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30 Settembre 2023 - Comunicati stampa e News
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30 Settembre 2023

Comunicati

L’elettrico secondo Luca de Meo: opportunità, limiti e sfide

Efficienza e ridotti costi di esercizio sono i vantaggi dell’auto elettrica, che tuttavia al momento resta un lusso. Gli E-fuel un’alternativa valida per una transizione graduale. L’analisi di Luca de Meo, CEO di Renault Group e Presidente dell’ACEA, sulla rivoluzione in corso nel settore.

Luca De Meo

Luca de Meo: le previsioni sul mercato europeo e i dubbi sul phase out al 2035

Investimenti, componenti, nuove tecnologie: questo ed altro dietro la realizzazione di una vettura elettrica. Non sorprende quindi che rispetto ai modelli termici il costo di produzione sia nettamente maggiore. Un fattore che al momento pone seri limiti alla rivoluzione dell’elettrico, che rischia di rimanere appannaggio dei più ricchi. Sta di fatto che, secondo Luca de Meo, CEO di Renault Group, la mobilità privata è destinata a cambiare profondamente. Parole che il manager, da gennaio anche Presidente dell’ACEA, ha condiviso in un incontro con la stampa avvenuto a margine del Viva! Festival di Locorotondo, in Puglia. “Il mercato europeo da 17 milioni di pezzi l’anno ce lo dobbiamo dimenticare – ha sottolineato – I ricchi si compreranno l’elettrico e tutti gli altri si terranno le macchine usate fino a quando la politica glielo permetterà”. Difficile, se non impossibile, il phase out dei motori termici al 2035 imposto dall’Unione Europea. In mancanza di una domanda sostenuta e naturale delle auto elettriche, l’addio ai veicoli a benzina o a diesel non è così scontato: “Sarebbe stato meglio spostare tutto al 2040. Non ci hanno ascoltato, e infatti ora per sostenere la transizione bisogna puntare su incentivi oppure su iniziative su cui ho dei dubbi, come il leasing sociale proposto dal Governo francese”.

Luca de Meo: “Con i carburanti sintetici possiamo iniziare a ridurre l’impatto ambientale”

Tra i temi affrontati da Luca de Meo durante la conferenza stampa non poteva mancare quello della competizione industriale con i cinesi, che stanno spingendo a suon di miliardi di investimenti la competitività delle loro aziende automotive. Il manager ha evidenziato come si tratti di una partita falsata, in cui i competitor asiatici possono contare su vantaggi enormi, dal costo dell’energia elettrica a quello della forza lavoro. Ha però ricordato che già in passato i costruttori europei hanno resistito con successo all’arrivo di americani, giapponesi e coreani: “Anche in Renault abbiamo avuto dei problemi, certo, però è altrettanto vero che siamo qui da 125 anni. Anche questa volta andremo a combattere sul mercato”. Luca de Meo ha poi parlato del ruolo dei media nell’informare i consumatori sulle alternative all’elettrico. Il CEO di Renault Group ha evidenziato il cambio di rotta che da qualche anno a questa parte ha caratterizzato le principali testate, inizialmente “schierate nel definire l’elettrico l’unica carta sul tavolo” e che oggi invece lasciano spazio a dubbi e critiche sulla transizione. Anche i costruttori hanno una parte di responsabilità: “Non si ha avuto il coraggio nel comunicare bene le alternative all’elettrico e nello spiegare come i carburanti di origine sintetica, ad esempio, potrebbero essere da subito un’alternativa valida per ridurre l’impatto ambientale del circolante”. Fondamentale il ruolo delle testate specializzate, ha concluso, le uniche fonti credibili in grado di spiegare sì le opportunità ma anche i limiti di un approccio poco incline alla neutralità tecnologica.

