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I colori e il simbolismo di Anna Poerio alle grandi mostre di “Spoleto incontra Venezia”

“SPOLETO INCONTRA VENEZIA”: LA TALENTUOSA PITTRICE ANNA POERIO IN MOSTRA CON LE SUE COINVOLGENTI CREAZIONI

 

Spoleto incontra Venezia“, la grande mostra curata da Vittorio Sgarbi e diretta dal manager produttore Salvo Nugnes,  sta ottenendo ottimi consensi di pubblico e di critica. Si svolge dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014 nello spettacolare scenario di Venezia, all’interno di due prestigiose location nobiliari, il Palazzo Falier e il Palazzo Rota-Ivancich. Tra le personalità in esposizione tanti nomi illustri, tra cui Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì. La nota pittrice Anna Poerio è tra gli artisti designati per partecipare al pregiato evento, con le sue opere pittoriche di elegante fascino rievocativo, che conquistano l’osservatore fin dal primo sguardo.

 

Sull’interessante ricerca stilistica compiuta dalla Poerio è stato scritto “Muove il suo percorso sulle orme della lunga e arcaica storia figurativa dedicata al corpo umano e alla sua rievocazione artistica ed estrapolando una sintesi narrativa personalizzata e  originale, nella quale esso assume la connotazione di “organo” misterioso, affascinante, accattivante, ammaliante, suadente nelle movenze, che racchiudono al contempo una serie di intensi messaggi e simbolismi subliminali da condividere con l’osservatore”.

 

La bellezza e l’armoniosa proporzionalità delle raffigurazioni è sorretta e valorizzata da colori e cromature ben calibrate, lette e impresse prima con la mente e il cuore e poi con il pennello intinto nella tavolozza. Le tonalità sono “addomesticate” in fusione di accurato equilibrio. Sono cromatismi, che l’autrice sa molto bene ottimizzare e canalizzare nell’uso, dimostrando doviziosa capacità di studio e virtuoso istinto naturale. Le tele non sono mai “violate” poiché la sua elaborazione “profuma” di classicità, di tradizione, fungendo da tramite per esaltare  e celebrare il gusto e il concetto del “bello visivo” nella sensazione vibrante e avvolgente del colore, ma anche nel libero slancio creativo ed immaginifico delle figure e dei soggetti rappresentati, che proclama la perfetta alchimia di profusione dei gesti e delle movenze, in una cadenza ritmata dalla soave sonorità musicale di contorno.

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L’innato talento artistico di Lena Gentile alle grandi mostre di “Spoleto incontra Venezia”

“Spoleto incontra Venezia”: Lena Gentile espone le sue emozionanti introspettive pittoriche

 

Trionfale successo per la grande mostra “Spoleto incontra Venezia” sotto l’autorevole curatela di Vittorio Sgarbi e la direzione del manager produttore Salvo Nugnes, che si svolge dal 28 settembre al 24 ottobre 2014 nell’incantevole città di Venezia all’interno di due meravigliosi edifici secolari di nobile origine, il Palazzo Falier e il Palazzo Rota-Ivancich. Tanti i nomi illustri coinvolti in esposizione, da Dario Fo a Eugenio Carmi, da Pier Paolo Pasolini a José Dalì e molti altri esponenti rinomati del panorama odierno. L’affermata pittrice Lena Gentile è inserita nel selezionato parterre di artisti presenti all’evento di prestigio.

 

Nel commentare l’innato talento artistico della Gentile è stato detto “Dalla poetica di questa sensibile artista si evince una concezione armoniosa del mondo. I presupposti espressivi derivano dalla passione profonda e dall’estro naturale per il disegno, dal fascino simbolico e intrigante del colore, dal desiderio di comunicare l’essenza del dato figurativo, suscitando delle vive e vivaci emozioni nello spettatore. La pittura diventa la dimensione dello spirito, trasfigurazione di momenti reali sospesi e senza tempo. Dalla sua ricerca emerge una purezza stilistica, che parla dell’entusiasmo generato nel trasformare gli aspetti e le visioni del quotidiano in un messaggio positivo universale di bellezza ed energia vitale, da trasmettere al fruitore“.

 

La Gentile affascinata, conquistata e ammaliata da una realtà d’immagini preziosa e irripetibile segue la costruzione compositiva della prospettiva lineare, predisponendo un’accorta disposizione di luci e ombre, il perfetto senso della proporzione e offrendo un’insolita suggestione visiva dei soggetti ed elementi riprodotti. I dipinti diventano un tramite, un mezzo per veicolare un’effusione e un’esternazione di sentimenti, regolati da un equilibrio intellettuale, che scandisce armonicamente i ritmi, soprattutto dove le rigogliose e corpose campiture colorate s’incontrano a intreccio con variabili virtuosismi del disegno e con le rielaborazioni simboliche e surreali insite nella narrazione.

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Le grandi mostre di “Spoleto incontra Venezia”: Vittorio Sgarbi presenta lo scultore futurista Matteo D’Errico

“SPOLETO INCONTRA VENEZIA”: MATTEO D’ERRICO IN MOSTRA CON LE SUE ECLETTICHE SCULTURE FUTURISTE

 

Spoleto incontra Venezia” la grande mostra curata da Vittorio Sgarbi con la direzione organizzativa del manager produttore Salvo Nugnes accoglie nella magnifica cornice secolare veneziana di Palazzo Rota-Ivancich le originali creazioni scultoree di matrice futurista del talentuoso Matteo D’Errico, accanto a personalità del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì. L’allestimento resterà in loco, e anche presso lo storico Palazzo Falier sul Canal Grande, dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014 ed è visitabile con ingresso libero al pubblico.

 

D’Errico considera tra i principi ispiratori del suo poliedrico modo di fare arte e concepire l’arte, il minimalismo, lo spazialismo, il realismo e il serialismo, utilizzando oggetti, elementi e strutture di derivazione industriale rivisitate, riassemblate e trasformate con innata arguzia ideativa e progettuale in vere e proprie “molecole d’arte” avveniristiche e innovative.

 

Su di lui è stato scritto “I suoi lavori sono frutto di un’approfondita riflessione progettuale, di un’arguta e sagace strategia esecutiva. Niente viene impostato con improvvisata casualità all’interno della piattaforma ideativa. Dai materiali utilizzati alla tipologia di procedura strumentale, la scelta si basa su uno schema preciso studiato a monte, ben ponderato e calibrato. La cornice compositiva scaturisce dall’impeccabile sincronia degli elementi, in perfetta alchimia e fusione. Gli spunti di aderenza alla realtà sono rivisitati e tradotti in chiave di avveniristica simbologia metaforica, arricchita da riferimenti storico-geografici, modulati e incanalati attraverso una riproposizione fantastica. Il risultato ottenuto è un intreccio di moderna arte cosmopolita e di linguaggio narrativo antico in un itinerario di viaggio avvincente, generato dalla sfera dell’immaginario, che suscita nell’osservatore curiosa e animata partecipazione”.

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La fantasia, l’originalità e la forza di Marta Belguardi presentate alle mostre di “Spoleto incontra Venezia”

MARTA BELGUARDI ESPONE ALLE RINOMATE MOSTRE DI “SPOLETO INCONTRA VENEZIA”

 

La pittrice Marta Belguardi espone alle mostre di “Spoleto incontra Venezia” curate dal Professor Vittorio Sgarbi e dirette dal manager Salvo Nugnes. Le sue splendide opere saranno visibili a Palazzo Falier, nobile dimora veneziana affacciata sul Canal Grande, fino al 24 Ottobre 2014. Tra gli artisti in mostra nomi del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì e molti altri.

 

Marta Belguardi nasce a Genova nel 1971, città in cui ha ottenuto il diploma di maturità presso il Liceo linguistico V. Moraglia. All’Università ha frequentato il corso di Scienze dell’educazione e contemporaneamente ha iniziato a lavorare per l’azienda di famiglia svolgendo varie mansioni. Da sempre ha dimostrato interesse per l’arte in ogni sua forma. Il primo approccio con la pittura avviene nei primi anni ’90 con la tecnica dell’acquerello. In seguito, grazie all’incontro con il Maestro F. Mancini, approda in una dimensione pittorica totalmente nuova e apprende la tecnica della Flash Art.

 

Da qui inizia un proprio percorso che le consentirà di svolgere estemporanee, mostre en plein air, collettive e personali. Durante questo percorso, in fase di continua sperimentazione e ricerca di una propria espressione pittorica, ottiene numerose conferme da parte del pubblico. Con nuove tecniche ed estrema fantasia, crea una serie di opere su tela assolutamente particolari, nuove ed originali, introducendo una serie di “abissi” ed “universi” materici, unici nel loro genere. A Gennaio del 2009 si accosta alla tecnica pittorica del Trompe-l’oeil frequentando un corso tenuto dal Docente Carlo Peretti. Attualmente svolge l’attività di pittrice a tempo pieno sviluppando una propria linea pittorica.

 

Sabrina Arosio scrive di lei: «È una progressiva incursione nella figura umana e nel paesaggio la pittura di Marta Belguardi. Un processo di penetrazione dell’immagine che, nei suoi smalti, focalizza prima il particolare, poi la mera silhouette ed infine diventa esplosione cromatica e gestuale che lascia spazio, nel processo di fruizione, solo al puro sentimento».

