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23 Marzo 2023

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Davide D’Arcangelo: la PMI IPSA chiude round di investimento da oltre 1 milione di euro

La digital health company IPSA ha chiuso un importante round di investimento, guidato dalla holding Next4, di cui Davide D’Arcangelo è co-fondatore.

Davide D'Arcangelo

Davide D’Arcangelo: Next4 protagonista nel round di investimento di IPSA

È stata la holding co-fondata da Davide D’Arcangelo, Pierluigi Sassi e Angelo Paletta a guidare il round di investimento che si è chiuso assicurando alla PMI IPSA oltre 1 milione di euro. Per la considerevole riuscita dell’operazione è stato fondamentale il ruolo svolto dal Fondo Rilancio Startup attivato da Next4, in qualità di investitore qualificato. Il Fondo, che opera esclusivamente in co-investimento con determinati soggetti proponenti selezionati, è gestito da CDP Venture Capital SGR. L’Amministratore Delegato della PMI piemontese ha espresso grande soddisfazione per l’ottimo risultato raggiunto: “Siamo molto orgogliosi di questo round di finanziamento che conferma la qualità delle nostre soluzioni, la loro competitività sul mercato e la loro funzionalità rispetto alle esigenze del SSN”.

Le parole di Davide D’Arcangelo sulla digital health company

Al termine della chiusura del round di investimento da 1,380 milioni di euro, il co-fondatore di Next4 Davide D’Arcangelo ha raccontato cosa ha spinto la holding ad investire nella digital health company piemontese: “Quando abbiamo deciso di investire in IPSA eravamo certi che l’innovatività della sua proposta e la solidità del suo programma di sviluppo potessero essere di interesse anche per un investitore istituzionale”. IPSA è ideatrice di una gamma di prodotti IoT che supportano gli operatori sanitari dei reparti ospedalieri e delle sale operatorie nei processi di stoccaggio e distribuzione grazie all’integrazione di hardware e software. “In IPSA abbiamo visto il potenziale per un nuovo standard nella sanità italiana, una champion pronta a esplodere che aveva bisogno di un piccolo boost per scalare definitivamente non solo il mercato italiano, ma anche a livello internazionale dove peraltro sta già riscuotendo molto interesse e ha già acquisito importanti commesse”, ha concluso Davide D’Arcangelo.

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Giovanni Lo Storto (Luiss): “Docenti? Con il nostro modello diventano designer di ispirazione”

Integrazione del digitale, nuove modalità didattiche e approccio ESG: Giovanni Lo Storto, Direttore Generale dell’Università Luiss, racconta a “Fanpage” le principali novità dell’offerta formativa dell’Ateneo.

Giovanni Lo Storto

Giovanni Lo Storto: Luiss, le caratteristiche del nuovo modello didattico

Stimolare gli studenti a disimparare, allenarli alle diversità e soprattutto a fare domande. E, grazie anche all’integrazione stabile della strumentazione digitale, prepararli ad affrontare le sfide delle future crisi globali, climate change in primis. A descrivere le principali novità del nuovo modello didattico dell’Università Luiss, in un’intervista rilasciata a “Fanpage”, è il Direttore Generale Giovanni Lo Storto. “Enquiry based” – questo il nome scelto dall’Ateneo – si differenzia rispetto ai modelli di formazione classici per l’approccio investigativo: “La chiave di tutto è l’allenamento, dapprima alle diversità, che è la cosa più difficile per l’essere umano. E poi l’allenamento a fare le domande, ad imparare a fare le domande giuste”. Si evolve anche il ruolo del docente: “Non dobbiamo più pensare al docente come un drone di contenuti, che trasmette la conoscenza in modo verticale trasferendola allo studente – spiega Giovanni Lo Stortopiuttosto vogliamo insegnanti che siano designer di ispirazione e di motivazione”. Per il Direttore Generale della Luiss è necessario iniziare a pensare le università non solo come centri di formazione specialistica, ma anche come palestre che aiutino gli studenti a formare la propria identità come persona e cittadino e a valorizzarne talenti e soft skills.

Climate change, Giovanni Lo Storto: “Stiamo ragionando su corsi di laurea specifici

Fondamentale anche l’attenzione alle tematiche ESG (Environmental, Social e Governance), con le aziende che oggi sono sempre più alla ricerca di figure in grado di guidare i cambiamenti in atto e generare uno sviluppo sostenibile e duraturo. “Stiamo riflettendo come ateneo di lanciare dei percorsi formativi ad hoc per affrontare queste sfide – ha detto Giovanni Lo StortoC’è tempo fino al 3 aprile per iscriversi al test d’ammissione per le nostre lauree magistrali, ma stiamo ragionando già per il prossimo anno accademico se individuare degli indirizzi all’interno di questi corsi di laurea per trattare in modo molto specifico i temi non solo della sostenibilità ma anche del climate change”. L’approccio ESG diventa ancora più determinante per gli studenti che vogliono affacciarsi allo studio delle scienze sociali ed economiche, con la Luiss prima università in Italia e 22esima nel mondo in Scienze politiche internazionali: “La guerra in Ucraina ha riportato le relazioni internazionali al centro degli interessi – è il commento di Giovanni Lo Stortoe la Luiss è il posto giusto per i ragazzi e le ragazze che vogliono capire il mondo che cambia, ma anche agire nel mondo globale, diventare classe dirigente e provare a cambiare le cose”.

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Paolo Gallo (Italgas): “Fondamentale il ruolo di biometano e idrogeno”

Il ruolo di biometano e gas e l’importanza della digitalizzazione delle reti. In un’intervista rilasciata a GEA, l’Amministratore Delegato di Italgas Paolo Gallo racconta le sfide future.

Paolo Gallo

Paolo Gallo: biometano, l’energia rinnovabile più pronta

Servono reti intelligenti, digitali e flessibili capaci di “migliorare il servizio che forniamo al cliente finale e di cambiare il modo in cui noi gestiamo le reti, in maniera meno passiva”, racconta Paolo Gallo. Non solo, questa digitalizzazione consente inoltre di realizzare reti atte ad accogliere biometano e idrogeno. “Noi abbiamo più di 2 miliardi di metri cubi di gas prodotto dal trattamento dei rifiuti che potrebbero diventare un miliardo e mezzo di metri cubi in più se facessimo l’upgrade degli impianti”, spiega. Il potenziale a disposizione può raggiungere i 2 miliardi di metri cubi di biometano. Di qui a qualche anno, questi 2 miliardi “possono diventare 8-10 miliardi”, aggiunge Paolo Gallo, ovvero il traguardo prefissato dalla Commissione europea nel REPowerEU. Il nostro Paese possiede dunque la tecnologia e il potenziale necessario: la principale difficoltà da affrontare risiede nelle autorizzazioni per lo sviluppo degli impianti di biometano.

Paolo Gallo: idrogeno, le prospettive future

E l’idrogeno? “La tecnologia di produzione dell’idrogeno verde esiste ma non è ottimizzata”, sottolinea Paolo Gallo. In Sardegna, Italgas sta portando avanti un progetto pilota per dimostrare la molteplicità e flessibilità di usi dell’idrogeno. La strada sembra ormai tracciata. “Nella visione della Comunità europea – spiega l’AD – il 50% del gas che arrivava dalla Russia dovrà essere rimpiazzato di qui al 2030 da biometano e idrogeno in egual misura. Il 50% sono 75, quasi 80, miliardi di metri cubi di gas. Vuol dire che il ruolo di biometano e idrogeno diventa fondamentale. In più, accelera la transizione energetica perché metà di quel gas viene sostituito da gas che sono rinnovabili a zero contenuto di CO2”. Nonostante la guerra tra Russia e Ucraina abbia influito sull’attività del Gruppo, Paolo Gallo segue la via dell’ottimismo: “Questa crisi sta accelerando i processi di efficienza energetica e di transizione energetica”. Italgas ha dichiarato di voler tagliare, entro il 2028, le emissioni di gas serra del 34%.

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La formazione cambia: il Safety Barcamp 2023 a Padenghe sul Garda

Comunicato Stampa

La formazione cambia: il Safety Barcamp 2023 a Padenghe sul Garda

 

La rivoluzione del Safety Barcamp 2023 arriva a Padenghe sul Garda (Brescia) il 5 maggio 2023 con una giornata formativa libera e aperta alla condivisione delle esperienze e al confronto sui temi della salute e sicurezza sul lavoro. Un modo innovativo di vivere insieme la formazione.

 

Il Safety Barcamp, uno spazio formativo innovativo dedicato alla creazione e al consolidamento delle relazioni tra le figure che operano nell’ambito salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, ci ha insegnato, in questi ultimi anni, che un percorso di formazione che nasce all’interno di un’esperienza di partecipazione delle competenze, con momenti attivi di apprendimento, è in grado di aumentare le conoscenze, fornire nuovi strumenti e modificare efficacemente i comportamenti.

 

L’esperienza della formazione partecipata capace di stimolare riflessioni e approfondimenti e la messa in comune di buone prassi, difficoltà, scoperte ed esperienze, è arrivata ora anche a Padenghe sul Garda, un paese in provincia di Brescia che si affaccia sul lago di Garda.

 

Esiste un’esperienza innovativa che permette ai partecipanti di partecipare a diversi eventi formativi condividendo e scambiando esperienze e informazioni su come svolgere la propria attività di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro?

 

La rivoluzione della formazione partecipata arriva a Padenghe sul Garda

Dopo la prima edizione del Safety Barcamp 2023, che si terrà a Roma il 31 marzo 2023 (le iscrizioni per questa edizione sono chiuse), la seconda edizione di questo evento dedicato alla formazione partecipata raggiungerà il 5 maggio 2023 il paese di Padenghe sul Garda (Brescia).

