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17 Marzo 2012

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I diversi generi di prestiti senza busta paga adesso

I prestiti senza busta paga sono un tipo di finanziamenti utili per chi non ha un lavoro da dipendente e per questo motivo non ha la possibilità di avere altri tipi di finanziamenti come i prestiti cambializzati. I prestiti senza busta paga risultano essere prestiti che possono essere richiesti senza usare lo stipendio come genere di garanzia. Generalmente le banche pretendono questo tipo di garanzia per concedere un prestito. Per avere i prestiti senza busta paga bisogna trovare altri generi di garanzie come immobili di proprietà e per questo motivo costituiscono una possibilità sicuramente utile. Un’altra soluzione per ottenere i prestiti senza bustisultano essere prestiti che possono essere ottenuti senza utilizzare lo stipendio come genere di garanzia. Generalmente le banche pretendono questo tipo di garanzia per offrire un prestito. Per avere i prestiti senza busta paga è necessario trovare altri generi di garanzie come edifici di proprietà e quindi costituiscono una possibilità sicuramente interessante. Un’altra possibilità per avere i prestiti senza busta paga è rappresentata dalla firma di un garante che è una persona che si assume i pericoli relativi al prestito. In rete troviamo vari siti che propongono informazioni utili su questo genere di finanziamenti online.a paga è rappresentata dalla presenza di un garante che è una persona che si assume i pericoli collegati al prestito. Online sono presenti vari siti che propongono informazioni utili su questo genere di prestiti online.

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Arredamento Giardino per tutti i gusti

C’è chi ama possedere un giardino verde e rigoglioso in cui crescono ovunque fiori colorati e piante rampicanti, chi ama possedere un giardino più minimale con il prato sempre tagliato e arredi di grande design, chi ama il lusso e la piscina e chi invece ama gli arredi in legno di fattura rustica. Ognuno ha il suo gusto in fatto di ambienti esterni e fortunatamente oggi come oggi ci vengono in aiuto molte nuove soluzioni ideali per rendere il giardino perfetto, per trasformarlo nel luogo dei nostri sogni.

Grazie al sito internet Arredamentogiardino.com è possibile andare alla scoperta di tutti i più diffusi stili di arredamento per il giardino, dallo stile etnico allo stile inglese, dallo stile mediterraneo allo stile provenzale, dallo stile naturale allo stile moderno, stili di arredamento di cui è così possibile scoprire ogni singolo segreto in modo da poterli copiare nel nostro giardino di casa in pochi semplici passi.

Arredamentogiardino.com è una guida online alla realizzazione dei propri giardini di casa dove è possibile scovare anche consigli sulle migliori pavimentazione da scegliere per i giardini, sui migliori materiali da utilizzare, sulle piscine, le coperture e anche ovviamente sui migliori sistemi di illuminazione, un modo insomma per imparare a creare da soli o facendo affidamento su una ditta specializzata tutto quello che c’è da sapere per la manutenzione e la cura dei nostri ambienti esterni.

Perché anche i giardini sono importanti per un’abitazione, luoghi da vivere e da condividere durante le più calde giornate primaverili ed estive, luoghi in cui riuscire a trovare il relax assoluto e in cui trascorrere da soli o in compagnia delle ore semplicemente meravigliose.

Autore:
ArredamentoGiardino.com

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La geolocalizzazione arriva anche nell’arredamento!

E’ già on line un sito web che rivoluziona il mondo dello shopping in rete, adatto a tutti, uomini e donne, consente di acquistare qualsiasi cosa che sia inerente all’arredamento.
Outletmobili-Italia.it

È il primo outlet web geolocalizzato in Italia.
Nasce dall’idea di un rivenditore e si rivolge ai rivenditori offrendo una grande opportunità anche ai visitatori.

Un noto imprenditore molto attento alle esigenze di tutte le fasce di acquirenti ha messo in atto un’idea veramente innovativa.

Resosi conto che gli Italiani in questo frangente non possono spendere molto e tantomeno andare in giro continuamente, in cerca di un risparmio reale, ( il costo del carburante è proibitivo ), ha trovato il modo di portare in tutte le case uno showroom di tutto rispetto con diversi settori merceologici.