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Luca Dal Fabbro (Iren) al Forum Ambrosetti: “Costruire un sistema energico resiliente alle guerre”

Sicurezza dell’approvvigionamento, competitività delle fonti e sostenibilità: questi sono i tre pilastri sui quali, secondo Luca Dal Fabbro, l’Italia deve edificare il sistema energetico del futuro.

Luca Dal Fabbro (Iren)

Luca Dal Fabbro: “Approfittare della calma piatta per costruire sistema energetico resiliente a guerra ed emergenze”

Luca Dal Fabbro è intervenuto al Forum The European House – Ambrosetti, in una giornata di confronto e riflessione ricca di implicazioni geopolitiche. Nello specifico, il Presidente di Iren ha affrontato il tema dell’indipendenza energetica, e di come rendere l’Italia immune alla crisi. In seguito alla guerra in Ucraina, i prezzi di gas ed energia sono schizzati alle stelle: l’intervento di Eni e Iren è riuscito a far abbassare i prezzi entro la soglia di normalità, ma la guerra è ancora in corso e “non bisogna dimenticare che il futuro continua a essere incerto”. È il momento giusto, dunque, di non sedersi sugli allori e lavorare per la creazione di un sistema energetico “resiliente alle guerre”, e che sia in grado di alimentare a buon prezzo l’energia del Belpaese, che rimane “il secondo Paese più industrializzato d’Europa”. Luca Dal Fabbro elenca i tre capisaldi di questo nuovo sistema energetico, ossia la sicurezza d’approvvigionamento, la competitività delle fonti e la sostenibilità, e traccia anche un piano quinquennale attraverso cui ottenerlo. 

Luca Dal Fabbro: il piano per rendere l’Italia autonoma dal punto di vista dell’energia e delle risorse

Secondo Luca Dal Fabbro, Iren potrebbe offrire un contributo significativo nel rafforzare le infrastrutture dell’Italia e avvicinarla così all’obiettivo strategico dell’indipendenza energetica. Una fonte molto sottovalutata è il biogas, che il Paese potrebbe produrre nella misura di miliardi di metri cubi all’anno: Iren ha già provveduto a installare dei biodigestori nel territorio nazionale, ma si potrebbe fare molto di più. Importante anche l’idroelettrico, su cui Iren lavora da anni, e il fotovoltaico. Luca Dal Fabbro ha evidenziato tuttavia come la corsa alle rinnovabili sia rallentata da ostacoli di natura burocratica: “Non è possibile che installiamo un impianto fotovoltaico in cinque anni, quando in Francia si fa in un anno e mezzo, in Germania in un anno. Non è possibile che di fronte a una crisi energetica come quella dell’anno scorso, noi impieghiamo tre anni a fare un rigassificatore”. Necessaria, infine, anche una pianificazione strategica sulle acque. La scorsa estate, l’Italia ha sofferto la cattiva gestione delle risorse idriche in due modi opposti: la minaccia della siccità e l’alluvione dell’Emilia Romagna. È necessario, secondo il Presidente di Iren, mettere a punto una strategia di riutilizzo delle acque reflue, nonché lavorare per potenziare l’idroelettrico.

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Paolo Gallo all’evento ONU: “Italgas accelera verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile”

“Un importante momento di approfondimento e riflessione”: Paolo Gallo, AD di Italgas, ha illustrato di fronte all’assemblea delle Nazioni Unite riunitasi a New York i notevoli progressi raggiunti dal Gruppo.

 Paolo Gallo

L’intervento di Paolo Gallo, AD di Italgas, al Private Sector Forum delle Nazioni Unite sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile

L’AD di Italgas Paolo Gallo ha preso parte al Private Sector Forum, evento annuale patrocinato dalle Nazioni Unite con lo scopo di intensificare la collaborazione con il settore privato riguardo al raggiungimento degli SDG, ossia gli “Obiettivi di Sviluppo Sostenibile”. Nello specifico, tra i numerosi target stilati dall’ONU sono cinque quelli verso cui le aziende private sono invitate a impegnarsi: l’uguaglianza di genere, la lotta al cambiamento climatico, la conservazione delle risorse idriche, la finanza sostenibile e i salari equi. Il Forum ha lo scopo di individuare forme di collaborazione più efficienti tra privati e Stato, nonché di tracciare strategie per il raggiungimento degli obiettivi del Piano entro il 2030, e valutare infine l’impatto di possibili investimenti.