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D’ago Cravatte: Grande sodalizio come partner della mostra “Spoleto incontra Venezia” a cura del professore più noto d’Italia, Vittorio Sgarbi

 

“D’ago Cravatte” che produce cravatte sartoriali di alta qualità, autentiche eccellenze manifatturiere del Made in Italy, ha stretto un sinergico sodalizio commerciale come partner della grande mostra “Spoleto incontra Venezia” a cura di Vittorio Sgarbi con la direzione organizzativa del manager produttore Salvo Nugnes, allestita dal 27 settembre al 24 ottobre 2014 all’interno di due magnifiche strutture secolari veneziane, il Palazzo Falier e il Palazzo Rota-Ivancich. Nel contesto espositivo è possibile ammirare opere di personalità illustri come Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì, Pier Paolo Pasolini.

 

“D’ago Cravatte” è un brand creato da Giuliana D’Agostino, che spiega: “Dopo un’esperienza di 30 anni nel settore della cravatta confezionata a mano e dopo tantissimi anni di lavoro dedicati a soddisfare le esigenze di numerose e importanti aziende, come Zegna, Gucci, Tom Ford, Brioni, ho deciso di mettere a disposizione la mia esperienza lavorativa per una selezionata fascia di clientela, desiderosa di avere un prodotto personalizzato e su misura di alta qualità“. Inizia così l’avventura della “D’ago Cravatte” un marchio, che riflette un gusto espressamente italiano e punta a soddisfare l’uomo di classe, che ama la raffinata eleganza del prodotto sartoriale.

 

La D’Agostino sottolinea: “Le Cravatte D’ago nascono dall’esigenza di avere come obiettivo primario un prodotto di qualità sia nei particolari sia nella manodopera. I tessuti e i materiali utilizzati sono scelti con estrema cura e testimoniano un’attenta ricerca alla classicità e all’esigenza di attualità unite in perfetto connubio nel prezioso manufatto realizzato“.

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Grande successo per Luciano Mario Rossi tra gli illustri artisti di “Spoleto incontra Venezia”

Ampio consenso per il noto orafo scultore Luciano Mario Rossi, attualmente in esposizione con le sue pregiate creazioni nel contesto della grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” curata da Vittorio Sgarbi e diretta dal manager produttore Salvo Nugnes nello storico contesto Veneziano di Palazzo Falier, nobile dimora secolare affacciata sul Canal Grande. L’esposizione, inaugurata con sfarzosa serata di gala in data 27 settembre, durerà fino al 24 ottobre 2014 con ingresso libero al pubblico per le visite.

 

Sul talentuoso artista hanno scritto “Si pone come interprete contemporaneo delle trame del tempo e dell’intramontabile magia del gioiello, inteso come creazione artistica realizzata in base al suo linguaggio espressivo e comunicativo e alla sua personalità, con uno stile inconfondibile, inimitabile, esclusivo. Per lui il gioiello è eternamente classico nella contemporaneità e sempre attuale. Al di là delle mode e delle tendenze i suoi prodotti pregiati racchiudono la tradizione arcaica nel concetto di modernismo, in un perfetto connubio, documentato dalla fervida attività e dal costante impegno e dedizione nella ricerca tecnica, avvertendo il bisogno di richiamarsi alla specifica identità tradizionale italiana per riaffermarne e rivalutarne con forza la connotazione tipica distintiva, nel segno dell’armonia, della misura, del gusto del bello, che per secoli hanno caratterizzato la nostra realtà nazionale di settore nel rapporto stretto e solido tra memoria e modernità“.

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“Spoleto incontra Venezia”: I sassi scolpiti di Siro Polazzetto esposti in queste prestigiose mostre

In esposizione alle prestigiose mostre di “Spoleto incontra Venezia” i noti sassi di Siro Polazzetto. Le sue opere sono visibili a Palazzo Rota Ivancich, a 150 mt da Piazza San Marco, fino al giorno 24 ottobre 2014. La mostra, curata dal Prof. Vittorio Sgarbi e diretta dal manager produttore Salvo Nugnes, porta in mostra grandi nomi, come Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì ed una mostra fotografica su Pasolini.

 

Siro Polazzetto è un artista multidisciplinare che divide la propria vita tra S. Donà di Piave e Venezia, dove ricopre la carica di restauratore di mosaico nella Basilica di San Marco dal 1973. L’artista, grande restauratore, ha eseguito numerosi interventi di restauro su mosaico, oltre che a Venezia, a Torcello, Napoli e Roma, per importanti monumenti e luoghi di culto.

Come membro della “Scuola del Mosaico” ha lavorato per la realizzazione di grandi opere per il Kuwait, la Nigeria, l’Arabia Saudita e per il palazzo di vetro di New York.

 

Le sue opere, sassi scolpiti raccolti dal fiume, interrompono con l’artista il loro naturale destino. L’uomo interviene così per inscrivervi una forma nuova, e lanciarli nel futuro. La pietra, dopo essere stata scolpita, non va perdere la sua originaria identità, bensì va a mantenere la sua forma naturale di sasso, pur diventando simultaneamente un volto umano. I sassi di Polazzetto ricordano le sculture primitive africane e gli studi di Picasso, nonché di Modigliani, ad esse inerenti. Nonostante sia un autodidatta, possiede delle notevoli capacità manuali e più tecniche qualificate. Non sorprende quindi che riesca a spaziare all’interno di una varietà di materiali, dai quali sfrutta ogni qualità espressiva. La sicurezza delle pennellate quando dipinge, l’abilità nel creare forme di poliuretano che abbiano una vitalità animale, la maestria nel riprodurre fisionomie in resine simili a vetro, testimoniano il suo talento.

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L’artista Angelica Cioppa presente a “Spoleto incontra Venezia” espone le sue opere con la curatela di Vittorio Sgarbi, a Palazzo Falier

In occasione dell’inaugurazione della mostra “Spoleto incontra Venezia”, tenutasi il 27 settembre 2014 a Palazzo Falier, il Prof. Vittorio Sgarbi ha avuto occasione di vedere, assieme all’artista Angelica Cioppa, le sue meravigliose opere. Il Professor Sgarbi ha apprezzato i lavori della pittrice, esposti all’interno dello storico palazzo, e visitabili fino al 24 ottobre 2014, con ingresso libero al pubblico.

 

La mostra, diretta dal manager produttore Salvo Nugnes è stata curata dal prof. Sgarbi, il quale ha porto i suoi elogi all’operato della pittrice Angelica Cioppa, nota per i suoi meravigliosi fiori dalle sfumature di lucente e sfavillante energia cromatica. L’artista aveva già partecipato alla pregressa edizione di “Spoleto Arte” svoltasi dal 27 giugno al 24 luglio 2014, ed ha accettato con entusiasmo di esporre le sue opere, per la prima volta a Venezia, nella prestigiosa location affacciata sul Canal Grande.

 

Il soggetto dei suoi dipinti, come un vero e proprio inno alla vita, è il fiore. In mostra il visitatore può ammirare le sue opere: un girasole, un iris rosso, dei crisantemi bianchi ed una gazania blu.

Una sorta di omaggio alla perfezione della natura, ai suoi colori e alla sua armonia, spesso purtroppo dimenticati e minacciati dall’essere umano.

 

Su di lei Sgarbi ha dichiarato: “Angelica Cioppa si dimostra artista sofisticata soprattutto nell’affrontare il misterioso mondo dei fiori. Le sue immagini presentano un buon disegno e una cromia piuttosto accesa e vivace”.

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Rosario Tedesco espone alle prestigiose mostre di “Spoleto incontra Venezia”

L’artista Rosario Tedesco espone le sue opere alla grande mostra di “Spoleto incontra Venezia”, grande esposizione curata da Vittorio Sgarbi e diretta dal manager produttore Salvo Nugnes. L’evento si terrà dal 28 settembre al 24 ottobre 2014 nel nobile Palazzo Rota Ivancich, nei pressi di Piazza San Marco. Tra gli artisti in mostra vi sono personaggi noti tra i quali Dario Fo, Eugenio Carmi e José Dalì.

Rosario Tedesco ha cominciato a coltivare la sua passione per la fotografia nel 2007, passione che è andata di pari passo col sempre più rapido affermarsi del digitale, che l’ha affascinato fin da subito per la velocità e la versatilità che consentiva, e che ha unito all’apprendimento di programmi di manipolazione digitale delle immagini.

Protagoniste delle sue fotografie sono le nuvole che sovrastano mura antiche, storici edifici e resti archeologici, come il sito archeologico di Velia e Palazzo de Vargas a Vatolla, in provincia di Salerno. Nuvole dense e brumose che ricordano i romantici paesaggi di William Turner e la ricerca sulle nuvole e la luce filtrata da esse del grande pittore inglese John Constable.

L’artista, oltre ad essere un grande fotografo, si dedica da sempre alla filosofia ed alla scrittura, stilando svariati saggi riguardanti temi diversi. Tedesco è quindi un personaggio eclettico che si esprime attraverso la fotografia, la musica e la scrittura, in maniera spirituale e alla continua ricerca del “Sublime”.

