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16 Settembre 2020

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Dalla progettazione all’inizio dei lavori, tutto sulla ristrutturazione

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  • 16 Settembre 2020

Quando si decide di ristrutturare casa spesso non si sa da dove partire, quali gli step da seguire e come affrontare possibili problematiche. Qui di seguito proveremo a sintetizzare in 5 punti le fasi per progettare ed effettuare una ristrutturazione.

Quando si decide di fare un lavoro di ristrutturazione è importante tener presente che con un progetto ben definito e professionale sarà possibile migliorare l’efficienza della casa e aumentare il valore dell’immobile, cosa da non sottovalutare se in futuro si deciderà di affittare o vendere l’immobile. 

Pianificare

Pianificare una ristrutturazione significa stabilire quali sono le esigenze e quali i risultati che si vogliono ottenere. In questa fase va anche stabilito il budget per fissare un tetto di spesa che potrà variare leggermente in itinere ma non si discosterà comunque dal budget di partenza. 

Quando si esegue un lavoro di ristrutturazione innanzi tutto bisogna puntare a riqualificare gli spazi.

Gli spazi che definiscono gli ambienti in casa sono spesso legati a concezioni superate e finiscono per non rispecchiare le esigenze attuali. Un’idea potrebbe essere quella di rimuovere dei muri, come ad esempio quello che divide cucina e salotto, per creare un ambiente unico. 

Ristrutturare significa migliorare l’efficienza energetica della casa con una conseguente riduzione dei costi di gestione.

Per migliorare l’efficienza energetica della casa bisogna innanzitutto migliorare l’isolamento termico della struttura. Questo sarà possibile farlo in diversi modi anche a seconda dei lavori che si andranno ad eseguire. 

Se la ristrutturazione fosse totale si potrebbe pensare all’isolamento a cappotto, una tecnica per la coibentazione termica in cui si applica sulla superficie delle pareti un materiale isolante.

Se la ristrutturazione invece sarà meno drastica, sarà possibile optare per intonaci termoisolanti.

Cambiare gli infissi permetterà un miglior isolamento termico con un successivo risparmio sui costi del riscaldamento. 

Quando parliamo di efficienza energetica ci riferiamo anche ad altri interventi. 

L’installazione di impianti di domotica è utile per migliorare la sicurezza in casa, i sistemi di controllo a distanza evitano rischi per disattenzione o dimenticanza e inoltre abbattono i costi di gestione. 

Progettare

Prima ancora del progetto, c’è la scelta del tecnico che eseguirà la pianificazione della ristrutturazione.

È importante scegliere il tecnico con cura per far si che le esigenze e i desideri pianificati si trasformino in un progetto reale, soddisfacente e a norma. 

Di cosa si occupa il tecnico?

Il tecnico è innanzitutto necessario per presentare la pratica edilizia al Comune prima di iniziare qualsiasi tipo di lavoro. 

Oltre ad occuparsi della parte progettuale avrà anche il compito di stilare il preventivo dei lavori. Il tecnico inoltre farà anche da tramite nel caso insorgessero problematiche durante le varie fasi della ristrutturazione, o semplicemente come intermediario tra committente e impresa incaricata dei lavori.

Molte imprese di progettazione Torino offrono un servizio a 360 gradi, seguendo il lavoro dal progetto alla realizzazione affidandosi a professionisti già selezionati. Una soluzione di questo tipo permetterà sicuramente un risparmio di tempo e garantirà un servizio più puntuale ed efficace, evitando la fase successiva della scelta dell’impresa. 

La scelta dell’impresa

Importante è non fermarsi alla prima impresa edile ma cercare quella più vicina alle proprie esigenze. Spesso la scelta viene fatta in base al passaparola, non è sbagliato accogliere un suggerimento ma non si deve fare una scelta senza aver fatto un confronto con altre imprese del settore. 

Spesso si pensa che un’impresa edile debba essere in grado di fare tutto ma non è così, ogni impresa è specializzata in alcune tipologie di lavoro e di conseguenza potrebbe essere non adatta a fare quello di cui si ha bisogno.

Fase tecnico-burocratica

Come già accennato precedentemente, il tecnico dovrà presentare la pratica dei lavori al Comune e andrà inoltre preparata tutta la documentazione relativa alla sicurezza sul cantiere.

