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Salute e Benessere Volontariato e società

L’assistenza sanitaria italiana non funziona senza l’aiuto del Terzo Settore

Assistenza sanitaria italiana non funziona senza aiuto del terzo settore

L’assistenza sanitaria italiana non funziona senza l’aiuto del Terzo Settore

Il 2020, lo sa chi si occupa di welfare, è il quarantaduesimo compleanno del nostro Sistema Sanitario Nazionale, che fu istituito con la legge 833 votata dal Parlamento il 23 dicembre 1978. Una scelta che dava finalmente attuazione all’articolo 32 della Costituzione (della cui entrata in vigore festeggiamo quest’anno il settantaduesimo anniversario), in cui si legge:

“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.

E per gli amanti del genere non è banale ricordare anche che giusto trent’anni prima, il 5 luglio 1948, mosse i primi passi il National Health Service britannico, ovvero il punto di origine dei sistemi sanitari universalistici (gratuiti e per tutti) sorto sulla scorta delle indicazioni contenute dal famoso Rapporto Social Insurance and Allied Services curato da Sir William Beveridge (economista e politico liberale) nel 1942.

Grazie a queste ricorrenze storiche ed alla Pandemia in corso, il 2020 è l’anno che si presta benissimo per interrogarsi sullo stato di “salute” dei sistemi di welfare nel loro complesso e in particolare su quello del sistema sanitario, che come noto si presenta sempre più come uno degli snodi critici più acuti dovendo coniugare l’insorgenza di nuove malattie, i bisogni crescenti di una popolazione che invecchia e le necessità di contenimento della spesa pubblica.
La riforma dei sistemi sanitari non può certamente essere considerata esclusivamente in un’ottica economica e politica. Essa va interpretata anche alla luce degli scopi stessi della medicina, soprattutto in un contesto di forte innovazione tecnologica a sostegno dei meccanismi di diagnosi e di cura.

Nelle attuali società liberal-democratiche, con i pesanti vincoli di finanza pubblica, è ancora possibile fornire beni e servizi “a tutti” sulla base dei diritti di cittadinanza, così come sono stati organizzati fino ai nostri giorni, a partire dal secondo dopoguerra del secolo scorso, i Paesi sviluppati attraverso una logica universalistica incondizionata?




La sfida dei governi si gioca sulla possibilità di salvaguardare congiuntamente autonomia individuale e sanità pubblica, esaltare la fiducia in sé e la responsabilità individuale con le virtù pubbliche quali la cooperazione e la giustizia sociale. Probabilmente il tema principale è legato alla sostenibilità di un accesso indiscriminato ai servizi sanitari a prescindere dal livello di reddito, dai tipi di patologie, dall’età del paziente, dalla qualità della vita residua, dai benefici attesi e, da ultimo ma non meno importante, dagli stili di vita individuali.
A questo problema si associa direttamente quello dei Lea (Livelli Essenziali di Assistenza), rispetto ai quali ci si domanda se debbano essere garantiti a tutti gli individui oppure soltanto a quelli maggiormente svantaggiati in termini economici. Occorre conciliare, nella misura del possibile, i diritti e gli interessi presi separatamente e il bene degli individui considerati nel loro insieme.

I dati presentati nel 2018 (Fonte Avvenire) dall’Osservatorio Donazione Farmaci della Fondazione Banco Farmaceutico parlano di 580mila persone che si sono rivolte ai 1.800 enti caritativi capaci di far fronte a esigenze sanitarie e farmaceutiche. Si tratta di una popolazione che nello schema della sanità universalista dovrebbe risultare coperta in ogni bisogno. Tuttavia la consistenza sociologica di questa popolazione rappresenta un problema non rinviabile.

Come si risponde dunque a questa nuova emergenza sociale?

Sicuramente attività di Fundraising come quelle avviate da influencer di fama mondiale possono segnalare ed iniziare ad arginare il problema. Successive iniziative di raccolta delle donazioni mediante un’unica piattaforma dedicata come #sostieniunospedale, avviata da Italia Non Profit, possono facilitare le moltissime persone che si stanno mobilitando per sostenere il sistema sanitario duramente messo alla prova dall’emergenza Coronavirus, permettendo di trovare un elenco di Ospedali a cui donare direttamente con le campagne di raccolta fondi autorizzate dalle strutture sanitarie.

Ma passata l’emergenza saranno sostenibili e costanti queste raccolte di fondi?

Forse il passo successivo sarà quello di mettere in pratica il concetto, utilizzato spesso retoricamente da un ventennio, di “sussidiarietà” come meccanismo per il ripensamento della governance e le buone pratiche che ne sono conseguite per la creazione di sistemi integrati tra politiche pubbliche e welfare privato sociale (soprattutto nel campo delle politiche socio-assistenziali). Il sistema sanitario pubblico e quello costruito da queste realtà del mondo Non Profit, invece, spesso continuano a correre su binari paralleli.

E’ ancora possibile non riconoscere che i servizi sanitari offerti dal variegato mondo del terzo settore possono (e forse devono) essere riconosciute pienamente come parte di una complessiva offerta pubblica, specificamente rivolta alle fasce sociali più basse?

Gli anniversari di questo lungo 2020 possono essere l’occasione per provare a dare concrete risposte a questa rilevante domanda.

FONTE: confinionline.it
IMMAGINE: avvenire.it

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Madri lavoratrici: 25% di lavoro in meno tutti i giorni a parità di stipendio

Mentre l’Italia continua a macinare record negativi in fatto di natalità (nel 2019, come certificato dall’Istat, si è registrato il minor numero di nascite di sempre, appena 435 mila), e il nord Europa si fa sempre più pioniere di buone pratiche in fatto di genitorialità (da ultimo il caso della Finlandia con 164 giorni di congedo retribuito per ogni genitore), c’è chi prova ad andare controcorrente, spingendo anche il nostro Paese verso nuovi orizzonti di welfare. È il caso di Automha, azienda leader nel settore dell’automazione intralogistica, che da quest’anno ha introdotto una nuova misura che prevede la riduzione del 25% dell’orario di lavoro, a parità di stipendio, per tutte le madri con figli di età compresa tra 1 e 10 anni.

