le chiese di Scientology e presentando i loro programmi di miglioramento sociale che hanno toccato le vite di milioni di persone in tutto il mondo

Scientology Network trasmette anche documentari prodotti da registi indipendenti che rappresentano un punto d’incontro di culture e fedi diverse, ma che in comune hanno lo scopo di migliorare le loro comunità.

I programmi di Scientology Network sono diffusi da Scientology Media Productions, il centro multimediale mondiale di Scientology, e sono trasmessi su DIRECTV (canale 320), oppure in streaming sul sito www.scientology.tv o tramite app scaricabile sul telefono e anche sulle piattaforme Roku, Amazon Fire e Apple TV.

 

Per maggiori informazioni:

Media Relations

001 (323) 960-3500

[email protected]

 

 

 

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Università degli studi di Bergamo: prima sessione di lauree telematiche

Si sono svolte martedì 10 marzo, le prime lauree telematiche dell’Università degli Studi di Bergamo, istituite per rispondere all’esigenza di continuità accademica durante l’emergenza da Covid – 19.

La sessione straordinaria di marzo – aprile, che riguarda 1354 laureandi, di cui 573 iscritti a sessioni di laurea in programma fino al 20 marzo, è confermata e sarà interamente svolta per via telematica. Il Rettore Remo Morzenti Pellegrini ha deciso di presiedere tutte le Commissioni di laurea, come segno di incoraggiamento verso i propri studenti nell’affrontare serenamente questa emergenza.

«La nostra decisione di essere presenti qui, oggi, vuole servire da sprone e incoraggiamento a tutti i nostri tesisti in un periodo così estremamente difficile, incerto, sospeso – dichiara il Rettore -. Grazie all’informatica possiamo creare questo spazio virtuale dove si incontrano i nostri pensieri, le nostre opinioni, i nostri studi, i nostri ruoli e le nostre rispettive competenze. Un’opportunità dunque, in un momento di difficoltà ed incertezza. Ai nostri laureandi ho dato pubblicamente la mia parola che – non appena possibile – riserveremo un momento speciale con famiglie e amici alla celebrazione delle lauree. Sono soddisfatto di come noi, e tutte le Università lombarde e italiane, abbiamo reagito in modo dinamico per garantire ai nostri studenti di portare a termine il loro percorso di studi».

Nella prima giornata di lauree telematiche, hanno discusso la propria tesi 28 dottori: dalle 9.30 alle 12.30 dieci studenti del corso di laurea magistrale a ciclo unico in giurisprudenza per allievi ufficiali della Guardia di Finanza, dalle 12 sette studenti di Giurisprudenza e uno in Corso di laurea magistrale in Diritti dell’uomo ed etica della cooperazione internazionale. Mercoledì 11 marzo sarà il turno di altri 24.

Solamente i Docenti membri delle commissioni di esame di laurea, hanno avuto modo di riunirsi secondo le modalità previste in ottemperanza delle indicazioni sanitarie previste dal DPCM.

Nel frattempo, restano sospese tutte le attività didattiche frontali, che verranno svolte per via telematica, le riunioni degli organi collegiali, gli esami di profitto, gli eventi pubblici e i servizi al pubblico.

L’impegno dei Docenti – in questo periodo storico – è trasmettere, con rinnovata passione, non solo conoscenze e insegnamenti, ma anche e soprattutto un messaggio di speranza e fiducia.

Sono autorizzati invece i tirocini curriculari, extracurriculari e professionalizzanti, se ammessi dall’ente ricevente mentre le attività di ricerca, tecniche e amministrative proseguono in presenza nelle strutture di Ateneo.

Per informazioni: www.unibg.it

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L’importanza di avere un sito Web Professionale

Ancora oggi molti sottovalutano l’importanza di avere un sito web professionale.

Siamo costantemente connessi e in contatto con moltissime persone in rete. Tramite internet e la possibilità di consultarlo in ogni momento attraverso gli smartphone, curare la propria presenza online è diventato fondamentale per raggiungere più persone e accrescere il proprio business.

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Pompeo Pontone: dalla laurea in Economia all’attività di consulente finanziario

Con oltre 20 anni di esperienza nel settore, Pompeo Pontone è attualmente consulente specializzato nel comparto finanziario e investitore privato. Ha competenze in economia finanziaria, finanza quantitativa ed econometria, oltre ad essere specializzato nel trading dei derivati.

Pompeo Pontone: la formazione e i primi incarichi

Pompeo Pontone ha alle spalle oltre 20 anni di esperienza nei settori di Investment Management e Capital Markets. Laureato con lode in Economia presso l’Università Bocconi di Milano, prosegue i suoi studi con il Master of Science in Quantitative Finance presso il Birkbeck College, a Londra. La capitale inglese avrà un luogo di primo piano nel suo percorso professionale: nel 1995 viene impiegato presso la Stone & McCarthy Research Associates, dove lavora come analista di ricerca macroeconomica. L’anno successivo torna a Milano ed entra in Unicredit come Fixed Income Analyst: collabora a diverse pubblicazioni, quali “Italian Treasury Bond Guide” e “Investment Strategies: Financial Newsletter”. Nel 1998 si stabilisce in Irlanda per assumere l’incarico di Vice President e Senior Fund Manager di Pioneer Investments, società di Dublino specializzata nella gestione di fondi di investimento. L’anno successivo, Pompeo Pontone diventa Director-Co-Head of Credit Portfolios & Asset Management per Intesa Asset Management, l’attuale Intesa San Paolo.

Pompeo Pontone: gli incarichi attuali e le competenze

Il percorso di Pompeo Pontone nel settore finanziario si consolida con il suo ingresso in FinecoBank come Managing Director – Head of Corporate Bonds & Credit Derivatives Asset Management. Successivamente, dal 2002 al 2010, è Managing Director – Head of Corporate Bonds & Credit Derivatives Proprietary Trading presso Banca MPS (Londra). Per i successivi due anni rimane nella capitale inglese con l’incarico di Managing Director – Head of Alternative Investments and Asset Management per ALTIAM – Amstel Securities LLP. In seguito diventa Senior Financial Advisor presso Method Investments & Advisory Ltd. Pompeo Pontone è attualmente attivo come consulente specializzato nel settore finanziario e investitore privato. Ha consolidate conoscenze per quanto riguarda l’economia finanziaria, la finanza quantitativa e l’econometria. È specializzato nel trading dei derivati ed è attivo anche in progetti di private equity, FinTech e blockchain. È appassionato di informatica e ha competenze di programmazione, tecnologia e cyber security.

