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Intervista a Luca Girardi, proprietario delle Cantine Girardi a Farra di Soligo

D: Quali sono le origini storiche dell’azienda?

R: La Famiglia Girardi è presente già nel medioevo come costruttrice di botti per il vino. L’azienda nasce nel 1925 con l’acquisto da parte di nostro bisnonno Martino, forte della passione che lo legava alla terra, del primo vigneto di Valdobbiadene nel comune di Farra di Soligo, dove tutt’ora questo vigneto produce uve per la selezione Girardi. L’azienda e le generazioni di mio nonno e attualmente mio padre, hanno portato avanti la valorizzazione e la coltivazione delle zone collinari meglio esposte ai raggi del sole, nonostante le difficili situazioni della guerra mondiale. Rimanendo fedeli alla tradizione, siamo arrivati ai giorni nostri dove la filosofia di vita si esprime nell’attenta e appassionata cura dei vigneti, delle uve e dei processi di vinificazione.

D: Ci racconta le principali caratteristiche dei vostri prodotti di punta?

R: I nostri prodotti di punta sono divisi in due marchi: Girardi e Monchera. Girardi è l’assoluta perfezione ed essenza del territorio della Valdobbiadene DOCG dove riporta il cognome di famiglia, mentre Monchera è il luogo di origine longobarda dove è situata l’azienda. Quest’ultimo marchio è l’energia del prosecco DOC più autentico perché i vigneti sono limitrofi all’area storica del Valdobbiadene. Queste due linee di spumanti sono diverse, perché la Girardi e la selezione di vigneti di collina è di una età media di 25-30 anni il cui profumo è intenso con sentori di mela e pera, e al gusto ha un’elegante struttura molto salina. Mentre il Monchera arriva da vigneti più giovani, di 5-15 anni e vuole essere l’identità della freschezza e della bevibilità per tutte le occasioni.

D: A quale fascia di mercato italiano vi rivolgete? Avete anche un target di clientela estera? Di quali paesi? Quali sono le richieste e le preferenze più rilevanti, che raccogliete dai clienti?

R: I nostri clienti sono di medio e alto target i quali vogliono ancora degustare in modo eccellente, genuino con l’identità nostra di un territorio. Principalmente i nostri spumanti si trovano nelle migliori bottiglierie, enoteche  e  ristoranti. La nostra esportazione e le richieste più particolari arrivano molto spesso dall’estero, proprio da paesi in cui l’italianità è molto presente e da chi vuole risentire nel calice un pezzo di territorio, dove spesso la sinergia di emozioni e ricordi ritornano presenti grazie ai nostri spumanti. Poi abbiamo i mercati cosiddetti emergenti dove la vera competizione sta nella qualità, perché quando hanno di fronte prodotti importanti riescono a capire il loro vero valore. Siamo presenti da Berlino a Londra, da Hong Kong, Shanghai, Pechino per poi arrivare a San Paolo in Brasile.

D: Come avete strutturato il vostro sito web di riferimento? Una curiosità al riguardo: quale specifica funzionalità svolge la casella intitolata “Parola al vino”?

R: Abbiamo cercato di fare un sito che parli con il cliente, che al momento è in evoluzione, ma tra le tante cose, la Parola al vino, vuole essere, per le persone meno esperte, la chiave grazie alla quale possano trovare la soluzione ai loro enigmi o che possano conoscere in modo più approfondito le tematiche del vino.

D: Siete presenti all’interno di fiere ed eventi di settore? Fate parte di associazioni di categoria?

R: Facciamo fiere di settore e negli ultimi anni stiamo cercando di orientarci sempre di meno alla grande massa, ma sempre di più a persone di qualità. Facciamo parte di un’associazione del territorio, perché è il territorio, con il benessere dello stesso, che porta vantaggio a tutto il comparto enogastronomico turistico, ma siamo presenti anche in sistemi di sinergia di promozione estera come ad esempio 100ITA che ha riscosso il premio Panda come miglior progetto italiano in Cina 2014. Nel 2013 lo stesso premio è stato vinto dalle aziende Ferrari e Maserati.

D: Una riflessione di commento sull’attuale situazione commerciale di mercato dei vini e degli spumanti in ambito nazionale e internazionale; a suo parere serve una formula di rinnovamento globale? Quanto ritiene, che la crisi economica generale possa incidere sul calo dei consumi di settore?

R: A livello globale, ma anche nazionale, il prezzo medio di vini e spumanti  in distribuzione sta scendendo rispetto agli anni precedenti, e ciò è sicuramente dovuto alla situazione di crisi ormai globale. Eccezion fatta per il caso Valdobbiadene e Prosecco che grazie alla crisi è riuscito ad emergere. Infatti il mercato globale si è accorto che questi spumanti provenienti dalle regioni Friuli e Veneto, ma in special modo quello della provincia di Treviso, con all’apice il comprensorio del Conegliano – Valdobbiadene – Asolo, in cui Farra di Soligo è il cuore,  si possono trovare ancora prodotti di altissima qualità con il giusto rapporto qualità/prezzo. Sicuramente la sinergia tra istituzioni politiche locali e nazionali, e consorzi, hanno portato ad una svolta intellettuale delle persone che ci lavorano come attori per rendere grande un territorio spumantistico.

D: Quanta importanza rivestono le figure professionali dell’enologo e del sommelier nel vostro comparto aziendale?

R: Le figure professionali, come in tutti i comparti sono molto importanti, specialmente in quello del vino, nel quale l’enologo deve conciliare l’esperienza delle annate precedenti con la selezione dei diversi vigneti,  attraverso la maturazione ideale per la raccolta, il misterioso processo di vinificazione e spumantizzazione, e deve portare ad un risultato più che ottimo ad ogni annata. Mentre il sommelier, non meno importante, deve capire l’azienda e i prodotti, ed è lui stesso l’artefice tra il produttore e il cliente finale. Per cui avere figure in azienda solide e carismatiche rende l’azienda forte dei prodotti e solida nel mercato.

D: Che ruolo assumono il prezzo e la forma di presentazione del vino?

R: Importantissima è la presentazione di un vino nel modo in cui si presenta dal punto di vista estetico, ma una componente importante è il prezzo: molto spesso quanto più basso è il prezzo e quanto più bella è la bottiglia, più i mercati vengono conquistati. Però io sono dell’idea che dobbiamo vendere il contenuto, e non solo “vetro tappi ed etichette” e cioè il contenitore. Infatti all’eccellenza si arriva fondamentalmente con due fattori: alta qualità del contenuto e del contenitore che come risultante dà un determinato prezzo, ovviamente più alto della media. Sarà poi ogni azienda a seconda del posizionamento che vuole avere nel mercato a scegliere il prezzo di vendita, ma sicuramente a scapito di uno dei due fattori.

D: Quali progetti innovativi state portando avanti?

R: Stiamo portando avanti dei progetti innovati sia nell’impianto di vigneti in un modo più ecocompatibile ed ecosostenibile, ma soprattutto usciremo con un prodotto innovativo, in formato magnum, per il quale abbiamo voluto unire delle eccellenze: una grande cuvée aziendale con il lusso vicentino, sia nell’aspetto grafico che nel contenuto.

D: Ci spiega l’interessante contributo dato nel campo delle iniziative sulla preparazione dei cocktails con il prosecco e delle proposte del “bere miscelato”?

R: In poche parole è un modo di consumo alternativo. Eravamo convinti del fatto che lo spumante era solo per le festività o per i grandi eventi. Invece la grande imprenditorialità delle aziende è riuscita a far consumare il prodotto, che sia Valdobbiadene, o Prosecco, o semplicemente una cuvée,  nell’arco dell’anno, per cui a 365 giorni ed ad ogni occasione. Questo ha comportato al bere miscelato facendo entrare lo spumante nel cocktail. Tanto è vero che abbiamo in produzione, soprattutto per i nuovi mercati che si approcciano in questo momento per la prima volta al mondo delle bollicine, un cocktail a base di spumante con essenze aromatiche naturali.

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Da Spoleto Arte alle mostre di Spoleto incontra Venezia le incantevoli creazioni di Claudio Messini

Claudio Messini rinnova la sua presenza alle grandi mostre di “Spoleto incontra Venezia” dopo la positiva partecipazione a “Spoleto Arte“. L’evento, ambientato nello spettacolare contesto veneziano del secolare Palazzo Falier, affacciato sulle rive del Canal Grande, si terrà dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014, con la curatela di Vittorio Sgarbi e la direzione del manager Salvo Nugnes. È prevista la presenza di opere di Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì e altri nomi di prestigio. 

Messini, oltre alla pittura si dedica da più di trent’anni alla disciplina teatrale. Ha fondato il gruppo de “I Gotturni” che si esibisce in performance di successo a livello nazionale. Nell’affascinante parallelismo tra teatralità e arte, che contraddistingue il suo percorso esistenziale e professionale, risiede un tassello fondamentale per cogliere e comprendere pienamente la peculiare ricerca di sperimentazione stilistica, attraverso cui si incanala e si orienta la poliedrica e camaleontica capacità ideativa e progettuale. Da un lato, sviluppa l’intento di stupire e sorprendere lo spettatore, che assiste allo scenario recitato sul palcoscenico, dall’altro riesce a conquistare l’osservatore con l’intensità delle opere pittoriche, all’insegna di un tripudio congiunto di emozionante coinvolgimento e immediato impatto emotivo. Il risultato, perseguito e raggiunto in entrambi gli ambiti applicativi, sfocia in un’avvolgente ed accattivante atmosfera di musicale sonorità, che nei quadri si traduce in vivaci note cromatiche, arricchite dalla luminosa energia degli strati materici, sovrapposti insieme e amalgamati in equilibrata e proporzionata fusione, quasi assumendo la dimensione di pitto-sculture.

Tende volutamente ad allontanarsi dalla concretezza mimetica dell’astrattismo puro, per approcciare la geniale intuizione di avvalersi dell’utilizzo di simbologie “parlanti” ed elementi segnici e figurativi cifrati, che inserisce all’interno delle creazioni, attribuendo ad essi una funzionalità comunicativa metaforica, di linguaggio sapientemente codificato, che l’occhio attento e sensibile del fruitore deve carpire ed interpretare, con una chiave di lettura libera e dinamica.

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L’artista Diego Boiocchi espone a “Spoleto incontra Venezia” – Partner l’Azienda vinicola fratelli Giorgi

In occasione della grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” curata da Vittorio Sgarbi e diretta dal manager produttore Salvo Nugnes, che si terrà dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014 nella magica atmosfera veneziana del sontuoso Palazzo Falier affacciato sul Canal Grande, il poliedrico artista Diego Boiocchi sarà presente con il supporto commerciale dell’affermata azienda vinicola fratelli Giorgi di Pavia, che ha creato una positiva partnership in qualità di sponsor.

