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25 Febbraio 2017

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La Responsabilità Medica

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  • 25 Febbraio 2017

Nel caso in cui un paziente si ritrovi a dover pagare i danni di un errore medico di qualsiasi tipo, è possibile fare in modo che venga accertata una eventuale responsabilità medica per le conseguenze relative alle errate cure ricevute. È possibile procedere con una azione civile o penale, sulla base di ciò che è avvenuto, ed andare così ad ottenere il giusto risarcimento e vedere riconosciuti i propri diritti. È possibile rivalersi direttamente nei confronti del medico che si ritiene abbia agito in maniera errata ma anche nei confronti della struttura ospedaliera all’interno della quale si è verificato l’episodio. È possibile dunque che debbano essere entrambi i soggetti a dover risarcire i danni al paziente, ed in questa maniera sarà più facile andare ad ottenere il giusto risarcimento. La materia può apparire complicata per chi non è del mestiere e non è dunque un profondo conoscitore della materia.

Proprio per questo molti, che potrebbero avere tutte le ragioni per iniziare una causa nei confronti di chi ha sbagliato e arrecato del danno, finiscono con il lasciar perdere proprio perché incerti sul da farsi o perché temono che intentare una azione legale contro una struttura ospedaliera o un medico possa essere troppo rischioso e andare per le lunghe. Malasanità Legal offre esattamente questa tipologia di assistenza ai suoi clienti, facendo in modo che essi possano far valere le proprie ragioni nelle sedi opportune e ricevere il giusto risarcimento per il danno subito. Lo stesso dicasi per quei pazienti che hanno visto un proprio familiare perdere la vita a causa di un errore medico e hanno deciso di ottenere giustizia affinché un simile errore non capiti mai più. È possibile contattare il recapito telefonico 3662667229 per esporre il proprio caso e richiedere informazioni al riguardo.

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Protesi ginocchio e anca: 3 impianti con una sola operazione di 2 ore

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  • 25 Febbraio 2017

Il 7 febbraio scorso, presso le Cliniche Humanitas di Bergamo, è stato eseguito un intervento eccezionale per impiantare 3 protesi ginocchio e anca, il primo in Italia.

Il Dott. Michele Massaro, esperto in chirurgia protesica mini invasiva, ha impiantato simultaneamente una protesi anca e due protesi ginocchio monocompartimentale (o bi-monocompartimentale, una mediale e l’altra femoro-rotulea).

In sostanza, quindi, alla paziente 63enne romana, affetta da coxartrosi grave destra e gonartrosi sinistra, sono state impiantate contemporaneamente tre componenti protesiche.

Si tratta del primo intervento in assoluto di questo tipo mai eseguito in Italia ed è perfettamente riuscito.

 

Triplo impianto di protesi ginocchio e anca: il primo in Italia

L’incontro fra il chirurgo Massaro e la paziente non è stato casuale: la donna si è rivolta espressamente allo specialista, che considera uno tra i pochi chirurghi preparato, capace di eseguire la procedura simultanea per impiantare protesi ginocchio e anca multiple.

Finora, era stato eseguito il doppio impianto simultaneo di una protesi ginocchio e anca ma, stavolta, si tratta di tre protesi impiantate nell’arco di due ore, il tempo utile per impiantare una sola protesi con tecnica tradizionale.

La prova è stata brillantemente superata e, subito dopo l’intervento, lo stesso chirurgo ha iniziato a seguire personalmente la fase delicata di riabilitazione e rieducazione funzionale delle articolazioni operate cui è stata sottoposta la paziente.

Potrà tornare a casa presto, a distanza di 10 giorni dall’operazione: sì perché, tra i vantaggi della chirurgia protesica mini invasiva, segnaliamo i tempi ridotti dell’intervento ma anche della fisioterapia post-operatoria. Scopriamo meglio che cos’è la chirurgia ortopedica mini invasiva e quali vantaggi offre che la chirurgia tradizionale non è in grado di offrire.

 

Che cos’è la chirurgia mini invasiva

Negli ultimi anni, la chirurgia protesica mini invasiva ha raggiunto con successo diversi traguardi distaccandosi sempre più da quella tradizionale, per quel che riguarda l’impianto di protesi ginocchio e anca.

Abbiamo accennato ai tempi ridotti sia per l’intervento sia per il recupero e la fase di riabilitazione dei pazienti. Il paziente si libera delle stampelle dopo un periodo compreso tra i 7 ed i 20 giorni dall’intervento e, dopo una breve fase di fisioterapia, potrà tornare alle normali attività quotidiane nell’arco di 2-4 settimane.