La misura nasce con l’obiettivo di favorire la conciliazione vita-lavoro, riconosciuta come valore sempre più importante soprattutto dalle nuove generazioni di lavoratori (Millennials e Generazione Z, in particolare). A beneficiarne sono tutte le donne impiegate in azienda, pari al 15,5% del totale dei dipendenti (118), concentrate soprattutto nei reparti Operation & Engineering (9), Amministrazione (4), Direzione (2), Risorse Umane (2) e Marketing e Comunicazione (1).

Il provvedimento è automatico e alle lavoratrici è richiesto solo di comunicare la preferenza circa l’orario da adottare che sarà, appunto, di 30 anziché 40 ore alla settimana, pari al 25% in meno ogni giorno. Una proposta che nei primi due mesi di attivazione ha riscontrato soddisfazione da parte delle mamme lavoratrici e nessuna lamentela da parte degli uffici, dei clienti o dei fornitori. Non solo: la misura ha sviluppato un passaparola positivo che ha portato a un sensibile aumento del numero dei curriculum inviati spontaneamente in azienda da parte di personale femminile.

L’attenzione per la conciliazione – vita lavoro è, del resto, uno degli aspetti a cui le lavoratrici prestano maggiore attenzione. Tra le ragioni per cui il nostro Paese ha indici così bassi di natalità vi è, infatti, proprio la difficoltà di conciliare l’avanzamento della carriera con la cura della famiglia. Non a caso, secondo uno studio della Lega Europea delle Cooperative, il 43% delle dimissioni in Italia è dettato da motivazioni familiari che hanno a che fare con la necessità di accudire i propri figli, anche alla luce degli alti costi degli asili nido. Per questo, l’iniziativa di Automha di ridurre del 25% l’orario lavorativo giornaliero di tutte le madri con bambini in età scolare, si pone come una vera e propria best practice.

«Come azienda italiana è nostro dovere impegnarci a favore della società civile e questa misura è un investimento sociale di forte valenza umana. Siamo convinti che possa tutelare la salute personale, giovare sulle dinamiche familiari e private, diminuire lo stress e contribuire allo sviluppo della comunità. Siamo orgogliosi di essere i primi in Italia a proporre un’iniziativa di questo tipo e speriamo di poter essere un esempio positivo anche per tante altre realtà» commenta Giuseppe Stefanelli, Amministratore Delegato di Automha.

 

LA STORIA 

Vanessa Vaglietti, 37 anni, mamma di una bambina di 3 anni e mezzo sta beneficiando della misura per le mamme.

«Sono Vanessa Vaglietti, ho 37 anni, una bambina di 3 anni e mezzo e lavoro in Automha dal 2011. Ho iniziato il mio percorso come receptionist, poi sono stata in maternità e al mio rientro mi è stata offerta la proposta di lavorare nel comparto Amministrativo e Back Office. Un bel salto in avanti, cosa che non accade molto spesso: dopo la maternità, l’azienda non solo non mi ha declassata, ma ha creduto in me, offrendomi un ruolo con maggiori responsabilità. L’ufficio in cui lavoro ora non esisteva fino a qualche tempo fa: è nato proprio a seguito del fatto che Automha ha deciso di investire in me, potenziando il Customer Service. Siamo diventati così un vero e proprio reparto.

L’introduzione di questa misura per le mamme è un ulteriore passo avanti. Garantisce maggiore equilibrio tra vita privata e professionale, mi permette di passare più tempo con mia figlia, di andare a prenderla all’asilo, di portarla al parco. Momenti di vita quotidiana importanti, che non vanno trascurati. Prima contavo molto sull’aiuto e sulla disponibilità dei nonni, ora riesco a conciliare tutto molto meglio: due ore sono tante per una donna che deve gestire lavoro, casa, figli. Si è alzata la qualità della vita, con molto meno stress.

Ritengo, quindi, che sia una possibilità importante per le future madri: Automha ha messo in atto un ottimo welfare, facendo un reale passo avanti verso il futuro».

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Career Day all’Università degli Studi di Bergamo

Grande partecipazione al Career Day “Welfare Cultura Turismo” che si è realizzato martedì 22 ottobre in S. Agostino. L’evento, indirizzato alle studentesse e agli studenti dei Dipartimenti di Scienze Umane e Sociali, Lingue Letterature e Culture Straniere, Lettere Filosofia e Comunicazione, ha lo scopo di mettere in contatto il mondo del lavoro e l’universo studentesco.  

I referenti delle risorse umane delle aziende, consorzi, degli enti e associazioni partecipanti hanno proposto opportunità di tirocinio curriculare, extracurriculare e di lavoro, mediante colloqui individuali in ciascuno stand.

Il Career Day “Welfare Cultura Turismo” è uno dei momenti della strategia di matching che l’Università degli studi di Bergamo realizza con il mondo del lavoro per tutte le studentesse e tutti gli studenti che la frequentano. I risultati positivi del placement di questi anni confermano tale scelta.

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Iniziative innovative: il welfare aziendale spiegato con semplicità con i video tutorial di Day Welfare

Iniziativa originale quella di Up Day Ristoservice, provider di servizi per le aziende come il buono pastofringe benefit e welfare aziendale.

Gli specialisti che curano l’aspetto tecnico e commerciale del welfare aziendale hanno realizzato dei tutorial video per illustrare le caratteristiche della piattaforma Day Welfare.
Pillole di Welfareè il nome dell’iniziativa che ha portato alla realizzazione di 8 brevi ed essenziali video che trattano altrettanti aspetti concreti sull’utilizzo della piattaforma digitale che permette di utilizzare il credito di welfare aziendale assegnato dal datore di lavoro.