Paolo Gallo: “Italgas ha raggiunto risultati significativi in termini di riduzione delle emissioni, efficientamento energetico e parità di genere”

A margine dell’intervento, Paolo Gallo ha messo in risalto l’importanza del Private Sector Forum, da lui definito come “un importante momento di approfondimento e riflessione, e un’occasione per misurare il grado di maturazione delle politiche messe in campo da Italgas in materia di SDGs che in questi anni ci hanno permesso di raggiungere risultati significativi in termini di riduzione delle emissioni climalteranti, efficientamento energetico e parità di genere”. I risultati raggiunti dal Gruppo guidato da Paolo Gallo sono stati confermati dal conseguimento di prestigiose certificazioni, quali la UNI/PdR 125:2022 sulla gender equity che certifica l’impegno di Italgas nella creazione di un ambiente di lavoro inclusivo e autenticamente paritario. “Questi confronti confermano l’importanza del lavoro svolto e la validità del percorso che abbiamo intrapreso per continuare a contribuire all’obiettivo di un’economia net zero e alla realizzazione di un mondo migliore”, ha concluso l’AD di Italgas.

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Infrastrutture, l’intervento di Luigi Ferraris (FS) al Meeting di Rimini

Durante il suo intervento al Meeting di Rimini, l’AD di Gruppo FS Luigi Ferraris sottolinea il ruolo di Ferrovie dello Stato nell’ambito delle infrastrutture italiane, per le quali ha messo all’opera circa 300mila unità.

Luigi Ferraris, AD del Gruppo FS

Luigi Ferraris: Gruppo FS investirà 200 miliardi di euro nei prossimi 10 anni

Con la cifra di 200 miliardi di euro da investire nei prossimi 10 anni, Gruppo FS punta ad ammodernare e potenziare le infrastrutture italiane, molte delle quali superano i 60 anni di vita. Intervenuto alla tavola rotonda intitolata “Infrastrutture e Pnrr: quale sviluppo per l’Italia”, l’AD Luigi Ferraris ha evidenziato l’effetto che questi investimenti avranno sulla crescita del Pil nazionale. Tra i presenti anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, il governatore della Regione Liguria Giovanni Toti, il presidente dell’Anci e sindaco di Bari Andrea Decaro e Maximo Ibarra, Ceo & General Manager di Engineering. “Gli investimenti del Gruppo Fs nei prossimi 10 anni incideranno sul Pil nazionale per il 2% e, con 200 miliardi di euro serviranno a rendere sempre più attrattivo ed efficiente il trasporto collettivo e merci via treno, aumentando almeno del 20% la capacità di trasporto della rete ferroviaria e del 30% il numero di passeggeri”, ha dichiarato Luigi Ferraris. Le opere in cantiere interesseranno tutto il territorio da Nord a Sud, con ovvi risvolti positivi sulle economie locali. “Questo è sicuramente un aspetto che consente al Paese di potere fare leva su questa nuova ondata di infrastrutture per sostenere la crescita del Pil”, ha aggiunto.

