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29 Agosto 2017

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Kleptocats: gatti ladruncoli alla conquista del mondo

Hyperbeard lancia in Italia Kleptocats, l’app in cui a comandare sono dei morbidi felini con tendenze criminali.

Nel vasto mondo dei giochi gratis per mobile abbiamo già visto praticamente di tutto. Giochi di ruolo, giochi con le carte, fattorie virtuali e centinaia di puzzle. Tutto ciò è fantastico ma spesso molto ripetitivo. Anche di app sugli animali ce ne sono a bizzeffe, prime fra tutti i moderni Tamagochi con bestioline parlanti. Quello che mancava era un gioco che svelasse il lato oscuro di uno degli animali domestici più amati (e certamente il più temuto): il gatto. Il Felis catus, già re incontrastato sui social e in generale in rete, si mostra più adorabile e inquietante che mai in Kleptocats, l’app di Hyperbeard recentemente disponibile anche nel nostro paese.

Gattini virtuali, pucciosi ladri patentati

La prima parte del nome Kleptocats fa intendere la caratteristica più importante dei felini protagonisti del gioco: l’irrefrenabile bisogno di commettere furti. Ebbene sì, i gatti che gli utenti possono collezionare nel gioco adorneranno le stanze virtuali del loro padrone con oggetti rari e curiosi rigorosamente trafugati da altre abitazioni. Reliquie provenienti da libri, serie tv, film, videogiochi e anime riempiranno la dimora del giocatore fino a renderla un vero e proprio museo per nerd. Già, perché i gatti di Kleptocats sono così abili da riuscire a rubare a Goku la sua Nuvola Speedy, a Dorian Gray il suo amato ritratto e il Trono di Spade tanto conteso a Westeros.

Un intero gattalogo da riempire

Con Kleptocats non solo potrai collezionare oggetti rari e geek, ma anche diventare un gattaro digitale (ed evitare così allergie e masse di peli in giro per casa). Puoi sbloccare decine e decine di adorabili cuccioli criminali, dai più classici ai più strampalati. Molti gatti sono curiosamente simili a personaggi ben popolari. Harry il gatto sopravvissuto, David il Gatto Duca Bianco, e Gizmo (un gatto a cui è meglio non dare cibo dopo la mezzanotte) sono solo alcuni dei micetti disponibili. Naturalmente tutti i Kleptocats possono essere customizzati con graziosi vestiti e accessori disponibili nello shop del gioco.

Mici coccoloni con un piano strategico

Certo, sembra che i gatti ladruncoli di Kleptocats non vogliano altro che cibo e coccole in cambio delle preziose refurtive che portano al loro padrone. Può questo gioco essere davvero così semplice? Tutti sappiamo che la mente dei gatti è ben più complessa, e che non si accontentano certo di carezze e biscotti. Infatti gli astuti mici cleptomani hanno un piano, e la razza umana è in pericolo. Sta al giocatore scoprirlo risolvendo enigmi nascosti e mettere il mondo in salvo dalla minaccia più adorabile dell’intera storia.

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A settembre gli ultimi appuntamenti con Parco Vivo 2017

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  • 29 Agosto 2017

Una fuga nella natura per affrontare al meglio il rientro al lavoro o per ricaricare le pile a tutto green prima di rimettersi sui banchi di scuola. Così Parco Vivo, la rassegna ideata dal Parco delle Orobie Bergamasche per mostrare a grandi e piccini le bellezze locali con un calendario ricco di escursioni, attività naturalistiche e incontri culturali, saluta l’estate con gli ultimi appuntamenti di settembre.

Si inizia domenica 3 agosto in Val Brembana, a Dossena – loc. Paglio Pignolino, dove l’Associazione Miniere di Dossena chiama a raccolta aspiranti esploratori, appassionati di mineralogia di tutte le età, per addentrarsi negli antichi scavi delle Miniere di Dossena. Le esperte guide dell’associazione accompagneranno i visitatori lungo un percorso utilizzato in passato per l’estrazione di fluorite, calamina, blenda, galena e calcite. Tra antichi utensili e strumenti di lavoro, gallerie, camere di coltivazione, pozzi, camini e discenderie, i visitatori scopriranno le origini e la storia delle Miniere, le tecniche di estrazione e la vita dei minatori, ma anche i sapori della Miniera, in cui viene fatto stagionare il formaggio “Ol Minadur”.

