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Mutui: nel 2017 gli importi erogati sono cresciuti del 7,6%

Il 2017 è stato un anno positivo per il settore dei mutui, caratterizzato da un trend di crescita che ha riguardato sia gli importi medi richiesti sia quelli effettivamente erogati dalle banche. A fare un bilancio sulle performance degli ultimi 12 mesi ci ha pensato l’Osservatorio realizzato da Facile.it e Mutui.it, che ha preso in esame un campione di oltre 25.000 richieste di finanziamento presentate tramite i due portali tra l’1 gennaio 2017 e il 31 dicembre 2017.

Il segno più contraddistingue le principali voci analizzate, a partire dalle somme concesse dagli istituti di credito; nel 2017, il taglio medio erogato è stato pari a 128.227 euro, in aumento del 7,61% rispetto al 2016. Cresce, seppur in percentuale minore, anche l’importo richiesto dagli aspiranti mutuatari che, nel corso degli ultimi 12 mesi, hanno cercato di ottenere, in media, 130.210 euro (+3,91%).

Stabili, invece, sia l’età media dei richiedenti (40 anni), sia il tempo in cui si intende restituire il prestito, (circa 22 anni).

Altro dato positivo che emerge dall’analisi è quello legato al loan to value richiesto, ovvero la percentuale del valore dell’immobile che si intende finanziare; se nel 2016 i richiedenti cercavano di coprire tramite mutuo, in media, il 57% del valore della casa da acquistare, nel 2017 la percentuale è salita al 61%. Aumenta anche il loan to value erogato (il rapporto tra la somma concessa dalla banca e il valore dell’immobile), passato dal 54% del 2016 al 60% del 2017. Si annulla così la distanza tra quanto gli aspiranti mutuatari chiedono agli istituti di credito e quanto riescono effettivamente ad ottenere.

«L’aumento del loan to value erogato è legato da un lato alla maggiore disponibilità da parte delle banche a concedere mutui di importi più elevati», spiega Ivano Cresto, responsabile BU mutui di Facile.it. «Dall’altro all’incremento della richiesta media degli aspiranti mutuatari che, incentivati dai tassi bassi – frutto delle politiche monetarie della BCE – tendono a chiedere somme più alte così da conservare in cassa una maggiore liquidità».

Tasso: gli italiani preferiscono il fisso

Anche per il 2017 il tasso fisso si conferma come il preferito dagli italiani; analizzando il campione di riferimento emerge che il 73,60% di chi ha fatto domanda di mutuo ha scelto questo tipo di indicizzazione (erano il 69,80% nel 2016). Di contro, diminuisce la percentuale di coloro che hanno optato per il tasso variabile, passata dal 25,85% del 2016 al 21,81% del 2017.

«Una crescita così marcata del fisso», continua Cresto «va letta anche nell’ottica della politica del credito delle banche, che cercano sempre più frequentemente di garantire agli aspiranti mutuatari le migliori condizioni possibili su questo tipo di tasso, così da instaurare con loro rapporti di lunga durata e disincentivare future surroghe».

Mutui prima casa

Il trend positivo non cambia se si restringe l’analisi del campione ai soli mutui prima casa. Secondo l’Osservatorio, l’importo medio richiesto per acquistare l’abitazione principale è stato pari, nel 2017, a 137.056 euro, in aumento del 2,59% rispetto al 2016, mentre l’erogato medio ha raggiunto i 135.032 euro, (+7,01% rispetto all’anno precedente). Aumenta di ben 5 punti percentuali il loan to value erogato dei mutui prima casa raggiungendo, nel corso del 2017, un valore medio di poco inferiore al 70%.

«Si iniziano a vedere gli effetti di alcuni provvedimenti introdotti a sostegno di chi vuole comprare un’abitazione, come il Fondo di garanzia prima casa» – conclude Cresto «che nell’ultimo anno è stato accettato da un numero sempre crescente di istituti di credito e, in particolare, da quelli fortemente radicati sul territorio».

