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8 Gennaio 2009

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I 10 consigli fondamentali per cominciare a correre

Nella società attuale sono in continuo aumento i problemi di salute legati all’alimentazione, al sovrappeso e all’obesità, aggravati spesso da uno stile di vita ormai diffuso che genera stress psicofisico, dovuto agli attuali ritmi frenetici imposti dal mondo del lavoro e all’abuso dei tanti strumenti tecnologici a nostra disposizione (soprattutto computer e telefoni cellulari di nuova generazione).

Le fonti sanitarie ufficiali attribuiscono alla cattiva alimentazione e alla sedentarietà (ed in generale ad un cattivo stile di vita) la maggior parte delle patologie dell’apparato cardiovascolare, dell’apparato gastrointestinale, ipertensione, diabete, ictus, alcuni tipi di cancro. A tutto questo si aggiungono nuove forme di patologie che afferiscono alla sfera neuro-psicologica (videodipendenza e sindrome correlate, tecnostress, information overload, multitasking, disturbi comportamentali, internet addiction disorder).

Oggi più che mai, quindi, è di fondamentale importanza che le persone prendano coscienza dei rischi a cui sono sottoposte e si riapproprino del proprio benessere aspirando ad una qualità della vita più soddisfacente difendendo la propria salute.

Per raggiungere questo obiettivo, oltre ad una corretta alimentazione, è fondamentale praticare attività fisica in maniera costante e con una certa intensità. Da questo punto di vista, una delle attività sportive per eccellenza è sicuramente la corsa, la madre di tutti gli sport. Oltre ai tanti benefici di tipo fisico che si possono ottenere vanno tenuti in considerazione anche i vantaggi sul piano psicologico.

È infatti dimostrato che la corsa stimola la produzione di endorfine, sostanze che, dando sensazioni simili a quelle indotte dalla morfina, provocano un innalzamento della soglia del dolore, riducono gli effetti negativi della tensione nervosa e, di conseguenza, migliorano il tono dell’umore. Inoltre, la maggiore resistenza fisica e psichica alla fatica e la forza di volontà sviluppate nella pratica costante della corsa generano come diretta conseguenza un aumento della fiducia in sé stessi, dell’autostima, dell’autocontrollo e dell’equilibrio: in pratica si diventa più forti mentalmente e non solo fisicamente. A livello lavorativo questo si traduce in una migliore gestione dello stress, una maggiore concentrazione, una più serena collaborazione con i colleghi e gli interlocutori interni/esterni, in una maggiore fiducia nella risoluzione dei problemi e in generale nell’utilizzo più equilibrato della tecnologia e nella gestione ottimale del sovraccarico informativo e delle proprie attività.

Ricordate: badate solo a quel 20% delle cose veramente importanti che determinano dirette conseguenze sull’80% del vostro mondo (Legge di Pareto); il resto lasciatelo perdere (si risolverà da solo) o se necessario delegatelo ad altri, indossate le vostre scarpe da running e andatevene a correre!.

Ma prima di cominciare a correre occorre prendere alcune precauzioni fondamentali, soprattutto se l’aspirante runner ha condotto negli ultimi anni una vita sedentaria o non ha mai praticato un’attività sportiva a livello abbastanza intenso.

1. La visita di medicina sportiva. Una visita presso un centro di medicina sportiva è fondamentale per verificare che non ci siano controindicazioni o patologie in atto che impediscano di praticare la corsa. Ad esempio, può succedere che un soggetto apparentemente sano soffra di una patologia cardiaca pur non avendo mai avuto alcun tipo di problema e quindi correndo potrebbe andare incontro a seri rischi.

2. Il peso. Iniziare a correre in condizioni di sovrappeso aumenta il rischio di infortuni alle articolazioni o ai tendini: anche qualche kg di troppo rispetto al proprio peso forma (indicato dall’indice di massa corporea, IMC) può, nella migliore delle ipotesi, comportare un aumento di stress fisico e fatica, e questo, soprattutto per chi comincia, può diventare veramente demotivante fino a portare all’abbandono della corsa. In caso di leggero sovrappeso, si può cominciare a correre con le dovute cautele e senza esagerare, non tanto con il numero di allenamenti settimanali quanto con il numero di km percorsi in ciascun allenamento, mentre in caso di sovrappeso grave è consigliato abbinare camminata veloce con una dieta efficace fin quando non si rientra almeno nella fascia di peso di livello inferiore.

