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Dicembre 2022

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Monsignor Cesare Nosiglia al Koelliker: «Che il Natale sia una festa di speranza»

Torino, 20 dicembre 2022 – L’Arcivescovo emerito di Torino, Monsignor Cesare Nosiglia, ha visitato ieri pomeriggio l’Ospedale Koelliker di Torino condividendo un momento di preghiera all’interno della Cappella con pazienti, personale sanitario e medico e Direzione dell’ospedale e visitando successivamente i reparti, dove si è trattenuto con alcuni pazienti ricoverati.
«Che il Natale sia una festa ricca di umanità, accoglienza, condivisione e soprattutto speranza – ha affermato Monsignor Nosiglia -. Questo ospedale è un luogo di speranza che nasce dal cuore di ogni malato, dai medici e dal personale, sempre coinvolto dal punto di vista umano perché al centro c’è ogni volta la persona».
«La preghiera guidi e illumini i nostri giorni», ha aggiunto l’Arcivescovo emerito prima di esprimere quelli che lui stesso ha definito «pensieri speciali», indirizzati alla Direzione del Koelliker, al personale sanitario, agli ammalati e ai loro familiari. «Non esiste la malattia, ma la persona malata – ha concluso -. Mettersi a disposizione degli altri è quello che ciascuno di noi non deve mai mancare di fare».
Durante la messa e nel corso della visita ai reparti, Monsignor Cesare Nosiglia è stato accompagnato da Don Paolo Fini, direttore dell’Ufficio per la pastorale della salute nella Curia metropolitana di Torino e da Padre Stefano Camerlengo, superiore generale dei Missionari della Consolata. Al termine dell’omelia dell’Arcivescovo emerito è stato proprio Don Paolo Fini a rivolgere un pensiero a Padre Franco Bertolo, fino a pochi mesi fa cappellano dell’ospedale Koelliker: «Sarebbe stato molto contento di vedere la Cappella piena di gente in un giorno così importante».

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SONO LA FIAMMA CHE VI RISCALDA IL CUORE. IL MIO NOME É ATTRAZIONE

L’attrazione (fisica e psicologica) è fondamentale per la creazione e il mantenimento della coppia e per vivere una vita sentimentale soddisfacente. Benchè la stessa possa essere inibita da sentimenti di avversione alla novità e all’ignoto, è comunque assai importante, dal momento che può fare la differenza tra una vita di coppia sana e una malsana. La storia che state per leggere ne è un esempio lampante.

 

Massimo e Chiara si incrociavano ogni mattina verso le 7, al binario 3, in attesa che passasse quel regionale che li portasse ai rispettivi posti di lavoro. Ancora non c’era Tinder, e loro due si conobbero senza guardare lo schermo retroilluminato di uno smartphone, ma guardandosi negli occhi, quegli occhi con le pupille dilatate che lui puntava su di lei, mentre era frettolosamente intenta a truccarsi, lì, su quella panchina che occupava ogni mattina, proprio dinanzi a quella su cui egli si sedeva e cercava di occupare con l’unico fine di ammirarla per qualche flebile minuto, mentre lei era ancora impegnata a stendere il rimmel sulle ciglia, a posare il rossetto sulle labbra e a ordinare i mille pensieri nella testa. E c’era anche Massimo tra i suoi pensieri. Benchè questi non aveva la più vaga idea che Chiara avesse capito il suo interesse per lei, questo suo dubbio aveva trovato una risposta nel suo sguardo fresco di rimmel: anch’ella posava gli occhi su di lui, per poi repentinamente spostarli altrove nel momento in cui egli li incrociava con i suoi.

Un gioco di sguardi che lasciò spazio alla parola allorchè quell’uomo così misterioso e galante le raccolse prontamente tutte le carte che lei aveva lasciato cadere a terra, a poca distanza da lui. Con l’unico scopo di capire la sua reazione. Con l’unico desiderio di scoprire se quell’uomo fosse veramente attratto da lei o meno. ‹‹Oh, molte grazie! Non dove…›› ‹‹Ma si figuri!›› la interruppe lui ‹‹caschiamo per terra dal sonno noi a quest’ora…forse anche le carte non si tengono in piedi dal sonno!››. Carte a cui Massimo aveva comunque dato un’occhiata, nell’atto di raccoglierle, per capire di cosa si occupasse Chiara: ‹‹Ma quindi lei è un’agente immobiliare? Ho visto che ci sono delle carte riguardanti immobili…›› ‹‹No, sono segretaria in uno studio notarile››. Poteva anche limitarsi a un secco “no” Chiara, la quale aveva però continuato con lo svelare il suo lavoro a Massimo, proprio perchè quell’uomo esercitava un certo fascino in lei. Lo stesso fascino dell’ignoto, del mistero, che egli provava nei suoi confronti e che già era stato appagato per il fatto di essere venuto a conoscenza del lavoro ch’ella faceva. Sì, perchè è proprio la nostra atavica, odisseica sete di “virtute e canoscenza” di dantesca memoria uno degli elementi più rilevanti tra quelli che contribuiscono a farci considerare un potenziale partner come attraente o meno. Ciò che è ignoto e misterioso rappresenta una sfida a noi stessi. Socrate già ci insegnava che noi uomini “sappiamo di non sapere”, e questa non è l’esaltazione dell’ignoranza, bensì un mero prenderne atto. Anche in quanto è proprio dall’ignoranza che nasce la conoscenza, ed ecco perchè tutto ciò che a noi è sconosciuto e misterioso è allo stesso tempo attraente, poichè simboleggia ciò che di nuovo c’è per la nostra mente. Come per dei coloni una prateria incontaminata che ricorda l’Eden, come per degli esploratori una terra che non ha mai visto l’impronta dell’uomo e che non è segnata su nessuna carta geografica, come per i romani una futura provincia da assoggettare al loro impero. Di questo ne parlava anche Calgaco, capo dei caledoni, in un discorso riportato dallo storico Tacito: i romani non a torto definiti “ladri del mondo” − sono descritti come dei predoni che cercano di conquistare l’intero universo, avventurandosi persino in terre assai remote e misteriose pur di farlo. E che magari vi si recano proprio a causa del fascino che il mistero esercita su di loro: chissà quali inestimabili ricchezze celano queste terre così lontane e avvolte da quest’aura di mistero? Allo stesso modo, quali segrete virtù può celare quest’uomo o questa donna di cui so poco o nulla? Questa è la base su cui poggia l’attrazione, questa è la scintilla che dà vita all’innamoramento, al desiderio di conoscere l’altro e, perchè no, anche di costruirci insieme qualcosa di serio. Massimo e Chiara l’hanno costruito: ora sono sposati e hanno due bambini piccoli. Quando li conobbi − a causa della loro richiesta di aiuto per uscire da una relazione divenuta “piatta e monotona” − gli feci una delle primissime domande che faccio a qualsiasi coppia: “come vi siete conosciuti e cosa avete trovato di interessante l’uno nell’altro?”. Loro mi risposero raccontandomi, appunto, di come si erano conosciuti, con quel fugace gioco di sguardi, con quei sorrisi flebili ma allo stesso tempo impertinenti, perchè le emozioni che questi gesti corporei palesavano andavano inesorabilmente a scontrarsi con la ferrea e sorda etichetta sociale che non prevede che vi siano emozioni − e soprattutto di tipo romantico − in un ambiente freddo e spoglio come una stazione, in una carrozza gelida e fatiscente come quella di un treno regionale…la stessa carrozza che però ha permesso, piano piano, alle loro vite di incrociarsi. Come quando Chiara ha detto a Massimo che la Wind le avrebbe regalato degli MMS da utilizzare sul suo numero, ma che lei non aveva avuto modo di utilizzarli in quanto il cellulare era nuovo − “disponeva addirittura di fotocamera” − e quindi, dato che non sapeva come utilizzarlo, chiedeva a Massimo di insegnarglielo (benchè in realtà la storia dei regalini della Wind era l’ennesima scusa per attaccare discorso) e via dicendo. Il mistero ha alimentato il loro rapporto giorno dopo giorno, e giorno dopo giorno ognuno provava qualcosa in più per l’altro. Oramai però stavano insieme da più di 10 anni, e ognuno sapeva tutto dell’altro, ma proprio tutto. La loro vita era composta da rigide routine quotidiane, bambini piccoli da accudire, mutui da pagare, faccende varie, stress e insoddisfazioni di ogni genere e sorte. Avevano semplicemente smesso di sedursi a vicenda, avevano smesso di provare emozioni, di uscire da quel circolo vizioso che ci proietta in un circuito chiuso su cui trottare come se fossimo tutti dei semplici cricetini in gabbia. Ma avevano comprato anche una bella casa, con dentro pure un camino. Gli chiesi pertanto: ‹‹Lo accendete mai questo camino?›› ‹‹Sì, molto poco, ma lo accendiamo…tipicamente sotto Natale perchè piace ai bambini››. ‹‹Bene›› gli risposi ‹‹allora avrete anche quell’attrezzo che serve per soffiare sul fuoco…ce l’ho anche io a casa ma non ricordo il nome…›› ‹‹ah sì, ho capito ma non viene nemmeno a me›› mi fece lui. ‹‹Cerchiamolo su Google!›› mi fece Chiara, la quale aveva oramai dismesso il suo telefonino che “disponeva addirittura di fotocamera” per un nuovo smartphone di proporzioni gigantesche; ‹‹Mantice, così si chiama›› mi disse lei dopo aver consultato Google. ‹‹Bene›› gli feci io ‹‹allora voi sapete che per tenere viva la fiamma che arde nel vostro camino dovete soffiarci sopra con il mantice, no? Però non ci si deve nemmeno soffiare troppo o con troppa intensità, altrimenti la fiamma rischia di spegnersi. Ora, facciamo conto che la fiamma sia l’amore. Il vostro Amore. Quello che vi ha permesso di conoscervi persino in uno schifo di stazione, con i vostri gesti corporei che sfidavano le norme sociali, sfidavano il giudizio altrui…quello sguardo con cui tu, Chiara, guardavi proprio l’uomo di cui ti saresti innamorata, che sarebbe divenuto tuo marito e padre dei tuoi figli. Quello sguardo che tu però distoglievi, perchè per la società non è cosa che si addice a una donna fissare un uomo. E da quella sinfonia di sguardi sono poi nati dei pensieri e quindi altri gesti e in ultimo delle parole; e così di nuovo altri pensieri, altri gesti e altre parole…fino a farvi innamorare e decidere di passare il resto della vostra vita insieme. Non lasciate, pertanto, che questa fiamma muoia (e con essa tutto il bene che vi può portare) ma tenetela viva il più che potete, affinchè riesca ad ardere e riscaldare i vostri cuori››. Dopo aver spiegato loro, anche a livello più pratico, termini e modalità per poter riaccendere la fiamma dell’attrazione che in loro si era oramai spenta, essi mi dissero − l’ultima volta che ci vedemmo − che è stato un po’ come prendere una macchina del tempo, come ricominciare ad utilizzare qualcosa che non si è più utilizzato da anni ed anni…ad esempio il telefonino che “disponeva addirittura di fotocamera”. Riscoprendo il valore terapeutico dell’attrazione, Massimo e Chiara hanno saputo (ri)scoprire anche un’altra cosa, molto importante: che il volersi bene, e il continuare a sedurre il proprio partner giorno dopo giorno sono dei valori imprescindibili per una sana e corretta vita familiare. E in questo loro percorso hanno imparato molto, anche cose brutte, come il fatto che il nemico principale dell’attrazione sentimentale è proprio il tran tran della vita quotidiana, che ci obbliga a uno stile di vita che lascia poco spazio ai sentimenti, alle novità e…alla felicità. Spesso, purtroppo, l’unica occasione per evadere è giusto quella sparuta settimana di ferie…o ancora il mondo dei sogni, in cui è possibile rintanarsi almeno per qualche ora al giorno, per sfuggire a una realtà che pare più un incubo. Ma se la realtà quotidiana fa lavorare l’emisfero sinistro del cervello (quello più razionale), la passione ha bisogno del funzionamento di quello destro (quello più emotivo e creativo). Per il benessere della coppia, per non spegnere la favella dell’attrazione, per vivere una vita sentimentale soddisfacente, iniziamo proprio con il far funzionare (anche) questo emisfero. Lo so, è poco di moda al giorno d’oggi, ma dato che non siamo degli automi − a dispetto di come la società odierna ci vorrebbe − le emozioni servono ancora. E se servono per una buona causa, come creare e mantenere accesa l’attrazione in una coppia, allora non ci resta che accettarle per quello che sono e imparare a capirle. Perchè se sono sconosciute fanno paura, ma se si conoscono e si sa come utilizzarle possono fare la differenza tra una vita felice e una che non lo è.