 

Ricordiamo che il Safety Barcamp, organizzato dall’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS), è un evento in forma di “non conferenza”, dove i temi di discussione sono decisi dai partecipanti e possono riguardare tre diverse aree tematiche previste dal Decreto interministeriale 6 marzo 2013:

  • area normativa/giuridica/organizzativa;
  • area rischi tecnici/igienico-sanitaria;
  • area relazioni/comunicazione.

 

Nel Safety Barcamp, destinato a formatori e professionisti della sicurezza, ogni partecipante si iscrive all’intera giornata formativa, ma l’iscrizione ai singoli workshop avviene durante l’evento: la scelta di un workshop non è definitiva e la partecipazione è libera e dinamica. Inoltre è possibile diventare dei facilitatori del Safety Barcamp: i partecipanti possono mettere a disposizione degli altri le proprie conoscenze proponendo agli organizzatori un workshop.

 

Il link per avere ulteriori informazioni, iscriversi al Safety Barcamp, leggere il Regolamento e proporre un workshop: http://www.safetybarcamp.it

 

Il modello formativo e le opinioni dei partecipanti

Nel Safety Barcamp, progettato seguendo la metodologia dell’Open Space Technology, i partecipanti e facilitatori sono responsabilizzati nel collaborare con lo scopo comune di creare un terreno fertile e proficuo di partecipazione e condivisione.

 

Le opinioni dei partecipanti all’evento, raccolte nelle precedenti edizioni, mostrano come questa metodologia sia riuscita a creare una profonda interazione e favorire un reale confronto tra i partecipanti. Per dare un’idea di cosa questo evento può lasciare ai partecipanti, ne raccogliamo alcune:

  • la magia del Barcamp è questa: trovarsi senza barriere o filtri in un luogo neutro per condividere e scambiare esperienze, preziose informazioni su come svolgere al meglio la nostra professione a tutela della sicurezza sul lavoro dei lavoratori”;
  • l’iniziativa accorcia le distanze tra il facilitatore e i partecipanti. È il format ideale per cercare e condividere nuove idee”;
  • sono tornata a casa con una gran voglia di fare, studiare e inventare: il Safety Barcamp è utilissimo per aprire la mente e acquisire nuovi strumenti”;
  • si tratta di una bellissima esperienza di condivisione e formazione che mi ha sicuramente arricchito come persona e professionista”;
  • il Barcamp è una grandissima occasione di confronto con colleghi di tutta Italia, una rete di conforto oltre che di confronto. L’occasione di farci esprimere nel nostro essere professionisti, in maniera informale, divertendoci, è un dono impagabile”.

 

Gli obiettivi e le informazioni per il Safety Barcamp a Padenghe sul Garda

La seconda edizione del Safety Barcamp 2023 ha, come sempre, l’obiettivo di creare una cornice di lavoro favorevole al dialogo, al confronto e alla diffusione e condivisione di conoscenze.

 

Si terrà il 5 maggio 2023 a Padenghe sul Garda (Brescia) dalle ore 9:30 alle 17:00 presso il West Garda Hotel in via Prais 32.

 

Segnaliamo che l’evento è valido come aggiornamento relativo a 5 ore per RSPP/ASPP e CSP/CSE, 1 ora per formatori prima area tematica, 2 ore per formatori seconda area tematica e 2 ore per formatori terza area tematica.

 

Il link per avere ulteriori informazioni e iscriversi al Safety Barcamp:

http://www.safetybarcamp.it

 

Per informazioni:

Sede nazionale AiFOS: via Branze, 45 – 25123 Brescia c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia – tel.030.6595035 – fax 030.6595040 www.aifos.it[email protected]

 

 

23 marzo 2023

 

 

 

Ufficio Stampa di AiFOS

[email protected]

http://www.aifos.it/

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Luigi Ferraris su “Il Tempo”: nel Gruppo FS focus maggiore sulla sicurezza in stazione

Come illustrato dall’AD Luigi Ferraris, Gruppo FS ha in programma nuovi progetti insieme agli enti locali per aumentare i servizi commerciali nelle stazioni e accrescerne la sicurezza. A tal proposito è stata istituita anche FS Security, con 1.000 addetti in più dedicati alla vigilanza.

 Luigi Ferraris

Luigi Ferraris presenta i progetti del Gruppo FS sulla sicurezza

Maggiore presidio degli scali ferroviari e nuove proposte di servizi commerciali grazie agli accordi con le amministrazioni locali. “Così aumentiamo la sicurezza delle stazioni italiane, soprattutto quelle minori, e riduciamo la percezione di timore che ancora è sentita da molti passeggeri”, ha spiegato Luigi Ferraris in un’intervista rilasciata a “Il Tempo”. Occasione in cui l’AD del Gruppo FS ha presentato diverse iniziative, tra cui la nascita di FS Security, nuova società che unisce le attuali aree dedicate alla sicurezza e mette in campo 1.000 addetti in più per la vigilanza. “Ferrovie dello Stato ha recentemente fatto una survey per capire come si sentono i passeggeri riguardo al tema sicurezza”, ha dichiarato l’AD, specificando che “un passeggero su due si sente sostanzialmente al sicuro. Ma una maggiore percezione di sicurezza si ha nelle stazioni più grandi e sull’Alta Velocità mentre scende, man mano, che si va in stazioni più piccole e tratte locali”. Anche da ciò nasce la decisione di una nuova società, FS Security, con “circa mille persone nel prossimo triennio alle quali chiederemo una grande capacità di osservazione e dissuasione”. Non saranno armate, ha specificato Luigi Ferraris, “ma rappresenteranno un presidio di deterrenza e prevenzione in grado di segnalare eventuali situazioni critiche, svolgendo un’attività integrata con quella della Polfer”.

Luigi Ferraris: le considerazioni dell’AD su Poli di business, connettività, rinnovabili e digitale

Proseguendo nell’intervista, Luigi Ferraris ha ricordato che, a maggio 2022, Gruppo FS ha inaugurato quattro Poli di business – Infrastrutture, Passeggeri, Logistica, Urbano – in concomitanza con il Piano Industriale 2022-2031. Poli omogenei per missione e obiettivi che svolgono un ruolo centrale nello sviluppo del sistema nazionale delle infrastrutture, incentrato sulla sostenibilità e sull’integrazione. Il tutto coordinato dalla “holding FS alla quale spetta l’indirizzo, il coordinamento strategico, il controllo e occuparsi di finanza, strategia, presidio regolatorio”. Sottolineando, inoltre, gli aspetti della digitalizzazione e della connettività come fattori abilitanti del Piano Industriale, l’AD ha parlato di progetti per “nuova fibra ottica lungo i 17.000 chilometri di rete ferroviaria e ripetitori che rilancino il segnale a bordo treno”: questo consentirà di portare connessione in tutte le stazioni e sui treni, anche regionali, a beneficio anche delle zone rurali. Quanto al settore delle energie rinnovabili, Gruppo FS ha lanciato una gara per nuovi impianti fotovoltaici o mini-eolici con l’obiettivo di installare 300 megawatt nel 2024 e 2.000 entro i prossimi cinque anni. In merito, Luigi Ferraris ha ricordato l’importanza di “pianificare con tempi coerenti alla realizzazione delle infrastrutture” e di “prevenire criticità e sfruttare le opportunità”. A conclusione dell’intervista il tema della competitività del Paese: secondo l’AD, quest’ultima può essere incrementata puntando sulle competenze tecniche e sulla digitalizzazione poiché “dobbiamo recuperare su questi fronti, ma le premesse ci sono”.

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Mezzogiorno e aerospazio, parla Gianni Lettieri: “Sud ha un’enorme capacità di crescita”

In un’intervista rilasciata a “DAC Informa” e ripresa dal portale “Il Sud Online”, Gianni Lettieri racconta i progetti futuri di Atitech e accende i riflettori sul divide tra Nord e Sud che continua a ostacolare la crescita del Paese.

Gianni Lettieri

Gianni Lettieri: “Con la pandemia la prova delle potenzialità del Mezzogiorno

Il Sud ha una “capacità di crescita enorme e sostanziale” e potrebbe traghettare finalmente il Paese verso un percorso di sviluppo solido e duraturo. A testimoniarlo anche la capacità di reagire alla pandemia, con i distretti del Mezzogiorno che oggi registrano dati estremamente positivi sul fronte dell’export. Non ha dubbi Gianni Lettieri: risolvere il divide tra Nord e Sud significa far crescere il Paese intero. In un’intervista rilasciata a “DAC Informa” e ripresa dal portale “Il Sud Online”, l’imprenditore napoletano alla guida di Atitech accende ancora una volta i riflettori sul divario che colpisce le regioni del Mezzogiorno danneggiando l’intera economia italiana: “Immaginiamo l’Italia come uno stabilimento Atitech. C’è un’area con manodopera disponibile e domanda di attività, ma hangar vuoti. E questa area la chiamo Sud. E poi c’è, in un’altra zona dello stesso stabilimento, che fuor di metafora è il Nord, un’area dove gli hangar sono tutti pieni, e quindi non c’è più spazio per mettere altri aerei. Ecco, questa è la fotografia del nostro Paese”. Al gap tra Nord e Sud si aggiunge poi la mancanza di una visione industriale concreta e lungimirante, commenta Gianni Lettieri: “Nonostante questa mancanza di strategie, noi cresciamo e le industrie vanno bene. Se ci fosse da noi l’attenzione che hanno altre nazioni nei confronti dell’attività produttiva, chissà dove potremmo arrivare”. La pandemia l’esempio lampante, con il Paese che è riuscito a crescere più degli altri malgrado gli scarsi o addirittura nulli ristori, come nel caso del settore aeronautico.

