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Le opere clamorose di Francesco Pezzuco in mostra a “Spoleto Arte”

Nell’eterogeneo gruppo di artisti di spicco scelti per partecipare alle rinomate mostre di “Spoleto Arte” curate da Vittorio Sgarbi con l’organizzazione del manager Salvo Nugnes, si colloca anche Francesco Pezzuco, con positivissimi commenti ad encomio, da parte dello stesso Sgarbi, che di lui ha detto “A un pattern visivo immediatamente riconoscibile punta, con le sue composizioni verticali Pezzuco, che ha impronte ripetute di forte evocazione”. L’esposizione è allestita nell’incantevole cornice di Palazzo Leti Sansi, sito a Spoleto nella zona centrale di Piazza del Mercato, dal 27 Giugno al 24 Luglio.

 

La personalità artistica di Pezzuco è molto singolare, poiché fin da giovanissimo, ha saputo ricercare e trovare il percorso evolutivo più temperato per arrivare a una forma pittorica estremamente calibrata e raffinata, oltre che assai moderna e innovativa. La vasta produzione rende onore al miglior equilibrio e rigorismo formale. Non rinuncia mai alla decorazione, concepita in modo lieve e delicato.

 

Si percepisce un acuto slancio emotivo e spirituale, che rende partecipe l’osservatore di questa dimensione evocativa, che tende a celebrare la natura e l’ambiente e a porre l’uomo in posizione di centralità universale, nel pieno e totale rispetto del mondo circostante.

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“Spoleto Arte”: trionfale incontro tra Vittorio Sgarbi e i “Grandi Vecchi” con la conferenza di Boris Pahor

Le mostre di “Spoleto Arte” curate da Vittorio Sgarbi e organizzate dal manager Salvo Nugnes, sono state la cornice simbolica della conferenza con protagonista il famoso scrittore ultracentenario Boris Pahor condotta dallo stesso professor Sgarbi. L’incontro si inserisce all’interno del programma di appuntamenti con i “Grandi vecchi” della cultura e si è svolto dinanzi ad una platea gremita di pubblico in data 4 Luglio, nel contesto dello storico Palazzo Leti Sansi, in Piazza del Mercato a Spoleto, sede ospitante della pregiata esposizione, che durerà fino al 24 Luglio, con presenze di spicco del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì, Max Laudadio e altri artisti importanti del panorama attuale. 

Durante l’interessante dibattito tra Sgarbi e Pahor sono emersi racconti e rivelazioni, appartenenti ai ricordi rimasti vivi nella memoria dell’atroce esperienza vissuta da Pahor nei campi di concentramento, in cui è stato prigioniero, riuscendo miracolosamente a sopravvivere alle enormi sofferenze e privazioni subite.

Pahor ha portato la sua testimonianza genuina e toccante, per farsi portavoce vivente delle efferate spietatezze, perpetrate dai nazisti, esortando tutti a non dimenticare e a comprendere quanto questo massacro sia stato ingiusto e immotivato. Le sue parole dirette e spontanee sono arrivate dritte al cuore e hanno stimolato profonde riflessioni etico sociali. Colpisce la sua affermazione “Nel campo di concentramento si moriva ogni giorno” proprio per evidenziare le condizioni insopportabili, a cui ha dovuto forzatamente adeguarsi.

Su di lui Sgarbi ha dichiarato “Ha visto la morte negli occhi ed è come un sopravvissuto, che è tornato dall’aldilà e non vuole dimenticare. Quell’esperienza trasforma l’uomo e gli fa intendere diversamente il rapporto con gli altri uomini, senza pietà e senza perdono”.

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ANIELLO SARAVO: CON LA SUA ARTE RIEVOCATIVA ILLUMINA LE MOSTRE DI “SPOELTO ARTE”.

“Illustrativo ed esotico appare Aniello Saravo” con queste parole Vittorio Sgarbi, curatore delle mostre di “Spoleto Arte” esordisce commentando lo stile pittorico del talentuoso artista santagatese, presente in esposizione con una serie di dipinti di forte impatto emotivo. “Spoletto Arte” è allestito presso la nobile dimora di Palazzo Leti Sansi, che si affaccia sulla Piazza del Mercato, nel centro storico spoletino, dal 27 Giugno al 24 Luglio, con l’organizzazione del manager Salvo Nugnes.

 

 

 

Nelle opere di Saravo poesia e sogno sono legate in perfetta fusione. A lui non interessa la pittura concepita nel modo più tradizionalista del termine, ma desidera porre l’accento ed enfatizzare soprattutto l’elemento collegato all’intensità emozionale suscitata nel fruitore.

 

 

 

Predilige l’utilizzo della tecnica ad olio e si avvale di una tavolozza composta esclusivamente da pigmenti cromatici di derivazione naturale. Va molto fiero e orgoglioso di un particolare primato, che gli appartiene di diritto, essendo stato come racconta “Il primo santagatese ad avere esposto a Parigi”.

 

 

 

 

 

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GIUSEPPE OLIVA: ENCOMIATO E OSANNATO NELLA CORNICE DELLE MOSTRE DI “SPOLETO ARTE”.

Il pittore Giuseppe Oliva deve certamente aver ascoltato con estremo piacere i molti encomi ricevuti a seguito della sua presenza alle mostre di “Spoleto Arte” inaugurate con clamoroso successo in data 27 Giugno, nella stupenda struttura antica di Palazzo Leti Sansi, in Piazza del Mercato a Spoleto. Il curatore dell’iniziativa Vittorio Sgarbi su di lui ha detto “Artista denso e intenso nella pittura a spatola” manifestando positive considerazioni. “Spoleto Arte” resterà in loco fino al 24 Luglio, con l’organizzazione del manager produttore Salvo Nugnes.

 

 

 

Nei quadri il profondo sud del mare mediterraneo e l’alto nord delle colline varesine convivono e si intrecciano in un’infinita e variopinta gamma di azzurri e di verdi. Anche se nelle sue tele prevale sempre il sapore salmastro della sua adorata terra nativa, la Sicilia.

 

 

 

La sua è una pittura scultorea: usa spatolate materiche e sferzanti, stende generosamente e in abbondanza colori intensi, corpulenti, capaci di rievocare e materializzare i pezzi di mare, di dare voce alle brezze marine, di restituire profumi di erbe, di prati, di boschi, di paesaggi incontaminati, immersi nel silenzioso fluttuare delle nuvole. Le sfumature cromatiche trasmettono energia all’osservatore e lo coinvolgono in un profondo viaggio onirico, tra realtà e fantasia.

 

 

 

 

 

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La rinomata pittrice Graziamaria Massa riceve complimenti dal Prof Vittorio Sgarbi per le sue creazioni in mostra a Spoleto Arte

Durante le rinomate mostre di “Spoleto Arte” curate da Vittorio Sgarbi, organizzate dal manager Salvo Nugnes e attualmente allestite tra le possenti mura di Palazzo Leti Sansi, a Spoleto nell’incantevole Piazza del Mercato, sarà possibile ammirare le creazioni di Graziamaria Massa. L’evento resterà in loco dal 27 Giugno al 24 Luglio con ingresso libero per i visitatori. 