Luigi Ferraris: i cantieri attivi sul territorio e la ricerca di nuove competenze

Attualmente, sono 4mila i cantieri attivi sul territorio nazionale e tutti procedono nel pieno rispetto delle tempistiche previste. Da Nord a Sud, Rfi e Anas hanno aperto centinaia e centinaia di cantieri per la realizzazione di opere ferroviarie e stradali, per un valore di oltre 49 miliardi di euro tra nuove opere e interventi di manutenzione. Il filo conduttore è rappresentato dall’innovazione. Oltre all’ammodernamento delle infrastrutture, è previsto lo sviluppo di piattaforme digitalizzate per favorire l’integrazione tra i diversi mezzi di trasporto, così come il monitoraggio e la manutenzione delle infrastrutture. Queste ultime, ha infatti evidenziato l’AD Luigi Ferraris, “vanno realizzate e mantenute affidabili ed efficienti. Per la loro manutenzione straordinaria abbiamo deciso con il ministero di non bloccare le linee per ridurre disagi e dare così continuità al servizio”. Fondamentale per il potenziamento di questo settore sono l’intermodalità e l’integrazione dei mezzi di trasporto, che possono essere raggiunti con la presenza di nuove professionalità e competenze. A questo scopo, Gruppo FS ha firmato un protocollo d’intesa con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il ministero dell’Istruzione e del Merito che rafforzi il dialogo tra mondo delle università e mondo del lavoro e costruisca “una filiera integrata della formazione professionale”.

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Andrea Mascetti al MIND Milano Innovation District: innovazione, la vision di Finlombarda

Sinergie e opportunità per l’ecosistema dell’innovazione in Lombardia: all’incontro organizzato da Federated Innovation @MIND anche Andrea Mascetti, Presidente di Finlombarda.

Andrea Mascetti

Andrea Mascetti al MIND Milano Innovation District: Finlombarda in dialogo con Federated Innovation @Mind

L’avvocato Andrea Mascetti, in qualità di Presidente di Finlombarda, ha preso parte all’incontro organizzato il 19 settembre da Federated Innovation @Mind presso MIND Milano Innovation District: al centro un confronto su sinergie e opportunità per l’ecosistema dell’innovazione in Lombardia. L’incontro,

organizzato da Federated Innovation @MIND, si inserisce nel percorso di cooperazione avviato con l’istituzione finanziaria regionale Finlombarda con l’obiettivo di attivare sinergie di successo all’insegna dell’innovazione. Federated Innovation @MIND, spiega in un post LinkedIn l’avvocato Andrea Mascetti, è un “network di oltre 40 aziende leader di settore promosso da Lendlease con il contributo di Cariplo Factory”.

Andrea Mascetti, Finlombarda: il percorso di cooperazione con Federated Innovation @Mind

È su LinkedIn che Andrea Mascetti, Presidente di Finlombarda, rimarca il valore dell’incontro a cui ha preso parte: “Ringrazio il Presidente, Tommaso Boralevi, per averci dato l’opportunità di presentare la gamma di prodotti finanziari e servizi dedicati alle imprese del territorio e di poter sottolineare l’importanza delle alleanze per la tenuta e resilienza della nostra regione sotto il profilo sociale, economico e di sostenibilità”. Nel post, il Presidente di Finlombarda Andrea Mascetti si dice “certo che questo incontro sia solo il primo passo di un proficuo percorso di cooperazione che abbiamo avviato con Federated Innovation @Mind con l’obiettivo di attivare sinergie di successo in Lombardia all’insegna dell’innovazione”.

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Federico Motta Editore, nell’opera I protagonisti della cristianità un approfondimento su Giovanni Paolo II

Per la maggiore parte della sua giovinezza, Karol Wojtyła non sapeva che sarebbe diventato un sacerdote; ancora meno che avrebbe preso il nome di Giovanni Paolo II divenendo una delle figure più importanti non solo della storia della Cristianità. Nella lunga voce dedicata al Santo Padre, Federico Motta Editore segue i passaggi dalla conversione spirituale fino all’elezione come Papa.