Da come si fa il login, alle modalità di richiesta dei rimborsi famigliari, alla scelta dei pacchetti disponibili, i lavoratori di Up Day si sono prodigati mettendoci la faccia. Raccontare per immagini è sicuramente più immediato ed efficace di qualsiasi guida testuale e la decisione di ricorrere allo strumento visivo è coerente con la filosofia di Day, che propone servizi efficace ma semplici, alla portata di tutti.

Le “Pillole di welfare” sono state realizzate interamente dai lavoratori dell’azienda provider, ricorrendo a competenze interne.

I video sono stati sceneggiati dal settore Comunicazione insieme a quello Commerciale e interpretati dai colleghi che si sono resi disponibili. Al centro le esigenze dei beneficiari del piano di welfare, in modo da potersi destreggiare sulla piattaforma con facilità.

Anche l’aspetto tecnico, dalla regia al montaggio è stato curato internamente con risultati professionali.

Qui il link per vedere gli 8 video tutorial: http://bit.ly/TutorialDayWelfare

 

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CCNL Metalmeccanici, il contributo welfare aziendale per il 2018 è di €150 per ogni dipendente

Iniziative di welfare aziendale si diffondono sempre più nelle imprese italiane, dopo l’introduzione delle agevolazioni fiscali della Legge di Bilancio 2016. Piani di welfare vengono implementati in aziende più grandi come in quelle più piccole, in quanto i benefici sono trasversali e riguardano tutti i lavoratori.

Sono 32542 i contratti che prevedono l’erogazione dei premi di risultato in welfare aziendale. In questo modo, i premi di risultato da riconoscere ai dipendenti sono totalmente detassati. Oltre a questa tipologia di piano di welfare e a quello su base volontaria da parte dell’azienda, ci sono le misure di welfare introdotte con i Contratti Collettivi Nazionali dei Lavoratori.

A fare da apripista è stato il CCNL Metalmeccanici del settore industria e dal 1°giugno partirà l’obbligo di adempimento del secondo contributo annuale di welfare. Il valore complessivo una tantum riconosciuto è di €150 per ogni dipendente. (Qui tutti gli altri CCNL che, come quello Metalmeccanico, prevedono quota di welfare nel 2018)

partnership cadhoc
Cadhoc, voucher shopping ideale per i lavoratori delle aziende metalmeccaniche

Chi ha diritto al contributo welfare?

Tempo indeterminato e tempo determinato (con almeno tre mesi di lavoro dall’inizio dell’anno, anche non consecutivi). Tutti i lavoratori in forza all’azienda metalmeccanica percepiranno i €150 previsti.  Nel dettaglio, ogni azienda metalmeccanica dovrà provvedere ai lavoratori assunti dall’inizio di giugno 2018 o assunti entro il 31 dicembre 2018. Non ha diritto il personale in aspettativa non retribuita, né indennizzata nei mesi da giugno a dicembre. Collaboratori esterni o tirocinanti non hanno diritto al contributo.

I 150 euro previsti nel CCNL industria per le aziende metalmeccaniche non escludono l’introduzione di un piano di welfare. Si tratta di due misure diverse. Nel secondo caso, si beneficia di importanti vantaggi fiscali e si può implementare un piano di welfare con diverse modalità.

Un piano di welfare infatti prevede di mettere a disposizione beni e servizi per i dipendenti e le loro famiglie. Con un piano di welfare si migliora il clima aziendale e si attivano vantaggi fiscali sia per l’azienda che per il lavoratore. Anche i Premi di Risultato possono essere convertiti in welfare aziendale.

Provider Welfare a cui rivolgersi

Uno dei provider più attivi nel settore, che ha iniziato la sua attività in Italia 31 anni fa è Day Gruppo UP. Già conosciuta per i suoi buoni pasto (molto diffusi e riconoscibili dal caratteristico colore verde), Day propone diversi servizi di benessere per i lavoratori e oltre al ticket buono pasto, il classico servizio sostitutivo di mensa, offre servizio di voucher shopping (Cadhoc) e il Welfare aziendale tramite portale digitale.

E proprio sul sito ufficiale Day Welfare sono specificate alcune nozioni sull’argomento che possono interessate tutti gli imprenditori che desiderano saperne di più sull’argomento welfare, benefici, sgravi fiscali e opportunità. Oltre alla lettura di alcune informazioni base, si può chiedere un confronto gratuito con uno specialista commerciale. A tal proposito, Day ha messo a disposizione una form per potersi registrare sul sito.

Day ha affrontato anche la questione del contributo welfare CCNL Metalmeccanico di €150. La quota prevista non è trattabile o derogabile. È compito delle aziende scegliere la soluzione ideale, che risponde alle esigenze dei dipendenti. Il Contratto Collettivo non indica, infatti la misura specifica da adottore, lasciando libere le imprese di decidere.

I piani di welfare creano benessere in azienda per i lavoratori metalmeccanici confapi

Bisogna quindi orientarsi verso una soluzione pratica ed economica, ma anche vantaggiosa per i beneficiari, quindi i lavoratori. La ratio della misura, infatti è quella di dare un contributo concreto che risponda a tutti i bisogni degli aventi diritto.

La soluzione welfare ideale

Attenzione, per buoni spesa non si intendono assolutamente buoni pasto, che rispondono ad una normativa differente e che possono essere già presenti in azienda. Il contributo welfare di €150 non è economico e non si aggiunge allo stipendio in busta paga. Il fringe benefit ideale è il buono shopping Cadhoc, strumento versatile che può rispondere alle esigenze di ogni tipologia di dipendente.
Si presenta sotto forma di carnet di buoni personalizzati, spendibili presso le più importanti catene di negozi nazionali o negli e-commerce più popolari. Cadhoc è un buono per fare la spesa, acquistare tecnologia, arredamento, abbigliamento, prodotti di profumeria, ecc. Inoltre, può diventare buono carburante o voucher albergo.
È esente da IVA, ma l’importo nel corso dell’anno non può superare la soglia di esenzione di 258,23 euro. Rientra pienamente nella quota welfare di €150, quindi, ma può sommarsi ad altre misure come ad esempio, quello dell’auto assegnata in uso promiscuo al dipendente.