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13 marzo 2020 si celebra il 109° anniversario della nascita di L. Ron Hubbard

“Per quasi un quarto di secolo, mi sono occupato della ricerca dei fondamenti della vita, dell’universo materiale e del comportamento umano. Un’avventura di questo genere conduce lungo molte strade maestre, attraverso molte vie secondarie, dentro i molti vicoli oscuri dell’incertezza, attraverso molti strati di vita…” L. Ron hubbard

 

Tale avventura è ciò che da ultimo condusse L. Ron Hubbard a fondare Dianetics e Scientology, aprendo così la strada ad altezze spirituali mai immaginate prima. Fra gli avvenimenti che costituiscono le pietre miliari sul percorso, nel luglio 1952 L. Ron Hubbard fu il primo a individuare, misurare e descrivere, in termini scientifici, lo spirito umano, mentre dimostrava oggettivamente le potenzialità spirituali con largo anticipo sul pensiero scientifico. Inoltre scoprì che tali potenziali erano caratteristici di ogni essere umano e quindi chiunque poteva raggiungerli. Da ciò la sua descrizione di Scientology come conseguimento della meta di ogni grande religione: liberare l’anima attraverso la saggezza.

 

Per descrivere nei dettagli la vita di L. Ron Hubbard e le sue opere, è stato necessario realizzare un intera Enciclopedia Biografica; una collana di 17 libri tradotti in 15 lingue.

Malgrado sia noto soprattutto per Dianetics e Scientology, L. Ron Hubbard non può essere classificato tanto semplicemente. Se non altro, la sua vita è stata troppo varia, la sua influenza troppo vasta. Vi sono, per esempio, membri della tribù Bantù in Sud Africa che non sanno niente di Dianetics e Scientology, ma conoscono L. Ron Hubbard come educatore. In modo analogo, ci sono operai in Albania che lo conoscono solo per le sue scoperte nella sfera amministrativa; ci sono bambini in Cina che lo conoscono solo per il suo codice morale e lettori in una decina di lingue diverse che lo conoscono solo per i suoi romanzi. Pertanto, è difficile inserire il nome di L. Ron Hubbard in una categoria precisa. Certamente non rispecchia la comune concezione erronea di “fondatore religioso” quale figura distaccata e contemplativa. Eppure, più si impara a conoscere l’uomo e le sue opere, più ci si rende conto che solo una persona come lui avrebbe potuto darci Scientology, l’unica grande religione fondata nel ventesimo secolo.

Per il suo carattere e la sua cultura certamente L. Ron Hubbard non visse una vita in una torre d’avorio e le sue opere lo testimoniano.

 

Ci sono solo due criteri, osservò un giorno L. Ron Hubbard, per giudicare se una vita sia stata degna di essere vissuta: una persona è riuscita a realizzare i propri fini? E la gente è contenta che quella persona sia vissuta? A testimonianza del primo punto abbiamo il corpo intero delle sue opere, tra cui oltre 12.000 testi e 3.000 conferenze di Dianetics e Scientology. A riprova del secondo punto, ci sono le decine di milioni di persone le cui vite sono palesemente migliorate grazie al fatto che L. Ron Hubbard sia vissuto. Sono gli oltre 28 milioni di studenti che ora leggono a meraviglia grazie alle scoperte di L. Ron Hubbard nel campo dell’istruzione; i milioni di uomini e donne liberati dalla schiavitù della droga grazie alle conquiste di L. Ron Hubbard nell’ambito della riabilitazione dalla tossicodipendenza; i quasi 100 milioni di persone che hanno tratto beneficio dal suo codice morale non religioso e sono i molti altri milioni di persone che considerano la sua opera il fondamento spirituale della propria vita.

 

Per permettere a tutti di avvalersi di tali tecnologie, L. Ron Hubbard predispose la creazione di Chiese di Scientology in tutto il mondo e pertanto la nascita di una religione di livello mondiale. Si tratta di una religione pratica. La si può usare in ogni aspetto dell’esistenza umana ed è una religione da mettere in pratica nella vita quotidiana. Ma nella sua essenza, e in ogni Chiesa di Scientology si trova questo perdurante invito del suo Fondatore: “Vi stiamo offrendo il dono prezioso della libertà e immortalità, realmente, onestamente”.

 

Per informazioni visita il sito www.lronhubbard.it oppure, a Padova, visita la Chiesa di Scientology, via Pontevigodarzere, 10. Tel. 049.8756037 – www.scientology-padova.org.

 

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Susanna Esposito tra le migliori scienziate italiane del Top Italian Women Scientists

Fondato nel 2016, il Top Italian Women Scientists è il club scientifico che riunisce eccellenze italiane che si distinguono per il proprio contributo in campo biomedico, delle scienze cliniche e delle neuroscienze: Susanna Esposito, docente di Pediatria e Direttore della Clinica Pediatrica dell’Ospedale dei Bambini di Parma, è tra le ricercatrici premiate a Milano durante l’evento dedicato alla ricerca “rosa”.

Susanna Esposito

Susanna Esposito tra le ricercatrici italiane più influenti nelle scienze cliniche

Nel corso dell’incontro organizzato da Fondazione Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere) lo scorso 29 gennaio presso Palazzo Pirelli a Milano, Susanna Esposito è stata inserita all’interno del Top Italian Women Scientists, il club delle scienziate italiane più influenti. “Amare il proprio lavoro è la cosa che si avvicina più concretamente alla felicità, diceva Rita Levi Montalcini, una delle più grandi scienziate di tutti i tempi: non c’è cosa più vera”, ha commentato la ricercatrice, “passione, tenacia, curiosità, e ovviamente un forte spirito di sacrificio mi hanno consentito di raggiungere importanti traguardi in ambito pediatrico, infettivologico e immunologico”. Premiata insieme ad altre ricercatrici italiane, alla Professoressa è stato riconosciuto l’impegno profuso nell’ambito delle scienze cliniche, e il suo inserimento nel “club” conferma la rilevanza del lavoro svolto nella ricerca. Il Top Italian Women Scientists, infatti, è dedicato alle scienziate italiane presenti nella classifica di Via-Academy, un censimento che, utilizzando l’indicatore H-index, prende in considerazione fattori quali produttività, impatto scientifico e continuità. Per la premiazione sono state selezionate le scienziate con un H-index pari o superiore a 50, e quello di Susanna Esposito si attesta a 67. “È un onore per me ricevere questo prestigioso riconoscimento”, ha concluso la Professoressa, “che conferma, ancora una volta e con la premiazione di altre connazionali, come le donne diano quotidianamente un significativo contributo alla ricerca scientifica italiana e internazionale”.