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“Spoleto incontra Venezia”: Il maestro vetraio Adriano Dalla Valentina propone le sue esclusive creazioni artigianali

La grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” è un appuntamento imperdibile, che sta mobilitando l’attenzione mediatica generale. L’evento, previsto dal 28 settembre al 24 ottobre 2014 nella stupenda cornice veneziana di Palazzo Falier, antica residenza nobile del XV secolo sul Canal Grande. Curatore dell’iniziativa prestigiosa è Vittorio Sgarbi con la direzione del manager produttore Salvo Nugnes. Tra i nomi illustri annunciati in esposizione Dario Fo, Pier Paolo Pasolini, Eugenio Carmi, José Dalì. Nel pregevole contesto si annoverano le incantevoli creazioni in vetro di murano del rinomato maestro vetraio Adriano Dalla Valentina.

 

Fin dall’età di 10 anni inizia a lavorare nelle fabbriche muranesi, apprendendo molteplici tecniche di lavorazione. A 24 anni apre una propria azienda diventando artigiano professionista autonomo. La sua gamma produttiva spazia in vari settori del vetro d’arte muranese e si distingue per una precisa e peculiare impostazione tecnico-stilistica. Infatti, privilegia le tecniche tradizionali, che agli occhi degli esperti e del vasto pubblico evocano suggestioni di “Venezianità”: la filigrana e la murrina, a cui associa le tecniche del soffiato e della scultura, sia soffiata sia massiccia. Collabora spesso con famosi designer e architetti per realizzare opere in vetro da essi disegnate.

 

La passione viscerale per il vetro si respira nella “Fornasa” di Adriano, dove quotidianamente è impegnato nell’elaborazione di nuove opere, che spesso diventano vere e proprie sfide. Su di lui è stato scritto “Nella fluidità della massa vitrea si può dare contrasto con l’aiuto di madre natura e quindi Dalla Valentina ricorda il miracolo delle creature marine e i fondali. Il -Battuto- lo trova incontestabile protagonista di sculture di grande vigore artistico. Balza sul soffiato con leggiadria incomparabile e fornisce leggerezza degna di grande attenzione a livello qualitativo”.

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“Spoleto incontra Venezia”: Palazzo Rota Ivancich accoglie le opere fantasiose di Federico Tamburri

Le grandi mostre di “Spoleto incontra Venezia” curate da Vittorio Sgarbi e organizzate dal manager Salvo Nugnes accoglieranno le emozionanti opere del Maestro Federico Tamburri. L’evento si terrà nel meraviglioso contesto della città lagunare, dal 28 settembre e al 24 ottobre, allestito dentro l’antico edificio di Palazzo Rota – Ivancich, a pochi passi da Piazza San Marco.

 

Tamburri è pittore, scultore, grafico e maestro vetraio di fama internazionale. Dopo il liceo artistico, ha studiato presso la facoltà di architettura di Pescara. Le sue vetrate policrome sono collocate in importanti edifici pubblici e in strutture religiose. I suoi quadri sono presenti in prestigiosi musei, pinacoteche, fondazioni ed enti pubblici. Durante l’arco della lunga attività ha realizzato anche creazioni in mosaico e sculture su pietra e marmo. È inoltre un fervido appassionato di libri, ne ha collezione oltre ventimila, successivamente poi donati al comune di atri.

 

Le rievocazioni raffigurano immagini oniriche, costituite da simbologie particolari riconducibili a una matrice surrealista, dai volumi talvolta compatti talvolta scomposti. Il linguaggio comunicativo risulta eterogeneo e multiforme. Attinge l’ispirazione da molteplici spunti tematici: il mito, la favola, la filosofia, la storia, la matematica del transfinito, la fisica teoretica, approdando ad una formula interpretabile come una sorta di “Grande sogno verso un’arte totale” in nome di una conoscenza innovatrice e di una coscienza libera dai pregiudizi dell’ignoranza.

 

Tamburri con elegante discrezione, riservatezza e spontanea umiltà si distingue dimostrando innate doti espressive, che gli hanno permesso in quasi 50 anni di onorata carriera di raggiungere tanti meritati traguardi positivi. Nel commentare il suo percorso afferma: “La conoscenza allarga i nostri orizzonti, permette di partire dalla magia e di collocare l’arte in un contesto reale, senza però mai dimenticare, che ogni tela è in realtà lo specchio della propria anima”.

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Le opere universali di Stella Maris Garro Pecchioli esposte a “Spoleto incontra Venezia”

Si annuncia un evento di acclarato successo la grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” che si svolge dal 28 settembre al 24 ottobre 2014 a cura di Vittorio Sgarbi con la direzione del manager produttore Salvo Nugnes. La location allestita per la pregevole iniziativa è lo sfarzoso Palazzo Falier, che risale al XV secolo e si trova affacciato sul Canal Grande a Venezia. In esposizione personalità illustri del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì. La nota pittrice Stella Maris Garro Pecchioli rientrante nell’esclusivo gruppo di artisti, porterà le sue pregevoli creazioni pittoriche ispirate dalla matrice cosmopolita, etnica e orientaleggiante.

 

Le peculiari trasparenze irregolari e patinate dei fogli di carta di riso utilizzati come superficie di base, mostrano le pennellate variopinte inchiostrate e impresse dalla pittrice: tratti dati in senso circolare o anche ascendente, rossi e neri, neri e gialli, scale di grigio e nero graffiate, colori accoppiati talvolta miscelati a punteggiati di cromia d’orata molto discreti e sobri. Le forme circolari rievocano gioiose girandole fantastiche o anche occhi interiori, che scrutano nascosti in un io vorticosamente turbato una qualche interessante realtà da apprendere, attirare oppure fuggire, allontanare.

 

Di lei hanno scritto “I movimenti ascendenti di piante fiorite e girasoli raggianti, dominati decisamente dagli inchiostri gialli, verdi e neri, ma al contempo tenui, sono veramente affascinanti. Figure, che si allontanano con tenacia verso l’alto, ma in un movimento delicatamente circolare di spirale appena accennata. Dipinti, che sanno coniugare i contrasti cromatici con la loro contemporanea delicatezza in un gioco sapiente di tinte decise, ma delicate. Così anche il movimento delle figure predilige in taluni casi una circolarità ascendente o profonda in altri. La sensazione, che se ne riceve è quella di una felice e armoniosa -commistione- di contrari. Lavori dal sapore orientale estremo, con il tocco e il carattere di un’artista fine, che ha saputo sapientemente reinterpretare quel gusto secondo un umore e un carattere tipicamente occidentale. Non è escluso, senza false congetture, che ci si possa trovare di fronte a una considerevole autentica novità“.

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“Spoleto incontra Venezia”: L’arte cosmopolita e orientaleggiante di Maristella Pecchioli in esposizione

Si annuncia un evento di acclarato successo la grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” che si svolge dal 28 settembre al 24 ottobre 2014 a cura di Vittorio Sgarbi con la direzione del manager produttore Salvo Nugnes. La location allestita per la pregevole iniziativa è lo sfarzoso Palazzo Falier, che risale al XV secolo e si trova affacciato sul Canal Grande a Venezia. In esposizione personalità illustri del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì. La nota pittrice Maristella Pecchioli rientrante nell’esclusivo gruppo di artisti, porterà le sue pregevoli creazioni pittoriche ispirate dalla matrice cosmopolita, etnica e orientaleggiante.

 

Le peculiari trasparenze irregolari e patinate dei fogli di carta di riso utilizzati come superficie di base, mostrano le pennellate variopinte inchiostrate e impresse dalla pittrice: tratti dati in senso circolare o anche ascendente, rossi e neri, neri e gialli, scale di grigio e nero graffiate, colori accoppiati talvolta miscelati a punteggiati di cromia d’orata molto discreti e sobri. Le forme circolari rievocano gioiose girandole fantastiche o anche occhi interiori, che scrutano nascosti in un io vorticosamente turbato una qualche interessante realtà da apprendere, attirare oppure fuggire, allontanare.

 

Di lei hanno scritto “I movimenti ascendenti di piante fiorite e girasoli raggianti, dominati decisamente dagli inchiostri gialli, verdi e neri, ma al contempo tenui, sono veramente affascinanti. Figure, che si allontanano con tenacia verso l’alto, ma in un movimento delicatamente circolare di spirale appena accennata. Dipinti, che sanno coniugare i contrasti cromatici con la loro contemporanea delicatezza in un gioco sapiente di tinte decise, ma delicate. Così anche il movimento delle figure predilige in taluni casi una circolarità ascendente o profonda in altri. La sensazione, che se ne riceve è quella di una felice e armoniosa -commistione- di contrari. Lavori dal sapore orientale estremo, con il tocco e il carattere di un’artista fine, che ha saputo sapientemente reinterpretare quel gusto secondo un umore e un carattere tipicamente occidentale. Non è escluso, senza false congetture, che ci si possa trovare di fronte a una considerevole autentica novità“.

 

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Alle mostre di Spoleto incontra Venezia la pregiata arte scultorea di incantevoli Giovanni Balderi

La prestigiosa esposizione di “Spoleto incontra Venezia” sta per aprire in anteprima, con un ricco elenco di importanti nomi coinvolti, da Dario Fo a Eugenio Carmi, da José Dalì a Pier Paolo Pasolini. L’evento, curato da Vittorio Sgarbi e diretto dal manager produttore Salvo Nugnes, si terrà dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014, nella straordinaria cornice veneziana di Palazzo Falier, antica struttura nobiliare eretta sul Canal Grande nel XV secolo.

