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Febbraio 2019

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Ats Bergamo: il direttore generale Massimo Giupponi nomina i componenti della nuova Direzione Strategica

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  • 12 Febbraio 2019

Sono stati nominati questa mattina dal direttore generale di Ats Bergamo, Massimo Giupponi, i tre nuovi direttori che entreranno a far parte della Direzione Strategica di Ats Bergamo.

La squadra del Direttore Generale vede Paolo Giuseppe Cogliati ricoprire la posizione di Direttore Amministrativo. Classe 1966, laureato in Economia e commercio dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Cogliati si specializza seguendo numerosi corsi di formazione manageriale, alcuni specifici per il settore sanitario. Un percorso professionale che inizia nel settore privato, come dirigente e amministrativo di imprese e come dottore commercialista. Poi, l’approdo in ambito pubblico nel 2009 presso l’Asst Papa Giovanni XXIII, dove è stato direttore di unità complessa e struttura semplice, per poi passare nel 2016 alla direzione amministrativa dell’Ats della Brianza.

Come Direttore Socio-Sanitario Giupponi ha scelto Cristina Sarchi, 55 anni ad aprile, ex-dirigente amministrativa dell’Unità “Coordinamento delle Reti integrate dell’area socio-sanitaria” dell’Ats della Brianza, dove ha coordinato i lavori con tutti i direttori del percorso cronicità dell’Ats. Dopo la laurea in Economia e Commercio presso l’università LUISS Guido Carli di Roma, accresce la sua formazione conseguendo specializzazioni e certificazioni, l’ultima lo scorso 2018 in “Programmazione integrata dei servizi sociosanitari: analisi del bisogno ed erogazione dei servizi”. Dopo alcuni anni di lavoro nel privato e nel mondo delle associazioni, Cristina Sarchi approda nel mondo sociosanitario nel 2007 come Direttore Generale di una Residenza Sanitaria Assistenziale in provincia di Lecco, dove resta fino all’inizio dell’incarico presso l’Ats brianzola, nel 2016.

Il nuovo Direttore Sanitario è il milanese Carlo Alberto Tersalvi, classe 1963, ex-direttore sanitario dell’Asst dei Sette Laghi di Varese. Un’esperienza, la sua, maturata in anni di esperienze nel settore sanitario pubblico, presso l’Assessorato alla Sanità di Regione Lombardia e Aziende ospedaliere della regione. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università Statale di Milano, si specializza in Ortopedia e Traumatologia e, successivamente, in Igiene e Medicina Preventiva. In quest’ultimo campo vanta anni di esperienza come dirigente medico presso le aziende ospedaliere delle province di Lecco, Monza e Como.

«Ringrazio vivamente i direttori amministrativo, sociosanitario e sanitario uscenti, ovvero Adriano Vaini, Renato Bresciani e Pietro Imbrogno, e Piero Canino, responsabile dell’Area Risorse Umane, per il lavoro svolto – dichiara il Direttore Generale della Ats di Bergamo e sottolinea – Avere una squadra competente e una solida organizzazione sono alla base del lavoro che sto impostando dal mio arrivo a Bergamo, in forte sinergia con enti e realtà del territorio in un’ottica di “sistema”» I tre neodirettori entreranno in carica a partire da venerdì 15 febbraio 2019.

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L’evoluzione del Servizio Sociosanitario Lombardo

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  • 12 Febbraio 2019

Quali sono le competenze richieste a un Coordinatore delle professioni sanitarie e sociosanitarie? Quale sarà il futuro di questa importante funzione? Quali gli strumenti che consentono a questa figura manageriale di svolgere correttamente la sua strategica funzione? Questi e molti altri sono i temi di cui discuterà venerdì 15 febbraio presso l’Aula Galeotti della sede dell’Università degli Studi di Bergamo in via dei Caniana in occasione del convegno dedicato al ruolo del Coordinatore delle professioni sanitarie e sociali alla luce dell’evoluzione del Servizio Sociosanitario Lombardo. La partecipazione è libera previa iscrizione da effettuarsi sul portale web dell’Università di Bergamo (Sezione News ed Eventi).

Durante i lavori, aperti alle 9.30 da Edoardo Ezio Della Torre, Direttore SDM, Angelo Renoldi, Direttore del Master e Chiara Casadio, Coordinatore del Master e che vedono l’intervento di Massimo Giupponi, Direttore Generale ATS Bergamo e Annalisa Pennini, Direttore scientifico Format, saranno presentati i risultati emersi dalla ricerca guidata da Gaia Bassani, Professore a contratto dell’Università degli Studi di Bergamo, e da Iorio Riva, Sociologo ATS Bergamo.

In due anni, sono stati intervistati circa 200 coordinatori, analizzando l’impatto sui mutamenti organizzativi e professionali a tre anni dall’entrata in vigore della Riforma regionale. Tra le prime evidenze emerse si riscontra una sempre maggiore adesione delle Organizzazioni ai princìpi imposti dalla Riforma, a partire da una visione sistemica per la presa in carico, la continuità assistenziale delle cronicità e delle fragilità e una indispensabile integrazione tra gli interventi sanitari sociosanitari e sociali.

Sfide che impongono riflessioni accurate e che coinvolgono, in primis, la funzione di raccordo e di regia delle figure che coordinano i servizi e gli interventi. Una funzione professionale per cui SdMSchool of Management dell’Università degli Studi di Bergamo organizza il Master di I° livello “Management delle professioni sanitarie e sociosanitarie. Coordinamento e organizzazione dei servizi ospedalieri domiciliari e territoriali”, già alla sua decima edizione con oltre 300 coordinatori formati.

 

 

PROGRAMMA DEL CONVEGNO

ore 9,30 Apertura dei lavori

Edoardo Ezio Della Torre – Direttore SDM

Angelo Renoldi – Direttore del Master

Chiara Casadio – Coordinatore del Master

ore 10,00 Presentazione degli esiti della ricerca sull’attività e le competenze del Coordinatore alla luce della Legge Regionale 23/2015

Gaia Bassani – Professore a contratto dell’Università degli Studi di Bergamo

Iorio Riva – Dirigente Sociologo ATS Bergamo

ore 10,30 La sfida dell’integrazione sociosanitaria

Massimo Giupponi – Direttore Generale ATS Bergamo

ore 11,00 Evoluzione della figura del coordinatore: funzioni di management e di leadership fra passato, presente e futuro

Annalisa Pennini – Direttore scientifico Format

ore 12,30 Chiusura lavori

Chiara Casadio – Coordinatore del Master

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Letture dei classici all’Università degli Studi di Bergamo

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  • 12 Febbraio 2019

Al via da oggi, martedì 12 febbraio, la seconda edizione di “Letture dei classici”, l’iniziativa a cura dei docenti del dipartimento di Lingue, letterature e culture straniere dell’Università degli studi di Bergamo, che vuole presentare a professori e studenti delle scuole superiori, ma anche ad appassionati e curiosi, un’opera per ciascuna delle letterature euro-americane e orientali insegnate all’ateneo bergamasco.

Dieci incontri gratuiti e a libero accesso, come da programma consultabile sul sito dell’università www.unibg.it.

Primo appuntamento martedì 12 febbraio alle ore 17 presso l’Ateneo di scienze, lettere e arti di via Torquato Tasso 4 a Bergamo con la “Fedra” di Jean Racine. Fabio Scotto, professore ordinario dell’Università degli studi di Bergamo, prende in esame la celebre tragedia francese la cui protagonista Fedra, matrigna incestuosa, sentendosi rifiutata dal figliastro Ippolito, ne causa la morte per maledizione del padre Teseo, prima di confessare le sue colpe e morire suicida. Dramma della colpa e del desiderio, il testo è un mirabile esempio di stile e forza drammatica che verrà analizzato avvalendosi della critica sociologica (Goldmann), strutturale (Barthes) e psicanalitica (Orlando) al fine di mostrarne la modernità nella rappresentazione del represso e della costante tensione tra Eros e Thanatos, pulsione di vita e pulsione di morte.

Prossimi incontri, ospitati in spazi diversi della città, le letture di Zorrilla, Pinter, Zeami Motokiyo, Goldoni, Williams, Tawfiq al-Hakim, Èhecov, Ma Zhiyuan e Büchner.

 

Coordina: Luca Bani, professore associato del dipartimento di Lingue, letterature e culture straniere dell’Università degli studi di Bergamo [email protected]

 

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Gli orologi Hip Hop in silicone colorato: per un San Valentino speciale

Cosa regalare a San Valentino? La scelta è spesso difficile ma quest’anno la soluzione potrebbe essere proprio dietro l’angolo. Hip Hop Watches e i suoi orologi in silicone colorato per donna e per uomo, rappresentano un’idea regalo originale, per una giornata davvero unica.

Hip Hop Watches, infatti, per la festa degli innamorati ha pensato a una proposta tanto dolce quanto particolare: distinguersi con un dono originale verso la propria dolce metà può fare la differenza.

Trasforma il tuo orologio da polso in un qualcosa che va oltre il semplice segnatempo. Un orologio con il cinturino in silicone con forme e colori diversi avrà un significato particolare, legato a una giornata di festa e a ricordi piacevoli e, allo stesso tempo, sarà utile e funzionale in ogni occasione.    

Splendidi orologi colorati tra i quali scegliere

Esaltare la propria quotidianità indossando orologi da polso glam e fashion come gli Hip Hop Watches può trasformare ogni giorno in un’occasione speciale e, la collezione Hip Hop (HE) ART è dedicata a tutti gli innamorati.

L’orologio POP (HE)ART è un’esplosione di cuori: il rosso, va da sé, è il colore predominante è perfettamente in linea con San Valentino.

Il materiale, poi, è il silicone stampato con la tecnica del water transfer, che dona quella praticità tipica degli orologi Hip Hop a un modello che vuole regalare amore e passione in ogni momento in cui viene indossato.  

 

La particolarità del cinturino in silicone

Il cinturino in silicone è semplicemente diverso dagli altri perché rende l’orologio Hip Hop (in particolare il modello della collezione HE(ART) ) un’idea regalo per San Valentino che colpisce al cuore, proprio come la famosa freccia di Cupido.  

La semplicità con la quale si può donare un sorriso sarà sicuramente un motivo di felicità, con questi orologi in silicone colorati che sono un vero e proprio omaggio all’arte pop, oltre che all’amore: colpire nel segno sarà un gioco da ragazzi!

Personalizzare il proprio stile è il concetto chiave e questo Hip Hop Watches lo sa: grazie agli orologi con cinturino intercambiabile, ogni occasione sarà unica e speciale grazie alla possibilità di trasformare il proprio look.

 

Gli altri orologi da regalare per San Valentino

Sono tanti gli orologi da regalare, tutti molto particolari: oltre a Hip Hip (HE)ART, infatti, sono presenti altre collezioni molto caratteristiche e in linea con il tema dell’amore:

 

  • collezione BE LOVED: un vero e proprio inno all’amore, con una pioggia di cuoricini nel cinturino in silicone, disponibile nelle colorazioni bianco e fucsia.    
  • collezione KISS: per chi adora essere sempre un po’ sopra le righe grazie alla particolarità della grafica: mille baci si stampano sul cinturino dell’orologio Hip Hop
  • collezione HEARTBREAKERS: un’esplosione di borchiette a forma di cuore vivacizzano il cinturino in silicone. Vera e propria dichiarazione d’amore per i “love addicted”. Disponibile nelle colorazioni bianco e rosso.

Scopri le particolarità degli accessori Hip Hop, non farti cogliere impreparato: rendi speciale San Valentino con qualcosa di unico!

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A Bergamo i corsi firmati ASPI per diventare sommelier professionisti

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  • 12 Febbraio 2019

Al via anche a Bergamo le nuove edizioni dei corsi firmati ASPI – Associazione della Sommellerie Professionale Italiana volti a formare sommelier professionisti. Il 4 marzo, presso il Centro Servizi Le Vele a Curno, partirà il corso di primo livello, organizzato da ASPI Bergamo, che si terrà tutti i lunedì, dalle 20.00 alle 23.00, e si concluderà il 24 giugno.