Le origini delle Cantine Giorgi risalgono al 1875. La prima generazione produceva vino secondo le usanze dell’epoca e lo forniva nel contesto dei paesi limitrofi. Nel 1970 i fratelli Gianfranco e Antonio hanno costruito una cantina moderna e tecnologicamente avanzata a canneto pavese, creando un’immagine di alta qualità aziendale rimasta indelebile fino ai giorni nostri. Negli anni ottanta è sorta la terza cantina a Camponoce e si è giunti alla consacrazione dell’attività in ambito nazionale con una corposa e articolata rete di vendita. Oggi la Giorgi esporta in 59 paesi nel mondo e ha vinto prestigiosissimi premi di settore in ambito nazionale e internazionale, rappresentando il “made in Italy” e la tradizione vinicola d’eccellenza per l’oltrepò pavese, che fin dal medioevo vanta un ambiente congeniale per la viticultura.

La crescente evoluzione è stata possibile in virtù di un pilastro fondamentale e imprescindibile: la famiglia al centro dell’impresa, inteso come principio trainante propulsore, che è stato perpetrato di generazione in generazione come valore inestimabile da conservare e custodire intatto.

Nei vigneti per garantire la massima qualità del prodotto viene praticata la potatura castigata, la concimazione dei terreni realizzata esclusivamente con sostanze naturali e la produzione del ceppo inferiore alla norma. La raccolta delle uve selezionate avviene nel momento preciso della maturazione. La pigiatura e la fermentazione sono rigorosamente monitorate e controllate. Gli appezzamenti territoriali sono collocati in alta collina per godere della posizione più congeniale, anche in base all’esposizione al sole.

Particolarmente interessante l’Enoteca Solo Giorgi, spazio caratteristico nel quale si possono degustare i molteplici vini di produzione, dove vengono organizzati importanti eventi culturali d’intrattenimento. Al riguardo Fabiano Giorgi spiega “questo spazio è stato concepito come punto di animazione, dove confluiscono appuntamenti culturali su tematiche legate all’ambiente, ai saperi e alla conoscenze delle tradizioni locali, alle adottate per coltivare sapientemente i vigneti, all’arte di produrre vini di qualità. È un modello da prendere come significativo esempio di coesistenza di attività aziendali con iniziative culturali, che arricchiscono il patrimonio territoriale e mettono in risalto il contesto della valle Versa, che deve valorizzare la propria identità e le risorse insite, per dare ulteriore plus valore aggiuntivo ai prodotti provenienti dalla zona”.

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Intervista alla pittrice Stefania Cappelletti in occasione delle mostre di Spoleto incontra Venezia

Stefania Cappelletti farà parte del gruppo di artisti che esporranno a “Spoleto incontra Venezia”, attesissima esposizione curata dal Professor Vittorio Sgarbi. Cornice magnifica della mostra lo storico Palazzo Falier, sul Canal Grande a Venezia, aperto al pubblico dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014. Riportiamo qui un’intervista alla pittrice. 

D: Come nasce l’occasione di partecipare a questo importante evento espositivo?

R: Ho fatto esposizioni importanti a Roma, Parigi, Berlino, New York, poi la selezione per “Spoleto Arte”, a cura di Vittorio Sgarbi, a Spoleto, nella mia città, e lì nasce tutto.

D: È la prima volta che espone a Venezia?

R: Venezia è un sogno. Si, è la prima volta che espongo lì, e spero sia la prima di una lunga serie. 

D: Quali opere esporrà e quale orientamento tematico seguono?

R: L’opera che espongo è parte di una serie, ispirata all’atmosfera veneziana, così magica, ed unica… Si intitola S. Maria della Salute, è un olio su tela. È una delle opere, da me dipinte, dedicate a Venezia.

D: Quando e come è avvenuto il suo approccio al mondo dell’arte?

R: Dipingo fin da piccola, ed ho studiato i grandi classici della pittura. Ora, semplicemente, lascio andare il pennello liberamente, e così nascono i miei quadri. La prima mostra importante è stata a Roma, subito dopo sono stata contattata per esporre in Via Margutta. Poi l’ammissione all’Accademia di San Lazzaro, presieduta da Radini Tedeschi, con cui ho partecipato a numerose mostre prestigiose come la Triennale di Roma 2014 a cura di D. Radini Tedeschi e A. Bonito Oliva. L’ammissione all’Accademia è stata una svolta, non solo per quanto riguarda il livello delle esposizioni, ma anche per il mio modo di dipingere, di affrontare la tela bianca. Tutto andava per il verso giusto, poi sono arrivata alla mostra a Parigi, poi a Berlino, infine a New York. Nella mia città, Spoleto, ho vinto il premio Spoleto Festival Art a cura del Dr. Luca Filipponi, negli anni 2012, 2013, 2014. Quando sono stata selezionata per Spoleto Arte 2014, a cura di V. Sgarbi, ho provato un’emozione fortissima…wow!

D: Un commento di riflessione in parallelo tra Spoleto e Venezia, come poli di eccellente portata, nella divulgazione dell’arte e della cultura, con fama internazionale?

R: Spoleto è un punto di riferimento importante, è necessario esserci; non a caso molti esperti d’arte di fama internazionale vi organizzano grandi mostre. Come lo è pure Venezia, con la sua Biennale. Sono tappe fondamentali per un artista che vuole crescere ed affacciarsi al mondo dell’arte a livello internazionale.

D: È compiaciuta di esporre accanto a illustri nomi del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì e altri nomi di spicco del panorama contemporaneo?

R: Sono molto onorata di esporre insieme a dei BIG come Dario Fo, Eugenio Carmi, Josè Dalì e gli altri grandi. Mi sono piaciuti molto i lavori di Dario Fo, li trovo forti, intensi…parlano di lui, del suo modo di essere.

D: Se dovesse dare una breve definizione sul concetto di arte in generale? 

R: Cos’è l’arte? Bella domanda… Comunicazione?? Forse? Ma ci sono i critici per spiegarlo, io dipingo soltanto.

D: Ci sono degli artisti e/o delle correnti, che apprezza in modo particolare?

R: Ricordo di essere rimasta incantata, per lungo tempo, davanti ad un Arlecchino di Picasso, anni fa a Firenze. Ed ho visto la Gioconda al Louvre. Ma qualche tempo fa ho visitato la mostra all’Ara Pacis, sugli Impressionisti, e l’ho trovata fantastica. Avevo già visto alcune loro opere ad Orsay, ma quest’ultima esposizione a Roma è stata molto suggestiva, veramente bella.

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ROLANDO ROVATI ESPORRÀ LE SUE COLORATISSIME TELE A “SPOLETO INCONTRA VENEZIA”

Si prospetta un appuntamento cultural artistico imperdibile quello della grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” con l’autorevole curatela di Vittorio Sgarbi, prevista dal 28 Settembre al 24 Ottobre nello splendido scenario del capoluogo lagunare, all’interno dello sfarzoso Palazzo Falier, residenza nobile risalente al XV secolo edificata sulla sponda del Canal Grande. Il pittore Rolando Rovati è inserito nell’esclusivo evento diretto dal manager produttore Salvo Nugnes, che riunisce un parterre di opere di esponenti prestigiosi, tra cui Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, Josè Dalì.

Le immagini ricorrenti, che si ritrovano nei quadri di Rovati denotano una pittura ispirata da un forte simbolismo e da speciali giochi cromatici. Attraverso l’utilizzo della tecnica denominata “papier collé” che consiste nell’applicazione di variopinte carte colorate su supporti lignei, egli compone le sue formule rappresentative, usando e miscelando acrilici, legno, pvc e altri svariati materiali. Si ispira a un tipo di arte, che richiama il riferimento a esperienze del secondo Futurismo.

Rovati realizza delle strutture rigide, delle vere e proprie “celle” dentro le quali esprime la genialità dell’estro e della fantasia creativa discostandosi volutamente dalla tradizione classica del figurativo per trovare, nell’armonia equilibrata della forma e nell’elegante e raffinato accostamento delle tinte e delle sfumature tonali, il suo punto di forza vincente dell’espressione stilistica. Le linee nella gestualità esecutiva non seguono nessun percorso razionale predefinito, ma sono libere di agire lungo la superficie pittorica interagendo con essa.

Vengono individuate delle nuove e innovative strutture architettoniche, dei veri e propri labirinti intersecati e intrecciati insieme, dove il colore dialoga con la potenza del simbolo e del significato connesso e diventa sferzante e incisivo nella pennellata. Le forme astratte sembrano quasi danzare sulla tavola colorata a smalto, che conferisce all’insieme un intenso bagliore di lucentezza di notevole impatto visivo, in una dimensione di ritmica timbrica scandita virtualmente da una melodia musicale in ottave.

La sua ricerca è ricca di fermenti emozionali e sollecitazioni emotive. Evidenzia particolari archetipi visivi posti a metà tra immagini d’introspezione e astrazione, che si risolvono in una sintesi scenica davvero originale unica nel suo genere, che riproduce un’iconografia misteriosa rivelatrice dei segreti della mente, in cui i segni si dipanano come nel leggendario labirinto del Minotauro, da cui è possibile uscire seguendo i suggerimenti subliminali forniti dallo stesso Rovati in un intrigante linguaggio codificato, da interpretare con acuta e sensibile capacità intuitiva.

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I corpi senza veli di Barbara Missana esposti a “Spoleto incontra Venezia”

Il sontuoso Palazzo Falier, che si affaccia sul coreografico Canal Grande veneziano, si prepara ad accogliere un appuntamento di portata internazionale, le grandi mostre di “Spoleto incontra Venezia” curate dal critico Vittorio Sgarbi, con la direzione del manager produttore Salvo Nugnes. L’evento di forte risonanza mediatica si terrà dal 28 settembre al 24 ottobre 2014.

 

Nel ricco parterre di artisti selezionato, sarà presente anche Barbara Missana, autodidatta, che all’età di 17 anni ha iniziato a dipingere su tela le prime raffigurazioni di nudi femminili, per esternare la sua indagine sulla peculiare simbologia del linguaggio del corpo, nel rapporto stretto con la carnalità e per compiere un’analisi accurata a livello introspettivo, della postura e della gestualità generata dalle loro pose ad intreccio.

 

Spiegando il suo particolare e variegato percorso di ricerca dice “Il frutto dell’attenzione verso la simbologia del corpo è questo insieme di figure -metafisiche- che rappresentano i desideri irraggiungibili e nascosti, le passioni amorose e i dubbi esistenziali di ogni giovane donna. La mancanza del volto rafforza il potenziale comunicativo dei corpi, che con le loro pose esprimono una rappresentazione magica, ma allo stesso tempo concreta della realtà, costernata da illusioni, dubbi, enigmi, mistero”. E aggiunge sottolineando “Le mie figure sono pertanto il ritratto di un’espressione dietro cui si cela la percezione, che io ho del mio corpo e del mio stato interiore, che prendono vita grazie alle fluenti pennellate, che -sento- come miei colori: il viola, il rosso, il giallo, il nero, il bianco”.

