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1 Dicembre 2021

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La riforma del fisco secondo Giampiero Catone

In uno dei suoi editoriali sul quotidiano “La Discussione”, Giampiero Catone affronta il tema del fisco proponendo di fare pulizia nel magazzino fiscale in modo da poter poi ripartire con norme più semplici e sanzioni chiare.

Giampiero Catone

Giampiero Catone contro la riscossione di crediti inesigibili

“Milioni di cartelle sono di nuovo in viaggio o pronte ad essere spedite, ma per ottenere cosa?”, si domanda Giampiero Catone. Circa 153 miliardi di euro sono dovuti da soggetti falliti, 118,9 miliardi dovrebbero provenire da persone decedute o imprese cessate e altri 109,5 miliardi dovrebbero giungere da nullatenenti. Per il giornalista e politico non ci sono dubbi sul fatto che “sparare ancora nel mucchio non servirà a nulla” e a dimostrarlo ci sono i numeri e l’esperienza di un sistema che da 20 anni non fa altro che stratificare debiti. “Milioni di cittadini e imprese non pagano o non riescono a pagare perché non hanno soldi”; inutile quindi continuare a sperare di riscuotere crediti che non è possibile recuperare. Sono state vane le tante iniziative volte a riottenere gli 800 miliardi di crediti a cui ammonta il Magazzino Fiscale. Anche la cancellazione delle cartelle esattoriali fino a 5mila euro risalenti al periodo tra il 2000 e il 2015, prevista dal decreto Sostegni, è servita a ben poco dato che si trattava per la maggior parte di soldi inesigibili. Il rischio è quello di “graziare gli evasori seriali mentre chi non riesce a pagare si ritrova impigliato per decenni nelle spire del cattivo pagatore”.

Giampiero Catone: bisogna avere il coraggio per un condono tombale

Secondo Giampiero Catone, una valida alternativa consisterebbe nel “chiudere con il passato, ripulire il Magazzino fiscale e ripartire”. Insomma, per il giornalista “sarebbe più logico fare un condono tombale verso quella gran parte di soggetti che non sono in grado di pagare”, chiarendo però che “non parliamo di grandi imprese o grandi evasori fiscali”. In altre parole, bisognerebbe “avere il coraggio di azzerare tutto, per ripartire con regole chiare e stringenti”. Considerata la forte cultura anti-tasse che vi è nel nostro Paese, estirpare una simile avversione non è di certo cosa semplice e per farlo servirebbero “norme meno vessatorie verso famiglie e piccole imprese in modo che pagare il dovuto sia normale”. In conclusione, dopo essersi liberati dei crediti inesigibili, il Parlamento dovrebbe semplificare il fisco e renderlo “a misura dei cittadini e delle imprese”.

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ICS Maugeri S.p.A.: la celebrazione del 116esimo anniversario della nascita di Salvatore Maugeri

Il 17 novembre è ricorso il 116esimo anniversario della nascita di Salvatore Maugeri, fondatore di ICS Maugeri S.p.A., venuto a mancare nel 1985. La Fondazione e l’Istituto Clinico hanno organizzato per l’occasione una giornata volta a celebrare Maugeri e il capitale umano della Società Benefit.

ICS Maugeri S.p.A.

Il discorso di Mario Melazzini, Amministratore Delegato di ICS Maugeri S.p.A., alla celebrazione di Salvatore Maugeri

In occasione della giornata dedicata a Salvatore Maugeri non poteva certo mancare il discorso da parte dell’Amministratore Delegato di ICS Maugeri S.p.A. Mario Melazzini. “Il 17 novembre è una data speciale per noi, prima di tutto per ricordare la nascita del nostro fondatore e di ciò che Salvatore Maugeri è riuscito a costruire partendo da ciò che era lui, come uomo, come scienziato e come medico che aveva, anche da imprenditore della sanità, come unico obiettivo il bene del paziente. E poi per celebrare anche quello che è il capitale umano di Maugeri: i medici, i tecnici, gli infermieri, i terapisti che sono il motore trainante del tradurre in fatti concreti quello che il nostro fondatore voleva”, ha detto l’AD, prima di continuare ad elogiare gli uomini e le donne su cui gli Istituti Maugeri si reggono. “Un capitale umano che negli anni difficili dal 2012 in poi è rimasto unito, ha tenuto la barra dritta e che oggi in pandemia ha saputo modificarsi e adattarsi alle esigenze dei tempi che stiamo vivendo mettendosi a disposizione delle istituzioni in quel principio di sussidiarietà che ci ha sempre contraddistinto”, ha affermato.

ICS Maugeri S.p.A.: all’inizio solo una clinica del lavoro

Quando è nata la Fondazione nel 1965 era una semplice clinica del lavoro. Alla morte del fondatore, nel 1985, è poi diventata “Salvatore Maugeri” e ha iniziato ad affiancare alla medicina del lavoro anche la medicina riabilitativa. Nei primi anni del 2000 si contavano già una ventina di istituti sul territorio. Nel 2016 tutte le attività, sia assistenziali che di ricerca, vengono conferite alla ICS Maugeri S.p.A., che attualmente opera in sei regioni italiane con 17 Istituti. Nella giornata di celebrazione, la Vicepresidente della Fondazione Salvatore Maugeri, Chiara Maugeri, ha ricordato di quanto siano orgogliosi del loro passato e del fatto di essere stati pionieri nella medicina del lavoro. Adesso bisogna però guardare al presente e al futuro. “Non possiamo vivere solo di passato. – ha sottolineato la Vicepresidente – Prendersi cura del paziente a 360 gradi è la vera sfida di questi anni poiché il paziente cronico è quello per cui il sistema sanitario può fare di più, e noi riteniamo di poter dare un contributo per dare un supporto alle Istituzioni affinché questa tipologia di paziente possa avere risposte adeguate. Salvatore Maugeri ha insegnato che al primo posto c’è sempre la persona e che per raggiungere l’unico obiettivo, che deve essere la cura del paziente, serve lavoro di squadra e che da soli non si è efficaci”.