Gianni Lettieri: con asset Alitalia Maintenance rispristiniamo polo delle manutenzioni  

Ed è proprio il polo aerospaziale campano quello che più di tutti ha registrato un rimbalzo esaltante sul fronte dell’export, segnando un +43,8% rispetto al pre-Covid. Tra le operazioni recenti più significative l’acquisizione da parte di Atitech dell’ex ramo manutenzione di Alitalia e l’assorbimento di asset e lavoratori di Fiumicino. L’obiettivo, spiega Gianni Lettieri, dotare l’Italia di un polo unico delle manutenzioni aeronautiche al pari di Paesi come Francia e Germania: “Rilevando Alitalia Maintenance siamo passati da settecento a millecinquecento dipendenti. Abbiamo raddoppiato la capacità e in più siamo entrati in un settore, quello della manutenzione di linea, che non seguivamo. Il prossimo passo – aggiunge – è intervenire su motori e componenti, come faceva prima Alitalia, in un lasso di tempo che si estende da tre a cinque anni”. Alla crescita del settore hanno contribuito anche le attività del Distretto aerospaziale della Campania, che dal 2012 promuove la collaborazione tra Centri di Ricerca, Università e aziende: “A mio avviso – conclude Gianni Lettieri un’attività da implementare dovrebbe essere la promozione del sistema DAC nelle fiere internazionali insieme con la regione Campania, assicurando la presenza di un’area espositiva dove riunire le aziende che vogliono partecipare e avere più visibilità internazionale”.

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Claudio Machetti: oltre 20 anni di carriera presso il Gruppo Enel

Il profilo professionale del manager Claudio Machetti: dopo i primi passi presso il Banco di Roma ha poi proseguito in Ferrovie dello Stato Italiane fino all’esordio in Enel.

Cludio Machetti

Claudio Machetti: percorso formativo ed esordio professionale

Claudio Machetti arricchisce il suo percorso formativo grazie al conseguimento della maturità classica al liceo “Tito Lucrezio Caro” di Roma, seguita dalla laurea in Scienze Statistiche presso l’Università La Sapienza nel 1982. Successivamente, la sua carriera professionale ha inizio in Banco di Roma: qui opera in qualità di analista finanziario curando l’analisi del merito di credito dei grandi gruppi industriali del Paese. In seguito, si specializza in equity, operando come funzionario all’interno della Direzione Finanziaria e curando l’IPO di alcune società nella Borsa Italiana. Nel 1990, Claudio Machetti passa quindi a Ferrovie dello Stato Italiane in veste di Dirigente Responsabile dell’Unità Mercati Finanziari, diventando poi Direttore della Finanza Operativa. Negli stessi anni, collabora attivamente alla costituzione di Fercredit, società finanziaria specializzata nei settori del factoring, del leasing e del credito al consumo.

Il percorso di Claudio Machetti in Enel

Il 2000 segna la svolta nella carriera di Claudio Machetti: entra in Enel come Responsabile dell’Area Finanza collaborando alla nascita di Enelfactor e di Enel Insurance, di cui è stato anche Presidente fino al 2014. Cinque anni più tardi viene nominato Direttore Finanziario del Gruppo, a diretto riporto dell’Amministratore Delegato, operando nei board di diverse consociate, tra le quali Wind Telecomunicazioni e Terna. È il 2009 quando viene scelto per guidare la Direzione Risk Management, neonata divisione responsabile del controllo dei rischi aziendali. Successivamente, nel 2014, viene nominato Direttore della Global Trading, la Business Line del Gruppo che nel 2021 è diventata Global Energy and Commodity Management. Appassionato di lettura, Claudio Machetti si dedica, nel tempo libero, allo studio della filologia e della storia.

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Investimenti, alle donne italiane piace farlo (soprattutto via mobile)

È sempre più grande il numero di donne che si affaccia sui mercati finanziari, anche grazie alla crescita (in termini di popolarità) durante il periodo della pandemia, quando le persone erano costrette a stare a casa per giorni senza mai uscire o socializzare. E’ ciò che emerge da una recente indagine, che evidenzia anche come il gentil sesso preferisca fare investimenti soprattutto tramite mobile.

Le donne e gli investimenti

investimentiNel 2020 e 2021 il contesto è stato caratterizzato da tassi di interesse molto bassi, un aumento della digitalizzazione all’interno delle famiglie e misure restrittive legate alla crisi sanitaria.
Proprio la costrizione di stare a casa ha spinto le persone a familiarizzare con il mondo degli investimenti e dei mercati finanziari. Una spinta alimentata anche dal fatto che la crescita dell’inflazione e le incertezze economiche globali, hanno spinto gran parte delle persone a cercare metodi per proteggere il proprio capitale e i propri risparmi.

Un 2022 da record

Quello che è cambiato rispetto al recente passato è l’atteggiamento delle donne nel contesto moderno. Sono professionalmente attive, molto creative e agiscono anche in settori che prima erano considerati appannaggio dei soli uomini.

Questo scenario ha propiziato numeri da record per quanto riguarda le quote di donne che si sono affacciate al mondo degli investimenti. La piattaforma XTB ha registrato in particolare un numero di clienti nuovi di sesso femminile pari a 16%. Fino a un paio d’anni fa non riuscivano ad arrivare neanche in doppia cifra.
Nonostante le donne rimangano in fortissima minoranza, va detto che sono sempre più attive in questo settore. Un segnale positivo per il mondo degli investimenti.

Altri dati interessanti

È interessante notare come la quota di donne partecipanti ai mercati finanziari vede in testa la Romania (26%), seguita dalla Gran Bretagna (14%). Le percentuali più basse si trovano in Repubblica Ceca, Francia e Germania, unici mercati in cui attualmente sono inferiori al 10%.
Negli anni 2020-2022, le donne hanno scelto più spesso i CFD sugli indici azionari mondiali, scegliendo soprattutto gli investimenti nelle Big Tech. Inoltre sono poco agressive, perché preferiscono una strategia trend following ad una controtendenza. Va segnalato che le donne italiane, insieme a quelle spagnole, si distinguono per la loro preferenza verso l’uso degli smartphone, per la loro praticità e facilità d’uso (con il 53% di transazioni via mobile).

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Copma, 50 anni di esperienza nel settore dell’igiene ambientale

Grazie a un’esperienza di oltre 50 anni, Copma è diventata un punto di riferimento nel mercato nazionale dei servizi, che comprendono la pulizia e la sanificazione di grandi comunità e impianti di trattamento dell’aria in edifici di qualsiasi dimensione, e si è consolidata come partner affidabile per le grandi aziende ospedaliere.

Copma

Copma, punto di riferimento nel mercato nazionale dei servizi

Copma è una società cooperativa nata a Ferrara nel 1971 con l’obiettivo di migliorare la qualità dei servizi e la vita della comunità. Da allora, opera nel settore dell’igiene ambientale, della sanificazione, del verde-giardinaggio e della pulizia dei condotti aeraulici con l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia. Grazie a un’esperienza di oltre 50 anni, è diventata un punto di riferimento nel mercato nazionale dei servizi, offrendo pulizia e sanificazione alle grandi comunità (PA, aziende sanitarie e ospedaliere, industria, uffici) e agli impianti di trattamento dell’aria in edifici di ogni dimensione. Inoltre, si occupa della manutenzione, progettazione e realizzazione di aree verdi sia pubbliche che private. Oltre al settore dell’igiene ambientale, Copma è presente anche in altri segmenti del comparto terziario, come quello della cura e della diagnostica, del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti e dell’ambito immobiliare.

Copma, certificazioni e riconoscimenti

Nel corso degli anni, Copma ha ottenuto numerose certificazioni: Qualità (UNI EN ISO9001), Responsabilità Sociale (SA8000), Sistema di Gestione Ambientale (UNI EN ISO 14001) e Sicurezza del lavoro e Tutela della salute (UNI ISO 45001). A conferma del suo impegno, ha ricevuto il prestigioso Attestato “Merit Award” dall’Ente di Certificazione SGS Italia per l’efficienza nel sistema globale di gestione. Si è inoltre consolidata come partner affidabile per le grandi aziende ospedaliere, grazie alla certificazione di conformità del proprio Sistema Qualità allo Standard ANMDO – IQC, ottenuta nel 2010. Copma ha sviluppato, in collaborazione con l’Università di Ferrara, il sistema Pchs® (Probiotic Cleaning Hygiene System) con l’obiettivo di ridurre le infezioni ospedaliere. Il sistema proprietario si basa sull’utilizzo di detergenti microbici, assicurando una protezione fino a 24 ore e una riduzione dei costi e dell’impatto ambientale.

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Giovani e lavoro: una bomba sociale pronta ad esplodere. L’editoriale di Giampiero Catone

In un recente editoriale pubblicato su “La Discussione”, Giampiero Catone torna a parlare di giovani e lavoro, una bomba sociale che si continua a ignorare.

Giampiero Catone

Giampiero Catone: il progetto del Presidente Giorgia Meloni per i giovani

La crescita dell’occupazione è in cima alla lista delle priorità dell’attuale Governo. Sebbene, come sottolineato dal Premier Giorgia Meloni in un tweet, abbiamo raggiunto un “record storico di occupati” con “il valore più alto da gennaio 2004”, c’è ancora tanto da fare, soprattutto per i giovani. “Ora al lavoro per migliorare i dati sull’occupazione giovanile, incentivando misure come la decontribuzione per gli under 36 fatta in legge di bilancio. Avanti così”, scrive infatti la Presidente. Un maxi piano da miliardi di euro, comprensivo di fondi per finanziare 21 programmi regionali e sei programmi nazionali, servirà a rilanciare occupazione e sviluppo e a dare l’opportunità a giovani e donne di rimettersi in gioco. Tanti incentivi e sgravi per le imprese: così dovrebbe allargarsi la platea degli occupati. “Per fare un vero salto in avanti – aggiunge Giampiero Catone nel suo editoriale – è necessario inserire nel tessuto produttivo chi può contribuire allo sforzo di crescita del Paese e questo lo si fa con il lavoro”.

