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8 Marzo 2009

Comunicati

Thpi, Milano la piu’ cara, Trapani e Alghero le piu’ convenienti d’Italia

Le quotazioni degli hotel europei si riassestano con un indice di 111 euro per doppia a notte. In Italia, Sicilia e Sardegna le destinazioni meno care. Abano Terme, la piu’ cara. In Europa: Ginevra, Oslo e Milano le piu’ costose; Praga, Budapest e Granada le piu’ convenienti

 

 

Milano, 8 Marzo 2009 – La stagione dei saldi volge al termine, le quotazioni del mercato alberghiero europeo danno cenni di ripresa. Dopo lo scivolone dell’ultimo semestre che ha fatto registrare quasi il -20% del thpi* – l’indice dei prezzi dell’offerta alberghiera che viene calcolato ogni mese dal metacomparatore e travel network europeo http://www.trivago.it -, i prezzi degli hotel questo mese si assestano con una media di 111 euro a doppia per notte.

 

Il mercato alberghiero aveva infatti toccato progressivamente di mese in mese il suo minimo storico nello scorso mese di Febbraio, con alcune destinazioni britanniche (Londra, Manchester, Glasgow…) che avevano subito forti ribassi. Per questo mese, leggere variazioni in rialzo, ma restano sempre mete molto convenienti.  L’Irlanda, con Dublino a 109 euro a notte/doppia resta ancora, per questo Marzo, la destinazione piu’ conveniente, considerato che l’offerta alberghiera per questa citta’ ha sempre viaggiato su una media di 140 euro.

 

Ginevra (207 euro a notte/doppia) in questo momento é la citta’ piu’ cara d’Europa; seguita da Oslo (160 euro/notte), Stoccolma (152 euro) e Milano (152 euro).  Le piu’ convenienti restano: Cracovia (69 euro), Budapest (71 euro), Granada (75 euro) e Praga (77 euro).

 

In Italia, sono le isole le piu’ convenienti al momento, con Trapani a 76 euro/notte e Alghero 83 euro/notte e le destinazioni sul mare in generale, come ad esempio Rimini (80 euro). La destinazione turistica meno cara della Penisola é San Giovanni Rotondo (67 euro), prima destinazione religiosa italiana.

 

La destinazione italiana piu’ cara dopo Milano (152 euro), é la citta’ termale di Abano Terme (131 euro); seguono Trieste (128 euro), Venezia e Genova, quest’ultime con un’offerta alberghiera di 122 euro a notte.

 

*Il tHPI indica il livello dei prezzi di una camera doppia standard calcolata per le 50 citta’ Europee piu’ cliccate su trivago; per l’Italia sulle 50 destinazioni piu’ prenotate. L’indice è calcolato sulla base delle 40 mila richieste dei prezzi delle camere di hotel consultate su trivago quotidianamente.  Il motore di ricerca dei prezzi trivago consente di mettere a confronto i prezzi di oltre 280 mila alberghi e strutture ricettive nel mondo.  Ad ogni richiesta, i prezzi correnti piu’ vantaggiosi degli agenti di viaggio bengono messi direttamente a confronto.  I viaggiatori possono quindi prenotarli alle migliori tariffe disponibili.  

 

Trovate qui il tHPI di Marzo 2009 per Italia:

 

http://imgpe.trivago.com/contentimages/press/texts/thpi_0309Italia_it.pdf

 

per l’Europa:

 

http://imgpe.trivago.com/contentimages/press/texts/thpi_0309_it.pdf

 

Mesi precedent Europa:

 

http://imgpe.trivago.com/contentimages/press/texts/thpi_2008_it.pdf

 

trivago GmbH

I viaggiatori trovano l’hotel congeniale al prezzo che stabiliscono loro su trivago. Il servizio online compara i prezzi di oltre 30 partner di e-bookings per 380,000 hotels in tutto il mondo. In piu’ trivago ha integrate oltre 15 milioni di recensioni di hotel e mostra il voto medio per ogni hotel.

 

trivago non mette solo a confronto i prezzi dei partners di bookings, ma anche le recensioni sul web per ogni hotel. Gli utenti possono vedere se la colazione é inclusa e se la cancellazione e il pagamento via carta di credito é possibile. trivago ha il primo “motore di ricerca” completamente gratuito: i viaggiatori possono cercare per Regione, Citta’ o direttamente il nome dell’hotel.

 

trivago GmbH, con sede a Dusseldorf, Germania é stato fondato nel 2005 e attualmente opera in 11 paesi con 5mln di visitatori al mese. E’ sito dei viaggi dell’anno secondo www.sitowebdellanno.it  ed é migliore comparatore di prezzi hotel, secondo il quotidiano Guardian.co.uk

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Le mani sulla rete di Nuccio CANTELMI

Le mani sulla rete: il controllo sulla rete, il controllo sull’informazione libera.Le mani sulla rete: il controllo sulla rete, il controllo sull’informazione libera.