Il corso prevede un totale di 17 incontri, tra lezioni frontali in aula, approfondimenti teorici, degustazioni e visite in cantina. A tutti i partecipanti, alla prima lezione, viene fornita una valigetta contenente i calici da degustazione “Exilles” realizzati da Rastal sulla base dello studio condotto in collaborazione con i sommelier ASPI, il cavatappi, il libro di testo e il quaderno per le degustazioni di vini e altre bevande.

In particolare, il corso dedica il primo incontro all’esame della figura professionale del coppiere e del sommelier, il ruolo che rivestono e gli strumenti a disposizione del degustatore: la scheda di degustazione, il calice, le tipologie di bottiglie, la stappatura. Seguono quindi le lezioni dedicate alla viticoltura, all’enologia, alle tecniche di degustazione (esami visivo, olfattivo e gustativo) e quindi alla legislazione vitivinicola italiana ed europea. La seconda parte del corso si concentra sul grande mondo delle bevande con incontri dedicati a birra, distillati e liquori, spumanti, vini speciali, acqua e bevande nervine, concludendosi con una lezione di enogastronomia: dalla storia ed evoluzione del gusto, all’analisi sensoriale del cibo, fino alle differenti tipologie di abbinamento cibo-bevande.

Il superamento della prova finale del corso di I livello, pensato per fornire ai partecipanti un bagaglio tecnico e culturale che permetta di acquisire le nozioni base della professione, consente l’accesso al corso di II livello per ottenere la qualifica di Mastro Coppiere e quindi al percorso di tutorato per la preparazione all’esame di abilitazione per Sommelier.

Per informazioni ed iscrizioni, è possibile scrivere a [email protected]

Il programma dettagliato del corso di I livello è disponibile su http://www.aspi.it/corsi-aspi/1-propedeutico

ASPI – Associazione della Sommellerie Professionale Italiana. Si propone come punto di riferimento per la Sommellerie professionale, con l’obiettivo di offrire opportunità di crescita ed affermazione ai Sommelier. Dal 2007, anno della sua nascita, è il solo membro per l’Italia dell’Association de la Sommellerie Internationale, ASI. I principali obiettivi di ASPI sono la formazione, a livello professionale, e la diffusione della cultura sul mondo del cibo e delle bevande. ASPI è presente, sul territorio nazionale, con corsi ed attività.

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Storia del Commercio e Lavorazione dell’Oro a Firenze

La lavorazione dell’oro a Firenze vanta una tradizione secolare che testimonia l’importanza del ruolo che la città ha avuto in passato come centro economico e commerciale.
Le grandi ricchezze che la città riuscì ad ottenere grazie ai fiorenti scambi commerciali con paesi anche molto lontani permisero a Firenze di accumulare anche notevoli quantità di oro che oltre che per i pagamenti furono utilizzate anche per la creazione di oggetti e gioielli che venivano commissionati dai signori dell’epoca.
Grazie al commercio oro la città ebbe una forte crescita che si materializzo con la formazione delle prime corporazioni delle arti e dei mestieri, tra queste fu istituita anche quella che riguardava la lavorazione dell’oro che intorno all’anno mille era regolato dallo statuto dell’arte della seta, questo poiché molte lavorazioni dell’oro a Firenze erano eseguite per decorazioni che venivano utilizzate per i capi di abbigliamento dei signori dell’epoca.
Il commercio oro Firenze fu alimentato in modo significativo durante la dinastia dei medici, in quel periodo conosciuto in tutto il mondo come il rinascimento quando oltre a tutte le altre arti crebbe in modo significativo anche l’arte della lavorazione dell’oro.
Con l’avvento della famiglia dei Medici presero forma i laboratori orafi che furono trasferiti presso la Galleria degli Uffizi per poi trovare la loro sistemazione definitiva sul mitico ponte vecchio, che in quel periodo fu scelto per dare lustro a tutta la zona che era la strada di collegamento tra il Palazzo Vecchio sede del governo e la residenza dei Medici di Palazzo Pitti.
Nel corso del tempo l’arte della lavorazione dell’oro a Firenze si è formata grazie all’influenza di varie correnti come quella barocca, nonostante ciò l’arte dell’oro fiorentina ha mantenuto le sue caratteristiche inconfondibili di semplicità e precisione, uno stile che ancora oggi è utilizzato per realizzare gioielli e oggetti che si possono acquistare presso le botteghe orafe del ponte vecchio.
A conferma della grande tradizione della lavorazione dell’oro ci sono importanti scuole orafe presso le quali studiano giovani provenienti da tutto il mondo per acquisire i metodi e le tecniche di lavorazione degli orafi.

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Alessandra Fornasiero: da docente alla fondazione di CSR Value Srl

La carriera di Alessandra Fornasiero, dall’insegnamento nelle scuole superiori allo studio di problematiche manageriali ed imprenditoriali che l’hanno condotta alla fondazione di Circularity, startup finalizzata a diventare un punto di riferimento nel mondo dell’economia ambientale sostenibile.

Alessandra Fornasiero

Alessandra Fornasiero: laurea in matematica e prime tappe del percorso professionale

Alessandra Fornasiero nasce a Milano nel 1975. Dopo aver frequentato l’Università degli Studi della città, si laurea in Matematica nel 1999. Inizia la sua carriera come docente nelle scuole superiori, dopo aver ottenuto la specializzazione SILSIS per l’insegnamento. Durante quest’anno, si dedica a fondo agli studi di problematiche imprenditoriali che si riveleranno fondamentali nel suo percorso manageriale. Dopo aver allacciato una collaborazione con Arthur Andersen S.p.A. come analista e sviluppatrice di software, diventa Responsabile dell’Organizzazione del Gruppo Unendo, società attiva nel settore dei servizi ambientali. Nel 2004 ne fonda la divisione Corporate Social Responsibility, diventandone dirigente. Quattro anni dopo, ricopre il ruolo di Responsabile della Comunicazione, dell’Organizzazione delle CRS e Direttore dei Progetti Speciali del Gruppo Sostenya, società che opera nel campo della Green Economy. Riesce, inoltre, a dar vita alla sede londinese del Gruppo, curandone le fasi di avvio. Tra il 2012 e 2015, Alessandra Fornasiero partecipa a diversi Consigli di Amministrazione, come quello dell’associazione no profit Crazy for Digital Marketing, del gruppo Green Power S.p.A, Innovatec S.p.A. e della Fondazione Pier Lombardo.

Alessandra Fornasiero: i nuovi progetti di CSR e l’avvio della startup Circularity

Nel settembre del 2012, Alessandra Fornasiero entra a far parte del Comitato di Controllo e Rischi del Gruppo Waste Italia, (ex Kinexia S.p.A) e pochi mesi dopo viene nominata membro del Consiglio di Amministrazione. A giugno del 2016, il Comune di Milano la sceglie come Consigliere di Amministrazione della Fondazione Pier Lombardo. Da ricordare anche il ruolo di Presidente di Innovatec Power e di consigliere del Gruppo Green Power. Dopo aver maturato buone competenze, Alessandra Fornasiero fonda a gennaio 2017 CRS Value Srl, un progetto che si pone come obiettivo quello di mettere in rete i migliori professionisti del settore della Corporate Social Responsibility e sui temi della sostenibilità. L’anno successivo, insieme ad altri tre soci, riesce a fondare e ad avviare la startup Circularity, finalizzata a diventare un punto di riferimento nel mondo dell’economia ambientale sostenibile.

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Eventi

Dopo l’inverno, al Parco Faunistico Le Cornelle è subito amore

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  • 11 Febbraio 2019

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Atmosfera da San Valentino tra le incantevoli oasi del Parco Faunistico le Cornelle riaperto al pubblico dal 9 febbraio con lo spettacolo romantico della stagione degli amori, che segna l’addio al freddo inverno e annuncia l’arrivo della nuova stagione.

 

Il clima imprevedibile dell’inverno ancora in corso ha provocato sbalzi termici importanti, con picchi di freddo alternati a temperature più miti e a qualche spolverata di neve con dirette conseguenze per gli animali che hanno dovuto fare i conti con raffreddori e influenze. Un incremento di malanni di stagione gestiti dagli addetti del Parco con cure quotidiane, regolazioni delle temperature delle stalle a seconda del meteo e degli ospiti.

 

Del resto, ogni specie affronta l’inverno a modo proprio: la maggior parte degli animali ama vivere all’esterno anche con le temperature più rigide (le zebre si sono divertite tantissimo a giocare con la neve), mentre rettili, tartarughe, elefanti, giraffe e rinoceronti preferiscono godersi il caldo e restare nelle stalle. Tutti, però, sono felici di fare incetta di calorie: quando la colonnina delle temperature si abbassa, infatti, sia erbivori che carnivori consumano pasti più energetici per compensare il consumo calorico più pesante causato dal freddo senza alcun rischio per la linea perché smaltire, con la bella stagione alle porte, non sarà un problema.

 

Una stagione, quella  2019, che si preannuncia essere molto focosa, tra gli ospiti del parco infatti è già iniziato il periodo dell’amore e tra i più attivi, quest’anno, i panda minori che trascorrono ore e ore accoppiandosi con fantasia e vivacità.

 

Da qualche settimana invece, i due leopardi delle nevi nati a maggio 2017 hanno lasciato Le Cornelle alla volta di due parchi francesi dove hanno incontrato le loro dolci metà. Sono nate due nuove coppie di giovani animali che presto metteranno al mondo dei teneri cuccioli, scongiurando sempre più il rischio estinzione per la specie. Un trasferimento molto positivo per la specie perché i leopardi, per loro natura, devono allontanarsi dalla madre all’età di un anno e mezzo. Il distacco rientra quindi pienamente nel normale ciclo della vita che li vede, pian piano, farsi strada da soli nel mondo.

 

Più amara è invece la perdita che ha colpito il Parco durante i mesi invernali con il decesso delle due “nonne” orse. Ormai anziane se ne sono andate nella maniera più dolce, lasciando un grande vuoto tra gli addetti ai lavori e non solo. Lo spettacolo della natura, del resto, è anche questo. Le 120 specie de Le Cornelle sono pronte a condividerlo con grandi e piccini con una speciale promozione riservata e valida solo per gli ingressi al Parco entro il 28 febbraio: online il biglietto d’ingresso costerà solo 10 euro, chi invece lo acquisterà direttamente in cassa, pagherà 10 euro per il biglietto ridotto e 12 euro l’intero. E per il mese di febbraio il Parco sarà aperto tutti i giorni dalle 9 alle 17.

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DANIELE MENEGHIN “MARIPOSAS” è la versione spagnola del singolo “Farfalle” presente nell’album “Animali uomini & occasioni”, una ballad malinconica sulla metamorfosi dell’amore.

Una canzone d’amore. Le farfalle come simbolo di leggerezza, bellezza, trasformazione, instabilità. L’amore in riferimento al tempo, al cercarsi, al riconoscersi.

“Animali uomini & occasioni” è il quarto album di inediti del cantautore trevisano:

«Da tempo c’era l’dea di fare un disco “suonato in studio” con Osvaldo Di Dio e Band. A maggio dell’anno scorso si sono allineate le occasioni e siamo entrati in studio sotto la supervisione di Paolo Iafelice. Avevo in cantiere (da svariati anni) un concept album che volevo intitolare Animali, dove parlare dell’uomo attraverso gli occhi degli animali e viceversa. Vista l’occasione di lavorare con Osvaldo e la voglia di incidere anche brani di recente scrittura ho deciso di unire alcuni brani degli animali con canzoni recenti che parlano del mio essere al mondo. Da qui il titolo Animali, Uomini & Occasioni». Daniele Menghin

 

Etichetta: Adesiva Discografica

Radio date: 14 dicembre 2018

Pubblicazione album: 2016

 

BIO

 

Daniele Meneghin, musicista e cantautore nato a Conegliano in provincia di Treviso, classe 1977. Coltiva la sua passione per la musica già in giovane età iniziando con lo studio del pianoforte e poi chitarra.