Le visite guidate in programma domenica 3 settembre, della durata di circa un’ora, si effettuano dalle 14.00 alle 18.00 con un costo a persona di 7€ , per gruppi organizzati anche su prenotazione. È consigliato idoneo abbigliamento. Per informazioni: Associazione Miniere di Dossena – [email protected] – minieredidossena.wordpress.com

Per chi invece ama stare all’aria aperta, domenica 10 settembre tornano le escursioni guidate, organizzate in collaborazione con PromoSerio e il Comune di Valgoglio, nella meravigliosa Val Sanguigno. Partenza programmata alle 9.00 dalla centrale di Aviasco, da cui partirà il percorso nella valle a maggiore biodiversità del territorio: una vera e propria oasi naturale, frutto di una combinazione particolarissima di condizioni ecologiche del territorio e della fertile compresenza di roccia, acqua e vegetazione, che favoriscono la vita di specie animali e vegetali di elevatissimo interesse scientifico e conservazionistico.

Il programma di domenica 10 settembre prevede: ritrovo alle 09.00 presso la centrale di Aviasco (Parcheggio auto fino a 100 posti con tariffa di 5 euro per tutta la giornata) e partenza visita guidata. Attorno alle 12.30/13.00 pranzo al sacco o Menu Parco Vivo (prenotazione consigliata al numero 3472191628) al Rifugio Gianpace e rientro previsto per le ore 15.00 presso il punto di partenza.
Il costo dell’escursione è di 12 euro e per bambini sotto i 10 anni è gratuita ed è a numero limitato con prenotazione obbligatoria entro venerdì 8 settembre.
L’escursione prevede un dislivello di circa 400m e verrà annullata in caso di forte maltempo. Si consiglia abbigliamento adeguato per ambiente montano.

Per informazioni e prenotazioni:
Ufficio IAT ValSeriana e Val di Scalve – Promoserio: Tel. 035.704063 – [email protected] -www.valseriana.eu

Il calendario completo di tutti gli appuntamenti di Parco Vivo 2017 è consultabile sul sito www.parcorobie.it.

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I pavimenti in resina BMB System, pratici e convenienti

Quando si parla di resina viene probabilmente in mente l’essudato di origine vegetale che viene secreto da diverse specie, in prevalenza conifere, e che in passato veniva usato in settori come l’edilizia o la nautica. Oggi le resine impiegate sono di origine sintetica e, grazie alla messa a punto di molecole sempre nuove, si tratta di materiali all’avanguardia in ambito costruttivo soprattutto per quanto riguarda i lavori di ristrutturazione.

Mediante la deposizione di uno strato di resina è infatti possibile ricoprire e sigillare qualsiasi superficie preesistente, in particolar modo le pavimentazioni deteriorate o che necessitano di essere protette dalle infiltrazioni di acqua.

L’assenza di qualsiasi punto di giuntura e la notevole uniformità fanno dei pavimenti in resina superfici estremamente semplici da pulire e mantenere in perfetto ordine, e che si oppongono all’insediamento di microorganismi come le tanto temute muffe.

Tanti vantaggi, dunque, legati alla scelta di questo materiale, e per approfittarne appieno è possibile contattare gli specialisti di BMB System. Quest’azienda con sede in provincia di Lodi, attiva su tutto il territorio italiano, è specializzata nella realizzazione di pavimenti in resina ideali per ogni esigenza, dal settore produttivo a quello civile, dalla logistica alle grandi infrastrutture.

Tutti i pavimenti firmati BMB System si mantengono inalterati a lungo nel tempo e, dal momento che la loro messa in opera è particolarmente rapida, si tratta di soluzioni edilizie che consentono di risparmiare tempo e denaro.