Nell’occasione lo scultore Giovanni Balderi è stato selezionato per partecipare all’appuntamento attesissimo. Nel 1984 inizia lo studio di ornato floreale e stile presso la bottega del maestro omatista Ledo Tartarelli. Nel 1994 continua a studiare anatomia e modellato con il professor Enzo Pasquini, specialista del Neoclassicismo. Collabora con vari laboratori di scultura contemporanea, senza mai interrompere l’attività di ricerca espressiva. Le sue opere, che nascono dal blocco di marmo senza l’utilizzo di bozzetti preparatori, sono inserite in numerose collezioni private e pubbliche.

Dalle sue parole è possibile cogliere al meglio la fonte d’ispirazione, che lo accompagna e lo guida nella fase ideativa ed esecutoria della lavorazione “La voce dell’arte non nasce qui, qui si manifesta, qui si ascolta, qui si vede. Mi piace, che il caso sia parte del percorso creativo dell’opera. Tutte le sculture sono cercate e scolpite direttamente dal blocco di marmo. Percorro così la particolare natura dell’informe scelto. Non preparo un bozzetto in terra o gesso. Il marmo è la materia prima, che nell’immediatezza dell’operare mostra una sua facilità, da seguire, da rispettare e talvolta da sfidare. Inizio in tanti modi a scolpire a blocco, ma oltre a una chiara sensazione da esprimere non so nemmeno io come si manifesterà l’opera finita. Per me i volumi, i tagli, le spaccature sono il manifestarsi delle sensazioni, da orchestrare come su di uno spartito musicale. Ogni tonalità, estensione e ritmo compositivo assumono un preciso valore nella voce dell’opera”. E aggiunge “Un riferimento certo è il corpo, da sempre voce di un’esigenza di raccontare percorsi umani e divini, dove il sentire si mostra in opere eterne come le domande. Il mio vuole essere un corpo, che tace, che si mette in disparte, che lascia parlare l’anima, l’energia che lo abita, lo domina, lo fa vivere, gli dà la forma, l’espressione”.

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La spoletina Stefania Cappelletti parteciperà con le sue opere alle mostre “Spoleto incontra Venezia”

Stefania Cappelletti farà parte del gruppo di artisti che esporranno a “Spoleto incontra Venezia”, attesissima esposizione curata dal Professor Vittorio Sgarbi. Cornice magnifica della mostra lo storico Palazzo Falier, sul Canal Grande a Venezia, aperto al pubblico dal 28 settembre al 24 ottobre 2014. Riportiamo qui un’intervista alla pittrice.

 

D: Come nasce l’occasione di partecipare a questo importante evento espositivo?

R: Ho fatto esposizioni importanti a Roma, Parigi, Berlino, New York, poi la selezione per “Spoleto Arte”, a cura di Vittorio Sgarbi, a Spoleto, nella mia città, e lì nasce tutto.

 

D: È la prima volta che espone a Venezia?

R: Venezia è un sogno. Sì, è la prima volta che espongo lì, e spero sia la prima di una lunga serie.

 

D: Quali opere esporrà e quale orientamento tematico seguono?

R: L’opera che espongo è parte di una serie, ispirata all’atmosfera veneziana, così magica, e unica… S’intitola S. Maria della Salute, è un olio su tela. È una delle opere, da me dipinte, dedicate a Venezia.

 

D: Quando e com’è avvenuto il suo approccio al mondo dell’arte?

R: Dipingo fin da piccola, ed ho studiato i grandi classici della pittura. Ora, semplicemente, lascio andare il pennello liberamente, e così nascono i miei quadri. La prima mostra importante è stata a Roma, subito dopo sono stata contattata per esporre in Via Margutta. Poi l’ammissione all’Accademia di San Lazzaro, presieduta da Radini Tedeschi, con cui ho partecipato a numerose mostre prestigiose come la Triennale di Roma 2014 a cura di D. Radini Tedeschi e A. Bonito Oliva. L’ammissione all’Accademia è stata una svolta, non solo per quanto riguarda il livello delle esposizioni, ma anche per il mio modo di dipingere, di affrontare la tela bianca. Tutto andava per il verso giusto, poi sono arrivata alla mostra a Parigi, poi a Berlino, infine a New York. Nella mia città, Spoleto, ho vinto il premio Spoleto Festival Art a cura del Dr. Luca Filipponi, negli anni 2012, 2013, 2014. Quando sono stata selezionata per Spoleto Arte 2014, a cura di V. Sgarbi, ho provato un’emozione fortissima…wow!

 

D: Un commento di riflessione in parallelo tra Spoleto e Venezia, come poli di eccellente portata, nella divulgazione dell’arte e della cultura, con fama internazionale?

R: Spoleto è un punto di riferimento importante, è necessario esserci; non a caso molti esperti d’arte di fama internazionale vi organizzano grandi mostre. Come lo è pure Venezia, con la sua Biennale. Sono tappe fondamentali per un artista che vuole crescere ed affacciarsi al mondo dell’arte a livello internazionale.

 

D: È compiaciuta di esporre accanto a illustri nomi del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì e altri nomi di spicco del panorama contemporaneo?

R: Sono molto onorata di esporre insieme a dei BIG come Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì e gli altri grandi. Mi sono piaciuti molto i lavori di Dario Fo, li trovo forti, intensi…parlano di lui, del suo modo di essere.

 

D: Se dovesse dare una breve definizione sul concetto di arte in generale? 

R: Cos’è l’arte? Bella domanda… Comunicazione?? Forse? Ma ci sono i critici per spiegarlo, io dipingo soltanto.

 

D: Ci sono degli artisti e/o delle correnti, che apprezza in modo particolare?

R: Ricordo di essere rimasta incantata, per lungo tempo, davanti ad un Arlecchino di Picasso, anni fa a Firenze. Ed ho visto la Gioconda al Louvre. Ma qualche tempo fa ho visitato la mostra all’Ara Pacis, sugli Impressionisti, e l’ho trovata fantastica. Avevo già visto alcune loro opere a Orsay, ma quest’ultima esposizione a Roma è stata molto suggestiva, veramente bella.

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La società pugliese Giannuzzi S.r.l sponsor della talentuosa pittrice Gabriella Legno in occasione delle mostre di Spoleto incontra Venezia

In occasione dello svolgimento della grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” curata da Vittorio Sgarbi e diretta dal manager produttore Salvo Nugnes, che si terrà dal 28 settembre al 24 ottobre nella magnifica cornice veneziana del secolare Palazzo Falier, affacciato sul Canal Grande, è stata selezionata tra i rinomati artisti partecipanti la talentuosa pittrice Gabriella Legno, affiancata dalla rinomata società Giannuzzi S.r.l., che la supporta in qualità di sponsor per il prestigioso evento, di portata internazionale. 

La Giannuzzi S.r.l. ha sede in Puglia, precisamente in località Cavallino nella provincia di Lecce ed è leader nella fabbricazione di sedili per aeromobili. Inoltre, è specializzata nella progettazione, nell’allestimento e nel confezionamento con l’utilizzo di tessuti speciali di componenti aeronautiche, quali tappezzerie per sedili di aerei ed elicotteri, pannelli anti-sonori, fonoassorbenti e isolanti, nella componentistica d’arredo, nell’equipaggiamento di velivoli civili e militari.

La particolare composizione merceologica dei materiali impiegati nei cicli di lavorazione si accompagna alla peculiare tipicità dei prodotti commercializzati. Gli elementi e le tecnologie studiate per il settore hanno permesso di realizzare prodotti di alta manifattura, che fondono la produzione su scala industriale con l’esclusiva qualità artigianale, conservandola integralmente.

Per la Giannuzzi S.r.l. il motto aziendale trainante è: perfezione e massima sicurezza; qualità e longevità hanno massima priorità, senza compromessi per ogni singola componente fabbricata. Le soluzioni fornite sono modulate per rispondere e soddisfare le specifiche esigenze di una clientela nazionale ed estera, fidelizzata nel tempo e in costante incremento.

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“Spoleto incontra Venezia”: un’inedita retrospettiva fotografica in omaggio a Pier Paolo Pasolini in una mostra curata da Sgarbi presso il nobile Palazzo Rota Ivancich

La grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” sta per aprire ufficialmente nell’incantevole contesto di Venezia, curata da Vittorio Sgarbi e diretta dal manager produttore Salvo Nugnes, dal 28 settembre al 24 ottobre 2014. Il pregiato Palazzo Rota Ivancich, secolare dimora nel centro cittadino, nelle vicinanze di San Marco, accoglierà nell’occasione un’inedita retrospettiva fotografica in omaggio a Pier Paolo Pasolini. Scatti d’autore di rara bellezza e autentica suggestione realizzati dal maestro fotografo Roberto Villa durante le riprese sul set del famoso film “Il fiore delle mille e una notte” di cui Pasolini fu regista all’epoca, nei tre mesi di durata della lavorazione cinematografica.

Attraverso questa carrellata di immagini rievocative di forte intensità è possibile ripercorrere e addentrarsi nell’avvincente viaggio del film, osservando l’universo figurativo e antropologico scelto da Pasolini e la realtà di corpi e luoghi yemeniti e persiani, dove il poeta-regista ha strutturato e ambientato una parte del proprio scenario in chiave onirica. Il fascino coinvolgente delle visioni immortalate risiede nell’aver carpito e delineato i dettagli del mosaico antropologico e ambientale, alimentato dalle luci speciali, dai cromatismi e dalla fisicità stessa degli abitanti divenuti comparse recitanti. Si evince la componente di spontanea ed immediata espressività e la storia raccontata nei gesti abituali, nelle posture, negli sguardi accesi o spenti, nelle pieghe delle labbra incuriosite, abbandonate o stanche.