Flexible benefit e portale

Nel caso si superasse la quota di €258.23 non è più fiscalmente conveniente lo strumento del buono regalo Cadhoc, ed è opportuna l’attivazione di uno strumento diverso, il portale Day Welfare.

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Tutti i CCNL che prevedono una quota welfare nel 2018: Metalmeccanici, Orafi, Concia, Telecomunicazioni. Caratteristiche e modalità di erogazione.

Panorama dei Contratti Collettivi Nazionali che prevedono una quota di Welfare aziendale.

I CCNL dei lavoratori Metalmeccanici, Orafi, Telecomunicazioni, Concia prevedono per il 2018 una quota di welfare aziendale da erogare. Le soluzioni più vantaggiose per ottemperare all’obbligo, Day gruppo UP propone il servizio dei voucher shopping Cadhoc, che rientra nella categoria Fringe benefit e prevede agevolazioni per l’impresa e il dipendente.
Per i piani aziendali di welfare più strutturati è a disposizione la piattaforma digitale DayWelfare, che offre una serie di strumenti di conciliazione vita /lavoro in base alle esigenze di ogni tipologia di lavoratore

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Previdenza, welfare, incompatibilità. Venerdì 10 marzo il convegno dell’Ordine dei Commercialisti

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  • 8 Marzo 2017

Un approfondimento tutto dedicato alla previdenza, al welfare e ai progetti messi in campo per aiutare le giovani generazioni di commercialisti a costruire il proprio futuro. L’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bergamo, venerdì 10 marzo dalle ore 15 alle 19 presso l’ex Borsa Merci, Palazzo del Contratti e delle Manifestazioni di via Petrarca 10 a Bergamo, organizza il convegno «Il percorso previdenziale del dottore commercialista alla luce delle novità in tema di previdenza, welfare e incompatibilità».

Evoluzioni della normativa e degli interventi previdenziali saranno illustrate dal dott. Walter Anedda, presidente della Cassa Nazionale Previdenza Assistenza Dottori Commercialisti, dal dott. Michele Pirotta, consigliere Cassa Nazionale Previdenza Assistenza Dottori Commercialisti, dal dott. Fabio Pessina, Consigliere Cassa Nazionale Previdenza Assistenza Dottori Commercialisti, dal dott. Alessandro Mano, Dottore Commercialista delegato Cassa Ordine di Bergamo e dal dott. Riccardo Trezzi, Dottore Commercialista delegato Cassa Ordine di Bergamo.

L’argomento previdenza – spiega il dott. Riccardo Trezzi, Dottore Commercialista delegato Cassa Ordine di Bergamo – oramai coinvolge trasversalmente tutte le categorie dei lavoratori. La Cassa di Previdenza dei commercialisti è guardata come soggetto di riferimento perché è stata tra le prime, se non la prima in assoluto, ad inserire una modifica strutturale, passando dall’anno 2003 dal sistema retributivo (premiale) al contributivo (basato sui contributi versati) anticipando altri Enti previdenziali. Questo intervento, quando le altre Casse di Previdenza stavano ancora a “guardare”, ha consentito all’Ente di mettere in sicurezza i conti. Inoltre la Cassa di Previdenza dei Dottori Commercialisti vanta un’ottima gestione finanziaria del patrimonio degli iscritti ed esprime una solida sostenibilità previdenziale in un arco temporale di 50 anni ”.

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Welfare, per le aziende sarà ancora più conveniente

Dal concetto di welfare unilaterale a quello di responsabilità sociale d’impresa. Il Governo ha previsto agevolazioni anche nella nuova Legge di Stabilità 2017.

Dal concetto di welfare unilaterale a quello di responsabilità sociale d’impresa. Il Governo ha previsto agevolazioni anche nella nuova Legge di Stabilità 2017. Ulteriormente incentivato il premio di produttività. La tassazione agevolata al 10% dovrebbe estendersi ai premi fino a 3 mila euro (oggi 2 mila) e passare dai 2.500 ai 4 mila euro in caso di coinvolgimento paritetico dei dipendenti nell’organizzazione del lavoro. Incremento della produttività, partecipazione dei dipendenti all’impresa e sostegno dei lavoratori e delle loro famiglie sono gli obiettivi del Governo che ha introdotto il voucher come strumento di supporto ai servizi di welfare.

È ormai una certezza, il Governo crede nello strumento del welfare aziendale e ha previsto agevolazioni anche con la nuova Legge di Stabilità 2017. Sembra certo che sarà ulteriormente incentivato il premio di produttività.

Il percorso di rivoluzione del concetto di welfare di secondo livello è iniziato nel 2016, quando la Legge di Bilancio ha introdotto alcuni cambiamenti.
Incremento della produttività, partecipazione dei dipendenti all’impresa e sviluppo delle politiche a sostegno dei lavoratori e delle loro famiglie sono stati indicati tra gli obiettivi prioritari del Governo che, nella Legge di Stabilità ha (re)introdotto un welfare concordato e ha invece ideato un welfare di produttività, promuovendo così le relazioni industriali e declinando il welfare ad una funzione di sostegno al reddito oltre che di benessere. La stessa legge del 28 dicembre 2015 n. 208, ha inoltre modificato il T.U.I.R. (Testo unico delle imposte sui redditi) ampliando i servizi e le prestazioni defiscalizzate a favore dei dipendenti e dei loro familiari, introducendo il voucher come strumento di supporto ai servizi di welfare.

Day gruppo UP è provider di servizi di welfare e propone soluzioni di alto profilo per ogni tipo di esigenza e scelta aziendale.