L’innovazione principale è la geolocalizzazione, un sistema che si avvale di internet attraverso reti wifi e wlan e che consentono sia da pc che da smartphone di localizzare fisicamente ogni singolo punto vendita presente nello showroom virtuale.

Il funzionamento è semplice, collegandosi al sito http://www.outletmobili-italia.it/  troverete tutto ciò che serve per la casa esposto in vetrine virtuali da rivenditori che hanno punti vendita in luoghi diversi.

Il sito è strutturato con estrema precisione, ogni oggetto presente in catalogo è minuziosamente descritto, nella forma, colore e possibili varianti, le misure molto precise, le immagini vivide, il tutto per creare una realtà che si può quasi toccare con mano.

Potrete tranquillamente visitare tutti i negozi presenti, confrontare i prezzi e decidere cosa acquistare, poi basterà localizzare il punto vendita fisico più vicino e recarsi a ritirare la merce o accordarsi per la consegna ed eventuale montaggio.

Detto sistema presuppone due punti essenziali: evitare interminabili code in città o caselli autostradali, con notevole risparmio di tempo e carburante, e in secondo luogo si gode di pace e silenzio per effettuare scelte precise e oculate senza lo stress acustico presente in tutti i luoghi pubblici.

Il sito è rivolto non solo agli acquirenti, ma, anche ai rivenditori che vogliono partecipare al progetto evitando così di dover allestire diversi punti vendita fisici spendendo cifre considerevoli di gestione.

La nuova frontiera della geolocalizzazione incontra il favore delle giovani coppie che hanno poco tempo, dei pigri che detestano uscire di casa, di chi per diverse ragioni non può materialmente spostarsi spesso e soprattutto delle donne, le amanti dello shopping per antonomasia!

E allora approfitta subito di questa opportunità, inizia il tuo viaggio su Outletmobili-Italia.it

E non dimenticare… passaparola!

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I vegetariani non mangiano il pesce

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  • 17 Marzo 2012

Mi è capitato più volte di sentire persone che si dichiarano vegetariani dicendo che mangiano solo il pesce e credo sia una contraddizione che non riesco a comprendere. Un vegetariano dovrebbe sapere che nella categoria “animali” sono inclusi “tutti” gli animali, quindi non dovrebbe esserci differenza fra mangiare un pollo o un polipo. Probabilmente questa distinzione è dovuta al fatto che spesso sottovalutiamo alcune caratteristiche dei pesci, che sono esseri molti intelligenti e senzienti, il che significa che sentono il dolore.

Anche se rispetto i pesci e non li mangio, sono rimasta sorpresa quando ho letto che anche i pesci conoscono il concetto di monopolio. Ad esenpio Bshary in un suo articolo parla dei pesci “pulitori”, così chiamati perchè hanno il compito di pulire dai parassiti altri pesci (detti pesci “clienti”). E’ stato sorprendente scoprire che questi pesci danno la precedenza ai pesci “clienti” che hanno accesso a diversi pulitori (che potrebbero non tornare più da quelle parti), occupandosi solo in seguito di quelli residenti e quindi sempre disponibili. E’ una vera e propria strategia per combattere la concorrenza, una grande dimostrazione di intelligenza!

Tempo fa parlavo con una persona che da anni tiene corsi di crescita spirituale, utilizzando argomenti fra i quali quello dell’alimentazione. Lui si definisce vegan, anche se a volte, davanti ad un bell’arrosto con patate, preferisce mangiarlo piuttosto che offendere chi lo ha invitato. Credo non abbia ancora compreso cosa significhi essere vegan, altrimenti non direbbe cose simili, o forse sa bene cosa significa ma fa ciò che più gli conviene…. continua a leggere

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Vacanze di relax in un agriturismo Cilento

La primavera fa nascere in ognuno di noi il desiderio di entrare in contatto con la natura e di staccare almeno per qualche giorno la spina dallo stress della vita quotidiana.