Si esibisce in diverse formazioni artistiche avendo la così la possibilità di esplorare vari generi sonori, partecipando a festival e premi musicali. Nel 2003 incide il suo primo disco da solista “Prove d’autore”. Il titolo nasce dall’ammirazione per il lavoro degli incisori che, poco prima di decidere la colorazione finale della lastra, fanno alcune prove e le firmano appunto come ‘prova d’autore’.

Nel 2004 l’incontro con Gilberto Martellieri, poliedrico musicista legato a grandi nomi della musica italiana, porterà alla realizzazione del suo secondo lavoro discografico pubblicato nel 2009 e intitolato “Bertoldo si confessa ridendo”. Con questo disco inizia anche la collaborazione con Osvaldo di Dio, noto chitarrista che suona con Franco Battiato, Alice, Eros Ramazzotti, Cristiano de Andrè. Da questo album vengono scelti due pezzi e girati due video: “Aamerica” e “Son qua”. Le sonorità di strumenti live sono il filo conduttore dei brani contenuti nel terzo album: “Il Prossimo”(2014). Avvalendosi dalla stessa formazione base di musicisti, aggiunge percussioni, archi, fisarmoniche, contrabbasso. Vibrazioni di puro ritmo si possono ascoltare ne “Il vaso rosso”, pezzo arrangiato e registrato presso l’Egrem Studio a L’Avana(CUBA), con musicisti cubani, strumenti e sound caraibico.

Vengono realizzati anche due video: Ponti di legna” girato a Venezia e “Me gusta cuando callas” (canzone presente nel disco come ghost track, omaggio al grande poeta Pablo Neruda).

 

Nel 2016 ritorna in studio di registrazione con Osvaldo di Dio e band e, con il prezioso supporto di Paolo Iafelice, nasce l’ultimo album “Animali, uomini & occasioni”, iniziando così la collaborazione con la casa editrice ‘Adesiva Discografica’.

 

Contatti e social

Sito: www.danielemeneghin.com

Facebook: www.facebook.com/DanieleMeneghinOfficial/

Instagram: www.instagram.com/danielemeneghinofficial/?hl=it

Spotify: open.spotify.com/artist/7ur2XZol9S5x4Y03tmHm2P

Youtube: www.youtube.com/user/DaMeTeca

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MAX CORFINI – “E PENSO A TE – LIMITED EDITION”: dal 15 dicembre il musicista già voce dei New Trolls e protagonista del musical “Dracula” di David Zard scende in…

L’inedito “Rimani” (arricchito da un video che vede come protagonista la ballerina di Amici Eleonora Scopelliti), e la cover del celebre brano “E penso a te” di Lucio Battisti, sono le due componenti del disegno musicale del cantante.

 

Guarda il video di “Rimani” su YouTube

 

“Rimani” è un brano rock/melodico di grande impatto scenico trainato da una carica ritmica avvolgente. Da segnalare, all’interno del videoclip del singolo, la presenza della ballerina di Amici Eleonora Scopelliti.

 

“E penso a te” viene rielaborata vocalmente da Corfini in una versione molto raffinata riarrangiata da Francesco Comunale. Presenti anche special guest di caratura internazionale: il sassofonista americano Eric Daniel al flauto (che ha collaborato con personaggi come Steve Wonder, Natalie Cole, Zucchero e Alex Britti), e il fisarmonicista Max Tagliata, noto ai molti per i brani scritti assieme a Biagio Antonacci (una su tutte “Non vivo più senza te”).

 

Autori “Rimani”: F.Comunale_M.Corfini_G.Comunale.

Ed.musicali: Highlights

Etichetta: Highlights

Produzione di Francesco Comunale con la supervisione del Maestro Pinuccio Pirazzoli

 

Radio date: 15 dicembre 2018

 

BIO

 

La carriera artistica di Max Corfini inizia nel 1990 quando incontra il musicista Franco Romanelli. Nascono così i Punti di Vista, portatori de “il vero Funky Italiano” con Franco Romanelli alle tastiere e Max Corni alla voce. Nel ’95 come solista partecipa poi a 2 puntate del “Karaoke” presentate da Fiorello su Italia1 e, sempre in quel periodo, partecipa a “Re per una notte”, presentato da Gigi Sabani. Nel 1997 i Punti di Vista al Sib di Rimini vincono il Premio “Gruppo Rivelazione” dell’anno” e partono per il primo vero tour nazionale toccando i circa 100 concerti sponsorizzati dal marchio Philip Morris – C-Zone e Ferrari Winning Attitude. Nel 1998 Fininvest lo chiama come corista in uno spettacolo di varietà condotto da Pippo Baudo con 7 puntate e più di un mese di prove: TIRAMISU. In quell’occasione conosce Richi Belloni, un componente dello storico gruppo di progressive italiano: i New Trolls. Dal ’98 al 2002 in qualità di tastierista e cantante ha partecipato con i Trolls a più di 300 concerti e sono stati ospitati in programmi televisivi nazionali: Domenica In, 30 Ore per la Vita, Il Tappeto Volante, Va dove ti porta il cuore, La notte vola, I ragazzi irresistibili, La vita in diretta, Video Italia e molte altre. Corfini lasciò poi i New Trolls nel del 2002. Come autore scrisse una colonna sonora per una trasmissione televisiva di Italia 1 “SK Predatori di Uomini”, chiamato dall’autore Marco Pantaleo. Nel 2006 si è conquistato il ruolo di Seward, uno dei protagonisti del Musical “Dracula Opera Rock” prodotto da David Zard con le musiche della PFM e i testi di Vincenzo Incenzo. Spettacolo con repliche al Gran Teatro di Roma, all’Arena di Verona e al Forum di Assago. Attualmente sta collaborando con il Maestro Sianial progetto “La Storia della Canzone Italiana” dove con il baritono Petrucci e il soprano Cannatà ha interpretato le canzoni italiane dal ‘900 al 2000. Lo spettacolo è prodotto da Massimo Graziano, ex manager di Little tony, Gatto Panceri ed altr. Fa parte della Nazionale degli Azzurri dello Spettacolo dal 2000.

 

Contatti e social

 

Sito www.maxcorfini.it/

Facebook www.facebook.com/corfinifanpage/

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EFFEMME: il suo singolo d’esordio e’ “The last good day of the year” il successo mondiale dei Cousteau.

La cover è interpretata dalla giovane salentina, e proprio Davey Ray Moor ne risuona le memorabili note di tromba!

Progetto e collaborazione internazionale per Federica Memmola, in arte “effemme“, che fa il suo esordio discografico con il primo lavoro “The last good day of the year”. Il celebre brano, cantato originariamente da Cousteau, è stato reinterpretato in maniera emozionante e particolarmente intensa dalla cantante salentina che ha inciso la sua voce a Londra presso i prestigiosi studi di registrazione Abbey Road (dove hanno registrato gruppi come Beatles e Pink Floyd), coadiuvata dal suo produttore Giorgio Mongelli con l’ausilio di Chris Bolster, ingegnere del suono per Oasis, Foo Fighters, Maroon 5, Ozzy Osbourne, Paul McCartney, Take That e molti altri. Il brano originale fu un successo mondiale scritto e prodotto nel 1999 da Davey Ray Moor (producer australiano di base in UK),  ed ha come tema principale il famoso fraseggio musicale di “flugelhorn” che ha accompagnato per anni sigle e pubblicità di famosi marchi in tutto il mondo. E’ stato proprio lo stesso Davey Ray Moor che ha suonato nuovamente quelle iconiche note che rivivono grazie alla sua tromba registrata nella nuova versione cantata da “effemme” e prodotta da Giorgio Mongelli, l’eclettico Producer salentino che ricordiamo anche a fianco della celebre cantante internazionale Cheryl Porter (www.giorgiomongelli.com).

 

Intense le sessioni di registrazione di “effemme”, che ha ricevuto un grande consenso da parte del songwriter Moor che si è complimentato sia per la sua bellissima voce, sia per la professionalità,  le doti tecniche, la musicalità e la perfetta pronuncia della lingua inglese. 

 

Il singolo di esordio di “effemme” è accompagnato dal videoclip che è stato girato interamente a Londra negli studi di registrazione Abbey Road ed in location esterne della metropoli con la regia, le riprese e il montaggio dello stesso Giorgio Mongelli.

GUARDA IL VIDEO SU YOUTUBE:

“The last good day of the year” di “effemme” esce in promozione radiofonica nazionale su etichetta Flagship Records, casa discografica salentina attivissima su tutto il territorio nazionale e molto attenta a tutte le nuove realtà. www.flagshiprecordsmusic.com

BIO: Effemme talentuosa  cantante Tarantina,  coltiva la sua passione per il canto sin da giovanissima. Nel 2016 si trarferisce a Lecce dove comincia ad intraprendere seriamente gli studi musicali e attualmente studia con la cantante e vocal coach Cheryl Porter.

Nel 2018 vince il premio inedito durante il concorso di canto “Note e voci dal Salento” assegnato dal  Produttore Giorgio Mongelli con il quale intraprende un percorso discografico che la avvierà alla sua carriera da cantante solista.

Federica è vocalist del gruppo RagnaRock con il quale ha partecipato ad uno dei più grandi festival europeri: “La notte della Taranta”. Sempre con i Ragnarock, a settembre 2018, ha partecipato su RAI UNO durante la trasmissione Linea Verde che ha ottenuto uno chare di oltre 2.600.000 spettatori. Attualmente è al lavoro sugli inediti che andranno a comporre il suo nuovo album.

 

instagram: effemme_music

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GUYS IN JEOPARDY “NOISY SILENCE” è il nuovo singolo della rock band pisana di giovanissimi

Il tema della perdita svelato dagli occhi di cinque ragazzi in un brano intenso e coinvolgente che resta in coerente equilibrio fra pop e punk-rock.

Una prima idea di “Noisy Silence” nasce verso gennaio 2018, in seguito alla perdita di un caro amico dei ragazzi della band:

«Abbiamo speso molto tempo per arrangiarlo, provando molte versioni diverse in studio insieme al nostro producer Gianluca Volpi, dato che volevamo trovare la formula perfetta per esprimere i nostri sentimenti al meglio. Il testo è espressione della nostra reazione alla mancanza di questo nostro amico, e delle difficoltà di stare senza di lui». Guys in Jeopardy

L’intento è quello di riuscire ad utilizzare giri di accordi ricercati, per non cadere nella banalità, e alternare parti in elettrico a parti in acustico per far rispecchiare il sound identificativo del gruppo con i sentimenti provati.

«Ogni membro della band ha un suo diverso background musicale, e quando componiamo ciò che viene fuori è sempre una fusione dei nostri generi preferiti che spaziano dal Punk Rock e Hard Rock, al Metal fino al Pop; questo nuovo singolo non fa eccezione». Guys in Jeopardy

GUARDA IL VIDEO SU YOUTUBE:

Autoproduzione

Radio date: 4 gennaio 2018

 

BIO

I Guys in Jeopardy nascono nel giugno 2015 per iniziativa di tre elementi della band: la chitarrista, il batterista e il chitarrista solista; a completare la band si aggiungono anche il bassista e la cantante. Dopo un periodo di studio e di confronto, sia a livello personale che musicale, la band prova ad esprimersi attraverso la composizione di brani inediti. In seguito, per far arrivare al pubblico le proprie idee, i Guys in Jeopardy, nella primavera del 2017, prendono parte ad Emergenza Festival (Festival Internazionale per band emergenti). La partecipazione a manifestazioni nazionali ed internazionali come il Talent Move nel 2016 ed Emergenza Festival nel 2017 ha contribuito a consolidare la band, spingendola a migliorare. Questa crescita ha portato i Guys in Jeopardy a lavorare per la realizzazione di un EP e di due videoclip musicali per aumentare la propria visibilità e trasmettere la propria musica. La band ringrazia tutti coloro che hanno reso ciò possibile.