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INTERVISTA AL NOTO PITTORE GIUSEPPE OLIVA CHE PARTECIPERÀ ALLA MOSTRA COLLETTIVA “SPOLETO INCONTRA VENEZIA”

Il pittore Giuseppe Oliva, già presente con successo a Spoleto Arte, esporrà alle grandi mostre di Spoleto incontra Venezia allestite a Palazzo Falier, con la curatela del critico Vittorio Sgarbi e la direzione del manager produttore Salvo Nugnes, dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014. Di seguito l’intervista all’artista.

 

D: Come nasce l’occasione di partecipare a questo importante evento espositivo?

R: L’occasione nasce sicuramente dall’aver conosciuto l’azienda Promoter Arte ed in particolare Salvo Nugnes, che ha avuto e continua ad avere fiducia in me, attratto dai miei azzurri e geometrie cromatiche. Proprio grazie a lui ho esposto le mie opere già due volte a Padova e recentemente a Spoleto, per cui non posso che ringraziarlo pubblicamente.

 

D: È la prima volta che espone a Venezia?

R: Si è la prima volta e ne sono profondamente felice. È una grande occasione che mi emoziona tantissimo. Per un artista, eventi come quello di Venezia, rappresentano non solo un’opportunità, ma sicuramente una fonte di grande soddisfazione personale, quale riconoscimento per i risultati ottenuti.

 

D: Quali opere esporrà e quale orientamento tematico seguono?

R: Esporrò 7 opere, e tutte e 7 hanno come protagonista il mare come fonte di inesauribili emozioni: Trasparenze, Calma: oltre i riflessi, Percezioni di un tramonto, Riflessi: magia di colori, Movimento di azzurri: un incontro, Emozioni di azzurro, Mare. geometrie cromatiche. In tutte, come del resto in tutta la mia produzione, è sempre presente la ricerca del particolare e cioè il tentativo di focalizzare una parte del tutto, non tanto per estraniarsi dal mondo e dalla realtà circostante, ma anzi per addentrarsi ed avvicinarsi alla realtà stessa in modo sempre più forte ed incisivo. Si tratta di scorci di mare, del mio mare di Sicilia, che rievocano ricordi e praticamente scorci e pezzi della mia vita, emozioni di un tramonto, di un riflesso o semplicemente del suo inconfondibile azzurro. Non un paesaggio, assente qualsiasi ipotesi di forma, ma un sovrapporsi di colori stesi in modo denso semplicemente con una spatola, che in diverse occasioni ho definito come il sismografo delle mie emozioni, e cioè l’appendice meccanica che riesce a trasferirle ed impressionarle sulla tela. Ultimamente mi sono dedicato ai riflessi, e cioè a dare vita ad una sorta di realtà distorta, non per evitarla, ma per capirla meglio. In questo modo credo di essere riuscito a riassumere ed incorniciare la capacità di andare oltre, di pensare fantasticando, rimanendo però attaccati alla realtà, al proprio presente, consapevoli che ogni geometria cromatica che la natura ci offre, altro non è che l’espressione poetica della nostra quotidianità, un modo per entrare sempre più prepotentemente dentro la realtà stessa e conoscerla sempre di più nei suoi meandri più reconditi: una trasfigurazione del reale che esalta la realtà.

 

D: Quando e come è avvenuto il suo approccio al mondo dell’arte?

R: E’ una passione che mi porto dietro da tantissimi anni. Ho cominciato a dipingere da ragazzino, ma la vera maturazione l’ho avuta alcuni anni fa, quando ho cercato di dare un senso filosofico al mio lavoro: la ricerca del particolare per catturare la realtà che ci circonda, e tentare di entrare nei suoi meandri più reconditi, scorci di mare, di cielo di nuvole, sempre con spatolate dense e materiche .

 

D: Un commento di riflessione in parallelo tra Spoleto e Venezia, come poli di eccellente portata, nella divulgazione dell’arte e della cultura con fama internazionale?

R: Quando si parla di Venezia e Spoleto, si parla in effetti di due poli culturali di eccellenza che non hanno, a mio avviso, paragoni al mondo, e sono luoghi in cui si respira l’arte in tutte le sue manifestazioni. Come dicevo, sono reduce da Spoleto e devo dire che è stata veramente un bellissima esperienza. In ogni angolo una mostra, un concerto, il tutto all’interno di un palcoscenico naturale, che è già di suo una “grande opera d’arte”. A Venezia credo che sarà ancora più bello perché oltre all’arte e alla sua storia, ci si trova dinanzi alla poesia della natura, che renderà ancora più emozionante l’evento. L’incontro di queste due realtà credo che sia un evento importantissimo innanzitutto da un punto di vista culturale, ma anche e soprattutto quale giusto e meritato riconoscimento ad entrambe le realtà per il loro ruolo svolto in tutti questi anni in campo artistico e culturale.

 

D: È compiaciuto di esporre accanto a illustri nomi del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì e altri nomi di spicco del panorama contemporaneo?

R: Sicuramente sono onorato, ma soprattutto emozionato di esporre accanto a grossi ed affermati artisti, del calibro di Fo, Carmi e Dalì, ma consapevole dell’importanza dell’evento nel suo complesso, come palcoscenico per mostrare al mondo intero con rispettosa modestia il tuo lavoro, i risultati che hai raggiunto, la tua concezione del colore; ed è sicuramente molto ma molto più stimolante, sapendo che nella sala accanto alla tua sono esposte le opere di grandissimi artisti. La loro presenza è sicuramente, fonte di emozione e di grande soddisfazione ma anche e soprattutto uno sprone per affrontare il futuro e cercare di raggiungere i loro traguardi.

 

D: Se dovesse dare una breve definizione sul concetto di arte in generale?

R: L’arte è sicuramente la capacità di far emergere le proprie emozioni e riuscire in qualche modo a trasferirle agli altri. Quando lo sguardo di chi si trova dinanzi ad una tela si trasforma necessariamente in osservazione, in quello cioè che viene definito giudizio critico, e percepisce appieno il messaggio dell’artista, quello è sicuramente il momento in cui le emozioni dell’autore, i suoi ricordi e tutto ciò che li accompagna emergono prepotentemente dando vita a delle sensazioni che si sviluppano e continuano a percepirsi in modo autonomo. Questo è il sogno di ogni artista: emozionare. Per cui a mio avviso, in senso molto generale è arte tutto ciò che riesce ad emozionare, a far capire ciò che ha spinto l’autore a realizzare una determinata opera, il suo pensiero ed il suo stato d’animo quando si è approcciato a realizzarla.

 

D: Ci sono degli artisti e/o delle correnti, che apprezza in modo particolare?

R: La corrente che ho apprezzato e continuo ad apprezzare è di certo l’Impressionismo, che mi ha in qualche modo formato da un punto di vista artistico. Da questi pittori ho imparato a capire l’importanza del colore e la sua carica espressiva sia nel tocco che nella presenza della materia, che rappresenta quasi una sorta di appendice, di contatto che l’artista vuole creare e mantenere con chi osserva una tela ed è ciò che ho cercato e sto cercando di fare: dense ed intense spatolate per dare vita e corpo ad una emozione. Negli ultimi anni ho avuto modo di approfondire anche quella che viene definita “arte concettuale”, ben lontana dai miei lavori, ma da cui ho tratto comunque un insegnamento, e cioè che è sicuramente bello ed affascinate esprimere un idea, una propria concezione filosofica attraverso i colori e l’intensità della materia. Nessuna forma, ma semplicemente l’uso più o meno intenso di alcuni colori per esprimere delle emozioni e dei concetti.

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La pittrice dei dipinti distintivi, Alba D’Alpaos, intervistata in merito a “Spoleto incontra Venezia”

 

Di seguito l’intervista ad Alba D’Alpaos, artista che ha saputo trasporre su tela figure e sensazioni appartenenti ai suoi viaggi intorno al mondo. D’Alpaos esporrà alle grandi mostre “Spoleto incontra Venezia”, in esposizione a Palazzo Falier dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014, con la curatela di Vittorio Sgarbi e la direzione del manager Salvo Nugnes.

 

D: Come nasce l’occasione di partecipare a questo importante evento espositivo?

R: Ho già avuto il piacere di esporre le mie opere in luoghi dove il Professor Vittorio Sgarbi era ospite d’onore e dove, direttamente o indirettamente, ho avuto la possibilità di far conoscere i miei lavori. Con immenso piacere ho avuto poi l’opportunità di avere una sua recensione in occasione di una mostra fatta a Verona e quindi da qui parte anche l’invito a partecipare a “Spoleto incontra Venezia”. Un invito che ho accettato con molta felicità sia per l’importanza dell’evento, sia per l’ammirazione che nutro per il professore, e anche per la località in cui viene fatta la mostra. Sono innamorata di Venezia e anche se sembra scontato dirlo, respiro i suoi sassi e la sua materia. Vivo a 40 minuti da lei, nelle vicinanze di Belluno, e sono legata in particolar modo ai suoi riflessi e ai suoi sdoppiamenti d’ironica teatralità. Amo anche Spoleto come del resto l’Umbria, terra dove i romani rivendicano ancora con l’eco i loro poderi.

 

D: È la prima volta, che espone a Venezia?

R: È la quarta volta che espongo a Venezia e ricordo con tenerezza la prima volta, poiché ero molto giovane e piena di sogni e confusioni immaginarie. Altre volte ho esposto con gallerie e curatori.

 

D: Quali opere esporrà e quale orientamento tematico seguono?

R: Quasi tutti sono lavori recenti dove le tematiche figurative si sdoppiano in una tecnica di reti e stoffe. Generalmente figure date da ricordi o esperienze di pensiero, ad esempio la ripresa di sculture inebriate da colore puro come il Bacco di Michelangelo… figure sdoppiate per interpretare la trasposizione dell’anima dal corpo.  Mi piace giocare con pensieri ironici, immaginare cosa possano pensare i personaggi creati sulla materia e m’illudo di vedere queste figure cambiare e muoversi nel mondo della mia mente. Una delle opere invece riguarda la mia esperienza intima sulla paura, sono delle fialette mediche volute coloratissime per demonizzare tanti anni di ospedali a causa di esperienze personali. Questo lavoro fa parte di opere fatte quest’anno.

 

D: Quando e com’è avvenuto il suo approccio al mondo dell’arte?

R: Da sempre. Sin dal momento in cui ho preso una penna o una matita in mano; a 15 anni facevo già copie di Michelangelo, Leonardo, Pontormo, Tiepolo e tutti gli altri (le facevo bene). Ho sperimentato tutte le tecniche, ho fatto il Liceo Artistico con maturità a Venezia e frequentato l’Accademia sempre a Venezia, ma senza concludere gli studi poiché ero uno spirito ribelle ed ero delusa da ciò che avevo visto. Ero troppo giovane e forse inesperta.