 

© Dott. Eugenio Flajani Galli

 

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Wall Street e la scaramanzia, anche la finanza ha i suoi rituali

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  • 30 Dicembre 2022

Quando parliamo di scaramanzia, ci vengono subito in mente i napoletani. In realtà tutto il mondo è paese, e per questo capita rivedere dei rituali scaramantici anche in posti insospettabili, come la fredda Wall Street.

Santa Claus e Wall Street

wall streetIn questo periodo natalizio c’è in special modo un fattore scaramantico che fai incrociare le dita e trepidare gli investitori di Wall Street. Il cosiddetto Santa Claus rally, ossia la corsa al rialzo dei titoli azionari nell’ultimo spicchio dell’anno e nei primi giorni di quello successivo.
Questo tradizionale rialzo dei corsi si ritiene sia benaugurante per l’anno successivo. E Wall Street spera con tutto il cuore che, dopo un anno particolarmente difficile per i mercati, il Santa Claus rally benedica il 2023.

L’origine

Quello che succede in questo particolare periodo dell’anno in realtà ha ben poco di scaramantico e molto più di aritmetico. Succede infatti che i fondi pensioni vengono ricaricati, e così accumulano un fiume di denaro che finisce dritto negli investimenti in borsa. Se si aggiunge il fatto che dicembre è il mese delle spese natalizie, e quindi molte aziende incrementa le vendite durante questo periodo, ben si comprende perché i titoli azionari generalmente viaggiano al rialzo.

La statistica di Wall Street

Al di là del fatto in sé e delle sue spiegazioni, c’è comunque una statistica importante che ha fatto originare la scaramanzia del Santa Claus rally. Come evidenziato dai dati Quotex, nel 75% dei casi, quando i listini americani di Wall Street hanno marciato a rialzo, l’intero anno successivo è stato positivo.
Viceversa, quando dicembre non non è stato caratterizzato dall’evento fortunato del Rally di Santa Claus, l’anno seguente è stato più debole della media. Infatti quando tale rally si verifica, generalmente lo Standard and Poor 500, il principale indice di Wall Street è salito del 10,9%, mentre in assenza del Rally di fine anno la crescita è stata solo del 4,1%.

Una stessa dinamica si assiste nel mese di gennaio, generalmente più debole in assenza del Rally di Babbo Natale.
Anche in questo caso tuttavia ricondurre automaticamente alla presenza del Rally una qualche congiunzione astrale favorevole o sfavorevole è fuori luogo. Chi utilizza app per giocare in borsa dovrebbe sapere che più probabilmente l’assenza del rally nel periodo dove sarebbe più propizio è una spia di qualcosa che non funziona nel mercato, di un sentiment che è già offuscato e che inevitabilmente ci mette tempo a migliorare condizionando le performance dell’intero anno successivo.

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Federico Motta Editore, la storia di uno dei capisaldi dell’Editoria italiana

Fondata nel 1929 come “Cliché Motta”, Federico Motta Editore opera da oltre 90 anni nell’Editoria italiana. Una storia di passione, successi e innovazione.

Federico Motta Editore

Federico Motta Editore, dalla riproduzione fotomeccanica all’Editoria italiana

La storia del Gruppo Editoriale Federico Motta Editore ha inizio nel 1929 nel mondo della riproduzione fotomeccanica. Intorno agli anni ’80, scelte piuttosto lungimiranti consentirono al suo fondatore Federico Motta di indirizzare l’allora “Cliché Motta” verso l’attività editoriale dando così vita a quello che oggi è riconosciuto come uno dei capisaldi dell’Editoria nazionale. Fu la stampa dei fumetti a consentire l’esordio della Casa Editrice in questo nuovo mondo in cui consolidò la propria presenza grazie alla pubblicazione della prima Enciclopedia Motta. Se inizialmente l’Enciclopedia in fascicoli trovò spazio nelle edicole, successivamente iniziò a essere distribuita attraverso la vendita diretta entrando così nelle case degli italiani e diventando un’opera iconica per le famiglie. Rispecchiando i principi di qualità, autorevolezza e tradizione, Federico Motta Editore riuscì pertanto ad affermarsi nel panorama editoriale nazionale offrendo un’offerta culturale sempre più ampia.

Federico Motta Editore, una costante attenzione all’innovazione

Un forte orientamento innovativo guida da decenni la filosofia della Casa Editrice Federico Motta Editore che offre ai propri clienti prodotti culturali autorevoli, di qualità e sempre al passo con i tempi. Sono numerose le proposte innovative e le tecnologie digitali presentate nel corso degli anni. Dal Sonobox, strumento multimediale nato negli anni ’80 per la lettura audio dei testi di Storia Contemporanea dell’Enciclopedia, alla prima enciclopedia multimediale, opera che accompagnava i volumi con floppy disk, CD-ROM, videocassette e Tavole Transvision. È la fine degli anni ’90: con l’arrivo di Internet, la Casa Editrice si dedica a una serie di progetti di editoria digitale come mottaformazione.it e l’Enciclopedia Motta con Internet TV. Da oltre 90 anni Federico Motta Editore si distingue per la qualità, confermata da importanti riconoscimenti quali l’Ambrogino d’Oro (1980) e il Premio Speciale per la Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri (2004).

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Ares Ambiente premiata come Best Performer 2022 da ItalyPost

Il Centro Studi di ItalyPost ha condotto un’indagine sulle aziende delle principali province industriali italiane: la società di intermediazione dei rifiuti Ares Ambiente è tra le 1.000 Best Performer della provincia di Bergamo.

Ares Ambiente

ItalyPost: Ares Ambiente tra le Best Performer del 2022

Reggio Emilia, Modena, Vicenza, Padova, Friuli Venezia Giulia, Treviso, Bergamo, Bologna, Monza Brianza e Brescia: il Centro Studi di ItalyPost ne ha analizzato le imprese per individuare le “Best Performer” del 2022. Per ciascuna provincia sono state identificate 1.000 aziende, andando così a coprire il 70% delle imprese delle fasce di fatturato dai 2 milioni di euro in su. Tra le realtà premiate nella provincia di Bergamo c’è la società di intermediazione di rifiuti con sede a Treviolo Ares Ambiente. I vertici dell’organizzazione fanno sapere di essere orgogliosi di aver raggiunto tale traguardo anche quest’anno, aggiungendo che ciò li spinge a mantenersi ai massimi livelli di efficienza.

Le attività e la mission di Ares Ambiente

Ares Ambiente è una realtà attiva da circa 14 anni nel settore dell’intermediazione dei rifiuti e della gestione di impianti autorizzati. Fondata nel 2008 dall’imprenditore Marco Domizio, la società si occupa di attività di smaltimento, recupero e trasporto di rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, in un’ottica incentrata sull’efficienza, l’economicità e la trasparenza. Questi sono i valori su cui si fonda l’operato dell’azienda e che oggi vengono riconosciuti anche da ItalyPost con l’assegnazione del titolo di Best Performer. Tra le tipologie di rifiuti di cui si occupa Ares Ambiente ci sono i rifiuti speciali provenienti dalle attività produttive, dagli impianti di trattamento rifiuti, dalle attività industriali in genere, dall’agricoltura e dalle attività estrattive; la Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani (FORSU); i rifiuti pericolosi.

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I vantaggi delle grate di sicurezza per proteggere il tuo ufficio o attività commerciale

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  • 30 Dicembre 2022

Le grate di sicurezza sono una soluzione efficace per proteggere il tuo ufficio o attività commerciale dai ladri e dai malintenzionati.

In questo articolo, esamineremo alcuni dei vantaggi dell’installare queste grate per garantire la sicurezza del tuo spazio di lavoro.

 

Maggiore protezione

Uno dei principali vantaggi delle grate di sicurezza è la maggiore protezione che offrono.

Le grate sono progettate per impedire l’accesso non autorizzato al tuo ufficio o attività commerciale, rendendo più difficile per i ladri entrare e rubare beni di valore.

Inoltre, le grate di sicurezza possono essere coadiuvate da sensori o sistemi di allarme  che possono essere attivate in caso di tentativo di effrazione, il che può ulteriormente scoraggiare i criminali.

 

Migliore protezione dai danni

Oltre a proteggere il tuo ufficio o attività commerciale dai ladri, le grate di sicurezza possono anche proteggere il tuo spazio di lavoro dai danni.

Ad esempio, se il tuo ufficio o attività commerciale è situato in una zona dove ci sono frequenti manifestazioni o eventi pubblici, le grate di sicurezza possono impedire che i manifestanti o gli spettatori causino danni alle tue finestre o porte.

Inoltre, le grate di sicurezza possono anche proteggere il tuo ufficio o attività commerciale dai danni causati da fenomeni meteorologici estremi, come uragani o tifoni.

 

Riduzione dei costi di assicurazione

Un altro vantaggio delle grate di sicurezza è la possibilità di ridurre i costi di assicurazione.

Molti assicuratori offrono sconti a chi installa queste grate nei propri edifici, poiché sono considerate una soluzione di sicurezza efficace e affidabile.

In questo modo, potrai risparmiare sui costi di assicurazione e avere maggiore tranquillità nella protezione del tuo ufficio o attività commerciale.

 

Personalizzazione e design

Le grate di sicurezza non sono solo funzionali, ma possono anche essere personalizzate e adattate al design del tuo ufficio o attività commerciale.