La Massa passa dalla tecnica figurativa all’astratto concettuale, realizzando una serie di dipinti astratti, che denomina -Percorsi- esprimendo la sua fantasia creativa attraverso colori, forme semplici, segni, linee. L’artista spiega “I percorsi si intrecciano e si interrompono, cercando di fuoriuscire dagli spazi definiti e lasciando l’osservatore quasi stupito e attonito, ma nel contempo desideroso di cercare nel misterioso intrico una scappatoia, concepita come la via di fuga, che metaforicamente potrebbe coincidere con il superamento degli ostacoli materiali e psicologici, che spesso non consentono di procedere con serenità e coraggio lungo il cammino esistenziale”.

Sgarbi dice “Al teatro fa riferimento la Massa, resistente alla retorica, per l’essenzialità anche nei temi più pericolosi”.

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Il pittore dell’armonia, Alessandro Testa, presente alle mostre di “Spoleto Arte”

Si può senza dubbio affermare, che il pittore spoletino Alessandro Testa ha meritatamente raccolto gli “onori di casa” per i pregevoli quadri esposti alle mostre di “Spoleto Arte” attualmente allestite fino al 24 Luglio presso il secolare edificio di Palazzo Leti Sansi e inaugurate con trionfale ovazione il 27 Giugno. L’iniziativa è affidata alla curatela del Professor Vittorio Sgarbi e organizzata dal manager produttore Salvo Nugnes.

 

Dapprima sperimenta la scultura del legno, lavorando il melo, il tiglio, il noce con particolare predilezione per l’ulivo. Per l’artista, che Sgarbi ha avvicinato al gusto di Tancredi, la pittura costituisce una sfida. Le sue mani desiderano confrontarsi con la corposità e con la superficie del colore. Le tinte, che si espandono sulle tele sono per lui come strumenti musicali, che evocano vibrazioni emotive.

 

Al riguardo afferma “Non so dipingere, cerco solo di creare per lanciare un messaggio”. Pone dunque la comunicazione al centro della sua esperienza, che a livello stilistico richiama l’arte informale, pur senza mai riferirsi a una corrente specifica. Le sue opere non sono mai mute. Infatti, la sua anima continua a muoversi, a vibrare tra le cromie con indomita armonia e poetico equilibrio.

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Jacqueline Domin insieme ad un gruppo rinomato di artisti scelti espone in occasione delle mostre di Spoleto Arte

Le illustri mostre di “Spoleto Arte” sono un’importante vetrina per l’eclettica artista francese Jacqueline Domin, che ha portato in esposizione inedite immagini fotografiche di autentica bellezza e intrigante prospettiva. “Spoleto Arte” è curata dal critico Vittorio Sgarbi e organizzata dal manager Salvo Nugnes. L’allestimento annovera nomi di spicco del panorama contemporaneo e si trova presso Palazzo Leti Sansi, edificio di secolare costruzione, in Piazza del Mercato a Spoleto, dove resterà dal 27 Giugno al 24 Luglio. 

Lavora senza usare il flash, le bastano i riflessi prodotti dai riverberi naturali, poiché si affida alla straordinaria potenzialità della luce. Negli scatti traspare una luminosità, che trasforma i paesaggi in icone, in raffigurazioni di stile sacro. Il suo occhio perspicace si lascia guidare dal biancore cangiante per insinuarsi poi nei pori naturali, negli anfratti nascosti, tra i velati spazi d’acqua e le onde verdeggianti delle pianure erbose. Utilizza tonalità cromatiche sempre di una gradazione sopra o sotto il colore del reale, capaci di allacciare i fili segreti, che uniscono il macrocosmo al microcosmo, l’infintamente piccolo, all’infintamente enorme.

Dalle parole pronunciate da Sgarbi si evince un sincero elogio d’apprezzamento verso di lei quando dichiara che “La Domin pratica la fotografia come un approfondimento della conoscenza, dato che il suo obiettivo è cogliere un’essenza, un’idea di pura luce”.

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Le suggestive composizioni floreali di Angelica Cioppa in esposizione a “Spoleto Arte”

Le mostre di “Spoleto Arte” inaugurate il 27 Giugno e allestite nel sontuoso Palazzo Leti Sansi, in Piazza del Mercato a Spoleto, stanno radunando tanti visitatori interessati e appassionati, così come numerosi esperti e collezionisti di settore. La prestigiosa iniziativa, che durerà fino al 24 Luglio, è posta sotto la curatela del critico Vittorio Sgarbi, mentre il comparto organizzativo è gestito dal manager produttore Salvo Nugnes.

 

In questo importante contesto si trovano alcune suggestive opere di Angelica Cioppa, che ha conquistato parole lodevoli di apprezzamento. La Cioppa mette in scena l’anima vegetativa del mondo e dell’uomo. Quella, che guida le funzioni fisiologiche istintive e anche le grandi passioni: gli amori, gli intrecci dei corpi, come gli stami e i pistilli dei fiori. Nell’apparente monotonia del soggetto la Cioppa affresca la sintesi del destino umano, la sua bellezza e l’insieme della sua fugacità. In ogni fiore è custodito il mistero della vita come della morte. Nulla, è meno fecondo e meno duraturo di un fiore. Nell’esercizio paziente della sua pittura ci racconta l’eterna lotta tra Eros e Thanatos.

 

A lei Sgarbi riserva parole significative, definendola “Sofisticata, soprattutto nell’affrontare il mondo misterioso dei fiori”.

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In mostra a Spoleto arte le inedite fotografie d’autore di Jacqueline Domin

Le illustri mostre di “Spoleto Arte” sono un’importante vetrina per l’eclettica artista francese Jacqueline Domin, che ha portato in esposizione inedite immagini fotografiche di autentica bellezza e intrigante prospettiva. “Spoleto Arte” è curata dal critico Vittorio Sgarbi e organizzata dal manager Salvo Nugnes. L’allestimento annovera nomi di spicco del panorama contemporaneo e si trova presso Palazzo Leti Sansi, edificio di secolare costruzione, in Piazza del Mercato a Spoleto, dove resterà dal 27 Giugno al 24 Luglio.

Lavora senza usare il flash, le bastano i riflessi prodotti dai riverberi naturali, poiché si affida alla straordinaria potenzialità della luce. Negli scatti traspare una luminosità, che trasforma i paesaggi in icone, in raffigurazioni di stile sacro. Il suo occhio perspicace si lascia guidare dal biancore cangiante per insinuarsi poi nei pori naturali, negli anfratti nascosti, tra i velati spazi d’acqua e le onde verdeggianti delle pianure erbose. Utilizza tonalità cromatiche sempre di una gradazione sopra o sotto il colore del reale, capaci di allacciare i fili segreti, che uniscono il macrocosmo al microcosmo, l’infintamente piccolo, all’infintamente enorme.

Dalle parole pronunciate da Sgarbi si evince un sincero elogio d’apprezzamento verso di lei quando dichiara che “La Domin pratica la fotografia come un approfondimento della conoscenza, dato che il suo obiettivo è cogliere un’essenza, un’idea di pura luce”.

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ALLE MOSTRE DI “SPOLETO ARTE” ALESSANDRA TUROLLI PRESENZA I SUOI MERAVIGLIOSI QUADRI MATERICO-INFORMALI. IL CONSENSO E’ DEI MIGLIORI.

Stanno riscuotendo ottimi consensi elogiativi i quadri di Alessandra Turolli esposti alle mostre di “Spoleto Arte” allestite dal 27 Giugno al 24 Luglio con la curatela del critico Vittorio Sgarbi nella secolare struttura spoletina di Palazzo Leti Sansi, in Piazza del Mercato. L’evento resterà in loco fino al 24 Luglio e sarà possibile ammirare anche le originali creazioni pittoriche di questa camaleontica artista, ispirate alla matrice dell’informalissimo materico, con forti connotazioni simboliste e metaforiche e contenuti subliminali altamente elevati.