I Guys in Jeopardy sono: Luca Ginanni (chitarra solista), Giosuè Cappello (batteria e voce), Lorenzo Falaschi (basso), Carolina Maffei (voce principale), Eleonora Chianese (chitarra ritmica).

 

Contatti e social

Spotify: https://open.spotify.com/artist/2XMq2hLU0e3csyWuuC3his

YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=y60XVoWX52A

Instagram: /www.instagram.com/guys_in_jeopardy/?hl=it

Facebook: www.facebook.com/guysinjeopardy/

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Bollette: ogni famiglia italiana paga in media 1.200 euro l’anno

Quanto hanno speso nel 2018 le famiglie* italiane per pagare le bollette di luce e gas? Molto: in media circa 1.200 euro. A fare qualche calcolo ha pensato l’Osservatorio sull’energia di Facile.it che, analizzando un campione di oltre 63mila contratti raccolti nel corso del 2018, ha potuto stimare con buona precisione il peso che hanno le bollette sui budget dei consumatori italiani.

Nello specifico, per l’energia elettrica una famiglia media italiana lo scorso anno ha pagato 417 euro, mentre per il gas ha speso 762 euro.

«Nonostante il passaggio obbligatorio dal mercato tutelato a quello libero sia stato rimandato al 2020, è importante valutare sin da subito e con attenzione la propria bolletta di luce e gas», spiega Silvia Rossi, Responsabile Energia di Facile.it. «Cambiare regime può consentire di ridurre sensibilmente il costo delle utenze domestiche, con un risparmio che può arrivare al 25% per l’energia elettrica e al 15% per quanto riguarda il gas.».

Le bollette dell’energia elettrica e del gas sono considerate dagli italiani una delle spese che incidono maggiormente sul budget familiare e, secondo una recente indagine** realizzata da mUp Reasearch per Facile.it, sono più di 17 milioni i consumatori che nel 2019 cercheranno di cambiare fornitore per ridurre i costi.

Tornando all’analisi, per verificare il risparmio Facile.it ha simulato il costo di una bolletta luce e gas utilizzando la migliore tariffa mercato libero 2018, in fascia monoraria, disponibile sul comparatore. A parità di consumi, la stessa famiglia avrebbe speso per la bolletta elettrica 305 euro l’anno – con un risparmio di 112 euro rispetto al mercato tutelato – mentre per il gas avrebbe pagato 639 euro, con una riduzione della bolletta pari a 123 euro.

Energia elettrica; in Sardegna i consumi maggiori

Essendo la tariffa dell’energia elettrica nel mercato tutelato uguale in tutta la Penisola, la differenza dell’importo totale della bolletta tra una regione e l’altra è legata in modo diretto al consumo di KWh annuo per nucleo. Analizzando i contratti raccolti nel 2018 da Facile.it emerge che la regione con i valori più alti di consumo (e quindi i costi maggiori in bolletta) risulta essere la Sardegna; nell’Isola una famiglia media consuma 2.334 KWh e paga, sotto regime tutelato, 502 euro l’anno. Seguono in classifica le famiglie del Veneto, con un consumo di 2.134 KWh e una bolletta annua di 460 euro e quelle della Sicilia, dove il consumo medio è di 2.079 KWh e il costo della bolletta elettrica pari a 448 euro l’anno.

Sul fronte opposto, invece, le regioni dove sono stati stimati i consumi di energia mediamente più bassi per famiglia sono la Toscana (1.727 KWh e una bolletta di 378 euro), la Liguria (1.736 KWh e un costo annuo di 380 euro) e l’Abruzzo (1.824 KWh, spesa annua 394 euro).

Bolletta del gas, Emilia-Romagna in testa

La tariffa del gas nel mercato tutelato, a differenza di quanto avviene per l’energia elettrica, varia a seconda delle aree del Paese. È proprio la tariffa base che, insieme al consumo di gas per nucleo, contribuisce a determinare le differenze territoriali del costo della bolletta.

Dall’analisi dei contratti emerge che i cittadini che nel 2018 hanno pagato il conto più alto sono quelli dell’Emilia-Romagna; qui una famiglia media spende 863 euro l’anno. Seguono le famiglie del Veneto (841 euro l’anno) e quelle del Friuli-Venezia Giulia (830 euro).

Guardando la graduatoria nel senso opposto, invece, si trovano la Liguria, regione dove una famiglia media paga solo 617 euro l’anno e la Calabria, dove il costo della bolletta è pari a 653 euro l’anno per nucleo familiare.

* Per il calcolo della bolletta elettrica è stata considerata una famiglia media italiana composta da 2,7 individui, con un consumo annuo di 1.924 KWh in fascia monoraria e in mercato tutelato, potenza 3kW. Per la bolletta del gas, stessa famiglia media italiana con un consumo annuo di 865 Scm in regime tutelato.

** Metodologia: n. 1.023 interviste CAWI con individui in età 18 anni ed oltre su un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta in età 18-74 anni + n.411 interviste CAWI ad un campione di individui in età compresa fra 18 e 74 anni, rappresentativo della popolazione dell’area metropolitana di Milano. Indagine condotta a novembre 2018.

 

 

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Riparare il proprio smartphone: perché conviene?

Lo smartphone è diventato un dispositivo indispensabile per la vita moderna e quando non è più in grado di garantire le prestazioni di sempre è utile capire se riparare il proprio smartphone o se pensare all’acquisto di un nuovo modello.

La scelta tra riparazione ed acquisto di un modello nuovo non è sempre semplice. In molti casi però conviene riparare il proprio smartphone, acquistando dei ricambi cellulari compatibili con il proprio modello e di alta qualità. In commercio si trovano dei kit completi per la riparazione, che prevedono al loro interno tutto il necessario per effettuare la sostituzioni in maniera perfetta e per tornare ad avere un device che funzioni al massimo delle sue potenzialità. La domanda a questo punto è perché conviene.

Conviene riparare il proprio smartphone?

La risposta si trova nel costo dei ricambi per cellulare, che nella maggior parte dei casi è nettamente inferiore rispetto alla spesa che si dovrebbe sostenere per poter acquistare un nuovo smartphone. Talvolta anche effettuare più riparazioni resta meno costoso di acquistare un cellulare nuovo, anche perché di solito non si è propensi ad acquistare uno smartphone con delle prestazioni inferiori.

Per effettuare la riparazione del proprio smartphone è sufficiente cercare in rete o nei negozi fisici specializzati gli accessori cellulari adatti per il proprio modello e per sostituire la componente rotta del dispositivo. In molti casi si può procedere anche in autonomia alla sostituzione di quanto acquistato, riducendo ulteriormente i costi ed evitando di pagare la manodopera specializzata.

In rete si trovano delle guide per la riparazione fai da te dello smartphone. Si tratta di guide che mostrano in maniera dettagliata come effettuare la sostituzione di diversi ricambi smartphone e possono essere una valida soluzione per risparmiare denaro ed apprendere qualcosa di nuovo.

In altri casi la sostituzione potrebbe risultare difficoltosa da fare da soli e potrebbe mettere a rischio l’integrità del device. Si consiglia in queste condizioni di rivolgersi a dei professionisti del settore, i quali si occuperanno sia di recuperare il ricambio idoneo, sia di effettuare la sostituzione, cercando di mantenere il costo il più basso possibile.

Anche se in questo caso bisogna pagare il servizio di sostituzione, è probabile che resti conveniente riparare il proprio smartphone rispetto ad acquistarne un altro. Prima di fare una qualunque scelta si consiglia comunque di informarsi sulla spesa finale, in modo da poter valutare avendo di fronte il quadro completo.

Riparare il proprio smartphone è ancora più conveniente nel caso in cui il dispositivo sia ancora in garanzia. Quando si acquisto un nuovo cellulare, questo è protetto da una garanzia che dura di solito uno o due anni, a seconda di quanto offerto dal produttore.

Il malfunzionamento di una qualsiasi delle componenti del device è coperto dalla garanzia e dunque la sostituzione sarà fatta gratuitamente, a meno che la colpa del malfunzionamento sia imputabile al cliente. In quest’ultimo caso il cliente potrà comunque usufruire di prezzi scontati rivolgendosi all’assistenza ufficiale del produttore del dispositivo, oppure potrà scegliere di acquistare in autonomia dei ricambi per cellulari di qualità.

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Scienza e Tecnologia

Tecniche Seo 2019: l’uso delle directory

Le regole relative al SEO sono entrate a fare parte in maniera ormai costante e intrusiva nel mondo della scrittura on line. Negli ultimi tempi, alcuni fattori che rendono più facile rintracciare un articolo sui motori di ricerca hanno preso il largo, quasi più di altri elementi che hanno costituito la base fondamentale del giornalismo e della scrittura di contenuti. Ora come ora, il SEO è diventato un aspetto irrinunciabile, specialmente per quei siti che si stanno lanciando da poco nel sempre più grande mercato dei contenuti sul web.

Ma per dare ancora di più spazio alle tecniche e alle regole SEO, esiste un enorme contenitore al cui interno è possibile trovare tutti gli articoli di cui si ha bisogno e che possono fare a propria volta il giro del mondo on line. Stiamo parlando delle directory, che rappresentano uno dei mezzi più “antichi” utilizzati da chi ha iniziato ad affacciarsi un po’ di tempo fa nel variegato e per nulla semplice mondo del SEO. Possiamo scoprire insieme come funzionano le directory, ovvero i siti che contengono gli articoli che possono poi fare un giro ancor più ampio nel web.

C’è chi le considera un metodo ormai superato e c’è chi invece ritiene che siano ancora un ottimo strumento da sfruttare in orbita SEO. Noi in questo articolo andremo a scoprire come sfruttare nel migliore dei modi una directory gratis per i tuoi contenuti on line.

Quanto c’è di buono nelle directory

Le directory, fin dalla loro fondazione, hanno avuto l’impostazione di una catena di siti con una ben determinata linea gerarchica. Non si tratta dunque nè di un motore di ricerca nè di una pagina che archivia tutta una serie di siti. Si tratta piuttosto di un sito che a propria volta fa da raccoglitore e organizzatore di tutti gli altri portali e di conseguenza segnala aziende gratis. Le aree tematiche che costituiscono una directory sono fondamentali, perchè consentono di poter scovare uno o più siti in base all’area di riferimento.

Inserisci una azienda gratis, in quanto questa è una delle grandi possibilità che hai attraverso un sito che può rientrare all’interno di una directory. Anche perchè, proprio attraverso questo “sito madre” che racchiude tutti i portali e li cataloga in base al proprio settore di riferimento, potrai ottenere e a tua volta inserire nei tuoi articoli dei backlink, che in certi casi possono diventare di vitale importanza perchè consentono di ottenere un modo più veloce per pubblicizzare e far girare il sito della tua azienda o attività.

Directory: sicuri che siano superati

Come abbiamo accennato nelle prime battute di questo articolo, non manca la corrente secondo la quale le directory siano ormai un metodo superato per pubblicizzare il proprio sito o la propria attività. A dire il vero, in base a una particolare ricerca da noi effettuata, le directory rappresentano ancora un metodo funzionante e soprattutto al passo con i tempi in base all’utilizzo delle regole e delle tecniche SEO. E ci basta una parola – anzi due – per giustificare questo nostro pensiero: link building.

Ovviamente non ti consigliano di esagerare nel fare link building attraverso una directory, però se se ne riesce a fare buon uso si tratta comunque di un binomio che può funzionare davvero bene. Il consiglio che ti diamo è quello di non affidarti a directory che non hanno una buona “nomea” nel circuito, soprattutto per evitare una penalizzazione da Google e altri motori di ricerca. È chiara l’importanza di utilizzare parole chiave e correlate di spessore e di effetto.