Una delle caratteristiche peculiari più significativa, emerge nell’istante in cui chi è guardato guarda a sua volta, e si pone a una distanza che appartiene ad altri secoli, ad altra cultura, ad altra religione, a un universo di codici, elementi e segni, che non ci sono mai stati familiari, generando un intreccio spazio-temporale e una commistione simbologica di stupefacente armonia emozionale.

Sgarbi ha dichiarato “si vede il racconto di un viaggio intorno a Pasolini nelle fotografie di Roberto Villa, che accompagnando il regista sul set del film nello Yemen, in Eritrea, in Etiopia ha fatto come un viaggio iniziatico”.

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Il mondo del surrealismo di Ugo Zen in mostra a “Spoleto incontra Venezia”

Comincia il simbolico conto alla rovescia per la grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” vetrina internazionale e cosmopolita, che si terrà dal 28 settembre al 24 ottobre 2014 nel meraviglioso contesto secolare di Palazzo Falier, che si trova sul Canal Grande a Venezia. L’evento è a cura di Vittorio Sgarbi con il direttore del manager Salvo Nugnes e prevede una corposa carrellata di personalità di rilievo, tra cui Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì. Ad avvicendarsi in esposizione nel selezionatissimo gruppo ci sarà anche Ugo Zen, che propone le sue fantasiose prospettive pittoriche surreali.

 

Nativo di Genova, dove vive e lavora attualmente, di professione fotografo, ma coinvolto dalla ricerca sperimentale nella pittura con un approccio di formazione da autodidatta. Studia i classici, ma si lascia influenzare da De Chirico, Magritte, Dalì, Delvaux, Breton; Zen spiega: “Il surrealismo è il mio tema più caro e la sua figurazione corrisponde alle pieghe freudiane della mitologia e ai misteri spirituali e simbolici dell’alchimia filosofica“.

 

Nelle sue opere i soggetti raffigurati sono uomini ritratti di spalle, affiancati da scacchiere mentre osservano il mare oppure scarpe, che al centro dello spazio compositivo si appoggiano su una superficie liquida, nella quale si riflette un cielo attraversato da nuvole disposte con bizzarra simmetria. Lavora con tratto sicuro, ponendo particolare attenzione alla luminosità del colore e alla forza evocativa ed espressiva del riflesso dell’acqua. Passa agevolmente da composizioni, dove le sfumature muovono leggere il paesaggio naturale riproducendo con realismo i cromatismi, ad altre in cui tutto viene esemplarmente idealizzato. Tali strutture narrative provengono da un immaginario onirico, che inducono l’osservatore a superare e oltrepassare i propri limiti interpretativi per tentare di coglierne il messaggio simbolico e metaforico.

 

Il geniale surrealismo si proietta in chiave tridimensionale, in una “realtà sopra la realtà” che si traveste di fantastiche alchimie elaborate con la massima attenzione al particolare, dove nessun dettaglio è lasciato al caso. L’uomo impersonifica il doppio (il di fuori e il di dentro) e appartiene alla spazialità in cui diventa oggetto di una comunicazione, che sale i gradini di una concezione metafisica assoluta, raggiungendo esiti di notevole qualità. L’ottica realistica non è altro, che un pretesto per stravolgere l’idea, che deteniamo sugli elementi e sulle relazioni reciproche. Il reale e l’apparente oggettività riprodotte da Zen generano un’atmosfera intensamente inquieta, in cui il nostro vivere si protende alimentando la certezza, che al di là delle apparenze superficiali siamo coinvolti da una “realtà superiore”.

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Alle mostre di Spoleto incontra Venezia le incantevoli creazioni di Marina Colombo

Inizia il conto alla rovescia per la grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” che si terrà dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014, con la curatela di Vittorio Sgarbi e la direzione del manager produttore Salvo Nugnes. L’allestimento è all’interno dello sfarzoso Palazzo Falier, edificio del XV secolo costruito sul canal grande a Venezia e vedrà l’esposizione di personaggi di lustro, tra cui ario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì. In questo prestigioso parterre l’artista Marina Colombo porterà le sue emozionanti proiezioni pittoriche, guidate dal realismo magico, onirico e fantastico. 

Fin dall’infanzia, la Colombo dimostra un’innata predisposizione per il disegno. All’inizio del percorso si cimenta nella riproduzione di quadri del passato, con particolare predilezione verso l’arte impressionista. Il salto di qualità nella formazione avviene grazie alla frequentazione della scuola della rinomata pittrice e scultrice Giuliana Randighieri, che le permette di esaltare a valorizzare al meglio le sue potenzialità.

Nelle tele emerge l’intenso estro creativo e le virtuose doti strumentali acquisite. L’uso della luce solare, che si riverbera come una cascata luminosa, è considerata la fonte primaria e indispensabile per l’ispirazione e sta alla base della vasta produzione, dove compaiono il mare, i paesaggi, le nature morte, così come il Duomo di Milano, la Galleria Vittorio Emanuele e altri luoghi importanti e di preziosa valenza nel suo vissuto.

La finalità principale è l’inserimento di una dimensione proveniente dal sogno, interpretato in chiave favolistica e fiabesca, che si insinua nella realtà rappresentata ed esprime un linguaggio codificato legato al simbolismo e a messaggi subliminali, che accanto al sorprendente effetto cromatico, generano forti emozioni nello spettatore. Non si limita a emulativi e pedissequi esercizi di semplice narrazione descrittiva, ma imprime nelle raffigurazioni un proprio simbolico “marchio” distintivo e connotativo, che le rende inconfondibili e di originale impostazione.

La Colombo riesce ad accostare con delicata e aggraziata armonia d’equilibrio compositivo molteplici tonalità, forme, linee sinuose, che si snodano e si intrecciano a comporre e costruire strutture dove è insito un senso di movimento in costante e continuo divenire, inserito in un processo ineffabile e inarrestabile, come fosse carpito in uno scatto istantaneo, prodotto dall’attimo fuggente, catturato e trasferito sulla tela. Il suo intento è riuscire a fissare in eterno quella speciale “scintilla sfuggente” frutto dell’alchimia tra sensazione e sentimento, che non appartiene alla pura matericità e che lei ricerca con accorato ardore e inesauribile passione, nel viaggio fantasioso, intrapreso per conviverne appieno con il fruitore il patos e il coinvolgimento intimo.

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“Spoleto incontra Venezia”: Presentati i suggestivi lavori scultorei di Francesco Siclari

In occasione dell’attesissima grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” sarà possibile visionare gli interessanti lavori scultorei realizzati da Francesco Siclari. L’evento, curato da Vittorio Sgarbi con la direzione organizzativa del manager produttore Salvo Nugnes, è fissato dal 28 settembre al 24 ottobre 2014, nella splendida cornice veneziana dell’aristocratico Palazzo Falier, affacciato sul Canal Grande, con l’esposizione straordinaria di esponenti di pregio come Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì.

 

Siclari è conosciuto e apprezzato anche come talentuoso pittore. Fin da bambino si cimenta con il disegno, poi passa alla china, alla tempera, all’acquerello e infine ai colori ad olio. Nell’approccio con la scultura conserva e mantiene intatta quella feconda vena di lirismo aulico, che ha da sempre pervaso la sua poliedrica produzione, dimostrando di mantenersi saldamente ancorato ad un’ispirazione sostenuta dalla spiccata sensibilità interiore, che ne guida la mano e l’azione esecutoria, collocando le sue opere in una formula di realismo attraversato dal magico incanto emozionale.

 

È un artista molto prolifico, che negli anni si è dedicato alacremente a un’attività densa di approfondimenti, stimolazioni visive e contenutistiche, restando sempre fedele alla propria linea di condotta, che consiste nell’individuazione di un filone di verismo attento alla dimensione della realtà, ma tradotto e riconducibile a un’autentica narrazione poetica, che lo influenza. È sostenuto da una tecnica formale ad alto livello, possiede strumenti espressivi ineccepibili, che nascono da un’istintiva e innata capacità elaborativa e da una padronanza acquisita e consolidata dall’esperienza teorica e pratica, oltre che dagli insegnamenti appresi dai maestri, che l’hanno preceduto. Si rende fautore di rappresentazioni realistiche, dalla massa materica corposa e densa, dai volumi pieni e ben marcati, che nel contempo offrono il plus valore di prestarsi ad un’eterogenea interpretazione personale e soggettiva.

 

Applica con fermezza il proposito di infondere verità e veridicità alle sue visioni, nella scrupolosa e doviziosa esecuzione dai risultati eccellenti, pur contornandole di emozioni e percezioni sprigionate dall’ego più intimo e profondo, che gli consente di condividere con l’osservatore quei sentimenti reconditi, quel senso di fantasia onirica, quel gusto per la dimensione di afflato romantico, che riempiono le sue creazioni di energia vitale, di calore umano, di vivace positività.