3. Le condizioni climatiche. Per chi non è abituato, cominciare a correre in condizioni climatiche avverse (estate o inverno) può essere abbastanza demotivante fino al punto di impedire di seguire un programma di allenamento con continuità. Anche se sarebbe auspicabile abituare il proprio corpo a correre anche in condizioni avverse – il che contribuisce allo sviluppo della forza di volontà e sopportazione – se proprio non si riesce si consiglia di rimandare di qualche mese dedicandosi nel frattempo ad attività sportive alternative e, se necessario, alla cura dell’alimentazione finalizzata alla riduzione del peso corporeo.

4. Le scarpe. La qualità delle scarpe comincia a farsi sentire all’aumentare della distanza percorsa; chi inizia percorrendo pochi chilometri al giorno sicuramente non si accorgerà di grosse differenze tra scarpe aventi differenti caratteristiche e/o livelli qualitativi. Pertanto, è indispensabile utilizzare scarpe di qualità medio-alta per evitare spiacevoli effetti indesiderati (dalle semplici vesciche fino a problemi più seri come tallonite e/o fascite plantare). Ovviamente non esiste una scarpa che vada bene per tutti e quindi è importante avere la possibilità di effettuare delle prove adeguate prima dell’acquisto (ci sono negozi specializzati che permettono di effettuare prove su tapis roulant o addirittura su strada). Per chi inizia è importante trovare una scarpa comoda, che fornisca una certa protezione e ammortizzazione ma che sia al tempo stesso abbastanza leggera (deve sembrare una naturale estensione del piede). È consigliabile utilizzare una scarpa il cui peso non superi 6 volte il proprio peso in Kg. Durante la prova indossare le stesse calze che verranno utilizzate dopo l’acquisto in quanto calze diverse potrebbero alterare la percezione della corretta calzata.

5. Le calze. Si consiglia di scegliere dei modelli di calze appositamente studiate per la corsa, realizzate in materiali specifici e prive di cuciture in rilievo che sono le principali cause della comparsa delle vesciche.

6. L’abbigliamento. L’abbigliamento deve essere adeguato alle condizioni climatiche e deve permettere di correre per tutto il tempo necessario senza provocare particolare disagio: in altre parole occorre coprirsi quanto basta nei mesi più freddi e indossare indumenti leggeri e traspiranti nei mesi più caldi, eventualmente scegliendo anche una fascia oraria in cui le condizioni sono più sopportabili (anche se sarebbe auspicabile abituarsi a correre con qualsiasi condizione climatica, poiché uno dei vantaggi della corsa è anche quello di abituare l’organismo ad adattarsi alla fatica e a sopportare il disagio, è ovviamente sconsigliato mettersi a correre nelle ore centrali di una torrida giornata d’estate, rischiando una disidratazione o un colpo di sole). In particolare, è importante coprirsi in maniera tale da sudare il meno possibile, per preservare le riserve idriche dell’organismo e fare un allenamento di durata adeguata ed in linea con il proprio programma di allenamento.

7. Il percorso. Per iniziare conviene scegliere un percorso piacevole, meglio se fuori dal centro abitato o all’interno di un parco, gradevole dal punto di vista psicologico e con fondo regolare, come terra battuta o asfalto; è meglio evitare di correre su percorsi sterrati, con salite o altre irregolarità.

8. La compagnia. Correre in compagnia costa meno fatica; ovviamente, è opportuno trovare un compagno o un gruppo che vada allo stesso ritmo e che non trasformi l’allenamento in una gara.

9. Lo stile. Molti allenatori consigliano di impostare un particolare stile di corsa ai fini di ottimizzare le prestazioni dell’atleta; ovviamente, per un principiante pensare anche allo stile non farebbe altro che rischiare di rendere poco piacevole l’esperienza della corsa. Quindi, per cominciare correte come vi viene più naturale. Ricordate: non c’è niente di più naturale della corsa.