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Hera lancia il piano di welfare aziendale, dalla parte delle famiglie

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  • 14 Luglio 2016

Un piano trasversale per tutte le società del Gruppo dall’Emilia-Romagna al Triveneto, fino alle Marche, all’insegna della flessibilità per andare incontro alle esigenze di oltre 8.500 lavoratori e delle loro famiglie.

 

 

Nasce Hextra…

Si chiama Hextra, ed è il nuovo piano integrato di welfare aziendale che da luglio 2016 è attivo per tutti i lavoratori del Gruppo Hera, la multiutility nata nel 2002 e operante oggi prevalentemente in Emilia-Romagna, Marche, Veneto e Friuli-Venezia Giulia.

 

Obiettivi: armonizzazione e flessibilità, per tutti e per investire dove serve

Il piano valorizza le iniziative di welfare già esistenti, ne armonizza le applicazioni su tutto il Gruppo rendendole uguali per tutti i dipendenti e, soprattutto, si caratterizza per una quota flessibile di risorse che può essere allocata a piacere dal singolo lavoratore, che deciderà sulla base delle sue esigenze personali e familiari.

Chi lo desidera, infine, potrà destinare una parte del valore del proprio piano di welfare a favore di Hera Solidale, il progetto del Gruppo che da anni coinvolge i lavoratori nel sostegno alle tante iniziative di solidarietà che insistono sul territorio raggiunto dai servizi della multiutility.

Previste, inoltre, ricadute positive anche sul territorio, grazie agli investimenti del piano sull’indotto collegato ai servizi previsti. Un welfare aziendale, dunque, che mette al centro le famiglie dei lavoratori e valorizza il rapporto con le comunità locali.

 

Oltre 8.500 famiglie su tutto il territorio servito dal Gruppo

Grazie anche ai recenti incentivi introdotti dal punto di vista fiscale per le iniziative di welfare, ogni anno potranno beneficiare del piano le famiglie dei dipendenti di tutte le società del perimetro consolidato del Gruppo Hera, che oggi sono oltre 8.500, in modo omogeneo su tutti i territori.

Un impegno importante che si aggiunge alle altre attività collegate al benessere dei lavoratori sulle quali il Gruppo investe già da tempo (mensa, parcheggi, asili nido, centri estivi, ecc.).

 

Le priorità: istruzione dei figli, salute, previdenza, servizi alla persona

Tante le aree tematiche interessate dal piano di welfare tra cui è possibile scegliere, a cui corrispondono altrettante filiere locali per la fornitura di beni e servizi: salute e assistenza sanitaria, assicurazione e previdenza, sostegno all’istruzione dei figli, servizi alla persona, benessere e sostegno al reddito. Significativo, in particolare, l’investimento sull’istruzione dei figli, che prevede un contributo aggiuntivo riconosciuto dall’azienda ai dipendenti in possesso di determinati requisiti. Questa scelta intende ribadire l’importanza accordata dal Gruppo alla cultura e alla formazione, valori storici della mission aziendale che trovano conferma nel successo di Heracademy, la corporate university pensata per sviluppare e valorizzare le competenze dei lavoratori.

 

Alcuni esempi per orientare le risorse secondo le proprie esigenze

Si desidera una copertura previdenziale integrativa? Il piano di welfare permette al lavoratore di spostare una parte della propria quota flessibile sul fondo del CCNL di riferimento, abbattendo il costo dello stesso in busta paga. L’entità di questo spostamento rimane a discrezione del dipendente, che può così destinare quote residuali ad altre aree tematiche di suo interesse.

Diversamente, nel caso di un pendolare, può essere più utile orientare una parte del proprio pacchetto flessibile alla copertura del costo per l’abbonamento al treno.

Ampio il ventaglio di possibilità per mamme e papà che hanno figli all’asilo o in età scolare: la quota flessibile, infatti, può essere destinata alla retta del nido, alla scuola materna (rimborso contributo scolastico), ai centri estivi e a ulteriori rimborsi relativi alle spese scolastiche per scuole primarie e secondarie.

Un intero mondo di servizi e tutele, insomma, facilmente consultabili e immediatamente selezionabili dal lavoratore attraverso una piattaforma informatica dedicata.

 

Tommasi: “Investiamo nel welfare a favore di famiglie e territorio”

“Siamo partiti con una lunga fase di ascolto che attraverso questionari e focus group ci ha permesso di capire come costruire un piano di welfare che potesse migliorare l’impegno finora profuso nell’interesse dei nostri dipendenti” spiega Tomaso Tommasi di Vignano, Presidente del Gruppo Hera. “La soluzione a cui siamo giunti ci soddisfa perché oltre ad aumentare le risorse ne consente un utilizzo più razionale e, soprattutto, dà ampio potere di scelta al lavoratore, che decide come gestirsi il proprio contributo in base alle sue esigenze personali e famigliari. Se consideriamo l’espansione e il consolidamento del Gruppo, Hextra rappresenta un significativo passo in avanti, che ci permette di creare valore ed efficienza nell’interesse di tutti i soggetti coinvolti, contribuendo a proteggere il portafoglio delle famiglie in un periodo economicamente non semplice come quello attuale”.

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Welfare, in arrivo i decreti attuativi. Tra i progetti Evolve, smartcard multifunzione

Pronto il decreto attuativo che lancerà in Italia la rivoluzione del welfare aziendale. Lo ha confermato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, intervenendo all’incontro di presentazione di «Welfare index pmi», primo rapporto sullo stato del welfare nelle Pmi.

Ministro del Lavoro Poletti
Ministro del Lavoro Poletti

Poletti sta aspettando il via libera degli altri ministeri per rendere concreti i benefici per i lavoratori stabiliti nell’ultima Legge di Stabilità. A partire da quest’anno, infatti, è incentivato il welfare aziendale attraverso l’esenzione fiscale per le prestazioni riconosciute dal datore di lavoro volontariamente o per quelle rese in conformità di contratti, accordi e regolamenti aziendali.