 

 

 

Sgarbi ha definito lo stile della Turolli “Una pittura materica, raffinata e tendenzialmente monocroma. Trova forma, e forma gentile, nell’informale. La sua tentazione non è l’astrattismo, ma il simbolismo, con riferimenti e significati esoterici, che integrano le suggestioni di Alberto Burri”.

 

 

 

Interessante carpire dalle sue parole l’incipit ispiratore della poliedrica ricerca di sperimentazione “Per me dipingere vuol dire divertimento, non sono un’artista seriale” afferma la Turolli e continua “Ho avuto il periodo dei deserti, ad esempio, ma è già finito. Ho prodotto ancora qualche pianeta, ma non posso certamente fare tutto l’universo con ciò che contiene. Non so mai quando mi metto davanti a una tela dove vado a parare. Probabilmente è già dentro di me questa sensazione, l’ispirazione vera. Io sono inconscia e quando ho finito di modellare il quadro praticamente mi rendo conto, che è finito ed è venuto come io volevo”.

 

 

 

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Le opere emblematiche di Jole Caleffi Verzani in mostra a “Spoleto Arte”

Alcune tra le più emblematiche opere di Jole Caleffi Verzani sono state inserite nella pregevole esposizione delle mostre di “Spoleto Arte” la cui curatela è affidata all’autorevole esperienza del Professor Vittorio Sgarbi, con l’organizzazione del manager produttore Salvo Nugnes. L’iniziativa, di forte impatto mediatico, si svolge presso il Palazzo Leti Sansi, in Piazza del Mercato, zona nevralgica di Spoleto, dal 27 Giugno al 24 Luglio con ingresso libero.

 

Mentre Sgarbi ha individuato un arguto paragone di somiglianza e similitudine con il maestro Pollok, l’artista di lei racconta “Avendo studiato più volte la storia dell’arte, dai graffiti ai giorni nostri, direi di essere stata influenzata da tutto e da niente, in quanto io seguo un mio percorso, ma se proprio devo citare alcuni movimenti artistici, che mi appartengono direi il movimento futurista, l’informale, l’astrattismo, anche se a volte faccio opere figurative. La mia espressione artistica si basa soprattutto sulla necessità di comunicare con i mezzi, che mi sono più congeniali: la pittura, la poesia, le performance”.

 

L’estrema flessibilità la rende difficilmente collocabile all’interno di un preciso e circoscritto movimento d’arte. La sua ricerca si muove in volo fluttuante tra le avanguardie del novecento e trova l’elemento ispiratore da una voce intima, che rende la sua evoluzione assolutamente sciolta, libera e svincolata da schemi riconfigurati e regole fisse e rigide.

 

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Alle mostre di “Spoleto Arte” suggestivo omaggio pittorico in ricordo del noto artista fiorentino Alberto Pistoresi

Nel contesto delle rinomate mostre di “Spoleto Arte” attualmente allestite nello storico Palazzo Leti Sansi, in Piazza del Mercato a Spoleto, con la curatela di Vittorio Sgarbi e l’organizzazione del manager Salvo Nugnes, è possibile ammirare una carrellata di splendidi dipinti appartenenti ad Alberto Pistoresi, noto artista fiorentino non più vivente, che ha lasciato un segno marcato e indelebile con la sua vasta produzione e una lunga carriera coronata da numerosi riconoscimenti di prestigio e positivi encomi da parte di critici ed esperti di settore. L’esposizione è visitabile con ingresso libero dal 27 Giugno al 24 Luglio.

 

In particolare Pietro Annigoni, soffermandosi sulle peculiari doti stilistiche di Pistoresi, lo definì un artista vero, con opere mature e significative, in cui poter scorgere giochi di contrasti violenti inseriti in una composizione elementare e vigorosa, dove ci sono toni sonori, ma profondi e altri luminosi, ma vibranti e impregnati di un sapiente e vissuto chiaroscuro, che li pone in opposizione e nel contempo li unisce, in forma di composizione poetica.

 

Il curatore Sgarbi spiega “Vedutista di spazi urbani e di paesaggi nella sua toscana, Pistoresi è un pittore di luoghi non disturbati dall’uomo. La sua visione è distante, a tratti ovattata. L’uomo più, che esserci è stato. Se ne sente l’impronta, l’eco della voce e una solitudine immensa, incolmabile”.

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DARIO FO: IL PREMIO NOBEL OSPITE D’ONORE, A SPOLETO ARTE, CON I SUOI PREGIATI DIPINTI.

 

 

 

Il Premio Nobel Dario Fo sta ottenendo un acclarato successo con i suoi magnifici quadri esposti alle prestigiose mostre di “Spoleto Arte” curate da Vittorio Sgarbi, all’interno dello storico edificio di Palazzo Leti Sansi, in Piazza del Mercato a Spoleto, dal 27 Giugno al 24 Luglio. Il vernissage inaugurale si è svolto in data Venerdì 27 Giugno, con grande risonanza mediatica alla presenza di nomi di spicco e importanti autorità istituzionali, oltre che di un nutrito pubblico.

 

 

 

Del geniale e carismatico artista e maestro di vita sono visionabili una corposa serie di opere, in stile antologico, che ne ripercorrono le fasi più significative del variegato percorso nel mondo dell’arte e permettono di poter apprezzare al meglio l’innato talento e la fervida fantasia ideativa, che si scatena anche in questo ambito con forza dirompente.

 

 

 

Nel raccontarsi Dario Fo dichiara, con tono di saggia e arguta riflessione “Dico sempre, che mi sento attore dilettante e pittore professionista. Se non possedessi questa facilità naturale del raccontare attraverso le immagini, sarei un mediocre scrittore di testi teatrali, ma anche di favole o di grotteschi satirici”.

 

 

 

L’organizzatore Salvo Nugnes dice “L’esposizione vuole essere un simbolico omaggio celebrativo per ringraziare l’esimio maestro dell’inestimabile contributo, che ci ha donato in tanti anni di onorata carriera. E’ un modo per cercare di colmare, almeno in piccola parte, l’enorme debito, che tutti abbiamo verso di lui per quanto ci ha regalato, con la sua personalità straordinaria e le innumerevoli capacità. Fo ha reso onore all’Italia nel mondo e questo vuole essere un gesto tangibile per dimostrare la profonda gratitudine nei suoi confronti”.

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In occasione di Spoleto Arte si terrà una conferenza con il Prof Vittorio Sgarbi accompagnato dal scrittore ultracentenario Boris Pahor e il rinomato manager Salvo Nugnes

Trepidante attesa per un incontro in stile conferenza, definibile come emblematico, previsto in data Venerdì 4 Luglio alle ore 18.30, che avrà due protagonisti d’eccezione del calibro di Vittorio Sgarbi e dello scrittore ultracentenario Boris Pahor, nella prestigiosa cornice delle mostre di “Spoleto Arte” curate dall’autorevole critico e organizzate dal manager produttore Salvo Nugnes. “Spoleto Arte” si svolge dal 27 Giugno al 24 Luglio. E’ un evento di grande risonanza a cui partecipano artisti illustri tra cui Dario Fo, Eugenio Carmi, Josè Dalì e altri nomi di spicco ed è allestito tra le mura possenti del secolare Palazzo Leti Sansi, in Piazza del Mercato a Spoleto. 

