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Sim aziendali, controlli e tutela privacy

Con la newsletter n. 437 del 26 gennaio 2018 il Garante per la Privacy ha reso noto che in riferimento all’argomento delle sim aziendali il datore di lavoro può, attraverso un opportuno sistema di controllo del traffico telefonico aziendale, nel rispetto di precise misure a tutela della riservatezza dei dipendenti.

Allo scopo esclusivo di ridurre i costi dell’azienda e valutare l’adeguatezza del contratto sottoscritto con il fornitore dei servizi telefonici, l’azienda può trattare alcuni dati desunte dalla fatturazione relative alle chiamate in uscita dei dipendenti assegnatari di una o più sim aziendali. In particolare, il Garante ha prescritto che le informazioni sul traffico telefonico vengano trattate solo se necessario, pertinenti e non eccedenti. Rispetto ai numeri delle chiamate in uscita e, laddove consentito nei casi in entrata, viene attuato il mascheramento delle ultime quattro cifre.

Qualora si dovessero verificare consumi eccedenti e anomali, la società provvederà a inviduarne le cause e dove necessario, sottolineerà al diretto interessato l’esigenza di rientrare nei costi aziendali, tenendo comunque conto che i dati non potranno essere trattati a fini disciplinari. I dati, sulla base del Codice sulla Privacy, potranno essere conservati entro un limite di tempo di sei mesi e non più di un anno. La società dovrà rendere noto adeguatamente ai propri dipendenti e utilizzare un codice disciplinare interno, specificando le condizioni di utilizzo delle sim telefoniche aziendali.

Per approfondire la news, è possibile collegarsi al sito di Studio Borghi, studio paghe milano, esperto nel mondo dell’elaborazione delle buste paga e della consulenza del lavoro.

Si ricorda ai lettori che settimanalmente vengono pubblicate sul portale dello Studio paghe le ultime news e circolari in materia di lavoro e di amministrazione del personale dipendente.

 

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Noitel Mobile lancia la sua nuova promozione per SIM ricaricabili “Tutto Green”

È fresca, è verde, è frizzante come l’aria di autunno, è tutto “Tutto Green”, la nuova promozione in edizione limitata di Noitel Mobile per SIM Ricaricabili.

Noitel Mobile, operatore virtuale su rete TIM, dopo il grande successo della “Tutto Special Summer Edition”, affronta l’autunno con una nuova, convenientissima promozione ricaricabile.

“Tutto Green” offre ben 500 minuti per parlare verso tutti i numeri fissi e mobili di qualsiasi operatore italiano, oltre a ben 3 Gigabytes di traffico internet per navigare sul web in 3G fino a 42,2Mbps. A completare l’offerta, 50 SMS verso tutti per gli aficionados della messaggistica non ancora avvezzi alle app come Whatsapp o Telegram.

Disponibile in edizione limitata dal 6 ottobre al 23 novembre 2015, Tutto Green unisce ai grandi vantaggi appena indicati un convenientissimo canone di appena 9 euro al mese, a fronte di un contenuto canone di attivazione di appena 6 euro una tantum.

Con ogni nuova SIM Noitel Mobile, disponibile al costo di 10,00 euro, sono inclusi ben 5,00 euro di bonus e la portabilità gratuita da qualsiasi operatore, aumentando così la convenienza per chi sceglie di passare a questa compagnia telefonica italiana al 100%.

Nel portafoglio di promozioni di Noitel Mobile, anche la best seller “Tutto Cuore”, che con soli 10 euro al mese (e attivazione gratuita!) consente di avere 600 minuti di conversazione verso tutti, 100 SMS e 2 Giga di internet, ponendo così l’operatore tra quelli che offrono più libertà di scelta agli utenti che vogliono contenere la spesa per la telefonia mobile pur non rinunciando a grandi vantaggi e alla completezza dei servizi.

Noitel Italia ricorda che con tutte le sue promozioni i servizi “Chi chiama” e “Richiama su occupato” sono completamente gratuiti, non vi sono limiti settimanali o giornalieri per i servizi inclusi e che la validità delle promo è di 30 giorni solari veri e non calcolati a settimane come succede con analoghe offerte di altri operatori.

“Tutto Green” di Noitel Mobile è disponibile presso i rivenditori autorizzati o acquistabile online sul sito web www.noitelmobile.it.

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Consultinvest rafforza la squadra di promotori finanziari

Milano, 29 maggio 2014 – Consultinvest Investimenti SIM continua a puntare sul rafforzamento della propria rete di promotori finanziari che oggi supera la soglia dei 400 professionisti, con una crescita di oltre il 50% rispetto al 31 dicembre 2013.