Giampiero Catone: è ora di restituire il futuro ai giovani tramite scelte concrete

In Italia, il 23% dei ragazzi non ha né una prospettiva, né un progetto di vita lavorativa. Il numero dei “neet” (i giovani che non sono né lavoratori, né studenti) è tra i più alti in Europa. Sono milioni i giovani che non vedono un futuro e che si sentono fuori dal sistema produttivo. “Sono disorientati e senza garanzie economiche”, scrive il Direttore del quotidiano Giampiero Catone. “È urgente creare condizioni per assumere perché sono necessari mansioni tradizionali e nuove professionalità. Con l’assunzione però vanno garantite buste paga remunerative che siano davvero soddisfacenti. Questo oggi non accade”, aggiunge, ed è un “motivo di forte disimpegno”. Da qui, la necessità di un progetto che possa disinnescare quella “bomba sociale che continuiamo a ignorare”.

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Cosa dice la legge sui semi cbd?

Di seguito troverai tutte le informazioni che cerchi sulla legge italiana sui semi CBD. Se stai pensando di acquistare o vendere semi di cannabis contenenti CBD, è importante sapere quali siano le normative vigenti per evitare sanzioni e problemi legali.

Cosa sono i semi di cannabis CBD

I semi di cannabis CBD sono semi di canapa contenenti una bassa percentuale di THC (tetraidrocannabinolo) e una concentrazione più alta di CBD (cannabidiolo).

Il CBD non ha proprietà psicoattive come il THC e per questo motivo i semi di canapa CBD sono legali in molti paesi, tra cui l’Italia.

La legge italiana sui semi di cannabis CBD

In Italia, i semi di canapa CBD sono legali e possono essere venduti e acquistati senza restrizioni.

Tuttavia, è importante sapere che la coltivazione di cannabis è vietata se non autorizzata dal Ministero della Salute. Ciò significa che non è possibile coltivare piante di cannabis, neppure se sono destinate alla produzione di semi.

La commercializzazione dei semi CBD

La vendita di semi di canapa CBD è legale in Italia e può essere effettuata sia online che in negozi fisici specializzati.

Tuttavia, i semi non possono essere pubblicizzati come prodotti destinati alla coltivazione di piante di cannabis, in quanto ciò sarebbe contrario alla legge.

Importazione di semi di cannabis CBD

L’importazione di semi di cannabis CBD è legale in Italia, ma deve essere effettuata da paesi dell’Unione Europea o da paesi terzi che consentono l’esportazione di tali prodotti.

Inoltre, è importante verificare la provenienza dei semi e accertarsi che siano stati prodotti da coltivazioni legali.

Se stai cercando di acquistare semi di cannabis CBD, cerca sempre aziende che rispettano le normative e controlla la legge del tuo paese per evitare problemi legali. Inoltre, se desideri coltivare cannabis CBD per uso personale, assicurati di conoscere la legge locale e rispettala per evitare problemi legali.

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Stefano Donnarumma: da Terna 21 miliardi per abilitare la transizione energetica del Paese

Gli interventi programmati da Terna consentiranno al Paese di raggiungere gli obiettivi Fit-for-55. Lanciato anche il progetto Hypergrid con 5 nuove dorsali elettriche. Stefano Donnarumma: “Su rinnovabili serve sforzo congiunto tra operatori e istituzioni”.

Terna

Terna, le novità del Piano e l’intervento dell’AD e DG Stefano Donnarumma

Favorire l’integrazione delle fonti rinnovabili, accelerare verso la transizione e guidare il Paese al raggiungimento degli obiettivi europei del pacchetto di misure “Fit-for-55”. Sono i propositi contenuti nel nuovo Piano di Sviluppo 2023 di Terna. Presentata a Roma dal Presidente Valentina Bosetti e dell’Amministratore Delegato e Direttore Generale Stefano Donnarumma, la nuova versione del Piano decennale prevede oltre 21 miliardi di investimenti, il 17% in più rispetto alla precedente, e mette l’accento sullo sviluppo delle interconnessioni con l’estero e la digitalizzazione della rete per aumentare il livello di sicurezza e resilienza del sistema elettrico. Annunciato da Terna anche l’innovativo progetto “Hypergrid”, che rappresenta la vera novità del Piano: 11 miliardi per 5 nuove dorsali elettriche che una volta a regime saranno in grado di sfruttare le tecnologie della trasmissione dell’energia in corrente continua (HVDC, High Voltage Direct Current). “Gli investimenti inseriti nel Piano di Sviluppo 2023 sono i più alti mai previsti da Terna – ha commentato l’AD e DG Stefano Donnarummae consentiranno di abilitare in maniera determinante la transizione energetica e il conseguimento degli obiettivi che l’Europa e l’Italia si sono dati”.

Stefano Donnarumma (Terna): dorsali Hypergrid sostenibili e competitive, abbracceranno intera Penisola

Nel dettaglio, il progetto “Hypergrid” lanciato da Terna prevede l’ammodernamento di elettrodotti già esistenti sulla dorsale Tirrenica e Adriatica e verso le isole, nonché la realizzazione di nuovi cavi marini in corrente continua a 500 kV. Le 5 nuove dorsali – HVDC Milano-Montalto; Central Link; Dorsale Sarda; Dorsale Ionica-Tirrenica; Dorsale Adriatica, HVDC Foggia-Villanova-Fano-Forlì – consentiranno di raddoppiare la capacità di scambio tra zone di mercato, passando dagli attuali 16 GW a oltre 30 GW, nonché di migliorare la resilienza, l’efficienza, la sostenibilità e l’integrazione delle rinnovabili. “Le fonti rinnovabili rappresentano il nostro petrolio: abilitarne la diffusione e l’integrazione fa parte della nostra missione di registi del sistema elettrico e sarà determinante per la sicurezza energetica del nostro Paese”, ha sottolineato Stefano Donnarumma. A confermarlo anche l’aumento delle richieste di connessione alla rete dell’operatore da parte di nuovi impianti da fonte rinnovabile, che a gennaio 2023 ha raggiunto i 340 GW, andando ben oltre gli obiettivi al 2030 (70 GW). Indispensabile, considerati lo scenario attuale e le sfide, una visione sul lungo periodo così da cogliere tutte le opportunità offerte dalla transizione: “Senza il piano di Terna i target individuati a livello nazionale e internazionale non sono raggiungibili. Sarà necessario uno sforzo da parte degli operatori economici e industriali che si occuperanno dell’installazione degli impianti e, allo stesso tempo, da parte delle istituzioni per semplificare gli iter autorizzativi”, ha concluso l’AD e DG.

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Riva Acciaio contribuisce al benessere della comunità con il progetto “Un santuario da ascoltare”

Il successo della campagna di raccolta fondi dimostra come il tema dell’inclusione e dell’accessibilità sia sempre più importante nella società di oggi. Quando ci si unisce per una buona causa, si possono ottenere risultati straordinari: la generosità delle aziende, come Riva Acciaio, e delle associazioni che hanno partecipato alla raccolta fondi, ne sono la conferma.

Riva Acciaio

Riva Acciaio partecipa alla raccolta fondi “Un santuario da ascoltare”

Il Santuario di Vicoforte, in provincia di Cuneo, si apre sempre di più alla fruizione da parte di tutti i visitatori, compresi quelli non vedenti. Grazie alla recente campagna di raccolta fondi “Un santuario da ascoltare”, promossa nell’ambito del bando “Santuari e Comunità” della Fondazione Crt e alla quale ha partecipato anche Riva Acciaio, verranno realizzati degli speciali sistemi di audio guide. Tali supporti permetteranno di seguire una narrazione evocativa, studiata appositamente con l’aiuto di esperti, in modo da rendere la visita del Santuario un’esperienza più coinvolgente e accessibile. In particolare, il progetto si è focalizzato sulle persone con disabilità visiva, cercando di offrire loro la possibilità di godere della bellezza della basilica attraverso i sensi dell’udito e dell’immaginazione.

Il contributo di Riva Acciaio a favore di inclusione e accoglienza

Non è la prima volta che Riva Acciaio contribuisce a progetti dedicati al benessere della comunità. L’azienda ha infatti partecipato attivamente a numerose iniziative portate avanti sul territorio nazionale. Un’altra nota di merito va ai volontari dell’Associazione Acli Nativitas aps, che hanno collaborato alla campagna di raccolta fondi “Un Santuario da ascoltare”. Grazie alla loro preziosa opera di sensibilizzazione e di supporto, è stato possibile raggiungere un risultato straordinario, superando di gran lunga l’obiettivo prefissato. In totale, sono stati raccolti ben 27.862 euro, una somma che testimonia l’enorme generosità e solidarietà dei cittadini e delle organizzazioni del territorio. Il rettore del Santuario, don Francesco Tarò, ha espresso la sua gratitudine a tutte le persone che hanno contribuito alla campagna di raccolta fondi, sottolineando l’importanza di queste iniziative per promuovere una cultura dell’inclusione e dell’accoglienza.