 

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Tasso variabile o tasso fisso, l’eterno dilemma di chi accende un mutuo

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  • 5 Agosto 2014

Quando si decide di accendere un mutuo può risultare davvero difficile scegliere a quale banca affidarsi. Perché dovremmo optare per una banca piuttosto che un’altra? Dal momento in cui ogni istituto di credito un servizio diverso, e non sempre si ha il tempo o la capacità di analizzare nel dettaglio le caratteristiche di ogni singola offerta, ecco alcuni elementi utili per orientarsi nella decisione.

In generale, l’aspetto che interessa a chiunque si trovi nella condizione di richiedere un mutuo è il cosiddetto tasso di interesse che viene applicato ad esso. Si tratta di fatto del costo del finanziamento offerto dalla banca attraverso l’erogazione del mutuo. Prima di valutare ogni altro fattore, è bene innanzitutto chiarire se sia preferibile optare per il tasso variabile o il tasso fisso.

La differenza sostanziale tra queste due forme di tasso è che la rata mensile del mutuo a tasso fisso resta invariata per tutta la durata del mutuo, mentre quella a tasso variabile può diminuire o aumentare mensilmente in base all’andamento del mercato. Analizziamo nel dettaglio entrambi i tipi di tasso, confrontando i rispettivi pro e contro.

Il mutuo a tasso fisso prevede una quota mensile che viene calcolata e concordata al momento del contratto, e non subisce nessuna variazione fino all’ultima rata. I suoi vantaggi sono legati principalmente al fatto che, dal punto di vista psicologico o emotivo, si tratta di una soluzione decisamente più “rassicurante”, considerando che la quota mensile da destinare al rimborso del mutuo si mantiene costante.

Gli aspetti negativi del mutuo a tasso fisso sono legati invece al fatto che se optiamo per questa tipologia di tasso, non è possibile usufruire di un eventuale abbassamento della rata in un eventuale periodo di andamento del mercato più vantaggioso. Questo tipo di mutuo è particolarmente indicato per chi non vuole sottoporre le proprie finanze a rischi, e preferisce invece la stabilità di un tasso costante.

Il mutuo a tasso variabile invece prevede una rata mensile che può aumentare o diminuire in base all’andamento del mercato finanziario. Generalmente l’indice di riferimento che influenza il tasso è l’Euribor, Euro Interbank Offered Rate, ovvero il tasso di interesse a cui avvengono le transazioni interbancarie dei principali istituti bancari europei. Esistono più tipi di Euribor, che vengono classificati in base alla scadenza, che va da una settimana sino a dodici mesi. L’Euribor viene rilevato quotidianamente in base all’andamento del mercato. In base all’oscillazione di questi due fattori, varierà così anche la rata mensile del mutuo.

In alternativa ci sono anche altre possibilità, che però non tutte le banche offrono. È il caso del mutuo a rata fissa con durata variabile, una valida alternativa che permette di usufruire dei vantaggi del tasso variabile, ma con una rata mensile fissa; se il tasso dovesse aumentare nel corso della durata del prestito, sarà possibile aumentare il numero di rate per raggiungere la somma dovuta. Un’altra tipologia di mutuo a tasso variabile è rappresentata dal cosiddetto mutuo “interest cap“: al momento del contratto, si stabilisce un tetto massimo al di là del quale non potrà ammontare la rata mensile, anche in caso di aumento del tasso.

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Mutui sempre più piccoli:in sei mesi il valore medio delle erogazioni è calato del 20%