 

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Breve storia di Giuseppe Verdi

Giuseppe Verdi fu un compositore italiano che esordì da operista alla Scala di Milano nel 1839 con Oberto conte di San Bonifacio e si consacrò nel 1842 con il trionfo del Nabucco.

Le sue opere sono ancora oggi tra le più conosciute ed eseguite, in particolare la cosiddetta “trilogia popolare”: Rigoletto, Il trovatore e La traviata. Tra gli appassionati di opera lirica i dischi in vinile di questa trilogia sono ancora ricercatissimi.

Nacque a Roncole, vicino a Busseto nel Ducato di Parma, il 10 ottobre 1813 da una famiglia umile: i suoi genitori lavoravano in una osteria di campagna. Quando era ancora un bambino, un droghiere, grossista di suo padre, Antonio Barezzi, amante della musica e presidente della Filarmonica di Busseto, si accorse che il piccolo Giuseppe aveva un talento particolare per la musica e gli pagò le prime lezioni private affinché questo talento fosse sviluppato.

Verdi decise di presentarsi al Conservatorio di Milano ma non riuscì tuttavia a superare l’esame di ammissione. Verdi aveva 19 anni; non si dette per vinto e grazie ad una borsa di studio del Monte di Pietà di Busseto, oltre all’aiuto economico di Barezzi, cominciò ad entrare nel mondo della Scala: prima attraverso le lezioni private del cembalista Vincenzo Lavigna, e poi assistendo alle rappresentazioni.

Nel 1836 vinse il concorso di maestro di musica del comune di Busseto e lo stesso anno sposò la figlia del suo benefattore, Margherita Barezzi, da cui ebbe due figli: Virginia e Icilio.

Nabucco segnò l’inizio di una folgorante carriera. Per quasi dieci anni Verdi scrisse mediamente un’opera all’anno, da I Lombardi alla prima crociata a La battaglia di Legnano, passando per I due Foscari, Giovanna d’Arco, Alzira, Attila, Il corsaro, I masnadieri, Ernani e Macbeth. Furono creazioni generalmente di successo rappresentate in molti teatri italiani ed europei, ma composte spesso su commissione, con ritmi di lavoro talvolta massacranti.

Dopo il successo degli allestimenti di Nabucco a Venezia (con venticinque repliche nella stagione 1842/43), Verdi avviò trattative con l’impresario della Fenice per mettere in scena I Lombardi e per scrivere una nuova opera: l’Ernani.

La vicenda, ricca di colpi di scena e incentrata su un triplice amore, diede la possibilità a Verdi di approfondire la caratterizzazione di alcuni personaggi dal punto di vista drammaturgico e di iniziare ad affrancarsi dall’ingombrante influsso dei grandi compositori italiani dei primi decenni dell’Ottocento: Gioachino Rossini, Vincenzo Bellini e Gaetano Donizetti. L’opera fu premiata da un largo successo, ed in sei mesi fu replicata in altri venti teatri italiani, nonché a Vienna.

Dopo un periodo di malattia, Verdi iniziò a lavorare su Macbeth nel settembre 1846. Macbeth, presentata al Teatro La Pergola di Firenze nel 1847, è con ogni probabilità il capolavoro giovanile di Verdi.

In pochissimo tempo l’opera fu pronta e fu un trionfo (1842). Il coro del Nabucco ebbe un successo strepitoso e veniva cantato e suonato perfino per le strade. Nel frattempo Verdi aveva conosciuto due donne importantissime nella sua vita: la soprano Giuseppina Strepponi, che sarebbe diventata la sua compagna e poi la sua seconda moglie, e la contessa Clarina Maffei, un’amica carissima grazie alla quale poté entrare nei salotti milanesi.

Negli ultimi decenni l’opera è stata sottoposta a un intenso processo di rivalorizzazione, anche se generalmente viene rappresentata nella sua veste definitiva del 1865, riveduta e ampliata dal compositore bussetano. L’opera, dalle potenti connotazioni drammatiche, si differenzia dalle precedenti per un maggiore approfondimento psicologico dei protagonisti della tragedia (Macbeth e Lady Macbeth), preannunciando, col suo debordante lirismo, la trilogia popolare di un Verdi entrato nella sua piena maturità espressiva.