Sono allora partita per altri paesi e ho vissuto molte esperienze, ho conosciuto molte città e ho accumulato bagagli di emozioni. Ho esposto all’estero, ma sono sempre stata fuggitiva e d’instabile dimora. Ora vivo in Veneto ed ho deciso di viaggiare con altri mezzi che prima temevo; il mettersi in mostra e giocare nel falò delle immense strutture dette artistiche.

 

D: Un commento di riflessione in parallelo tra Spoleto e Venezia, come poli di eccellente portata, nella divulgazione dell’arte e della cultura, con fama internazionale?

R: Non c’è commento che possa comunicare quello che ci dona l’unione di queste due vivissime città, mi può venire in mente l’orgogliosa tenacia che accomuna entrambe, l’indiscussa superiorità d’anima combattiva dei loro popoli e sicuramente l’amore per la libertà e la fantastica modernità. Io vedo questo oltre alla loro storia e cultura rendono meta entrambe, anche storicamente, d’illustri personaggi artistici e questo si sa già. Non è un caso certamente la scelta del Professor Sgarbi di unire queste due fantastiche città di terra e mare dove la storia loda e contempla.

 

D: È compiaciuta di esporre accanto a illustri nomi del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì e altri nomi di spicco del panorama contemporaneo?

R: Certo che sono onorata anche se sembra una risposta scontata, ma come si potrebbe dire il contrario? Sono convinta che persone come Dario Fo, Carmi e altri, senza mancare rispetto a nessuno, siano menti da capire nelle loro forme artistiche. Queste persone hanno da dire, e le cose che dicono sono importanti sia nell’ambito teatrale, artistico e culturale. Essere al loro fianco e poter esprimere con loro il mio pensiero è un’esperienza unica anche per il fatto che egoisticamente ti senti più ascoltato e questo al giorno d’oggi è assai difficile. Sono poi felice del fatto che fra questi personaggi ci sia José Dalì che ammiro per aver continuato il lavoro dell’amato padre anche se a suo modo; amo da sempre le sue opere ed esporre con quest’artista mi riempie di gioia personale.

 

D: Se dovesse dare una breve definizione sul concetto di arte in generale? 

R: Che dire, non c’è un unico codice per definire l’arte… Può essere un’attività creativa, un suono, un desiderio, un fattore estetico, un insieme di menti che creano. Intimamente mi rifiuto di dare una risposta poiché al giorno d’oggi potrei anche essere offensiva: video, installazioni, persone che pensano, confusione, l’arte per me è tutto e niente.

 

D: Ci sono degli artisti e/o delle correnti, che apprezza in modo particolare?

R: Dipende, viventi o passati… Velasquez lo adoro per la sua ironica e diabolica progettazione, adoro anche Dalì perché sogna, e i sogni sono il cibo della mia anima, ma non potrei dire che ho un artista prediletto o una corrente pittorica che ammiro di più. Tutti quelli che amo sono grandi in egual modo e hanno segnato una traccia indelebile nel nostro mondo e nella nostra società, non ce n’è uno più dell’altro. Sono comunque tutti moderni perché ancora oggi ci stupiscono, ancora oggi piango quando vedo il David e mi viene fame di creare quando ammiro le scatole di zuppa Campbell.

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Milano Art Gallery: Grande successo al vernissage della mostra di Dario Fo con illustri ospiti tra cui Vittorio Sgarbi, Salvo Nugnes e con tanti altri

È inaugurata Martedì 2 Settembre 2014, la straordinaria mostra pittorica del Premio Nobel Dario Fo, curata dal Prof. Vittorio Sgarbi, allestita presso la prestigiosa “Milano Art Gallery – Spazio Culturale” (via G. Alessi 11, fine Corso Genova, Milano). All’evento hanno partecipato, oltre al curatore e a numerosi giornalisti e media, anche tanti nomi di spicco del panorama attuale, come Marco Columbro, famoso attore e conduttore televisivo, che durante la serata ha affermato “Dario Fo è stato il mio grande Maestro”. Infatti, tra il 1976 e il 1977, Columbro è stato il suo “Arlecchino in cerca di padrone”, un furbo Zanni politicizzato, protagonista di un testo di Artuso Corso. 

La personale “L’arte dell’ironia”, organizzata dal manager Salvo Nugnes, presenta i dipinti che raccontano l’amore per l’arte di Fo, dagli esordi fino ai giorni nostri. Ma non solo. Assieme ai suoi quadri, si possono ammirare foto, materiale di scena e video tratti dalla sua brillante carriera teatrale. Tra oli, disegni, acquerelli, litografie, bozzetti di scena sono oltre ventimila i pezzi raccolti e conservati, frutto del geniale talento innato del Maestro, con una produzione davvero eterogenea e copiosissima, di alto livello.

L’itinerario creativo di Dario Fo è contraddistinto dal rapporto stretto e sinergico tra teatro-pittura, con un continuo gioco di rimandi. Fo è arrivato al disegno per estendere e tradurre il nobile linguaggio del proprio corpo, per dargli forma stabile e nel contempo per mettere e trasportare sulla scena il proprio corpo, esternando il progetto racchiuso nelle sue opere e nel suo peculiare stile espressivo. I soggetti raffigurati appaiono sciolti e svincolati da legami, in assoluta libertà. Il Maestro spiega “Il corpo è fatto per agire, per muoversi. È fatto per raccontare, con ognuna delle proprie parti. Parlerei di influenza in ambito scenico e no soltanto scenografico. Perché, il disegno, la pittura, mi consentono di predefinire molto di più, che le mere strutture ambientali oppure le entrate e le uscite degli attori“.

Descrivendo la sua formazione artistica a Brera, risalente al primo dopoguerra e i rinomati personaggi di cui è stato allievo, rivela “Achille Funi era un insegnante straordinario, Carrà era molto simpatico, Aldo Carpi, il direttore, una personalità di eccezionale apertura mentale. Mi capitava ogni tanto di assistere alle lezioni di Marino Marini. Una volta riuscì a farmi accettare nell’atelier di Manzù, ad impastare creta. Davvero stavamo vivendo un momento irripetibile per la storia civile e culturale del nostro Paese. Non solo dentro le stanze dell’accademia, ma anche fuori, nei bar e nelle trattorie di Brera, ci si trovava a discutere e fare progetti”.

Le creazioni di Fo si potranno ammirare fino al 24 Settembre alla Milano Art Gallery e, dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014 nel contesto delle grandi mostre “Spoleto incontra Venezia” curate da Vittorio Sgarbi, presso Palazzo Falier, nel capoluogo veneto.

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LE OPERE DI ALESSANDRA TUROLLI SARANNO PRESENTI A “SPOLETO INCONTRA VENEZIA” A CURA DI VITTORIO SGARBI

A fronte del successo ottenuto a “Spoleto Arte” l’artista Alessandra Turolli sarà presente alle grandi mostre di “Spoleto incontra Venezia” curate da Vittorio Sgarbi e dirette dal manager Salvo Nugnes. L’esposizione, allestita tra le possenti mura secolari di Palazzo Falier, affacciato sulla sponda del Canal Grande a Venezia, si terrà dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014.

La Turolli, accanto a personalità del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi e José Dalì, esporrà una corposa serie di quadri inediti ispirati dalle vibrazioni cromatiche, che le hanno stimolato una nuova ricerca espressiva, condotta con intenso slancio emotivo e vivace dinamismo sperimentale.

Al riguardo spiega “Il mondo dei colori ci circonda, ci appartiene, accompagna il nostro percorso evolutivo esistenziale, fin dalla nascita. L’importanza delle vibrazioni cromatiche e della luce è tale, che da sempre l’uomo se n’è occupato. I colori ci attorniano costantemente: nei fiori, nelle piume degli uccelli, nelle ali delle farfalle, nei frutti, nei cibi di cui ci nutriamo. Siamo di continuo inebriati dalle vibrazioni cromatiche, che innescano un fluire di energie provenienti dall’inconscio e canalizzate dall’esterno, che generano uno stretto rapporto di legame tra individuo, colori e pulsioni psichiche. Il colore per sua natura, non può essere descritto, è essenzialmente una qualità il cui campo d’azione, essendo rivolto alla sensibilità e a quella parte delle conoscenze non sottoposte alla ragione, permette la comprensione, a livello intuitivo di ciò che altrimenti sarebbe recepibile solo mediante concetti di riferimento troppo astratti“. E prosegue “Non bisogna poi dimenticare il dirompente potere energetico scaturito dalla molteplicità delle gradazioni e declinazioni cromatiche, nel suo importante utilizzo ai fini terapeutici, attraverso la cromoterapia, assai diffusa in numerosi settori applicativi“.

Nell’evidenziare un interessante parallelismo di confronto tra vibrazioni luminose dei colori e vibrazioni sonore afferma “Così come la musica, anche la luce si manifesta in forma di vibrazioni. Le vibrazioni cromatiche luminose sono scandite dal ritmo della volontà interiore, altrettanto quanto quelle sonore. Entrambe appaiono come l’espressione di un mistero, che è fuori di noi e parla e comunica al mistero, che è dentro di noi, interagendo con la nostra sfera intima più recondita e introspettiva“.

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LE SUGGESTIVE CREAZIONI DI JOLANDA COMAR IN ESPOSIZIONE A “SPOLETO INCONTRA VENEZIA”

Evento imperdibile la grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” con la partecipazione di esponenti illustri sotto l’autorevole curatela di Vittorio Sgarbi e la direzione del manager  produttore Salvo Nugnes. Il contesto espositivo designato è l’antico Palazzo Falier risalente al XV secolo, costruito a Venezia sul Canal Grande. L’esposizione resterà in loco dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014.

Tra le presenze di spicco Jolanda Comar partecipa proponendo il suo suggestivo percorso ispirato da rievocazioni luminose, di forte impatto visivo, frutto di un’approfondita ricerca stilistica, che la inducono all’utilizzo di materiali particolari, che producono un equilibrio armonioso tra materia e luce, in modo originale e innovativo. Per lei l’essenza risiede nella luce, mentre il rigore coincide con l’apologia della geometria. La lucentezza, che si riflette nelle opere è concepita come principio fisico e spirituale di irradiazione vitale, incarnando esteticamente il pensiero e stimolando la mente a nuove cognizioni per una prospettiva di spazi universali.

Ogni creazione appare scandita da un avvicendamento razionale ripartito in sezioni geometriche lignee, posizionate in una sfilata perenne e ammantata di fogli lucidi e colorati, in grado di originare mediante le fonti luminose dell’ambiente una progressione di effetti di rifrazione e di specularità, assumendo molteplici valenze simboliche: il concetto della metamorfosi nel mondo della natura, il transito da uno stato ad un altro, l’incessante divenire verso approdi sempre senza precedenti, in un ininterrotto corteo processionale. La tensione costitutiva all’equilibrio e all’armonio è una delle caratteristiche peculiari.