Ci sono diverse opzioni di stile a disposizione, con il grande vantaggio di non diventare poi un corpo estraneo nell’edificio in cui vengono installate, ma al contrario riusciranno a “mimetizzarsi” perfettamente senza dunque dare nell’occhio.

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Lavoro, sostegno alle pmi e investimenti: l’editoriale di Giampiero Catone

In un recente editoriale pubblicato su “La Discussione”, Giampiero Catone sostiene la necessità di destinare le risorse del PNRR alle piccole e medie imprese. Tra le priorità del Governo anche favorire gli investimenti privati.

Giampiero Catone

Giampiero Catone: il PNRR come strumento di tutela delle pmi

Un deciso cambio di passo sulla destinazione dei fondi del PNRR e la creazione delle migliori condizioni per favorire il ritorno degli investimenti privati. In un’editoriale pubblicato sul quotidiano “La Discussione”, il Direttore Giampiero Catone chiede al nuovo Governo “una visione nuova e diversa da ciò che finora è stato propagandato”. A partire dalle risorse del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, finora appannaggio dei potentati economici: “Troppi fondi sono stati assegnati a grandi imprese che hanno svolto la parte del leone, mentre quasi nulla è stato destinato a favore delle piccole imprese e delle Associazioni di categoria che le rappresentano – scrive Giampiero Catonedimenticando che proprio le micro, piccole e medie imprese rappresentano il vero motore produttivo e occupazionale dell’Italia”. Piccole realtà oggi alle prese con il rincaro dell’energia e la mancanza di personale specializzato, che vanno ad aggiungersi all’inefficienza della PA e alla pressione fiscale: “Il Piano di Ripresa deve essere quindi indirizzato a promuovere, favorire e sostenere l’impegno di milioni di piccoli imprenditori, di aziende che sono la forza del Paese e del suo Prodotto interno lordo”.

Giampiero Catone: “Su capacità di risparmio Italia a due velocità, ridurre disuguaglianze

Nel suo editoriale, Giampiero Catone affronta poi il tema del risparmio e della necessità di promuovere gli investimenti privati. Di fronte al divario sempre più crescente tra i nuclei a basso reddito e quelli medio-alti evidenziato di recente dal Governatore della Banca d’Italia, il Governo deve agire al più presto per ridurre le disuguaglianze: “Abbiamo chi può lasciare in banca risorse economiche notevoli e chi è costretto per andare avanti a fare debiti – spiega il Direttore de “La Discussione” – Due Italie troppo diverse. Il Governo può e deve intervenire creando più appeal e redditività negli investimenti tra pubblico e privato, dare sostegni alle famiglie e lavoratori autonomi in difficoltà”. Un obiettivo complesso ma che può essere raggiunto, secondo Giampiero Catone, intervenendo in primis sulla fiscalità e incentivando l’occupazione. Con i 235 miliardi del Piano di Ripresa l’Italia ha tutte le carte in regola per incamminarsi verso un percorso di crescita e sviluppo durevole e soprattutto far tornare i risparmiatori a investire nel Paese, così da moltiplicare l’effetto delle risorse europee.

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Stefano Donnarumma: interconnessione Italia-Tunisia, al via iter autorizzativo per i lavori

“Una infrastruttura strategica per il nostro Paese e per l’Europa”: l’AD e DG di Terna Stefano Donnarumma sottolinea il valore del progetto del ponte energetico sottomarino da 600 MW in corrente continua che collegherà Italia e Tunisia, Europa e Africa.

Stefano Donnarumma

Stefano Donnarumma: Terna, al via iter per nuova interconnessione elettrica tra Italia e Tunisia

Lo ha assicurato l’AD e DG di Terna Stefano Donnarumma: “Grazie a questa opera, l’Italia potrà concretamente diventare un hub energetico del Mediterraneo”. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha avviato il procedimento autorizzativo per la nuova interconnessione elettrica di Terna tra l’Italia e la Tunisia, il ponte energetico sottomarino da 600 MW in corrente continua che collegherà Europa e Africa: un progetto di rilevanza storica, per il quale è previsto un investimento di circa 850 milioni di euro. Non a caso anche l’AD e DG Stefano Donnarumma nel sottolinearne il valore l’ha definita “una infrastruttura strategica per il nostro Paese e per l’Europa”: il progetto si inserisce in accordo al Regolamento UE 347/2013 nella lista dei Progetti di Interesse Comune (PCI).

Stefano Donnarumma: nasce “una infrastruttura strategica per il nostro Paese e per l’Europa

Stefano Donnarumma ne ha inoltre evidenziato il valore in relazione ai benefici che porterà “in maniera significativa all’indipendenza energetica, alla sicurezza del sistema elettrico e allo sviluppo delle fonti rinnovabili”: realizzata da Terna e da STEG, operatore elettrico tunisino, l’opera contribuirà infatti all’integrazione dei mercati dell’energia elettrica, alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico e, soprattutto, all’incremento di produzione di energia da fonti rinnovabili in Europa e Africa e alla diversificazione delle fonti. Entrato poi in esercizio, il collegamento favorirà la riduzione delle emissioni climalteranti. “Siamo molto soddisfatti del finanziamento da parte della Commissione Europea, il primo mai assegnato a un progetto intercontinentale, che ha riconosciuto la valenza strategica del nostro progetto”, ha spiegato l’AD e DG di Terna Stefano Donnarumma riferendosi al contributo di oltre 300 milioni di euro che la Commissione europea ha stanziato per la realizzazione del ponte energetico.

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Stefano De Capitani: ExSUF, presentazione del volume su smart cities e infrastrutture sostenibili

“PPP & Private Capital for Sustainable Infrastructure and Smart Cities”: alla presentazione a Bookcity Milano dell’ultimo volume della collana Università Cattaneo – Libri di Guerini Next anche il presidente di Municipia S.p.A. Stefano De Capitani, autore del capitolo “PPP: strategia vincente per una confluenza tra pubblico e privato”.

Stefano De Capitani

Stefano De Capitani: “PPP & private capital for sustainable infrastructure and smart cities” a Bookcity Milano

È stato presentato lo scorso 18 novembre durante Bookcity Milano il volume in cui Stefano De Capitani, presidente di Municipia S.p.A., spiega come il Partenariato Pubblico-Privato (PPP) giochi un ruolo fondamentale nella messa a terra dei progetti di Digital Transformation mirati a disegnare città più tecnologiche, sicure, efficienti, sostenibili e inclusive. Pubblicato nelle scorse settimane da GueriniNext, “PPP & private capital for sustainable infrastructure and smart cities” nasce nell’ambito dell’attività di ricerca e dissemination del Centro di Eccellenza sulla finanza sostenibile per le infrastrutture e smart cities (ExSUF) presso la LIUC – Università Cattaneo. L’esperienza di Municipia S.p.A. e la vision del presidente Stefano De Capitani sono racchiuse nel capitolo “PPP: strategia vincente per una confluenza tra pubblico e privato”.

Stefano De Capitani: partenariato pubblico-privato, la vision di Municipia S.p.A.

Il presidente di Municipia S.p.A. Stefano De Capitani ha preso parte alla presentazione del volume che si è tenuta lo scorso 18 novembre presso la Sala 4 dell’ADI Design Museum. Nell’ambito dell’incontro “Capitali e progettualità per le smart cities” sono intervenuti Michele Lertora, Giulio De Carli e Giampiero Bambagioni. Per il presidente di Municipia S.p.A. Stefano De Capitani, come spiega all’interno del capitolo a cui ha contribuito, è necessario che le amministrazioni locali si aprano “verso l’esterno, a forme di partnership con il settore privato, per puntare a implementare efficacemente le strategie di trasformazione smart delle città”: il partenariato si configura come lo strumento di raccordo più idoneo per dar vita a città più tecnologiche e soprattutto più resilienti e inclusive, capaci di mettere davvero al centro le persone e le loro esigenze, sia sotto il profilo dei servizi sia di una migliore qualità della vita, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.

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Riva Acciaio: l’azienda leader a livello nazionale e internazionale

Riva Acciaio nasce in seno a Gruppo Riva nel 1954. Oggi gode di una posizione di leadership nel settore siderurgico sia sul panorama nazionale che internazionale.

Riva Acciaio

Il profilo e la storia di Riva Acciaio

Riva Acciaio è una delle principali realtà siderurgiche italiane, figlia di Gruppo Riva, primo operatore siderurgico in Italia e quinto in Europa. La società fu fondata nel 1954, in pieno Dopoguerra, dal pioniere della siderurgia italiana Emilio Riva. Da allora si è specializzata nella realizzazione di prodotti lunghi, fabbricati con acciaierie ad arco elettrico. Nel corso dei suoi 60 anni di attività e grazie agli elevati standard produttivi, è cresciuta sempre di più, espandendosi nei Paesi europei e arrivando a conquistare una posizione di leadership nel settore a livello internazionale. Da giugno 2014 è presieduta da Claudio Riva e impiega oltre 5.500 dipendenti nei suoi 21 siti produttivi. Di questi cinque sono in Italia, sette in Francia, cinque in Germania, due in Belgio, uno in Spagna e uno in Canada.

Riva Acciaio: il mercato di riferimento e il piano investimenti

Il Gruppo detiene un’importante quota di mercato nei prodotti “lunghi” (più del 10% a livello europeo (EU-28)). La società si occupa inoltre di rifornire diversi comparti merceologici, tra i quali alcuni – come la meccanica, l’automotive e il movimento terra – che necessitano di standard qualitativi davvero elevati. La produzione comprende anche trafilati, pelati e rettificati, provenienti dall’ulteriore lavorazione a freddo dei laminati. Con l’intento di migliorare gli aspetti qualitativi dei prodotti e dei processi, delle condizioni di sicurezza negli stabilimenti e della compatibilità ambientale della produzione, ogni anno Riva Acciaio realizza infine un notevole programma di investimenti

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Fincantieri, l’AD Pierroberto Folgiero: puntiamo su navi a zero emissioni e a idrogeno

Oscar di Bilancio 2022: Premio Speciale DNF per Fincantieri, a conferma dell’impegno per una rendicontazione sempre più chiara, articolata e trasparente verso tutti gli stakeholder.

Fincantieri Presentazione Azienda

Fincantieri si aggiudica per la seconda volta l’Oscar di Bilancio: il valore del riconoscimento

Fincantieri si è aggiudicata il Premio Speciale per il Bilancio di Sostenibilità dell’edizione 2022 dell’Oscar di Bilancio: il premio, giunto alla 58esima edizione, riconosce le aziende più virtuose nelle attività di rendicontazione finanziaria e nella cura del rapporto con gli stakeholder e rappresenta da sempre un punto di riferimento per le comunità professionali del settore economico-finanziario e della comunicazione con i mercati. “Siamo orgogliosi di questo risultato che premia il nostro grande impegno per la sostenibilità sottolineando i traguardi raggiunti e quelli che il Gruppo vuole perseguire”, ha commentato l’AD e DG Pierroberto Folgiero. La commissione aggiudicatrice riconosce a Fincantieri di aver presentato una dichiarazione non finanziaria (DNF) “caratterizzata da un’adeguata e bilanciata copertura di tutte le aree di rendicontazione della sostenibilità, facendo emergere la volontà di una trasparente comunicazione a favore delle diverse categorie di stakeholder. Una DNF complessivamente molto completa nella quale sono individuati con precisione obiettivi mirati, con particolare attenzione all’ambiente e al sociale”.