Pahor è considerato il più famoso scrittore sloveno di cittadinanza italiana con fama internazionale. Nei suoi scritti ha dato voce all’esperienza della deportazione politica, vissuta nei lager nazisti. Il Novecento è il suo secolo, ne ha vissuto gli orrori e le conquiste, facendosene testimone per eccellenza. I suoi racconti sono eticamente vivaci e densi di avvenimenti e aneddoti, che seguono un tracciato cronologico mai banale e scontato.

Nelle sue parole coinvolgenti si parla spesso di Trieste, della comunità slovena e delle varie comunità, che arricchivano la città, facendo luce su significate vicende molto toccanti. Pahor ricorda “Gli anni venti sono stati il periodo più brutto per Trieste. Sotto l’Austria eravamo una città ricca, poi gli uomini di cultura e anche i sacerdoti sloveni sono stati mandati via. Nel 1920 hanno cominciato a bruciare le case di cultura slovene. Quando il fascismo è andato al governo ci hanno tolto la lingua, hanno bruciato i nostri libri, ci hanno cambiato nomi e cognomi. Una vera e propria pulizia etnica -romana- perché sloveni e croati dell’Istria dovevano diventare italiani. Lo hanno detto loro stessi: la rivoluzione fascista è nata a Trieste, quando hanno cominciato a ripulire la città”.

Sgarbi evidenzia “Pahor ha visto la morte negli occhi ed è come un sopravvissuto, che è tornato dall’aldilà e non vuole dimenticare. Quell’esperienza trasforma l’uomo e gli fa intendere diversamente il rapporto con gli altri uomini, senza pietà e senza perdono”.

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STRAORDINARIO CLAMORE, A SPOLETO ARTE, PER LE MOSTRE CURATE DA VITTORIO SGARBI. TRA I TANTI OSPITI ILLUSTRI, PRESENTI AL VERNISSAGE, IL PREFETTO DI PERUGIA E PERSONAGGI VIP.

Eccezionale successo quello ottenuto dal vernissage dell’edizione 2014 di Spoleto Arte, tenutosi Venerdì 27 Giugno 2014, presso lo storico e suggestivo Palazzo Leti Sansi, situato proprio nel cuore della cittadina umbra. Il prestigioso osservatorio sull’arte è stato inaugurato dal curatore Vittorio Sgarbi, alla presenza di un foltissimo pubblico. Oltre agli artisti e a centinaia di interessati, presenti numerose rinomate personalità istituzionali e personaggi del mondo della cultura. Ospiti del vernissage, infatti, il Prefetto di Perugia Antonio Reppucci, l’Assessore alla Cultura della Regione Umbria On. Fabrizio Bracco, Cristiano De André, Francesco Alberoni, Silvana Giacobini, Alviero Martini e moltissimi altri.

 

 

 

Dal Maestro Dario Fo a Pier Paolo Pasolini, da Eugenio Carmi a José Dalì a molti altri giovani emergenti, pieni di talento e voglia di emozionare con i propri lavori, tutti gli artisti di Spoleto Arte hanno riscosso ottimi riscontri e positive critiche, da parte di visitatori ed esperti di settore. Le mostre sono organizzate dal manager Salvo Nugnes, direttore di Promoter Arte.

 

 

 

Le novità di quest’anno sono sicuramente gli incontri del professor Sgarbi con i grandi nomi della cultura, inaugurati con Carmi, uno dei maggiori esponenti dell’Astrattismo italiano. Si continua Venerdì 4 Luglio 2014 con Boris Pahor, il più grande scrittore sloveno vivente, tenuto vivo dalla rabbia per la violenza subita con la deportazione nei campi di concentramento di Natzweiler-Struthof, Dachau e Bergen-Belsen. “Pahor” spiega Sgarbi “ha visto la morte negli occhi ed è come un sopravvissuto, che è tornato dall’aldilà, e non vuole dimenticare. Quell’esperienza trasforma l’uomo, e gli fa intendere diversamente il rapporto con gli altri uomini, senza pietà e senza perdono”. Verranno svelate a breve poi, le prossime date con ospiti Giuseppe Sgarbi, Mina Gregori e Gillo Dorfles.

 

 

 

 

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ALLE MOSTRE DI “SPOELTO ARTE” SBARCA LUIGI PICCIONI E LA SUA SINGOLARE ARTE PITTORICA.

Nella pregiata cornice delle mostre di “Spoleto Arte” curate da Vittorio Sgarbi, con l’organizzazione del manager produttore Salvo Nugnes, sono presenti le splendide creazioni del noto pittore spoletino Luigi Piccioni, che espone alcune tra le opere più originali e significative nel suo percorso di ricerca e sperimentazione stilistica. “Spoleto Arte” si svolge dal 27 Giugno al 24 Luglio all’interno dell’elegante Palazzo Leti Sansi, in Piazza del Mercato, nel fulcro nevralgico del centro storico di Spoleto.

 

 

 

 

Piccioni vive e interpreta la cultura pittorica e la passione per l’arte con la radicata e vivace energia appartenente ai “Figli” dell’Umbria. È cresciuto e si è formato dapprima in un ambiente di stampo figurativo tipico di Spoleto, poi è entrato in contatto con l’ambito artistico romano degli anni settanta, approcciandone i canoni e le tematiche distintive.

 

 

 

Il suo racconto biografico è assimilabile a un romanzo narrato su tela, il suo modo di esprimere l’estro creativo e di concepire l’ elaborazione dei dipinti suscita immediato coinvolgimento emozionale nel fruitore e trasmette un variegato universo interiore, traducendolo in visioni spettacolari, che sembrano rievocazioni di attimi e istanti di caos, che si sta evolvendo e trasformando gradualmente in una dimensione di cosmo armonioso, avvolto da bellezza pura e sublime.

 

 

 

Possiede l’innata e rara capacità di coloro, che sanno comprimere nel proprio intimo la sofferenza, i giorni di sole e quelli di buio per dare sfogo attraverso le rappresentazioni a quella forza cosmica prorompente, che solo chi è dotato di autentico talento e geniale intuito progettuale riesce a raffigurare e rielaborare, riproducendo immagini dal fascino intrigante, di magica atmosfera e intensa suggestione.

 

 

 

 

 

 

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Fabrizio Pinzi espone le sue opere in occasione di Spoleto Arte

Nello storico Palazzo Leti Sansi, in Piazza del Mercato a Spoleto, fino al 24 Luglio sono allestite le illustri mostre di “Spoleto Arte” con la curatela affidata al critico Vittorio Sgarbi e l’organizzazione del manager produttore Salvo Nugnes. Nel nutrito gruppo degli artisti partecipanti è stato selezionato anche il rinomato maestro Fabrizio Pinzi, che espone interessanti quadri influenzati dalla matrice di stampo surrealista, fonte ispiratrice primaria della sua personale ricerca espressiva. 

Dall’appassionata fantasia pittorica di Pinzi si coglie un simbolico emblema derivante dal suo prezioso patrimonio spirituale, che genera immagini di incredibile visionarietà, che vogliono stupire e meravigliare l’osservatore attraverso l’originale artificiosità concettuale della loro elaborazione. Venuti meno i rigidi freni inibitori e le costrittive barriere mentali della coscienza razionale, in lui prevale l’istinto irrazionale ideativo di dare vita a figure e soggetti dal virtuosistico effetto cromatico, che solo in apparenza può sembrare incongruo nella disposizione, ma che compone uno spazio ben delimitato e definito. In esso, le rappresentazioni e i cromatismi assumono un’enigmatica e misteriosa profondità di significato, lasciando emergere dalle tele un sentimento inconscio, caratterizzato da rievocazioni surreali iperrealistiche e da un mondo immaginario, animato da dinamiche pulsioni e desideri introspettivi.