Il codice grafico computerizzato delle sagome verticali che la Comar inserisce nell’ambiente, accentua il valore poetico della texture composta da minimi frammenti modulari, accorpati secondo un’esigenza di assoluto controllo dell’esito formale, evidenziato dalla spinta di luce, che crea espansione di ombre verso confini indefiniti o meglio infiniti. Un contrasto, che nella palese artificialità fa assumere ai singoli quadri l’inedito aspetto di una nuova forma “Sovran-naturale” ricavata da un ordine razionale, che paradossalmente certifica le caratteristiche del respiro vitale. Lo spazio si presenta volutamente privo di confini, aperto al possibile, per ospitare la sintesi della rappresentazione ideale, meditata, prescelta.

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Le opere contemporanee di Andrea Zampollo in esposizione a “Spoleto incontra Venezia”

Dal 28 Settembre fino al 24 Ottobre, Venezia farà da incantevole cornice alla grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” che sarà allestita nell’illustre Palazzo Falier, edificio nobiliare del XV secolo affacciato sul Canal Grande, con la curatela di Vittorio Sgarbi e la direzione del manager produttore Salvo Nugnes. Sono già menzionati nomi di forte rilievo tra gli artisti, come Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì. Nel prestigioso parterre di partecipanti è inserito Andrea Zampollo pittore figurativo moderno.

 

Spinto dalla voglia costante di ricerca e sperimentazione, Zampollo si cimenta nell’uso di materiali e tecniche d’installazione sulle tele, in accostamento con l’impronta figurativa che lo guida, per individuare una realtà, che rappresenta l’essenza e sappia cogliere nella frenesia del mondo circostante, i necessari momenti di contemplazione meditativa. Nelle opere affiorano il senso del pensiero intimista sulla vita e la sensibilità di saper trasformare gli aspetti in opportunità di stimolante e costruttiva riflessione positiva. I colori e le strutture in dialogo di connessione con la dimensione spaziale evocano il valore quasi ascetico della pittura come simbolica pausa evolutiva nel frastuono.

 

Dimostra solida abilità nel disegno e nelle varie componenti strumentali di acquisizione accademica. Scava nel vissuto quotidiano per fermare la vita sulla tela. È attento ritrattista dal tratto segnico pulito, preciso, incisivo, armonico, ordinato, condensato nel colore, talvolta steso omogeneo talvolta con stesura breve e rapida, valorizzando le diverse raffigurazioni in un insieme, che risalta appieno il dettaglio del particolare. Esprime il suo personale stato d’animo, che rievoca la quotidianità, compiendo una ricerca che recupera una comunicazione diretta con la sfera interiore, nell’intento di trovare una rilettura dei meccanismi legati alla costante concitazione esistenziale, in una riscoperta del rapporto con il proprio ego.

 

Il linguaggio artistico ne rispecchia l’approfondita formazione culturale e la spiccata sensibilità d’indole. Il suo fare arte è mosso dal desiderio di generare verità e bellezza, partendo dall’anima, considerata specchio e bellezza della reale. Si protende verso un mondo di sensi incantati, incontaminato, distante da tutte le imperfezioni umane, dove le miserie e l’egoismo non arrivano, per entrare nella magia e nella purezza del pensiero ideale. Per lui l’arte è vivere, vivere e riscoprire l’arcadia, primitiva e primordiale nella sua spiritualità originaria e poter assaporare la gioia e la tranquillità dei ritmi vitali cadenzati dalla serenità e dalla quiete.

 

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“Spoleto incontra Venezia”: Significativo omaggio in commemorazione del maestro Alberto Pistoresi a cura di Vittorio Sgarbi

In occasione della grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” che si terrà dal 28 settembre al 24 ottobre 2014, verrà allestita un’ampia zona espositiva dedicata al maestro Alberto Pistoresi, con la curatela di Vittorio Sgarbi, in omaggio commemorativo al noto pittore fiorentino, del quale si mantiene indelebile il ricordo del prezioso contributo artistico lasciato in simbolica eredità. L’evento, diretto dal manager produttore Salvo Nugnes, sarà all’interno del secolare Palazzo Falier, sontuoso edificio sul Canal Grande a Venezia.

 

Nel commentare lo stile distintivo di Pistoresi Sgarbi ha dichiarato “Vedutista di spazi urbani e di paesaggi nella sua Toscana, Pistoresi è un pittore di luoghi non disturbati dall’uomo. La sua visione è distante, a tratti ovattata. L’uomo più che esserci è stato. Se ne sente l’impronta, l’eco della voce e una solitudine immensa, incolmabile“.

 

Tra le innumerevoli dichiarazioni elogiative espresse dai critici e dagli esperti d’arte del suo tempo, spicca quella di Piero Bargellini, sindaco di Firenze nel 1968, che scrisse “Pistoresi usa come mezzo espressivo il colore ad olio o ad acquerello, ma la sua opera sarebbe vana se non avesse come movente e come esito la poesia. Una poesia dovuta prima di tutto da una trepida commozione, suscitata da luoghi e figure, da un dolce incantamento d’anima e poi da una tenerezza, che si traduce sulla tela o sulla carta in trasparenze delicate, in fremiti amorosi, in segni efficaci, in toni essenziali“.

 

Di lui Pietro Annigoni, del quale è stato allievo disse “Nella sua pittura emergono fede caparbia e dedizione assoluta, è un lavoratore accanito. I suoi dipinti hanno composizione elementare, ma vigorosa con toni sonori profondi, luminosi, vibranti e impegnati di un sapiente e vissuto chiaro-scuro, che si pone in contrasto e al tempo stesso unisce l’intreccio dei colori“. Sul loro primo incontro ricordava “Al mercatino di San Pietro mi fece vedere una china acquerellata, che aveva fatto su per le rive dell’Arno. Mi parve una cosa notevole e sono sicuro, di essere stato tra i primi ad incoraggiarlo“.

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“SPOLETO INCONTRA VENEZIA”: IL PITTORE ALESSANDRO SERRA ESPONE IL SUO MAGICO E MISTERIOSO SURREALISMO FIGURATIVO

La prestigiosa compagine artistica culturale di “Spoleto incontra Venezia” sta per aprire i battenti con la curatela di Vittorio Sgarbi, all’interno della secolare struttura aristocratica di Palazzo Falier, affacciato sul Canal Grande veneziano, con l’esposizione straordinaria di esponenti illustri come Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì. La grande mostra si terrà dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014 sotto la direzione organizzativa del manager produttore Salvo Nugnes.

L’artista Alessandro Serra, che rientra nel selezionato novero dei partecipanti, propone una pittura molto personalizzata, sempre alla ricerca del sublime e proiettata verso l’elemento magico e misterioso. La sua creatività è libera e spontanea, non catalogabile in base a stereotipi figurativi e concettuali predefiniti. Onora e ammira i fondamentali valori trasmessi dai sommi maestri del passato come Caravaggio, Michelangelo, Van Gogh, Kandinskij, Monet, Goya, ma conserva la sua identità perseguendo uno stile autonomo e indipendente.

Dalle significative considerazioni si coglie il filo conduttore del dinamico percorso intrapreso “L’arte mi dà la libertà e la possibilità di sperimentare mondi interiori e segreti, di rivivere tratti di vite precedenti, di volare nell’immaginazione e sentirmi per un momento creatore, per ritornare subito presente e comprendere -Il mio fare arte-. Ma soprattutto l’arte mi dà gioia e mi fa stare bene”. E aggiunge “La forte emozione si accende quando dipingo e ascolto musica. I suoni scelti per ogni opera sembrano lanciati dal cielo, arrivando dritti al cuore mi fanno sognare e dipingere”.

Predilige la tecnica pittorica ad olio su tela per l’estrema duttilità di lavorazione e l’inesauribile possibilità di ottenere molteplici effetti cromatici, poiché i colori possono essere sovrapposti, sfumati, trasformati e corretti di continuo, senza che si perda l’immediatezza e la freschezza percettiva del tocco.

Il genere espressivo è una mescolanza in alchimia di figurativo, astratto, fantastico e surreale. Serra spiega “Le figure delle mie opere, di proposito, appena un po’ naif, non sono protagoniste dell’opera stessa, sono lasciate fuori scena. Esse sono un contorno come la cornice del quadro. I veri soggetti sono: il pensiero e la riflessione delle figure stesse e l’atmosfera astratta, dove il mio spirito protagonista è interprete di profonde sensazioni. L’arte dialoga con il nostro mondo interiore, ma si manifesta attraverso un lavoro manuale, costituendo un ponte tra i nostri sogni più intimi e la vita concreta”.

Egli si pone come obiettivo prioritario lo sviluppo personale, il miglioramento attraverso l’amore per la conoscenza di se’ e di tutti gli strumenti necessari al raggiungimento di un “Fare artistico” di elevata qualità costituito da piccoli e semplici passi affrontati gradualmente, sentendo il desiderio e il bisogno di crescita espressiva.

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“SPOLETO INCONTRA VENEZIA” ACCOGLIE IL LIRISMO ESPRESSIVO DI LILIANA MARESCALCHI

Tanti i nomi di fama internazionale protagonisti della grande mostra di “Spoleto incontra Venezia“: da Dario Fo a Eugenio Carmi, da José Dalì a Pier Paolo Pasolini. Curata da Vittorio Sgarbi e diretta dal manager produttore Salvo Nugnes, l’esposizione si terrà tra le mura dell’antico Palazzo Falier, nobile edificio secolare situato sul Canal Grande a Venezia, dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014. Tra gli artisti selezionati spicca la talentuosa pittrice Liliana Marescalchi con il suo originale lirismo espressivo.

Nativa dell’Argentina, la Marescalchi è di diritto sanguineo cittadina italiana. Da piccola il suo gioco preferito era disegnare. A 11 anni comincia da sola a dipingere ad olio ritratti e paesaggi. Nella formazione da autodidatta la natura è stata la sua unica insegnante simbolica. Oltre a dipingere ha realizzato anche piccole sculture di ceramica, cercando di perseguire e ritagliarsi uno stile proprio, non influenzato da regole e canoni dogmatici vincolanti.

Lavora con oli e acrilici, dilettandosi in composizioni strutturali a tecnica mista. Il suo spirito perfezionista e la personalità elegante delineano un raffinato linguaggio narrativo in continuo movimento, in costante fluire, nel quale le ondulazioni delle forme sono il tentativo di raggiungere qualcosa posto più in avanti, spingendosi dove il sogno e la sfera della fantasia onirica alimentano e rafforzano la fiamma vitale dell’arte stessa. Nelle opere sono ravvisabili caratteristiche, che ne accomunano l’orientamento, la sublimazione dei corpi in metamorfosi, superando quei luoghi chiusi, che sono l’espansione del tempo e della materia, l’uso preferenziale dei colori e delle sfumature tonali calde, che materializza il carattere emotivo del suo imprinting pittorico e scopre un mondo pieno di creatività scaturita dall’immaginario fantastico.