Perchè forse la performance non sarà la stessa di un tempo, ma guai a dare le directory per morte.

 

ROMAWEBLAB | Posizionamento siti web

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Sabrina Maietta inventa gli abiti da sposa che si adattano al corpo

DreamFit® – Abiti da sposa che modellano il tuo corpo by DreamSposa.it

Dream Sposa Atelier ha sviluppato per la creazione dei suoi abiti da sposa una tecnica particolare ed innovativa chiamata DreamFit®. Questa innovativa tecnica permette ad ogni abito di modellare il corpo di chi li indossa, grazie ad una particolare struttura, studiata nei minimi dettagli sul corpo della donna.

Con DreamFit® l’abito da sposa diventa una seconda pelle, ed è in grado di: sostenere, ingrandire ed arrotondare il seno, stringere il punto vita e modellare i fianchi, riproporzionare visivamente la figura intera bilanciando la differenza tra busto e gambe.

Questo tipo di lavorazione fa si che l’abito da sposa risulti leggero e comodo nel portarlo e a seconda del modello può aiutare a correggere la postura in modo naturale. È indicato per tutte le donne, dalla più longilinea alla più curvilinea.

DreamFit® è un sistema esclusivo studiato da Dream Sposa Atelier, disponibile in distribuzione solo nell’atelier di abiti da sposa a Roma.

Dream Sposa Atelier nasce a Roma nel 2011 da un’idea della stilista Sabrina Maietta che ha saputo intercettare i bisogni e le necessità delle future spose grazie alla sua esperienza nel mondo della moda, alla ricerca e alla scelta accurata dei tessuti che si modellano sul corpo valorizzando la silhouette femminile, esaltandone i punti di forza e nascondendo quei difetti tanto odiati che per il giorno delle nozze.

Le collezioni Dream Sposa Atelier sono originali, sexy ma mai volgari, creazioni che avvolgono il corpo come nuvole seguendo le ultime tendenze ma con un occhio di riguardo alle esigenze della sposa con ricami, colori e particolari stoffe che esprimono una nuova idea di eleganza al passo con i tempi. Abiti da sposa dalle linee classiche dal fascino etereo ai modelli scivolati in cui si intrecciano pregiate texture come satin, chiffon, pizzo rebrodé e chantilly. Senza dimenticare le sensuali scollature che lasciano scoperta la schiena e quell’effetto vedo-non vedo che non manca mai.

Dream Sposa Atelier – Abiti da sposa Roma
Via Monasterace snc, 00118 Roma
Tel 0691712160
https://www.dreamsposa.it

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Come apparire su Google

Ottenere un buon posizionamento nei risultati di ricerca di Google può sembrare difficile, ma adottando alcuni semplici passaggi consigliati da Google per aiutare il gigante dei motori di ricerca a sapere che sei online, può aiutare.

 

Capire come essere sulla prima pagina di Google può sembrare un compito complesso e travolgente. Google utilizza molti strumenti e algoritmi che vengono aggiornati regolarmente per determinare l’ordine di visualizzazione dei siti Web nei risultati di ricerca. Seguendo alcuni semplici passaggi, è possibile creare un sito web che si trova in cima ai risultati di ricerca del ranking di Google.

 

Cos’è Google?

 

Google è un motore di ricerca per Internet il cui dominio è stato registrato il 15 settembre come mostrato da Wikipedia.  Successivamente, il 4 settembre 1998, è stata fondata la società Google Inc. Oltre a catalogare e indicizzare le risorse del World Wide Web, Google Search si occupa anche di foto, newsgroup, notizie, mappe (Google Maps), email (Gmail), shopping, traduzioni, video e programmi creati da Google Inc.

 

Come puoi avere il sito elencato in Google?

 

Registra il tuo sito con Google Search Console – Google Search Console (in precedenza Strumenti per i Webmaster) è un servizio gratuito di Google che ti consente di inviare il tuo sito web (e la sua sitemap) a Google per l’indicizzazione. Non appena registri il tuo sito con Search Console, Google ti invierà un’email con diversi suggerimenti su come utilizzare lo strumento per massimizzare la visibilità nei risultati. Assicurati di seguirli!

 

Collega il tuo sito a Google MyBusiness – La registrazione della tua attività su Google My Business può farla apparire nei risultati di ricerca geografica pertinenti. Quando lo fai, Google invierà una cartolina contenente un codice: puoi utilizzarla per “verificare” la tua attività commerciale con Google. Questa verifica consente a Google di sapere che la tua attività opera nella posizione fisica che hai dichiarato, il che significa che hai maggiori possibilità di comparire nei risultati di ricerca – e su Google Maps – per le persone che cercano un’attività come la tua nella zona in cui operare.

 

Utilizza parole chiave pertinenti – Google spesso mostra snippet delle meta descrizioni nei risultati di ricerca e può usarli per decidere quanto il tuo sito è pertinente alle ricerche particolari. Oltre a concentrarti sulla creazione di titoli di pagina ottimizzati e meta descrizioni, dovresti cercare di assicurarti che gli URL del tuo sito includono anche le parole chiave su cui ti stai concentrando per scopi di ricerca.

 

Crea backlinks – I backlink sono essenzialmente link da altri siti al tuo sito e in un senso molto semplice Google li considera come “voti” per i tuoi contenuti. Quando una pagina web si collega a qualsiasi altra pagina, si chiama backlink. In passato, i backlink erano la principale metrica per il posizionamento di una pagina web. Una pagina con molti backlink tendeva a posizionarsi più in alto su tutti i principali motori di ricerca, incluso Google. Questo è ancora vero in larga misura.

 

Search engine optimization – L’ottimizzazione dei motori di ricerca (SEO) è spesso basata su piccole modifiche a parti del tuo sito web. Se visualizzati singolarmente, questi cambiamenti potrebbero sembrare miglioramenti incrementali, ma se combinati con altre ottimizzazioni, potrebbero avere un impatto notevole sull’esperienza utente e sul rendimento del tuo sito nei risultati di ricerca organici.

 

Probabilmente hai già familiarità con molti degli argomenti di questa guida, perché sono ingredienti essenziali per qualsiasi pagina web, ma potresti non sfruttarli al meglio. Dovresti ottimizzare il tuo sito per soddisfare le esigenze dei tuoi utenti. Uno di questi utenti è un motore di ricerca, che aiuta gli altri utenti a scoprire i tuoi contenuti.

 

Perché usare un consulente SEO

 

Una delle cose più importanti da tenere a mente quando si considera l’assunzione di un consulente SEO è come verranno applicati i loro servizi. I risultati alla fine riveleranno la qualità dei servizi SEO. Molti marchi e aziende sanno che hanno bisogno di SEO per i loro siti Web, e dei vantaggi che otterranno dal lavoro SEO implementato da un consulente. Le ricerche online organiche sono un’importante fonte di acquisizione dei clienti. Per questo motivo, hai bisogno di qualcuno con competenze SEO. La competizione online è troppo grande per lasciare tutto a volontà.

 

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Cosmopolitan – il nuovo singolo dei My Escort

Cosmopolitan è il primo estratto dal nuovo EP “L’amore non esiste”, un progetto di 3 brani che osserva il concetto di amore da 3 punti di vista piuttosto obliqui, di fatto inevitabili per chi prima di allora era finito con lo sbatterci contro senza riserve.

La fotografia descritta dal testo è fuori di metafora la paura di buttarsi ancora in un nuovo progetto, la paura di rischiare dopo essere stati già feriti, timore che finisce spesso con l’impedire di tornare a viaggiare, vivendo così nuove possibilità, cristallizandoci in una posa rivolta perennemente a un passato doloroso mentre il presente scivola via dagli occhi e dalle mani come la sabbia su cui si consuma il breve racconto di una notte estiva a Imperia.

La versione inglese (che precede quella italiana di circa un mese) è stata scritta al fine di sostenere un provino per entrare a far parte del ramo ucraino di Eurovision 2019.

Attualmente il brano è disponibile unicamente tramite il canale YouTube della band oltre che attraverso le radio che supporteranno il progetto.

A fine mese sarà invece pubblicato anche su tutte le piattaforme streaming (Spotify, Deezer, Tidal..).

Nel corso dell’anno verranno pubblicati, sempre in digitale, anche i restanti 2 brani: “Solo tu” e “L’amore non esiste” che dà il titolo all’EP.

“L’amore non esiste” è il secondo tassello dopo “Parentesi Estive” (2017) che prevede di concludersi nel 2020 con la pubblicazione di 4 nuovi brani e del vinile “il giardino delle consuetudini”.

 

Cosmopolitan, il nuovo singolo dei My Escort

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Nuovo logo, stesso spirito

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  • 11 Febbraio 2019

ASPI – Associazione della Sommellerie Professionale Italiana rinnova la propria immagine con un nuovo logo in linea con la sua storia e con gli obiettivi per il futuro. Dopo aver compiuto dieci anni nel 2017, l’Associazione ha sentito la necessità di comunicare, a partire proprio dal logo, l’identità solida e attenta che la contraddistingue, a testimonianza di un percorso che l’ha portata ad affermarsi negli anni diventando un punto di riferimento della più alta espressione della Sommellerie contemporanea.

Sono tre gli elementi grafici che si fondono nel nuovo logo, dal taglio più minimalista e moderno, realizzato dai designer Sara Villa e Maurizio Strippoli: la lettera S, un calice e un tastevin. Tre simboli che rappresentano in modo puntuale la professione, raccontata, appunto, dall’iniziale, la lettera “S”, e da due strumenti del mestiere, il calice e il tastevin.

Una scelta strategica, quella del nuovo logo, che risponde all’esigenza dell’Associazione di comunicare in modo ancora più incisivo la volontà di essere custode della professione a livello nazionale ed internazionale, valorizzando la Sommellerie con progetti ambiziosi e lungimiranti, come il riconoscimento legale della professione di Sommelier e la codifica di una certificazione riconosciuta a livello internazionale per la didattica formativa.

Il Sommelier è un professionista a cui è richiesta la conoscenza del mondo delle bevande: non solo i vini, i distillati e i liquori, ma anche le acque minerali, le birre, i té, i caffè, i sakè e gli infusi. Una conoscenza completa che si estende anche al gioco degli abbinamenti con il cibo: al Sommelier, infatti, si chiede di saper conoscere e trasferire ai commensali le potenzialità di ciascuna bevanda e le sue perfette combinazioni d’assaggio, indagando legami nuovi e originali con le varie culture e gastronomie.

«La nostra chiave è il rinnovamento e abbiamo deciso di raccontarlo con un nuovo logo, che rappresenta il rigore della professione e tutta la passione che muove la nostra Associazione nel tutelarla e farla crescere» spiega Giuseppe Vaccarini, Presidente ASPI. «Una sfida continua ed entusiasmante intrapresa da oltre 10 anni per aiutare i migliori professionisti ad affrontare contesti sempre più globali».

ASPI – Associazione della Sommellerie Professionale Italiana. Si propone come punto di riferimento per la Sommellerie professionale, con l’obiettivo di offrire opportunità di crescita ed affermazione ai Sommelier. Dal 2007, anno della sua nascita, è il solo membro per l’Italia dell’Association de la Sommellerie Internationale, ASI. I principali obiettivi di ASPI sono la formazione, a livello professionale, e la diffusione della cultura sul mondo del cibo e delle bevande. ASPI è presente, sul territorio nazionale, con corsi ed attività.
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La Guida Veronelli 2019 su smartphone e tablet: in un’app più di sedicimila vini e oltre duemila produttori

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  • 8 Febbraio 2019

Un ritratto fedele e aggiornato delle eccellenze vitivinicole italiane: questo è ciò che la Guida Oro I Vini di Veronelli propone, anno dopo anno, agli appassionati e ai professionisti del vino. La nuova app I Vini di Veronelli 2019 – disponibile da oggi su App Store e Google Play – rende consultabili integralmente i contenuti del volume con la semplicità del formato digitale.