Fincantieri: l’importanza di una gestione responsabile, pilastro per ogni azienda che guarda al futuro

Nella “nuova rotta” di Fincantieri, come l’aveva definita l’AD Pierroberto Folgiero in occasione della presentazione dei risultati al 30 settembre, si inserisce anche “l’impegno nel rendere sempre più organica la nostra vision sul fronte della gestione responsabile, pilastro per ogni azienda che guarda al futuro”. Per il Gruppo, inoltre, altrettanto fondamentale è poter dare un significativo contributo nel “ridurre le emissioni e contrastare il cambiamento climatico, con particolare riferimento all’efficientamento energetico della nave e all’adozione di combustibili alternativi”: obiettivi perseguiti “anche con iniziative di frontiera come lo sviluppo di navi di nuova generazione alimentate a idrogeno e il progetto Zeus, che si concentra sulla nave a emissioni zero”. È il secondo Oscar di Bilancio che si aggiudica Fincantieri: due anni fa era già stata premiata da FERPI (Federazione Relazioni Pubbliche Italiana), organizzatrice e promotrice del Premio. 

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MBA Honoris Causa a Cristina Scocchia, riconosciuto il suo modello di leadership

Il Presidente di CUOA Business School ha evidenziato che “con il Master Honoris Causa in Business Administration, CUOA Business School intende riconoscere i suoi successi, la qualità e le competenze che caratterizzano l’elevata capacità manageriale di Cristina Scocchia”.

Cristina Scocchia

La leadership valoriale di Cristina Scocchia riconosciuta da CUOA Business School

Valori solidi, grandi capacità manageriali e forte senso etico: queste le qualità riconosciute da CUOA Business School a Cristina Scocchia in occasione dell’assegnazione di un Master Honoris Causa in Business Admnistration. Conferimento che giunge a conclusione di un anno di grandi sfide per l’AD di Illycaffè – azienda di Trieste specializzata nella produzione di caffè di alta qualità sostenibile – di cui ha assunto le redini a gennaio 2022. Una nuova pagina di un percorso professionale di successo che ha visto la manager operare in realtà di grande calibro quali Procter&Gamble, L’Oréal Italia e KIKO Milano. E riconosciuto oggi anche da CUOA Business School: “Con il Master Honoris Causa in Business Administration, CUOA Business School intende riconoscere i suoi successi, la qualità e le competenze che caratterizzano l’elevata capacità manageriale di Cristina Scocchia. In modo particolare ne apprezziamo lo stile di leadership valoriale, che ha caratterizzato la sua carriera”, così il Presidente Federico Visentin nel corso della cerimonia.

La soddisfazione di Cristina Scocchia: “È stata una cerimonia emozionante”

“Ha agito con pensiero strategico e piena consapevolezza di quanto il successo collettivo valga più di quello individuale”, ha aggiunto il Presidente di CUOA Business School, specificando come Cristina Scocchia “nel suo percorso professionale, si sia fatta guidare da forte senso etico e da grande attenzione per la responsabilità sociale e ambientale nel fare impresa”. È con questo spirito, infatti, che la manager è solita affrontare gli impegni derivanti dal suo ruolo di Amministratore Delegato: un incarico per cui ha spesso evidenziato la necessità di un approccio che integri “il valore con i valori”, principio ricordato anche durante la premiazione. Il Presidente di CUOA Business School ha infatti evidenziato che “è massima espressione del suo modello manageriale il pensiero, da lei più volte espresso, della necessità di un ‘Giuramento di Ippocrate’ anche per i manager: una bussola per l’operato di chi è al vertice delle organizzazioni e guida le imprese oltre la logica del profitto, verso una piena consapevolezza del ruolo sociale dell’impresa”. Grande la soddisfazione di Cristina Scocchia: “È stata una cerimonia emozionante, soprattutto pensando che negli anni scorsi hanno premiato Mario Draghi e Leonardo Del Vecchio”, ha dichiarato l’AD di Illycaffè.

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Gian Maria Mossa: Banca Generali sempre più impegnata negli investimenti sostenibili ESG

“Crescita demografica, la finanza sostenibile per guardare al lungo periodo” è il titolo di un recente intervento di Gian Maria Mossa, AD di Banca Generali, dedicato al tema degli investimenti sostenibili ESG.

Il valore degli investimenti sostenibili ESG per Banca Generali e per l’AD Gian Maria Mossa

Transizione sostenibile e crescita demografica, ma anche scelte finanziarie e investimenti sostenibili ESG: questi i punti al centro della riflessione di Gian Maria Mossa, Amministratore Delegato di Banca Generali, pubblicata di recente sul suo profilo LinkedIn. Intervento che si sofferma su diverse sfide connesse al tema dello sviluppo sostenibile, prima tra tutte quella dell’evoluzione demografica a livello mondiale. “8 miliardi, è il numero di abitanti del Pianeta secondo l’ultima stima fatta dall’ONU, che ne prevede ben 9 per il 2037”, scrive l’AD di Banca Generali: una crescita demografica senza precedenti” che ci invita “a riflettere sulle responsabilità e l’impegno di ciascuno nelle sfide per un futuro sostenibile”. L’auspicio, prosegue Gian Maria Mossa, è quello di “politiche orientate al lungo periodo in grado di favorire uno sviluppo che tenga conto del benessere delle persone e della sostenibilità delle risorse”. Di fronte a ciò il settore finanziario non è rimasto immobile, tutt’altro: con decisione si è diretto sempre più verso le scelte di tipo responsabile e verso la strutturazione di investimenti sostenibili ESG.

Banca Generali: etica e responsabilità per rafforzare gli investimenti sostenibili ESG

Come evidenziato dall’AD di  Banca Generali, proviene da diversi ambiti la spinta verso gli investimenti sostenibili ESG: realtà che includono, ad esempio, “i grandi colossi finanziari globali, a partire dalle banche americane ai grandi operatori europei fino ai fondi sovrani” che “stanno progressivamente sposando sempre di più i temi della transizione sostenibile, della trasparenza di governance e della centralità delle persone, alzando progressivamente l’asticella nella direzione delle proprie scelte”. Anche il settore regolativo è parte di tale processo attraverso la “definizione dell’architrave della tassonomia e nelle norme di classificazione delle dinamiche ESG, prendendo spunto dalle best-practices in continua evoluzione sul mercato”. Nonostante nel complesso si tratti “solo di un inizio”, è rilevante “portare al centro dell’attenzione le tematiche ESG”: per l’AD Gian Maria Mossa ciò evidenzia “una visione secondo cui il valore e l’etica nelle scelte dell’investitore possono rafforzare gli effetti dell’investimento stesso e garantire risultati concreti nel lungo periodo sia sul fronte del rendimento che sul fronte sociale”. Si inserisce così l’impegno di Banca Generali nello strutturare e proporre investimenti sostenibili ESG sempre più ispirati ai principi dello sviluppo sostenibile.

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Davide D’Arcangelo: Next4 guida il round di investimento di IPSA

L’innovativa società piemontese IPSA conclude con successo un round di investimento per 1.380 milioni di euro: l’investitore trainante è la Next4Production di Davide D’Arcangelo, Pierluigi Sassi e Angelo Paletta.

Davide D'Arcangelo

IPSA e il ruolo della holding fondata da Davide D’Arcangelo

IPSA è una PMI specializzata nella micro-logistica ospedaliera di farmaci, dispositivi medici ed emocomponenti. Mediante l’integrazione di hardware e software, l’azienda ha ideato un’intera gamma di prodotti IoT per supportare gli operatori sanitari nei reparti ospedalieri e nelle sale operatorie. Si tratta di una soluzione che porterà miglioramenti sia in termini di sicurezza del paziente, dato che ridurrà il margine d’errore nella somministrazione delle terapie, sia in termini di efficientamento. L’utilizzo di questi prodotti consentirà infatti di perfezionare il processo di approvvigionamento e gestione dei farmaci, riducendo così gli sprechi. Nel recente round di investimento, la società è riuscita a portarsi a casa 1.380 milioni di euro. La holding di investimento fondata da Davide D’Arcangelo e i suoi soci, la Next4Production, ha avuto un ruolo determinante nell’operazione, attivando per un milione di euro il Fondo Rilancio Startup, il quale opera solo in co-investimento con determinati soggetti proponenti.

Davide D’Arcangelo: IPSA ha il potenziale per un nuovo standard nella sanità italiana

Utilizzare la digitalizzazione per rendere i servizi sanitari più efficienti è una priorità nel nostro Paese. Di fatto è uno degli obiettivi del PNRR, nel quale sono previsti investimenti per oltre 4 miliardi di euro per la digitalizzazione di circa 300 strutture sanitarie. La proposta di IPSA si muove proprio in questa direzione. Anche il Co-fondatore di Next4Production Davide D’Arcangelo ha ammesso di aver subito visto un enorme potenziale “per un nuovo standard nella sanità italiana, una champion pronta a esplodere che aveva bisogno di un piccolo boost”. “Quando abbiamo deciso di investire in IPSA – spiega – eravamo certi che l’innovatività della sua proposta e la solidità del suo programma di sviluppo potessero essere di interesse anche per un investitore istituzionale”. La società sta già riscuotendo parecchio interesse non solo sul mercato italiano ma anche a livello internazionale.

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Serenissima Ristorazione sigla partnership con Women at Business

Serenissima Ristorazione ha scelto Women at Business per valorizzare le competenze femminili e supportare le donne nello sviluppo della propria carriera.

Serenissima Ristorazione

Serenissima Ristorazione, la partnership con Women at Business

La recente iniziativa prevede un’importante collaborazione tra Serenissima Ristorazione, realtà leader nel settore della ristorazione collettiva e commerciale, e Women at Business, la prima community di incontri professionali tra donne e aziende la cui piattaforma, basata su un algoritmo di matching inclusivo, consente di incentivarne l’inserimento valorizzandone inoltre le competenze. “Siamo orgogliosi di avviare questa partnership con Women at Business che mira a contribuire al raggiungimento dell’uguaglianza di genere e l’empowerment di donne e ragazze attraverso un miglioramento dei paradigmi del mondo del lavoro relativi all’equità di genere e per sostenere lo sviluppo della carriera delle donne”, ha dichiarato Giulia Putin, Chief Purchasing Manager di Serenissima Ristorazione. Un nuovo percorso in cui iter di selezione sempre più equi, trasparenti e privi di discriminazioni consentiranno di supportare le donne e la loro carriera.