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“Spoleto incontra Venezia”: Daniela Biganzoli alias Dab espone la sua arte quantistica

Durante la grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” Daniela Biganzoli, conosciuta con lo pseudonimo di Dab, sarà presente con la sua arte quantistica, che la guida e la indirizza nel dinamico percorso di ricerca e sperimentazione. L’esposizione di richiamo internazionale, curata da Vittorio Sgarbi e diretta dal manager produttore Salvo Nugnes nell’antichissimo contesto veneziano di Palazzo Falier sul Canal Grande, si terrà dal 28 settembre al 24 ottobre 2014. Tra le pregiate opere, si potranno ammirare anche quelle appartenenti a personaggi del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì e altri autori di spicco.

 

Dalle significative riflessioni della Biganzoli è possibile comprendere al meglio la radice portante del suo modo di concepire l’arte e fare arte: “Mi esprimo attraverso l’arte quantistica col nome di Dab. Mi rivolgo agli aspetti più misteriosi e comunque non ancora del tutto messi in luce dalla scienza. La mia attenzione è rivolta in particolare al microcosmo, al mondo delle particelle subatomiche, ad una realtà invisibile e immateriale dove non possiamo conoscere gli oggetti, ma solo le loro relazioni. Una realtà dove tutte le cose e tutti gli eventi sono interconnessi. Mi servo dell’arte quantistica per riunire concetti scientifici e spirituali in una visione olistica, che tutto abbraccia. I richiami simbolici spesso presenti nelle mie opere aiutano nella comprensione e contemporaneamente ricollegano ad un lontano passato, fondendo tutto nell’uno, come principio armonizzante”.

 

Incentra le sue opere inedite trans-disciplinari su una concezione nuova e stimolante, che ha come punto focale di riferimento la sintesi comunicativa tra i numerosi linguaggi derivanti dall’arte e dalla scienza, nonché dal dialogo instaurato dagli scienziati più avanguardisti con l’ambito artistico e filosofico. Questo risultato è ottenuto rielaborando l’influsso delle teorie fisiche più recenti e stimolanti, valutando però la complessità della realtà circostante e le interazioni di tali dottrine con i campi applicativi delle altre scienze, per integrarne gli aspetti spazio temporali salienti e individuare i più misteriosi e ancora sconosciuti.

 

Tra i concetti primari richiamati nelle composizioni, la complementarietà, considerata basilare per ogni aspetto della vita si ritrova anche nella fisica. Infatti, secondo il Premio Nobel Niels Bohr “Gli aspetti ondulatori e quelli corpuscolari della materia e della luce, sono due facce dello stesso fenomeno”.

 

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Alle mostre di Spoleto incontra Venezia le incantevoli creazioni di Maria Franca Grisolia

All’interno del pregiato comparto espositivo di “Spoleto incontra Venezia” previsto dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014 a Venezia, nel aristocratico Palazzo Falier affacciato sul Canal Grande, sarà possibile ammirare le fantasiose visioni pittoriche di Maria Franca Grisolia, accanto ad un parterre di opere appartenenti a nomi di forte rilevanza, tra cui Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì. L’evento è curato dal Professor Vittorio Sgarbi con la direzione del manager produttore Salvo Nugnes. 

L’essenza della ricerca stilistica della Grisolia la conduce a compiere una trasformazione del reale tramite un linguaggio riconducibile al filone del Realismo classico, con una proiezione oggettiva profonda, che recepisce la bellezza e l’armonia del mondo circostante. Si cimenta con diverse tecniche e affstaronta tematiche eterogenee, con particolare predilezione verso la raffigurazione femminile. La tavolozza composta da affascinanti e variegate cromie è ricca, vivace e gioca con i contrasti tonali di luci-ombre esaltando le forme. Per lei il colore non è solo pura contemplazione, ma creazione del nuovo, che accompagnato dalla spontaneità espressiva lascia spazio al sogno e all’immaginario fantastico.

Si dimostra artista sensibile e valida comunicatrice di sentimenti, capace di esternare con l’avvincente estro innato delle interpretazioni, che evidenziano il suo corposo bagaglio spirituale. I dipinti trasmettono sensazioni intense, scaturite dall’ego interiore proiettato sulle tele per trasferire i significativi messaggi ancorati a un figurativo dal carattere surreale. Si avvale dell’intuito emotivo, focalizzando la sua sfera intima, con una notevole padronanza tecnico-culturale, che le consentono di elaborare lavori di elevato pregio qualitativo.

La Grisolia spiega “La mia pittura figurativa assume la consistenza del reale. Mostra i personaggi e propone l’analisi dei sentimenti attraverso la descrizione, spesso dettagliata, dei particolari: dei volti, dei gesti, dello spazio. Evoca la tradizione del Realismo classico e mediante la suggestione della forma, suggerisce letture diverse o momenti di riflessione sull’esistenza umana”.

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A “SPOLETO INCONTRA VENEZIA” IN ESPOSIZIONE ANNALISA PICCHIONI CON IL SUO ASTRATTISMO DI MATRICE INTIMISTA

In occasione della grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” a cura di Vittorio Sgarbi, con la direzione del manager Salvo Nugnes, Annalisa Picchioni è stata scelta tra i rinomati artisti partecipanti con la sua arte ispirata dall’astrattismo intimista. L’iniziativa di portata internazionale si terrà dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014 nel sontuoso Palazzo Falier sul Canal Grande a Venezia, coinvolgendo nomi altisonanti come Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì.

La Picchioni durante gli anni di studio accademico approfondisce la tecnica dell’incisione tramite il metodo Hayter con la stampa simultanea a colori. In parallelo con la crescente passione per la fotografia continua la sperimentazione con la pittura, inserendo lastre di plexiglass per conferire una struttura tridimensionale alle rappresentazioni.

In lei emerge la capacità di donare alle forme tratti decisi, che poi si confondono nelle sfumature tonali. Sullo sfondo inserisce le cromature pastello per armonizzare i contorni geometrici delle raffigurazioni. L’intento è di lasciare molta libertà al tratteggio, pur marcando le linee poiché come spiega “Vorrei far visionare quel mondo interiore ricco di sogni e magie e metterlo in contrapposizione con quello -costruito- che è alla luce di tutti”.

Nelle composizioni partendo da un pensiero, che diventa un “modulo” di base ne accentua la ripetizione per sottolineare come le ossessioni e i sogni si pongono e si impongono ripetutamente nelle nostra mente. Le cromature accese e le tinte brillanti rendono visibile quella che si pone come unica e fondamentale variante: il punto d’osservazione, l’alter ego della percezione onirica, che viene dilatato nell’analisi microscopica di un dettaglio o viene riequilibrato in una prospettiva di visione d’insieme.

L’apparente disordine delle forme e dei segni è un universo in sviluppo progressivo, che si armonizza. Lo spettatore percepisce la dimensione luminosa, perché vede l’ombra dell’immateriale, che nella sua irrealtà genera emozioni, evocando il movimento dell’anima e il fluire dei sentimenti nel fremito delle sensazioni impresse nelle opere e condivise, come la magia dei ricordi dimenticati e recuperati, che fanno sentire vivi e suscitano inaspettate reazioni nella memoria dei sensi.

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Alle mostre di Spoleto incontra Venezia le incantevoli creazioni di Marilena Lacchinelli

Marilena Lacchinelli si inserisce nella pregiata cornice delle mostre di “Spoleto incontra Venezia” curate da Vittorio Sgarbi e dirette dal manager Salvo Nugnes, dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014, presso il sontuoso Palazzo Falier, che si trova a Venezia sul famoso Canal Grande. 

La Lacchinelli è un’artista autodidatta, che utilizza la pittura a olio, ma ama anche sperimentare tecniche diversificate, inserendo il colore come elemento puro e protagonista, usando con vivaci tocchi luminosi. Le rose, considerate nelle molteplici declinazioni, sono tra le raffigurazioni predilette. Vengono ritratte con delicato lirismo poetico, attraverso primi piani assai ravvicinati, scandagliandone le geometrie più minuziose, cogliendone nell’essenza compositiva la femminilità, la vitale solarità, la magica sensualità insita in esse.

Il talento creativo della Lacchinelli consiste nel rievocare un’espressione floreale e naturalistica, che appare familiare e rassicurante, incantando l’osservatore per la seducente eleganza e lasciando percepire una dimensione di bellezza perfetta e ideale, di fascino sensibile e delicato, simbolo di freschezza e leggiadria, manifestazione sublime di innalzamento e ascesa spirituale.

Stende il colore con variopinta e multiforme duttilità e stimola il fruitore con originali visioni fatte di luci e di silenzio, lasciando scaturire dinamiche suggestioni. La pittrice spiega “L’arte migliora il mondo quando esprime emozioni, dall’arte traggo arte. Il concetto è la cornice affascinante di un bel dipinto. L’artista agisce per il bene comune della pittura e per creare un mondo migliore. L’incontro con l’arte rende ricchi, l’emozione educa il cuore all’amore per l’arte. Mi auguro, che il tempo emotivo contribuisca ad emanare un dolce profumo”.