Susanna Esposito, importanti collaborazioni e scoperte nella ricerca medica

Susanna Esposito è Professore Ordinario di Pediatria presso l’Università di Parma e Direttore della Clinica Pediatrica dell’Ospedale dei Bambini di Parma. Nata nel 1971 e laureata cum laude in Medicina e Chirurgia, con una specializzazione in Pediatria prima e, successivamente, in Malattie Infettive, è considerata una delle ricercatrici italiane di fama internazionale. Con oltre 25 anni di attività scientifica alle spalle, tra le sue più importanti collaborazioni spiccano quelle con numerosi istituti stranieri, tra i quali il Southwestern Medical Center (Texas, USA), il St. George’s Medical Centre (Inghilterra), e il Kiremba Hospital (Burundi). Nel corso della sua carriera, inoltre, ha fornito contribuiti di rilievo alla ricerca scientifica, tra i quali emerge, nel 2012, l’identificazione di due nuovi Enterovirus (C-117 e C-118). Autrice di 710 pubblicazioni in extenso su riviste internazionali, più di 500 tra articoli e volumi nazionali e internazionali, con oltre 1.300 partecipazioni come relatrice su invito in congressi di Società Scientifiche. Insieme alle sue attuali attività didattiche e di ricerca, è Presidente dell’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici (WAidid).

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Riprende il Rally dell’Oro Dopo il Venerdì Nero

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  • 8 Marzo 2020

Riprende il rally dell’oro dopo il venerdì nero, dopo alcune operazioni di borsa a difesa soprattutto dello yen, la valuta giapponese che è in caduta libera da tempo.
Il prezioso metallo giallo ha dimostrato di essere non solo il bene rifugio per eccellenza ma anche la miglior cura contro gli effetti economici negativi provocati dal coronavirus.
Il prezzo oro già nel 2019 era stato il migliore scudo per gli investitori contro le conseguenze negativa della guerra dei dazi, un altro fattore macroeconomico che ha diffuso forte incertezza sui mercati azionari.
Da quest’anno i timori per la guerra dei dazi sono stati soppiantati da quelli per la diffusione in Cina del coronavirus, un fattore che ha provocato ancora più incertezza sui mercati azionari oltre a danni economici reali incalcolabili.
Il rally dell’oro dal 2020 è già oltre le performance relative al solito periodo del 2019 e secondo alcuni analisti potrebbe continuare arrivando a 2000 euro l’oncia.
Una quotazione oro che supererebbe anche il record storico assoluto, del 2011 che arrivò a 1900 dollari l’oncia, sulla spinta degli investitori in etf e di oro fisico in lingotti e monete da investimento che possano essere rivendute in modo flessibile anche presso i compro oro Firenze o di qualsiasi altra parte del mondo.
Il mercato dell’oro anche negli ultimi anni si è dimostrato avere un ruolo fondamentale anche per le riserve finanziarie dei paesi sovrani, nonostante esistano metalli preziosi come il palladio la cui quotazione ha superato di gran lunga anche il prezzo oro.
In questo ultimo periodo ad aumentare in modo notevole le proprie riserve auree sono stati paesi come la Cina e la Russia, questi paesi per smarcarsi dalle politiche economiche degli Stati Uniti hanno progressivamente acquistato oro per sostituire almeno in parte le riserve valutarie in dollari.
La dedollarizzazione iniziata alcuni anni fa ha portato soprattutto la Russia ad aver sostituito gran parte delle riserve finanziarie in dollari con il prezioso metallo giallo.

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Quotazioni dell’oro sempre più in alto grazie all’effetto coronavirus

Continua ad essere positivo il momento dell’oro. Grazie all’epidemia di coronavirus il gold metal infatti continua a godere di una elevata richiesta, tanto che la quotazione dell’oro di superare sia la soglia dei 1600 dollari che quella di 1650.

Come reagire all’attuale quotazione dell’oro

quotazione oroGli investitori adesso si domandano se questa fase chiaramente positiva durerà ancora. E se sì, quanto. Secondo molti analisti chi riuscirà a mantenere la calma, potrà avere ancora grosse soddisfazioni. Bisogna tenere conto che ogni impennata delle quotazioni dell’oro, richiede comunque delle fasi di consolidamento. Proprio durante queste “pause” gli investitori non si devono spaventare e prendere subito profitto, magari appena vedono che la loro awesome oscillator strategia segnala un ipercomprato.

I meccanismi psicologici

Quando ci sono queste spinte così forti al rialzo, si innescano sempre delle forti reazioni psicologiche che spingono i trader più emotivi a ritirarsi in fretta dal mercato e realizzare i profitti. Invece basterebbe sapere che cos’è un trailing step per far correre i guadagni senza rischiare quanto già accumulato. Questo tipo di atteggiamento innesca i momentanei scivoloni dei prezzi. Tuttavia per gli investitori più attenti si tramutano in perfette occasioni di acquisto.

Possibile slancio fino a 1700?

E’ chiaro però che ci si deve domandare quali potrebbero essere le prossime tappe del percorso rialzista dell’oro. Una risposta è possibile se si allarga l’orizzonte di valutazione nel lungo periodo. In questo modo infatti si allargano spazi molto ampi per una ulteriore galoppata delle quotazioni dell’oro. Il gol metal potrebbe toccare anche il traguardo a quota 1700 dollari. Magari spingersi anche oltre. Chiaramente nessuno può metterci la mano sul fuoco, e nessuno può dire con certezza se il lungo periodo di oblìo è terminato nel secondo semestre del 2019, ovvero quando il prezzo dell’oro ha superato i $1400 l’oncia. Quel che è certo però, è che il trend attuale è inequivocabilmente rialzista e, pur con gli inevitabili ripiegamento, non ci aspettiamo che termini a breve termine.

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Terna sperimenta in Veneto il sistema “IoT 4 the Grid”: le considerazioni dell’AD e DG Luigi Ferraris

Al via in Veneto la sperimentazione “IoT 4 the Grid”: circa 500 sensori installati sulla rete elettrica per il monitoraggio e la raccolta dati, che come illustrato dall’AD e DG di Terna Luigi Ferraris, saranno sfruttati dalle “istituzioni che operano a tutela del territorio con enormi vantaggi per le comunità locali”.

Luigi Ferraris, AD e DG Terna

Terna sperimenta in Veneto il sistema “IoT 4 the Grid”: l’AD e DG Luigi Ferraris sottoscrive il Protocollo d’Intesa

Terna sceglie il Veneto per sperimentare un innovativo sistema integrato di raccolta, misura ed elaborazione real-time dei dati di funzionamento delle linee elettriche presenti sul territorio. Il progetto è al centro del Protocollo d’Intesa siglato lo scorso 18 febbraio a Palazzo Balbi dall’Amministratore Delegato e Direttore Generale Luigi Ferraris insieme al Governatore della Regione del Veneto Luca Zaia. Un intervento pioneristico quindi, che permetterà al Gruppo di raccogliere e analizzare real-time informazioni fondamentali per una maggiore sicurezza e flessibilità del sistema elettrico regionale. Dopo la tragedia di Vaia e il blackout di Cortina nel 2013 dovuto a una potente nevicata, il Veneto ha messo in piedi un modello unico di monitoraggio del territorio e, come ricordato dal Presidente della Regione, il supporto di Terna “dal punto di vista della Protezione Civile per noi significa tantissimo”. Luigi Ferraris guarda invece all’accordo come “una ulteriore occasione per aumentare la sicurezza e la sostenibilità della rete elettrica regionale”.