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Serenissima Ristorazione aderisce alla causa di Animenta sui disturbi alimentari

Serenissima Ristorazione rafforza il suo impegno nella promozione di abitudini alimentari sane e sostenibili. La collaborazione avviata con la no-profit prevede anche cicli di incontri di informazione, sensibilizzazione e confronto in alcuni licei italiani.

Serenissima Ristorazione

Serenissima Ristorazione: l’obiettivo è garantire supporto psicologico tempestivo sui DCA

Avviare questa collaborazione con Animenta è un’occasione fondamentale per sensibilizzare le persone sui disturbi del comportamento alimentare e sostenere chi sta vivendo, direttamente o indirettamente, questo tipo di problema”. È con queste parole che Giulia Putin, Chief Purchasing Manager di Serenissima Ristorazione, commenta la partnership siglata tra il Gruppo leader nella ristorazione collettiva e l’associazione no-profit nata per raccontare, informare e sensibilizzare sui DCA. Obiettivo della collaborazione: garantire supporto psicologico tempestivo sul territorio a coloro che soffrono di disturbi alimentari e ai loro familiari. Serenissima Ristorazione donerà infatti alla community di Animenta delle sedute di terapia offerte dal servizio di psicologia online Unobravo. “È un tema che ci tocca da vicino – ha dichiarato Giulia Putin – ed essendo stati sempre impegnati nella promozione di corretti stili di vita e alimentari, abbiamo deciso di dare un aiuto concreto”. Per Aurora Caporossi, Presidente e Founder di Animenta, fare rete e coinvolgere sempre più realtà è indispensabile per contrastare la diffusione dei DCA, negli ultimi anni un fenomeno in costante aumento soprattutto tra i più giovani: “Trovare aziende, come Serenissima Ristorazione, che decidono di camminare accanto a noi, ci permette di arrivare a più persone, di raggiungere chi fino a questo momento non ha accesso alle cure, di creare importanti progetti di prevenzione e di sensibilizzazione”.

Serenissima Ristorazione e Animenta insieme nei licei

La collaborazione tra Serenissima Ristorazione e Animenta prevede anche la partecipazione attiva dell’azienda a una serie di incontri che la no-profit organizzerà in alcuni licei italiani per sensibilizzare i più giovani sul tema dei DCA. Al momento sono tre le tappe previste – Vicenza, Roma e Milano – alle quali prenderanno parte Lucia Cammisa, dietista e responsabile Sistema di Gestione Qualità Integrata di Serenissima Ristorazione, un volontario dell’associazione Animenta e uno psicoterapeuta specializzato in Disturbi del Comportamento Alimentare. Il Gruppo sarà inoltre partner ufficiale dell’evento Binario 15 promosso da Animenta il 18 marzo a Roma. Sempre a marzo i collaboratori di Serenissima Ristorazione avranno l’occasione di partecipare ad un webinar sui DCA coordinato da Elisa Riccobene, Responsabile Marketing e Comunicazione dell’azienda: “Nel corso degli incontri con gli studenti e nel webinar con i nostri collaboratori verranno anche raccontate le testimonianze di persone che hanno sofferto di queste patologie, cercando di approfondire che cosa si trova dietro ad un disturbo alimentare – ha spiegato Giulia Putin – In un’ottica di prevenzione è sicuramente importante fare informazione sul tema della corretta alimentazione ma è altrettanto importante ricordare che non concerne solo gli aspetti nutritivi del cibo ma anche gli aspetti emotivi legati all’alimentazione”.

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Claudio Descalzi: Eni disegna il futuro dell’energia nel Piano 2023-2026, i dettagli

L’AD Claudio Descalzi: “Nel 2014 abbiamo intrapreso un percorso di trasformazione industriale e finanziaria che ci ha progressivamente permesso di creare valore anche in scenari difficili, garantendo la sicurezza degli approvvigionamenti e la sostenibilità ambientale”.

Claudio Descalzi

Piano Eni 2023-2026, l’AD Claudio Descalzi: obiettivi di decarbonizzazione confermati

Presentato lo scorso 23 febbraio dall’AD Claudio Descalzi, il Piano 2023-2026 di Eni si erge principalmente su quattro pilastri: la sicurezza energetica e l’accessibilità attraverso la diversificazione geografica e tecnologica; la riduzione delle emissioni; la tecnologia come leva per le iniziative di oggi e per le future opportunità di innovazione; la creazione di valore per gli azionisti. Il nuovo Piano riflette “la forza e l’efficacia della nostra strategia”, ha spiegato l’AD sottolineando il valore del “percorso di trasformazione industriale e finanziaria” avviato nel 2014: “Ci ha progressivamente permesso di creare valore anche in scenari difficili, garantendo la sicurezza degli approvvigionamenti e la sostenibilità ambientale”. La strategia di esplorazione e produzione è stata infatti focalizzata principalmente sul gas “facendo leva sulle nostre produzioni e diversificando gli investimenti tra diversi Paesi”: questo permette oggi “di attuare il nostro Piano finalizzato alla sostituzione di 20 miliardi di metri cubi di gas russo entro il 2025”. E ancora, ha ricordato l’AD Claudio Descalzi, “abbiamo trasformato la nostra piattaforma downstream e investito significativamente in tecnologia per creare e far crescere i nostri business legati alla transizione energetica, con l’obiettivo di azzerare le emissioni Scope 1, 2 e 3”. Eni riparte da qui con il nuovo Piano, riconfermando pienamente gli obiettivi di decarbonizzazione “nonostante lo scenario attuale della sicurezza energetica e la necessità di far fronte a una forte domanda di energie tradizionali”: -35% entro il 2030; -80% entro il 2040; e net zero entro il 2050.

Claudio Descalzi: oggi possiamo delineare chiaramente come sarà Eni nel 2030

Eni attraverso il Piano 2023-2026, come evidenziato dall’AD Claudio Descalzi, punta quindi a soddisfare ciascuno dei pilastri essenziali del trilemma energetico raggiungendo la sostenibilità ambientale parallelamente alla sicurezza energetica e all’accessibilità: mai come oggi, alla luce di quanto sta accadendo sul fronte geopolitico, è necessario diversificare a livello geografico e tecnologico le fonti energetiche, creando un differente mix energetico e mantenendo una forte attenzione alla creazione di valore per gli azionisti. Lo sguardo di Eni è proiettato ben oltre il 2026 perché già oggi è possibile “delineare chiaramente” come sarà il Gruppo nel 2030: “Le nostre attività Upstream non genereranno più emissioni nette; la nostra produzione di idrocarburi sarà composta principalmente da gas; la nostra capacità di biocarburanti supererà i 5 milioni di tonnellate all’anno; la nostra capacità di energia rinnovabile sarà superiore ai 15 GW. E i nostri investimenti nella tecnologia più rivoluzionaria legata alla transizione energetica – la fusione a confinamento magnetico – saranno prossimi a concretizzarsi nel primo impianto industriale”. In questi anni Eni si è rafforzata profondamente anche dal punto di vista finanziario grazie all’ottimizzazione e alla razionalizzazione delle spese “e questo ci permette oggi di presentare forti obiettivi finanziari: un significativo CFFO generato sia dalle nostre attività tradizionali che dal contributo delle attività legate alla transizione; un modello di business a satelliti che ci consente di valorizzare le nostre attività liberando al contempo risorse aggiuntive per gli investimenti nella transizione; e un livello di debito molto basso”. La solidità finanziaria, ha aggiunto infine l’AD Claudio Descalzi, “ci permette oggi di creare valore crescente per i nostri azionisti e di potenziare la politica di remunerazione”.

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Reputazione online dell’azienda: come monitorarla e preservarla

La reputazione online dell’azienda è un fattore cruciale per il successo di ogni business nel mondo digitale.

A differenza del passato, oggi i consumatori hanno a disposizione una vasta gamma di canali di comunicazione per esprimere le loro opinioni sulle aziende e sui loro prodotti o servizi.

In questo contesto, la gestione della reputazione online diventa fondamentale per mantenere un’immagine positiva dell’azienda e per garantire la fiducia dei clienti.

Di seguito, ti illustreremo le migliori strategie per monitorare e preservare la reputazione online dell’azienda.

In particolare, vedremo come analizzare i feedback dei clienti sui social media e sui siti di recensioni, come rispondere in modo efficace alle eventuali critiche o commenti negativi e l’importanza di una presenza online coerente e professionale.

Inoltre, ti forniremo alcuni suggerimenti relativi alla gestione della reputazione online dell’azienda.

 

Monitoraggio della reputazione online

Per monitorare la reputazione online dell’azienda, è fondamentale effettuare una ricerca costante dei feedback dei clienti sui social media e sui siti di recensioni.

Ciò significa controllare regolarmente i profili dell’azienda sui principali social network, come Facebook, Twitter, Instagram e LinkedIn, così come i siti di recensioni, come Google My Business, TripAdvisor e Trustpilot.

Certamente, esistono diversi strumenti che possono aiutare a semplificare il processo di monitoraggio, come ad esempio Hootsuite, Mention e Google Alerts. Questi strumenti consentono di monitorare le menzioni dell’azienda sui social media e sui siti di recensioni in tempo reale e di ricevere notifiche ogni volta che essa viene menzionata.

Una volta identificati i feedback dei clienti, è importante rispondere in modo tempestivo ed efficace. Questo dimostra l’attenzione dell’azienda nei confronti dei suoi clienti e può contribuire a migliorare la sua reputazione online.

 

Risposta alle critiche e ai commenti negativi

Quando si ricevono critiche o commenti negativi sui social media o sui siti di recensioni, è importante rispondere in modo professionale e cortese. Prima di tutto, è necessario comprendere la ragione del disappunto del cliente e cercare di risolvere il problema in modo efficace. Se l’azienda ha commesso un errore, è importante riconoscerlo e presentare le proprie scuse.