Emerge un articolato complesso di elementi e meccanismi fantastici e onirici, che rimandano al surrealismo con formidabili metafore, basate su un linguaggio subliminale, codificato da una semantica, che deve essere compresa a livello istintivo piuttosto, che tramite la riflessione razionale. Lo spettatore viene stimolato a percepire la giusta dimensione del narrato, nel quale Pinzi rivela se stesso con impeccabile efficacia comunicativa. Un’impronta dal simbolismo mistico, che traccia un equilibrio sostanziale impeccabile nel dialogo tra forme e colori per evidenziarne al meglio l’essenza costitutiva, suggerendo molteplici chiavi di lettura e spunti interpretativi.

 

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MARIA PETRUCCI: ALLE MOSTRE DI “SPOLETO ARTE” PER PRESENTARE LE SUE EVOCATIVE SCULTURE LIGNEE.

Iniziate le mostre di “Spoleto Arte” curate dal professor Vittorio Sgarbi, che si terranno dal 27 Giugno al 24 Luglio, all’interno dello sfarzoso Palazzo Leti Sansi, in Piazza del Mercato, nel centro storico spoletino. L’evento di prestigio è organizzato dal manager produttore Salvo Nugnes.

 

 

 

Tra gli illustri artisti partecipanti, Maria Petrucci porta le sue incantevoli visioni scultoree in legno, ispirate dal mondo naturale, dall’ambientazione agreste e dall’ancestrale tradizione rurale e contadina. Inizia il suo percorso da autodidatta e poi si forma nel rinomato ambiente culturale mantovano, come pittrice e scultrice. Allestisce importanti esposizioni, in Italia e all’estero, ricevendo positivi riscontri di consenso dalla critica di settore. Nel 1991 a Toffia, fonda un museo, che porta il suo nome, dove colloca in modo permanente le sue opere, contornate da oggetti tipici della civiltà agricola. Il museo, è aperto al pubblico e sempre visitabile da parte dei numerosi turisti, che si recano nel suggestivo paese di origine medioevale. È anche autrice di poesie e di romanzi e ha elaborato un interessante volume dedicato all’affascinante storia di Toffia.

 

 

 

Nelle creazioni emerge un intento di recupero e valorizzazione dell’elemento di radice popolare, diametralmente opposto al filone orientato da quei movimenti di stampo avanguardista, che tendono ad applicare regole concettuali e dogmatiche standardizzate, a cui attenersi con ferrea e scrupolosa esecuzione. La Petrucci predilige, invece, l’atto creativo dettato dal moto dell’anima e dalla gestualità istintiva, generato dalla volontà di instaurare con l’osservatore un dialogo aperto e vivace, non limitandosi ad una mera esternazione di virtuose doti strumentali. Le variegate sfumature lignee permettono di innescare giochi luminosi di versatile interpretazione, dove le forme materiche assumono pieghe, torsioni e spiccata consistenza tattile, evocando uno scenario posto su un piano tridimensionale, di sublime spettacolarità. In un’atmosfera quasi primordiale, figure umane e animalesche sembrano tratte dalle pagine di un vecchio libro di fiabe rusticane, che raccontano e narrano vicende fantastiche, dove i corpi si contorcono, si stringono e si fondono armoniosi in un simbolico abbraccio, intriso di sentimento.

 

 

 

La Petrucci spiega “Le mie scultore sono ricavate non dai ciocchi, ma da spezzoni dei tronchi o da forcelle di rami, perché’ cerco di rappresentare la sofferenza delle creature, di mostrare volti e corpi contratti, stremati dalla fatica, fiaccati dal dolore o dalla stanchezza, per animarle e infondere energica vitalità”. E aggiunge “La fedeltà al legno, concepito come materiale di lavorazione per antonomasia, mi permette un richiamo a figure semplici, che restano molto vicine alla sagoma originaria del tronco o del ceppo. Utilizzo in prevalenza il noce, di complessa forgiatura e difficile modulazione. La mia è una lotta di sfida con la materia inerme, con la massa informe dura e corposa. Nelle sculture cerco di trasmettere una ricchezza d’immaginazione, sia nella progettazione strutturale sia nelle cromature tonali date al legno”.

 

 

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NINO PERRONE: UNA GRANDE PERSONALITA’ NELLA VETRINA DELLE MOSTRE DI “SPOLETO ARTE”.

Il maestro Nino Perrone partecipa alle imminenti mostre di “Spoleto Arte” che si svolgeranno dal 27 Giugno al 24 Luglio, con la curatela del professor Vittorio Sgarbi. La cornice ospitante scelta per l’evento, organizzato dal manager Salvo Nugnes, è quella del magnifico scenario di Palazzo Leti Sansi, che si trova nella centralissima Piazza del Mercato, a Spoleto.

 

 

 

Perrone vanta al suo attivo una formazione artistica ad alto livello. Ha esposto in numerosi contesti ricevendo premi e riconoscimenti di prestigio, con ampio consenso da parte della critica di settore. Si cimenta con positivo successo, sia nell’ambito del realismo figurativo sia nello stile astratto informale, di matrice espressionista e concettuale. Elemento dominante della sua certosina e doviziosa ricerca, sempre in crescente evoluzione sperimentale, è il colore, nelle sue molteplici declinazioni di toni e sfumature. La tavolozza cromatica è ricca e corposa e viene concepita come prezioso strumento comunicativo, che gli consente di imprimere sulle tele quell’intenso corollario di sentimenti ed emozioni, che prendono forma e si materializzano virtualmente attraverso le opere.

 

 

 

L’artista sottolinea “Lo studio approfondito del colore, la fusione e l’intreccio delle eterogenee sfumature, sempre ben dosate e calibrate, costituisce un punto nevralgico primario, sul quale focalizzo grande cura e precisa metodologia elaborativa, senza mai lasciare nulla alla casuale improvvisazione. Per questo i tempi realizzativi dei miei dipinti variano e si dilatano cronologicamente, con una certa ampiezza”.

 

 

 

Nella sferzante energia vitale dell’arcobaleno cromatico da lui proposto, emerge un interessante riferimento di connessione al concetto di cromoterapia, che offre ai fruitori l’opportunità stimolante di carpire una chiave interpretativa, che va oltre l’impatto visivo dell’immagine riprodotta e si spinge in una dimensione sensoriale dinamica di benefica recettività quasi terapeutica, da poter condividere insieme. Tale connotazione avvalora i profondi contenuti dei messaggi e dei significati racchiusi nei quadri e risulta un tassello di fondamentale comprensione nell’approccio alla suggestiva arte pittorica di Perrone.

 

 

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Fabrizio Pinzi insieme ad un gruppo rinomato di artisti scelti esporrà in occasione di Spoleto Arte

Nello storico Palazzo Leti Sansi, in Piazza del Mercato a Spoleto, dal 27 Giugno al 24 Luglio si terranno le illustri mostre di “Spoleto Arte” con la curatela affidata al critico Vittorio Sgarbi e l’organizzazione del manager produttore Salvo Nugnes. Nel nutrito gruppo degli artisti partecipanti è stato selezionato anche il rinomato maestro Fabrizio Pinzi, che esporrà interessanti quadri influenzati dalla matrice di stampo surrealista, fonte ispiratrice primaria della sua personale ricerca espressiva. 