Luigi Ferraris: i benefici dell’innovativo sistema di monitoraggio ambientale in Veneto

Nell’evidenziare il valore del progetto di monitoraggio ambientale avviato in Veneto, l’AD e DG di Terna Luigi Ferraris si è focalizzato sullo scenario attuale: “La transizione energetica in atto impone nuove sfide e rende la gestione della rete sempre più complessa e articolata; mettere tali sistemi innovativi a fattore comune con le istituzioni che operano a tutela del territorio, significa creare una nuova consapevolezza tecnologica con enormi vantaggi per il sistema elettrico e le comunità locali”. Sono 500 i sensori installati ad oggi su 26 linee nelle zone di Belluno, Verona e Vicenza con benefici, ad esempio, in merito alla riduzione dei disservizi del servizio elettrico. Il monitoraggio avviene ogni 15 minuti, ma le tempistiche possono essere ulteriormente ridotte. L’utilizzo delle IoT Box, grazie alla capillare diffusione delle infrastrutture elettriche sul territorio, consente inoltre di aumentare in maniera significativa la capacità di osservazione dello stato della rete elettrica e di garantire efficienza nella gestione e maggiore tempestività di intervento in caso di necessità. “Le informazioni che rileveremo non serviranno solo all’operatore di rete, ma saranno di utilità plurima” ha aggiunto inoltre Luigi Ferraris: basti pensare ai vantaggi derivati dal monitoraggio di aree a rischio frana, alla protezione da fenomeni meteo avversi e al monitoraggio della qualità dell’aria.

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La figura professionale dell’imprenditore Ernesto Pellegrini

Ernesto Pellegrini è Presidente e Amministratore Delegato della società di ristorazione collettiva e commerciale Pellegrini S.p.A. L’imprenditore nel 2013 ha avviato una ONLUS insieme alla sua famiglia, concretizzando le iniziative nel sociale con l’apertura del ristorante solidale “Ruben”, a Milano.

Ernesto Pellegrini

Ernesto Pellegrini: l’esperienza di “Ruben”, il ristorante solidale

“Il nostro scopo principale è assistere i nuovi poveri, una categoria di persone in difficoltà pressoché invisibile e purtroppo in costante aumento”: sono le parole di Ernesto Pellegrini, imprenditore ed Ex Presidente dell’Inter. Il ristorante solidale “Ruben” nasce da una sua iniziativa nel 2014, nel ricordo dell’omonimo contadino conosciuto durante la giovinezza da Pellegrini e tragicamente scomparso in una baracca dopo aver perso il lavoro. Il ristorante milanese offre 300 cene al costo di 1 euro l’una, dal lunedì al sabato. Un terzo dei commensali sono bambini sotto i 12 anni (chi ha meno di 16 anni mangia gratis). Molte famiglie monoreddito o con genitori disoccupati vengono accolte nel locale. “La trasformazione di una fascia sociale che fino a pochi anni fa viveva in modo dignitoso rappresenta la genesi delle nuove povertà, caratterizzate da una fragilità anche economica che conduce all’esclusione sociale”, ha spiegato di recente Ernesto Pellegrini. “Abbiamo voluto dare una risposta articolata per restituire visibilità e dignità a queste persone”.

Ernesto Pellegrini: le tappe fondamentali della carriera

Ernesto Pellegrini è Presidente e Amministratore Delegato di Pellegrini S.p.A., la società di ristorazione collettiva e commerciale che offre anche servizi di Welfare aziendale (buoni pasto in primis). L’azienda si occupa inoltre di distribuzione automatica, pulizia, sanificazione, vendita di carni fresche e di derrate alimentari. L’esperienza di Ernesto Pellegrini con la squadra di calcio F.C. Internazionale (Inter) inizia nel 1984, anno in cui ne diventa Presidente. Ricopre questo ruolo fino al 1995 con risultati eccellenti. L’impegno dell’imprenditore nel sociale si evidenzia già a partire dal 2013 con la nascita di Fondazione Ernesto Pellegrini ONLUS, esperienza avviata insieme alla famiglia. La Fondazione si impegna a mettere a disposizione le risorse della società di ristorazione per aiutare le persone in temporanee difficoltà economiche e sociali. L’anno successivo questa volontà si concretizza nel ristorante solidale “Ruben”. Grazie agli obiettivi raggiunti durante la sua carriera, Ernesto Pellegrini si è aggiudicato il premio Ernst&Young “L’imprenditore dell’Anno” per la categoria Food & Services nel 2011, oltre ad essere Cavaliere del Lavoro dal 1990.

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Cdp, riconoscimento per la società guidata da Fabrizio Palermo

In un mondo di ricavi, investimenti e cifre, capita spesso di perdere di vista una delle componenti fondamentali di un’azienda, il capitale umano: non è il caso di Cassa Depositi e Prestiti, società guidata da Fabrizio Palermo, che si aggiudica anche quest’anno la certificazione Top Employers Italia.

Fabrizio Palermo

Cdp tra le eccellenze in ambito Human Resource, il commento di Fabrizio Palermo

Nato nel 1991 in Olanda, il Top Employers Institute è un Ente internazionale indipendente sorto con l’obiettivo di valutare e certificare le condizioni di lavoro dei dipendenti delle aziende più importanti a livello globale. Dal 2008, l’Istituto ha aperto una sede a Milano: quest’anno sono 113 le aziende che hanno ottenuto il Top Employers Italia, tra le quali Cassa Depositi e Prestiti, certificata per il secondo anno consecutivo. “Questo importante riconoscimento – ha dichiarato l’Amministratore Delegato Fabrizio Palermo a seguito della notizia ricevuta – rappresenta una nuova tappa nel percorso intrapreso dal Gruppo per la realizzazione degli obiettivi del piano industriale 2019-2021″. La conquista di Cdp è frutto di una grande attenzione nei confronti del proprio capitale umano: la certificazione tiene infatti conto di numerosi parametri, tra i principali il benessere dei dipendenti, le loro condizioni di lavoro e le opportunità reali di formazione e di crescita. “Siamo convinti – ha concluso l’AD – che siano le persone a fare la differenza, perciò intendiamo impegnarci e continuare ad investire per il rafforzamento del capitale umano, un fattore cruciale per la crescita del Paese”.

Piano Industriale 2019-2021, Fabrizio Palermo: “Cdp investirà 200 miliardi di euro”

La riconferma della certificazione come Top Employers del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti, guidato da Fabrizio Palermo, va di pari passo con la nuova fase avviata dall’approvazione del Piano industriale 2019-2021. Con un investimento di 200 miliardi di euro in tre anni, la società sta confermando il suo ruolo proattivo nella crescita e soprattutto nello sviluppo sostenibile del Paese. Le risorse finanziarie messe in campo si dividono in 4 linee di intervento: sostegno all’innovazione, alla crescita e all’export delle imprese; finanziamento delle infrastrutture statali e aggiornamento della partnership con le PA; investimenti nei Paesi in via di sviluppo; infine, riorganizzazione del portafoglio di Gruppo. “Stiamo introducendo un nuovo modello operativo che punta all’ulteriore rafforzamento delle competenze di Gruppo, alla semplificazione organizzativa e operativa. Una trasformazione di grande respiro – spiega Fabrizio Palermoche ci consentirà di attivare ingenti risorse in favore di imprese e territori, aumentando il numero e l’efficacia dei nostri interventi”.