Ecco perché per le prossime vacanze di Pasqua molti italiani stanno pensando ad un soggiorno in agriturismo, una formula vacanza sempre più apprezzata e per la quale l’Italia ha una scelta vastissima.

Le vacanze in agriturismo possono essere di diverso tipo pertanto si può scegliere tra una struttura con camera e prima colazione a cui abinare cena sempre presso l’agriturismo, visto che queste strutture si sono attrezzate per rispondere a qualsiasi esigenza e richiesta anche culinaria. E anche la cucina riflette presso questo tipo di struttura quella che è la loro caratteristica principale, ovvero il contatto diretto con la natura; per tale motivo durante una vacanza in un agriturismo si potranno assaggiare prodotti e piatti genuini, risultato di una lunga coltivazione, spesso in loco, e di un forte attaccamento alle ricette tradizionali.

Per quanto riguarda l’offerta in Italia è vastissima, visto che sono tante le regioni del Bel Paese che possono vantare strutture e servizi di qualità legati a questo tipo di soggiorno. Tra le regioni che vantano alcune delle strutture migliori e sempre più apprezzate dai turisti ci sono la Toscana, l’Umbria, le Marche e la Campania, regioni dove è possibile scegliere tra una miriade di località, tutte allo stesso modo affascinanti.

Per quanto concerne la Campania, si segnala soprattutto il Cilento, regione ricca di agriturismi di grande qualità.

Così se state cercando una destinazione per le prossime vacanze di pasqua un agriturismo Cilento potrebbe essere quello che fa al caso vostro; scegliendo le vacanze Cilento non solo potrete godere delle bellezze naturali di questa regione, che sono moltissime, ma anche venire in contatto con la storia e la cultura di questa terra ed assaggiare i prodotti locali che si distinguono per qualità e per gusto.

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Piani cottura come sceglierli online

Scegliere un piano cottura non sempre è cosa facile in quanto bisogna tener presente che è un acquisto fondamentale per la propria casa che inoltre deve durare un po’ di anni e quindi è essenziale fare la scelta giusta per non doverci ritrovare ad acquistarne uno nuovo l’anno successivo.
I piani cottura possono essere di varie marche e varia tipologia ma senza dubbio quelli migliori a livello qualitativo sono quelli del marchio “la germania” il quale offre per i suoi prodotti un ottimo rapporto qualità prezzo.
I piani cottura possono essere di vario tipo e potenza infatti cambiano anche oltre che per il sistema anche per i W che consumano.
E’ bene dunque avere le idee chiare sulla tipologia di acquisto che vogliamo fare sia per quanto riguarda il sistema di funzionamento che per i consumi.
Per fare tale acquisto è possibile recarsi in un negozio specializzato oppure fare direttamente tutto online attraverso siti dedicati esclusivamente alla vendita di piani cottura oppure che si occupano anche di vendita caldaie, climatizzatori ed altri prodotti idrosanitari.
In questo modo si può scegliere comodamente da casa il piano cottura che fa per noi senza paura di sbagliare scelta e di pentirci poco dopo perché magari non era quello che ci serviva.

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Presentata la lista del PD per Mazzola sindaco di Tarquinia