Dall’appassionata fantasia pittorica di Pinzi si coglie un simbolico emblema derivante dal suo prezioso patrimonio spirituale, che genera immagini di incredibile visionarietà, che vogliono stupire e meravigliare l’osservatore attraverso l’originale artificiosità concettuale della loro elaborazione. Venuti meno i rigidi freni inibitori e le costrittive barriere mentali della coscienza razionale, in lui prevale l’istinto irrazionale ideativo di dare vita a figure e soggetti dal virtuosistico effetto cromatico, che solo in apparenza può sembrare incongruo nella disposizione, ma che compone uno spazio ben delimitato e definito. In esso, le rappresentazioni e i cromatismi assumono un’enigmatica e misteriosa profondità di significato, lasciando emergere dalle tele un sentimento inconscio, caratterizzato da rievocazioni surreali iperrealistiche e da un mondo immaginario, animato da dinamiche pulsioni e desideri introspettivi.

Emerge un articolato complesso di elementi e meccanismi fantastici e onirici, che rimandano al surrealismo con formidabili metafore, basate su un linguaggio subliminale, codificato da una semantica, che deve essere compresa a livello istintivo piuttosto, che tramite la riflessione razionale. Lo spettatore viene stimolato a percepire la giusta dimensione del narrato, nel quale Pinzi rivela se stesso con impeccabile efficacia comunicativa. Un’impronta dal simbolismo mistico, che traccia un equilibrio sostanziale impeccabile nel dialogo tra forme e colori per evidenziarne al meglio l’essenza costitutiva, suggerendo molteplici chiavi di lettura e spunti interpretativi.

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La suggestiva arte pittorica di Giuseppe Santonocito esposta alle prestigiose mostre di “Spoleto Arte”

I suggestivi dipinti del maestro Giuseppe Santonocito sono stati inseriti nella prestigiosa esposizione delle mostre di “Spoleto Arte” curate da Vittorio Sgarbi e organizzate dal manager produttore Salvo Nugnes, che si terranno dal 27 Giugno al 24 Luglio, all’interno del rinomato Palazzo Leti Sansi, nel cuore del centro storico spoletino.

 

La ricca e variegata produzione di Santonocito attraversa un percorso di originale ricerca stilistica da autodidatta, che l’ha portato dapprima ad approcciare con passione lo studio degli illustri artisti dell’epoca rinascimentale, per poi approdare ad una dimensione espressiva di assoluta unicità ed esclusività, distaccandosi dal figurativo di matrice tradizionale e reinterpretando in chiave personalizzata la visione della realtà e del mondo circostante. La rielaborazione offre al fruitore un impatto emozionale davvero stimolante e coniuga il radicato talento innato alla volontà di farsi portavoce di messaggi subliminali di elevato spessore etico e sociale.

 

Santonocito, che è anche virtuoso poeta, esprime attraverso versi lirici di spiccata sensibilità le sue intense riflessioni esistenziali impresse sulle tele e scrive “Perché non andiamo fuori da queste fibre false?! Siamo troppo poveri per dare vita alla ricchezza. Puntiamo i nostri occhi verso la trasparenza dei nostri pensieri e colpendo gli specchi con le nostre pupille, vergogniamoci del nostro fare“.

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“Spoleto Arte” accoglie le poetiche visioni paesaggistiche di Stefania Cappelletti

Forte risonanza mediatica per le mostre di “Spoleto Arte” che si terranno nell’esclusiva dimora storica di Palazzo Leti Sansi situato a Spoleto nella centralissima Piazza del Mercato, dal 27 Giugno al 24 Luglio. La curatela è affidata al professor Vittorio Sgarbi, con l’organizzazione del manager produttore Salvo Nugnes. 

La nota artista spoletina Stefania Cappelletti rientra nel selezionato novero di partecipanti alla prestigiosa iniziativa. Nell’occasione, esporrà le sue poetiche visioni pittoriche di matrice paesaggista, nelle quali trapela tutta l’enfasi e lo slancio emotivo, scaturito dalla spiccata sensibilità della sfera introspettiva, trasportata all’interno delle rievocazioni, che esprimono anche significativi messaggi legati alla tutela dell’ambiente naturale circostante e dell’abitat urbano, in cui l’uomo è inserito e vive.

La Cappelletti riesce ad imprimere nello scenario compositivo una costruzione d’insieme impeccabile, intrecciando gusto retrò d’impronta tradizionale a innovativi elementi di sua personale inventiva, che conferiscono un’originale movimento dinamico alle raffigurazioni. La cornice d’ispirazione realista è rivisitata e trasformata, per distaccarsi volutamente dal puro esercizio emulativo di descrizione analitica e dal banale stile fotografico e copiativo. Il realismo tonale è alimentato dalla calibrata pennellata, ampia, decisa, dai numerosi contrasti nei giochi di luci e ombre, dalle variegature dei colori ben amalgamati. La cromia finale risulta calda, di uniforme e omogenea stesura, assai gradevole all’impatto visivo, arricchita da un’allure idilliaca, che evidenzia raffinata eleganza progettuale e ne accosta lo stile alla formula del paesaggismo francese.

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“Spoleto Arte” espone gli scatti di Roberto Villa dedicate al Maestro Pier Paolo Pasolini

Grande risonanza e attenzione mediatica per le attesissime mostre di “Spoleto Arte”, con la curatela del Professor Vittorio Sgarbi e l’organizzazione del manager Salvo Nugnes, che si svolgeranno dal 27 giugno al 24 luglio presso lo storico Palazzo Leti Sansi, a Spoleto, in Piazza del Mercato, cuore pulsante della città.

 

In esposizione straordinaria una nutrita carrellata d’immagini fotografiche inedite, realizzate dal maestro Roberto Villa, in omaggio all’illustre Pier Paolo Pasolini, ispirate dal set delle riprese del famoso film “Il fiore delle mille e una notte”, un capolavoro cinematografico risalente al 1974. Attraverso questi scatti d’autore di forte intensità espressiva è possibile ripercorre e addentrarsi nel viaggio del film, osservando l’universo figurativo e antropologico, scelto da Pasolini e la realtà di corpi e luoghi yemeniti e persiani, dove il poeta-regista ha strutturato e ambientato una parte del proprio sogno.

 

Il fascino coinvolgente delle raffigurazioni risiede nell’aver carpito e delineato i dettagli del mosaico descrittivo d’insieme, alimentato dalle luci speciali, dai cromatismi e dalla fisicità stessa degli abitanti, diventati per l’occasione delle comparse recitanti. Si evince la componente d’immediata e genuina spontaneità interpretativa, con una narrazione raccontata attraverso i gesti abituali, le posture, gli sguardi accesi o spenti, le pieghe delle labbra incuriosite, abbandonate o stanche.

 

Pasolini dichiarò in un’intervista rilasciata nel 1974 “Il mio film -Il fiore delle mille e una notte- è un lungo viaggio e l’eroe o gli eroi, sia pure molto passivamente, hanno il passo eroico di chi si sottopone a una grande prova. Con questo film finisce una trilogia, il mio più ambizioso esperimento, che mi è costato più attenzione formale e impegno stilistico. E’ facile il film politico-ideologico. Assai più difficile è fare il film puro, ricercare la pura affabulazione come nei classici, tenendosi fuori dalle ideologie, ma evitando al tempo stesso di cedere all’evasione. Più di un elemento ideologico è nascosto in questo film, il principale è la nostalgia di quel passato, che ho cercato di ricreare sullo schermo“.