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Come porsi un obiettivo e portarlo a termine nei tempi prestabiliti: i suggerimenti di Alessandro Benetton

“Il vero imprenditore non è chi sogna, ma chi sa trasformare i propri sogni in obiettivi”: nel recente appuntamento con la rubrica social “#UnCafféConAlessandro”, Alessandro Benetton dà le direttive per comprendere il proprio obiettivo e per raggiungerlo con consapevolezza.

Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: sogni e obiettivi non sono la stessa cosa

Non sempre volere è potere: ne ha parlato Alessandro Benetton in una recente puntata della video rubrica “#UnCafféConAlessandro”. L’imprenditore ha dedicato l’appuntamento social al fare chiarezza sul concetto di obiettivo, che non sempre coincide con i sogni che abbiamo nel cassetto e che ci impegniamo a realizzare. “Obiettivi e sogni sono cose molto diverse. Non saper distinguere la differenza, è il primo passo verso il fallimento”, ha dichiarato Alessandro Benetton. Come di consueto, il video è stato condiviso anche sulle pagine online del “Corriere della Sera”. L’argomento è di particolare interesse per giovani universitari così come per aspiranti imprenditori, o per chiunque sia in procinto di affrontare una nuova sfida professionale o di vita. Il primo step verso il successo è domandarsi il perché si vuole raggiungere un determinato obiettivo. “Bisogna porsi la domanda costantemente. Conoscere le nostre motivazioni, i nostri valori, è la prima cosa da fare per passare dai sogni agli obiettivi”. È importante che questi valori siano ben chiari prima di iniziare, in quanto saranno proprio loro a guidarci lungo la strada.

Alessandro Benetton: alcuni consigli per raggiungere il traguardo

Nella rubrica social “#UnCafféConAlessandro”, Alessandro Benetton è solito partire dalla propria esperienza professionale per fornire utili consigli. Nel video in questione, l’imprenditore suggerisce di “vivere grandi sogni in piccoli obiettivi”. Questo significa che al risultato finale si può giungere attraverso diversi step intermedi, più realistici e più costruttivi. Ogni piccolo successo rappresenta uno scalino da superare per giungere in cima all’intera scalinata. Con il progetto delle video rubriche su Youtube, Alessandro Benetton si impegna procedendo per step, “trovando volta per volta il modo giusto di comunicare e costruendo una squadra che mi permetta di lavorare al meglio”. L’imprenditore ha consigliato infine di darsi delle tempistiche adeguate: si evita così di perdere troppo tempo per raggiungere un risultato che, di fatto, non riusciremo ad ottenere. Si pensi a un ragazzo che punta a diventare medico: si potrebbe dare due anni di tempo per superare il test di ammissione a medicina. Se al termine di quei due anni l’obiettivo non fosse stato raggiunto, sarebbe meglio scegliere di cambiare strada. “Il vero imprenditore”, ha concluso Benetton, “non è chi sogna, ma chi sa trasformare i propri sogni in obiettivi”.

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eCommerce: è rivoluzione grazie alla nuova tecnologia di Image Recognition

Yakkyofy, il software italiano che rende completamente automatica la gestione di un negozio online, oggi lancia sul mercato il primo strumento mai inventato, per la realizzazione di preventivi automatici di prodotti da vendere in dropshipping.

Roma 19/02/2020 Si chiama Yakkyofy la startup italiana, con sede a Bari, che oggi punta a rivoluzionare il mercato dell’eCommerce delle consegne in dropshipping grazie al lancio del primo software al mondo in grado di realizzare preventivi B2B in tempo reale.

Questa tecnologia di Image Recognition, basata sul Machine Learning, oggi in fase di brevetto, è in grado di riconoscere un prodotto attraverso un’immagine, di cercarlo all’interno di un enorme database, in continua espansione, con oltre 12 milioni di articoli e di restituire una quotazione comprensiva di spedizioni per oltre 100 paesi diversi, in maniera completamente automatica.

Un’innovazione che cambierà per sempre il mondo dell’eCommerce.

Oggi il 33% di tutti i prodotti venduti online viene consegnato con una tecnica chiamata dropshipping che permette al proprietario di un negozio di vedere articoli che non possiede fisicamente, ma di inviare automaticamente gli ordini generati sul suo store ad un fornitore che spedisce la merce al cliente finale per suo conto.

Questo sistema riduce esponenzialmente sia i costi di gestione di un business online perché il proprietario dello store non dovrà gestire nè inventario nè spedizioni, sia i costi di logistica della merce che viene spostata una sola volta al momento dell’acquisto.

I numeri di questo mercato sono incredibili e in rapida crescita. Solo nel 2019, le vendite al dettaglio globali generate dal settore eCommerce sono state pari a $3453 miliardi di cui $1139 miliardi attribuibili al metodo del dropshipping che si prevede raggiungerà i $1609 miliardi entro il 2021.

Fino ad oggi, c’erano solamente due metodi per reperire i prodotti da consegnare con questo metodo di rifornimento: si potevano acquistare articoli da altre piattaforme online con il metodo dell’arbitraggio oppure comprare prodotti direttamente da un fornitore.

Nel primo caso, il proprietario dello store riusciva a trovare la merce ricercata con una procedura online ma doveva acquistare gli articoli uno per uno a prezzi B2C, nel secondo caso, acquistava prodotti a prezzi B2B, ma doveva attendere preventivi da 7 a 10 giorni e doveva assicurare al fornitore un minimo quantitativo d’ordine giornaliero.

Grazie al nuovo strumento offerto da Yakkyofy, che offre preventivi B2B in tempo reale per prodotti in dropshipping, tutto è cambiato ed ora i rivenditori possono avere prezzi B2B per i loro prodotti direttamente online, senza aspettare e senza la richiesta di un MOQ.

Come è nata questa nuova tecnologia di Image Recognition

Nel 2018, Giovanni Conforti e Carole Hsiao, fondatori di Yakkyofy ed esperti di logistica internazionale, decidono di realizzare un software in grado di automatizzare completamente tutta la gestione di un negozio in dropshipping: dall’approvvigionamento, fino alla consegna.

Quindi, con questo obiettivo in mente, lanciano nel settembre del 2018, la prima versione di Yakkyofy, che consentiva ai proprietari di uno store online di importare prodotti dal loro catalogo in un clic, automatizzare completamente tutto il processo di pagamento ed evasione degli ordini e spedire merce in 3-12 giorni in Nord America e nella maggior parte dei paesi dell’UE, inviando i tracciamenti in automatico al cliente finale.