«Il PD è l’unico partito unito di Tarquinia». Lo ha affermato il segretario Arianna Centini aprendo la presentazione della lista del Partito Democratico che si è svolta il 17 marzo, alla presenza del primo cittadino e candidato a sindaco Mauro Mazzola e del segretario provinciale Andrea Egidi. Ne faranno parte Alberto Blasi, Enrico Boni, Andrea Brunori, Giancarlo Capitani, Sandro Celli, Angelo Centini, Salvatore Flumini, Marco Gentili, Bernadette Macchione, Armando Palmini, Anselmo Ranucci, Patrizia Sacripanti, Daniele Scalet, Luigi Torricelli, Maria Elisa Valeri e Marcello Zerbini. «Ci siamo e questa è una certezza. – ha proseguito il segretario Centini – Non siamo un partito a conduzione famigliare, dove il babbo ci dice cosa fare. Siamo uniti e non siamo divisi in gruppi o clan e lo dimostra la lista che presentiamo, con persone serie e responsabili. Chi oggi non è più nel PD è perché ha anteposto i suoi interessi personali a quelli della collettività. Siamo orgogliosi di esprimere una classe dirigente onesta che ha saputo e sa amministrare per il bene della città. Abbiamo salvato l’ospedale dalla chiusura, ripianato i buchi economici lasciati in eredità, difeso l’occupazione nonostante la crisi. Tarquinia è viva, vitale e cresce». A prendere parola poi il segretario provinciale Andrea Egidi: «L’Amministrazione Mazzola ha guidato la città in modo egregio. Cinque anni di buon governo che hanno cambiato il volto di Tarquinia, una delle realtà più importanti del viterbese. Il PD vuole continuare su questa strada, per non interrompere l’opera di rinnovamento avviata nel 2007». A concludere la presentazione il candidato a sindaco Mauro Mazzola, che ha lanciato il guanto di sfida agli avversari politici: «Io ci sono. Gli altri candidati dove sono? Se esistono sono pronto a un confronto pubblico. Parliamo di Tarquinia e del suo futuro. Non ci interessano le lotte intestine e gli accordi sotto banco».

 

 

A meno di un mese e mezzo dalla data delle elezioni, invece, il PdL è nel caos e nel cosiddetto “Grande Centro” di grande c’è solo la confusione che regna sovrana. «Zero candidati, zero programmi e zero fiducia degli elettori nei confronti di chi ambisce soltanto alle poltrone, nella più mera logica spartitoria da Prima Repubblica. – ha aggiunto – Siamo colpevoli di avere le mani pulite e di gestire la cosa pubblica in modo onesto, per l’interesse collettivo di Tarquinia. Abbiamo fatto ottime cose. Se il PdL e il cosiddetto “Grande Centro” non riescono a trovare un accordo, come possono pensare di amministrare per cinque anni? La città ha bisogno di continuità. Il PD e le liste “Mauro Mazzola Sindaco”, “Polo Civico Sinistra” e “Polo dei Moderati” ci sono e sono pronti a vincere».

 

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Presentata la lista civica “Polo dei Moderati” per Mazzola sindaco di Tarquinia


Coerente nelle proprie scelte e consapevole per questo motivo di avere il consenso dei moderati tarquiniesi. È la lista civica “Polo dei Moderati” presentata il 16 marzo, che sosterrà il primo cittadino e candidato a sindaco Mauro Mazzola alle prossime elezioni comunali. All’iniziativa hanno partecipato il primo cittadino Mazzola, il vicesindaco e capolista Renato Bacciardi, il consigliere comunale e il candidato Mauro Bonifazi. «Siamo una lista d’ispirazione cattolica, caratterizzata da persone moderate in grado di ascoltare le problematiche del territorio e mettersi al servizio della comunità. – ha affermato il capolista Bacciardi – Sarà fondamentale sviluppare settori chiave per l’economia tarquiniese con un occhio di riguardo per la tutela delle fasce più deboli, al sostegno dell’occupazione e alla salvaguardia dell’ambiente. Il sindaco Mazzola è un primo cittadino che ha esperienza e mano sicura per guidare la città anche nei prossimi cinque anni». «Un gruppo di amici che preferisce confrontarsi e proporre idee piuttosto che sottostare a strane dinamiche di partito e personalismi. – ha detto il candidato Bonifazi – L’obiettivo è far crescere la nostra città e per continuare quei progetti politici già intrapresi da quest’Amministrazione». «Ho grande fiducia in Bacciardi e nei candidati. Avranno un ruolo importante nella nuova compagine amministrativa. – ha affermato il primo cittadino – Tra noi c’è stima reciproca, fondata sul dialogo e sulla lealtà dei rapporti. La lista è espressione dei moderati. Vogliamo continuare a costruire insieme il futuro di Tarquinia, basato su una visione comune della città».

 

 

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A Villaggio Amico arriva la primavera

Una giornata dedicata ai fiori. Riuscite a immaginare un modo migliore per salutare l’inizio ufficiale della primavera? A Villaggio Amico, il centro polifunzionale di Gerenzano, a pochi chilometri da Busto Arsizio e Legnano, si festeggerà la fine dell’inverno con una vendita di fiori e piante aromatiche.

