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12 Dicembre 2020

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Esaltare le forme con un corsetto

Il corsetto entra a far parte del guardaroba femminile a partire dal XVI secolo; questo indumento era utilizzato per modellare il corpo delle donne, schiacciando o sostenendo il seno, stringendo o esaltando i fianchi e migliorando la postura. Nel corso dei secoli il corsetto ha subito numerose evoluzioni, con vari modelli dalle forme e dagli scopi differenti e ha riscontrato una maggiore o minore popolarità a seconda delle epoche e dei contesti sociali.

I corsetti più celebri della storia sono senza dubbio quelli vittoriani che erano caratterizzati da rigide stecche, spesso realizzate in acciaio o in un altro tipo di metallo, che svolgevano una funzione costrittiva. Alcuni modelli venivano legati sulla schiena, attraverso un complesso intreccio di stringhe; altri modelli erano invece dotati di un più pratico sistema di bottoni che consentiva una più pratica sul davanti. Il corsetto vittoriano era utilizzato per modellare il busto nella caratteristica forma a clessidra che, a quel tempo, era considerato un vero e proprio emblema della femminilità.

I corsetti cambiano forma… grazie alla guerra

Quando gli Stati Uniti fecero il loro ingresso nella Prima Guerra Mondiale, chiesero alle donne di rinunciare ai loro corsetti che erano ancora realizzati in metallo che a quel tempo doveva però essere utilizzato per la produzione bellica. I corsetti iniziarono quindi ad assumere forme più morbide e a diventare più confortevoli.  Proprio in questo periodo iniziarono a essere prodotti i primi modelli con guaine elastiche che fornirono l’ispirazione per la realizzazione dei primi reggiseni.

I corsetti ritornano popolari intorno agli anni Cinquanta grazie alle case d’alta moda, come Dior e Jean Paul Gaultier, che proposero collezioni ispirate alla moda dei corsetti vittoriani.

Nel corso degli ultimi decenni il corsetto ha subito ancora un’ulteriore evoluzione, trasformandosi in un imperdibile accessorio erotico e seducente da abbinare con eleganza per delle occasioni pubbliche o da utilizzare per dei piaceri privati.

Corsetti di ogni forma e dimensioni per ogni occasione erotica

Il corsetto è quindi diventato oggi un capo d’abbigliamento intimo erotico, in quanto non ha più una funzione pratica di modellare il corpo, ma ha come unico scopo quello di stimolare la libido sia di chi lo indossa, sia per chi guarda.

I corsetti realizzati con inserti di pizzo rispondono pienamente a questa esigenza, in quanto sono in grado di creare un raffinato e lussurioso gioco di vedo-non vedo che è in grado di fare crescere a dismisura la tensione erotica.

Altri corsetti richiamano invece le forme più rigide dei tradizionali modelli in voga durante l’epoca vittoriana, anche se evitano di riprodurre il loro effetto costrittivo che, come è stato dimostrato con negli anni, può avere degli effetti dannosi sulla salute.

Negli ultimi anni, i modelli più costrittivi sono comunque  diventati nuovamente molto popolari nel mondo del sadomaso e più in generale nelle pratiche BDSM. Il corsetto vittoriano tradizionale, con le su strette stecche di metallo, può infatti essere impiegato in queste pratiche per generare un effetto di piacevole tortura erotica. Nel mondo del sadomaso sono molto apprezzati anche i più moderni modelli di corsetti, realizzati in lattice nero molto aderente che mette in risalto il seno e i fianchi, proprio come facevano i primi modelli di corsetto utilizzati dalle donne del XVI secolo.

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Siderurgia: la carriera di Gianpietro Benedetti

Gianpietro Benedetti, alla guida di Danieli dai primi anni 2000, porta avanti la strategia di espansione internazionale del gruppo.

