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LA RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E DELLE CAMERE DI COMMERCIO: RICADUTE OPERATIVE SULL’INVIO DELLE PRATICHE AL REGISTRO DELLE IMPRESE

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  • 3 Novembre 2016

Seminario gratuito dimostrativo-pratico rivolto al personale degli studi di dottori commercialisti, esperti contabili, consulenti del lavoro e associazioni di categoria della provincia di Bergamo

mercoledì 9 novembre 2016
Sala Mosaico – Palazzo dei Contratti e delle Manifestazioni
via Petrarca 10 – Bergamo


Mercoledì 9 novembre, dalle 9.00 alle 13, nella sala del Mosaico della CCIAA
, si svolgerà un seminario informativo gratuito sulle novità di recente introduzione, sia a livello normativo che procedurale, relative all’invio delle pratiche al Registro imprese.

Nel corso del seminario, che è rivolto al personale che si occupa direttamente della compilazione e dell’invio delle pratiche, saranno presentati i seguenti argomenti:

  • Iniziative dell’ufficio per il miglioramento della banca dati del Registro imprese (cancellazione delle pec revocate, servizio Cruscotto Qualità, controlli post-evasione, Ateco Esperto ecc.);

  • Accertamento cause di scioglimento ai sensi dell’art. 2484 (applicazione Circolare Mise 94215 del 19/5/2014); – Forma dei documenti trasmessi al Registro Imprese alla luce anche delle recenti modifiche del C.A.D. (Codice dell’Amministrazione Digitale);

  • Comunicazione dell’inizio dell’attività di commercio all’ingrosso con autocertificazione dei requisiti di onorabilità e antimafia da parte di tutti i soggetti obbligati;

  • Inibizione dell’attività a seguito della perdita dei requisiti professionali e morali (variazione della compagine sociale, cessazione del responsabile tecnico, ecc.);

Iscrizioni – Le iscrizioni potranno essere effettuate esclusivamente online sul sito internet ‘www.odcec.bg.it‘ Area “iscrizione online corsi e convegni”, effettuando il login nell’Area Iscritti.

Per informazioni:

Segreteria Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bergamo
Tel. 035 243162 [email protected]


Ufficio relazioni con il pubblico e rapporti con la stampa

Camera di commercio di Bergamo tel. 035/4225269-4225291-4225323 [email protected]


Ufficio stampa Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili
Claudia Rota – Emanuela Capitanio
Cell. 348 5100463 Cell. 347 4319334
[email protected], [email protected]et

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Crisi occupazionale e riforma del sistema nel mondo del lavoro: ne parla l’avv. Marco Carra

Il noto avvocato mantovano Marco Carra, consigliere di Regione in Lombardia da sempre molto sensibile e recettivo verso le attuali problematiche legate alla crisi occupazionale e alla crescente disoccupazione giovanile, ha espresso degli interessanti commenti al riguardo, condividendo ampiamente le opinioni del collega avvocato Umberto Ambrosoli, con il quale si è creato un rapporto di reciproca stima e ammirazione anche per dialogare in modo costruttivo sui temi sociali e collettivi più delicati e complessi e individuare insieme soluzioni concrete ed efficaci.

Carra in riferimento alle emergenze provocate dalla incalzante crisi del lavoro spiega “Oggi la sfida fondamentale è quella di disegnare un efficace sistema di ricollocamento e di politiche attive del lavoro. Non si possono dare risposte vecchie a problemi nuovi. Oggi servono politiche attive più robuste e un piano straordinario per l’occupazione: dai percorsi per la formazione continua e la riqualificazione professionale di chi viene espulso dal mondo del lavoro, alla riforma dell’incontro tra domanda e offerta, fino a un sistema di formazione professionale orientato all’occupabilità“.

E sottolinea “Se non sappiamo rilanciare lo sviluppo, aumenterà sempre più la crisi occupazionale, soprattutto quella giovanile. Bisognerebbe, quando si rimane senza lavoro, poter ricevere il supporto di un reddito minimo garantito e la possibilità di essere formati in base alle figure professionali richieste dal mercato“. Carra ritiene che deve essere data particolare attenzione alla formazione, poiché la politica dei voucher è ormai superata e inadeguata e serve una pianificazione progettuale mirata dei servizi pubblici per il lavoro, in grado di inserire efficacemente i giovani e ideare nuove politiche rivolte alla tutela degli over 60.