Inoltre, se a causa della ristrutturazione bisognerà occupare una parte di suolo pubblico, per caricare e scaricare i materiali, anche in questo caso sarà necessario fare richiesta di autorizzazione. 

Oltre alla burocrazia ordinaria per l’inizio dei lavori, in questi mesi si è molto parlato del Bonus Ristrutturazioni 2020 (Ecobonus). Per usufruire dell’Ecobonus bisognerà essere in possesso di una certificazione di un tecnico abilitato, o del direttore dei lavori, che dimostri che l’intervento è in possesso dei requisiti richiesti, di una scheda informativa relativa agli interventi conseguiti e dell’Attestazione di prestazione energetica (APE).

Con il Bonus Ristrutturazioni 2020 sarà possibile ottenere detrazioni fiscali del 110%, spalmate in cinque anni, per le spese sostenute per lavori di ristrutturazione e di interventi di risparmio energetico realizzate su proprietà condominiali o private (effettuati tra il 1° luglio 2020 e il 31 dicembre 2021).

Inizio dei lavori

Dopo aver ottenuto tutte le autorizzazioni è possibile procedere con i lavori. In questa fase bisognerà comunque essere presenti per essere certi che modalità e tempistiche vengano rispettate. 

Ma non solo potrebbero insorgere delle problematiche non considerate nelle fasi precedenti che potrebbero portare a modifiche del progetto o semplicemente ad uno slittamento della fase di consegna. 

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No profit per Digital Marketers

In un mondo in continua espansione, dove la componente digital dell’azienda risulta sempre più importante, anche quei business che non hanno fini lucrativi devono attrezzarsi per far sentire la propria presenza online; così la funzione delle agenzie di digital marketing risulta sempre più rilevante. Prima di addentrarci nella funzione del digital marketing per le organizzazioni no profit dobbiamo capire come esse siano strutturate e come funzionino.

 

No profit: come funziona

 

Un’organizzazione no profit, conosciuta anche come attività a scopo non lucrativo, è un’organizzazione che si dedica a perseguire una particolare causa sociale o un determinato punto di vista condiviso da più persone. In termini economici si tratta di un’organizzazione che usa il proprio utile per inseguire i propri obiettivi sociali piuttosto che distribuirli agli “stakeholders” ovvero i detentori di interesse., ai membri e ai proprietari. Quando queste organizzazioni vengono riconosciute dallo Stato ottengono tutta una serie di benefici che le aiutano nella loro “missione”, come ad esempio l’esenzione dalle tasse. Inoltre tali organizzazioni posono operare in vari ambiti, come quello religioso, quello scientifico, quello educativo, e tanto altro, al contrario di quello che si pensa non sono relegate solo all’ambito della beneficienza.  Gli aspetti chiave di tali organizzazioni no profit sono la fiducia, onestà, la trasparenza e l’apertura nei confronti di tutte quelle persone che hanno investito tempo, soldi e fede nell’organizzazione. Per quanto riguarda la trasparenza, le organizzazioni no profit devono rendicontare qualsiasi movimento di denaro ai propri donatori, ai propri fondatori e agli enti pubblici. Inoltre la profittabilità di una no-profit deriva da quanto può investire nei suoi progetti e questo dipende ovviamente da quanti donatori riesce ad attrarre, è un circolo virtuoso, più donatori una no-profit ha, più può investire e più cresce in credibilità e più aumenta il numero dei donatori. Non essendo guidate dai soldi, ma avendo comunque bisogno di soldi per i propri progetti, è fondamentale che le no-profit abbiano diversi canali di acquisizione del denaro oltre ai donatori privati, come ad esempio il merchandising, il finanziameto pubblico, le grandi aziende, ed altro ancora. E quale strumento migliore del digital marketing per aumentare le proprie acquisizioni?