Sempre più spesso si odono parole di sdegno e riprovazione nel merito dell’eccessiva libertà di cui può godere il cittadino della rete. Libertà di condividere opere protette da diritto d’autore, libertà di mascherare la propria identità, libertà di restare anonimo, di commettere impunemente crimini informatici.
Ovviamente, nell’accezione testé evidenziata, libertà coincide con libertinaggio, con la possibilità di compiere azioni delittuose senza tema di sanzione.
Il cittadino della rete diviene, dunque, un potenziale “pirata”, un hacker in provetta, capace di chissà quali nefandezze.
Sia inteso a scanso di equivoci, alcune condotte compiute per il tramite della rete sono davvero aberranti e raccapriccianti. La pedopornografia ne è l’esempio supremo.
Eppure, queste situazioni erano e sono anche al di fuori della rete. La rete ne è solo un amplificatore potente.
Tanto si potrebbe osservare di qualsiasi altra fattispecie delittuosa. La stessa categoria dei cosiddetti “crimini informatici” altro non è che la versione digitale di alcune condotte già ben sedimentate nella vita reale.
Dietro le parole di accorato sdegno e le tonanti parole di avvertimento sui pericoli della rete, si nascondono altri intenti.
In primis, si nasconde la paura della classe dominante verso il “nuovo”, verso strumenti che non comprendono e che non possono controllare, ad esempio, acquistandone o gestendone tutti i canali di trasmissione come avviene per la televisione.
Inoltre, si avverte sempre più chiaramente il fastidio verso ogni forma di libera espressione del pensiero che non rientri nei circuiti “accreditati” a suon di soldoni di Stato, come nel caso dell’editoria.
Paura e fastidio sono la fonte dell’impeto liberticida di Stato, le cui istituzioni rappresentative (di chi o di che è un’altra domanda…) sembrano fare a gare a chi per primo riuscirà a mettere le mani sull’internet.
Entrambi i fronti politici si sono cimentati su questo campo.
La sinistra propose un disegno di legge (la cosiddetta legge Levi-Prodi) sull’editoria telematica che puntava a stringere il cappio su blog e siti di approfondimento.
La destra ha colpito duro con il Decreto Urbani, il Dlgs 68/03 che ha recepito in tempi record la direttiva comunitaria che introdusse nuove sanzioni per lo sharing di files, ed oggi sembra spingere sempre più verso una forma di controllo della rete.
Da tempo, il Presidente del Consiglio (forse per ingaggiare una gara con il pari grado francese Sarkozy) invoca misure di contenimento globali della rete. Di recente, il senatore D’alia ha proposto un emendamento al pacchetto anti-crisi in base al quale al Ministro degli Interni viene riconosciuto una sorta di potere di veto verso ogni contenuto in rete che inciti a delinquere o compia apologia di reato.
Censura. Questo è il nome della rosa. Inutile girarci intorno.
La possibilità di attingere informazioni non filtrate dai normali canali comunicativi è divenuta intollerabile agli occhi dell’estabilishment politico.
Come si potrebbe continuare a depistare, millantare, nascondersi dietro la cortina fumogena delle parole vuote di senso, se la verità delle cose e dei fatti può continuare a circolare libera e non filtrata sulla rete?
Ecco, allora, che leggi sempre più liberticide vogliono sbarrare il passo alla libera espressione del pensiero, mentre sempre maggiori poteri vengono conferiti a caste corporativiste come quella dei giornalisti i quali, da cani da guardia della democrazia rappresentativa, si sono trasformati in mastini della democrazia parlamentare.
La libertà di comunicazione e di informazione è ciò che rende la misura della civilizzazione di uno stato. Il fatto che l’Italia non brilli per tale fattore è principalmente dovuto al finanziamento pubblico all’editoria, che rappresenta una droga cui gli editori sono assuefatti e che li induce a rispettare i diktat politici e le veline di partito.
Per questa ragione, i giornalisti che ancora sentono la forza della missione cui sono votati, vengono spesso osteggiati e messi in disparte.
Per questa ragione, chi prende parte al processo democratico di divulgazione della conoscenza e dell’informazione viene “bannato” o censurato in ogni modo (il caso dello storico siciliano Carlo Ruta ne è emblema assoluto).
La verità nuoce a chi vive di menzogne.
Venga, dunque, la censura di stato!

di Nuccio CANTELMI  Presidente dell’Associazione Presidente  Hacklab Catanzaro

Postato da Comunytation

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