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Pasqualino Monti: La riforma della legge 84/94 sui porti “non può essere fermata”





''I porti, al contrario di gran parte degli asset pubblici, oggi sono una risorsa per il Paese, non un onere''






I porti italiani sono una risorsa per il Paese e non un onere. E' proprio dal sistema portuale che puo' partire una vera e propria rivoluzione in tutto il comparto della logistica, volano per riattivare un percorso di crescita. Ma per questo servono "risposte e soluzioni rapide" per la governance delle autorità portuali, che consentano loro di abbattere i tempi decisionali anche in materia di investimenti in nuove opere. E soprattutto servono interventi per rafforzare la loro "autodeterminazione finanziaria". Sono queste le sfide alle quali sono ora chiamati i porti italiani e a indicarle è stato il presidente di Assoporti, Pasqualino Monti dal palco dell'assemblea annuale dell'associazione.

E' proprio sull'autodeterminazione finanziaria che Monti pone con forza l'accento. Si tratta, infatti, spiega, di individuare "soluzioni che realizzino non tanto un'autonomia finanziaria ma quella che oggi mi piace chiamare una autodeterminazione finanziaria, ovvero una capacità di sfruttare tutti gli strumenti possibili per realizzare in tempi brevi una nuova offerta portuale e garantire efficienza senza incidere sul bilancio dello Stato".

E, su questa strada, Assoporti guarda alla soluzione Cassa depositi e prestiti."Assoporti -afferma Monti- ha concentrato la sua attenzione e i suoi sforzi per trovare anche gli strumenti finanziari nuovi, le chiavi multiple per finanziare nuove infrastrutture senza impattare sui conti e sui limiti di spessa dello Stato. E parliamo di autonomia finanziaria che pure ha fruttato il riconoscimento del diritto dei porti a trattenere l'1% del loro gettito con un tetto massimo di 90 milioni. Lo sappiamo tutti, questi 90 milioni -evidenzia Monti- che dovrebbero essere suddivisi percentualmente e correttamente in modo virtuoso, sulla base di quanto ciascun porto a prodotto, non sono solo insufficienti, prefigurano un quadro probabilmente non coerente con le necessità di ridare competitività al sistema e, per altro, ancora oggi non sono stati resi disponibili".

La soluzione alla quale guarda Assoporti "prevede -spiega Monti- l'attuazione di un fondo che puo' essere fondo presso Cassa depositi e prestiti e nel quale collocare le risorse provenienti da una ulteriore quota addizionale del gettito Iva e le risorse per interventi perequativi dell'attuale previsione normativa e che ci consenta quindi di utilizzare tutti gli strumenti coerenti con l'obiettivo da raggiungere".

"La soluzione Cdp -insiste Monti- permetterebbe di garantire il coinvolgimento di un intermediario finanziario, abilitato ad attivare tutti gli strumenti finanziari, al tempo stesso coinvolgendo il sistema del credito nel funding di questi strumenti. Dal cofinanziamento dei project financing al coinvestimento del fondo a monte o negli investimenti nella società di progettazione a valle, fino alla sottoscrizione dei project bond". In questo modo, si potrà attivare "un effetto leva che libererebbe risorse per oltre 2 miliardi di euro a favore della portualità italiana consentendo la realizzazione delle opere che oltre che strategiche sono possibili semplicemente per troverebbero ragion d'essere nella loro redditività".

Fonte: Adnkronos


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Gli obblighi dell’amministratore di condominio con la legge in vigore dal 18 giugno

La riforma del condominio finalmente è in vigore. Dal 18 giugno tutti gli amministratori di condominio dovranno adeguarsi agli obblighi imposti dalla legge. La legge guarda con particolare attenzione alla professionalità dell’amministratore di condominio, ai nuovi amministratori, al principio di trasparenza, all’innovazione, guarda ai reali bisogni dei condòmini.

I nuovi obblighi imposti per tutti gli amministratori che già operano nel settore, ma soprattutto per tutti quelli che hanno intenzione di intraprendere questa professione sono diversi, tutti improntati a sottolineare l’importanza della trasparenza legata ad ogni azione compiuta dall’amministratore:

  • Diventa obbligatorio avere un amministratore di condominio professionista solo per i condomini che hanno oltre 8 proprietari all’interno;
  • L’amministratore potrà restare in carica due anni. Il mandato dell’amministratore verrà rinnovato alla scadenza dell’annualità per altri 12 mesi, la revoca può essere richiesta in qualsiasi momento dall’assemblea nel caso in cui ci siano gravi inadempienze;
  • Per tutti i nuovi amministratori, il titolo di studio richiesto è il diploma di scuola media superiore, inoltre dovranno frequentare un corso di formazione specifico per amministratori di condominio che li qualifichi ulteriormente;
  • I condòmini potranno richiedere che l’amministratore stipuli un’assicurazione di responsabilità civile professionale per la gestione del loro condominio;
  • L’amministratore non potrà avere deleghe dei condòmini per le votazioni durante le assemblee;
  • Dovrà aprire un  conto corrente condominiale per ogni condominio da lui gestito, in caso contrario pena sarà la revoca immediata dall’incarico;
  • L’amministratore in caso di condòmini morosi per oltre sei mesi dalla chiusura del bilancio dovrà richiedere decreto ingiuntivo;
  • Dovrà tenere aggiornati e sempre disponibili il registro contabile, il registro dell’anagrafe condominiale, il registro di nomina e di revoca dell’amministratore, infine il registro delle assemblee;
  • In caso di delibera da parte dell’assemblea condominiale, del raggiungimento della maggioranza del 50% + 1 dei condòmini e dei millesimi, l’amministratore dovrà aprire il sito internet condominiale in cui verrà pubblicata tutta la documentazione del condominio, la rendicontazione mensile, il bilancio consuntivo e preventivo.

Diventa necessario per tutti i professionisti del settore adeguarsi alla normativa, organizzarsi, creare una struttura solida, un team di collaboratori in grado di aiutarlo nella gestione dei condomini, garantendo qualità e trasparenza, principi fondamentali per la normativa in vigore.

“L’amministratore oggi, ora non potrà più improvvisarsi” dice Luca Bensaia, Direttore generale di Manager Immobiliari, “siamo gli unici sul mercato ad offrire tutto il necessario per adeguarsi alla legge, offriamo tutto il pacchetto completo: il nostro Manager Immobiliare, presenza costante nel condominio, gestione contabile, legale e assicurativa, sito internet condominiale e un centro servizi dedicato che risponde 24 ore su 24 a tutte le richieste dei condòmini”.

Manager Immobiliari, società operante tra Milano e Bologna, è pronta a questa evoluzione. Ha il know-how, lo sviluppo tecnologico, risponde a tutte le esigenze emerse dalla gestione condominiale esposte dalla riforma. Il Manager Immobiliare è la vera risposta alla legge.

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L’AMMINISTRATORE DI CONDOMINIO CAMBIA VESTITO E DIVENTA MANAGER

Con l’entrata in vigore, il 18 giugno prossimo, della legge 220/2012 di Riforma del Condominio nasce l’urgenza,  per tutti gli amministratori professionisti, di attrezzarsi per riorganizzare il proprio lavoro, garantendo i livelli qualitativi richiesti dal provvedimento stesso.

 

La Riforma guarda con particolare attenzione ai bisogni percepiti dalla società attuale, dai condòmini, sotto tutti i punti di vista. Facendosi garante di tutte le esigenze manifestate, la legge abbraccia il tema della formazione professionale, della trasparenza e dell’accessibilità alla documentazione, grazie anche alla creazione di siti condominiali, del registro contabile e del conto corrente unico condominiale.

La riforma non solo guarda a tutti quelli che proprio ora vogliono intraprendere questa professione, ma anche a tutti i professionisti che già operano nel settore da tempo.

 

Dovendosi adeguare alle innumerevoli modifiche come può un’unica persona, un professionista, seppur affiancato da validi collaboratori, gestire tutto questo?

 

Questo è il vero problema, oggi come ieri, dover seguire il condominio con una visione a 360 gradi, scegliere i fornitori competentiper tutte le manutenzioni ordinarie e straordinarie tra la miriade di proposte sul mercato, tenere le assemblee, preparare l’intera documentazione contabile, gestire le chiamate. Ancor di più oggi che la legge richiede maggiore attenzione e tutela per gli utenti, che assicura accessibilità e trasparenza ad ogni azione e decisione presa.

 

Manager Immobiliari ha pensato a tutto.” ci dice Luca Bensaia, Direttore generale di Manager Immobiliari. “Il nostro Manager Immobiliare ha, grazie all’accentramento delle attività di ufficio nel Centro Servizi dell’azienda,  il tempo per dedicarsi unicamente ad avere un rapporto diretto con i condòmini, vivendo a stretto contatto con l’edificio e con la realtà che ruota attorno a tutto il mondo condominiale” continua Bensaia.