Federico Motta Editore

Federico Motta Editore, come Wojtyła divenne Papa Giovanni Paolo II: il percorso di conversione nell’opera editoriale I protagonisti della Cristianità

Il percorso spirituale del Pontefice, come spiega Federico Motta Editore nei suoi volumi, fu tutt’altro che lineare, e, soprattutto, fu plasmato dal dolore del trauma delle morte di coloro che amava di più. Karol Wojtyła nacque il 18 maggio 1920, e la sua vita fu segnata fin dall’inizio dalla sofferenza e della morte: nel 1929 scomparve la madre e nel 1932 il fratello Edmund. Nel 1938 fu studente all’Università Jagellonica di Cracovia, mentre si manteneva lavorando come manovale e cavapietre. Personalità eclettica e dai molti interessi culturali, in gioventù fu anche poeta e attore dilettante. Furono due gli eventi che lo portarono a intraprendere il sacerdozio: la Seconda Guerra Mondiale e la morte del padre, nel 1941. Scoperta la propria vocazione, frequentò il seminario clandestino e ricevette l’ordinazione nel 1946. Docente di etica all’Università Jagellonica diCracovia, divenne infine Arcivescovo della città dal 1964. Nel 1967 divenne cardinale. Partecipò ai due conclavi del 1978: quello di agosto che elesse Giovanni Paolo I e quello di ottobre, che si concluse con la sua elezione.

Federico Motta Editore racconta Giovanni Paolo II, primo Papa non italiano

Nell’approfondimento dedicato alla sua figura, l’enciclopedia di Federico Motta Editore spiega come il papato di Giovanni Paolo II sia stato estremamente significativo, e tra quelli che maggiormente traghettò la figura del Papa nell’età contemporanea. Innanzitutto, fu il primo Papa di origini non-italiane dai tempi di Adriano VI (1522-1523). In secondo luogo, diede inizio a una nuova concezione del papato, in cui il Santo Padre, più che come un leader politico, era da intendersi come una guida spirituale. Giovanni Paolo II si adoperò per tutta la vita per i diritti umani, nonché per tentare di stemperare le tensioni fra Unione Sovietica e Stati Uniti. Fu un grandissimo “Papa viaggiatore”, sempre in movimento, per cercare il contatto diretto con i fedeli di tutto il mondo. Il suo pontificato è stato straordinariamente lungo: con una durata di oltre 26 anni, è il terzo più longevo nella storia della Chiesa dopo quello di Pietro (34 anni) e Pio IX (oltre 31 anni). La sua morte il 2 aprile 2005, dopo una lunga malattia, ha suscitato profonda commozione non solo tra i cattolici ma in tutto il mondo. La rapidità con cui è stato beatificato nel 2011 e successivamente canonizzato nel 2014 è stata un riconoscimento unanime della sua straordinaria santità.

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Claudio Descalzi: Eni in Egitto investe 7,7 miliardi di dollari per progetti energetici

Ammonta a 7,7 miliardi di dollari il volume di investimenti che Eni prevede di riservare all’Egitto. A Il Cairo l’incontro tra l’AD Claudio Descalzi, il Presidente Abdel Fattah al-Sisi e il Ministro del Petrolio Tarek El-Molla.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: energia, passo in avanti importante tra Italia ed Egitto

Nuovi piani in programma per la ricerca, l’esplorazione e lo sviluppo, valorizzando appieno le risorse energetiche egiziane. Puntano a questo i progetti che Eni intende avviare nel Paese nordafricano, con 7,7 miliardi di dollari destinati a tal scopo nei prossimi quattro anni. È quanto si apprende da un comunicato rilasciato dalla Presidenza egiziana in seguito all’incontro avvenuto a Il Cairo tra l’Amministratore Delegato di Eni Claudio Descalzi, il Presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi e il Ministro del Petrolio Tarek El-Molla. Eni, insieme ai suoi partner, è dunque pronta ad avviare nuovi progetti per aumentare gli investimenti in Egitto e rafforzare le iniziative energetiche nel Paese. L’incontro ha fornito occasione per presentare un resoconto delle attività del Gruppo e delineare i piani futuri in tema di ricerca, esplorazione e sviluppo. Claudio Descalzi ha inoltre evidenziato i progressi raggiunti sul fronte dei progetti di sostenibilità ed efficienza energetica, in linea con quanto previsto nel Memorandum of Understanding firmato a marzo 2023.