Sono, infatti, a portata di touch tutte le informazioni sui 2.038 Produttori recensiti, i giudizi su 16.256 vini formulati dai curatori Gigi Brozzoni, Marco Magnoli e Alessandra Piubello, ma anche le introduzioni regionali, i “luoghi del buon bere” e i premi assegnati dalla Redazione.

Grazie allo sviluppo delle funzioni di ricerca è possibile esplorare in modo rapido e intuitivo il patrimonio enologico italiano: nella sezione Trova l’Azienda il lettore può scoprire, ad esempio, quali aziende a conduzione biologica, con sede a Barolo, siano dotate di un punto vendita aperto nel week end e offrano possibilità di alloggio. Nella sezione Trova il Vino, inoltre, è facile conoscere quali vini bianchi campani con prezzo inferiore a 15 € abbiano conseguito una valutazione di almeno 90/100.

Dedicata a chi ama una consultazione più classica, la sezione L’Italia del Vino conduce i lettori di regione in regione attraverso uno scritto sull’attualità a firma del curatore responsabile, un focus sulle produzioni locali premiate con le Super Tre Stelle e una selezione di “luoghi del buon bere”, ristoranti che si distinguono per servizio e carta dei vini.

Nelle sezioni Il Vino in evidenza e L’Azienda in evidenza è, invece, il Seminario Veronelli a proporre settimanalmente realtà ed etichette meritevoli di attenzione, valorizzando in primis distretti produttivi e vitigni poco conosciuti.

I riconoscimenti assegnati dalla Guida Oro I Vini di Veronelli 2019 sono riuniti nella sezione I Premi: i Super Tre Stelle (vini con punteggio uguale o superiore a 94/100), i Grandi Esordi (vini di pregio recensiti per la prima volta), i Migliori Assaggi (il vertice di ciascuna tipologia) e, naturalmente, i dieci Sole, premi speciali assegnati dalla Redazione ad altrettanti “racconti in forma di vino” rappresentativi della competenza e della creatività dei vignaioli italiani.

La funzione Le Notizie, infine, consente al lettore di essere sempre aggiornato sulle iniziative del Seminario Veronelli, associazione che, da oltre trent’anni anni, promuove la cultura della terra e della tavola.

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I tornei giovanili di calcio per vedere oltre la rete e sviluppare lo spirito di squadra

 

Lo sport è uno dei tuoi principali interessi. Il calcio è ciò che ti fa battere il cuore e ogni volta non vedi l’ora di arrivare alla giornata dedicata alla partita in diretta, a quella con gli amici dedicata ai commenti sulla partita e a quella in cui con gli stessi amici esci per giocare a calcio. Probabilmente non ne hai assolutamente idea ma ci sono grandi opportunità anche per le piccole squadre di non professionisti. I tornei giovanili calcio e i tornei amatoriali sono una carta da giocare se senti che la tua squadra ha capacità e emozioni da offrire. Perché non sfruttare questa strada per farsi conoscere e divertirsi tutti insieme? Sono organizzati tornei giovanili di grande importanza sia in Italia e all’estero. Essi non sono soltanto una buona scusa per stare insieme e divertirsi moltissimo, ma anche per ampliare i propri orizzonti e uscire dai campetti di provincia. Hai l’occasione di confrontarti con squadre provenienti da moltissime zone diverse, sarebbe un peccato non cavalcare l’onda.

Tornei giovanili di calcio: garantiti qualità e soggiorni in località da sogno

Le possibilitità per chi è realmente interessato ad aprirsi al mondo e mettersi in gioco sono davvero tante. Basta scegliere la soluzione migliore per tutta la squadra. Gli eventi di calcio giovanile e amatoriale disponibili sono vari per venire incontro a una fascia di persone interessate sempre pià ampia ed eterogenea. Ci sono, fra le altre cose, ritiri calcistici, camp estivi di calcio, e tornei internazionali distribuiti durante tutto l’anno. Le località scelte per i tornei di calcio giovanile sono selezionate prima di tutto per la loro capacità di ospitare tornei di altissima qualità, ma anche per la loro indiscussa bellezza. Un esempio è Barcellona, città catalana di respiro internazionale famosa per i suoi grandi viali e per gioielli architettonici come la Sagrada Familia o casa Gaudì. Ma anche Roma, Venezia, Praga, e altre città ancora. Il punto di forza dei tornei giovanili di calcio non sta tanto nel miglioramento delle caratteristiche “tecniche” della squadra, ma nell’occasione di socialità e condivisione.

Nei tornei di calcio giovanile la crescita personale supera la tecnica

I tornei giovanili di calcio e quelli amatoriali garantiscono un’esperienza totale e immersiva ai giocatori, finalizzata al divertimento ma anche al rafforzamento dei legami di squadra. La performance è importante ma in questo caso passa momentaneamente in secondo piano. Credo che non ci sia bisogno di ricordarti che l’esito positivo o negativo di una partita dipende in grandissima parte da quanto è unita e “collaudata” la squadra e non soltanto dalle caratteristiche tecniche dei singoli giocatori. L’amicizia, l’empatia e la comprensione degli altri giocano un ruolo fondamentale in ogni partita, che sia o meno una vera partita di calcio. Tornando ai tornei di calcio giovanile, molte società e associazioni calcistiche ti danno la possibilità di personalizzare in una certa misura il pacchetto scelto in base alle esigenze specifiche della squadra. Cosa aspetti a iscrivere la tua squadra e vivere un’esperienza fuori dagli schemi? Sicuramente la tua squadra ha i numeri giusti!

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Dieta e Alimentazione Eventi

I love Ostrica Oyster Passion

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  • 8 Febbraio 2019

Il countdown per la serata più romantica dell’anno è già partito e I love Ostrica, l’esclusivo format di shop online, catering e degustazioni con protagoniste ostriche, crudités di mare e pescato di altissima qualità, ha dedicato una Special Edition a tutti gli innamorati: Oyster Passion, una cena di ostriche e pesce crudo da gustare nell’intimità della propria maison, per festeggiare San Valentino con il proprio partner. Non manca nulla, neanche il vino abbinato.

Il pacchetto può essere ordinato online su www.iloveostrica.it e propone una selezione ad hoc per chiunque prediliga la comodità della propria casa senza rinunciare a gusto e qualità. Per l’occasione, Luca Nicoli, ideatore di I love Ostrica, ha pensato a un assortimento composto dall’ostrica IGP di Marennes Oléron, unica ostrica tutelata da un consorzio, conosciuta in tutto il mondo grazie al tipico affinamento nelle storiche saline. La proposta segue con uno dei crudi di mare per eccellenza, i gamberi rossi di Mazara, dal gusto unico e deciso, difficile da trovare in altri prodotti della stessa specie.

La cena firmata Oyster Passion prevede anche la delicata tartare di Ricciola, accompagnata da dolci Mazzancolle. Per concludere una saporita tartare di tonno, selezionata dai più nobili tranci dagli chef di I love Ostrica. L’abbinamento immancabile, come nei migliori bistrot francesi, è affidato al Muscadet Cuvée Académie, un vino bianco fruttato, fresco ed elegante.

I love Ostrica ha pensato a pensato a tutto: all’interno del box, uno stampino a forma di cuore per impiattare la tartare, per una mise en place appagante in perfetto stile San Valentino.

È possibile ordinare Oyster Passion sul sito di I love Ostrica: https://www.iloveostrica.it/it/plateau-royale/oyster-passion-OPassion

I LOVE OSTRICA. I love Ostrica nasce da La Piazzetta del Pesce, e-commerce e delivery di pesce di alta qualità per ristoranti e privati, realtà fondata nel 2007 da Luca Nicoli, oggi a tutti gli effetti leader nella distribuzione italiana di prodotti di lusso, in particolare ostriche. Considerate che nell’ultimo anno sono oltre 2.000.000 le ostriche distribuite in Italia. L’accurata selezione dei fornitori, a cui viene imposto un rigido capitolato di autocontrollo, è alla base dell’alta qualità di ogni prodotto che viene tracciato in tutta la sua filiera produttiva, dal momento in cui viene pescato fino alla consegna. Con I love Ostrica, il portale di lusso che si occupa di eventi, show cooking, chef a domicilio, serate didattiche, le ostriche diventano vere protagoniste, portando all’attenzione di un pubblico curioso e selettivo un prodotto pregiato, tutto da scoprire.

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Fondazione AiFOS: un premio per dire no al bullismo!

Comunicato Stampa

Fondazione AiFOS: un premio per dire no al bullismo!

 

Un nuovo premio per valorizzare le buone prassi di contrasto del fenomeno del bullismo e del cyberbullismo nelle scuole e nelle organizzazioni giovanili. Le domande si devono presentare entro il 30 maggio 2019.

 

Secondo alcuni dati forniti dall’Istituto nazionale di statistica (Istat) nel nostro Paese un ragazzino su due è vittima di episodi di bullismo. Inoltre l’età più a rischio risulta quella compresa tra gli 11 e i 17 anni e gli atti di prepotenza colpiscono in prevalenza le femmine rispetto ai maschi con differenze anche tra Nord e Sud Italia. Il fenomeno, infatti, è più diffuso nelle regioni settentrionali dove la media dei ragazzi colpiti raggiunge il 23% e supera il 57% se si considerano anche le azioni di bullismo sporadiche.

 

Gli strumenti per affrontare il bullismo

Di fronte a un’emergenza come questa, sono necessari nuovi strumenti che permettano di prevenire e contrastare il fenomeno del bullismo e il cyberbullismo che può avvenire attraverso la rete.

Uno strumento idoneo di contrasto è la nuova prassi di riferimento UNI/PdR 42:2018, che si applica non solo a tutti gli istituti scolastici e formativi, ma anche alle varie attività assimilabili alla scuola (centri di formazione professionale, centri diurni, convitti, centri sportivi-ricreativi, centri giovanili, …).

 

Il lancio del premio “Bullis-NO!”

Proprio per favorire il contrasto del fenomeno del bullismo e del cyberbullismo nelle scuole e nelle organizzazioni giovanili, la Fondazione AiFOS – realtà filantropica fondata nel 2016 dalla società cooperativa Aifos Service e da AiFOS (Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro) – indice, con la collaborazione di Bureau Veritas, il premio “Bullis-NO!”.

 

Verrà premiata la migliore “buona prassi” di implementazione di un sistema di gestione contro il bullismo e/o il cyberbullismo, sviluppata all’interno di un’istituzione scolastica o di un’organizzazione rivolta ad utenti minorenni, ispirata alla prassi di riferimento UNI/PdR 42:2018.

Infatti le principali “agenzie educative” sono le famiglie, le scuole e le altre organizzazioni rivolte ad utenti minorenni che sono chiamate a svolgere il loro compito formativo, individuando i rischi ai quali i minori sono esposti e mettendo in campo buone prassi che abbiano l’obiettivo di eliminarli e/o ridurli, mettendo in pratica il corretto agire per accrescere il livello di benessere di bambini e ragazzi.

 

La nuova prassi di riferimento

Ricordiamo che la prassi di riferimento UNI/PdR 42:2018Prevenzione e contrasto del bullismo – Linee guida per il sistema di gestione per la scuola e le organizzazioni rivolte ad utenti minorenni” individua i criteri per prevenire e contrastare il bullismo e definisce, dunque, le caratteristiche per un sistema di gestione che affronti e prevenga il rischio di comportamenti violenti nei confronti di minori e di condotte dannose alla formazione della loro personalità.

 

Fornendo alle organizzazioni idonee linee guida per applicare in modo efficace le prescrizioni sul bullismo e sul cyberbullismo, la prassi UNI/PdR 42:2018 è uno strumento utile per individuare i rischi di bullismo esistenti, comunicare le strategie antibullismo e rafforzare la fiducia nei confronti delle scuole e delle organizzazioni che ospitano minori.