Gianpietro Benedetti

L’ingresso in Danieli di Gianpietro Benedetti

Dopo aver terminato gli studi, Gianpietro Benedetti avvia il suo percorso professionale in Danieli in qualità di disegnatore tecnico. In seguito ingegnere progettista, nel 1968 viene nominato Responsabile dell’Ufficio Tecnologie e Processo di Laminazione. È uno dei primi incarichi di responsabilità all’interno dell’azienda di Buttrio, al centro di un cambiamento che si rivelerà estremamente fruttuoso: la multinazionale decide infatti di passare dalla produzione di macchinari per l’industria siderurgica a quella degli impianti chiavi in mano. Intanto la sua carriera compie diversi passi in avanti: nel 1976 è Direttore del Centro Ricerche, mentre nel 1982 inizia a dirigere il comparto Vendite. La svolta nel 1986, quando Gianpietro Benedetti viene nominato Direttore Generale del gruppo. È da poco iniziata l’era di Cecilia Danieli, presidente e amministratore delegato, responsabile dell’uscita dell’azienda dalla crisi che in quegli anni aveva colpito il settore siderurgico.

Gianpietro Benedetti alla guida di Danieli

Agli inizi degli anni ’90 Danieli si rende protagonista di numerose acquisizioni, che riguardano in particolar modo società estere: la francese Rotelec, l’italiana Techint Machine e la svedese Sund Birsta. Quando nel 1999 Gianpietro Benedetti viene nominato Amministratore Delegato, Cecilia, prematuramente scomparsa a causa di una malattia, aveva lasciato un’azienda in piena crescita, con un fatturato di circa 2.000 miliardi e oltre 3.000 dipendenti. Nel 2003 viene scelto anche come Presidente del Gruppo, mentre nel 2017 arriva la nomina come Presidente sia del CdA che dell’Executive Board. Il manager, ancora oggi, continua l’opera di internazionalizzazione del suo predecessore. Il successo di Gianpietro Benedetti è stato riconosciuto diverse volte durante la sua carriera. Cavaliere del Lavoro dal 2006, due lauree e un diploma in M.B.A ad honorem: uno degli ultimi premi conferitogli è stata la medaglia “Tadeusz Sendzimir Memorial”, rilasciata dall’Associazione AIST (Iron and Steel Technology).

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L’esperienza di Gianpietro Benedetti in Danieli

Gianpietro Benedetti, alla guida di Danieli dai primi anni 2000, porta avanti la strategia di espansione internazionale del gruppo.

L’ingresso in Danieli di Gianpietro Benedetti
Dopo aver terminato gli studi, Gianpietro Benedetti avvia il suo percorso professionale in Danieli in qualità di disegnatore tecnico. In seguito ingegnere progettista, nel 1968 viene nominato Responsabile dell’Ufficio Tecnologie e Processo di Laminazione. È uno dei primi incarichi di responsabilità all’interno dell’azienda di Buttrio, al centro di un cambiamento che si rivelerà estremamente fruttuoso: la multinazionale decide infatti di passare dalla produzione di macchinari per l’industria siderurgica a quella degli impianti chiavi in mano. Intanto la sua carriera compie diversi passi in avanti: nel 1976 è Direttore del Centro Ricerche, mentre nel 1982 inizia a dirigere il comparto Vendite. La svolta nel 1986, quando Gianpietro Benedetti viene nominato Direttore Generale del gruppo. È da poco iniziata l’era di Cecilia Danieli, presidente e amministratore delegato, responsabile dell’uscita dell’azienda dalla crisi che in quegli anni aveva colpito il settore siderurgico.