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Esposizioni universali: il saggio di Federico Motta Editore ripercorre le tappe principali

Dai Salon de beaux-arts et manifactures a Expo 2020: il saggio “Le Esposizioni universali” di Vittorio Marchis, pubblicato su “Historia” di Federico Motta Editore, ripercorre le tappe più importanti di questi grandi eventi.

Federico Motta Editore

Federico Motta Editore: il fenomeno sociale delle Esposizioni universali

Organizzate fin dal XVIII secolo, le Esposizioni universali rappresentano oggi una vetrina mondiale per pubblicizzare e valorizzare le eccellenze dei Paesi partecipanti. Il saggio “Le Esposizioni universali” di Vittorio Marchis, pubblicato su “Historia” di Federico Motta Editore, ripercorre la storia di questi eventi nati in Francia come Salon de beaux-arts et manifactures e che successivamente, con l’Impero napoleonico, sono diventate un fenomeno sociale. “Inizialmente legate a singole realtà territoriali nel 1851 il fenomeno diviene internazionale e, da occasione per promuovere l’innovazione tecnologica e di prodotto, le Esposizioni universali diventano un modo per perpetuare e diffondere un modello di progresso che acquista anche valenze politiche, artistiche e culturali”. Come ricorda il saggio edito da Federico Motta Editore, lo scopo di questi eventi, inizialmente di carattere nazionale, era la promozione di prodotti locali legati all’industria e all’artigianato. A Milano le Esposizioni vennero organizzate ogni anno dal 1806 al 1813, mentre a Torino nel 1805, nel 1811 e nel 1812.

Federico Motta Editore: da Londra 1851 a Dubai 2020

La prima Esposizione universale fu realizzata a Londra nel 1851: per l’occasione, a Hyde Park, fu installato il Crystal Palace, la gigantesca struttura progettata dal botanico e costruttore di serre Joseph Paxton. A partire da allora, come ricorda il saggio di Federico Motta Editore, queste manifestazioni furono organizzate in tutte le più importanti città come Parigi, Vienna, New York, Philadelphia e Chicago. Nel 1889, per l’evento che sancì l’inizio del Novecento, è stata invece inaugurata la Tour Eiffel, il clou dell’Esposizione di Parigi che ancora oggi attira milioni di visitatori da tutto il mondo. Nel corso degli anni, le Esposizioni universali non hanno celebrato soltanto i progressi tecnici, ma hanno permesso anche di esaltare le opere di grandi architetti, artisti e designer. Dopo l’Expo di Milano del 2015, Dubai, capitale dell’omonimo emirato, ospita l’Expo 2020 (dal primo ottobre 2021 fino al 31 marzo 2022).

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Vendere Oro Perché Oggi è Più Facile e Conveniente ?

Vendere oro oggi è molto più semplice e sicuro di quanto accadeva prima del nuovo millennio, questo è principalmente dovuto alla nascita di attività come questo compro oro Firenze.
Il Banco dei Pegni
Un tempo chiunque volesse vendere oro era facile che finisse per ricorrere al banco dei pegni conosciuto anche come banco della pietà.
Questi luoghi erano soliti raccogliere oggetti più o meno di valore che persone solitamente in difficoltà economica o bisognose di ottenere contanti subito.
Quando ci si rivolgeva ad un banco dei pegni solitamente si otteneva una somma di denaro a titolo di prestito per il quale si cedeva in garanzia un oggetto.
Tra la somma ricevuta ed il reale valore dell’oggetto vi era una notevole differenza e per riottenere l’oggetto dato in pegno si doveva regolarmente pagare rate stabilite fino alla completa restituzione della somma ricevuta, compresi i dovuti interessi.
Trattandosi nella maggioranza dei casi di persone che non versavano in buone condizioni economiche era solito che si finisse per perdere la proprietà dell’oggetto per il solo valore del prestito ottenuto.
Questa condizione di monopolio portava anche molte persone che volevano vendere oro a cederlo in pegno per una cifra molto minore rispetto al suo valore reale.
I Compro Oro
L’aumento esponenziale del numero delle persone che volevano vendere oro ha portato di fatto alle condizioni ideali per lo sviluppo di un settore dedicato all’acquisto di questa tipologia di oggetti preziosi.
Queste attività si sono specializzate nella valutazione e nell’acquisto di qualsiasi tipologia di oggetti in oro e anche di argento ed in alcuni casi di orologi di lusso.
A partire dal boom di queste attività il giro di affari è andato crescendo per alcuni anni soprattutto in quella fase in cui il prezzo dell’oro viaggiava su un valore elevato.
Oggi da alcuni anni il numero delle persone che vogliano vendere oro è calato e con questo sono diminuiti anche i compro oro in attività sul territorio.
Nonostante questo il settore si è consolidato ed oggi può contare su un discreto e comunque diffuso numero di operatori professionali ufficiale e riconosciuti a livello di legge.
Questo settore ha definitivamente dato la possibilità alle persone di vendere i propri oggetti in oro ad un prezzo congruo rispetto a ciò che si poteva ottenere un tempo presso un banco dei pegni.

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