L’impegno di Serenissima Ristorazione per una maggiore cultura dell’uguaglianza

Grazie a questa collaborazione vogliamo trasmettere alle donne che accogliamo all’interno del nostro Gruppo la nostra visione e la passione per il lavoro ispirato ai principi di equità e inclusione”, ha aggiunto la Chief Purchasing Manager Giulia Putin. La nuova partnership conferma l’impegno di Serenissima Ristorazione, che mira quindi a incrementare la cultura dell’uguaglianza di genere abbattendo gli stereotipi che da sempre ostacolano le donne nel loro percorso professionale. I numeri dimostrano l’importanza che riveste la parità di genere in Serenissima Ristorazione: l’80% del personale è infatti composto da donne anche in aree di responsabilità. Uno degli AD è donna, così come le manager che guidano l’Ufficio Qualità, l’Ufficio Marketing&Comunicazione e l’Ufficio Gare. La visione del Gruppo va di pari passo con i principi di Women at Business, che è inoltre partner di “4 Weeks 4 Inclusion”, il più grande evento interaziendale sui temi dell’inclusione e della diversità.

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Claudio Machetti: l’evoluzione professionale del manager di Enel

Da maggio 2014 Claudio Machetti è Direttore della Global Energy and Commodity Management Business Line di Enel. Il manager ha iniziato la sua carriera nel Banco di Roma ed è anche stato alla guida della Finanza Operativa di Ferrovie dello Stato Italiane.

Claudio Machetti

Claudio Machetti: l’esordio in Banco di Roma e l’esperienza in Ferrovie dello Stato Italiane

Claudio Machetti frequenta il Liceo Classico “Tito Lucrezio Caro” e si iscrive alla facoltà di Scienze Statistiche dell’Università La Sapienza di Roma. Conseguita la laurea nel 1982, avvia la sua carriera nel Banco di Roma. Qui inizia come impiegato in una filiale di Milano, per poi essere trasferito nel 1984 alla Direzione Centrale di Roma dove opera in qualità di analista finanziario. Specializzatosi in equity, passa a curare l’IPO di alcune società della Borsa Italiana nell’Ufficio Analisi Finanziarie. Del 1990 il suo ultimo incarico presso il Banco di Roma: viene nominato Vicedirettore Responsabile del Nucleo Analisti Finanziari. Entra nel 1992 in Ferrovie dello Stato Italiane come Dirigente Responsabile dell’Unità Mercati Finanziari e successivamente diventa Direttore della Finanza Operativa. Contemporaneamente prende parte alla costituzione della società finanziaria Fercredit, della quale diverrà anche Amministratore Delegato.

La carriera di Claudio Machetti in Enel: da Responsabile dell’Area Finanza a Direttore di una Business Line del Gruppo

Nel 2000 Claudio Machetti entra a far parte di Enel in qualità di Responsabile dell’Area Finanza. Qui collabora alla nascita di Enelfactor (società finanziaria di cui subito diventa Amministratore Delegato) e alla costituzione di Enel Insurance, società assicuratrice captive del Gruppo per la quale ricopre la posizione di Presidente fino al 2014. Presidente anche di FondEnel e Fopen, i due fondi pensione di Enel, nel 2005 assume l’incarico di Direttore Finanziario, arrivando quindi ad occuparsi di M&A e dei rapporti con gli investitori. Nel 2009 viene messo alla guida della Direzione Risk Management, mentre nel 2014 viene nominato Direttore della Business Line del Gruppo (allora chiamata Global Trading). Inoltre, assume l’incarico di Presidente del CdA di Enel Trade e nel 2015 viene nuovamente nominato Presidente di Fondenel. Ancora a capo della Business Line, mutata nel 2021 in Global Energy and Commodity Management, Claudio Machetti oggi si occupa soprattutto di gestire il sourcing di carbone, gas ed olio combustibile, i mercati all’ingrosso di gas ed energia elettrica nei Paesi in cui è presente Enel, nonché l’attività di trading di commodities a livello globale.

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Francesco Starace: Enel lancia il Piano Strategico 2023-2025, la presentazione

Riposizionare business e geografie, focus sull’elettrificazione sostenibile, assicurare crescita e solidità finanziaria, creare valore per tutti gli stakeholder: le direttrici del Piano Strategico 2023-2025 di Enel illustrate dall’AD Francesco Starace.

Francesco Starace

Enel: l’AD Francesco Starace presenta la Strategy per il prossimo triennio

Intervenuto al Capital Markets Day 2022 di Enel lo scorso 22 novembre a Milano, l’AD e DG Francesco Starace ha illustrato il nuovo Piano Strategico 2023-2025: “Nei prossimi tre anni ci concentreremo su modelli di business integrati, know-how digitale nonché business e aree geografiche che possano aggiungere valore nonostante le complessità dell’attuale scenario, attraverso una struttura più snella e indicatori finanziari più solidi”. Quattro in particolare le azioni strategiche: un bilanciamento della domanda dei clienti e dell’offerta per ottimizzare il profilo di rischio/rendimento, la decarbonizzazione per assicurare competitività, sostenibilità e sicurezza, il rafforzamento, lo sviluppo e la digitalizzazione delle reti per abilitare la transizione e infine la razionalizzazione del portafoglio di business e delle aree geografiche. “Ciò aumenterà la nostra resilienza di fronte a potenziali future persistenti turbolenze, oltre a posizionare la nostra creazione di valore in un percorso di ulteriore crescita, a vantaggio di tutti gli stakeholder e accelerando l’indipendenza energetica nei Paesi ‘core’”, ha sottolineato l’AD Francesco Starace. In quest’ottica tra il 2023 e il 2025 saranno investiti complessivamente circa 37 miliardi di euro, di cui il 60% a sostegno della strategia commerciale integrata del Gruppo (generazione, clienti e servizi), e il 40% a favore delle reti, per sostenere il loro ruolo di abilitatori della transizione energetica.

Francesco Starace: l’impegno sostenibile continuerà ad essere al centro della nostra strategia

Pienamente integrata nelle nostre decisioni” la sostenibilità, come indicato da Francesco Starace, continuerà “a collocarsi alla base della nostra strategia facendo anche leva sull’accelerazione dell’elettrificazione in tutte le economie”. Il nuovo Piano, focalizzato su transizione energetica, decarbonizzazione e digitalizzazione, guarda in particolare al conseguimento degli obiettivi net-zero al 2040, in anticipo di dieci anni rispetto a quanto inizialmente previsto. Impegni di grande rilievo da portare avanti nel difficile contesto attuale: la pandemia, la crisi energetica, i conflitti geopolitici e le conseguenze del climate change impongono infatti una necessaria accelerazione del processo di transizione energetica e digitalizzazione nonché la riorganizzazione delle catene di approvvigionamento globali. Il nuovo Piano Strategico 2023-2025 nasce su queste basi. Enel intende quindi focalizzarsi nel prossimo triennio su una filiera industriale sempre più integrata verso un’elettrificazione sostenibile, mai come oggi necessaria nei sistemi energetici globali: si punta quindi a soddisfare circa il 90% delle vendite a prezzo fisso con elettricità carbon-free nel 2025, a portare la generazione da fonti rinnovabili a circa il 75% del totale e a digitalizzare circa l’80% dei clienti di rete. Risultati quelli indicati nel Piano che per Francesco Starace “potranno essere raggiunti grazie alla grande competenza e motivazione dei colleghi del Gruppo Enel e all’assetto organizzativo basato sulle piattaforme digitali che abbiamo adottato”.

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Rincaro prezzi, Giampiero Catone: Governo tuteli imprese e famiglie

Nel suo editoriale, Giampiero Catone mette in luce le attuali problematiche economiche e i rischi derivanti dall’incremento dei prezzi. Famiglie e PMI italiane i soggetti maggiormente colpiti.

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Giampiero Catone

Giampiero Catone, mobilitare nuovi fondi a tutela di famiglie e imprese

Nel contesto attuale in cui ci troviamo emerge l’urgenza di tutelare in particolar modo le famiglie e le piccole-medie imprese italiane: oggi rappresentano infatti i soggetti maggiormente colpiti dall’impennata dei prezzi. Come evidenziato da Giampiero Catone dai risultati di un’analisi eseguita dalla CGIA di Mestre risulta necessario stanziare una somma pari a 35 miliardi di euro a sostegno di imprese e famiglie italiane. “Se quei 35 miliardi non saranno trovati entro fine anno per arginare i prezzi dell’energia – avverte la CGIA – arriva il rischio che moltissime imprese e altrettante famiglie non siano nelle condizioni di pagare le bollette e, conseguentemente, di vedersi chiudere la fornitura, è molto elevato”. Il Governo è quindi tenuto a mobilitare ingenti risorse finanziarie non solo per ridurre le tensioni, ma anche per evitare che l’intero sistema vada in blocco. Se così non fosse c’è il rischio concreto che le imprese si vedano costrette a bloccare la produzione provocando chiusure a catena con ricadute gravi.

Giampiero Catone: caro energia, il rischio recessione è concreto

La guerra e la crisi economica sono oggi i due temi maggiormente discussi anche a livello europeo. L’impennata dei prezzi nel nostro Paese, che grava soprattutto su cittadini e imprese italiane già in difficoltà, fa crescere il timore di una possibile recessione capace di mettere in subbuglio l’intero sistema produttivo e distributivo. Giampiero Catone riporta le parole della Presidente di Confesercenti Patrizia De Luise secondo cui “il caro energia è un propellente per un effetto domino che travolge famiglie, imprese, occupazione, consumi”. “Il caro energia inarrestabile – aggiunge il Presidente di Confcommercio Carlo Sangalli – rende più concreti i rischi di recessione”. In tale scenario si aggiunge un altro argomento allarmante: i cosiddetti “margini di garanzia” dei contratti di distribuzione di gas, elettricità e acqua perfezionati dalle società retail che fanno da intermediari tra le utility e gli utilizzatori finali. Con un incremento dell’indice del rischio di liquidità del 138%, la situazione italiana è piuttosto allarmante e a livello europeo, conferma Giampiero Catone, “saranno necessari oltre 1.500 miliardi di dollari” per sostenere tali margini.

l 138%, la situazione italiana è piuttosto allarmante e a livello europeo, conferma Giampiero Catone, “saranno necessari oltre 1.500 miliardi di dollari” per sostenere tali margini.

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Cristina Scocchia ospite del “Forum di Cernobbio”: l’intervista all’AD di Illycaffè

Restare “ragionevolmente ottimisti” nonostante i contesti geopolitico e macroeconomico non siano rassicuranti: così Cristina Scocchia nell’intervista al “Forum di Cernobbio”.