10. Il programma di allenamento. La corsa deve essere un’esperienza piacevole e permettere di raggiungere un benessere psico-fisico effettivo e duraturo. Ma per raggiungere questo risultato è importante definire un programma di allenamento ritagliato sulle proprie capacità effettive (deve essere allo stesso tempo efficace e perseguibile). Il programma di allenamento aiuta a correre in maniera regolare e costante e deve essere finalizzato ad un obiettivo sfidante ma raggiungibile. Va interpretato come una guida che aiuta ad evitare di correre a sensazione, in base al particolare umore della giornata, agli impegni, alle condizioni atmosferiche ecc. e a non esagerare se un determinato giorno ci si sente particolarmente carichi.

Buona corsa a tutti!

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Le controindicazioni del tapis roulant

Dopo aver preso dimistichezza con l’attrezzo correre sul tapis roulant è sicuramente più facile. La velocità sul nastro è maggiore di quella sul terreno sia per l’elasticità di ritorno che per l’assenza della resistenza dell’aria; perciò, a parità di velocità si consuma meno energia e si ha una minore sollecitazione cardiorespiratoria. Per ovviare al problema si potrebbe inclinare la pedana ma in questo modo si ha lo svantaggio di alterare il normale stile di corsa affaticando maggiormente i muscoli.

Inoltre, sul tappeto si riduce notevolmente la spinta in avanti il che comporta un minor impegno cardiorespiratorio ma allo stesso tempo un maggior lavoro dei quadricipiti e, per evitare il contatto con il nastro, si tende a sollevare maggiormente il piede con conseguente maggior lavoro del tibiale anteriore; ne risulta un maggiore senso di affaticamento (anche se come già detto si spende meno energia) che risulta più evidente se si usa lo strumento saltuariamente.
 
Infine, a causa dell’eccessiva elasticità, il tapis roulant aumenta i rischi di danni al tendine d’Achille e alle ginocchia; mentre a causa del maggior affaticamento muscolare in chi non è completamente adattato possono comparire indolenzimenti che durano qualche giorno.
Ovviamente quanto su detto va opportunamente considerato in relazione alla frequenza, durata e intensità delle sedute di allenamento.

Oltre agli aspetti fisiologici va anche considerato che dal punto di vista psicologico l’utilizzo del tapis roulant può diventare, a lungo andare e all’aumentare del livello di allenamento, molto noioso e pesante da sopportare per allenamenti quotidiani di durata sufficiente (pari ad almeno un’ora). 

Un altro motivo per cui molti ricorrono al tapis roulant è per evitare di affrontare condizioni climatiche avverse; in questo caso non va dimenticato che, oltre al potenziamento delle difese immunitarie, uscire sempre all’aperto contribuisce al rafforzamento della forza di volontà e di sopportazione di condizioni climatiche sfavorevoli.

In conclusione, se cercate i massimi benefici dalla corsa vi consiglio di correre all’aperto.

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Come funzionano i prestiti personali

Quando si sente parlare in linea generale di prestiti, nella quasi totalità dei casi ci si sta riferendo al prestito personale, ossia una forma di finanziamento di un certo capitale da parte di una banca o di un istituto specilizzato, ad un tasso d’interesse che in genere viene calcolato fisso e che il debitore deve restituire secondo un piano rateale costante.

Il prestito personale rientra nella categoria dei finanziamenti non finalizzati, cioè quei prestiti che vengono definiti come “credito al consumo”, poichè non richiesti per l’acquisto di un determinato bene o servizio.

Diversamente dai mutui, quindi, i prestiti non dispongono garanzie da parte del debitore per coprire un’eventuale insolvenza e dato l’alto rischio per chi eroga il credito spesso vengono chieste garanzie personali come ad esempio la firma di un fideiussore.

Possiamo quindi definire il prestito personale come un finanziamento che non ha obblighi di destinazione ed è rivolto alle persone fisiche che, in caso necessitino di liquidità, vogliano richiedere denaro alle banche senza dover dare spiegazioni sullo scopo dell’erogazione di capitale.

In linee generali è possibile richiedere un prestito da 1.500,00 euro a 30.000,00 euro. La durata del finanziamento varia da 1 anno ai 5 anni. Inoltre è possibile decidere la tipologia di addebito delle rate: sul proprio conto corrente oppure attraverso il pagamento di bollettini postali indirizzati all’istituto finanziario.

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La webcam in 3D

Fonte: www.pubbliway.com

Vi ricordate quando andavamo al cinema indossando quei buffi occhialini con le lenti rosse e blu per poter ottenere una visione stereo delle immagini che venivano proiettate in bidimensionale?