 L’appuntamento è per mercoledì 21 marzo, primo giorno di primavera, in via Stazione 3. Il centro aprirà le porte a chiunque abbia il pollice verde e cerchi idee per abbellire il giardino, ma anche a chi abbia semplicemente voglia di passare del tempo in allegria.

 Perché l’obiettivo della struttura di Gerenzano è quello di non presentarsi semplicemente come un luogo di cura dove gli ospiti del Centro Alzheimer vengono assistiti con metodi innovativi come il Gentlecare di Moyra Jones e la pet therapy e gli anziani trovano una sistemazione confortevole nella casa di riposo, ma anche come un luogo di aggregazione aperto alle esigenze del territorio.

 «Proprio per questo motivo accanto ai poliambulatori e al centro di riabilitazione abbiamo aperto un asilo nido, un centro di formazione e una sala convegni – sottolinea lo staff – Villaggio Amico accoglie tutti i componenti della società, non solo i malati e i loro familiari, per i quali c’è comunque un’attenzione particolare».

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Come e quando nasce la chiromanzia

La chiromanzia è una scienza che fonda le sue origini in tempi remoti. La sua nascita si colloca in India e da qui si è successivamente diffusa nel resto del mondo, passando prima in Cina e successivamente in Egitto ed in Grecia. Il termine chiromanzia deriva dal greco cheri, ovvero mano, e manteia, cioè divinazione e sta quindi ad indicare l’arte di conoscere e di predire il futuro proprio attraverso la lettura delle linee della mano. I Romani apprezzarono e coltivarono per lungo tempo la chiromanzia unitamente all’astrologia almeno sino alla venuta di Cristo, episodio a partire dal quale ogni scienza divinatoria venne ritenuta un’eresia. La chiromanzia venne quindi per lungo tempo accantonata e si conservò solo in determinate culture come ad esempio in quella degli zingari che la custodirono per lungo tempo gelosamente. Tra il 15esimo e il 17esimo secolo cominciarono ad apparire dei trattati dedicati appunto alla chiromanzia, testi che inaugurarono un nuovo periodo che vide appunto il fiorire degli alchimisti e dei maghi. Così all’inizio del 19esimo secolo la chiromanzia riguadagnò terreno, soprattutto in Europa, ove apparvero anche dei personaggi che lasceranno un segno nella storia, come madame De Thebes e Adolphe Desbarolles.

Come detto la chiromanzia cerca di predire il futuro attraverso la lettura delle linee della mano; proprio le mani assumono per gli uomini un senso particolare in quanto ne racchiudono tutta l’esistenza. Le sue linee fisiche infatti sono il risultato non solo di un modo di vivere materiale ma anche di una forte eredità spirituale. Le linee, ma anche la forma delle mani, possono offrirci molte importanti indicazioni per conoscere meglio il carattere, l’indole e i futuri avvenimenti che potranno interessare il destino di un determinato individuo.

Ovviamente la chiromanzia, come tutte le altre scienze divinatorie, non ha le caratteristiche dell’infallibilità e non può chiaramente controllare il destino di un individuo; può soltanto dare delle indicazioni utili sui comportamenti da assumere.

Simili alla chiromanzia, sebbene differenti nelle caratteristiche, sono la cartomanzia e le altre discipline esoteriche e alcuni rituali magici come i legamenti d’amore.

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Irrigazione: perché il tubo poroso invece dell’ala gocciante?