Sono anche altri i grandi vantaggi (li sintetizziamo nel paragrafo successivo) offerti da questa chirurgia avanzata, che prevede l’uso di materiali innovativi e di tecniche chirurgiche all’avanguardia.

Innanzitutto, la protesi ginocchio e anca mini invasiva ha il grande dono di rispettare il corpo e la biomeccanica naturale: il suo obiettivo è preservare il più possibile la massa ossea, i tessuti molli e muscolari, in sostanza la parte sana e non danneggiata dall’artrosi.

Salva (se possibile) i legamenti crociati del ginocchio (essenziali per il movimento articolare) e buona parte del collo femorale dell’anca anche per accelerare i tempi di guarigione e scongiurare il rischio di lussazione.

Protesi monocompartimentale significa ‘parziale’ nel senso che sostituisce soltanto uno o due dei tre compartimenti costituenti il ginocchio.

La qualità della vita migliora notevolmente ed il paziente ‘sente’ questa protesi più naturale rispetto a quella totale, come se fosse quella di un ginocchio sano.

 

Protesi ginocchio e anca: i vantaggi

In sintesi, vi elenchiamo tutti i vantaggi offerti dalla chirurgia ortopedica mini invasiva per l’impianto di protesi ginocchio e anca:

  • E’ efficace e più sicura di quella tradizionale;
  • Intervento più rapido (un’ora massimo), meno traumatico e doloroso;
  • Incisione dei tessuti ridotta;
  • Minore perdita di sangue sia durante che dopo l’intervento;
  • Dolore e gonfiore ridotti al minimo;
  • Tempi di recupero post-ospedaliero più rapidi;
  • Rischio di lussazione ridotto al minimo;
  • Costi sociali ridotti;

La protesi dura mediamente dai 20 ai 25 anni.

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Cori: morosi incolpevoli, contributi per gli inquilini che non possono pagare l’affitto

I fondi servono a far fronte ad una situazione di sopravvenuta impossibilità a provvedere al pagamento del canne locativo a causa della perdita o consistente riduzione della capacità reddituale del nucleo familiare.

Il Comune di Cori ha pubblicato il bando per l’attribuzione di contributi ai cittadini che risultano essere inquilini morosi incolpevoli. Secondo quanto dispone la legge, per morosità incolpevole si intende una situazione di sopravvenuta impossibilità a provvedere al pagamento del canone locativo a causa della perdita o consistente riduzione della capacità reddituale del nucleo familiare.

La misura è finalizzata, laddove possibile, a sanare il ritardato pagamento, a differire l’esecuzione del provvedimento di sfratto, ad assicurare il versamento di un deposito cauzionale oppure un di adeguato numero di mensilità relative al contratto di locazione. Il richiedente deve possedere i requisiti necessari specificati nel bando, dove sono elencati anche i criteri preferenziali.

Il bando è consultabile sull’Albo Pretorio del sito istituzionale del Comune di Cori, sulla pagina Facebook dell’Assessorato alle Politiche Sociali e Culturali oppure in sede presso i Servizi Sociali, dove dovranno essere consegnati i moduli di domanda di partecipazione, compilati e completi degli allegati indicati; sottoscritti sia dall’inquilino che dal proprietario, ognuno per le dichiarazioni di competenza.

L’entità del contributo varia, a seconda dei casi. Tre i massimali previsti: 6.000, 8.000, 12.000 euro. Le somme spettanti verranno erogate unicamente al proprietario dell’alloggio e fino ad esaurimento delle risorse messe a disposizione del Comune di Cori dalla Regione Lazio. Sarà il Comune ad individuare gli inquilini morosi incolpevoli in possesso dei requisiti per accedere ai contributi.

Marco Castaldi

Addetto Stampa & OLMR

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Il settore agroalimentare nell’Agro Pontino. Continua il confronto avviato da Intesa Sanpaolo con il mondo imprenditoriale del settore

Intesa Sanpaolo ha presentato un’analisi della Direzione Studi e Ricerche sull’andamento e le prospettive di crescita del settore agroalimentare nell’Agro Pontino. Il Lazio e Latina sono protagonisti della crescita sui mercati esteri grazie alle esportazioni dei prodotti agroalimentari.

Gli imprenditori agroalimentari dell’Agro Pontino si sono dati appuntamento a Cori martedì 21 Febbraio presso l’Agriturismo Cincinnato per partecipare al convegno “Il settore agroalimentare nell’Agro Pontino” organizzato. Dopo un primo incontro lo scorso anno, il confronto tra imprenditori e il mondo bancario ha visto un ampio approfondimento grazie agli interventi di Pierluigi Monceri, Responsabile della Direzione Regionale Lazio, Sardegna e Sicilia, Fabrizio Guelpa, Responsabile Industry & Banking della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, Emanuele Oberto Tarena, coordinatore del Team Agricoltura di Intesa Sanpaolo, Massimo Maria Madonia, Direzione Regionale Agricoltura, sviluppo rurale, caccia e pesca dell’Assessorato Agricoltura Regione Lazio e alla presenza di numerosi imprenditori. In apertura i saluti di Pieluigi Faloni, Prefetto di Latina, Tommaso Conti, sindaco di Cori e Mauro Zappia, commissario straordinario CCIAA di Latina.