L’opera successiva al Nabucco, I Lombardi alla Prima Crociata, fu un altro successo, sebbene duramente censurato dal governo austriaco, poiché, insieme al Nabucco, era stato rivisitato in chiave patriottica dagli italiani che volevano la libertà dall’impero asburgico.

Dopo Giovanna d’Arco, Verdi si allontanò dalla Scala e da Milano: si recò prima a Parigi e nel 1849 tornò a Busseto insieme a Giuseppina, divenuta ormai la sua compagna. Molte voci girarono su questo rapporto e sulla convivenza dei due, ufficializzata con il matrimonio solo nel 1859. In questi anni Verdi scrisse la cosiddetta trilogia popolare: Rigoletto, Il Trovatore e La Traviata.

Nel 1869, con La forza del destino, Verdi segnò il suo ritorno alla Scala, da cui non si allontanò mai più; strinse inoltre un’intensa amicizia con Teresa Stolz, trasformatasi ben presto in qualcosa di più: il soprano boemo fu la prima e più grande interprete dell’Aida (1872).

Nel 1893, Verdi dette l’addio al teatro con la sua unica opera comica, il Falstaff; quattro anni dopo morì la Strepponi, e Verdi passò gli ultimi anni della sua vita all’Hotel de Milan, dove morì il 27 gennaio 1901.

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Le gru a ponte bitrave per la tua attività produttiva

Impianti elettromeccanici ampiamente diffusi nel settore industriale ed edilizio, le gru sono sistemi deputati al sollevamento e alla movimentazione di carichi pesanti nell’ordine di grandezze delle tonnellate o decine di tonnellate a seconda del modello.

Una delle tipologie più diffuse è rappresentata dai carriponte, o gru a ponte, costituiti da due binari paralleli su cui scorre un asse orizzontale dotato del sistema di sollevamento vero e proprio (paranco).

All’interno della grande categoria di carriponte si possono trovare diverse varianti di questi sistemi di trasporto: una distinzione importante è ad esempio quella fra gru a ponte monotrave e bitrave che, come si desume dal nome, sono caratterizzate rispettivamente da uno e due assi.

Il raddoppio del braccio nel caso delle gru a ponte bitrave è sinonimo di portate maggiori rispetto a quelle con una singola trave; tali impianti perciò si adattano a un utilizzo intensivo e in presenza di carichi di peso particolarmente elevato.

Della realizzazione di questi sistemi di movimentazione si occupa sin dal 1970 l’azienda parmigiana Costelmec Hoisting & Moving Industry, realtà specializzata in costruzioni elettromeccaniche attiva in Italia e all’estero.

Efficienza, sicurezza e lunga durata nel tempo sono le caratteristiche che accomunano tutti gli impianti progettati e costruiti da Costelmec Hoisting & Moving Industry, che propone alla sua clientela anche gru di seconda mano di qualità garantita e un servizio di manutenzione e assistenza tecnica in grado di prendersi cura di qualsiasi impianto di sollevamento. Per saperne di più: tel. 0521/986391.

 

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Oro 18 Carati, Utilizzo e Composizione