In concreto, diventa molto più vantaggioso erogare servizi ai dipendenti anziché premi monetari legati produttività e redditività. La Legge di Stabilità, avvicinandosi al modello francese “CESU”, riconosce il ruolo degli intermediari che forniscono servizi di welfare attraverso voucher.

Rimborsi per le spese degli asili dei bambini, libri, ma anche assistenza per anziani, benessere e cultura. Il welfare si declina in molti modi in base ai bisogni del dipendente e della sua famiglia.

Come rivela l’indagine presentata nella giornata dell’8 marzo, promossa da Generali Italia col patrocinio della Presidenza del Consiglio dei ministri e con la partecipazione di Confindustria e Confagricoltura, non sono solo le grandi aziende a offrire piani di welfare, la PMI italiana è sempre sensibile all’argomento e la nuova normativa favorirà lo sviluppo di nuovi servizi.

Familydea

Chi da anni offre servizi di welfare ai suoi clienti è Day Ristoservice, tra i principali player dei servizi alle aziende con soluzioni quali il buono pasto e il buono regalo. Sia attraverso un portale dedicato, che con la partnership con piattaforme quali Familydea, Day è all’avanguardia per il welfare aziendale.

Familydea2

Familydea è un e-commerce  che consente di acquistare servizi da una rete di cooperative. Dall’assistenza anziani, alla gestione della casa, al catering, fino alla fisioterapia, sono tante le opportunità offerte dalla piattaforma in nove città italiane. Proprio nei giorni scorsi è stato lanciato il servizio a Forlì, mentre si prevede di raggiungere 50 province entro l’anno in corso. La cooperativa Familydea sta entrando nel mercato del welfare aziendale grazie al buono Day Welfare, servizio riservato ai dipendenti i quali possono decidere di spendere il potere d’acquisto destinato dall’azienda anche nelle soluzioni offerte dalla piattaforma.

Progetto Evolve

Evolve, smartcard multifunzione dotata di microchip
Evolve, smartcard multifunzione dotata di microchip

Altri progetti si stanno sviluppando sul territorio nazionale per offrire servizi alle aziende in un’ottica di benessere e praticità. Sarà lanciato nei prossimi giorni il frutto della partnership tra Confindustria Ancona e Day Ristoservice, che hanno creato la card multiservizi Evolve, una smartcard dotata di microchip che permette l’integrazione dei servizi dedicati alla gestione e motivazione del personale. Evolve può essere badge per la rilevazione delle presenze, servizio buono pasto elettronico, fino a programmi di incentivazione e, appunto, welfare aziendali per i dipendenti e le loro famiglie. Inoltre, Evolve è anche fidelity card Confindustria e prevede sconti e promozioni in base alle convenzioni territoriali.

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LA BOTTEGA DELLE PROFESSIONI – UN SERVIZIO PROGETTATO PER IL TERRITORIO DELLA BRIANZA

Nasce il progetto La Bottega delle Professioni – il welfare per aziende e famiglie, volto a formare figure professionali destinate ad operare nell’area dei servizi

Desio, 08 settembre 2015 – E’ nato un progetto volto a colmare il bisogno di servizi professionali sul territorio della Brianza: si tratta de “La Bottega delle Professioni”, del quale il Consorzio Desio-Brianza è capofila. L’iniziativa, che si propone di entrare in dialogo con il territorio e con i cittadini offrendo prestazioni professionali in ambito di assistenza, è finanziata da Regione Lombardia, dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della ricerca e dal Fondo Sociale Europeo.

 

Il Consorzio Desio-Brianza coordina un partenariato formato dall’associazione di promozione sociale X4U – Experience for You, dal Comune di Desio e dai seguenti attori territoriali: Camera di commercio Monza e Brianza con FORMAPER e A.P.I. distretto di Monza Consorzio Comunità Brianza – Imprese sociali, Cooperativa La Spiga, LA GRANDE CASA Società Cooperativa Sociale ONLUS, DIAPASON COOPERATIVA SOCIALE ar.l. onlus, Il Torpedone Società Cooperativa Sociale onlus, A&A Soc. Coop. Sociale, Centro Ascolto Basilica Desio, Cooperativa Azalea, Cooperativa Lavori in corso 1994, Cooperativa Sociosfera, Cooperativa Sociale Meta onlus.

 

La Bottega della Professioni risponde concretamente ai bisogni occupazionali del territorio, attraverso la formazione di figure professionali destinate ad operare nell’area dei servizi alla persona e dei cosiddetti servizi salva-tempo. I servizi di welfare, suddivisi nelle aree “per le aziende” e “per le famiglie”, sostengono le persone nella cura di sé e dei propri cari e nel rispondere alle necessità quotidiane, quali la cura e la pulizia della casa, l’assistenza informatica e il disbrigo di pratiche. I servizi erogati dei professionisti de La Bottega possono essere retribuiti tramite voucher INPS.

 

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Il Consorzio Desio-Brianza è un ente pubblico che si occupa di Formazione Professionale, di orientamento e dei servizi al lavoro, compresi quelli per persone con disabilità. Gestisce quattro Centri Diurni per Disabili, una Comunità Socio-Sanitaria per disabili e il servizio SID (Servizio Integrazione Disabili nelle scuole del territorio e di Assistenza domiciliare). Punto di riferimento fondamentale per il territorio, il Consorzio eroga i suoi servizi basandosi sulla riservatezza, l’uguaglianza, l’imparzialità, la continuità e la massima trasparenza. Il Consorzio Desio-Brianza si preoccupa inoltre di migliorare continuamente, perseguendo efficienza ed innovazione, sia per quanto riguarda strutture e strumenti, sia per quanto riguarda l’aggiornamento degli operatori.