A questi servizi oggi Yakkyofy, aggiunge anche la possibilità di realizzare preventivi B2B in tempo reale tagliando in maniera considerevole i tempi di gestione di un eCommerce in dropshipping: infatti, grazie alla sua tecnologia Image Recognition basata sull’apprendimento automatico, il software Yakkyofy è ora in grado di mappare un’immagine inviata da un cliente, trovarla all’interno di un enorme database con milioni di prodotti e restituire un preventivo con i prezzi di spedizione per oltre 100 paesi, in pochi istanti. “Il 2020 sarà un anno molto emozionante per noi”, ha affermato Giovanni Conforti, CEO di Yakkyofy.

 

“Grazie alla nostra tecnologia di Image Recognition, ora siamo l’unica azienda sul mercato ad offrire un servizio di preventivi B2B in tempo reale. Questo nuovo strumento ridefinirà completamente le logiche del mercato del dropshipping perché offrirà maggiori margini di profitto, ridurrà i tempi di attesa per le quotazioni dei prodotti e permetterà ai dropshipper di reagire più rapidamente all’emergere di nuovi trend di mercato. “

Nel 2021, si ritiene che i ricavi del dropshipping genereranno oltre $1609 miliardi di dollari e Yakkyofy è impaziente di conquistare la sua fetta di questo mercato grazie alla sua nuova tecnologia di Image Recognition e al suo software in continua evoluzione.

“I nostri sviluppatori sono in fermento e pronti a rilasciare molte nuove funzionalità entro la fine del 2020” ci conferma Giovanni Conforti e noi auguriamo a questa startup italiana un grande in bocca al lupo.

Visita il nostro sito: http://bit.ly/2UJVOZ9

Image recognition tool: http://bit.ly/3bA43gn

La società: Yakkyofy è l’unico software che ti aiuta a gestire in maniera completamente automatica un negozio in dropshipping, con un notevole risparmio sia in termini di tempo che di denaro.

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Gli incarichi ricoperti da Roberto Casula in Eni

Il percorso professionale di Roberto Casula: dalla laurea in Ingegneria Mineraria alla carriera nel settore energetico, prima in Agip e successivamente in Eni.

Roberto Casula

Roberto Casula: i primi impieghi e l’ingresso in Eni

Roberto Casula, classe 1962, completa gli studi presso l’Università di Cagliari, laureandosi in Ingegneria Mineraria nel 1988. Dopo aver conseguito l’abilitazione alla professione di Ingegnere, fa il suo ingresso in Agip S.p.A. in qualità di Reservoir Engineer. Mantiene tale incarico fino al 1991, occupandosi di production test e well logging. Viene quindi coinvolto nelle attività di reservoir modelling presso Beicip – Franlab a Sophia Antipolis (Antibes, Francia). Trasferitosi in Luanda nel 1992, entra nella consociata Agip Angola Ltd dove svolge le funzioni di Reservoir Engineer e Petroleum Engineer. Diventa Chief Development Engineer nel 1994. Rientrato in Italia, Roberto Casula ricopre l’incarico di Development and Production Coordinator in Eni S.p.A., lavorando presso la sede di San Donato Milanese. Questo incarico lo vede responsabile del coordinamento delle attività di business e delle attività operative per i Paesi nelle zone dell’Africa Occidentale e per le aree centro-asiatiche. Diventa Department Manager (Responsabile dei Servizi Tecnici di Progetto) per le operazioni in Iran: l’anno successivo è fondamentale nella sua carriera. Divenuto Dirigente, gli viene affidata la carica di Project Director del progetto in corso a Teheran (Iran) denominato giant South Pars Gas fasi 4-5.

Roberto Casula: la crescita in Eni

Assunta la carica di Managing Director all’interno della società Eni Mediterranea Idrocarburi S.p.A., Roberto Casula si occupa della consociata con sede a Gela coordinando le attività di produzione ed esplorazione relative al territorio della Sicilia. L’anno seguente, con le stesse mansioni, passa ad Eni Nord Africa BV, con sede a Tripoli (Libia): si occupa di tutte le attività svolte nel Paese. Tornato in Italia nel 2007, riceve la carica di Senior Vice President per l’area della Regione Sub-Sahariana, dove si trasferisce l’anno successivo. Diventa Chairman nella sede di Abuja, in Nigeria, guidando le tre consociate di Eni situate nel Paese. Nel 2011 è Executive Vice President in Africa e Medio Oriente, conseguendo ottimi risultati nelle trattative condotte con le autorità locali. Roberto Casula diventa Chief Development, Operations & Technology Officer del Gruppo nel 2014, carica per la quale riporta direttamente all’Amministratore Delegato.

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Deputata Michela Rostan lascia Leu ed aderisce a Italia viva

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  • 19 Febbraio 2020
Michela Rostan da Leu a Italia Viva

Deputata Michela Rostan lascia Leu ed aderisce a Italia viva

Roma, 19 febbraio – Altro cambio di casacca in Parlamento, dove il clima di instabilità politica e il conseguente assetto parlamentare in continua evoluzione favoriscono il passaggio degli irrequieti inquilini dei Palazzi legislativi da un gruppo all’altro. Una decisione che, dall’inizio della XVIII legislatura, hanno preso già un centinaio tra deputati e senatori (i dati di Openpolis registravano 92 cambi di gruppo all’inizio del 2020, ai quali vanno aggiunti i trasferimenti degli ultimi due mesi). Tutti “rappresentanti” del popolo per i quali la prerogativa di esercitare la funzione  parlamentare in rappresentanza della nazione e “senza vincolo di mandato” (art. 67 della Costituzione) ha finito per prevalere sulle ragioni e la volontà degli elettori che li avevano mandati a Palazzo Madama o a Montecitorio in un preciso partito e non in un altro.

Michela Rostan da Leu a Italia VivaLontana da noi l’idea di esprimere valutazioni e men che meno giudizi su un fenomeno che ha pochi riscontri, per dimensioni e frequenza, con le istituzioni parlamentari di altri Paesi, riaprendo il frusto (e anche abbastanza inutile) dibattito tra chi reputa il cambio di squadra in corsa un tradimento e chi, invece, lo ritiene l’esercizio di una delle libertà più importanti di deputati e senatori. Quel che ci limitiamo a fare, quando le circostanze e il dovere di cronaca lo suggeriscono, è segnalare gli avvenimenti. E l’ultimo riguarda la decisione di una deputata ben conosciuta alle cronache farmaceutiche, Michela Rostan (nella foto), eletta a Montecitorio nelle fila di Leu, il partito del ministro della salute Roberto Speranza, della quale il nostro giornale si è spesso occupato in passato. I lettori di buona memoria ricorderanno in particolare  la sua attenzione alle parafarmacie, tradotta anche in interrogazioni per sollecitare la liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C con ricetta consentendone la vendita anche in questi esercizi, elencando i vantaggi che (a suo giudizio) ne sarebbero derivati in termini di risparmio per i cittadini e di sviluppo dell’occupazione nel settore.