La sinuosità della figura umana risalta nelle scene intrise di onirismo di matrice surrealista. Nelle sinergica commistione degli elementi e dei soggetti produce intriganti atmosfere di avvolgente bellezza, che confluiscono nella ricerca delle radici ideali e degli spazi idilliaci, che convergono insieme nelle vibrazioni spirituali più profonde dell’essenza dell’anima.

La Marescalchi racconta “Sono nata nel vasto orizzonte della pampa argentina. I cieli sconfinati mi hanno sempre affascinato molto. La gioia primordiale del disegno e della pittura permane radicata in me. Mi meraviglio ancora delle luci, delle ombre, dell’alchimia dei colori e sono sempre alla ricerca di nuovi linguaggi espressivi. Sono un’amante della vita, consapevole che non potremo mai smettere di imparare attraverso essa. L’amore per il passato mi ha spinto a studiare e riscoprire la storia della mia zona d’origine, diventando una storica esperta in materia e pubblicando alcuni libri. Anche la poesia si intreccia strettamente nel mio appassionato percorso cosmopolita. Io continuo a muovermi nel mondo e mi sento come un’apprendista della vita, appagata e gratificata da quanto mi circonda”.

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DOPO IL SUCCESSO RAGGIUNTO A “SPOLETO ARTE” STEFANIA CAPPELLETTI GIUNGE ALLE ESPOSIZIONI DI “SPOLETO INCONTRA VENEZIA”

La spoletina Stefania Cappelletti è stata selezionata per partecipare alle mostre “Spoleto incontra Venezia” a seguito della positiva partecipazione a “Spoleto Arte” dove ha ricevuto notevoli riscontri. L’evento, curato dal Professor Vittorio Sgarbi e diretto dal manager produttore Salvo Nugnes, sarà allestito nell’aristocratico Palazzo Falier, affacciato sul Canal Grande a Venezia, dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014. Il galà inaugurale si terrà Sabato 27 Settembre, con personalità di spicco e importanti presenze istituzionali. In esposizione tanti artisti illustri, tra cui Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì e altri nomi prestigiosi.

La Cappelletti, pur mantenendosi saldamente ancorata a temi, aspetti e soggetti appartenenti alla tradizione figurativa più classica, sperimenta con solerte entusiasmo delle soluzioni rielaborative e interpretative di innovativa pianificazione. Si propone come pittrice a tutto tondo dal moderno carisma espressivo, di fondamento tradizionalista.

Gli elementi pittorici rivestono la funzione di strumenti, finalizzati a veicolare, far rivivere e rievocare le composizioni di figurazione realistica e realismo oggettivo, filtrate attraverso i sentimenti e il patos interiore dell’artista, che le incamera, le personalizza e ne impreziosisce il valore sostanziale e l’essenza più intima.

Il recupero e il ritorno all’antico sono sorretti da un’accattivante perizia tecnica, dotata di una forza intrinseca, che consente il superamento della contemplazione descrittiva puramente estetica e si appoggia su un linguaggio di comunicazione diretta e interattiva con il fruitore.

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“Spoleto incontra Venezia”: A Palazzo Falier esposta la pittura elaboriosa di Alessio Papa

 

Nel variegato entourage di rinomati artisti, presenti alle grandi mostre di “Spoleto incontra Venezia” curate da Vittorio Sgarbi e dirette dal manager produttore Salvo Nugnes, si inserisce il talentuoso pittore Alessio Papa. L’appuntamento attesissimo si terrà nello scenario magico della città lagunare dal 27 settembre al 24 ottobre 2014, accolto tra le possenti mura del secolare Palazzo Falier, affacciato sul Canal Grande.

 

Nei dipinti Papa stravolge l’anatomia della figura umana, allungandola a volte anche in modo innaturale, caratteristica tipica peculiare degli illustri maestri di epoca Tardo-rinascimentale, periodo conosciuto per l’attribuzione data dal vasari di “Arte della maniera” o “Manierismo”.

 

Nel descrivere il suo interessante percorso stilistico racconta “Considero l’arte come ciò, che c’è di bello nello spirito umano, una miscela di storia, fantasia e senso della bellezza. Il manierismo per me è l’arte per eccellenza. L’arte della rinascita, che nel rinascimento affonda le radici. E’ da qui, che tutto inizia. L’evoluzione della pittura italiana tra il Cinquecento e l’Ottocento è stata straordinaria”. E aggiunge “Il manierismo è stato rivalutato nel senso di una grande rivoluzione pittorica. La mia pittura però è contro le avanguardie, pur non avendo niente da ribadire verso l’astrattismo o altri generi di pittura ultramoderna, ma io cerco altre cose. Non solo il colore. La mia è soprattutto arte figurativa”.

 

E prosegue rimarcando i fondamenti base della sua ricerca strumentale “Il disegno è il messaggio. Il colore è uno dei tanti elementi dell’opera. Ma l’opera è un sentimento. Mostrando i miei sentimenti non punto solo sul cromatismo, ma anche sui soggetti disegnati. La figura umana nelle mie tele, è la protagonista principale. L’opera è un puzzle fatto a pezzi, esattamente come un film: C’è la scenografia da comporre, gli attori da scegliere. L’idea è il punto di partenza, ma viene da sé con l’ispirazione. Trovo, che un’importante fonte d’ispirazione sia l’attualità”.

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Marilena Lacchinelli espone alle attesissime mostre di “Spoleto incontra Venezia”

Marilena Lacchinelli si inserisce nella pregiata cornice delle mostre di “Spoleto incontra Venezia” curate da Vittorio Sgarbi e dirette dal manager Salvo Nugnes, dal 27 Settembre al 24 Ottobre 2014, presso il sontuoso Palazzo Falier, che si trova a Venezia sul famoso Canal Grande. L’evento attesissimo, sarà inaugurato Sabato 27 Settembre.

La Lacchinelli è un’artista autodidatta, che utilizza la pittura a olio ma ama anche sperimentare tecniche diversificate, inserendo il colore come elemento puro e protagonista e usando vivaci tocchi luminosi. Le rose, considerate nelle molteplici declinazioni, sono tra le raffigurazioni predilette. Vengono ritratte con delicato lirismo poetico, attraverso primi piani assai ravvicinati, scandagliandone le geometrie più minuziose, cogliendone nell’essenza compositiva la femminilità, la vitale solarità, la magica sensualità insita in esse.

Il talento creativo della Lacchinelli consiste nel rievocare un’espressione floreale e naturalistica che appare familiare e rassicurante, incantando l’osservatore per la seducente eleganza e lasciando percepire una dimensione di bellezza perfetta e ideale, di fascino sensibile e delicato, simbolo di freschezza e leggiadria, manifestazione sublime di innalzamento e ascesa spirituale.

Stende il colore con variopinta e multiforme duttilità e stimola il fruitore con originali visioni fatte di luci e di silenzio, lasciando scaturire dinamiche suggestioni. La pittrice spiega “L’arte migliora il mondo quando esprime emozioni, dall’arte traggo arte. Il concetto è la cornice affascinante di un bel dipinto. L’artista agisce per il bene comune della pittura e per creare un mondo migliore. L’incontro con l’arte rende ricchi, l’emozione educa il cuore all’amore per l’arte. Mi auguro, che il tempo emotivo contribuisca ad emanare un dolce profumo”.

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La pittura informale di Giuseppe Oliva in mostra a “Spoleto incontra Venezia”

Il pittore Giuseppe Oliva, già presente con successo a “Spoleto Arte” sarà nel novero degli artisti selezionati per le grandi mostre di “Spoleto incontra Venezia” allestite nella spettacolare cornice della città lagunare con la curatela del critico Vittorio Sgarbi e la direzione del manager produttore Salvo Nugnes, dal 27 Settembre al 24 Ottobre 2014. Il famoso Palazzo nobiliare Falier, affacciato sul Canal Grande, accoglierà una collettiva di altissima portata, con l’esposizione di opere appartenenti a personaggi altisonanti, tra cui Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì e un’inedita carrellata fotografica in omaggio a Pier Paolo Pasolini.

Il percorso di Oliva si inserisce nel recupero del viscerale legame d’unione con i contesti marini puri e incontaminati, luoghi incantevoli dalle ammalianti atmosfere che ricordano la sua adorata terra d’origine, la Sicilia, rievocati con una vena di appassionato lirismo poetico. Attraverso i dipinti rielabora con la mente vivaci spunti di riflessione esistenziale, che appartengono al variegato cammino delle memoria trasferito sulle tele.

In ogni dettaglio minimale, in ogni minuzioso particolare, trova elementi integranti che diventano parte di un tutto unitario e omogeneo, nel quale la dimensione di macrocosmo si trasforma in microcosmo e viceversa. Si delinea una fusione perfetta tra la densa consistenza della materia e l’armoniosa mescolanza delle sfumature tonali stese con vigorosa abilità gestuale. Sgarbi lo ha definito “Artista denso e intenso nella pittura a spatola, che si muove sopra una gamma molto astratta, quasi come si può vedere nei quadri su Cassis”.

La sua è una pittura scultorea: utilizza spatolate materiche e sferzanti, stende con generosa abbondanza colori intensi, corpulenti, capaci di raffigurare i pezzi di mare, di dare voce alle brezze marine, di restituire profumi di erbe, di prati, di boschi, di paesaggi rigogliosi, immersi nel silenzioso fluttuare delle nuvole, spronando lo spettatore a entrare in una emozionante prospettiva fantastica, in un itinerario onirico tra sogno e realtà.

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Alle mostre di Spoleto incontra Venezia le incantevoli creazioni di Alessandro Testa

In occasione delle rinomate mostre di “Spoleto incontra Venezia” l’affermato pittore spoletino Alessandro Testa porterà le sue variegate visioni pittoriche di matrice astratta informale. L’iniziativa di livello internazionale, è curata dal professor Vittorio Sgarbi, con la direzione del manager produttore Salvo Nugnes. L’inaugurazione ufficiale si terrà Sabato 27 Settembre con uno sfarzoso vernissage. L’esposizione durerà fino al 24 Ottobre 2014, allestita tra le storiche pareti del Palazzo Falier, splendida struttura risalente al XV secolo, situata nel cuore di Venezia, sul Canal Grande. 

Testa, ha già partecipato con successo a “Spoleto Arte” ricevendo significativi commenti ad elogio anche da parte del curatore Sgarbi, che lo ha accostato al gusto stilistico di Tancredi, come fonte ispiratrice, che lo guida dichiarando “Lavora con gestualità marcata e incisiva, istintiva quasi  nervosa e irrazionale, graffiando le superfici limacciose e materiche delle tele, con macchie distribuite a sprazzi di colori volutamente contrastanti”.