 

Regolamento del premio e invio delle domande

Le buone prassi che possono essere premiate dalla Fondazione dovranno riguardare interventi di implementazione di un sistema di gestione contro il bullismo e/o il cyberbullismo realizzati da istituzioni scolastiche e organizzazioni rivolte ad utenti minorenni.

 

Il premio Bullis-NO! – il regolamento:

https://www.fondazioneaifos.org/FILES/bandi/2019/bullismo/Regolamento-Premio-BULLIS-NO!.pdf

 

La Fondazione metterà a disposizione:

  • un premio economico per la migliore buona prassi realizzata;
  • 2 giorni/uomo di audit offerte a titolo gratuito da parte di Bureau Veritas Italia, al fine di ottenere la certificazione;
  • la diffusione dei risultati conseguiti dal progetto vincitore.

 

Per partecipare al bando è necessario compilare e inviare la “Manifestazione d’interesse” entro le ore 24.00 del 30 maggio 2019, salvo eventuali proroghe, tramite l’apposito modulo che può essere scaricato dal sito della Fondazione.

 

Il premio Bullis-NO! – il modulo “Manifestazione d’interesse”:

https://www.fondazioneaifos.org/FILES/bandi/2019/bullismo/Manifestazione-d-interesse-Premio-BULLIS-NO!.pdf

 

La documentazione richiesta nella “manifestazione d’interesse”, a dimostrazione della effettiva implementazione del sistema di gestione, dovrà poi essere inviata entro il 31 dicembre 2019 all’Ufficio di Segreteria della Fondazione.

 

Le buone prassi saranno poi preselezionate da una Commissione e una tra queste verrà scelta dal CdA della Fondazione AiFOS, secondo il proprio insindacabile giudizio, sulla base della conformità dei progetti proposti ai seguenti criteri:

  • aderenza alle finalità del bando;
  • chiara individuazione di obiettivi, metodologie ed azioni;
  • grado di innovatività del progetto;
  • accuratezza dell’analisi del contesto d’intervento e dei bisogni dei beneficiari del progetto;
  • sostenibilità economica/progettuale dell’iniziativa;
  • coerenza con la buona prassi di riferimento UNI/PdR 42:2018 – Linee guida per il sistema di gestione per la scuola e le organizzazioni rivolte ad utenti minorenni.

 

La Fondazione AiFOS pubblicherà sul proprio sito la buona prassi vincitrice, beneficiaria del contributo, entro il 30 febbraio 2020.

 

Link della Fondazione AiFOS per avere ulteriori informazioni sul bando e sulla prassi di riferimento: https://www.fondazioneaifos.org/index.php/premio-bullis-no

 

 

Per informazioni:

Fondazione AiFOS – Palazzo CSMT – via Branze, 45 – 25123 Brescia – tel. 030.6595037 – https://www.fondazioneaifos.org/ – [email protected]

 

 

 

07 febbraio 2019

 

Ufficio Stampa di AiFOS

[email protected]

http://www.aifos.it/

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Notizie dal mondo

Regalare un viaggio è un’idea alternativa per il regalo di laurea

Quando le vacanze sono vicine arriva anche il momento di pensare a cosa regalare per le festività. Infatti, ogni anno dedichiamo tanto tempo all’acquisto dei regali, specialmente sotto natale. Non solo, ogni festa è buona per comprare un regalo, o meglio, anche per riceverlo.

Tra le tante feste in cui si scambiano doni ci sono il compleanno, la festa del papà, la festa della mamma, San Valentino e la festa di laurea. Ognuno di queste è l’occasione per comprare qualcosa di nuovo alle persone che sono intorno a noi.

A volte non è necessario comprare dell’oggettistica, ma anche delle esperienze. Infatti, ci sono molti pacchetti che permettono di trascorrere una giornata in mezzo alla natura o a qualche tipo di sport estremo, come il rafting o la scalata.

Non solo, per ogni tipo di festa si può dire che il regalo cambia, ma il pensiero sincero alla base deve rimanere. Infatti, molti regali permettono di approfondire e consolidare una relazione. Di fatto, regalare un viaggio è il forse il modo migliore per permettere all’altra persone di vivere un’esperienza nuova.

Un viaggio è una valida idea regalo

Ci sono vari motivi per cui un buono viaggio è un ottimo tipo di regalo. Prima di tutto si permette all’altra persona di vivere un’esperienza differente, esplorando una nuova città o un nuovo stato. Non solo, si potrebbero incontrare anche nuove opportunità e conoscere persone con una storia differente dalla nostra.

Dopo tutto, regalare un viaggio oggi è semplice. Agenzie di viaggio e compagnie aeree low cost mettono a disposizioni tanti tipi di pacchetti a prezzi economici. La rivoluzione del trasporto aereo ha permesso di viaggiare a costi sempre più contenuti e oggi è possibile volare dall’altra parte del mondo con differenti compagnie aeree.

Inoltre, quando si parte per un viaggio lungo è importante prepararsi. Quando si va in un altro continente è importante organizzare il viaggio in tutte le sue forme, inclusi trasporti e le cose da visitare. Inoltre, ci sono molte guide di viaggio che offrono preziosi consigli su cosa pianificare e cosa vedere.

Poi, ci sono tante altre cose che rendono perfetto un viaggio. I compagni di viaggio sono uno di queste. Infatti, è importante viaggiare con chi ci troviamo bene perché passeremo con questa persona tanto tempo e per molti giorni di fila.

Prenotare un viaggio da regalare

Prima di tutto, se c’è l’intenzione di regalare un viaggio bisogna considerare anche in quale tipo di occasione. Infatti, il momento della laurea è perfetto perché permette di staccare la mente e rilassarsi dopo mesi di intenso lavoro accademico e di prendere dei giorni di libertà prima di iniziare un nuovo capitolo nella vita.

Per regalare un viaggio è necessario sapere quali posti ha già visitato la persona che lo riceverà. In questo modo, è possibile escludere alcune destinazioni e scegliere quelle giuste. Il passo finale è quello di optare per un pacchetto già confezionato o acquistare dei buoni da spendere per la sistemazione e il volo in aereo.

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Gronda di Genova: 37 realtà associative sostengono il progetto di Autostrade per l’Italia

Il progetto di Autostrade per l’Italia della Gronda autostradale di Ponente ha una finalità fondamentale per il traffico urbano ligure e dell’intera Penisola: la sua cantierizzazione è oggi sostenuta dal manifesto di 37 realtà associative locali, che si sono recentemente espresse a favore del progetto.

Autostrade per l'Italia

Autostrade per l’Italia: il manifesto pro Gronda

Tra i soggetti che hanno sottoscritto il manifesto a sostegno della cantierizzazione del progetto Gronda autostradale di Ponente ci sono i rappresentanti locali di Cgil, Cisl e Uil, Cna, Spediporto, Coldiretti, Confartigianato e Confesercenti. L’opera di Autostrade per l’Italia, allo stato attuale, comporta un investimento di 4.3 miliardi di euro. Il manifesto “Perché sì alla Gronda” è stato firmato il 18 gennaio 2019 da 37 realtà associative di Genova e della Liguria: si è reso necessario in seguito al cosiddetto piano “sblocca-cantieri”, che potrebbe non comprendere il progetto della Gronda di Genova. I cantieri sarebbero dovuti iniziare con il nuovo anno. Vista la situazione attuale del traffico urbano ligure e dell’intera Penisola, la realizzazione dell’opera diventa sempre più necessaria: il progetto affidato ad Autostrade per l’Italia prevede la realizzazione di 72 chilometri di nuovi tracciati autostradali (54 in galleria) e 13 nuovi viadotti, oltre all’ampliamento di 11 viadotti esistenti. Dal 13 agosto 2018 il progetto esecutivo è al Mit: ci sono le autorizzazioni e tutto è pronto per la cantierizzazione.

Autostrade per l’Italia: l’iter del progetto

Il progetto della Gronda autostradale di Ponente ha preso il via nel 2002 con i primi studi di fattibilità, per poi essere sottoposto a Dibattito Pubblico nel 2009: il coinvolgimento dei cittadini appartenenti alle zone interessate al tracciato ha permesso di migliorarlo grazie ai suggerimenti dei partecipanti e ha inoltre rafforzato la consapevolezza in merito all’opera. il Dibattito Pubblico, realizzato da Autostrade per l’Italia in collaborazione con il Comune di Genova, rappresenta il primo esperimento di questo tipo in Italia. Nel 2014 il progetto Gronda è stato accolto positivamente dalla Valutazione di Impatto Ambientale. L’Italia è riuscita a ottenere l’autorizzazione dell’Unione Europea per il finanziamento dell’opera senza ulteriori costi a carico dei cittadini e dello Stato. La concessione di Autostrade per l’Italia è stata allungata di 4 anni. Nel 2015 è stato inserito nel Piano Urbanistico del Comune di Genova, mentre nel settembre 2017 il Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti approva il progetto definitivo, dichiarando la pubblica utilità dell’opera.

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Pagamenti: 16 milioni di italiani preferiscono ancora il contante

Nonostante i tentativi fatti per cercare di ridurne l’utilizzo, gli italiani sembrano non voler rinunciare a banconote e monete e, secondo l’indagine commissionata da Facile.it (https://www.facile.it/), il 37% della popolazione adulta, pari a circa 16 milioni di persone, preferisce ancora pagare con denaro contante piuttosto che utilizzare carte di credito, bancomat o prepagate.

L’analisi, realizzata per Facile.it dall’istituto mUp Research in collaborazione con Norstat su un campione rappresentativo della popolazione italiana con età compresa tra i 18 e i 74 anni, aveva l’obiettivo di fotografare le abitudini dei consumatori in materia di pagamenti. Ecco i risultati

Le preferenze degli italiani

Se, come detto, indagando i desideri degli italiani emerge che più di uno su tre (37%) dichiara di preferire il denaro contante alle carte di pagamento elettroniche, le percentuali cambiano sensibilmente in base alle caratteristiche sociodemografiche del campione.

La prima differenza è legata al genere e, a dispetto dei luoghi comuni che sovente ritraggono mogli intente a strisciare la carta di credito in preda ad attacchi di shopping compulsivo, sono proprio le donne a preferire in misura maggiore i contanti (40%) rispetto agli uomini (34%).

Da un punto di vista territoriale, invece, emerge che banconote e monete sono maggiormente apprezzate al Meridione (41%), mentre sono le regioni del Nord-Ovest (31%) a manifestare la più bassa percentuale di gradimento per il contante.

Se si guarda, infine, alle fasce di età, emerge che la predilezione per i contanti diminuisce al crescere dell’età; se tra i giovani con età compresa tra i 18 e i 24 anni il 43% preferisce utilizzare denaro contante, tra gli adulti nella fascia 65-74 la percentuale scende al 31%

Quanto effettivamente si usano i contanti

Passando dai desideri alle reali abitudini degli intervistati, il quadro resta sostanzialmente invariato e dall’indagine emerge che per ogni 100 euro di spesa 43 euro vengono pagati con denaro contante. Anche in questo caso, suddividendo il campione in base alle caratteristiche sociodemografiche, emergono delle differenze importanti. Le donne, ancora una volta, sono quelle che non solo desiderano usare, ma effettivamente anche pagano più spesso in contanti (46€ contro il 41€ del campione maschile); al Meridione (45€) monete e banconote si usano di più che nelle regioni del Nord-Ovest (35€) mentre l’uso del denaro contante diminuisce al crescere dell’età.