Inoltre, è importante evitare di rispondere in modo impulsivo o aggressivo. Anche se il commento o la critica può essere ingiusta o offensiva, rispondere in modo aggressivo può solo peggiorare la situazione e danneggiare ulteriormente la reputazione online dell’azienda.

 

Presenza online coerente e professionale

Un altro aspetto importante della gestione della reputazione online dell’azienda è la presenza online coerente e professionale. Ciò significa che l’azienda deve mantenere una presenza costante sui diversi canali di comunicazione online utilizzati come il sito web, i social media e le piattaforme di e-commerce.

In particolare, è importante che l’azienda abbia un sito web ben strutturato e facile da navigare, che rappresenti in modo chiaro e conciso la mission, i valori e i prodotti o servizi dell’azienda.

Allo stesso modo, è importante che l’azienda mantenga una presenza costante sui social media.

Ciò significa che l’azienda dovrebbe pubblicare regolarmente contenuti di qualità sui propri profili sui social media, come post, immagini e video. In questo modo, l’azienda può coinvolgere i propri follower e aumentare la visibilità del proprio brand.

Inoltre, è importante che l’azienda mantenga una presenza coerente e professionale sui diversi canali di comunicazione online utilizzati. Ciò significa che l’azienda dovrebbe utilizzare lo stesso tono di voce e gli stessi elementi grafici su tutti i suoi canali di comunicazione online, come il sito web, i social media e le piattaforme di e-commerce.

 

Il danno di immagine aziendale

Purtroppo, anche se l’azienda adotta le migliori strategie per gestire la sua reputazione online, può comunque essere vittima di una calunnia o diffamazione.

Ciò può accadere per molteplici motivi, come ad esempio un’errata gestione di un problema con un cliente o qualsiasi altro motivo che abbia lasciato scontento qualcuno.

In questi casi, è importante che l’azienda agisca in modo tempestivo ed efficace per limitare il danno all’immagine aziendale. Ciò significa che l’azienda dovrebbe assumersi la responsabilità del problema e presentare un piano d’azione per risolverlo.

Inoltre, in base al tipo di situazione, l’azienda dovrebbe mantenere una comunicazione costante con i propri clienti sul caso specifico e fornire aggiornamenti regolari sullo stato della situazione.

 

Ulteriori suggerimenti

Oltre alle strategie sopra descritte, esistono anche altre tecniche che l’azienda può utilizzare per preservare la propria reputazione online. Ad esempio:

  • Collaborare con influencer: collaborare con influencer del settore può contribuire a aumentare la visibilità dell’azienda e a migliorare la sua reputazione online.
  • Utilizzare il content marketing: creare contenuti di qualità, come blog post, infografiche e video, può aiutare l’azienda a posizionarsi come un’esperta nel proprio settore e a migliorare la sua reputazione online.
  • Monitorare la reputazione dei propri concorrenti: monitorare la reputazione online dei propri concorrenti può aiutare l’azienda a comprendere meglio il proprio posizionamento sul mercato e a identificare eventuali punti di forza e di debolezza.

 

Conclusioni

La gestione della reputazione online dell’azienda è fondamentale per mantenere un’immagine positiva del proprio brand e per garantire la fiducia dei clienti.

Per questo, è importante che l’azienda prenda sul serio qualsiasi feedback negativo e cerchi di rispondere in modo tempestivo ed efficace. Quando si riceve una recensione negativa, è importante rispondere con una risposta personalizzata che mostri che l’azienda prende sul serio il problema sollevato dal cliente.

È fondamentale riconoscere il problema e offrire una soluzione, anche se a volte potrebbe essere difficile farlo senza compromettere la reputazione dell’azienda. In alcuni casi, potrebbe essere necessario chiedere scusa e offrire un rimborso o un altro tipo di incentivo per fidelizzare il cliente.

In generale, è importante mantenere una mentalità positiva quando si riceve un feedback negativo. Anzi, questo può essere utilizzato come un’opportunità per migliorare i processi aziendali e le relazioni con i clienti.

A volte, un cliente insoddisfatto può diventare il miglior sostenitore dell’azienda dopo aver visto come l’azienda stessa ha risolto il problema in modo professionale.

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Municipia S.p.A.: digital transformation, soluzioni al servizio di Comuni di ogni dimensione

Le città che vanno incontro a un futuro prospero sono quelle che meglio si adattano ai nuovi stili di vita dei cittadini: la vision di Municipia S.p.A. nelle parole del presidente Stefano De Capitani.

Municipia S.p.A.

Municipia S.p.A.: smart cities, innovazione digitale e sostenibilità per disegnare il futuro delle città

Emerge anche nei progetti che Municipia S.p.A. porta avanti al fianco di Comuni di ogni dimensione e i benefici che ne derivano dal percorso di digital transformation che intraprendono con il supporto della società del Gruppo Engineering: il digitale, l’attenzione ai temi green e il mercato del lavoro sono punti chiave per indirizzare i Comuni verso un futuro sempre più smart. “Per un’amministrazione locale puntare l’attenzione su queste tre macro aree vuol dire preparare al meglio il proprio Comune verso un futuro intelligente”, scrive sui suoi canali social il presidente di Municipia S.p.A. Stefano De Capitani: attraverso la trasformazione digitale del territorio si può indirizzare efficacemente il processo decisionale e applicare azioni di efficientamento ai servizi pubblici in settori cruciali quali mobilità, gestione e raccolta dei rifiuti, efficientamento energetico, sicurezza urbana, cultura e turismo per citarne solo alcuni. E “la smart city che ne deriva non solo si rende più attrattiva ma crea occupazione”.

Municipia S.p.A.: persone e servizi pubblici locali al centro del processo di trasformazione digitale dei Comuni e rigenerazione urbana

Il presidente di Municipia S.p.A., nel sottolineare l’importanza per i Comuni di stare al passo con la “rivoluzione digitale”, sottolinea come le città italiane a livello di smartness siano “un passo indietro rispetto a quelle europee”. Necessario quindi premere l’acceleratore: “Un uso efficace delle risorse del PNRR può dare la spinta, ma sono altrettanto necessari dinamicità di governance e diverso approccio economico-finanziario basato sulla sinergia pubblico-privato”. L’esperienza di Municipia S.p.A. insegna infatti come il partenariato pubblico-privato rappresenti per la Pubblica Amministrazione uno strumento sempre più efficace. Diversi i benefici dal punto di vista dei risparmi per l’Ente ma anche per la cittadinanza: migliorare i servizi pubblici, avvicinarli ulteriormente ai cittadini attraverso la digitalizzazione, semplificare i processi significa infatti ridurre distanze e diseguaglianze raggiungendo una maggiore coesione sociale senza lasciare indietro nessuno.

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Sostenibilità, Gruppo FS migliora la valutazione di Moody’s ESG Solutions

Gruppo FS al quinto posto a livello europeo nel settore Transports and Logistics. Negli ultimi tre anni il punteggio assegnato da Moody’s è passato da 52/100 a 65/100.

Luigi Ferraris, AD Gruppo FS

Il nuovo traguardo ESG del Gruppo FS

Il 2023 del Gruppo FS si apre all’insegna della sostenibilità. Moody’s ESG Solutions, business unit dell’agenzia di valutazione integrata del rischio Moody’s, ha infatti assegnato alla società guidata da Luigi Ferraris il rating “Advanced”, il più elevato nella sua scala di valutazione, con un punteggio sulle performance di sostenibilità pari a 65 su 100. L’analisi si basa su una serie di fattori relativi alla sostenibilità ambientale, sociale e di governance, tra cui la strategia ambientale, la gestione delle risorse umane e la trasparenza nelle pratiche aziendali. Nell’ultimo triennio il giudizio sulle attività legate alle tematiche ESG ha registrato un incremento di 13 punti (52/100 nel 2020). Un risultato che oggi consente al Gruppo FS di posizionarsi al quinto posto in Europa nel settore Transports and Logistics.

Gruppo FS: sostenibilità e transizione ecologica le sfide del futuro

Nello specifico, la valutazione delle performance di sostenibilità di Moody’s ESG Solutions si basa su 25 criteri suddivisi in sei diverse aree: ambiente, risorse umane, diritti umani, coinvolgimento della comunità, condotta etica e governance. Il miglioramento di rating conferma i notevoli risultati ottenuti dal Gruppo FS nell’integrazione delle tematiche ESG e premia l’impegno della società sui target di sostenibilità delineati nel Piano Industriale al 2031. Oltre 190 miliardi di investimenti per realizzare un ecosistema di mobilità sostenibile e logistica integrata, promuovere soluzioni di trasporto collettivo multimodale meno impattanti per l’ambiente e accelerare la transizione ecologica. Tra i principali obiettivi: diventare carbon neutral anticipando di dieci anni il traguardo fissato dall’Europa. Per riuscirci, Gruppo FS ha avviato anche un corposo programma di autoproduzione di energia rinnovabile che, tramite l’installazione di impianti fotovoltaici ed eolici, punta a coprire almeno il 40% del suo fabbisogno energetico.