Da ieri, la parlamentare campana, vicepresidente della Commissione Affari sociali, è passata nel gruppo di Italia Viva, la formazione politica di Matteo Renzi.

Com’è consuetudine (il copione non prevede mai eccezioni), la “colpa” della decisione, ovviamente sempre “molto sofferta”,  è sempre del gruppo parlamentare da cui si fugge, che per ogni per transfuga è sempre colpevole di aver tradito programmi, promesse e ideali originari. Rostan, ad esempio, ha trovato indigeribili i pareri contrari del Governo a rinnovare l’inserimento dei farmaci per l’eradicazione dell’Hcv nel Fondo per gli innovativi per almeno altri sei mesi/un anno oltre la scadenza del prossimo aprile, e a riconoscere ai medici e al personale sanitario in servizio lo status di pubblico ufficiale, accogliendo così una richiesta in questo senso degli Ordini e dei professionali, come deterrente contro le violenze.

“Sono bocconi troppo amari da digerire” scrive Rostan al capogruppo Leu Federico Fornaro nella lettera in cui comunica e motiva la decisione di lasciare il gruppo “soprattutto perché arrivano da un comparto dove abbiamo una nostra significativa presenza politica che, per paradosso, invece di sostenerci nelle battaglie, ci viene contro”.

Una decisione, sembra dunque di capire, che l’on. Rostan ha assunto, legittimamente e comprensibilmente, in polemica con l’azione del governo, e segnatamente del ministro della Salute, suo compagno di partito, quasi certamente al fine di indurlo a riconsiderare certe sue scelte.

Resta da vedere se e quanto spazio le istanze e le posizioni di Rostan troveranno in Italia Viva, che (al momento) fa parte della maggioranza di governo, anche se si segnala per la sua irrefrenabile propensione ad assumere posizioni da partito di opposizione, generatore inesausto di polemiche e di conseguente incertezza politica. Una tattica il cui unico risultato (e forse anche obiettivo), almeno fin qui,  è sembrato essere lo spazio mediatico conquistato da Matteo Renzi, tornato protagonista dei titoli dei telegionali come da tempo non succedeva. Nei circoli renziani, c’è chi prova a ricondurre questa “politic way” alle lezioni berlingueriane degli anni ’70, sintetizzate nello stereotipo del “partito di lotta e di governo”, ma sono molti gli osservatori politici che la apparentano invece (mutatis mutandis) al “potere  di interdizione” teorizzato e messo in pratica un decennio dopo da Bettino Craxi, ben sintetizzato dallo pseudonimo Ghino di Tacco con il quale il segretario del Psi firmava all’epoca i suoi editoriali su l’Avanti, il quotidiano del partito.

Sia come sia, a occhio e croce, il partito di Matteo Renzi non sembra essere  l’incubatore ideale per le posizioni e le istanze fin qui espresse dall’on. Rostan. Ma, notoriamente, l’unica certezza della politica italiana è la sua imprevedibilità. E perciò…

 

FONTE: rifday.it
IMMAGINE: ilmonito.it

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Claudio Machetti, l’esperto di statistica nella dirigenza di Enel

Esperto in Statistica, Claudio Machetti inizia come impiegato e analista finanziario presso il Banco di Roma: grazie ai successi ottenuti, negli anni arriva a conquistare incarichi di crescente responsabilità in realtà dall’appeal internazionale.

Claudio Machetti

Claudio Machetti, i primi anni della sua carriera professionale

Claudio Machetti , attuale Direttore della Global Trading Business Line di Enel, è laureato in Scienze Statistiche. La sua carriera professionale prende avvio presso Banco di Roma: qui lavora inizialmente nella filiale di Milano e, in meno di dieci anni, gli viene affidato il ruolo di Responsabile Nucleo Analisti Finanziari, con la responsabilità di coordinare le analisi dei gruppi industriali italiani più rilevanti. Il riconoscimento delle sue capacità finanziarie arriva nel 1992, anno in cui viene chiamato da Ferrovie dello Stato per ricoprire la carica di Responsabile dell’Unità Mercati Finanziari: in un contesto societario complicato da ristrutturazioni e cambiamenti, in soli quattro anni Claudio Machetti diventa Direttore della Finanza Operativa.

Claudio Machetti, l’ascesa in Enel

Il ruolo di Direttore non è l’unico traguardo raggiunto da Claudio Machetti in quel periodo: nel 1996 infatti viene nominato anche Amministratore Delegato di Fercredit, controllata da FS e nata con l’obiettivo di supportare il Gruppo attraverso servizi finanziari captive. Nel 2000, viene assunto in Enel con il ruolo di Responsabile della Finanza. Come nelle precedenti esperienze, fin da subito riesce ad incidere nelle strategie del Gruppo fondando Enelfactor, società controllata di factoring captive per la quale è Amministratore Delegato: nello stesso anno è anche responsabile della nascita e primo Direttore di Enel Re (poi Enel Insurance. Nel 2004 si aggiunge la presidenza sia di Fondenel che di Fopen, ma il passo più importante è la conquista della Direzione Finanziaria del Gruppo, carica che lo porterà a contribuire all’acquisizione di Endesa e a diventarne membro del Consiglio di Amministrazione (in precedenza era stato consigliere di Wind e Terna). Gli incarichi e le responsabilità aumentano sempre di più: dal 2009 Claudio Machetti è Direttore della nuova Divisione Risk Management fino al 2014, anno in cui passa a dirigere la Global Trading Business Line del Gruppo.

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Eni avvia il supercalcolatore Hpc5: l’AD Claudio Descalzi alla cerimonia di inaugurazione

Innovazione tecnologica a servizio della sostenibilità energetica: l’AD di Eni Claudio Descalzi presenta il supercalcolatore Hpc5.

Claudio Descalzi, AD Eni

Eni inaugura il nuovo supercomputer Hpc5: le dichiarazioni dell’AD Claudio Descalzi

“Oggi Eni inaugura un’infrastruttura di supercalcolo dalle caratteristiche uniche al mondo in ambito industriale, in grado di potenziare e perfezionare ancora i più complessi processi aziendali a supporto delle attività delle persone Eni, accelerando il nostro processo di digitalizzazione e trasformazione”: sono sufficienti le parole dell’AD Claudio Descalzi per intuire il valore del progetto che ha portato il Gruppo a realizzare il più potente computer al mondo in ambito industriale. Intervenendo all’inaugurazione lo scorso 6 febbraio presso il Green Data Center di Eni in provincia di Pavia, l’AD ne ha evidenziato in particolare l’apporto in relazione al percorso di transizione energetica intrapreso da tempo: “È un ulteriore passo avanti verso il traguardo globale che condividiamo con i partner tecnologici e di ricerca: rendere le energie di domani una realtà sempre più vicina”. Come ha ricordato Claudio Descalzi, compito di Eni è anche “ridurre le incertezze” e in questa prospettiva l’azienda negli ultimi sei anni è cresciuta significativamente, “in tutta la parte di calcolo e non solo in quella”.