Quando si utilizzano i contanti

Alla domanda “per quali spese usa i contanti?”, la casistica più ricorrente, indicata dal 70% degli intervistati, è legata alle spese di piccolo taglio, mentre per quelle più grosse vengono utilizzate le carte elettroniche. Il 18% dei rispondenti ha dichiarato di utilizzare banconote o monete solo se è l’unico metodo di pagamento accettato e, ancora, il 12%, pari a 5 milioni di persone, ammette che per qualunque spesa, indipendentemente dall’importo, sceglie come prima opzione il pagamento con il contante.

In contanti…. anche all’estero

L’amore degli italiani per il contante travalica anche i confini nazionali; secondo l’indagine di mUp Research e Norstat per Facile.it, sono quasi 14 milioni (33% del campione) i consumatori che dichiarano di usare banconote e monete anche durante i viaggi all’estero.

Più nello specifico, il 24% sceglie di prelevare prima della partenza una somma di contanti sufficiente a coprire i costi della vacanza mentre il 9%, pari a 4 milioni di persone, opta per prelevare la moneta locale direttamente nel Paese di destinazione, noncurante delle possibili commissioni bancarie per il prelievo o per il tasso di cambio che potrebbe essere svantaggioso. 24,5 milioni quelli che, invece, scelgono di partire con la minima somma necessaria di contanti, per poi pagare tutto con carte elettroniche.

 

 

* Metodologia: n. 1.023 interviste CAWI con individui in età 18 anni ed oltre su un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta in età 18-74 anni + n.411 interviste CAWI ad un campione di individui in età compresa fra 18 e 74 anni, rappresentativo della popolazione dell’area metropolitana di Milano. Indagine condotta a novembre 2018.

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La biografia e gli incarichi professionali del giurista e professore ordinario Nicolò Zanon

Nicolò Zanon ha ricevuto il titolo di Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana nel 2017, riconoscimento che si fonda su un’esperienza professionale di ampio respiro come giurista e come docente presso importanti Atenei. Attualmente è Giudice della Corte costituzionale.

Nicolò Zanon

Nicolò Zanon: la formazione e gli anni della docenza

Classe 1961, Nicolò Zanon è originario di Torino, dove si laurea in Giurisprudenza presentando una tesi in Diritto pubblico comparato. In seguito, consegue il titolo di dottore in ricerca in Diritto comparato presso l’Università di Firenze. Tra il 1991 e il 1996 è ricercatore nella Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Torino, ma al contempo completa il suo percorso formativo all’estero, attraverso soggiorni di studio in Francia e Germania. In parallelo all’esperienza come assistente di studio del Giudice costituzionale prof. Valerio Onida, Nicolò Zanon. attualmente è Professore ordinario (fuori ruolo, in ragione dell’incarico quale Giudice costituzionale) di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Ateneo milanese.

Nicolò Zanon: la produzione scientifica e gli incarichi giuridici

L’attività scientifica di Nicolò Zanon si basa principalmente su temi riguardanti la posizione costituzionale dei parlamentari e la loro tradizionale libertà da vincoli di mandato, oltre che sulle problematiche legate al diritto regionale, alla giustizia costituzionale e alla tutela dei diritti fondamentali sia nell’ordinamento italiano che in quelli stranieri. È autore di numerosi articoli scientifici pubblicati su riviste giuridiche italiane e straniere. È stato editorialista per importanti quotidiani come “Il Sole 24 Ore”, “Il Giornale” e “Libero”. Nel 1998 diventa componente del “Gruppo di lavoro per la Riforma dello Statuto regionale” su nomina del Direttore generale della Presidenza della Regione Lombardia. Entra in seguito a far parte del comitato di redazione della rivista “Ideazione”, del comitato scientifico della rivista “Quaderni costituzionali” e del comitato scientifico della rivista “Percorsi costituzionali”. È membro del Comitato Legislativo della Regione Lombardia da ottobre 2000 a luglio 2010. Nicolò Zanon ha fatto parte del board “Riforme e garanzie” della Fondazione Magna Carta e ha fornito consulenza alla Commissione parlamentare per le questioni regionali. Si è impegnato a livello associativo come membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Italiana per la ricerca contro il cancro (FIRC), oltre a essere stato componente dell’Ufficio studi dell’Unione delle Camere Penali Italiane e del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Rosselli di Torino. Eletto componente laico del Consiglio Superiore della Magistratura nel 2010 dal Parlamento in seduta comune, ha ricevuto il titolo di Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana nel 2017. Attualmente è Giudice della Corte costituzionale su nomina del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, carica che ricopre dal 18 ottobre 2014.

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Roberto Casula: tre decenni di successi nel settore energetico

Dopo essersi laureato in ingegneria a Cagliari, si è trasferito per lavoro vivendo tra Asia e Africa e giungendo in ultimo al top management di Eni S.p.A. L’iter di Roberto Casula dimostra concretamente come l’esperienza sul campo sia premiante per la scalata ai vertici societari nelle realtà multinazionali.

Roberto Casula

Roberto Casula: le prime esperienze professionali

Roberto Casula nasce nel capoluogo sardo nel 1962, laureandosi in Ingegneria Mineraria nel 1988 presso l’Università di Cagliari. In seguito, trova subito un’occupazione presso Agip S.p.A., dove rimane fino al 1991. In questo lasso di tempo è incaricato dell’amministrazione delle prove di produzione e acquisizione dei dati sui pozzi e della verifica del comportamento dinamico dei giacimenti di idrocarburi, compiti che presto diventeranno il principale oggetto del proprio lavoro in azienda. Nel 1992 viene trasferito negli uffici della controllata del gruppo Agip Angola Ltd, che si trovano a Luanda, città capitale dell’omonimo stato dell’Africa Centro-Occidentale: qui ha come task primaria la gestione delle operazioni di mantenimento e sviluppo. Nel 1997 Roberto Casula ha la possibilità di rientrare per lavoro in Italia, chance che coglie avendo in assegnazione un progetto di arrangiamento produzione e sviluppo sempre dentro Eni S.p.A. Oltretutto questa nuova job title gli permette di occuparsi dei processi commerciali e operativi delle nazioni dell’Africa Occidentale e del Medio Oriente.

Gli ultimi incarichi del dirigente Roberto Casula

Agli inizi degli anni 2000, Roberto Casula cambia di nuovo posizione nel Gruppo Eni, progredendo nella scalata alla società: prima è infatti Responsabile dei Servizi Tecnici di progetto in Iran e in seguito Manager delle fasi 4 e 5 del programma nominato Giant South Pars Gas. Per gestire più da vicino questi piani di lavoro, si trasferisce a vivere a Teheran, capitale della Repubblica Islamica dell’Iran. Ritornato per breve tempo in Italia nel 2004, si sposta nuovamente a Tripoli, capitale libica, dove è prima assunto come Managing Director per il Nord Africa e poi come Senior Vice President della Regione Sub-Sahariana. In qualità di vicepresidente senior, Roberto Casula a partire dal 2011 porta Eni a concludere diversi fondamentali contratti commerciali in differenti stati africani. Il riconoscimento da parte dell’azienda per gli sforzi profusi sul campo giunge nel luglio 2014, quando viene appuntato al ruolo di Chief Development Operations & Technology Officer, riferendo in questo modo in merito alle attività tecniche, operative, project e di ricerca e sviluppo in prima persona all’Amministratore Delegato.

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Mercato dell’argento, l’incremento di offerta può frenare lo slancio

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  • 6 Febbraio 2019

La maggiore attività estrattiva potrebbe dare impulso al mercato dell’argento ma non alla sua quotazione. Il metallo bianco ha vissuto un 2018 tutt’altro che semplice, perché analogamente alle altre commodities, è stato anch’esso penalizzato dagli eventi.

I fattori che hanno inciso sul mercato dell’argento

mercato dell'argentoDue sono stati i fattori che hanno zavorrato i mercati. In primo luogo la crescita del dollaro, innescata dalla guerra dei dazi con la Cina. In secondo luogo la pressione delle forti svendite sul mercato statunitense. Fattori che hanno agito in modo congiunto. Soltanto a partire da dicembre scorso si è assistito a una ripresa del metallo bianco, che era giunto sotto il livello dei 15 dollari per oncia. A dare il senso delle difficoltà del mercato dell’argento, ci pensa il “gold/silver ratio”, ovvero il rapporto tra i due più noti metalli preziosi. Erano 25 anni che questo “ratio” non toccava il rapporto di 1 oncia d’oro per 85 di argento..

Lo scorcio finale del 2018 ha regalato un dicembre positivo (+10%), grazie alla forte correlazione con il dollaro. Ma non si vedono ancora buone prospettive per l’anno in corso. Va però ricordato che il prezzo dell’argento – come altre materie prime – è molto più volatile rispetto a quello dell’oro. I suoi indicatori di volatilità infatti sono frequentemente più “isterici” rispetto a quelli del metallo giallo. Ciò dipende in buona parte dal fatto che si stratta di un bene soggetto sia alla domanda degli investitori (a fini speculativi) che alla domanda del settore industriale (cui è destinato oltre il 50% dell’estrazione).

L’offerta industriale in aumento

Proprio la crescita dell’offerta a fini industriali potrebbe incidere sulle quotazioni. Non ci sono infatti segnali affidabili che possa esserci una ripresa, visto che secondo alcuni esperti infatti, l’offerta di argento potrebbe iniziare ad aumentare per effetto della maggiore attività estrattiva. Questo comporterebbe un freno a ogni tentativo di ripresa dei prezzi, che potrebbero rimanere stabili verso i 16 dollari l’oncia. Sembrano così sempre più lontani i tempi in cui l’argento era giunto a 50 dollari l’oncia, eppure era solo aprile 2011.

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Qualità del Cibo Garantita Anche nei Catering a Domicilio

I catering a domicilio Firenze si sono diffusi anche in una delle regioni italiane dove la qualità del cibo e la tradizione culinaria è considerata una eccellenza a livello mondiale.
Alla qualità del cibo e alla capacità nella preparazione e nella cottura molte aziende di catering aggiungono la loro capacità nel servizio e nell’organizzazione di ogni genere di evento dai grandi ricevimenti alle piccole feste o ritrovi tra amici.
Il servizio di catering a domicilio Firenze è tra i migliori in italia, a premiare queste attività non sono solo gli italiani ma anche gli stranieri in visita della Toscana che trovandosi nel nostro paese scelgono questo tipo di ristorazione per celebrare feste o momenti particolari.
Al di là di matrimoni e occasioni di vario genere uno degli ambiti in cui i catering Firenze a domicilio si sono resi protagonisti di pranzi, buffet e banchetti sono sicuramente i ricevimenti per matrimoni, nel wedding i catering Firenze sono tra i preferiti dalle coppie di sposi italiane e stranieri.
Per quanto riguarda i matrimoni, Firenze è il luogo più scelto dagli sposi che provengono da altri paesi desiderosi di sposarsi in un contesto bellissimo come il capoluogo toscano.
Ad attrarre questo tipo di eventi non sono solo le bellezze monumentali di cui il centro storico della città è pieno ma anche gli ottimi cibi serviti la massima attenzione e cura dalle aziende di catering.
I menu selezionati preventivamente dagli sposi sono preparati consegnati e serviti secondo elevati standard in location bellissime ed uniche.
Queste aziende di ristorazione sono molto diffuse in tutto il territorio nazionale e sono caratterizzate da una totale flessibilità nel proporre menu e servizi, questi sono indicati anche per fornire menu per poche persone per le più diverse esigenze.
Si va dalla fornitura aziendale e quotidiana di cibo e bevande fino al servizio di catering a domicilio per pranzi o ricevimenti a buffet che scelgono la propria casa per organizzare piccole feste o cene tra amici senza accollarsi il lavoro di preparazione e cottura del cibo.
In una società dove sempre più spesso sia gli uomini che le donne hanno poco tempo per organizzarsi ad acquistare, preparare e cucinare, questo tipo di ristorazione offre soluzioni all inclusive dove oltre che eliminare l’incombenza del cibo e delle bevande è anche possibile ottenere prezzi competitivi rispetto ad altre attività come ristoranti e rosticcerie.

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