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Claudio Descalzi, l’intervista: il settore energetico tra nuove sfide e obiettivi epocali

Eni, l’AD Claudio Descalzi su “L’Osservatore Romano”: numerosi i temi affrontati nel corso dell’intervista pubblicata dal quotidiano lo scorso 13 febbraio.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: l’Italia e l’Europa alla prova della crisi energetica, la vision dell’AD di Eni

Secondo Claudio Descalzi, AD di Eni, dalla crisi energetica attuale l’Europa può trarre almeno due insegnamenti: “La prima lezione è che la domanda di gas in Europa è inelastica, è sempre la stessa da anni. Per avere una situazione di tranquillità dal punto di vista della sicurezza e dei prezzi, le forniture devono essere abbondanti, ma mantenute in un quadro di mix energetico e fonti sempre più diversificate. Il secondo insegnamento è che la transizione energetica, assolutamente vitale da compiere, non può prescindere dalla sicurezza degli approvvigionamenti e dal costante miglioramento dell’accesso all’energia. La transizione, senza energia che la alimenta, fallisce”. In un’intervista pubblicata su “L’Osservatore Romano” il 13 febbraio, l’AD invita a “lavorare da subito tutti insieme a livello europeo, attraverso la politica, l’industria e l’economia, a un Piano di sicurezza energetica condiviso e coordinato”. È “un qualcosa che non abbiamo mai avuto”, spiega l’AD Claudio Descalzi: “Quello europeo è un Continente che ha fonti energetiche proprie insufficienti. Deve rifornirsi altrove. Nel farlo, l’Europa e l’Italia hanno tutto l’interesse economico e politico a evitare le dipendenze. Pertanto, dobbiamo diversificare i mix energetici”. Fondamentale è che in questo Piano rientri anche la creazione di un “forte corridoio sud-nord con l’Africa”. È questa la risposta a ciò che l’Europa dovrebbe cercare, come osserva l’AD: “Diversificazione, rapportandoci con i molteplici Paesi africani e le diverse fonti che essi possono offrire, e abbondanza di energia. E l’Europa sarebbe in grado di dare all’Africa ciò che le manca: fondi e tecnologie. Un corridoio dotato delle necessarie infrastrutture e fondato su vere e proprie alleanze che consentano di porci come partner per la transizione energetica africana”.

Claudio Descalzi: bisogna guardare agli obiettivi della sicurezza energetica e della decarbonizzazione senza ideologie

Nell’intervista, l’AD di Eni Claudio Descalzi sottolinea inoltre come “per poter contare in futuro su una sicurezza energetica ancora più solida e stabile, mantenendo sostenibile il livello dei prezzi, dovremo creare una situazione di abbondanza d’energia, diversificando ulteriormente il nostro mix energetico, grazie anche al sempre maggiore utilizzo delle energie alternative e rinnovabili, e le rotte di approvvigionamento del gas, potenziando la nostra capacità infrastrutturale di importazione”. L’AD auspica inoltre che non si continui a guardare ai “due obiettivi epocali della sicurezza energetica e della decarbonizzazione con la lente dell’ideologia, o come radicali alternative”: non ci porta lontano. Meglio invece “osservare le cose come stanno: i sistemi economico industriali globali richiedono ancora in buona parte energie tradizionali, e per riuscire a compiere la transizione energetica dobbiamo continuare ad alimentarli, trasformandoli gradualmente in sistemi capaci di non generare emissioni, cambiando non solo l’offerta ma anche la domanda”. A livello di sicurezza degli approvvigionamenti “dobbiamo ricorrere alla più pulita delle fonti fossili, il gas, abbattendone le emissioni attraverso tecnologie come cattura e stoccaggio della CO2 e tramite la costante riduzione delle emissioni fuggitive. Ma dobbiamo soprattutto spingere fortissimo sulla transizione, utilizzando tutte le tecnologie a nostra disposizione per decarbonizzare i molteplici ambiti dei sistemi in cui viviamo, accelerando innanzitutto sulle rinnovabili, ma anche per esempio sui biocarburanti e sui progetti legati all’economia circolare”. È anche in quest’ottica che l’AD Claudio Descalzi sottolinea il valore di “continuare a investire in ricerca e sviluppo tecnologico legati alla transizione, in cui come Eni abbiamo investito oltre sette miliardi di euro negli ultimi sette anni”. L’obiettivo è arrivare entro il 2050 “ad avere processi industriali e prodotti completamente decarbonizzati e offrire prodotti privi di emissioni è il modo più pragmatico che abbiamo per arrivare a decarbonizzare anche la domanda”. Eliminare l’ideologia “significa anche aprirsi la strada a vere e proprie rivoluzioni tecnologiche”: la fusione a confinamento magnetico, ad esempio, “tecnologia nella quale stiamo investendo significativamente e che potrebbe, già all’inizio del prossimo decennio, portarci alla produzione industriale di energia pressoché illimitata e priva di emissioni”.

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Gruppo Danieli annuncia lo sviluppo di un nuovo progetto in India: il focus

Progettazione e fornitura di due colate per bramme a doppia via: AMNS India si avvale del know-how del Gruppo Danieli per lo stabilimento di Hazira, in India.

Gruppo Danieli

Gruppo Danieli al lavoro per AMNS India: il progetto

Che Gruppo Danieli sia riconosciuto nel mondo per il carattere dei progetti che sviluppa, capaci di coniugare avanguardismo tecnologico e sostenibilità, lo dicono anche notizie come questa: AMNS India, joint venture tra ArcelorMittal, leader mondiale nella produzione di acciaio, e Nippon Steel, la più grande società siderurgica del Giappone, ha affidato al Gruppo Danieli l’incarico per la progettazione e la fornitura di due colate per bramme a doppia via per lo stabilimento di Hazira in India. La commessa comprende l’ingegneria, le attrezzature e l’automazione con le più recenti soluzioni tecnologiche sviluppate da Danieli & C. Officine Meccaniche S.p.A. e i sistemi Q-Cool, Q-Core e Q-Pulse. Gli impianti installati ad Hazira dovrebbero entrare in funzione entro l’inizio del 2025.

Gruppo Danieli, la mission: ricerca, investimenti in tecnologie evolute e sviluppo di impianti innovativi

Gruppo Danieli è riconosciuto a livello mondiale per lo sviluppo di soluzioni tecnologiche innovative a basso impatto ambientale: oltre a produrre acciai speciali, costruisce e installa in tutto il mondo macchine e impianti per l’industria dei metalli ferrosi e non ferrosi e per la produzione di energia. Ricerca, know-how ed esperienza sono alla base della sua affidabilità. Gruppo Danieli è in grado di fornire impianti di elevato livello tecnologico ma anche innovativi e a emissioni zero eseguendo prestazioni e servizi specialistici di grande complessità e indiscussa qualità. La ricerca, gli investimenti in tecnologie evolute e lo sviluppo di impianti innovativi sono pilastri strategici per il mantenimento e il consolidamento della “leadership” sul mercato mondiale.

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Come si fanno le indagini di mercato?

Se sei interessato a capire come funzionano le indagini di mercato, sei nel posto giusto. Le indagini di mercato sono una delle attività più importanti per le aziende che vogliono comprendere il loro pubblico di riferimento.

Questo tipo di ricerche possono fornire informazioni preziose sulle preferenze dei consumatori, sulle tendenze del mercato, sui comportamenti di acquisto e su molti altri aspetti che sono cruciali per la pianificazione strategica delle attività di business.

In questo articolo ti spiegheremo in modo semplice e chiaro come funzionano le indagini di mercato, quali sono i metodi più comuni e quali sono i vantaggi di utilizzarli.

Come funzionano le indagini di mercato: una panoramica

Le indagini di mercato sono una raccolta sistematica di informazioni sul mercato, sui concorrenti e sui clienti di un’azienda. Queste ricerche possono essere condotte attraverso vari metodi, come interviste, questionari, sondaggi e focus group. L’obiettivo principale delle indagini di mercato è quello di ottenere informazioni dettagliate sui bisogni, le preferenze e le aspettative dei clienti, in modo da sviluppare prodotti e servizi che soddisfino le loro esigenze.

Quali sono i metodi di ricerca più comuni?

Le indagini di mercato possono essere condotte attraverso vari metodi, tra cui:

  1. Sondaggi online: i sondaggi online sono uno dei metodi di ricerca più popolari. Possono essere condotti attraverso vari canali, come social media, e-mail e siti web.
  2. Interviste telefoniche: le interviste telefoniche sono un altro metodo di ricerca comune. Possono essere condotte da operatori specializzati in ricerca di mercato, che contattano i partecipanti per intervistare e raccogliere informazioni.
  3. Focus group: i focus group sono un metodo di ricerca che coinvolge un gruppo di persone che vengono invitate a discutere su un determinato argomento. In genere, questi gruppi sono composti da 8-12 partecipanti e sono guidati da un moderatore.

Quali sono i vantaggi delle indagini di mercato?

Le indagini di mercato offrono una serie di vantaggi per le aziende che le utilizzano, tra cui:

  1. Comprendere meglio i propri clienti: le indagini di mercato consentono di ottenere informazioni preziose sui bisogni, le preferenze e le aspettative dei clienti, in modo da poter sviluppare prodotti e servizi che soddisfino le loro esigenze.
  2. Identificare nuove opportunità di mercato: le indagini di mercato consentono di individuare nuove opportunità di business, come l’introduzione di nuovi prodotti o l’espansione in nuovi mercati.
  3. Migliorare la comunicazione: le indagini di mercato possono fornire informazioni utili per migliorare la comunicazione con i clienti, come l’utilizzo di un linguaggio più adatto o la scelta dei canali di comunicazione più efficaci.

 

In conclusione, le indagini di mercato sono un’attività fondamentale per le aziende che desiderano comprendere le esigenze e i desideri dei loro potenziali clienti, identificare nuove opportunità di business e migliorare la propria posizione competitiva sul mercato.

Le indagini di mercato consentono alle aziende di ottenere informazioni preziose sui comportamenti dei consumatori, le tendenze di mercato, le preferenze di acquisto e le opinioni dei clienti, che possono essere utilizzate per sviluppare prodotti e servizi migliori, migliorare l’esperienza del cliente e adottare strategie di marketing più efficaci.