L’impressione di stereotipia derivava dalla visione più o meno diversa che ognuno degli occhi riceveva della medesima immagine. In questo modo ci veniva dato il senso di un’illusoria profondità

Durante la visione dei film in 3D, tutti gli oggetti del film li sentiamo più veri e ci sentiamo parte di quella realtà.

Evidentemente l’effetto è molto piaciuto anche ai ricercatori della ditta giapponese Novo che ha recentemente presentato una vera e propria novità tecnologica che prende il nome commerciale di Minoru (termine giapponese che significa “realtà”).

Si tratta di una webcam che, grazie alle sue due speciali telecamere le cui immagini vengono mixate insieme, consente di ottenere esattamente lo stesso tipo di effetto, stando comodamente seduti di fronte al vostro computer.

La Novo afferma che si tratta della prima…

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I mercati obbligazionari in Europa non euro

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  • 8 Gennaio 2009

Il mercato obbligazionario europeo nel mese di novembre è stato caratterizzato da rendimenti in netto calo, che hanno seguito l’andamento dei mercati corrispondenti in USA e nella zona euro. Il crollo dei rendimenti a breve termine si è fatto sentire soprattutto in Gran Bretagna dopo che la Banca d’Inghilterra ha ridotto il principale tasso di riferimento di almeno 150 punti base. Ora, al 3,0 per cento, si trova al livello più basso mai raggiunto dal 1955. I titoli di stato inglesi a dieci anni pagano, nel frattempo, meno del 4,0 per cento. In Svezia la Riksbank è arrivata al 3,75 per cento. Si evince quindi una diminuzione dei rendimenti a qualsiasi scadenza pari a circa mezzo punto. Anche il mercato norvegese nel mese preso in esame si è mosso sulla falsariga di quello svedese. In Danimarca la banca emittente ha operato una correzione sui tassi d’interesse che erano stati aumentati. Ciò si è reso necessario per stabilizzare i tassi di cambio concordati con il sistema valutario europeo per quanto riguarda il rapporto tra euro e corona danese. L’attuale 5,0 per cento è comunque significativamente ancora ben lontano dal tasso della Banca Centrale Europea al 3,25 per cento. Per quanto riguarda il mercato dei cambi valutari si sono dovute registrare ancora forti perdite della sterlina inglese (sotto al 5 per cento) e di tutte le monete scandinave nei confronti della moneta unica europea. Persino la classica valuta a cui tradizionalmente si ricorre nei momenti di crisi finanziaria, il franco svizzero, ha perso quasi il 4 per cento rispetto all’euro. Una delle cause che ha portato a questo è stata la decisione della Banca nazionale svizzera di abbassare il tasso d’interesse di circa 100 punti base portandolo all’ 1,0 per cento.

 

La diminuzione dei tassi d’interesse e di conseguenza la contrazione dei rendimenti sono stati fattori che hanno segnato l’andamento dei mercati obbligazionari anche nei Paesi dell’Europa dell’Est. I movimenti più consistenti si sono avuti nel mercato obbligazionario ungherese, dopo che la banca centrale ha inaspettatamente ridotto il principale tasso d’interesse al 10,5 per cento. Ma anche in Polonia (meno 25 punti base al 5,75 per cento) e nella Repubblica Ceca (meno 75 punti base al 2,75 per cento) i guardiani delle valute hanno dovuto lasciar andare un po’ le redini. A eccezione della corona slovacca, che è in parte sostenuta dalla prossima entrata nel sistema monetario europeo, i tassi di cambi dell’intera regione geografica sono quindi  finiti ancora una volta decisamente sotto pressione. Nei confronti dell’euro la moneta ceca ha perso il 7,2 per cento, lo Zloty polacco il 5,4 per cento e il Forint ungherese lo 0,7 per cento. Anche il rublo russo nel mercato dei cambi ha perso quasi il 3 per cento del proprio valore, nonostante la banca emittente russa sia intervenuta in modo massiccio sui mercati dei cambi, a sostegno della moneta nazionale. Tra le altre operazioni effettuate, ha innalzato il tasso d’interesse dal 7 per cento all’8 per cento. Non si deve dimenticare che l’economia russa è molto colpita dalla generale recessione mondiale in quanto è uno dei principali paesi produttori ed esportatori di materie prime.

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