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5 Novembre 2018

Dieta e Alimentazione Salute e Benessere

Sei intollerante al lattosio? Ecco i sintomi e cosa eliminare dalla dieta!

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  • 5 Novembre 2018

Sei intollerante al lattosio? Ecco di cosa si tratta e quali sono gli alimenti da non mangiare.

L’intolleranza al lattosio è un disturbo molto diffuso soprattutto nell’età adulta e consiste nell’incapacità di digerire un particolare tipo di zucchero che troviamo nel latte chiamato lattosio. Il lattosio si trova non solo nel latte ma anche in molti prodotti lattiero-caseari.

Se pensate di essere intolleranti al lattosio la prima cosa da fare è cercare di seguire una dieta personalizzata, su misura per voi, escludendo i cibi che contengono lattosio.

In questo modo se siete realmente intolleranti al lattosio osserverete dei miglioramenti e la scomparsa dei sintomi. Fatto questo, per accertarvi che sia il lattosio l’unico responsabile di questi sintomi e non di altre patologie sottostanti è possibile effettuare alcuni test specifici di conferma in campo medico.

Sintomi dell’intolleranza al lattosio

Il lattosio non viene digerito per la carenza dell’enzima lattasi a livello dell’intestino e questo causa alcuni disturbi come gonfiore, gas, crampi addominali, nausea e diarrea che durano dai 30 minuti a qualche ora dopo l’ingestione di cibi che lo contengono. A seconda della quantità dell’enzima presente nel nostro organismo i sintomi possono essere lievi o gravi.

 La gravità dipende da quanto tempo il lattosio è stato consumato e dalla quantità di enzima che la persona produce.

Cosa mangiare per chi è intollerante al lattosio

Chi è intollerante al lattosio deve ridurre o eliminare completamente tutti i prodotti che contengono questo tipo di zucchero dalla dieta. Fortunatamente oggi in commercio esistono tanti prodotti lattiero-caseari senza lattosio, e quindi più digeribili. Anche il latte, si puù scegliere il latte di riso, di mandorle, di soia o semplicemente quello senza lattosio. Bisogna comunque fare attenzione e leggere sempre le etichette dei prodotti perchè spesso questo zucchero viene aggiunto a molti prodotti trasformati come ad esempio condimenti per insalate, carne, salse, cereali, zuppe, creme ed è presente anche in alcuni farmaci.

 

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Comunicati

Assolti manager Fotovoltaico: Era tutto regolare! Nessun processo verrà portato avanti.

Assolti tutti gli imputati con formula piena in quanto per la presunta associazione a delinquere. In buona sostanza, era tutto regolare! Nessun processo verrà portato avanti.

Tutto il mondo legato al fotovoltaico e alle energie rinnovabili ne è stato da sempre convinto, ma ora c’è una conferma incontrovertibile, conferma che arriva dopo ben 8 anni di lungaggini, ombre e grigio su quello che era il più grande progetto fotovoltaico fino ad allora concepito. I legali che hanno seguito la questione ne erano certi sin dal primo istante, ritenendola una montatura mediatico-giudiziaria che non doveva nemmeno nascere.

Otto lunghi anni di sequestri e procedimenti penali vari, culminati nel 2013 con una misura cautelare preventiva ordinata dalla dottoressa Paola Liace – allora Gip a Brindisi – che portò in carcere 16 professionisti, tutti imprenditori, manager e ingegneri, con la grave accusa di aver truffato (fino ad allora) oltre 300 milioni di euro, percependo incentivi frutto di un presunto aggiramento della normativa urbanistica per decine di impianti fotovoltaici realizzati.

Per i “furbetti del fotovoltaico” o quelli che avevano creato il “fotovoltaico col trucco”, così li avevano aggettivati a seguito dei numerosi sequestri preventivi, avvisi di garanzia e procedimenti penali promossi dall’allora sostituto procuratore di Brindisi Nicolangelo Ghizzardi, il 24 ottobre 2018 nell’aula del Tribunale di Roma è stata fatta giustizia, come ha esultato in aula l’avvocato Antonino Isgrò, che ha seguito personalmente sin dall’inizio l’intera vicenda giudiziaria nei vari filoni d’indagine.

In effetti, la “raffica” di procedimenti penali stampati in ciclostile – come li avevano definiti alcuni legali – partono dalla Procura di Brindisi e vedono come promotore l’allora Pm Nicolangelo Ghizzardi. Sequestri e contestazioni riguardanti l’aspetto urbanistico e che culminano nel 2013, con l’accusa di truffa e di indebita percezione di incentivi ai danni dello Stato. Questo procedimento, che porta sempre la firma di Ghizzardi e che lo stesso in una delle conferenze stampa definisce “procedimento sperimentale” è però, anni dopo, dallo stesso Tribunale di Brindisi ritenuto non di propria competenza giurisdizionale, che pertanto trasferisce l’intero fascicolo al Tribunale di Roma, che riprende e continua le indagini fino ad allora portate avanti dalla Procura brindisina.

Ieri il giudice dell’udienza preliminare della Procura di Roma, dottoressa Giulia Proto, su richiesta del Pm che ha chiesto il non luogo a procedere per tutti gli imputati, in quanto dall’esame di tutta la documentazione ha ritenuto non “esserci elementi che consentono di sostenere l’accusa in giudizio”, ha assolto tutti gli imputati con formula piena in quanto per la presunta associazione a delinquere: “Il fatto non sussiste”, per l’illecita percezione degli incentivi “non è stato commesso il reato” e per l’abuso edilizio “il fatto non sussiste”.

In buona sostanza, era tutto regolare! Nessun processo verrà portato avanti.

