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Economia e sostenibilità, la guerra fa finire i fattori ESG in secondo piano

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  • 31 Maggio 2022

Il tema della sostenibilità è stato cavalcato con vigore negli ultimi due anni. Anche e soprattutto sulla scia della pandemia da Covid. Ma adesso che l’inflazione galoppante e un’economia in frenata stanno minacciando gli utili societari, la questione ESG viene sbattuta in secondo piano. Perché la finanza di fronte al dubbio tra profitti e sostenibilità, sceglierà sempre i primi.

Il quadro nuovo dell’economia

economia sostenibileSenza dubbio l’invasione della Russia in Ucraina ha modificato gli scenari globali dell’economia. Ha rallentato la ripresa post-Covid, mentre ha spinto con forza la crescita dell’inflazione.
Questo nuovo panorama alimenta il timore che l’economia globale possa infilarsi dentro una spirale recessiva, minacciando così gli utili e i titoli societari.

Per questo gli asset manager stanno facendo una brusca retromarcia sulla questione ESG, ritenuta secondaria rispetto alla necessità di garantire la sicurezza energetica.

Il caso Black Rock

Il caso più eclatante riguarda il fondo di investimento BlackRock, il più grande gestore al mondo. Nel corso delle assemblee 2022, i gestori hanno preannunciato che non voteranno alcuna risoluzione che mira a imporre il rispetto degli impegni di decarbonizzazione. Di fronte al profitto, non c’è sensibilità che tenga.
In questo modo si mandano alle aziende fossili dei segnali operativi negativi: verrà dato il via libera a tanti nuovi progetti di investimento delle major nella ricerca ed estrazione di gas o petrolio.

Il caso Vanguard

Il ceo di Vanguard, Tim Buckley, secondo gestore al mondo per masse (8100 miliardi di dollari), ha candidamente ammesso al Financial Times che il primo compito dell’industria del risparmio gestito è di massimizzare i rendimenti a lungo termine per i clienti, e cercare di essere un  broker con spread più bassi. Il cambiamento non può essere un fine, ma solo un requisito nella scelta delle allocazioni. Ma visto l’attuale scenario dell’ecoonomia, Vanguard non escluderà i produttori di energia da fonti fossili dalle strategie di investimento, né stabilirà obiettivi intermedi di decarbonizzazione.

Le esigenze di sostenibilità possono quindi attendere, per adesso bisogna proteggere gli interessi degli azionisti.

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Economia a rischio surriscaldamento, ecco i tre fattori da tenere d’occhio

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  • 11 Aprile 2021

Surriscaldamento economico, inflazione e alta volatilità. Questi sono i tre fattori che di rischio nell’attuale scenario economico, che sta facendo ancora i conti con la pandemia. Fattori che potrebbero generare un clima di tensione sull’economia globale e sui mercati.

Le minacce per l’economia globale

economia globaleAnzitutto c’è il rischio di surriscaldamento economico. Questo pericolo nasce quando le autorità monetarie e fiscali spingono forte e a lungo il piede sull’acceleratore della crescita. E oggi come oggi non c’è dubbio che lo stiano facendo. Basta pensare al piano di rilancio dell’amministrazione Biden, per un importo di 1.900 miliardi di dollari. Fiumi di denaro che passano nell’economia per cercare di riaccenderla.

E’ già accaduto in passato che ci fossero interventi di questo tipo. Ma il fatto inedito sta nella loro portata attuale. Non solo in termini di cifre impiegate, ma pure di diffusione globale.
Non c’è nessun Paese al mondo che non stia pompando liquidità nel mercato.

Rischio balzo dell’inflazione

Ma un rischio forte è anche quello di far balzare in alto l’inflazione. Se nell’economia gira tanta liquidità, a poco a poco che la ripresa prenderà vigore si eserciterà una forte pressione sui prezzi.
Il punto è che le due cose vanno di pari passo, per cui sarà complicato per le banche centrali capire quando sarà il momento giusto per intervenire (bisogna tenere conto che la trasmissione delle politica monetaria all’economia reale avviene solo dopo un certo lasso di tempo).

Volatilità dei mercati

Infine c’è la volatilità. Con massicce placche di denaro che si spostano verso gli asset più rischiosi, c’è il pericolo che il primo vento contrario si trasformi in tempesta in brevissimo tempo. Alcuni indicatori leading, ossia quelli che anticipano i movimenti di mercato, già evidenziano uno scenario di allerta su tutta l’economia.

Questo pericolo è ancora più forte se si considera uno scenario di spread bassi, dove è più difficile e rischioso cercare opportunità interessanti per chi investe. Diventa più difficoltoso gestire il portafoglio e calibrare i pericoli.
In uno scenario in cui in ogni momento potrebbe esserci una revisione al rialzo delle previsioni d’inflazione, si potrebbe innescare un movimento a cascata su tutte le classi di attivi, con effetti dirompenti.