 

In definitiva, indagini e ricerche di mercato sono un’attività cruciale per le aziende che desiderano rimanere competitive e sostenibili nel lungo termine.

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Corso in presenza: valutazione del rischio elettrico e norma CEI 11-27

Comunicato Stampa

Corso in presenza: valutazione del rischio elettrico e norma CEI 11-27

Un corso in presenza a Brescia il 19 aprile 2023 si soffermerà sulle novità della edizione 2021 della norma CEI 11-27, affronterà le fasi della valutazione del rischio elettrico e presenterà le principali misure di prevenzione attuabili.

 

Come ricordato dalla norma CEI 11-27, pubblicata dal Comitato Elettrotecnico Italiano, il datore di lavoro, prima di eseguire qualsiasi operazione sugli impianti elettrici o in loro presenza, deve condurre la valutazione dei rischi. Questa valutazione, che ha una funzione molto importante in ogni luogo di lavoro per la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, deve essere orientata all’individuazione di idonee misure di prevenzione. E deve specificare chiaramente le procedure da adottare per eseguire le diverse attività e le misure, precauzioni e protezioni necessarie per garantire la sicurezza.

 

Ricordiamo che se l’articolo 82 del Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (D.Lgs. 81/2008) vieta i lavori elettrici sotto tensione, ne consente tuttavia l’esecuzione quando affidata a lavoratori riconosciuti dal datore di lavoro come idonei per tale attività secondo le indicazioni della pertinente normativa tecnica. Ed è dunque importante conoscere anche i contenuti aggiornati – quinta edizione del 2021 – della norma CEI 11-27Lavori su impianti elettrici”.

 

Ci sono corsi in presenza che parlano della valutazione del rischio elettrico e delle misure di prevenzione alla luce della normativa vigente? Ci sono percorsi formativi che permettono di conoscere le novità apportate dalla quinta edizione della norma CEI 11/27?

 

Il corso in presenza su rischio elettrico e norma CEI 11-27

Per favorire la prevenzione dei rischi elettrici nel mondo del lavoro l’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS) organizza per il 19 aprile 2023 un corso di 8 ore in presenza dal titolo “La valutazione del rischio elettrico e la CEI 11/27 edizione V”.

 

Il corso si pone l’obiettivo di illustrare la valutazione del rischio elettrico nei diversi step e spiegare le principali misure da attuare al termine della valutazione.

Nel percorso formativo sono affrontate anche le maggiori novità introdotte dalla nuova edizione 2021 della norma CEI 11-27 (edizione V).

 

Il docente del corso è Alessio Celeste, formatore qualificato per la sicurezza sul lavoro, esperto nelle verifiche di impianti elettrici negli ambienti di lavoro.

 

La norma CEI 11-27 relativa ai lavori su impianti elettrici

I lavori elettrici devono essere intesi – come indica la quinta edizione della Norma CEI 11-27 come tutte quelle operazioni ed attività di lavoro sugli impianti elettrici, ad essi connesse e vicino ad essi. E, dunque, siamo di fronte a lavori elettrici non solo nei lavori sotto tensione, i lavori svolti su impianti elettrici mantenuti in tensione, ma anche:

  • nei lavori su impianti elettrici messi fuori tensione
  • nei lavori svolti nelle immediate vicinanze di parti di tensione non protette (conduttori nudi).

 

La novità della norma, che non si applica ai lavori sotto tensione su impianti a tensione superiore a 1000 V in corrente alternata e 1500 V in corrente continua, riguardano diversi aspetti dei lavori sugli impianti elettrici.

 

Ad esempio, alcune modifiche riguardano le definizioni di alcune figure come la persona designata alla conduzione dell’impianto elettrico durante l’attività lavorativa (RI), la persona o unità responsabile della realizzazione del lavoro (URL) e la persona preposta alla conduzione dell’attività lavorativa (PL).

Inoltre, sono presenti:

  • precisazioni e indicazioni in merito al lavoro elettrico, ai controlli funzionali, all’organizzazione dei lavori elettrici e alle relative comunicazioni;
  • precisazioni e chiarimenti sulla formazione e l’aggiornamento degli addetti ai lavori elettrici;
  • aggiornamenti relative alle esclusioni dei lavori sotto tensione;
  • ulteriori informazioni per il lavoro in sicurezza (inserimento dell’Allegato H).

 

I contenuti del corso e le informazioni per iscriversi

Il corso di 8 ore in presenza “La valutazione del rischio elettrico e la CEI 11/27 edizione V” si terrà, dunque, a Brescia il 19 aprile 2023 – dalle 8.30 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.30 – presso AiFOS Service in via Branze 45, c/o CSMT, Università degli studi di Brescia.

 

Durante il corso saranno affrontati i seguenti argomenti:

  • brevi cenni di fisica: l’elettricità, i sistemi elettrici;
  • rischio elettrico: IEC 60479-1 effetti dell’elettricità sul corpo umano; statistica: le cause più comuni di folgorazione;
  • la valutazione del rischio elettrico: D.Lgs. 81/2008 La valutazione del rischio passo per passo, CEI 11-27: La valutazione delle distanze;
  • la scelta delle attrezzature e dei Dispositivi di Protezione Individuale: attrezzature isolate e isolanti: tipologie, procedure d’uso e manutenzione, DPI per il rischio elettrico: tipologie, procedure d’uso e manutenzione;
  • la formazione per gli addetti la nuova edizione CEI 11-27: PES, PAV, idoneità al lavoro sotto tensione in BT;
  • procedure di lavoro a seguito della valutazione: CEI 11-27: lavori fuori tensione, sotto tensione e in prossimità.

Durante il corso verranno svolte anche esercitazioni con attrezzature e dispositivi di protezione individuale (DPI).

 

La partecipazione al corso vale come 8 ore di aggiornamento per RSPP, ASPP, Formatori seconda area tematica, Coordinatori. Corso valido per HSE (area tecnica in materia di sicurezza sul lavoro) e Consulenti AiFOS (ambito sicurezza sul lavoro).

 

Per avere ulteriori dettagli sul corso e iscriversi, è possibile utilizzare questo link: https://aifos.org/home/formazione/corsi/corsi-in-programma/corsi-in-programma/la_valutazione_del_rischio_elettrico_e_la_cei_11_27_edizione_v

 

Per informazioni e iscrizioni:

Sede nazionale AiFOS – via Branze, 45 – 25123 Brescia c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia – tel.030.6595035 – fax 030.6595040 www.aifos.it  – [email protected][email protected]

 

16 marzo 2023

 

 

Ufficio Stampa di AiFOS

[email protected]

http://www.aifos.it/

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Consigli per la scelta di illuminazione a basso consumo energetico

Se vuoi risparmiare denaro sulle bollette energetiche e contribuire a preservare l’ambiente, scegliere soluzioni di illuminazione a basso consumo energetico per la tua casa è un’ottima scelta.

Oggi, nei negozi illuminazione ​risparmio energetico ci sono molte opzioni disponibili che ti permetteranno di avere la luce di cui hai bisogno in ogni stanza, senza dover sacrificare lo stile o la qualità dell’illuminazione.

Di seguito, esploreremo alcune delle soluzioni di illuminazione a basso consumo energetico più comuni e come puoi scegliere quelle giuste per la tua casa.

Soluzioni di illuminazione a basso consumo energetico:

Ci sono diverse soluzioni di illuminazione a basso consumo energetico tra cui scegliere, e ognuna ha i suoi vantaggi e svantaggi. Ecco alcune delle opzioni più comuni:

Lampade a LED

Le lampade a LED sono una delle soluzioni di illuminazione a basso consumo energetico più diffuse. A differenza delle lampade tradizionali, le lampade a LED durano molto più a lungo e consumano meno energia. Inoltre, puoi trovare le lampade a LED in diverse tonalità di luce, in modo da poter scegliere quella giusta per le tue esigenze.

Lampade fluorescenti compatte

Le lampade fluorescenti compatte sono un’altra opzione comune per chi cerca soluzioni di illuminazione a basso consumo energetico. Anche se sono un po’ più costose delle lampade tradizionali, durano molto più a lungo e consumano meno energia.

Illuminazione solare

Se vuoi ridurre completamente il tuo consumo energetico, puoi considerare l’illuminazione solare. Questa soluzione ti permette di utilizzare la luce del sole per illuminare la tua casa, senza dover utilizzare alcuna energia elettrica.

Tuttavia, tieni presente che questa opzione potrebbe non essere adatta a tutte le situazioni, in particolare se la tua casa è in un’area con poca luce solare.

Conclusione

In sintesi, è fondamentale scegliere soluzioni di illuminazione a basso consumo energetico per diversi motivi.

Innanzitutto, l’utilizzo di fonti di luce a basso consumo energetico può ridurre significativamente i costi dell’energia elettrica e contribuire a preservare le risorse naturali del nostro pianeta.

Inoltre, le tecnologie di illuminazione a basso consumo energetico come le lampade a LED hanno una durata molto più lunga rispetto alle lampade tradizionali, il che significa che richiedono meno manutenzione e sostituzione, riducendo ancora di più il costo totale a lungo termine.

Infine, l’utilizzo di soluzioni di illuminazione a basso consumo energetico può migliorare la qualità della vita, creando ambienti più confortevoli e salutari, riducendo l’emissione di calore e di radiazioni nocive, e fornendo una luce più uniforme e piacevole.

Per questi motivi, scegliere soluzioni di illuminazione a basso consumo energetico è una scelta saggia e responsabile per tutti noi.

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