Tempo di primavera, tempo di giardinaggio. Ma qual è il modo migliore per bagnare le nostre aiuole evitando di dover utilizzare il normale tubo d’acqua (e di dover perdere sempre molto tempo)? Tendenzialmente, le possibilità si possono raggruppare in tre categorie: il tubo a fori, l’ala gocciante e il tubo poroso. Il tubo a fori, molto spesso anche ‘fatto in casa’ apportando alcuni buchi su un normale tubo da irrigazione, è una soluzione che viene usata comunemente anche per la facilità di irrigazione. La difficoltà di gestire la pressione dell’acqua e di apporre la giusta quantità di forellini per il passaggio dell’acqua, però, spesso crea delle zone più bagnate di altre e questo, soprattutto durante l’estate, può provocare danni all’armonia estetica del giardino ma anche il deperimento delle piante o l’eccessiva arsura di alcune zone (e viceversa). L’ala gocciante, in questo senso, può dare risultati sicuramente migliori anche se è più delicata da un punto di vista della manutenzione. Durante l’inverno, infatti, l’acqua che rimane stagnante unita al calcare può formare dei piccoli sedimenti che, dall’interno, ostruiscono i fori di irrigazione. Essendo appunto studiata per essere ‘gocciante’ (e non a zampillo), i fori dell’ala non sono pulibili dall’esterno: un tentativo può essere fatto agendo molto delicatamente con un ago, ma il risultato non è quasi mai positivo. Sicuramente, il prezzo ridotto dell’ala gocciante permette un cambio frequente ma, soprattutto se ci sono problemi di scarsità di tempo da dedicare al giardino, anche questo non può essere preso come rimedio definitivo (inoltre ricordiamo che l’ala gocciante ha bisogno di maggiore pressione e quindi di una pompa appositamente installata). Resta dunque il tubo poroso (realizzato in polietilene e polvere di caucciù) che, a tutti gli effetti, si è dimostrato come l’opzione migliore sotto tutti i punti di vista. Molto economico e applicabile anche direttamente dal rubinetto del giardino, il tubo lascia passare la stessa quantità d’acqua su tutta la sua lunghezza. Immettendo poca pressione, inoltre, può essere lasciato in funzione per molto tempo permettendo così al terreno di assorbire tutta l’acqua che gli viene fornita senza perdite o fuoriuscite su vialetti o terrazze. Volendo, inoltre, il tubo poroso può essere interrato evitando così di rovinare l’estetica delle aiuole. Molto robusto ma flessibile, non muta le sue caratteristiche anche in condizioni atmosferiche estreme (da -15 a +60) e comunque può essere sostituito in pochi minuti e con grande facilità. Con un prodotto così, perché allora rinunciare ad avere aiuole splendide anche nei mesi caldi, senza fatica e senza manutenzione?

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Il numero di animali uccisi per ogni pelliccia

Qual è il numero di animali uccisi per ogni pelliccia?

Le stime riportate sono state ottenute integrando le informazioni tratte dal sito di Agireora edizioni con alcuni dati tratti dal dossier “Un prodotto insaguinato” – uno studio statisticamente rilevamente sulla produzione di pellicce in Finlandia – e dal sito Friends of Animals.

Non bisogna dimenticare che vi sono molte altre morti legate alla produzione delle pellicce. In particolare va considerata la quantità di “animali spazzatura” che vengono catturati o uccisi ogni anno dai cacciatori di pellicce. Vengono così definiti tutti quegli animali che finiscono uccisi o catturati “accidentalmente”, in quanto non sono interessanti, a livello monetario, per i cacciatori. Fare la stima di queste morti è difficile. Tom Regan in “Gabbie Vuote” riporta la cifra di Friends of Animals: 5 milioni di decessi all’anno, pari a circa 14.000 morti aggiuntive giornaliere.

Animale / Numero di esemplari richiesti

Agnello droadtail 30 – 45
Agnello Karakul 18 – 26 (si producono anche pellicce particolarmente pregiate con neonati o agnelli non ancora nati; in tal caso si stimano 60 esemplari morti per un capo di medie dimensioni)
Bob-cat 15 – 20
Cani 12
Castoro 16 – 20
Cavallino 6 – 8
Cincillà 130 – 200
Coyote 12 – 16
Criceto 120 – 160
Ermellino 180 – 240
Fishe 18 – 25
Foca (cucciolo) 5 – 8
Gatto 20 – 30
Ghiottone 5 – 7
Lince 8 – 18
Lontra 10 – 20
Lupo 3 – 5
Martora 40 – 50
Moffetta 60 – 70
Nutria 25 – 35
Ocelotto 12 – 18
Opossum 30 – 45
Procione 20 – 35
Puzzola 50 – 70
Scoiattolo 120 – 200

Tasso 10 – 12
Topo muschiato 60 – 110
Visone 30 – 50 (La specie in assoluto più sfruttata da questa industria. FOA parla di 60 visoni per pelliccia completa, nell’imponente produzione finlandese si va dai 60 agli 80)
Volpe 10 – 20
Wallaby 20 – 30
Zibellino 50 – 80

Il numero degli esemplari naturalmente varia in base a diversi fattori, in primis il tipo di indumento prodotto (il numero più alto si riferisce in genere a pellicce “complete”, lunghe fino al ginocchio).