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ALLE MOSTRE DI “SPOLETO ARTE” L’OMAGGIO AD UN MITO DA PARTE DI ROBERTO VILLA: PIER PAOLO PASOLINI.

Grande risonanza e attenzione mediatica per le attesissime mostre di “Spoleto Arte”, con la curatela del Professor Vittorio Sgarbi e l’organizzazione del manager Salvo Nugnes, che si svolgeranno dal 27 giugno al 24 luglio presso lo storico Palazzo Leti Sansi, a Spoleto, in Piazza del Mercato, cuore pulsante della città.

 

In esposizione straordinaria una nutrita carrellata d’immagini fotografiche inedite, realizzate dal maestro Roberto Villa, in omaggio all’illustre Pier Paolo Pasolini, ispirate dal set delle riprese del famoso film “Il fiore delle mille e una notte”, un capolavoro cinematografico risalente al 1974. Attraverso questi scatti d’autore di forte intensità espressiva è possibile ripercorre e addentrarsi nel viaggio del film, osservando l’universo figurativo e antropologico, scelto da Pasolini e la realtà di corpi e luoghi yemeniti e persiani, dove il poeta-regista ha strutturato e ambientato una parte del proprio sogno.

 

Il fascino coinvolgente delle raffigurazioni risiede nell’aver carpito e delineato i dettagli del mosaico descrittivo d’insieme, alimentato dalle luci speciali, dai cromatismi e dalla fisicità stessa degli abitanti, diventati per l’occasione delle comparse recitanti. Si evince la componente d’immediata e genuina spontaneità interpretativa, con una narrazione raccontata attraverso i gesti abituali, le posture, gli sguardi accesi o spenti, le pieghe delle labbra incuriosite, abbandonate o stanche.

 

Pasolini dichiarò in un’intervista rilasciata nel 1974 “Il mio film -Il fiore delle mille e una notte- è un lungo viaggio e l’eroe o gli eroi, sia pure molto passivamente, hanno il passo eroico di chi si sottopone a una grande prova. Con questo film finisce una trilogia, il mio più ambizioso esperimento, che mi è costato più attenzione formale e impegno stilistico. E’ facile il film politico-ideologico. Assai più difficile è fare il film puro, ricercare la pura affabulazione come nei classici, tenendosi fuori dalle ideologie, ma evitando al tempo stesso di cedere all’evasione. Più di un elemento ideologico è nascosto in questo film, il principale è la nostalgia di quel passato, che ho cercato di ricreare sullo schermo”.

 

 

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La passione per i viaggi in fotografia, Laudadio espone le sue opere a “Spoleto Arte”

Max Laudadio, popolare inviato del Tg satirico “Striscia la Notizia” spicca nell’esclusivo parterre di artisti selezionati per esporre durante le prestigiose mostre di “Spoleto Arte” curate da Vittorio Sgarbi e organizzate dal manager produttore Salvo Nugnes, che si terranno dal 27 Giugno al 24 Luglio nello storico Palazzo Leti Sansi, nel cuore del centro storico Spoletino.

 

Di recente i suoi originali scatti d’autore sono stati racchiusi in una coreografica mostra personale dal titolo “Quattr’occhi sul Mondo” allestita nella rinomata galleria milanese “Milano Art Gallery” in via Alessi 11, con la curatela del Professor Sgarbi, ricevendo ottimi consensi di pubblico e di critica e grande risonanza mediatica.

 

Laudadio nel raccontare la sua radicata passione per la fotografia rivela “Sono una persona, che fortunatamente vive di sogni, un inguaribile sognatore. Ho deciso di coniugare la passione per i viaggi alla fotografia, aggiungendo un elemento innovativo attraverso l’utilizzo di lenti di occhiali poste davanti all’obiettivo, di differente cromatura e tipologia, che offrono delle immagini rivisitate in chiave assolutamente personalizzata, direi unica nel suo genere. Ho cercato un punto di vista diverso, per immortalare il mondo circostante descrivendolo alla -Laudadio Maniera- talvolta pop e talvolta romantico”.

 

Sgarbi dichiara “Laudadio, dopo tante inchieste televisive, ha deciso di seguire un istinto o un desiderio di restituire il mondo secondo un punto di vista, che la fotografia più di qualunque altro mezzo consente. La lente degli occhiali colorata può ingrandire o allontanare, filtrare e deformare, trasfigurare e rendere più nitido ciò, che lo sguardo vede. Da questa esperienza esce come interprete molto sensibile alle variazioni cromatiche, come furono alcuni impressionisti, in particolare il Monet nelle Cattedrali di Rouen”.

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Spoleto Arte esporrà Antonio Santucci insieme ad rinomato di gruppo artisti

Stanno per aprire i battenti dello storico Palazzo Leti Sansi, in Piazza del Mercato a Spoleto, che farà da cornice simbolica ospitante per le rinomate mostre di “Spoleto Arte” curate da Vittorio Sgarbi e organizzate dal manager produttore Salvo Nugnes, che verranno allestite dal 27 Giugno al 24 Luglio 2014. 

Santucci è un giovane artista beneventano, che fin dall’infanzia ha sempre esternato la passione radicata per il disegno, i colori e soprattutto la figura umana, tanto da scrutarne e analizzarne in maniera approfondita ogni particolare e minuzioso dettaglio, arrivando a trasformarsi in pittore di stretta matrice iperrealista. Utilizza la tecnica dell’acrilico per dipingere i volti e usa il colore su tela con tratteggio eccellente, deciso e personalizzato.

Ogni soggetto rappresentato ha un incarnato differente, che dona all’opera una connotazione di autenticità e unicità. Le pieghe della pelle e delle labbra, le sfumature tonali dell’iride, la delicatezza dei capelli e l’intensa espressività dei visi, sono le caratteristiche principali racchiuse nei quadri. Si sofferma per esaltare l’elegante realismo della pelle, arricchendola di dorature naturali, modellandola e plasmandola sulla tela come fosse seta e la stropiccia raggrinzandola come fosse carta, per enfatizzare la decorrenza cronologica trascorsa e le vite vissute, attraverso la rosa corteccia epidermica trasformata dal tempo passato.

Osservando i suoi lavori, si comprende la volontà di affrontare il mondo artistico con un approccio completo e totalizzante scrutando, tramite l’aspetto esteriore, l’essenza sostanziale dell’anima dei protagonisti delle opere. Il suo percorso si può tradurre nella costante ricerca rivolta all’esplorazione di componenti, su cui potersi rispecchiare ogni istante in maniera sempre differenziata.

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La società SoleVista Occhiali spicca come sponsor ufficiale a “Spoleto Arte”

La rinomata società leader nel settore “SoleVista Occhiali” spicca nella partnership commerciale alle attesissime mostre di “Spoleto Arte” curate dal Professor Vittorio Sgarbi e organizzate dal manager Salvo Nugnes, che si terranno dal 27 Giugno al 24 Luglio, nello storico contesto di Palazzo Leti Sansi, in Piazza del Mercato, centro nevralgico di Spoleto. Nel novero degli illustri personaggi in esposizione ci sono nomi del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, Max Laudadio, José Dalì e molti altri artisti importanti del panorama attuale.

 

“SoleVista Occhiali” si pone come azienda ottica altamente specializzata, al passo con i tempi e le continue evoluzioni legate alla moda, alle nuove originali tendenze e alle più svariate ed eterogenee esigenze del mercato nazionale e internazionale. Offre qualità garantita, consolidata competenza in materia, ampia gamma di scelta per rispondere a qualunque specifica preferenza della corposa clientela, con un target di costi assai vantaggioso nel rapporto qualità-prezzo, che soddisfa anche l’elemento di competitività e concorrenzialità.