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Mutui: tornano a crescere le domande di surroga, frenano ancora le erogazioni

Amata e poi odiata, le surroga del mutuo torna a destare l’attenzione degli italiani che, potendo contare su spread più bassi rispetto allo scorso anno, ricominciano a chiedere di sostituire il proprio mutuo con quello offerto da una banca diversa, che offra condizioni più vantaggiose. L’Ufficio studi del portale Mutui.it (www.mutui.it), in collaborazione con Facile.it (http://www.facile.it/mutui-prima-casa.html), ha analizzato le domande di mutuo arrivate nel periodo compreso tra settembre 2013 e febbraio 2014, scoprendo che le richieste di surroga rappresentano ormai il 13,7% del totale.

«Questa percentuale – spiega Lorenzo Bacca, responsabile della business unit Mutui dell’aziendaè di molto superiore a quella registrata nella rilevazione di aprile 2012, quando le domande erano solo il 9,7% ed è sintomatica di come gli italiani vorrebbero migliorare le condizioni dei finanziamenti in corso, soprattutto quando sottoscritti in periodi contraddistinti da alti spread. Non sempre, tuttavia, questo desiderio si trasforma in una sostituzione del mutuo.»

Effettivamente, considerando lo stesso lasso di tempo, se si guarda alle erogazioni di mutuo la percentuale di surroghe rappresenta solo il 7,7% del totale.

Dall’analisi delle domande arrivate ai siti nel periodo considerato, emerge l’identikit di un soggetto dall’età media di 41 anni, che punta ad ottenere circa 130.000 euro da rimborsare in poco più di 20 anni, a riprova del fatto che si tratta di sottoscrittori di mutui recenti, quindi con spread elevati; per quanto riguarda il tasso scelto, a prevalere è quello variabile (puro o con cap), preferito dalla maggioranza del campione (67%), mentre solo il 26% vorrebbe un tasso fisso.

Gli importi erogati vedono una contrazione, rispetto alla domanda, di circa il 15%: il mutuo medio concesso è pari a poco più di 113.000 euro, con cui si va a rifinanziare il 43% del valore complessivo dell’immobile.

Se questi sono i dati nazionali, cosa accade nelle diverse regioni italiane? Il desiderio di cambiare mutuo non è lo stesso in ogni zona d’Italia: le regioni in cui questa tipologia di mutuo rappresenta una fetta più alta della media dei finanziamenti che si cercano di ottenere arrivando a superare il 17% del totale, sono Abruzzo, Umbria e Sardegna; per quanto riguarda invece gli importi, le regioni da cui arrivano le richieste più cospicue sono il Lazio (131.500 euro), la Liguria (130.000 euro) e l’Emilia Romagna (129.500 euro). Importi più piccoli, di contro, nelle Marche e in Puglia.

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THE FIELDER, IL WEB-MAGAZINE INDIPENDENTE SUI TEMI CHE CONTANO

Dall’11 novembre è online un nuovo progetto editoriale che propone senza alcun pregiudizio analisi,
commenti e punti di vista originali su politica, economia, diritto e media education

38 articoli già pubblicati e condivisi da oltre 250 utenti sui principali social network: questi i primi, importanti numeri del progetto editoriale ideato e diretto da Federico Cartelli e Neviana Rheannon Berberi. Insieme al Management Board, per TheFielder.net lavora quotidianamente una redazione orientata a un’informazione indipendente, che possa rivolgersi indistintamente a tutte le fasce sociali.

Facciamo riferimento a punti cardine quali qualità, imparzialità, competenza e gioco di squadra: il nostro lavoro si traduce in un forum di stimolo alla riflessione e alla conoscenza approfondita dei temi più importanti per l’opinione pubblica.

Diamo elevata importanza all’etica professionale e alla collaborazione responsabile al fine di eccellere nell’offerta informativa ed educativa. Lavoriamo, altresì, per coinvolgere il prossimo e renderlo consapevole dei diritti e doveri verso sé stesso e la società.

Guardiamo con particolare interesse al mondo della politica e della regolamentazione, prendendo spunto da idee diverse, utili ad uno spirito di confronto costruttivo. Demagogia ed opinioni di parte non ci rappresentano. Ci impegniamo a realizzare tutto questo rispettando i diritti degli individui, la loro privacy e la loro integrità.

Il nostro web magazine è organizzato in diverse sezioni: in Politica e Società il lettore può trovare analisi sullo scenario politico attuale, con particolare attenzione verso la situazione interna e le prospettive future dei principali soggetti politici. È stato inoltre pubblicato il primo di una serie di interventi, nei quali i responsabili nazionali dei movimenti giovanili presentano il proprio punto di vista sul rapporto tra i giovani e la politica.

Nella sezione Relazioni Internazionali è disponibile un’intervista esclusiva all’ambasciatore turco Hakki Akil, insieme a una serie di approfondimenti sullo scenario geopolitico mondiale ed europeo. L’Europa e la complessa situazione della moneta unica sono al centro di accurate analisi nella sezione Economia e Finanza.