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Le grandi mostre di “Spoleto Incontra Venezia” accolgono l’arte Marck Art di Marco Urso

La grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” si pone come “osservatorio” internazionale sull’arte Contemporanea con la presenza d’eccezione di opere di personalità del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì. L’evento curato da Vittorio Sgarbi con la direzione del manager produttore Salvo Nugnes si terrà dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014 all’interno dello storico Palazzo Falier, nobile dimora veneziana del XV secolo affacciata sul Canal Grande. Nel prestigioso elenco dei partecipanti è inserito il pittore Marco Urso, in arte Marck Art, con la sua espressione artistica guidata dall’immaginario fantastico, dominato e sorretto dalle emozioni e dalle vibrazioni pulsanti scaturite moto dell’anima. 

Urso è fondatore e presidente dell’associazione culturale e artistica denominata “AUU”. Nativo di Palermo attualmente vive e lavora a Favara, in provincia di Agrigento, dove si cimenta nell’arte pittorica con ottimi consensi. Frequenta il conservatorio di Palermo, ma a seguito di una grave malattia abbandona gli studi musicali e si dedica a coltivare il talento innato e la forte passione per la pittura. Le opere sono ispirate alla medicina, di matrice espressionista con temi e contenuti connessi alla propria malattia, alla condizione interiore di sofferenza e alla rinascita spirituale avvenuta grazie al mondo artistico.

Nel descrivere la singolare e peculiare esperienza esistenziale Urso spiega “La mia pittura nasce dopo la mia morte. Non mi piace dire qualcosa di me. Dopo, che il mio cuore è stato fermo 25 minuti sono un altro e mi hanno chiamato Marck Art come pseudonimo artistico. Posso dire di essere un uomo, che ha vissuto due volte, ossia sono rinato corporalmente e culturalmente dopo una gravissima apnea cardiaca, con il dono creativo della pittura astratta”. 

Commentandone il percorso davvero unico nel suo genere il noto Professor Bonifacio Tanino ha scritto “Il suo viaggio simbolico di rinascita, che poi è quello di Marck Art inizia una calda notte estiva, il 23 Luglio del 2006. A seguito di questo viaggio di profonda claustrofobia del cuore si è risvegliato e gli si sono spalancate dinanzi le porte di un’altra vita. Ha ricevuto il dono miracoloso di una rinascita sotto un nuovo cielo, nuove stelle e nuovi orizzonti. Un risveglio inaspettato in un altro mondo governato dal sogno e dall’immaginazione. Marck Art è un pittore, che attraversa una vita altera, vita segnata da un continuo divenire, da un perenne trapassare a dimensioni paradossali e contrapposte, nelle quali si sono alternate e concretate la luce e l’ombra, la gioia e il dolore, l’assenza e la presenza, la vita e la morte. Un fare linguistico-creativo fortemente legato a quella classica dinamica psicologia di contrapporre all’inesorabile -perdita- delle cose della propria vita, la -nascita- di un’esistenzialità giocosa, costruita mediante un processo empatico ed istintivo”.

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Alle mostre di Spoleto incontra Venezia le incantevoli creazioni di Marco Urso

La grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” si pone come “osservatorio” internazionale sull’arte Contemporanea con la presenza d’eccezione di opere di personalità del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì. L’evento curato da Vittorio Sgarbi con la direzione del manager produttore Salvo Nugnes si terrà dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014 all’interno dello storico Palazzo Falier, nobile dimora veneziana del XV secolo affacciata sul Canal Grande. Nel prestigioso elenco dei partecipanti è inserito il pittore Marco Urso, in arte Marck Art, con la sua espressione artistica guidata dall’immaginario fantastico, dominato e sorretto dalle emozioni e dalle vibrazioni pulsanti scaturite moto dell’anima. 

Urso è fondatore e presidente dell’associazione culturale e artistica denominata “AUU”. Nativo di Palermo attualmente vive e lavora a Favara, in provincia di Agrigento, dove si cimenta nell’arte pittorica con ottimi consensi. Frequenta il conservatorio di Palermo, ma a seguito di una grave malattia abbandona gli studi musicali e si dedica a coltivare il talento innato e la forte passione per la pittura. Le opere sono ispirate alla medicina, di matrice espressionista con temi e contenuti connessi alla propria malattia, alla condizione interiore di sofferenza e alla rinascita spirituale avvenuta grazie al mondo artistico.

Nel descrivere la singolare e peculiare esperienza esistenziale Urso spiega “La mia pittura nasce dopo la mia morte. Non mi piace dire qualcosa di me. Dopo, che il mio cuore è stato fermo 25 minuti sono un altro e mi hanno chiamato Marck Art come pseudonimo artistico. Posso dire di essere un uomo, che ha vissuto due volte, ossia sono rinato corporalmente e culturalmente dopo una gravissima apnea cardiaca, con il dono creativo della pittura astratta”. 

Commentandone il percorso davvero unico nel suo genere il noto Professor Bonifacio Tanino ha scritto “Il suo viaggio simbolico di rinascita, che poi è quello di Marck Art inizia una calda notte estiva, il 23 Luglio del 2006. A seguito di questo viaggio di profonda claustrofobia del cuore si è risvegliato e gli si sono spalancate dinanzi le porte di un’altra vita. Ha ricevuto il dono miracoloso di una rinascita sotto un nuovo cielo, nuove stelle e nuovi orizzonti. Un risveglio inaspettato in un altro mondo governato dal sogno e dall’immaginazione. Marck Art è un pittore, che attraversa una vita altera, vita segnata da un continuo divenire, da un perenne trapassare a dimensioni paradossali e contrapposte, nelle quali si sono alternate e concretate la luce e l’ombra, la gioia e il dolore, l’assenza e la presenza, la vita e la morte. Un fare linguistico-creativo fortemente legato a quella classica dinamica psicologia di contrapporre all’inesorabile -perdita- delle cose della propria vita, la -nascita- di un’esistenzialità giocosa, costruita mediante un processo empatico ed istintivo”.

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Intervista – I fiori eccentrici di Angelica Cioppa in mostra a “Spoleto incontra Venezia”

Nel novero degli artisti partecipanti all’esposizione “Spoleto incontra Venezia” vi sarà anche la pittrice Angelica Cioppa, nota per i suoi fiori variopinti e meravigliosi. La mostra si terrà a Palazzo Falier, nobile dimora che si affaccia su Canal Grande, dal 28 settembre al 24 ottobre 2014, con la curatela di Vittorio Sgarbi e la direzione del manager produttore Salvo Nugnes. In seguito un’intervista alla pittrice.

 

D: Come nasce l’occasione di partecipare a questo importante evento espositivo?

R: Ho partecipato con molto piacere a “Spoleto Arte” che ha avuto luogo dal 27 giugno al 24 luglio 2014 con la curatela del Prof. Sgarbi, e la mostra è stata splendidamente diretta dal manager produttore Salvo Nugnes. Mi è stato proposto di partecipare alla mostra “Spoleto incontra Venezia” ed ho subito aderito con molto entusiasmo.

 

D: È la prima volta che espone a Venezia?

R: Sì, è la prima volta che espongo a Venezia.

 

D: Quali opere esporrà e quale orientamento tematico seguono?

R: Esporrò quattro opere sempre sul tema dei fiori: Un girasole, un iris rosso, dei crisantemi bianchi ed una gazania blu.

 

D: Quando e com’è avvenuto il suo approccio al mondo dell’arte?

R: Sono nata in una famiglia dove l’arte è sempre stata fondamentale. Sin da piccola mi piaceva disegnare, ho studiato anche pittura a Parigi, Londra e Bruxelles. È solo da una decina d’anni, che mi dedico interamente alla pittura ed ho cominciato ad esporre.

 

D: Se dovesse dare una breve definizione sul concetto di arte in generale?

R: L’arte.

La natura è perfetta e unica ma non è eterna.

L’arte è cercare di guardare oltre quello che solo i nostri occhi vedono, cercando un particolare

per farlo sopravvivere, per coglierne l’attimo fuggente, perché tutte le cose belle hanno una fine.

L’arte è cercare di creare il mondo dei sogni, ricco di colori, di magia.

L’arte è un’illusione: ci fa vedere quello che vogliamo vedere, può rendere veri i sogni!

L’arte è la propria interpretazione della vita, è la trasformazione della realtà.

Abbiamo un grande privilegio, noi pittori, possiamo provare per un attimo a distogliere chi ci

guarda dalla quotidianità e riempirgli il cuore di emozioni.

I colori sono la natura, l’armonia, la vita, la musica dell’anima.

Per questo dipingo fiori, sono il mio inno alla vita!

 

D: Ci sono degli artisti e/o delle correnti, che apprezza in modo particolare?

R: I pittori fiamminghi sono i miei preferiti. Da Peter Bruegel il Vecchio a Rembrandt, con il suo “Vecchio usuraio” uno dei miei quadri preferiti, Adriaen van Ostade, David Teniers, Michiel van Musscher, passando per i fioristi Jan Davidsz. de Heem, Jan van Huysum, A. van der Ast, … “they have been my main inspiration”.

 

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Intervista alla pittrice Stefania Cappelletti in occasione delle mostre di Spoleto incontra Venezia

Stefania Cappelletti farà parte del gruppo di artisti che esporranno a “Spoleto incontra Venezia”, attesissima esposizione curata dal Professor Vittorio Sgarbi. Cornice magnifica della mostra lo storico Palazzo Falier, sul Canal Grande a Venezia, aperto al pubblico dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014. Riportiamo qui un’intervista alla pittrice. 

D: Come nasce l’occasione di partecipare a questo importante evento espositivo?