 

Un team di esperti professionisti, capitanati dal presidente Stefano Di Bella, è pronto a fornire un servizio studiato nei minimi dettagli e personalizzato al meglio. Il trattamento ad personam permette di diversificare la formula applicata e modularla, adeguandola volta per volta, per dare il massimo supporto ad ogni singolo cliente e soddisfarlo pienamente.

 

L’occhiale da indossare viene metaforicamente concepito in “Stile sartoriale” come fosse un abito perfettamente cucito addosso, con impeccabile funzionalità. Non a caso il motto aziendale testimonial è “Per vedere da un altro punto di vista” proprio per interpretare la finalità innovativa e non standardizzata dei prodotti proposti e l’azione progettuale e realizzativa ben mirata.

 

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Jole Caleffi Verzani insieme ad un gruppo rinomato di artisti scelti esporrà in occasione di Spoleto Arte

Dal 27 giugno al 24 luglio si svolgeranno le rinomate mostre di “Spoleto Arte” organizzate dal manager produttore Salvo Nugnes nel coreografico contesto di Palazzo Leti Sansi a Spoleto, in Piazza del Mercato. La curatela è affidata al noto critico Vittorio Sgarbi. Nel nutrito gruppo degli artisti di spicco, partecipanti al prestigioso evento s’inserisce la pittrice modenese Jole Caleffi Verzani, che esporrà alcune delle sue creazioni più rappresentative, per delinearne l’interessante percorso di ricerca sperimentale. 

Nella struttura compositiva si coglie una lettura intimistica: la magia dei colori e delle geometrie sono un conforto psicologico al senso della precarietà e dell’incertezza dell’esistenza. A questo si aggiunge la manifestazione di un radicato sentimento religioso verso il mondo, un sentimento fatto di silenzi e di ascolto delle “atmosfere celesti” per ritrovare nella dimensione dell’Universo cosmico una musicalità primordiale, dove l’uomo è realtà spirituale e testimone eterno del tempo della vita.

Sul concetto di arte la Caleffi dice “L’arte è la sublimazione del vissuto e per vissuto intendo tutte le esperienze“. E aggiunge “Io dipingo per cicli, cioè quando sento dentro di me molto forte la necessità di comunicare, di esprimermi. I messaggi sono tanti, esaurito un discorso ne inizio un altro. Il filo conduttore è il colore“.

Parlando del rapporto tra arte e bellezza spiega “Il rapporto tra arte e bellezza è molto vario, spazia all’infinito. Per me la bellezza nell’arte è l’armonia delle forme, tenendo presente, che forma e contenuto s’identificano unitamente al mezzo tecnico, necessario per dare vita ad una determinata espressione artistica. Fare entrare il concetto di arte anziché l’arte nel concetto. Nel movimento espressionista ad esempio, quando si è fatto entrare il cosiddetto -Brutto nell’arte- sono state create opere stupende, sia per forma che per contenuto“.

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L’artista della realtà utopica Eugenio Carmi presente a “Spoleto Arte”

Presenza eccelsa alle mostre di “Spoleto Arte” curate da Vittorio Sgarbi, quella del geniale maestro astrattista Eugenio Carmi, che porterà alcune tra le sue più significative opere. Il prestigioso “Osservatorio sull’arte”, organizzato dal manager Salvo Nugnes di Promoter Arte, si terrà dal 27 Giugno al 24 Luglio 2014, presso lo storico Palazzo Leti Sansi, in via Arco di Druso 37, affacciato sulla suggestiva Piazza del Mercato e inaugurerà Venerdì 27 Giugno, alle ore 18.30.

 

Carmi è tra i maggiori esponenti dell’astrattismo italiano e la sua fama si è ampiamente consolidata in ambito internazionale. Ha ricevuto premi e riconoscimenti prestigiosi in tutto il mondo. Si autodefinisce “Fabbricante di immagini”. Nella multiforme ricerca sperimentale si è cimentato nella produzione di creazioni utilizzando tele e carte, ferro e acciaio saldati insieme. Ha realizzato anche cartelli antinfortunistici e segnali elettrici immaginari, specchi, vetrate e installazioni scultoree. L’espressione artistica accanto alla mente cosmopolita, fatta di rigore e coerenza, è in continua e graduale evoluzione.

 

Sul concetto di arte ha dichiarato “L’arte è quell’attività, tuttora sconosciuta, prodotta dal perfetto computer, che sta nel nostro cervello e che, a nostra insaputa, traduce l’inconscio in realtà. Forse è il desiderio del mito della bellezza, forse è il desiderio di un colloquio con il nostro Dio, forse è il desiderio di scoprire il mistero dell’Universo”.

 

Umberto Eco di lui ha scritto “Animale eminentemente urbano, Carmi parla polemicamente di una civiltà della visione e del rumore, che lo ossessiona, lo disturba e lo affascina. Un suo moralismo e una sua tendenza alla fuga campestre si combinano con una sorta di salutare ottimismo, per cui non riesce e non gioire delle sollecitazioni, che il paesaggio urbano, nella sua insopportabilità, gli propina quotidianamente. Diciamo, che egli ha raggiunto una sorta di equilibrio, ritraducendo il paesaggio esterno in una sorta di paesaggio personale, pacificato e sottratto alle contraddizioni, che lo generano”.

 

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STEFANIA CAPPELLETTI E LE SUE POETICHE VISIONI PAESAGGISTICHE: TUTTO CIO’ NELLA CORNICE DELLE MOSTRE DI “SPOLETO ARTE”.

Forte risonanza mediatica per le mostre di “Spoleto Arte” che si terranno nell’esclusiva dimora storica di Palazzo Leti Sansi situato a Spoleto nella centralissima Piazza del Mercato, dal 27 Giugno al 24 Luglio. La curatela è affidata al professor Vittorio Sgarbi, con l’organizzazione del manager produttore Salvo Nugnes.

 

 

 

La nota artista spoletina Stefania Cappelletti rientra nel selezionato novero di partecipanti alla prestigiosa iniziativa. Nell’occasione, esporrà le sue poetiche visioni pittoriche di matrice paesaggista, nelle quali trapela tutta l’enfasi e lo slancio emotivo, scaturito dalla spiccata sensibilità della sfera introspettiva, trasportata all’interno delle rievocazioni, che esprimono anche significativi messaggi legati alla tutela dell’ambiente naturale circostante e dell’abitat urbano, in cui l’uomo è inserito e vive.

 

 

 

La Cappelletti riesce ad imprimere nello scenario compositivo una costruzione d’insieme impeccabile, intrecciando gusto retrò d’impronta tradizionale a innovativi elementi di sua personale inventiva, che conferiscono un’originale movimento dinamico alle raffigurazioni. La cornice d’ispirazione realista è rivisitata e trasformata, per distaccarsi volutamente dal puro esercizio emulativo di descrizione analitica e dal banale stile fotografico e copiativo. Il realismo tonale è alimentato dalla calibrata pennellata, ampia, decisa, dai numerosi contrasti nei giochi di luci e ombre, dalle variegature dei colori ben amalgamati. La cromia finale risulta calda, di uniforme e omogenea stesura, assai gradevole all’impatto visivo, arricchita da un’allure idilliaca, che evidenzia raffinata eleganza progettuale e ne accosta lo stile alla formula del paesaggismo francese.

 

 

 

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