Nel 2015 il valore aggiunto dell’agroalimentare in Italia è ammontato a 58,5 miliardi di euro pari al 3,9% del valore aggiunto totale nazionale. In termini occupazionali in Italia sono circa 1,3 milioni gli occupati nell’agribusiness pari al 5,5% degli occupati totali. La rilevanza del settore è confermata anche su scala europea con l’Italia al secondo posto dopo la Francia nella produzione agricola e terza nell’alimentare. Nel 2016 l’Italia è stato il Paese più ricco di produzioni locali meritevoli dei marchi DOP, IGP e STG. L’export di agricoltura, silvicoltura e pesca hanno raggiunto un livello pari a 6,6 miliardi di euro nel 2015, il 23,6% in più rispetto al 2008 (+1,27 miliardi di euro). In crescita anche le vendite di alimentare (+ 6,9 miliardi di euro; +43,1%) e bevande (+2,5 miliardi di euro; +50,5%). Il buon andamento del 2015 trova conferma nei dati 2016 e nei prossimi anni ci si aspetta un’ulteriore accelerazione della domanda estera.

Nel Lazio è presente il 6,1% delle aziende agricole italiane. La provincia di Latina con 20.540 imprese circa rappresenta l’1,3% delle imprese italiane e il 21% di quelle laziali. L’Agro Pontino è un territorio di eccellenze che nell’ortofrutta vanta quattro certificazioni: il kiwi di Latina, il sedano bianco di Sperlonga, l’oliva di Gaeta e il carciofo romanesco a cui si aggiunge la certificazione dell’olio delle colline pontine. Prodotti apprezzati all’estero come dimostrano i numeri delle esportazioni. Nel 2015 le esportazioni di prodotti agricoli in questa provincia hanno rappresentato il 2,2% delle esportazioni totali della filiera agricola italiana e il 53,7% delle esportazioni della regione. E i tassi di crescita dell’export mantengono un buon ritmo anche nel 2016.

Il Gruppo Intesa Sanpaolo per facilitare le imprese nell’accesso al credito ha realizzato un progetto innovativo che ha l’obiettivo di sostenere le filiere produttive di eccellenza del sistema imprenditoriale italiano. Con il Programma Sviluppo Filiere Intesa Sanpaolo ha sviluppato un nuovo modello di servizio che, grazie alla collaborazione con le grandi aziende del Made in Italy, accompagna le piccole e medie imprese che ne costituiscono la filiera produttiva nella realizzazione dei propri progetti di crescita sul territorio, di internazionalizzazione e di rinnovamento. Nel settore agroalimentare il Programma Sviluppo Filiere conta ad oggi oltre 100 filiere dislocate su tutto il territorio nazionale, con una certa disomogeneità tra le diverse Regioni: nel Lazio, per esempio, è presente una sola filiera che coinvolge un totale di 24 fornitori. In parallelo si contano sul territorio laziale altri 150 fornitori appartenenti a filiere dislocate invece su altre Regioni. Ma il programma risulta ancora sottoutilizzato rispetto alle sue potenzialità.

«Per meglio supportare le aziende agroalimentari e sviluppare le potenzialità del comparto, Intesa Sanpaolo ha realizzato un presidio specialistico dedicato all’agricoltura che consente alla banca di essere ancora più vicina alle esigenze del territorio – spiega Pierluigi Monceri, Responsabile della Direzione Regionale Lazio, Sardegna e Sicilia – Nella zona dell’Agro Pontino Intesa Sanpaolo è presente con una rete di 16 filiali tra Retail e Imprese, di cui 10 a vocazione agricola. Il Gruppo ha messo in campo diverse risorse a supporto del settore e nel 2016 ha stipulato un accordo con MIPAAF impegnandosi ad essere la prima banca dell’agricoltura proprio con l’obiettivo di sostenere le imprese agricole e le filiere agroalimentari stanziando un plafond di 6 miliardi di euro per il triennio 2016-2018. Vogliamo aiutare le imprese a raggiungere nuovi mercati e per fare questo servono maggiori dimensioni di impresa, maggiori investimenti, maggiore diversificazione».

Marco Castaldi

Addetto Stampa & OLMR

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