Cristina Scocchia

Cristina Scocchia: ragionare con ottimismo, l’analisi dell’AD di Illycaffè

Guerra, energia, inflazione e post-pandemia sono alcune delle questioni principali che caratterizzano la contemporaneità a livello globale. Situazioni che gravano su imprese, famiglie e cittadini, alle prese con difficoltà sempre più evidenti. Si è parlato di questo al 48° “Forum di Cernobbio”, organizzato da The European House – Ambrosetti e tenutosi a Villa d’Este dal 2 al 4 settembre 2022. Al summit ha preso parte anche Cristina Scocchia, Amministratore Delegato di Illycaffè, che ha fornito il punto di vista di chi vive da vicino l’impatto della crisi sul tessuto imprenditoriale nazionale. “Il contesto geopolitico e quello macroeconomico non sono rassicuranti, è normale che le aziende abbiano preoccupazioni per quelli che sono i mesi che ci aspettano”: l’AD ha inoltre riportato gli ultimi dati Cerved secondo cui “sono 100.000 le aziende a rischio di default nei prossimi mesi, aziende di piccole dimensioni soprattutto nel sud del Paese e nell’ambito dei servizi e delle costruzioni”. Nonostante la situazione, però, è importante mantenere la bussola e ragionare con ottimismo. “Credo che il nostro Paese abbia attraversato con successo delle crisi grandi tanto quanto quella che ci troviamo ad affrontare oggi”, così Cristina Scocchia: “Ce l’abbiamo fatta in passato, possiamo farcela anche oggi. Essere pessimisti porta solo ad aumentare i risparmi, che però non sono produttivi. Essere invece ragionevolmente ottimisti e positivi spinge i consumi, che sappiamo essere un volano per la produzione e quindi per i posti di lavoro”.

Cristina Scocchia: nel Paese c’è “tutto ciò che ci serve per riuscire ad affrontare questa sfida”

Dal punto di vista delle imprese, uno dei maggiori problemi da affrontare è il rincaro dei prezzi energetici. Come evidenziato da Cristina Scocchia, infatti, siamo vicini a una soglia di insostenibilità per la manifattura italiana”: “Ricordiamoci che siamo un Paese manifatturiero, le nostre aziende devono competere non solo con aziende americane che hanno dei costi 7 volte più bassi, ma anche con aziende francesi e spagnole che hanno comunque il prezzo dei beni energetici in qualche modo calmierato”. L’intenzione, comunque, è quella di rimanere positivi poiché “abbiamo tutto ciò che ci serve per riuscire ad affrontare questa sfida”. Nella fattispecie di Illycaffè, Gruppo che Cristina Scocchia guida da quasi un anno, la strategia ha l’obiettivo di puntare sulla crescita, crediamo che per uscire da questa tempesta quasi perfetta sia necessario crescere”. Pertanto, “espansione nei mercati internazionali, soprattutto Cina e Stati Uniti, digitale e sostenibilità”: queste “le tre stelle polari che speriamo ci guidino fuori dalla tempesta”, ha specificato l’AD nell’intervista. Infine anche una considerazione sul fatto che, a livello di Esecutivo, si continui nel sostegno verso imprese e famiglie come fatto negli scorsi anni: inoltre, “è importante che aumentino i servizi alle famiglie, abbiamo bisogno di asili nido, di scuole pubbliche a tempo prolungato, abbiamo bisogno di tutti quei servizi socio-educativi che permettono alle famiglie, mamma e papà, di potersi dedicare anche al lavoro e conciliare i due aspetti”.

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Gruppo FS, inaugurato il primo Frecciarossa 1000 sulla linea Madrid-Barcellona

Nelle prossime settimane il servizio Alta Velocità del Gruppo FS verrà esteso fino a Valencia e Cuenca. Prodotto da Hitachi, il Frecciarossa consente un risparmio dell’80% di CO2.

Gruppo Fs, Frecciarossa 1000 Madrid-Barcellona

Gruppo FS: la mappa dell’Alta Velocità italo-spagnola

Buone notizie dalla Spagna per il Gruppo FS. Lo scorso 25 novembre ha debuttato con successo sulla tratta Madrid-Barcellona il primo Frecciarossa 1000 in servizio per iryo, il primo operatore privato spagnolo dell’Alta Velocità partecipato dal Gruppo FS, Air Nostrum e Globalvia. Il mezzo è partito dal binario 7 della stazione di Madrid Atocha alle 6:45 con direzione verso la città costiera, inaugurando la prima di diverse corse programmate nella giornata. Forte l’entusiasmo sia di viaggiatori spagnoli che italiani, che in numerosi hanno già deciso di affidarsi al servizio AV del Gruppo FS. Dal 16 dicembre i Frecciarossa di iryo non si limiteranno alla rotta Madrid-Barcellona via Saragozza ma arriveranno fino a Valencia e Cuenca. L’anno prossimo l’obiettivo è estendere il servizio alle città iberiche di Siviglia, Malaga, Antequera e Cordoba entro il 31 marzo, con l’aggiunta a giugno di Alicante e Albacete. In totale sono 20 i nuovi Frecciarossa che sbarcheranno sulle tratte spagnole, mentre fino a 70 i collegamenti previsti ogni giorno.

Gruppo FS: iryo, l’offerta commerciale

Sulle tratte spagnole del Gruppo FS l’operatore ferroviario iryo offre ai viaggiatori la possibilità di scegliere tra quattro zone di comfort, tutte dotate di braccioli individuali con prese di corrente usb, Wi-Fi gratuito e possibilità di connettersi al 5G. Dalla più economica “Inicial”, che prevede anche l’accesso gratuito ad una piattaforma di contenuti, alla premium “Infinita”, con sedili più spaziosi e una cucina di alta qualità con il menu Haizea Bistrò. Completano l’offerta “Singular Only You”, con spazi di lavoro individuali o di gruppo e la possibilità di soggiornare presso gli “Only You Hotels”, e “Singular”, pensato invece per il viaggiatore d’affari in solitaria. La sostenibilità è un altro punto di forza dei Frecciarossa 1000 di Gruppo FS. Prodotto da Hitachi, si tratta del treno più moderno della flotta, con convogli riciclabili al 95% e soprattutto un risparmio dell’80% delle emissioni di CO2 per passeggero chilometro.

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Consulenti under 40 e prodotti dedicati, come cambia il private banking di Banca Generali

Private banking, una rete di consulenti sempre più giovane e soluzioni di investimento innovative la risposta di Banca Generali ai cambiamenti in corso nel settore.

Banca Generali e Private Banking

Private banking, il percorso di “svecchiamento” targato Banca Generali

Banca Generali guarda al futuro e si prepara ad una nuova fase di crescita puntando su una rete di consulenti sempre più giovani e prodotti in linea con le esigenze della nuova clientela private banking. Per raggiungere gli ambiziosi obiettivi contenuti nel Piano Strategico 2022-2024, l’Istituto guidato da Gian Maria Mossa sta portando avanti una decisa operazione di “svecchiamento” del proprio network, promuovendo l’ingresso di professionisti under 40. Da inizio anno sono 42 i consulenti entrati finora in organico. Quasi la metà è passato per il canale innovativo del team, che prevede una intensa collaborazione con i senior private banker. Nella stessa direzione va “Progetto Giovani”, piano di ingresso lanciato da Banca Generali e rivolto ai professionisti under 35 intenzionati a sviluppare al meglio le competenze maturate nell’ambito private banking. Un percorso di 36 mesi che vede nella formazione continua e soprattutto nelle attività di mentoring i suoi punti di forza.

Private banking, Bernardi (Banca Generali): “Vogliamo professionisti in grado di dialogare con la nuova fascia di clientela

Il percorso di “svecchiamento” delineato dall’Istituto italiano leader nel private banking non si limita tuttavia all’inserimento e alla formazione di giovani professionisti.  Il cambiamento è in corso anche sul fronte dell’offerta. A spiegarlo è Marco Bernardi, Vice Direttore Generale di Banca Generali, che ha ricordato i numerosi prodotti lanciati dall’Istituto negli ultimi mesi: comune denominatore l’attenzione a temi quali la transizione energetica, l’innovazione e le energie rinnovabili. Tra questi la polizza multiramo BG OLTRE e le nuove linee di Lux IM, l’innovativa SICAV nata per cogliere le opportunità legate ai trend del futuro, dalle fonti green alle nuove tecnologie. Per rispondere ai “mutamenti del contesto socio-economico”, Banca Generali è impegnata quindi su entrambi i fronti: “Siamo convinti che questa progressiva differenziazione dei modelli di servizio sia fondamentale per guidare la Banca verso un ulteriore salto dimensionale nei prossimi anni”, ha detto Bernardi.

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Pierroberto Folgiero: Fincantieri, intesa con Monfalcone per i lavoratori del futuro

L’AD e DG di Fincantieri Pierroberto Folgiero: “Riportiamo gli italiani alle saldatrici, all’arte della carpenteria e ricreiamo i mestieri del nostro Paese”.

Pierroberto Folgiero

Fincantieri, l’AD Pierroberto Folgiero a Monfalcone per i lavoratori del futuro: i dettagli del progetto

Il progetto che l’AD e DG di Fincantieri Pierroberto Folgiero ha in mente per il cantiere di Monfalcone “dovrà essere modello per la manifattura italiana”. Lo ha sottolineato in un’intervista al TgR Friuli Venezia Giulia lo scorso 26 ottobre in occasione dell’incontro con il Sindaco Anna Maria Cisint a cui ha preso parte il Presidente della Regione Massimiliano Fedriga. Per l’AD di Fincantieri è arrivato “il momento di imprimere una svolta, con senso di responsabilità sociale”: l’ottica a cui si guarda attraverso il progetto portato avanti da Fincantieri in sinergia con le amministrazioni locali è di riportare “gli italiani alle saldatrici, all’arte della carpenteria” ricreando “i mestieri del nostro Paese” perché, come ha ribadito Pierroberto Folgiero, “navi belle come le facciamo qui a Monfalcone non le fa nessuno e non nascono senza la maestria dei carpentieri e dei saldatori”. Il lavoro del futuro dunque al centro di questo progetto che si snoda in tre fasi, una di breve, una di medio e una di lungo periodo.

 

Bisogna seminare oggi per raccogliere domani: l’impegno di Fincantieri nelle parole dell’AD Pierroberto Folgiero

Nel breve lavoreremo sulle professionalizzazioni”, ha spiegato in merito Pierroberto Folgiero, AD e DG di Fincantieri annunciando per gennaio un nuovo “recruiting day” focalizzato sulla ricerca di personale specializzato che sarà poi ulteriormente formato attraverso un percorso definito in collaborazione con la Regione. L’AD e DG di Fincantieri non nasconde che ci saranno “cose difficili da affrontare ma ci organizzeremo insieme al Comune di Monfalcone con tempi diversi, di breve, medio e lungo periodo, con l’obiettivo di raggiungere il risultato”. Pierroberto Folgiero ha aggiunto di sentire “la responsabilità di disegnare la Fincantieri dei prossimi dieci anni” e questo non solo per l’impegno in ottica sociale. “Bisogna seminare oggi per raccogliere domani”: questa la direzione tracciata dall’AD e DG, come indica anche il progetto lanciato a Monfalcone.

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“MoltoEconomia”, l’intervento di Stefano Donnarumma (Terna) al convegno de “Il Messaggero”

L’Italia può diventare l’hub energetico del Mediterraneo ma per farlo è necessario accelerare su reti, rinnovabili e soprattutto accumuli. L’AD e DG di Terna Stefano Donnarumma lo ha ricordato nel suo recente intervento a “MoltoEconomia”.  