Gianpietro Benedetti alla guida di Danieli
Agli inizi degli anni ’90 Danieli si rende protagonista di numerose acquisizioni, che riguardano in particolar modo società estere: la francese Rotelec, l’italiana Techint Machine e la svedese Sund Birsta. Quando nel 1999 Gianpietro Benedetti viene nominato Amministratore Delegato, Cecilia, prematuramente scomparsa a causa di una malattia, aveva lasciato un’azienda in piena crescita, con un fatturato di circa 2.000 miliardi e oltre 3.000 dipendenti. Nel 2003 viene scelto anche come Presidente del Gruppo, mentre nel 2017 arriva la nomina come Presidente sia del CdA che dell’Executive Board. Il manager, ancora oggi, continua l’opera di internazionalizzazione del suo predecessore. Il successo di Gianpietro Benedetti è stato riconosciuto diverse volte durante la sua carriera. Cavaliere del Lavoro dal 2006, due lauree e un diploma in M.B.A ad honorem: uno degli ultimi premi conferitogli è stata la medaglia “Tadeusz Sendzimir Memorial”, rilasciata dall’Associazione AIST (Iron and Steel Technology).

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La formazione professionale in Sicilia al tempo del Covid

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  • 12 Dicembre 2020

formazione professionale in sicilia

 

La ricerca del lavoro in Sicilia è da sempre qualcosa di particolarmente complesso e che necessita di una buona dose di pazienza tra studi, formazione, candidature e colloqui di lavoro.

È soprattutto il periodo che sussiste tra gli anni di studi e quelli di inserimento nel mondo del lavoro ad essere particolarmente complesso, sebbene questo non debba in alcun modo scoraggiare gli aspiranti candidati.

 

La formazione professionale in Sicilia ai tempi del Coronavirus

La nota emergenza legata al Coronavirus ha chiaramente reso tutto ancora più complicato soprattutto in Sicilia, terra già di suo martoriata da una economia instabile e perennemente in cerca di rilancio.

Tante sono infatti le imprese dell’isola che sono state costrette a chiudere i battenti o a ricorrere alle sovvenzioni dello Stato per riuscire ad avere una certa continuità lavorativa e garantire lo stipendio ai dipendenti.

Ad ogni modo bisogna ricordare che tutte le realtà imprenditoriali che hanno potuto fare ricorso allo smart working ne hanno beneficiato e continuano a farlo riducendo le ore di lavoro in sede.

 

Corsi di formazione professionale online

grazie all'e-learning è possibile seguire i corsi di formazione professionale di Formasys ad Alcamo

 

Abbiamo provato a chiedere ad un centro di formazione professionale di Alcamo (https://www.formasys.it/) se anche durante il periodo di restrizione dovuto alla classificazione delle regioni italiane in aree (rossa, gialla, arancione) sia comunque possibile fare formazione professionale.

Abbiamo quindi scoperto che è possibile continuare a seguire le lezioni da remoto grazie all’e-learning, e riuscire ugualmente ad acquisire le nozioni e le competenze specifiche previste dal programma di studi.

Tra l’altro vi sono dei vantaggi collaterali per quel che riguarda la formazione online, e tra questi l’eliminazione di problemi quali la ricerca del parcheggio, l’utilizzo dei mezzi pubblici ed il traffico.

Di contro si ha maggiore libertà nella gestione del tempo e la facilità di poter accedere alle sessioni formative semplicemente adoperando un portatile o un dispositivo mobile quale tablet o smartphone.

Inoltre è possibile registrare le lezioni e quindi riascoltare i contenuti tutte le volte che si desidera, fino a quando si ha la certezza di aver acquisito al meglio ogni concetto dei docenti. Da non sottovalutare valutare poi la possibilità di poter accedere nuovamente alle lezioni da qualsiasi altro tipo di dispositivo e dunque di poterle riascoltare in qualsiasi momento ed in qualunque luogo ci si trovi.

La nota emergenza legata al Covid non ha dunque intaccato la voglia dei giovani di formarsi e di prepararsi ad accedere al mondo del lavoro. La tecnologia consente infatti agli enti di formazione professionale in Sicilia di poter continuare a fare lezioni online così come le sessioni d’esame, a tutto vantaggio di chi ha deciso di investire sul proprio futuro anche in questo momento.

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