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Prontuario di web marketing gratuito, con trucchi e consigli

Disponibile per il download gratuito il prontuario con trucchi di web marketing e SEO “Far sentire la propria voce”.

Per ottenere maggiori visite e maggiore visibilità sul web, per sfruttare meglio Facebook, Twitter e altri social network, per conoscere come funzionano i siti di Social Bookmarking, per migliorare la propria indicizzazione su Google attraverso la link popularity, il miglioramento del proprio sito, i comunicati stampa e i raccoglitori di articoli online.

Tutto questo e molto altro ancora, sempre spiegato con la massima semplicità e corredato da tutti i link necessari per mettere subito in pratica tutti i consigli!

Il documento è inoltre pensato in special modo per i blogger e gli attivisti animalisti e ambientalisti, nonché per i piccoli venditori online di materiale di qualunque genere.
Questa è la versione 1.0 del file: con i vostri commenti spero di arrivare a una nuova versione migliore. Quindi, se volete e siete interessati, non rispiarmate commenti, richieste di spiegazioni e critiche di ogni genere.
Se volete riproporre o far girare il file, sentitevi liberissimi di farlo.
Per qualunque cosa, lasciate pure un commento sul blog o mandatemi una mail all’indirizzo [email protected] e vi risponderò appena possibile!

Il tutto è messo a disposizione gratis dal blog antispecista Animalismo e Vegetarianesimo. Un documento utile a tutti!

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Il linguaggio dei delfini: simile a quello umano?

Cominciamo da una notizia apparsa in rete relativamente di recente, riguardanti le modalità con cui si esprimono i delfini. Vi riporto l’articolo tradotto da Erica Dellago per Coscienza.org:
I delfini “parlano” tra di loro, e per produrre i loro suoni acuti usano lo stesso processo usato dagli esseri umani, secondo una nuova analisi dei risultati di un esperimento degli anni Settanta.

Di recente accade estremamente di frequente che studi etologici precedenti siano rivisti e reinterpretati (ovvio che i progressi tecnologici registrati negli ultimi decenni giochino spesso un ruolo fondamentale nella nuova analisi dei vecchi dati).

I risultati dicono che i delfini in realtà non fischiano come si è a lungo pensato, ma invece si basano sulle vibrazioni dei tessuti nelle loro cavità nasali, analoghe alle nostre corde vocali.

Solo ora gli scienziati stanno comprendendo tutto questo, “perché certamente il suono è simile a un fischio”, ha detto il ricercatore dello studio Peter Madsen dell’Istituto di Bioscienze presso la Aarhus University in Danimarca, aggiungendo che il termine è stato coniato in un articolo pubblicato nel 1949 sulla rivista Science. “Ed è rimasto così da allora”.

La scoperta chiarisce una questione che ha fatto scervellare a lungo gli scienziati: Come possono i delfini produrre fischi identificativi della loro identità sulla superficie dell’acqua e durante le immersioni profonde dove la compressione determina che le onde sonore viaggiano più velocemente e potrebbero cambiare la frequenza di questi suoni.

Per rispondere a questa domanda, Madsen e i suoi colleghi hanno recentemente analizzato le registrazioni digitalizzate di un delfino tursiope maschio di 12 anni (Tursiops truncatus) dal 1977. A quel tempo, i ricercatori avevano fatto respirare al delfino una miscela di elio e ossigeno chiamata Heliox. (Usata dagli esseri umani, la miscela Heliox produce un suono tipo Paperino). La miscela Heliox aveva lo scopo di imitare le condizioni durante una immersione in profondità in quanto provoca un cambiamento nella frequenza. Sia respirando aria sia respirando heliox il delfino maschio, tuttavia, ha continuato a produrre gli stessi fischi, con la stessa frequenza.