Nel periodo compreso tra aprile e maggio, la SIM guidata da Maurizio Vitolo ha reclutato altri sette promotori che si aggiungono ai 128 professionisti esperti entrati a far parte della squadra Consultinvest da inizio anno. I nuovi promotori rafforzano in modo omogeneo la già ampia copertura territoriale (68 nel Nord, 42 nel Centro e 25 nel Sud Italia).

I nuovi promotori provengono principalmente da Simgenia, da cui la SIM modenese ha reclutato oltre 90 professionisti tra gennaio e febbraio. A questi si aggiungono 5 promotori ex Independent Private Bankers (IPB) e altri 24 di Genesi ULN SIM, la società con cui lo scorso mese Consultinvest ha siglato l’accordo per il trasferimento delle masse che saranno assegnate ai promotori finanziari ex Genesi aderenti al progetto.

“Stiamo continuando a mettere nuovi tasselli per la realizzazione del nostro progetto, che prevede il rafforzamento della rete, il nostro grande capitale umano, per noi la chiave del successo” ha affermato Maurizio Vitolo, amministratore delegato di Consultinvest. “Puntiamo a crescere rapidamente, ma in modo sano ed equilibrato e la rete è il nostro primo pilastro. Abbiamo già raggiunto l’importante obiettivo di oltre 1 miliardo di euro di masse in gestione. Proseguiremo in questa direzione, pronti anche a valutare ulteriori acquisizioni. Il nostro è un progetto ambizioso ma siamo certi di poter contare su nuove forze, tutti professionisti esperti, che daranno un importante contributo a trasformare in realtà i nostri obiettivi.  Stiamo implementando la struttura per fornire nuovi prodotti, e le strumentazioni più innovative in grado garantire alla rete di lavorare nel solo ed esclusivo interesse del cliente. Infine, nell’obiettivo di fidelizzare i nostri promotori, abbiamo confermato anche per quest’anno il piano di assegnazione di un pacchetto azionario per tutti i professionisti che raggiungeranno il portafoglio target (3,5 milioni di euro di portafoglio gestito) e quelli che, rispetto al precedente anno, incrementeranno di almeno un milione di euro il proprio gestito”.

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Fondi d’investimento online e SGR

I fondi di investimento si possono comprare e vendere in due modi, attraverso una normale piattaforma online di home banking che offra anche questo servizio, oppure attraverso una piattaforma web di una SIM (Società di Investimento Mobiliare) o una SGR (Società di Gestione del Risparmio).
I siti internet più gettonati che trattano di home banking in generale, SIM e/o SGR in genere sono caratterizzati da un’ampia offerta dei prodotti migliori del mondo, classificati in base al tipo di investimento desiderato, al settore industriale che ci interessa e distribuiti in aree geografiche.

Quale è il vantaggio nell’usare i fondi d’investimento online? Si tratta del poter investire soldi acquistando fondi a costi ridotti potendo scegliere dall’interno di un più grande ventaglio di scelta.
In più, la maggior parte di questi fondi sono del tipo “no load”, cosa vuol dire? Che in qualsiasi delle nostre operazioni di negoziazione, non verranno applicati costi di commissione, né in entrata, né in uscita e nemmeno in switch (il trasferimento di quote da un fondo ad un altro). Mentre per altri fondi soggetti a commissioni, queste sono hanno un costo di molto ridotto in confronto ad un’operazione di acquisto e/o vendita tramite un promotore finanziario. Di norma le operazioni con i fondi hanno un prezzo, che è possibile ammortizzare nel corso del tempo e possono avere costi fissi o venire calcolati in base alla percentuale del capitale investito.

Tra i vantaggi dei fondi d’investimento online c’è la relativa semplicità di utilizzo, e la sicurezza di un sistema che ne diminuisce la volatilità dei liquidi e questo vuol dire per il cliente una maggiore tranquillità. Questo è possibile grazie alla possibile diversificazione dei fondi d’investimento, come per esempio una gestione professionale seguita appunto da un professionista che costruisce un portafoglio con criterio grazie alla sua specializzazione nel campo.

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Gli effetti economici degli organismi geneticamente modificati: vantaggi tutt’altro che evidenti!

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  • 10 Gennaio 2009

L’introduzione degli organismi geneticamente modificati (OGM) nel sistema agro-alimentare italiano è sicuramente uno degli argomenti più dibattuti. Tra favorevoli e contrari la disputa è molto accesa: e allora ci possiamo chiedere se può un economista dare delle risposte e delle soluzioni nell’ambito di problemi così tecnici riguardanti l’agricoltura. Anzitutto un economista potrebbe dire che in materia vi è un alto grado di incertezza. Scegliere la tecnologia ogm per un’impresa ha carattere dell’irreversibilità: una volta coltivati questi organismi, non si potrà più tornare indietro. Dunque, dal punto di vista economico, per un’impresa investire nella tecnologia ogm significa perdere un’opzione reale, che viene trattata dalla teoria economica alla stregua di una opzione finanziaria.