Come gestire un progetto imprenditoriale? Quali sono i pro e i contro nell’internazionalizzare un’impresa? Negli articoli di Leadership e impresa, tante risposte lucide e competenti sulle problematiche del settore.

Per la categoria Media Education, largo ai temi riguardanti il mondo della comunicazione digitale: da pochi giorni è partito uno speciale a puntate che analizzerà nel dettaglio Google e i suoi servizi. In quella dedicata al Diritto trovano spazio, infine,  questioni relative al diritto familiare come l’affidamento condiviso e le spese straordinarie per i figli.

The Fielder propone il rovescio della medaglia nel modo di vedere la gestione competitiva economica e strategica dell’Italia. Proponiamo, attraverso il nostro lavoro, l’approfondimento concreto e realizzabile del ritorno della politica come superiore al politico. La nazione ha bisogno di regolamentazione e politica fatta con responsabilità e senso del dovere.

Nella sezione Relazioni Internazionali è disponibile un’intervista esclusiva all’ambasciatore turco Hakki Akil, insieme a una serie di approfondimenti sullo scenario geopolitico mondiale ed europeo. L’Europa e la complessa situazione della moneta unica sono al centro di accurate analisi nella sezione Economia e Finanza.

Come gestire un progetto imprenditoriale? Quali sono i pro e i contro nell’internazionalizzare un’impresa? Negli articoli di Leadership e impresa, tante risposte lucide e competenti sulle problematiche del settore.

Per la categoria Media Education, largo ai temi riguardanti il mondo della comunicazione digitale: da pochi giorni è partito uno speciale a puntate che analizzerà nel dettaglio Google e i suoi servizi. In quella dedicata al Diritto trovano spazio, infine,  questioni relative al diritto familiare come l’affidamento condiviso e le spese straordinarie per i figli.

The Fielder propone il rovescio della medaglia nel modo di vedere la gestione competitiva economica e strategica dell’Italia. Proponiamo, attraverso il nostro lavoro, l’approfondimento concreto e realizzabile del ritorno della politica come superiore al politico. La nazione ha bisogno di regolamentazione e politica fatta con responsabilità e senso del dovere.

Ecco perché vogliamo raggiungere l’obiettivo di rendere il cittadino qualitativamente informato e di impegnarlo nella ristrutturazione della società. Crediamo fermamente che un cittadino informato e consapevole è il pilastro di una società e di una nazione forti.

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La BCE taglia i tassi sui mutui variabili

La Banca Centrale Europea ha tagliato il tasso ufficiale dello 0,75% portandolo al 2,5%, una misura sicuramente favorevole per i titolari di un mutuo a tasso variabile, ma anche una misura che riduce l’insiemedi coloro che potranno beneficiare del tetto al 4% fissato dal Governo nel decreto anti-crisi.

La decisione era stata preceduta da dei dati allarmanti diffusi da Eurostat (l’ufficio europeo di statistica) che delineano una situazione di recessione nell’area dell’euro, infatti il PIL degli Stati della moneta unica è sceso dello 0.2%.

Tale provvedimento non impatta direttamente sui sottoscrittori dei mutui ma graverà comunque sul mercato: quando la BCE abbassa il costo del denaro le banche si possono finanziare a buon mercato quindi possono decidere di applicare tassi inferiori. Il valore del mutuo variabile è calcolato sommando l’indice Euribor (il tasso con il quale gli istituti di credito si scambiano denaro) e lo spread (che è il guadagno per la banca). I dati di ieri (il tasso è calcolato su base quotidiana) indicavano un Euribor a 3 mesi a quota 3,669%. Esattamente due mesi fa, quando il tasso ufficiale della BCE era al 3,75%, l’Euribor viaggiava al di sopra del 5,30%.

Con il decreto anti-crisi il Governo ha fissato un tetto ai tassi dei mutui variabili sottoscritti prima del 31 ottobre 2008. Se nel corso del 2009, l’Euribor dovesse superare il 4%, il mutuatario non pagherà nessun aumento oltre tale soglia perché la differenza viene presa in carico dallo Stato.

“È difficile stabilire quanti saranno i beneficiari del provvedimento, ma si tratta di una platea molto limitata”, spiega Roberto Anedda, vice-presidente di MutuiOnline, che precisa: “In questi giorni è stata data una lettura del decreto non sempre precisa: è sbagliato ritenere che il limite del 4% sia applicabile a tutti i sottoscrittori di mutuo variabile. Per capire se si rientra nella platea dei beneficiari, occorre analizzare il proprio contratto. Se questo, al momento della stipula, prevedeva un tasso inferiore al 4%, il consumatore avrà la certezza di pagare per tutto il 2009 un tasso non superiore al 4%, con lo Stato che si farà carico della somma eccedente”.Per gli altri non è lo stesso: “Se il tasso originario era superiore”, aggiunge Anedda, “il tasso massimo sarà proprio il valore del tasso originario. Il limite minimo del 4% varrà quindi solo per una parte ristretta dei mutui erogati negli anni precedenti, e dipenderà sia dal momento di erogazione che dallo spread applicato”.

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