Claudio Descalzi: Hpc5, il supercalcolatore Eni è il più potente al mondo in ambito industriale

“Tutto il mondo che riguarda la nostra attività è un mondo che è fatto di numeri, un mondo che non si vede” ha quindi spiegato l’AD Claudio Descalzi: “La modernizzazione che ci riguarda è particolarmente complessa perché non è risolvibile in modo analitico. Se non hai capacità di calcolo non hai la capacità di descrivere dove se e dove andrai”. Il supporto dell’Hpc5 è notevole: il nuovo supercalcolatore affiancando il sistema precedente (HPC4) ne triplica la potenza di calcolo portandola da 18 a 52 PetaFlop/s, pari a 52 milioni di miliardi di operazioni matematiche svolte in un secondo. Claudio Descalzi ha ribadito inoltre come al progetto abbiano collaborano il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), il Politecnico di Torino, il Massachusetts Institute of Technology (MIT), la Stanford University, insieme ai partner tecnologici, Dell Technologies, Intel e Nvidia: “In questi sei anni di difficoltà per il mondo energetico l’Eni è salita esponenzialmente nelle capacità di calcolo e ha aumentato il numero dei progetti di ricerca. Il time to market dalla ricerca alla messa in pratica è di tre anni e tutti quelli che fanno ricerca sanno che è impossibile. La più grande risorsa per l’Eni quando è nata è stato il gas. In questo momento la più grossa risorsa è la ricerca scientifica, la tecnologia e le competenze”.

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Roberto Casula: la carriera del manager e l’impegno per l’approvvigionamento energetico

Roberto Casula è un manager che svolge incarichi di responsabilità in Eni, occupandosi di innovazione e approvvigionamento energetico. La sua carriera è ricca di ruoli di rilevanza svolti sia in Italia che in ambito internazionale.

Roberto Casula

Roberto Casula: la carriera

Originario di Cagliari, Roberto Casula è laureato in Ingegneria Mineraria presso l’Università degli Studi della sua città. Dopo aver ottenuto l’abilitazione alla professione di ingegnere, fa il suo ingresso in Agip S.p.A. in qualità di Reservoir Engineer. Viene coinvolto in seguito nelle attività di reservoir modelling presso Beicip – Franlab a Sophia Antipolis (Antibes, Francia). Si trasferisce in Luanda nel 1992 ed entra nella consociata Agip Angola Ltd in qualità di Reservoir Engineer e Petroleum Engineer, divenendo nel 1994 Chief Development Engineer. Tre anni dopo passa ad Eni S.p.A. con l’incarico di Development and Production Coordinator. Roberto Casula riceve la nomina a Department Manager (Responsabile dei Servizi Tecnici di Progetto), in relazione alle operazioni in Iran. Passa l’anno successivo all’incarico di Dirigente, per poi diventare Project Director del progetto in corso a Teheran (Iran) denominato giant South Pars Gas fasi 4-5. Nel 2004 è Managing Director della società Eni Mediterranea Idrocarburi S.p.A. Dopo essersi trasferito nella Regione Sub-Sahariana, riceve l’incarico di Senior Vice President per quelle zone, diventa inoltre Chairman delle tre consociate Eni situate in Nigeria. Nel 2014 viene nominato Chief Development, Operations & Technology Officer, dopo essere stato per 3 anni Executive Vice President per i territori di Africa e Medio Oriente.

Roberto Casula: la questione dell’approvvigionamento energetico

“Il mondo ha sempre più bisogno di energia”: è una dichiarazione di Roberto Casula. In qualità di manager di Eni, si occupa costantemente di approvvigionamento energetico. L’obiettivo è garantire equo accesso all’energia in tutte le aree del pianeta: questo sarebbe lo scenario auspicabile, ma per raggiungerlo serve il know-how condiviso di tutti gli autori in campo, oltre a grande determinazione per agire tutti insieme per raggiungere lo stesso traguardo. È importante sottolineare come oggi a incontrare le maggiori difficoltà di accesso alle risorse energetiche siano i Paesi che dispongono di più risorse. Per Roberto Casula l’obiettivo è “aumentare valore, sostenibilità e credibilità per il futuro”. In questo senso agisce Eni, anche attraverso progetti di carattere socio-assistenziale e attraverso la lotta al surriscaldamento globale.

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Economia e danni da coronavirus, il rame è il barometro di questa crisi

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  • 18 Febbraio 2020

Fin quando il coronavirus rimarrà ancora in circolazione, non si potranno valutare in modo affidabile i danni che esso sta provocando all’economia. La stima è che in Cina il tasso di crescita del primo trimestre potrebbe diminuire di almeno un punto percentuale. Al di là delle previsioni, non c’è dubbio però che gli effetti nefasti di questa epidemia siano già sotto gli occhi di tutti. Sotto questo punto di vista, un barometro importante è l’andamento delle materie prime, e in special modo del rame.

Coronavirus, rame ed economia

economia e coronavirusIl rame infatti è il metallo industriale per eccellenza, e la Cina è il primo utilizzatore al mondo. Quando va male il rame, parallelamente vanno a peggiorare anche gli altri metalli, ma pure petrolio (la cui domanda cinese si è ridotta del 20%) e gas. Infatti il metallo rosso è strettamente legato alla produzione, e se non viene utilizzato, neppure le altre commodities lo saranno. Ecco perché esso è un barometro efficace dell’economia del Paese. Se conoscete che cos’è la volatilità, andate a vedere come ha sobbalzato la domanda di materie prime dopo lo scoppio del coronavirus.

Contraccolpo forte

Dopo il dilagare dell’epidemia, gli impianti di produzione cinesi hanno cominciato a lavorare a ritmo ridotto, se non hanno addirittura chiuso i battenti come è accaduto in alcune zone del paese. Le forniture di materie prime sono state cancellate, e il panico per il nuovo virus ha costretto il governo a sospendere tutte le nuove gare d’appalto. Il crollo della domanda di materie prime ha così depresso le quotazioni. Al London Metal Exchange, chi adotta tecniche trading intraday lo ha visto scivolare sui minimi di due mesi (5810 dollari per tonnellata), dopo aver registrato la peggiore serie di perdite degli ultimi 6 anni.

La durata di questa fase critica

Assodato che il coronavirus sta provocando gravi danni all’economia, occorre chiedersi quanto tempo ci vorrà per smaltirne gli effetti. Il problema è che nessuno può dirlo, visto che siamo ancora in una fase in cui il virus continua a tenere sotto pressione le autorità sanitarie mondiali. Ma basterà tenere d’occhio il mercato del rame per capire e la bufera sta passando oppure no.

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