Per lui la pittura è essenzialmente simbolo di colore, che si intreccia, si espande e si dipana all’interno del quadro come un arcobaleno variopinto, trasformandosi in un prezioso strumento per suscitare emozioni e sensazioni, così come in efficace e potente mezzo per generare un legame armonioso ed inscindibile, tra se stesso e le immagini realizzate.

Sul suo campo d’applicazione spiega “Non so dipingere, cerco solo di creare per lanciare un messaggio da condividere con il fruitore”.

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Alle mostre di Spoleto incontra Venezia le incantevoli creazioni di Maurizio Scarpellini

Nel pregiato contesto espositivo di “Spoleto incontra Venezia” sarà possibile visionare l’arte pittorica di matrice surrealista di Maurizio Scarpellini. L’evento di forte risonanza mediatica, verrà inaugurato Sabato 27 Settembre e proseguirà fino al 24 Ottobre 2014, dentro l’antica cornice di Palazzo Falier, situato a Venezia sul coreografico Canal Grande. La curatela è del Professor Vittorio Sgarbi, con la direzione del manager produttore Salvo Nugnes. 

Il cammino di formazione di Scarpellini inizia in giovanissima età, poiché la madre, a sua volta talentuosa pittrice e scultrice, gli infonde l’amore e la passione per l’arte e lo stimola ad intraprendere la carriera artistica. L’approccio con il disegno tecnico avviene presso l’Istituto Galileo Galilei di Roma, dove consegue il diploma.

La sua poliedrica e multiforme evoluzione creativa, si avvicina alla pittura dopo essersi cimentato con un materiale molto particolare, il marmo antico, realizzando piani cosmateschi, che si possono ammirare nelle pavimentazioni delle principali Chiese e Cattedrali di Roma. Verso la fine degli anni Novanta, si confronta con l’espressionismo astratto, utilizzando elementi e materiali assai eterogenei, dal filo spinato ai tessuti di stoffa, dal legno ai metalli, come il ferro e l’acciaio Inox. Poi dal 2000, si rivolge in modo definitivo alla sfera del surrealismo, abbracciandone i concetti cardine, rivisitati in chiave di vivace e dinamica interpretazione personale. Predilige l’uso dell’acrilico per riprodurre forme e soggetti in dimensione tridimensionale, che si alternano a sfondi di paesaggi. La sua originale produzione è arricchita anche da sculture, ricavati da legna e tronchi recuperati sul mare, grazie al proprio atelier galleria, che si trova sulla spiaggia romana di ardea.

Scarpellini spiega “Il mio laboratorio è una villa sul mare, da me ristrutturata, per accogliere appassionati d’arte. Mi reco lì quotidianamente per trovare la giusta ispirazione e progettare sempre idee innovative. È un posto unico, speciale, dove mi sento particolarmente ispirato soprattutto durante la stagione invernale”.

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Alle mostre di Spoleto incontra Venezia le incantevoli creazioni di Nino Perrone

Durante lo svolgimento delle mostre di “Spoleto incontra Venezia” curate da Vittorio Sgarbi e dirette dal manager Salvo Nugnes dal 27 Settembre al 24 Ottobre 2014, sarà possibile ammirare l’arte pittorica del maestro Nino Perrone, che vanta una lunga carriera coronata da numerose esposizioni e importanti riconoscimenti. La cornice d’ambientazione è il secolare Palazzo Falier, edificio di origine aristocratica risalente al XV secolo, che si affaccia nel suggestivo Canal Grande di Venezia. 

Diplomatosi presso l’Istituto d’Arte a Bari, dapprima apprende le basi fondamentali della scultura, per poi approfondire la formazione in ambito pittorico, approdando nel prestigioso studio dei fratelli Spizzico. Rivolge particolare attenzione allo studio della variopinta gamma tonale, orientandosi versi aspetti figurativi e naturalistici e applicando i tecnicismi strumentali scultorei per la preparazione delle tele.

Nei quadri trionfa uno spumeggiante e sfolgorante tripudio di tinte cangianti, un’esplosione di vibranti e dinamici fasci luminosi, intensi bagliori, sfumature colorate declinate dal guizzante movimento ritmato, cadenzato da perfetta e impeccabile armonia dell’insieme strutturale. Perrone non lascia mai nulla al caso, ogni pennellata è ben dosata e meditata dall’arguto e sagace senso del cromatismo e degli equilibri sostanziali della composizione.

La consolidata maturità espressiva trova la sua fonte ispiratrice nello sperimentalismo e nell’espressionismo informale. La piena capacità di padronanza sulla materia denota l’acquisita esperienza strumentale, che associata all’acuta intuizione ideativa e progettuale lo indirizza verso una forma pittorica enigmatica, accattivante, misteriosa, seducente.

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Alle mostre di Spoleto incontra Venezia le originali creazioni di Luciano Trevisan

Alle imminenti mostre di “Spoleto incontra Venezia” si potrà visionare l’interessante produzione pittorica del maestro Luciano Trevisan. L’esposizione, curata dal Professor Vittorio Sgarbi e organizzata dal manager Salvo Nugnes, si svolgerà nella stupenda città lagunare dal 27 Settembre al 24 Ottobre 2014, con vernissage esclusivo d’inaugurazione fissato per Sabato 27 Settembre. La struttura, che ospiterà il corposo allestimento è l’antico edificio nobiliare di Palazzo Falier, che si trova sul Canal Grande.

Trevisan, originario di Salice Terme, si trasferisce a Milano, dove negli anni Ottanta intraprende con successo la carriera di designer e ideatore di campagne pubblicitarie nazionali. Contestualmente inizia a dipingere, descrivendo i suoi stati d’animo davanti alla contemporaneità, soffermandosi nell’approfondire tematiche riguardanti le disparità del nostro pianeta e ponendosi di fronte ai disagi da esse provocati. Attraverso le sue raffigurazioni sulla decadenza e le contraddizioni sociali si dimostra attento al proprio tempo e ai problemi emergenti. Denuncia la società attuale, i suoi abusi e soprusi, spronando l’osservatore a soffermarsi per pensare e riflettere concretamente su ciò che vede impresso sulle tele.

L’artista dichiara, proclamando e diffondendo un messaggio etico morale di forte spessore “I miei quadri sono l’agenda dove ho scritto con il pennello 40 anni di avvenimenti e di disattenzioni dell’uomo”. Il risultato della sua tenace determinazione sfocia in una pittura onesta, piena di verità e senso di coscienza collettiva, per combattere l’alienazione del mondo e tracciare uno schema narrativo risolutivo pragmatico e di incisiva efficacia verso la mobilitazione da parte dell’opinione pubblica.

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La nota scultrice Maria Petrucci partecipa alle prestigiose mostre di “Spoleto incontra Venezia”

Reduce dalle recenti mostre di “Spoleto Arte” dove ha conseguito positivi riscontri ad elogio, la scultrice Maria Petrucci si appresta a partecipare a un’altra importante iniziativa artistica di portata internazionale, un evento già attesissimo denominato “Spoleto incontra Venezia” con la curatela di Vittorio Sgarbi, che si svolgerà dal 27 Settembre al 24 Ottobre, nel magico scenario veneziano. Il comparto organizzativo è gestito dal manager produttore Salvo Nugnes. La location ospitante scelta è il maestoso Palazzo Falier, affacciato sul Canal Grande. 

La propensione stilistica coerente e consapevole di perseguire un filone legato alla tradizione scultorea di origine popolare all’antica tematica di matrice agreste e naturalistica, consacra le sue incantevoli riproduzioni come autentiche opere d’arte, permanenti e indelebili nel tempo, che viene scolpito e rimane quasi inglobato e cristallizzato all’interno di esse, interrompendo la scansione cronologica, per renderle eternamente presenti e sempre attuali agli occhi dello spettatore.

Il legno, designato come materiale prediletto di lavorazione, per le acclarate virtù di duttilità e versatilità, viene forgiato con eccelsa capacità manuale e diventa una sorta di simbolico diario di vita, sul quale incidere e raccontare i pensieri, svelando le riflessioni emozionali e gli stati d’animo, che pervadono l’artista durante l’azione esecutoria. Nell’atto creativo la Petrucci dimostra impeccabile e approfondito studio analitico ed esperte cognizioni, che si riflettono nelle armoniose proporzioni dei soggetti raffigurati, che emergono dalla spazialità della massa indistinta e indefinita. Tali entità inermi acquistano una vibrante vitalità e si slanciano in proiezioni, di fluttuante e sinuoso dinamismo.

Nella suggestiva narrazione si può cogliere la radice della cultura realista d’impronta esistenziale, che compare anche nel resto dell’eterogenea produzione, dove i dipinti a olio, i paesaggi caratterizzati da elementi sperimentali e gli oggetti tipici dell’arcaica civiltà agricola e contadina, forniscono preziosi ricordi da far rivivere e fissare nella memoria delle generazioni future.

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“Spoleto incontra Venezia” accoglie le pregevoli creazioni del maestro Federico Tamburri

Le grandi mostre di “Spoleto incontra Venezia” curate da Vittorio Sgarbi e organizzate dal manager Salvo Nugnes accoglieranno le emozionanti opere del maestro Federico Tamburri. L’evento si terrà nel meraviglioso contesto della città lagunare, con inaugurazione in data 27 Settembre e durerà fino al 24 Ottobre, allestito dentro l’antico edificio nobiliare di Palazzo Falier, posto sul Canal Grande. 

Tamburri è pittore, scultore, grafico e maestro vetraio di fama internazionale. Dopo il liceo artistico, ha studiato presso la facoltà di architettura di Pescara. Le sue vetrate policrome sono collocati in importanti edifici pubblici e in strutture religiose. I suoi quadri sono presenti in prestigiosi musei, pinacoteche, fondazioni e enti pubblici. Durante l’arco della lunga attività ha realizzato anche creazioni in mosaico e sculture su pietra e marmo. È inoltre un fervido appassionato di libri, ne ha collezione oltre ventimila, successivamente poi donati al comune di atri.

Le rievocazioni raffigurano immagini oniriche, costituite da simbologie particolari riconducibili a una matrice surrealista, dai volumi talvolta compatti talvolta scomposti. Il linguaggio comunicativo risulta eterogeneo e multiforme. Attinge l’ispirazione da molteplici spunti tematici: il mito, la favola, la filosofia, la storia, la matematica del transfinito, la fisica teoretica, approdando ad una formula interpretabile come una sorta di “Grande sogno verso un’arte totale” in nome di una conoscenza innovatrice e di una coscienza libera dai pregiudizi dell’ignoranza.

Tamburri con elegante discrezione, riservatezza e spontanea umiltà si distingue dimostrando innate doti espressive, che gli hanno permesso in quasi 50 anni di onorata carriera di raggiungere tanti meritati traguardi positivi. Nel commentare il suo percorso afferma “La conoscenza allarga i nostri orizzonti, permette di partire dalla magia e di collocare l’arte in un contesto reale, senza però mai dimenticare, che ogni tela è in realtà lo specchio della propria anima”.