 

Manager Immobiliari è l’unica società, ad oggi, in grado di gestire direttamente, senza appoggiarsi a professionisti esterni, contabilità, amministrazione, fiscalità, pratiche assicurative consulenza legale e gestione fornitori. Il tutto gestito attraverso un servizio clienti attivo 24 ore su 24 e una piattaforma informatica proprietaria, capace di archiviare tutta la documentazione condominiale, di gestire la postalizzazione automatica  e di offrire ai clienti il predetto sito internet condominiale che garantisce trasparenza totale nella gestione dei soldi dei condomini.

Tutti questi servizi in un’unica grande azienda, che grazie ad anni di esperienza sul campo, studio e sviluppo tecnologico, ha acquisito il proprio know how, presentandosi al mercato come vero e proprio precursore.

 

Il nuovo Manager Immobiliare può dedicarsi alle reali problematiche di vita quotidiana dei diversi condomini, partecipando attivamente alle differenti dinamiche all’interno degli edifici amministrati; tutto questo supportato da un team di esperti e tecnici di settore, che con lui collaborano costantemente, in sinergia, migliorando esponenzialmente non solo la qualità del servizio che sta erogando, ma anche garantendogli l’osservanza della totalità dei requisiti richiesti dalla nuova legge.

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I corsi di formazione aiutano nella ricerca del lavoro?

La crisi in Italia, come in altri paesi, si fa sentire. Molte attività chiudono e, di conseguenza, milioni di lavoratori  perdono il posto.  I benefici della riforma Fornero, entrata in vigore il 18 luglio del 2012 allo scopo di risolvere il problema soprattutto della disoccupazione giovanile, tardano ad arrivare.

Secondo il primo monitoraggio svolto dall’ISFOL , Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori, su incarico del Ministero del Lavoro, i dati sono positivi, ma con un tasso di crescita inferiore a quello previsto. Tra luglio e novembre 2012 il numero dei contratti di apprendistato ha registrato un aumento dal 2,4 al 2,8%, lo stesso è avvenuto nell’ambito del lavoro subordinato: i contratti a tempo determinato erogati sono passati dal 63,1 al 65,8%, mentre quelli a tempo indeterminato dal 18,2 al 19%. Si riducono invece le forme di lavoro parasubordinato (dall’8 al 6,2%) e di lavoro intermittente (dal 6,7 al 4,5%). Questi dati indicano che, pur restando precari, il lavoratori godono in un maggior livello di tutela dal punto di vista contrattuale.

In generale, il tasso di disoccupazione resta a livelli record, ma registra un lieve miglioramento: a febbraio è sceso all’11,6% rispetto all’11,7% del mese precedente. Un segnale debole, ma positivo.

In assenza di un rilancio generale dell’economia, che favorisca lo sviluppo e l’occupazione, bisogna essere in grado di reinventarsi e, talvolta, essere disposti a tornare sui banchi di scuola per perfezionarsi o, addirittura, apprendere tecniche nuove. Frequentare un corso di formazione, a volte, può essere un’ottima soluzione per acquisire competenze nuove, migliorare la propria posizione o riuscire a trovare un nuovo lavoro.

Potrebbe sembrare un controsenso spendere soldi per frequentare un corso, soprattutto in un momento in cui i soldi sono pochi, ma quello che molti non sanno è che esistono dei fondi, sia regionali sia europei, destinati proprio a finanziare questo tipo di iniziative, coprendo del tutto o in parte il costo sostenuto da chi vuole frequentare, con un occhio di riguardo per quei corsi destinati ai disoccupati. Il fatto che i corsi siano quasi gratuiti potrebbe far pensare che il livello di preparazione degli insegnanti sia basso, in realtà si tratta di Enti di alta formazione professionale che vengono sottoposti a controlli molto rigidi, soprattutto se ricevono contributi dai fondi europei, quindi la qualità dell’insegnamento è assicurata.

L’offerta formativa è molto ampia e orientarsi non è facile. Fortunatamente esistono dei portali creati proprio con questo obiettivo. Uno è topcorsi.it.

Nato da un’idea tutta italiana, topcorsi.it ha una sezione interamente dedicata ai corsi di formazione professionale, facilmente identificabile nel menù al quale si accede dopo aver selezionato la città di interesse (ad esempio Torino). Oltre alla ricerca libera, è possibile filtrare i corsi per categoria, argomento o fasce di prezzo utilizzando i box laterali, riuscendo a trovare velocemente e con facilità il corso di interesse.

Certo, seguire un corso di formazione non dà garanzia di trovare un posto di lavoro, anche se molti prevedono degli stage in azienda come parte dell’offerta, ma sicuramente rappresenta un valore aggiunto che può far pendere l’ago della bilancia dalla propria parte nel processo di scelta tra più candidati.  Visto che esiste la possibilità di frequentarli a costo zero (o quasi), perché non provare?