L’applicazione del criterio del valore attuale netto
Il criterio del valore attuale netto è sicuramente un modo efficace per comprendere la situazione. Il valore attuale netto (VAN) è la differenza tra guadagni previsti in futuro e costo dell’investimento iniziale: i guadagni futuri devono essere riportati al tempo attuale mediante un coefficiente di attualizzazione che tiene conto dei mancati interessi sul capitale investito. Il ricavo netto futuro sarà quindi dato dalla formula: 1/(1 tasso di interesse premio di rischio). La presenza del tasso di interesse nella formula si giustifica col fatto che, investendo in quel progetto, si rinuncia alla remunerazione che la stessa somma avrebbe in un’attività senza rischio. La teoria economica suggerisce che, nel contesto di incertezza riguardo all’impatto degli ogm e l’irreversibilità della loro scelta, i vantaggi di una loro introduzione dovrebbero essere molto rilevanti per poter essere a favore della loro introduzione. Questo schema, bisogna precisarlo, si applica a tutte le innovazioni, anche agli acquisti dei beni durevoli (computer, auto…). Da un punto di vista squisitamente economico, i favorevoli all’introduzione degli ogm ritengono che il loro utilizzo consenta anche una riduzione degli input intermedi e quindi un risparmio di costi per l’azienda agricola, con un beneficio ulteriore per l’ambiente. Il mercato degli input si trasforma in tal modo, con l’introduzione degli ogm, da quasi concorrenziale a monopolistico, o quantomeno oligopolistico, e la domanda di input diventa più rigida dato che le imprese agricole dovranno far fronte a minori scelte alternative.

Rischio d’impresa
Un altro elemento importante da sottolineare e analizzare riguarda l’aumento del rischio d’impresa : come già detto in precedenza, infatti, l’introduzione degli ogm comporta un alto grado di incertezza e, conseguentemente, degli effetti anche a livello d’impresa. Ad esempio, i possibili effetti nocivi che potrebbero essere evidenziati da future ricerche, avrebbero un impatto notevolmente negativo sul prezzo del prodotto e maggiori costi per un’eventuale rotazione colturale. A questi devono aggiungersi i costi per i danni da contaminazione genetica a terzi produttori di prodotti non ogm: essi possono anche assumere la forma di premi assicurativi per possibili danni.

Come devono comportasi i consumatori?
Le preferenze dei consumatori vengono considerate dagli economisti come un dato. Molto spesso i consumatori ritengono che l’impiego di ogm implica la messa in commercio di prodotti pericolosi per la salute: anche se si tratta di una tesi tutta da dimostrare, l’analisi economica ne deve tenere conto, anche perché produrre un bene senza mercato significa, per le aziende, produrre senza futuro. Le preferenze dei consumatori implicano dunque un rapporto di scambio tra beni ogm e tradizionali a favore di questi ultimi. Se i prodotti ogm e non ogm fossero distinguibili con certezza, esisterebbero due mercati distinti con prezzi diversi, minori per i prodotti ogm: in questo caso si creerebbe un equilibrio non efficiente, un mercato caratterizzato da asimmetria informativa. Se sono un compratore razionale andrò a scontare il rischio di comprare un “bidone” offrendo un prezzo più basso di quello che avrei offerto in caso di un prodotto di alta qualità certa: ma sarà proprio questo basso prezzo a far sì che siano i venditori di “bidoni” a vendere di più e si attiverà un processo che tende a eliminare i prodotti di alta qualità. Questo meccanismo, che nell’ambito della politica economica è conosciuto come “Modello di Akerlof“, si può applicare perfettamente anche al caso degli ogm. La soluzione più probabile in questo caso sarà un netto spiazzamento dei prodotti cosiddetti tradizionali e si verificherà a causa dell’incertezza sulle caratteristiche sul prodotto, in assenza di interventi come, ad esempio, l’etichettatura. L’introduzione degli ogm, anche se etichettati, aumenta sicuramente il rischio anche per le imprese agricole più tradizionali: infatti i produttori convenzionali tendono a osservare un premio sul prezzo del loro prodotto convenzionale, ma questo premio, in caso di apertura agli ogm, non è più certo. L’incertezza, in questo caso, è generata da alcune possibili contaminazioni genetiche e da comportamenti opportunistici da parte dei produttori (si pensi, ad esempio, alla contraffazione dell’olio d’oliva e al vino al metanolo…). La situazione è ancor più realistica in Italia nel caso si provvedesse a una liberalizzazione totale: il contesto agricolo italiano è infatti caratterizzato da una frammentazione della superficie aziendale. Se i consumatori ritenessero, in tale contesto, l’etichettatura non credibile si avrebbe allora lo “spiazzamento” dei prodotti tradizionali in ogni caso.