Claudio Descalzi: Eni – Egitto, volontà di rafforzare la collaborazione

Durante l’incontro a Il Cairo, Claudio Descalzi ha sottolineato l’importanza strategica dell’Egitto per Eni, con opportunità promettenti per quanto concerne il settore energetico del Paese anche grazie all’impegno del Governo e del Presidente egiziano in tal senso. Lo stesso presidente al-Sisi ha espresso soddisfazione per le attività di Eni in Egitto, evidenziandone il rispetto di alti standard globali e la volontà di fortificare ulteriormente la collaborazione. Un passo in avanti importante, dunque, nella partnership tra l’Egitto e il Gruppo guidato dall’AD Claudio Descalzi, con ricadute positive in termini economici anche per l’intero sistema nazionale italiano. Eni, dal canto suo, continua parallelamente a rafforzare la propria posizione di leadership nel settore energetico su scala globale.

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Mercato immobiliare la crisi unisce Italia Europa e Stati Uniti

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  • 30 Settembre 2023

Il mattone non se la passa affatto bene. Questo è il messaggio che giunge esaminando i listini tanto europei quanto americani. Il mercato immobiliare soffre l’epoca dei tassi di interesse elevati ed è ormai rassegnato ad aspettare che le banche centrali concludano la loro battaglia contro l’inflazione, per tornare a vedere uno spiraglio di luce in fondo al tunnel.

I problemi del mercato immobiliare

mercato immobiliareNel vecchio continente e negli Stati Uniti la brusca frenata del mercato immobiliare si lega alla feroce stretta al costo del denaro, effettuata dagli istituti centrali per combattere l’ascesa dell’inflazione. E’ stato il ciclo di strette monetarie più pesante degli ultimi 40 anni. L’indicatore chaikin money flow evidenzia il drenaggio di denaro dal sistema economico più forte degli ultimi decenni.
Il mal dei tassi minaccia la salute del settore immobiliare perché sta frenando il mercato.

Tutta colpa dei mutui

Il problema è rappresentato dal costo dei mutui, che generalmente vengono accesi per l’acquisto di un’abitazione. La crescita dei tassi di interesse da parte delle banche centrali si è tradotta in un aumento che può aggiungere fino al 75% delle rate dei vecchi muti negoziati a tasso variabile. I vecchi mutui a tasso fisso si salvano, ma i nuovi comportano una rata anche superiore al 6%.
Questo spiega la brusca discesa delle compravendite, che sta proseguendo trimestre dopo trimestre. E con essa anche la price action è in discesa, perché la domanda langue..

La BCE allarga le braccia e va avanti

Siamo consapevoli di questa situazione di forte disagio – ha detto in proposito Christine Lagardema il nostro compito è di abbassare l’inflazione, non sostenere i singoli comparti dell’economia”. È sicuramente vero, ma è altrettanto vero il fatto che una quota crescente di persone sta vivendo il disagio sociale di non potersi fare una casa perché non può permettersi.

Preoccupazioni negli USA

Negli Stati Uniti il fenomeno è analogo (le case in vendita sono circa 1,1 milioni, il  dato più basso dal 1999) e rischia anche di avere ripercussioni sulle banche regionali, che sono il cuore del sistema economico a stelle e strisce. Gli istituti vantano infatti una esposizione per circa 3,600 miliardi di dollari.
Discorso a parte merita la Cina, dove la crisi dell’edilizia sta fortemente condizionando l’economia nazionale. Ma la crisi cinese nasce dalle radici stesse nel modello di sviluppo del capitalismo nel paese del Dragone.

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