Protagonisti (o vittime) di questa vicenda i vecchi manager di Global Solar Fund e quelli di Energetica S.p.A. che avevano messo in piedi già nel 2007, la realizzazione di quello che era il progetto più grande d’Europa nel fotovoltaico (font. Huffington post) con la previsione di investimento in Puglia di oltre 900 milioni di euro, finanziati quasi interamente dal governo cinese attraverso la China Development Bank (fonte Corriere della Sera).

Alla guida dei due Gruppi vi erano il manager spano-cinese Javier Romero e l’italiano Gaetano Buglisi che, attratti anche dai proclami favorevoli sulle rinnovabili fatti dall’allora Governatore della Puglia – Nichi Vendola – (font. Repubblica) e dalla normativa regionale volta a favorire implementazione di energia pulita avevano fatto una scelta precisa, decidendo di far partire dalla Puglia quello che era destinato a diventare l’investimento e il progetto solare più grande al mondo.

Come disse oltre 10 anni fa lo stesso Gaetano Buglisi in una intervista al quotidiano Repubblica, “partire dalla città del petrolchimico, dalla centrale a carbone di Cerano e da un’area che ha uno dei più alti tassi di tumore ai polmoni al mondo, come Brindisi, è senza dubbio la scelta più sana e più giusta, in quanto i benefici dell’energia prodotti da fonti rinnovabili non sono solo da individuare tra le minori risorse fossili sottratte al sottosuolo e alla natura, ma soprattutto dai benefici indiretti prodotti alla salute umana”.

Tuttavia la scelta di iniziare proprio da Brindisi, nonostante gli oltre 140 impianti realizzati dal fondo d’investimento allora più grande d’Italia, nonostante nel 2010 i progetti sviluppati da Energetica col supporto di Gsf in Italia avessero superato i 1200 MW e nonostante i progetti ideati e commissionati dal duo Buglisi-Romero avevano anche trovato un accordo di finanziamento per oltre 2,5 miliardi da destinare allo sviluppo fotovoltaico col Governo cinese (fonte Il Sole 24 Ore) culminato con la sottoscrizione dell’impegno di investimento firmato a Roma direttamente dal presidente della Repubblica Cinese Wen Jiabao e dall’allora presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, è stata fatale!

Sequestri su sequestri, procedimenti su procedimenti raccontati dalla cronaca, hanno fermato l’iniziativa più grande nel settore fotovoltaico. Tantissimi gli avvocati di tutta Italia che hanno difeso e sostenuto la regolarità di tutto quanto realizzato, si menzionano, tra altri, i professori pugliesi Ernesto Sticchi Damiani e Francesco Paolo Sisto, l’avvocato torinese Ugo Colonna, il professor Giuseppe Di Trocchio, lo studio Vassalli-Olivo di Roma, gli avvocati milanesi Alleva e Salvatore Pino e l’avvocato Giulia Bongiorno che ha difeso gli interessi degli investitori.

In molti si chiedono come tutto ciò sia accaduto e quali siano state le ragioni sottostanti alla promozione di tutta una serie di iniziative giudiziali “seriali” che da ieri sono scomparse come una bolla di sapone. Il Gruppo Global Solar Fund (oggi con altri manager alla guida) è ancora il 2° produttore Italiano di energia da fonte fotovoltaica.

Fontel’Opinione

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Idee per riciclare tappi di sughero

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  • 5 Novembre 2018

In Italia si consumano ogni anno 28 milioni di ettolitri di vino, che rappresentano quasi il 12% del consumo mondiale! Malinconicamente, nella maggioranza dei casi i tappi vanno a finire nella spazzatura. E se, invece di riservare loro questo triste destino, decidessimo di riciclarli offrendo loro una seconda opportunità?

Riciclare tappi di sughero come accessori decorativi

Forse non ci hai mai pensato, ma il tappo di sughero ha un vero potenziale decorativo…basta solo un po’ di fantasia e piccola esperienza di riciclo creativo. La robustezza naturale del sughero lo rende un vero e proprio materiale universale, e il suo aspetto naturale dona bellezza e stile agli oggetti di tutti i giorni che possiamo creare o decorare: sottopentole e portafotografie avranno finalmente un nuovo look! Inoltre, possiamo creare pratiche bacheche da appendere al muro, sottobicchieri e persino eleganti portacandele! Cerchi un’idea per un matrimonio o evento particolare? Allora ti farà piacere sapere che i tappi possono diventare dei bellissimi portanome davvero ricchi di stile…dipende solo da te!

Alcuni consigli per sfruttare al meglio l’utilità dei tappi di sughero

Scommettiamo che dopo aver scoperto questi piccoli trucchi apprezzerai ancora di più i tappi di sughero? Iniziamo da un esempio classico: la bottiglia di vino non ancora finita ed il tappo che non vuol saperne di tornare dentro il collo della bottiglia per chiuderla. In questo caso, basta immergere la punta del tappo per 10 minuti in acqua calda e questa si ammorbidirà, consentendo di sigillare nuovamente la bottiglia.

Sapevi inoltre che i tappi di sughero fanno si può aiutarti ad evitare che la frutta nel cestino diventi brutta troppo velocemente? Un tappo di sughero tagliato a metà e posto nel cesto di frutta infatti, aiuta a ritardare la maturazione dei frutti e ad impedire loro di diventare neri e marcire troppo rapidamente.

Infine, un semplice tappo di sughero può salvare il tuo senso dell’olfatto: posizionato nel frigorifero infatti, il sughero è in grado di catturare i cattivi odori.

Pensaci bene la prossima volta, prima di gettare un tappo di sughero, adesso sai quante cose puoi farci!

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