Stefano Donnarumma

Stefano Donnarumma: “Da Terna un Piano per rinforzare le dorsali di trasporto Sud-Nord

Per accompagnare il Paese verso la transizione energetica e renderlo indipendente dal gas importato l’unica strada è concentrare gli investimenti sullo sviluppo delle reti e sulle fonti di energia rinnovabile. E non solo: fondamentale è anche il ruolo degli accumuli di energia elettrica, finora sottovalutato. A ribadirlo è Stefano Donnarumma, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna. Lo scorso 1° dicembre ha preso parte come relatore al convegno “MoltoEconomia – La recessione che verrà”. Organizzato dal quotidiano “Il Messaggero”, l’evento si è tenuto a Roma presso le Scuderie di Palazzo Altieri. “Coerentemente con il suo ruolo di regista del sistema elettrico nazionale – ha spiegato l’AD e DG – Terna ha un Piano decennale di Sviluppo della rete da 18,1 miliardi di euro con investimenti tesi a renderla ancora più efficiente rinforzando, in particolare, le dorsali di trasporto dal Sud al Nord del Paese”. Investimenti che già nei primi nove mesi del 2022 hanno superato il miliardo di euro: “Un record – ha commentato Stefano Donnarumma, che poi ha aggiunto – questo piano genererà importanti ricadute economiche e occupazionali: numerosi studi hanno evidenziato come ogni miliardo di euro investito in infrastrutture elettriche ne genera circa tre in termini di PIL, con la creazione di circa mille posti di lavoro”.

Stefano Donnarumma: “Su accumuli il Paese è in ritardo, servono investimenti per 15 miliardi

Per sfruttare appieno le potenzialità del Paese, che ha tutte le carte in regola per assumere il ruolo di hub energetico del Mediterraneo – con Terna che al momento gestisce già 26 linee transfrontaliere ed è al lavoro per realizzare un elettrodotto tra Italia e Turchia – è necessario accelerare ulteriormente sulle rinnovabili, ha continuato Stefano Donnarumma, ricordando i passi in avanti fatti negli ultimi mesi sul fronte delle richieste di connessione alla rete elettrica da parte di nuovi impianti green, che a ottobre hanno raggiunto il valore complessivo di 300 GW: “Un dato significativo – ha commentato l’AD e DG – pari a oltre 4 volte il fabbisogno di 70 GW di nuova capacità rinnovabile necessario per raggiungere i target definiti dal nuovo pacchetto UE ‘Fit-for-55’ al 2030. Realizzare questi 70GW porterebbe a un risparmio di oltre 26 miliardi di metri cubi di gas, valore sostanzialmente pari alle quantità che il nostro Paese ha importato dalla Russia negli ultimi dodici mesi”. Secondo Stefano Donnarumma, sugli accumuli di energia elettrica la strada da percorrere invece è ancora lunga. Da tempo Terna è impegnata a promuoverne lo sviluppo, in particolare nel Mezzogiorno, ma per il target al 2030 previsto dal Pniec è necessario uno sforzo ulteriore: “Si può stimare un investimento complessivo pari a circa 15 miliardi di euro che avrebbe un duplice beneficio: da un lato, un impatto positivo sul PIL pari a oltre 40 miliardi di euro; dall’altro, l’immissione in rete, grazie agli accumuli, di circa 16 terawattora all’anno di energia rinnovabile”.

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Claudio Descalzi: l’impegno e la vision di Eni sulla transizione nell’intervista all’AD

“Stiamo vivendo un’emergenza grave e globale, che auspichiamo sia limitata nel tempo, ma ci fornisce comunque un insegnamento”: intervista all’AD di Eni Claudio Descalzi.

Claudio Descalzi, AD Eni

Claudio Descalzi: puntare sulla transizione lasciando da parte ideologie o religioni sulle tecnologie da utilizzare

Transizione sì ma ecologica, non ideologica: lo ribadisce l’AD di Eni Claudio Descalzi nell’intervista pubblicata lo scorso 23 novembre su “MF – Milano Parigi Capitali”, inserto di “Milano Finanza”. L’AD, a fronte dell’emergenza grave e globale che stiamo vivendo, richiama l’attenzione sull’importanza di “un momento di transizione”, oggi quanto mai necessario: “Non possiamo smettere completamente di utilizzare e investire nelle risorse che adesso il mondo sta utilizzando, soprattutto il gas ma anche il petrolio”. Se si pensasse di interrompere tutti gli investimenti upstream, come è stato anche auspicato, la situazione secondo l’AD di Eni “diventerebbe molto tesa per tutti da un punto di vista industriale”. È quanto stiamo vivendo: “Mancano volumi, mancano prezzi e mancano quei vettori che il mercato domanda”. Proseguire nella transizione dunque significa accantonare “ideologie o religioni sulle tecnologie da utilizzare”: al contrario, come suggerisce Claudio Descalzi, bisogna utilizzare il più ampio spettro possibile di quelle che ci sono e sono fruibili. “La transizione non deve essere troppo lenta né troppo veloce, deve porsi come un giusto compromesso con i bisogni della società”, osserva l’AD.

Claudio Descalzi: la transizione deve porsi come un giusto compromesso con i bisogni della società

L’AD Claudio Descalzi lo aveva ricordato anche lo scorso settembre intervenendo all’evento Milano Parigi Capitali, organizzato dal gruppo Class Editori: “Negli ultimi otto anni Eni ha investito moltissimo sulle nuove tecnologie, in grado di portare energia pulita e di decarbonizzare, legate a una circolarità tale da poter utilizzare i rifiuti, sia organici che inorganici, per poterli ritrasformare in prodotti ‘verdi’, ‘blu’, ‘bio’ senza l’utilizzo di ulteriori idrocarburi”. In questo percorso si è inserita prima la pandemia e negli scorsi mesi l’emergenza energetica a seguito delle tensioni geopolitiche esplose di recente: “Abbiamo reagito immediatamente, lavorando col Governo per portare in Italia e mettere a fattor comune le produzioni, gli investimenti e le riserve di Eni in diversi Paesi, incominciando da quelli collegati via pipeline”. L’Algeria ha raddoppiato rispetto al passato i flussi di gas verso l’Italia: inoltre “abbiamo altri contributi dalla Norvegia e, in futuro, da Egitto, Nigeria, Angola e Congo attraverso il Gnl”. Servono però ulteriori investimenti, come spiega l’AD Claudio Descalzi: “Tutto il mondo, ma l’Europa in particolare, hanno bisogno di gas e di diversificazione. Un punto essenziale è quello di aumentare la capacità di rigassificazione, obiettivo che nel 2023 dovremmo riuscire a raggiungere”.

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Esperienze e iniziative imprenditoriali di Marco Domizio, Founder di Ares Ambiente

Marco Nicola Domizio è l’imprenditore che ha dato vita nel 2008 ad Ares Ambiente, azienda bergamasca leader nell’intermediazione dei rifiuti.

Marco Domizio

Marco Domizio: i primi passi nel settore dell’intermediazione dei rifiuti

Oltre 20 anni di carriera nell’intermediazione dei rifiuti e nella gestione di impianti autorizzati, fautore di numerosi impianti dislocati su tutto il territorio italiano e fondatore di Ares Ambiente, realtà leader nel settore. Marco Domizio nasce a Bergamo nel 1974 e, dopo essersi diplomato, entra a far parte di un’azienda di intermediazione rifiuti attiva nella Regione Lombardia. Una prima esperienza che si rivelerà fondamentale: sei anni durante i quali sviluppa le prime competenze anche nell’ambito delle gare di appalto. Successivamente inizia a collaborare con una società specializzata negli spurghi e nelle pulizie industriali. Nel ruolo di Responsabile Commerciale si occupa con successo dell’espansione della clientela e contribuisce alla realizzazione di un impianto di compostaggio in provincia di Bergamo. Con lo stesso ruolo viene assunto da una primaria azienda della provincia di Milano: in quegli anni Marco Nicola Domizio è tra i principali fautori dell’installazione di sette impianti di trito – vagliatura nel territorio della regione Campania. L’imprenditore cresce anche sotto il profilo delle competenze, occupandosi di attività di trasporto transfrontaliero di rifiuti sia a mezzo gomma/intermodale che a mezzo nave.

Marco Nicola Domizio: Ares Ambiente, il successo dell’iniziativa imprenditoriale

Negli anni successivi Marco Domizio figura come Responsabile Commerciale di un impianto di compostaggio in provincia di Bergamo e, dopo una parentesi come Responsabile alla gestione di una cava di estrazione di minerali naturali, inizia a collaborare con due società, una attiva nei trasporti conto terzi e l’altra nell’intermediazione. Acquisite ormai solide competenze nel settore sia sotto il profilo del trattamento, del deposito e della conoscenza chimico fisica dei rifiuti che nell’ambito gestionale e autorizzativo, nel 2008 Marco Domizio avvia una nuova iniziativa imprenditoriale fondando a Treviolo (BG) Ares Ambiente. Durante gli anni sotto la sua guida, l’azienda è riuscita in breve tempo a imporsi come leader nel panorama nazionale dei rifiuti. Attualmente Ares Ambiente opera su tutto il territorio italiano offrendo servizi di smaltimento, recupero e trasporto di rifiuti urbani, speciali non pericolosi e speciali pericolosi. Di recente, grazie alla solidità economica e finanziaria raggiunta, la società è stata inserita dal “Lombardia Post” tra le imprese “Best Performer” della provincia di Bergamo.

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Oro Usato Perché Può Essere un Investimento al Pari del Nuovo

Oro usato è considerato qualsiasi oggetto che non siano lingotti o monete da investimento certificate, questa distinzione è doverosa in quanto la quotazione oro cambia tra oro nuovo in lingotti e oro usato in qualsiasi altra forma anche se di 24 carati.
Il mercato dell’oro si basa sul prezzo che quotidianamente viene fissato a Londra, il prezzo in borsa del momento viene però riconosciuto solo per i lingotti da investimento certificati e realizzati da un organismo ufficialmente riconosciuto.
Tutti gli altri oggetti anche in caso di oro puro saranno valutati un prezzo minore pur prendendo come riferimento la quotazione ufficiale di Londra.
Questo avviene anche in tutte quelle attività come questo compro oro Firenze che fanno dell’acquisto di oro usato il proprio business principale.
Questo perché per tornare ad essere valutato al prezzo pieno l ‘oro usato deve essere nuovamente lavorato e certificato come oro 24 carati in lingotti.
Queste regole che sono state stabilite dagli organismi che regolano il commercio di oro a livello internazionale non impediscono comunque di poter avere oro usato e utilizzarlo come un investimento.
Questo in quanto pur essendo l’oro usato deprezzato di una percentuale di valore necessaria alla lavorazione e ai compensi di eventuali intermediari, questo salirà proporzionalmente di valore in base alla quotazione ufficiale del momento.
Oltretutto l’oro usato può essere acquistato da tutti i compro oro e non solo da quelli autorizzati espressamente da banca italia che sono gli unici che possano acquistare oro in lingotti 24 carati senza incorrere in sanzioni amministrative.
Tutto ciò permette di poter realizzare investimenti in oro anche utilizzando oro usato in qualsiasi forma.
La cosa fondamentale in caso di acquisto è quella di pagare il giusto prezzo sia in base alla purezza che tenendo presente i costi necessari in modo da offrire una valutazione giusta in base al reale valore.
Questo perché nel caso decidessimo di monetizzare l’oro usato il prezzo che ci verrà offerto sarà minore rispetto al valore del momento stabilito prendendo in considerazione i lingotti 24 carati certificati.