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Alle mostre di Spoleto incontra Venezia le raffinate creazioni di Caterina De Angelis

Nella selezione dei talentuosi artisti, che esporranno all’interno delle rinomate mostre di “Spoleto incontra Venezia” rientra anche la pittrice Caterina De Angelis, che si contraddistingue per uno stile di delicata raffinatezza creativa. L’evento, sotto l’esperta curatela del noto critico Vittorio Sgarbi, sarà inaugurato ufficialmente in data Sabato 27 Settembre e proseguirà fino al 24 Ottobre 2014, con l’organizzazione del manager produttore Salvo Nugnes. La location ospitante designata è lo storico Palazzo Falier, residenza aristocratica nel cuore di Venezia, proprio affacciata sul coreografico Canal Grande. Tanti i nomi illustri coinvolti nell’iniziativa: da Dario Fo a Eugenio Carmi, da José Dalì a Pier Paolo Pasolini, e molti altri personaggi di autorevole fama. 

La base della ricerca fatta dalla De Angelis, che ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Foggia e l’Accademia di Brera, con gli insegnamenti del virtuoso maestro Terruso, risiede nel figurativo e ruota intorno all’espressione artistica ad esso correlata. I suoi quadri parlano e raccontano storie, vicende e momenti di vita. Nel gioco, sapientemente calibrato delle luci e delle ombre, le forme raffigurate si congiungono, si interscambiano, si completano, risaltano in armoniosa commistione.

La produzione è caratterizzata da vivace dinamismo ed entusiastica vitalità. Le rappresentazioni riprodotte sulle tele appaiono come figure vive, pulsanti, vibranti. Le tonalità e le sfumature dei colori regalano visioni di soave eleganza e lieve dolcezza. Si possono scorgere attimi di amore, passione, così come bagliori di sofferenza e dramma interiore. La De Angelis si propone di rievocare tutta quella serie di sentimenti, che coesistono nella sfera interiore di ciascuno e fanno parte delle esperienze esistenziali. Le gioie si alternano ai dolori passionali contrastanti e si intrecciano quasi vorticosamente, per poi confluire d’improvviso in emozioni esplosive, generate dalla vista di qualcosa oppure dal verificarsi di un episodio particolare, che fungono da situazioni scatenanti propulsive.

Nei suoi dipinti si può cogliere la profonda e radicata vena poetica. Infatti, osservandoli e magari chiudendo gli occhi dinanzi a essi è possibile sognare e fantasticare, rivivendo fasi di vita pregresse o immaginandone di nuove sempre più stimolanti e coinvolgenti da affrontare.

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Grande evento per la Milano Art Gallery che terrà la mostra di Giuseppe Santonocito in occasione dell’incontro in onore di Margherita Hack con Alberoni, Don Mazzi, Sgarbi, Salvo Nugnes e…

Lo storico Spazio Culturale “Milano Art Gallery” sito in via G. Alessi 11, a Milano (fine Corso Genova), fino al 9 Agosto 2014, ospita la mostra personale “Ispirazione onirica” dell’eclettico pittore Giuseppe Santonocito.

Inaugurata, lo scorso 9 Luglio, con un’interessante conferenza dell’Assessore alla Cultura di Milano Filippo Del Corno e del noto psichiatra Alessandro Meluzzi, in data Giovedì 31 Luglio ha fatto da suggestiva cornice ad un altro grande evento: un incontro commemorativo in ricordo della straordinaria scienziata e astrofisica Margherita Hack. Ospiti dello speciale appuntamento, il sociologo di fama mondiale Francesco Alberoni e il fondatore della Comunità Exodus Don Mazzi, che assieme al relatore e organizzatore Salvo Nugnes, hanno parlato del prezioso contributo dell’“amica delle stelle” nella storia della scienza e della cultura italiana.

Tutti i presenti hanno potuto ammirare le oniriche opere di Santonocito e complimentarsi direttamente con il talentuoso artista, sotto i riflettori dei media anche per la sua recente partecipazione alle mostre di “Spoleto Arte” curate da Vittorio Sgarbi. “Curiosa la visione cosmica di Giuseppe Santonocito, che impone macchine e sistemi geometrici in uno spazio cosmico stellato, sottratto. Ma quanto gioco c’è in queste invenzioni come -Ring- per contenere le energie della natura?” dichiara il professore e prosegue “L’arte contemporanea può ripetersi all’infinto, mantenendo una coincidenza tra immagine e stile e da questo punto di vista, Santonocito è perfettamente contemporaneo”.

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Incontro in onore di Margherita Hack alla Milano Art Gallery con la presenza d’eccezione di Sgarbi, Alberoni, Don Mazzi e altri illustri ospiti

Giovedì 31 Luglio 2014, il prestigioso Spazio Culturale “Milano Art Gallery” (via G. Alessi 11, fine Corso Genova) a Milano, è stata la cornice di un emozionante incontro in memoria della famosa “amica delle stelle” Margherita Hack. A ricordarla nel simbolico anniversario del primo anno dalla morte, due personalità illustri: il sociologo di fama mondiale Francesco Alberoni e il fondatore della Comunità Exodus, Don Mazzi, che assieme all’organizzatore e relatore Salvo Nugnes, amico affezionato della Hack, hanno parlato della straordinaria vita per la scienza condotta questa donna così speciale e singolare. 

La conferenza era inserita nel ricco calendario di “Cultura Milano” il Festival Artistico Letterario, al quale ha partecipato diverse volte la rinomata scienziata e astrofisica, ideato con l’obiettivo di rendere la cultura accessibile a tutti. Gli incontri ospitano personaggi noti del mondo dell’arte, della cultura e dello spettacolo, del calibro di Bruno Vespa, Umberto Veronesi, Vittorio Sgarbi, Corrado Augias, Margaret Mazzantini, Mogol, Piero Chiambretti, Antonino Zichichi, Katia Ricciarelli, Patty Pravo e molti altri.

Tra le numerose significative riflessioni della professoressa, ricordiamo come “L’astronomia ci ha insegnato che non siamo il centro dell’Universo, come si è pensato a lungo e come qualcuno ci vuol far pensare anche oggi. Siamo solo un minuscolo pianeta attorno a una stella molto comune. Noi stessi, esseri intelligenti, siamo il risultato dell’evoluzione stellare, siamo fatti della materia degli astri”.

L’organizzatore spiega “Vogliamo mantenere sempre viva la memoria su quanto ha fatto per noi Margherita, nei tanti anni di studi e ricerche. Con esperta conoscenza in materia ci ha offerto il frutto dei suoi sacrifici. Ha speso l’intera vita, dimostrando un’autentica propensione e ha sempre conservato una spontanea modestia, un’umiltà profonda, una semplicità radicata, che le hanno permesso di rimanere una persona schietta e verace, di non scendere mai a compromessi e di guadagnarsi la stima e il rispetto di tutti, oltre ad un’ammirazione fortissima per l’innata genialità”. E prosegue aggiungendo “È un vero modello ad esempio anche per le generazioni più giovani, che la adorano e non hanno mai perso l’occasione di venire a sentire la sue coinvolgenti lectio magistralis quando è stata ospite più volte presso la -Milano Art Gallery- e in altre location, in cui l’abbiamo convogliata in conferenza”.

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Radio Monte Carlo ai quotidiani nazionali: Grande evento per le mostre di Spoleto incontra Venezia a cura del Prof. Vittorio Sgarbi e organizzata dal manager Salvo Nugnes

Si registra una forte e crescente risonanza mediatica, da parte sia dell’opinione pubblica sia degli addetti di settore, per le prestigiose mostre “Spoleto incontra Venezia” curate da Vittorio Sgarbi, con l’organizzazione del manager produttore Salvo Nugnes. L’esposizione collocata all’interno di Palazzo Falier, sontuosa dimora veneziana sul Canal Grande, verrà inaugurata ufficialmente in data 27 Settembre e proseguirà fino al 24 Ottobre 2014, nell’incantevole cornice della città lagunare. Stanno dedicando particolare attenzione all’evento Radio Monte Carlo, che di recente ha intervistato Sgarbi sull’argomento e i principali quotidiani nazionali, con una mobilitazione promozionale a largo raggio. 

E’ un appuntamento davvero significativo per unire simbolicamente Spoleto e Venezia, concepiti come storici pilastri secolari di riferimento e centri nevralgici primari per la diffusione dell’arte e della cultura, con fama internazionale. Confluiranno a Venezia personalità rinomate del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì, Max Laudadio, congiuntamente a esponenti di spicco del panorama attuale, riuniti insieme in una collettiva di altissimo livello. Inoltre, è prevista la partecipazione di vip e personaggi noti, TV, giornalisti, nonché di importanti rappresentanze istituzionali.

E’ un’occasione assai speciale, che darà inizio a una serie di iniziative interessanti, scaturita sull’impronta delle mostre di “Spoleto Arte” svoltesi dal 27 Giugno al 24 Luglio, che hanno riscosso approvazione unanime di consenso e ottimo esito generale. Il sito di riferimento è www.spoletoarte.it.

Per gli artisti interessati ad esporre, inviare alcune opere e richiedere materiale informativo a [email protected] o chiamare lo 02-76280638. Per informazioni visitare il sito www.spoletoarte.it .

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Per chi vuole ammirare sculture mitologiche, “Spoleto Arte” espone le opere di Luigi Galligani

Lo scultore senese Luigi Galligani ha portato in esposizione all’interno di “Spoleto Arte” alcuni pezzi di sorprendente e rara bellezza, conquistandosi ovazioni di complimento da parte del corposo gruppo di visitatori. Le mostre di “Spoleto Arte” con la curatela del critico Vittorio Sgarbi si trovano nella stupenda struttura di Palazzo Leti Sansi, in Piazza del Mercato a Spoleto, dal 27 Giugno al 24 Luglio. L’organizzazione è gestita dal manager Salvo Nugnes, direttore di Promoter Arte.

 

Ascoltando le significative riflessioni di Sgarbi in merito all’artista si colgono frasi importanti, tra cui “Una piena maturità nello spirito ludico e quasi neo-decò ha raggiunto Galligani. I suoi bronzi sono composti e spiritosi, annunciano presenze favolose come sirene e divinità, opime e accoglienti. La sua forma attualizza il gusto degli anni trenta del ‘900, con convinzione e ironia”.

 

Galligani spiega “Io pulisco le mie figure dai connotati, che la storia occasionalmente conferisce loro, le decontestualizzo di proposito e le pongo in una situazione metastorica: la situazione del mito. Le mie opere sono il frutto di un lungo lavoro di pulizia etica dell’immagine, in modo da restituirla all’osservatore in una veste insolitamente semplice, senza oratorie altisonanti o urlate, né superficiali cornici di contorno”.

 

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