Al posto delle corde vocali, i delfini probabilmente usano le vibrazioni dei tessuti nelle loro cavità nasali per produrre i loro “fischi”, che in fin dei conti non sono veri fischi. I ricercatori indicano che responsabili del suono sono strutture nella cavità nasale, chiamate labbra foniche.

I delfini non stanno realmente parlando, però.
“Non significa che parlano come gli esseri umani, solo che comunicano con un suono prodotto nello stesso modo”, ha detto Madsen a LiveScience.

Stephan A. Schwartz dello SchwartzReport sottolinea come nonostante la scoperta, l’arroganza umana sia sempre lì: “Non abbiamo idea di cosa stiano facendo, e quante siano le informazioni che si scambiano. Ma solo che lo fanno. […] Sappiamo così poco del mondo, eppure crediamo di sapere così tanto”.

Schwartz si riferisce alle affermazioni “I delfini non stanno realmente parlando, però” e “Non significa che parlano come gli esseri umani”.
E in effetti, cosa vogliono dire queste due frasi?
“Non significa che parlano come gli esseri umani”. Ovvio che qui non ci si riferisce al fatto che non discutano in inglese o spagnolo di una qualche classe politica marina, si intende che, benché comunichino tramite modalità di produzione dei suoni simili alle nostre, comunque “I delfini non stanno realmente parlando”.
Perché quello lo fanno gli umani. Si dibatte ancora su quali siano le peculiarità fondamentali del parlare umano, qui ci limitiamo a ricordare che tale questione è da sempre uno dei principali discrimini posti tra l’uomo e gli altri animali. (Ne abbiamo parlato di recente nell’articolo su Lacan). Spesso il discrimine si basa sul fatto che agli animali sono attribuite solo reazioni e non risposte, ovvero, solo comunicazioni strettamente “meccaniche”. Ma come dice Schwartz, in realtà non abbiamo una conoscenza tale da permetterci di definire tanto la quantità quanto la qualità delle informazioni che si scambiano i delfini.
Finiamo di leggere l’articolo:

“Gli antenati dei cetacei vivevano sulla terra circa 40 milioni di anni fa e producevano suoni con le corde vocali nella loro laringe”, ha detto Madsen, riferendosi al gruppo di mammiferi a cui appartengono i delfini. “Hanno perso tutto ciò nel corso dell’adattamento ad uno stile di vita completamente acquatico, ma hanno sviluppato la produzione del suono nel naso che funziona come quello delle corde vocali”.

Probabilmente questa facoltà vocale dà ai delfini anche una gamma più ampia di suoni.

“Poiché la frequenza è cambiata cambiando il flusso d’aria e la tensione delle labbra del tessuto connettivo nel naso, il delfino può cambiare frequenza molto più velocemente che se dovesse farlo cambiando i volumi dell’alveolo”, ha detto Madsen. “Ciò significa che vi è un potenziale molto più grande per produrre una gamma di suoni più ampia e aumentare quindi il passaggio delle informazioni”.

I dettagli della ricerca sono pubblicati questa settimana sulla rivista Biology Letters. [Purtroppo non sono riuscito a reperire altre informazioni].

Quindi i delfini comunicano fra loro tramite un sistema estremamente complesso, simile a quello umano. Non tramite un fischio ma attraverso vibrazioni delle loro “labbra foniche”.
Ma attenzione ai verbi che usiamo: “comunicare” è un verbo neutro (definiamolo così), perciò affermare che i delfini comunicano fra loro in modi di cui solo ora cominciamo a comprendere la complessità, è corretto.

Dire: i delfini parlano tra loro invece no. Parlare è un termine problematico, perché in genere appannaggio solo degli esseri umani. Meglio che i delfini comunichino fra loro, anziché parlare, perché se parlassero noi umani potremmo correre il rischio di sentirli troppo vicini a noi.

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