I mutui continuano a rappresentare la cartina di tornasole della situazione economica del Paese: per questo, l’Ufficio Studi di Mutui.it (www.mutui.it) ha fatto il punto della situazione guardando come sia cambiato il mercato in questo annus horribilis, scoprendo che negli ultimi sei mesi i mutui si sono davvero ristretti: considerando il periodo compreso tra aprile e settembre 2011 il valore medio delle erogazioni di mutuo si è ridotto del 20%. La percentuale sale fino al 24% se isoliamo le sole richieste di mutuo per l’acquisto della prima casa.
Questo dato, messo a confronto con la sostanziale stabilità sia del valore medio degli immobili (che oscilla, nel corso dei sei mesi, tra 240.000 e 260.000 euro), sia dell’importo richiesto (che varia da 140.000 a 145.000 euro), implica un drastico calo della percentuale finanziata. Se ad aprile 2011 le banche arrivavano a finanziare il 56% del valore dell’immobile, a settembre si fermano al 44%. In altre parole: se ad aprile il mutuo medio erogato era di 140mila euro, a settembre è sceso a 110mila euro.
Il quadro che affiora diventa anche più fosco se consideriamo solamente le erogazioni di mutui prima casa: in questo caso, il Loan to Value (vale a dire il finanziamento ottenuto rispetto al valore dell’immobile) si riduce maggiormente, passando dal 68% al 50%. Si è scesi, in sostanza, da 155mila a 120mila euro di mutuo.
Come interpretare questi dati? «La ragione di questa flessione nelle erogazioni – spiega Alberto Genovese AD di Mutui.it – va cercata, in primo luogo, nella maggiore diffidenza delle banche, sempre più restie a concedere mutui con LTV molto elevati, non supportati da sufficienti garanzie».
Tasso fisso sempre più richiesto
Complice l’incredibile clamore mediatico suscitato dal netto rialzo degli spread, le paure sul futuro del proprio mutuo sono aumentate sensibilmente, tanto da aver condotto molte persone alla prudenza a tutti i costi. Conseguenza di questa situazione è che anche se i finanziamenti a tasso variabile restano sicuramente i più convenienti nel breve periodo, l’interesse degli Italiani si sta focalizzando sempre più sul tasso fisso. Da aprile a settembre 2011 Mutui.it ha registrato un aumento del 9,34% delle richieste di mutui a tasso fisso: il netto incremento è bilanciato dal calo delle richieste di tasso variabile (-4,03%) e di tasso variabile con cap (-4,95%).
«Se nei mesi scorsi si paventava un aumento di Euribor ed Eurirs – continua Genovese – oggi sono gli spread bancari a incutere timore nei risparmiatori e in chi è alla ricerca di un nuovo mutuo. In questa generale difficoltà comparare le diverse proposte di banche e istituti finanziatori è indispensabile per muoversi nel mercato in maniera consapevole. Le opportunità migliori esistono, e vanno cercate.»

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Mutui casa piu cari: tassi in aumento

Da alcune settimane è in atto un rincaro progressivo dei tassi di riferimento del denaro che sta portando come conseguenza ad un rincaro per chi ha un mutuo casa a tasso variabile. I tassi, scesi ai minimi storici a causa della crisi economica Mondiale, stanno lentamente ma costantemente risalendo, anche se l’economia reale stenta a reagire, a dispetto delle dichiarazioni dei governi: perchè allora questo aumento, che porterà ad ulteriori costi per le famiglie? Difficile capire le dinamiche dell’economia, sta di fatto che per questo 2011 dobbiamo aspettarci un tasso Euribor ad 1 mese ben al di sopra del 1%, fino al 1,5%. Questo comporta un aumento fino al 30% della quota interessi sui mutui a tasso variabile, valutata in una media di 4-500 euro a famiglia all’anno. Un bel costo ma, sembra, inevitabile, e a nostro avviso anche prevedibile.

Cosa consigliare a chi deve comprare quest’anno casa e deve scegliere adesso un mutuo immobiliare? Sicuramente c’è da tenere conto che nei prossimi anni i tassi saranno in media più alti di quelli attuali, nonostante i recenti aumenti, questo comporterà una rata per i mutui legati ai tassi più elevata di quella attuale ed è una cosa di cui tenere assolutamente conto. Tuttavia, lo stesso mutuo a tasso fisso non sembra la scelta più furba a causa di spread non proprio bassi… ci sentiamo di consigliare un mutuo a tasso variabile con CAP, che tuteli da aumenti sconsiderati dei tassi, ponendo un limite masismo al TAEG.

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