R: Ho fatto esposizioni importanti a Roma, Parigi, Berlino, New York, poi la selezione per “Spoleto Arte”, a cura di Vittorio Sgarbi, a Spoleto, nella mia città, e lì nasce tutto.

D: È la prima volta che espone a Venezia?

R: Venezia è un sogno. Si, è la prima volta che espongo lì, e spero sia la prima di una lunga serie. 

D: Quali opere esporrà e quale orientamento tematico seguono?

R: L’opera che espongo è parte di una serie, ispirata all’atmosfera veneziana, così magica, ed unica… Si intitola S. Maria della Salute, è un olio su tela. È una delle opere, da me dipinte, dedicate a Venezia.

D: Quando e come è avvenuto il suo approccio al mondo dell’arte?

R: Dipingo fin da piccola, ed ho studiato i grandi classici della pittura. Ora, semplicemente, lascio andare il pennello liberamente, e così nascono i miei quadri. La prima mostra importante è stata a Roma, subito dopo sono stata contattata per esporre in Via Margutta. Poi l’ammissione all’Accademia di San Lazzaro, presieduta da Radini Tedeschi, con cui ho partecipato a numerose mostre prestigiose come la Triennale di Roma 2014 a cura di D. Radini Tedeschi e A. Bonito Oliva. L’ammissione all’Accademia è stata una svolta, non solo per quanto riguarda il livello delle esposizioni, ma anche per il mio modo di dipingere, di affrontare la tela bianca. Tutto andava per il verso giusto, poi sono arrivata alla mostra a Parigi, poi a Berlino, infine a New York. Nella mia città, Spoleto, ho vinto il premio Spoleto Festival Art a cura del Dr. Luca Filipponi, negli anni 2012, 2013, 2014. Quando sono stata selezionata per Spoleto Arte 2014, a cura di V. Sgarbi, ho provato un’emozione fortissima…wow!

D: Un commento di riflessione in parallelo tra Spoleto e Venezia, come poli di eccellente portata, nella divulgazione dell’arte e della cultura, con fama internazionale?

R: Spoleto è un punto di riferimento importante, è necessario esserci; non a caso molti esperti d’arte di fama internazionale vi organizzano grandi mostre. Come lo è pure Venezia, con la sua Biennale. Sono tappe fondamentali per un artista che vuole crescere ed affacciarsi al mondo dell’arte a livello internazionale.

D: È compiaciuta di esporre accanto a illustri nomi del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì e altri nomi di spicco del panorama contemporaneo?

R: Sono molto onorata di esporre insieme a dei BIG come Dario Fo, Eugenio Carmi, Josè Dalì e gli altri grandi. Mi sono piaciuti molto i lavori di Dario Fo, li trovo forti, intensi…parlano di lui, del suo modo di essere.

D: Se dovesse dare una breve definizione sul concetto di arte in generale? 

R: Cos’è l’arte? Bella domanda… Comunicazione?? Forse? Ma ci sono i critici per spiegarlo, io dipingo soltanto.

D: Ci sono degli artisti e/o delle correnti, che apprezza in modo particolare?

R: Ricordo di essere rimasta incantata, per lungo tempo, davanti ad un Arlecchino di Picasso, anni fa a Firenze. Ed ho visto la Gioconda al Louvre. Ma qualche tempo fa ho visitato la mostra all’Ara Pacis, sugli Impressionisti, e l’ho trovata fantastica. Avevo già visto alcune loro opere ad Orsay, ma quest’ultima esposizione a Roma è stata molto suggestiva, veramente bella.

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Daniela Forti esporrà le sue creazioni in occasione di Spoleto incontra Venezia a cura di Vittorio Sgarbi

È ormai imminente l’inizio della grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” che si terrà dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014, curata dal critico Vittorio Sgarbi e diretta dal manager produttore Salvo Nugnes, all’interno del maestoso Palazzo Falier, nobile dimora veneziana del XV secolo affacciata sul Canal Grande. In esposizione illustri nomi tra cui Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì, Pier Paolo Pasolini.

Tra le molteplici opere esposte sarà possibile ammirare le pregiate creazioni scultoree in vetro realizzate da Daniela Forti. Il suo interessante percorso nel mondo dell’arte del vetro inizia presso lo studio “Forme” a Roma nel quale apprende e sviluppa la padronanza sulla materia. Nel 1982 si trasferisce in Toscana dove apre il suo laboratorio atelier e instaura importanti con rinomate vetrerie della zona, affinando ulteriormente la conoscenza del rapporto luce/vetro.

Attraverso la fusione del vetro e del cristallo, la Forti approda ad una sua personale interpretazione e rivisitazione, avvalendosi di una metodologia innovativa ed esclusiva, che rende i suoi lavori unici ed inconfondibili, coniugando insieme fantasia ideativa, forme e colori in una composizione armoniosa ad intreccio dalla dinamica plasticità strutturale. Le sculture vengono modulate e forgiate tramite la luce, che trasmette intensa energia vitale alle rappresentazioni, anche in virtù del gioco della luminosità trasparente, sapientemente utilizzato dall’artista per dare ulteriore movimento e fluidità all’insieme.

La consolidata capacità strumentale si unisce alla competenza nella lavorazione e allo studio approfondito producendo risultati di eccellente livello qualitativo e di ottimo gusto estetico, di immediato impatto visivo e semplice comprensione per lo spettatore. Il linguaggio della Forti propone soluzioni sorprendenti applicate all’uso del vetro dotate di una speciale finezza espressiva, frutto del lungo cammino di formazione da lei intrapreso negli anni e di un’incessante sperimentazione, dove il mondo fantastico generato dalla sua intima introspezione le permette di cogliere e trasferire elementi di narrazione e simbolismo.

Nella libera e consapevole scelta di dedicarsi al vetro concepito come “Medium espressivo” dell’innato talento inserisce metafore e messaggi esistenziali in chiave codificata e cifrata, che conferiscono un plus valore indiscusso alla produzione. Per lei il vetro è qualcosa di misterioso e per certi versi incontrollabile: fragile e al contempo resistente, tagliente così come trasparente, mutevole e malleabile. La Forti con il fuoco lo scolpisce, lo plasma nel tentativo quasi “eroico e mitico” di restituirgli l’inconsistenza del tempo e della sua decorrenza, inserendolo in una dimensione eternamente attuale. Le opere ingannano la percezione sensoriale della scansione cronologica mostrando il passaggio dallo stato solido a quello liquido in una formula di proiezione perpetua, seppur inserita nell’attimo fuggente e sfuggente protagonista del costante e continuo fluire.

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ROLANDO ROVATI ESPORRÀ LE SUE COLORATISSIME TELE A “SPOLETO INCONTRA VENEZIA”

Si prospetta un appuntamento cultural artistico imperdibile quello della grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” con l’autorevole curatela di Vittorio Sgarbi, prevista dal 28 Settembre al 24 Ottobre nello splendido scenario del capoluogo lagunare, all’interno dello sfarzoso Palazzo Falier, residenza nobile risalente al XV secolo edificata sulla sponda del Canal Grande. Il pittore Rolando Rovati è inserito nell’esclusivo evento diretto dal manager produttore Salvo Nugnes, che riunisce un parterre di opere di esponenti prestigiosi, tra cui Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, Josè Dalì.

Le immagini ricorrenti, che si ritrovano nei quadri di Rovati denotano una pittura ispirata da un forte simbolismo e da speciali giochi cromatici. Attraverso l’utilizzo della tecnica denominata “papier collé” che consiste nell’applicazione di variopinte carte colorate su supporti lignei, egli compone le sue formule rappresentative, usando e miscelando acrilici, legno, pvc e altri svariati materiali. Si ispira a un tipo di arte, che richiama il riferimento a esperienze del secondo Futurismo.

Rovati realizza delle strutture rigide, delle vere e proprie “celle” dentro le quali esprime la genialità dell’estro e della fantasia creativa discostandosi volutamente dalla tradizione classica del figurativo per trovare, nell’armonia equilibrata della forma e nell’elegante e raffinato accostamento delle tinte e delle sfumature tonali, il suo punto di forza vincente dell’espressione stilistica. Le linee nella gestualità esecutiva non seguono nessun percorso razionale predefinito, ma sono libere di agire lungo la superficie pittorica interagendo con essa.

Vengono individuate delle nuove e innovative strutture architettoniche, dei veri e propri labirinti intersecati e intrecciati insieme, dove il colore dialoga con la potenza del simbolo e del significato connesso e diventa sferzante e incisivo nella pennellata. Le forme astratte sembrano quasi danzare sulla tavola colorata a smalto, che conferisce all’insieme un intenso bagliore di lucentezza di notevole impatto visivo, in una dimensione di ritmica timbrica scandita virtualmente da una melodia musicale in ottave.

La sua ricerca è ricca di fermenti emozionali e sollecitazioni emotive. Evidenzia particolari archetipi visivi posti a metà tra immagini d’introspezione e astrazione, che si risolvono in una sintesi scenica davvero originale unica nel suo genere, che riproduce un’iconografia misteriosa rivelatrice dei segreti della mente, in cui i segni si dipanano come nel leggendario labirinto del Minotauro, da cui è possibile uscire seguendo i suggerimenti subliminali forniti dallo stesso Rovati in un intrigante linguaggio codificato, da interpretare con acuta e sensibile capacità intuitiva.

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