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Davide D’Arcangelo “racconta” la figura del Public Innovation Manager in un editoriale

Davide D’Arcangelo, esperto di innovazione e Vicepresidente del network di imprese Impatta, descrive in un editoriale il profilo del Public Innovation Manager, una figura “cruciale” per la transizione digitale dei Comuni.

Davide D'Arcangelo

Davide D’Arcangelo: il Public Innovation Manager per un’amministrazione 4.0

La figura del Public Innovation Manager è stata introdotta per la prima volta dal network di imprese Impatta. L’idea alla base è che con questo nuovo professionista si possa semplificare e velocizzare il processo di trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione. Per “traghettare gli enti locali verso l’innovazione digitale”, spiega il Vicepresidente Davide D’Arcangelo, servono “una nuova cultura e nuove professionalità con skills trasversali”, ed il Public Innovation Manager sembrerebbe rispondere a queste esigenze. Si tratterebbe di un “vero e proprio coach per ogni comune italiano”, il cui ruolo diverrebbe centrale soprattutto “alla luce del PNRR e delle ingenti somme stanziate”, attualmente in bilico a causa della mancanza di personale adeguato e in grado di presentare progetti validi.

Davide D’Arcangelo: si è concluso il primo corso per formare i Public Innovation Manager

Insieme all’Associazione del Public Innovation Management, a Impatta ed Ecoter, Davide D’Arcangelo fa sapere che si è concluso il primo corso per la formazione dei Public Innovation Manager. Realizzato con il patrocinio della Camera di Commercio di Roma, il progetto ha visto la partecipazione di innovatori provenienti da importanti realtà come il Mit di Boston e l’Università di Harvard. Lo scopo era quello di portare nella Pubblica Amministrazione “i migliori modelli organizzativi e le conoscenze più aggiornate”. Le skills trasversali che sono state trasmesse durante il corso serviranno a introdurre i futuri manager alla “diffusione del partenariato pubblico-privato, del pre-public procurement”, così come a “tutte le nuove frontiere della programmazione europea” e alle “competenze digitali e di gestione energetica” indispensabili per i progetti del PNRR. Il corso ha rappresentato pertanto un primo passo verso un nuovo approccio culturale alla Pubblica Amministrazione.

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La carriera professionale di Pietro Colucci, Presidente di Sostenya Group S.r.l.

Con una comprovata esperienza nel settore dei servizi ambientali, Pietro Colucci è attualmente Presidente di Sostenya Group S.r.l. e membro dell’Advisory Board di Innovatec. La carriera professionale.  

Pietro Colucci

La carriera di Pietro Colucci

Entrato nell’azienda di famiglia, attiva nel settore dei servizi ambientali, Pietro Colucci intraprende la carriera professionale a soli 22 anni. Nel 2000 è protagonista dell’acquisizione della divisione italiana del Gruppo statunitense Waste Management, una delle più importanti aziende multinazionali nel settore ambientale, che gli consente di ampliare le attività della sua società. Da questa operazione nasce successivamente il Gruppo Unendo, di cui Pietro Colucci sarà Amministratore Delegato fino al 2009. Più tardi, concluso l’incarico, dà vita al Gruppo Sostenya, holding di partecipazione che opera in ambito ambientale e delle rinnovabili, diventando Presidente e CEO. Incarichi che ricopre anche presso Kinexia, la quotata appartenente al Gruppo Sostenya specializzata nello sviluppo e nella realizzazione di progetti legati al settore delle energie rinnovabili.

Pietro Colucci, dalla laurea alla guida di Sostenya Group

Da oltre 30 anni impegnato nel settore dei servizi ambientali, Pietro Colucci, originario di Napoli (21/07/1960), consegue la laurea in Economia e Commercio presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. È attualmente Presidente di Sostenya Group S.r.l. e membro dell’Advisory Board di Innovatec. Tra gli anni 2006 e 2011 ha inoltre ricoperto il ruolo di Presidente di Assoambiente e, per il quadriennio 2016 – 2020, è stato consigliere del Gruppo Energia di Assolombarda. Cofondatore, in collaborazione con l’ex Ministro dell’Ambiente Edo Ronchi, della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Pietro Colucci è anche membro del Comitato di Presidenza della rivista Management delle Utilities.

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Sicurezza e sostenibilità nel trasporto pubblico: Copma presenta a Milano il sistema PCHS®

L’incontro, promosso da Copma e Fulgens Italia, si è tenuto nella cornice di Palazzo Giureconsulti. Tra gli ospiti anche Walter Ricciardi.

Copma

Copma: “Mobilità, sicurezza dei passeggeri e sostenibilità ambientale”, i dettagli dell’evento

Grazie al sistema di sanificazione PCHS®, basato su detergenti ecosostenibili a base di batteri probiotici, è possibile ottenere una maggiore protezione contro le infezioni non solo in ambito ospedaliero, ma anche in spazi stretti come i vagoni di una metropolitana. A dirlo i risultati di uno studio condotto dal centro ricerche Cias dell’Università di Ferrara presentati lo scorso 14 ottobre a Milano durante un convegno organizzato da Copma e Fulgens Italia dal titolo “Mobilità, sicurezza dei passeggeri, sostenibilità ambientale: l’innovativo sistema di sanificazione PCHS®”. L’evento, tenutosi a Palazzo Giureconsulti e moderato dalla giornalista Livia Parisi, è stata l’occasione per discutere di trasporto pubblico e sanificazione, con un focus sui vantaggi dell’innovativa tecnologia sviluppata dalla Cooperativa di Ferrara in collaborazione con l’Università. Testato dal Cias sui treni della metropolitana di Milano, il sistema targato Copma si è dimostrato particolarmente efficace nel garantire l’abbattimento di patogeni e virus e assicurare una protezione di 24 ore: “Come in ambiente sanitario, anche sui treni della metropolitana abbiamo verificato una grande diminuzione dei batteri patogeni e SARS-CoV-2 – ha spiegato dal palco Elisabetta Caselli, ricercatrice del dipartimento di Scienze Chimiche, Farmaceutiche e Agrarie dell’ateneo ferrarese – 63% in meno delle contaminazioni e 77% in meno del carico virale. La ricerca dimostra che le infezioni sono dimezzate, con ritorni positivi anche sui costi”.

Il commento di Walter Ricciardi: “PCHS® di Copma una tecnologia dirompente

Contrariamente ai disinfettanti chimici, il PCHS® risulta un alleato prezioso contro il problema dell’antibiotico-resistenza, oggi particolarmente sentito in Italia. L’utilizzo di batteri probiotici rende il sistema ideato da Copma anche decisamente meno impattante sull’ambiente: “Abbiamo investito molto anche sulla formazione e sull’aspetto culturale di questo progetto – ha dichiarato nel suo intervento Filippo Barbieri, Direttore innovazione e Sviluppo di Copma – le nostre persone che lavorano negli ospedali hanno un ruolo centrale per la piena efficacia della sanificazione”. Tra gli ospiti del convegno anche Walter Ricciardi, Professore ordinario d’Igiene e Medicina Preventiva all’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha definito il PCHS® “una tecnologia dirompente” in grado di offrire un valore aggiunto alla lotta alla pandemia e alla tutela ambientale. In merito ai “risultati straordinari” presentati dal Cias, l’esperto ha commentato: “Questa ricerca italiana merita un palcoscenico internazionale. Oggi siamo a Milano – ha aggiunto – ma il mio invito a scienziati e imprese è di non fermarsi qui”.

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Crisi economica, Giampiero Catone: “La parola d’ordine è mettere in sicurezza famiglie e imprese”

A fronte dell’attuale situazione economica a cui imprese e famiglie italiane devono far fronte, il Governo ha l’obbligo di intervenire con misure concrete. L’editoriale di Giampiero Catone.

 Giampiero Catone, politico e editore italiano

Caro energia, Giampiero Catone: rischio recessione e stop forniture

Se per oltre due anni le emergenze legate alla pandemia hanno minato la quotidianità del mondo intero, oggi il nostro Paese si ritrova a dover affrontare le conseguenze della guerra e della crisi economica. L’attuale impennata dei prezzi non fa altro che gravare progressivamente su cittadini e imprese. Giampiero Catone riporta le parole del Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, secondo cui “il caro energia inarrestabile rende più concreti i rischi di recessione”: una violenta instabilità potrebbe generare effetti gravi sul sistema produttivo e distributivo. “Il caro energia – aggiunge la Presidente di Confesercenti Patrizia De Luise – è un propellente per un effetto domino che travolge famiglie, imprese, occupazione, consumi”. A questa situazione delicata si aggiunge un altro elemento allarmante, ovvero i cosiddetti “margini di garanzia” dei contratti di distribuzione di gas, elettricità e acqua perfezionati dalle società retail che fanno da intermediari tra le utility e gli utilizzatori finali. In Europa, sottolinea Giampiero Catone, “saranno necessari oltre 1.500 miliardi di dollari” per sostenere tali margini. In Italia le finanziarie hanno un ruolo strategico e di conseguenza la situazione risulta essere ancora più complicata. I dati confermano l’incremento dell’attuale indice del rischio di liquidità al 138%.

Giampiero Catone, la necessità di nuove risorse a sostegno di famiglie e imprese

Tutela delle famiglie e delle piccole-medie imprese italiane: è la parola d’ordine necessaria a sostenere i soggetti che più subiscono gli effetti dell’incremento dei prezzi. Una maggiore sicurezza dovrebbe essere garantita dal Governo attraverso l’erogazione di ingenti risorse finanziarie. Da un’indagine realizzata dalla Cgia di Mestre, riporta Giampiero Catone, emerge la necessità di destinare una cifra di 35 miliardi di euro a sostegno di famiglie e imprese italiane. Gli investimenti non solo limiterebbero le tensioni, ma potrebbero inoltre ovviare al problema di un eventuale arresto del sistema. È reale il rischio che le imprese siano indotte a interrompere la produzione, causando chiusure a catena e inevitabili ripercussioni. “Se quei 35 miliardi non saranno trovati entro fine anno per arginare i prezzi dell’energia – sottolinea la Cgia – arriva il rischio che moltissime imprese e altrettante famiglie non siano nelle condizioni di pagare le bollette e, conseguentemente, di vedersi chiudere la fornitura, è molto elevato”.

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