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Il segreto del guadagno? La guida del risparmiatore!

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  • 13 Dicembre 2008

Non è certo agevole il compito del risparmiatore di fronte alla notevole complessità dei mercati finanziari: è da questa insicurezza che nasce la necessità di rivolgersi a professionisti della finanza, persone in grado di massimizzare i risparmi, ovvero il loro rendimento.

Banche e risparmio gestito. La banca è senza dubbio l’attrice fondamentale nell’allocazione dei risparmi delle famiglie. Nonostante un malessere abbastanza diffuso tra gli italiani nei confronti degli istituti creditizi in generale (lamentele riguardanti in particolare i costi dei servizi e delle commissioni), il rapporto tra risparmiatore e istituto si configura come una struttura portante delle strategie di risparmio. In particolare, il risparmiatore può assumere tre diversi atteggiamenti nell’approccio con la banca: 1) di rifiuto, ovvero si agisce in totale autonomia e viene rifiutata ogni proposta da parte dell’intermediario; 2) di delega parziale, si sceglie direttamente la composizione del portafoglio, ma viene delegata all’intermediario la gestione; 3) di delega totale, ci si affida totalmente all’intermediario per la composizione del portafoglio e per la scelta dei titoli.

Il risparmiatore fai-da-te. Per chi vuole operare autonomamente e individualmente, il modo più immediato per investire in borsa è quello del trading online, che permette, da casa o dall’ufficio, con costi contenuti, di collegarsi tramite un computer al sito della banca di cui si è scelto il servizio. Per chi però non vuole arrendersi alla tecnologia, ma al contempo vuole fare di testa propria, bisogna accettare l’intermediazione del proprio istituto di credito.

Acquistare azioni in banca. La compravendita di titoli in banca è un’operazione molto semplice: basta infatti recarsi a uno sportello e rivolgersi al funzionario incaricato. Si compila un modulo e l’ordine può essere eseguito dalla banca stessa, oppure viene inviato a una Sim, che di solito è un’emanazione della banca; l’ordine viene quindi immesso nel sistema secondo le modalità impartite dal cliente e, a questo punto, la banca invia al cliente il fissato bollato che comprova l’attestazione dell’ordine.

Acquistare azioni estere. Stesso discorso vale per l’acquisto di azioni estere: l’unica differenza risiede nel fatto che le commissioni sono generalmente più elevate. Se infatti, per fare un esempio, si acquistano azioni alla Borsa di Parigi, la banca deve appoggiarsi a un intermediario francese, con la conseguenza che la commissione raddoppia. Con l’introduzione del trading online, comunque, questi costi sono stati notevolmente abbassati dalle banche, anche se sono variabili da istituto a istituto.

Acquistare obbligazioni estere. Le banche solitamente acquistano bond esteri al momento dell’emissione nel paese d’origine per metterli poi a disposizione della clientela. Quindi, recandosi allo sportello bancario e volendo acquistare determinate obbligazioni, l’operatore andrà a verificare cosa è rimasto nel portafoglio della banca.

Le gestioni patrimoniali. Per chi decide di delegare a dei professionisti la gestione totale dei propri risparmi, lo strumento più adatto è sicuramente la gestione patrimoniale. Esistono due categorie di gestioni patrimoniali:

1. GPM. Sono le Gestioni Patrimoniali Mobiliari, in cui si può investire prevalentemente in valori mobiliari: è uno strumento molto adatto a chi dispone di capitali molto consistenti, anche perché maggiore sarà la somma in denaro data in gestione più alta sarà la prospettiva di guadagno

2. GPF. Le Gestioni Patrimoniali in Fondi permettono di investire solo in fondi comuni e si adattano a coloro che dispongono di capitali più modesti. Esse sono nate da un’esigenza ben precisa: tra i numerosissimi fondi proposti, è facile che il risparmiatore possa entrare in confusione. Le GPF rappresentano lo strumento più adatto per districarsi in questa “giungla”, in quanto permettono la possibilità di affidare incombenze come la scelta del fondo o il ribilanciamento del portafoglio fondi a un money manager, un professionista della finanza.

I costi. Le spese sono variabili: solitamente sono richieste delle spese periodiche di gestione. I costi in media oscillano tra lo 0,5% e il 2% del capitale investito e tendono ad accrescersi quanto maggiore sarà la componente azionaria della gestione. I risparmiatori sono disposti a sostenere costi aggiuntivi in cambio della garanzia della gestione professionale del loro portafoglio: garanzia che comunque non è sempre scontata. Il consiglio è quello di provare a trattare una riduzione della commissione o di rivolgersi ai gestori che offrono GPF “multimarca”, ovvero che investono in fondi di più emittenti, garantendo una diversificazione di prodotti e portafoglio.

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