 

 

Per ulteriori Informazioni:

Consorzio Desio Brianza

Noemi Lucca

0362 391743 – [email protected]

 

Ufficio stampa

Tramite R.P. & Comunicazione

+39 039 8946677 – [email protected]

 

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L’avv. Marco Carra relatore al seminario “Anziani, al lavoro e in salute” al Pirellone parla di invecchiamento attivo

L’Avv. Marco Carra, Segretario della III Commissione “Sanità e Politiche Sociali” del Consiglio Regionale della Lombardia, ha partecipato recentemente ad un interessante seminario tenutosi presso la Sala Gonfalone del Palazzo Pirelli, detto comunemente “Pirellone”, a Milano.

Durante l’incontro dal titolo “Anziani, al lavoro e in salute”, sono stati presentati i risultati della ricerca di Éupolis Lombardia “L’invecchiamento attivo come politica di welfare” promosso nel 2012 dal Consiglio regionale ed è stata un’occasione di dialogo e confronto tra legislatori regionali, esperti e rappresentanti del mondo economico e sociale.

Invecchiamento attivo significa invecchiare con una visione positiva ad ottimista, godere di una buona salute e avere le possibilità per farlo, partecipare appieno nella vita della comunità tramite la socializzazione e il volontariato. Invecchiare attivamente significa sentirsi bene con sé stessi e con la collettività, sentirsi realizzati nel lavoro e nella vita familiare, riscoprire l’arricchimento culturale e interiore dell’intercambio di idee, opinioni, momenti, tra generazioni.

Carra è convinto che serva una spinta anche dal punto di vista legislativo per far si che questo fenomeno aumenti e che diminuiscano, al contrario, i casi di vecchiaia “non attiva”, promuovendo ad esempio la reale partecipazione degli anziani al volontariato e all’associazionismo, sapendo che questo avrà ripercussioni ampliamente positive, non solo dal punto di vista sociale e di qualità della vita comunitaria, ma anche dal punto di vista individuale, perché l’anzianità non deve essere mai intesa e vissuta come l’attesa di una fine, ma come una felice ed attiva continuazione.

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Progett’Azione presenta il Patto per il Piemonte

Il gruppo di Progett’Azione ha presentato oggi in conferenza stampa il “Patto per il Piemonte- Interventi per il risamento, lo sviluppo e il sostegno alle famiglie”, documento programmatico che individua azioni e punti strategici per gli obiettivi definiti dal Patto di metà legislatura recentemente sottoscritto.

I sei punti presentati dal presidente Cota, nel documento programmatico per il Piemonte – Patto di Legislatura 2012- 2015,  rappresentano i sei banchi di prova per misurare la coesione e la capacità di governo regionale del sistema Piemonte.

Per questo motivo il gruppo di Progett’Azione ha voluto dare il proprio contributo elaborando alcune linee di azione, in grado di garantire il risanamento economico e finanziario della Regione Piemonte, attivare contestualmente le misure necessarie per creare le condizioni per una veloce ripresa dell’economia regionale e attuare  politiche di sostegno al welfare.

Gli interventi andranno diversificati tra:

–         Risamento dell’Ente: attraverso il raggiungimento di una maggior efficienza amministrativa, la riduzione del costo del personale, la vendita delle partecipate, l’alienazione del patrimonio immobiliare e l’attuazione della riforma sanitaria.

–         Politiche di sviluppo: verifica dell’utilità dei contributi elargiti per una migliore allocazione delle risorse, sviluppo della green economy, potenziamento dell’ITC e  creazione di un ‘Polo diffuso della banda larga’,  impegno di 50 milioni di euro in opere immediatamente cantierabili, concessione agevolate delle aree industriali dismesse alle imprese che intendono insediarsi in Piemonte.

–         Sostegno al welfare: attuazione di un sostegno domiciliare per le famiglie con minori a rischio di allontanamento, contributo economico, in forma di voucher, di 10 mila euro, a chi acquista la prima abitazione e agevolazioni finanziarie per i mutui per gli under 35, oltre che sostegno per i genitori separati.

Il documento predisposto rappresenta un punto di partenza e non di arrivo. I consiglieri regionali intenderanno infatti confrontarlo sia con gli iscritti oltre, con i corpi intermedi della società.

Qualora il presidente Cota, pur con le migliorie che si riterranno opportune, si renda disponibile a recepire le proposte presentate, il gruppo di Progett’Azione valuterà l’ipotesi di proseguire un percorso condiviso e coeso all’interno dell’Assemblea Regionale.

Il documento sarà inoltre oggetto di dibattito, e motivo di confronto,  tra gli iscritti di Progett’Azione durante l’Assemblea Costituente, durante la quale verrà votato il coordinamento regionale del nostro movimento politico che si terrà domenica 2 dicembre presso il Jolly Hotel di corso Vittorio Emanuele II, 104 a Torino.

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Porchietto, elezioni provinciali di Torino. Il programma

Torino, 26 maggio 2009 – E’ on-line da oggi sul sito www.claudiaporchietto.it il programma per il futuro della Provincia di Torino della candidata alla presidenza del centrodestra, Claudia Porchietto.

Nato dopo un’ampia e attenta condivisione con il territorio, fatto dunque partire dal basso, dalle proposte di migliaia di cittadini e amministratori incontrati nei tre mesi passati a visitare tutte le città della provincia di Torino e dalla forte condivisione in rete, racchiude in una sintesi di 13 pagine un progetto a lungo termine per ridisegnare un’identità all’ente territoriale. Caratteristica principale del programma di Claudia Porchietto è quella di dare tempi certi per gli interventi già dichiarati che andranno rispettati.

Alcuni punti cardine del programma sono:

Dare più sicurezza, creando le condizioni per una convivenza serena e sicura per tutti, in modo che la gente non abbia più paura di passeggiare nelle proprie strade. E su questo si incentra il progetto di polizia provinciale, con la creazione di macroaree comunali per una razionalizzazione delle polizie locali, presentato nei giorni scorsi.