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  • 29 Agosto 2017

L’oro 18 carati è utilizzato per realizzare gioielli e oggetti di oreficeria, per questo motivo questa tipologia di oro è anche quello più venduto ai negozi compro oro.
Per oro 18 carati si intende una lega aurea mista con altri metalli, i carati sono una unità di misura in scala 24, questo intende che i 24 carati rappresentano l’oro puro al 100%.
I 18 carati corrispondano ad una lega aurea composta dal 75% di oro puro e dal 25% da latri metalli che variano a seconda del colore e del grado di resistenza che l’oggetto deve avere.
La necessità di mescolare l’oro puro ad altri metalli deriva dal fatto che questo metallo prezioso sia troppo morbido per poter reggere da solo la forma di oggetti realizzati con il solo oro puro, questi oggetti con l’utilizzo finirebbero per deformarsi quando sottoposti a pressioni di una certa intensità.
L’oro 18 carati rappresenta il livello di purezza maggiormente utilizzato per la gioielleria, unire l’oro puro con altri metalli oltre a dare la giusta durezza all’oggetto offre un’ampia varietà di scelta per chi deve realizzare gli oggetti, i metalli da unire con l’oro puro vengano scelti in modo da determinare il colore desiderato, argento e rame sono i metalli maggiormente utilizzati in gioielleria ma in casi specifici vengano usati anche altri metalli come il ferro e lo zinco che ne determinano caratteristiche particolari.
Tra i pochi oggetti realizzati con oro puro ci sono i lingotti da investimento che non necessitano di particolare durezza in quanto hanno il solo scopo di questi è quello di essere riposti in appositi caveau che ne preservino il valore.
Per quanto riguarda il riconoscimento della lega aurea utilizzata per la realizzazione di un gioiello o di un oggetto la legge italiana impone la presenza di un marchio con i carati, accanto a questo deve essere impresso anche un codice che identifica il produttore che risponderà della veridicità di ciò che viene dichiarato.

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#SolvayFrutta&Verdura: Ecco le fresche insalate gourmet dello chef Danilo Angè

Danilo Angè, chef di grande abilità ed equilibrio, ha ideato delle fresche insalate gourmet a base di ortaggi e frutta di stagione, puliti con il nuovo Bicarbonato Solvay® Frutta & Verdura  che non ne danneggia la buccia 

Anguria alla menta, olio di lavanda, melanzane grigliate e salsa allo yogurt: questi alcuni ingredienti delle insalate di Danilo Angè, chef pluripremiato e consulente culinario internazionale, che firma delle ricette esclusive per Bicarbonato Solvay® Frutta & Verdura, dalla nuova formulazione in microgranuli, adatta anche al lavaggio di alimenti dalla buccia delicata.

Le ricette di Angè, tipicamente fresche ed estive, sono a base di ortaggi che uniti alla frutta di stagione e al tocco creativo dello chef, si trasformano in gustose insalate gourmet. Ecco le sue proposte:

1) Misticanza aromatica, anguria alla menta, indivia e olio alla lavanda

2) Insalata con melanzane grigliate, foglie di sedano, rapanelli e salsa di yogurt

Lo chef Angè prima della preparazione dei piatti, per lavare frutta e verdura ha utilizzato le seguenti tecniche: ha messo a bagno le verdure in foglia in una bacinella d’acqua in cui sono stati sciolti i microgranuli di Bicarbonato Solvay® (un cucchiaio ogni litro d’acqua). Dopo una decina di minuti, durante i quali il bicarbonato ha agito correttamente, ha risciacquato la verdura, ormai perfettamente pulita. Ha, inoltre, strofinato le verdure solide e a buccia rigida con un impasto composto da 3 parti di Bicarbonato Solvay® e una di acqua, prima di procedere ad un risciacquo finale.

Ecco i consigli dello chef: “Durante le calde giornate estive le insalate sono il piatto perfetto: io preferisco utilizzare cespi di insalata freschissima e mixarla a frutta di stagione, avendo cura di lavarla accuratamente facendo in modo di non rovinare le foglie di insalata o la buccia della frutta, in questi casi il Bicarbonato Solvay® Frutta & Verdura è perfetto”.

Bicarbonato Solvay® Frutta & Verdura è 100% Bicarbonato Solvay® ad uso alimentare, quindi puro e sicuro come sempre, ma con caratteristiche appositamente studiate per renderlo ancora più pratico ed efficace nel lavaggio di frutta e verdura. La nuova formulazione in microgranuli, che rende il prodotto più fluido e facilita l’utilizzo, è ancora più efficace nel rimuovere lo sporco senza graffiare.

I microgranuli, di 100% purissimo bicarbonato, sono ottenuti mediante un rigoroso procedimento di selezione dei cristalli in base alla loro dimensione, che garantisce il rallentamento della formazione dei grumi all’interno della confezione, mantenendo allo stesso tempo una completa solubilità. Il prodotto è disponibile nei supermercati nella confezione da 400 gr.

Per scoprire i mille usi di Bicarbonato Solvay®  www.bicarbonato.it

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