 

Come sfruttare al meglio quest’opportunità

 

Dal lato dei digital marketer è fondamentale entrare in questo settore con la consapevolezza che anche se parliamo di temi “sensibili” le modalità con cui gestiamo le nostre campagne  di comunicazione sono le stesse, quello che cambia sono gli obiettivi, che risultano estremamente importanti. Gli obiettivi sono principalmente due: brand awareness, ovvero fare in modo che si conosca in giro la storia dell’organizzazione, i progetti, i traguardi, nella mente delle persone il brand deve risuonare e deve avere un impatto positivo; fundraising, ovvero portare il semplice utente ad essere fan e quindi donatore. Gli strumenti con il quale fare tutto ciò sono diversi, di seguito ne elencheremo alcuni tra i più importanti.

 

Email marketing

 

Attraverso la newsletter puoi raggiungere i tuoi fan e i possibili donatori tenendoli sempre aggiornati sulla situazione dell’organizzazione in termini di traguardi e progetti, inoltre questo strumento risulta molto economico rispetto a tanti altri e può essere utilizzato ripetitivamente all’interno dello stesso mese. Ovviamente il contenuto della mail è molto importante, sia in termini grafici che in termini di scrittura.

 

Social media

Se pensiamo che trascorriamo in media 6 ore al giorno sui social media risulta chiaro come sia fondamentale avere tutti gli account dell’organizzazione aperti, sistemati e con contenuti sempre aggiornati. Inoltre dai social media possiamo redirezionare gli utenti  da qualsiasi parte, che sia il sito o una pagina specifica di raccolta fondi.

 

Sito e pagina delle donazioni

Il sito è la vetrina digitale dell’azienda e se il sito è fatto male o è poco responsivo, tutta l’immagine digitale ne risente, inoltre è fondamentale dare la possibilità a chi visita il nostro sito di contattarci direttamente e di donare direttamente.

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Investitori fai da te, occhio alla trappola dei tassi di interesse bassi

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  • 16 Settembre 2020

Da anni ormai i report della UE fanno notare che l’Italia, che dovrebbe essere uno dei big d’Europa, ha un grado di educazione finanziaria terribile. Molti risparmiatori del nostro Paese si fermano ai concetti più elementari e non sanno andare oltre.
Una situazione del genere, nel contesto attuale di crisi, diventa una trappola per molti investitori fai da te.

La trappola del fixed income per gli investitori fai da te

investitori fai da tePrendiamo il caso più semplice, ovvero quello dei titoli di Stato. A causa dell’emergenza pandemica, governi e banche centrali hanno dovuto spingere al massimo il livello di sostegno all’economia. Tradotto: tassi di interesse bassi e fiumi di liquidità nell’economia. Ma questo significa rendimenti dei bond governativi a livelli estremamente bassi, anche zero.
In uno scenario simile, molti investitori hanno preferito evitare l’obbligazionario, perché ritengono che l’alpha generato coincida con il livello dei rendimenti dei titoli.

I bond governativi hanno ancora un senso

In realtà l’errore che commetto gli investitori fai da te è proprio qui. Non bisogna solo valutare il rendimento. Sono essenziali anche dispersione, volatilità e forma delle curve dei rendimenti. Se si tralasciano questi aspetti, e si trascura il fixed income solo a causa dei tassi di interesse, si commette un passo falso.
Malgrado l’epoca dei tassi bassi, c’è ancora un importante valore nei bond governativi. Le banche centrali infatti continuano ad essere un punto di ancoraggio importante per chi investe, specie per la parte a breve di quasi tutti i mercati obbligazionari sviluppati.
Tralasciare il fixed income per rifugiarsi in safe haven come gli etf oro in euro, quindi aumenta i rischi nell’allocazione del proprio portafoglio.

Occasioni (e rischi) nel corporate

Vale per i titoli di Stato, ma ancora di più per quelli corporate, che sono sicuramente più redditizi. Con qui gli investitori fai da te devono prestare le opportune attenzioni. Perché è certamente più rischioso. Ma, come tutti sappiamo, più rendimento equivale a più rischio. Sul mercato high yield, è interessante notare che che ci sono grandi occasioni tra i fallen angel – ovvero i titoli di grosse aziende che però sono stati declassate al di sotto del rating investment grade. In special modo appartengono al settore energetico e property. Chiaramente, questo tipo di impiego del proprio capitale non è adatto alle strategie di trading a breve termine. E comunque, bisogna stare in allerta sul rischio di default e ai tassi di recupero bassi. Ciò mette in evidenza ancora una volta l’importanza della selezione dei titoli.

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