Proteggere il lavoro, incentivando le aziende che producono sul nostro territorio e utilizzando tutti i mezzi e le risorse per combattere la disoccupazione. Ciò per pensare al domani, collaborando con le parti sociali, rilanciando la formazione professionale e rafforzando lo spirito imprenditoriale. La nostra provincia deve offrire, in un contesto di forte coesione sociale, certezze per il presente e opportunità ai nostri figli.

Fare la Tav e le infrastrutture, perché da troppi anni si parla della Tratta ad Alta Velocità Torino- Lione, della Tangenziale Est e della quarta corsia della Tangenziale Nord, senza che tali interventi siano ancora partiti e dimenticando che portare la nostra provincia al centro del principale asse di comunicazione nel continente vuol dire creare posti di lavoro per la gente e sviluppo per l’economia locale. Ciò avverrà ascoltando le esigenze delle comunità interessate, perché le opere diventino una vera occasione per il futuro del territorio.

Rivedere i consorzi rifiuti, abbassare la tassa e sviluppare la raccolta differenziata con metodi più moderni abolendo il “Porta a Porta”, poiché tale sistema è stato un vero fallimento, che ha causato disagi e un aumento smisurato dell’imposta per cittadini e imprese. Accorpando i consorzi, tagliando le spese inutili e abolendo il “porta a porta”, mantenendo la differenziazione di plastica, carta, alluminio e vetro, si garantirà la riduzione della tassa rifiuti del 30%.

Tagliare gli sprechi, perché in tempo di crisi non è possibile continuare a finanziare consulenze, iniziative costose e poco proficue, creare uffici senza funzioni precise e utilizzare risorse per consulenze inutili. Bisogna ridefinire, con rigore e determinazione, le competenze e la struttura della Provincia eliminando gli sprechi e snellendo la burocrazia. La Provincia deve tornare a fare il proprio lavoro al servizio del cittadino nell’ottica dell’efficienza.

Costruire il futuro, perché il nostro non sia più il territorio del passato e delle occasioni perdute, dove chi amministra naviga a vista mentre i cittadini vedono un lento e inesorabile declino. E’ necessario tornare a credere nelle nostre capacità, ispirandoci a quelle persone e quelle aziende che, nate e cresciute nella nostra provincia, ottengono successi in tutto il mondo. Aiutando concretamente chi ha voglia di fare e di emergere, la nostra provincia andrà riportata al posto che le spetta in Italia e in Europa.

Molti i temi trattati nel programma che vanno dal welfare all’ambiente, dall’economia al turismo, dalla cultura all’agricoltura e alle montagne, fino alla cura e all’impegno da destinare alla commemorazione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.

Interventi fondamentali saranno da ritenersi quelli destinati alla viabilità, all’edilizia scolastica, al rilancio della formazione e al completamento della banda larga.

Viabilità
La Provincia di Torino è quella col maggior numero di incidenti nel 2007; il 59% di questi avvengono su strade provinciali. Si rendono pertanto necessari interventi strutturali per la messa in sicurezza delle strade come presupposto per un rapido e sicuro collegamento viario e per diminuire la mortalità. Andranno potenziate le infrastrutture per garantire un sostegno alla domanda e per creare una rete in grado di sostenere lo sviluppo economico. In particolare andranno realizzati al più presto alcuni interventi sulla rete stradale:

– tangenziale est di Torino
– decongestionamento del traffico gravante sulla cintura di Torino attraverso il potenziamento dei mezzi e dei percorsi alternativi.
– collegamento delle stazioni TAV con il resto della provincia
– completamento dell’Autostrada Torino-Pinerolo
– messa in sicurezza della 460 (strada statale di Ceresole)
– circonvallazione di Rivarossa e Front e collegamento con pedemontana

Edilizia scolastica
Andrà realizzata una mappatura completa, che oggi non esiste, delle reali necessità strutturali di tutti gli edifici scolastici che fanno capo alla Provincia, i quali, per più del 50%, non rispondono alla normativa antisimica. Avendo un quadro chiaro delle necessità di ristrutturazione si partirà con gli interventi che dovranno avere tempi certi di realizzazione. Tali interventi, grazie a strumenti di coinvolgimento di privati anche tramite il project financing, come avvenuto in altre regioni italiane, potranno avvenire in tempi certi per tutti gli istituti. La gestione del patrimonio di edilizia scolastica dovrà recepire i più elevati principi di razionalizzazione degli interventi manutentivi ordinari e straordinari e più alti standard qualitativi. Perché sicurezza vuole dire anche scuole sicure per i nostri figli.

Formazione
Verrà sostenuto l’apprendistato, con progetti che supportino la formazione di chi cerca lavoro e andrà favorito il duraturo inserimento in azienda. Si dovrà far crescere il sistema degli operatori della formazione professionale, coinvolgendo gli esperti dei singoli settori in cui la formazione sia finalizzata alla ricerca di lavoro. Sviluppare il sistema d’alta formazione torinese, promuovendo ulteriormente Torino come città di formazione internazionale.

Banda larga
Ultimo aspetto da sottolineare la necessità di completare, in accordo con la Regione, il raccordo con la banda larga per la connessione veloce a internet in tutti i Comuni della provincia. Ciò per permettere, mettendo a disposizione collegamenti moderni e veloci, quello sviluppo che il nostro territorio si merita.

“Il nostro è un progetto di lungo termine basato sulla concretezza e sulla voglia di ricostruire un’identità alla Provincia che la porti ad attirare nuove iniziative, attività e popolazione – ha sottolineato Claudia Porchietto. L’obiettivo è quello di sviluppare lavoro e ricchezza in un ambiente con la più alta qualità della vita. Ciò dovrà avvenire ripensando l’ente in termini di efficacia ed efficienza, con minori tempi burocratici e con netti tagli agli sprechi e alle spese inutili, in modo che possa finalmente tornare ad essere veramente utile ai cittadini”.

www.claudiaporchietto.it

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