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Ecco il Segreto per ottenere la prosperità economica nel tuo Hotel, anche quando tutti i tuoi concorrenti sono in depressione finanziaria.

Se desideri capire come fanno gli hotel che non sono mai in crisi di prenotazioni, che hanno sempre i clienti che bussano con le loro richieste di soggiorno e prosperare per i prossimi 1000 anni senza nessun problema commerciale, allora leggi le poche righe che stanno qui sotto.

Certamente per i 1000 anni sto esagerando, ma per il resto non c’è nessuno scherzo…
Ciao e buona giornata te.
Oggi ti voglio parlare di quelli che sono i canali e i mezzi di comunicazione attraverso i quali ti arrivano le prenotazioni in hotel e come sfruttare il sistema di fidelizzare dei tuoi clienti fino alla loro sopportazione massima.
Facendo una analisi molto semplice, potrei supporre che la clientela tua arriva a te attraverso i seguenti canali:
Telefonicamente
Sempre meno le persone usano il telefono per confermare una richiesta di prenotazione e comunque gli alberghi stessi chiedono una conferma scritta per una loro garanzia.  Altre volte gli hotel in certe città non considerano nemmeno una conferma email se non è completata con il numero della carta di credito.
Via form di prenotazione su web come richiesta di disponibilità
Stesso discorso della parte sopra.
Attraverso i portali di agenzie online
In questi casi c’è la garanzia della conferma e della carta di credito.
Attraverso internet con il pay per click
Come nel caso numero uno.
Attraverso il booking online dal sito web ufficiale dell’hotel
In questo caso è garantita la prenotazione perché comunicata obbligatoriamente la carta di credito.
Ogni uno di questi canali di prenotazione ha il suo costo, anche se una parte di questi clienti sono clienti che ti conoscono già.
Ecco allora la prima buona notizia.
Fare arrivare al tuo albergo clienti nuovi costa mediamente 5 volte di più che far arrivare un cliente che già che ti conosce. Cioè un cliente che ha già alloggiato nel tuo albergo.
Infatti se ci pensi un attimo sviluppare clienti nuovi costa:

  • In pubblicità sulle pagine gialle
  • Pagamento di provvigioni sui portali delle agenzie online dal 20% al 30% sul valore della prenotazione.
  • La registrazione sulle guide del turismo.
  • La programmazione della tua campagna pay per click sul tuo sito web
  • Ti costa inoltre la gestione del sito web.
  • Ha un costo il posizionamento  o visibilità del sito web ufficiale dell’hotel.

Sto parlando di una montagna di soldi.
Denaro che viene speso a volte in maniera spudorata, pur di avere prenotazioni garantite.

Posso capire benissimo che una camera che non viene venduta oggi, in realtà è una risorsa persa per sempre, ma è anche vero che molti albergatori non investono in maniera intelligente sulle spese pubblicitarie. Ho notato invece che in momenti in cui la crisi si abbatte, la prima cosa che fate è tagliare il budget della pubblicità, aiutando i tuoi  concorrenti a migliorare i loro fatturati.

Ecco alcune cose di cui si potrebbe tenere conto:
Quando un cliente arriva prenotando da un portale online, che ti costa una percentuale dal 20% al 30%, comunica  al tuo cliente che la prossima volta se vorrà prenotare ancora da voi, potrà farlo prenotando direttamente dal tuo sito online, in cambio gli offrirai uno sconto del 10% sul prezzo che ha pagato l’ultima volta.
Bene, questa è una buona tecnica per fidelizzare i clienti che arrivano con le agenzie di viaggio online, ma molti di loro preferiscono continuare a prenotare con queste agenzie online. Dicono che il sistema gli offre maggior garanzia.
Altre cose potresti fare con tutte le persone che sono arrivate all’hotel leggendo le guide internazionali, dove tu hai fatto pubblicità al tuo albergo.

Anche a queste persone gli si può garantire e promettere un certo sconto come nel caso delle agenzie di viaggio.
Ora  se è vero che produrre  un nuovo cliente nuovo costa mediamente  5 volte di più che non mantenerne uno di vecchio, non capisco perché queste grandi agenzie di viaggi online hanno un così grande successo.
Perché.
Forse perché gli albergatori non vogliono occuparsi della vendita, o non lo sanno fare, o non so che cosa… Perchè gli
albergatori non si curano della loro clientela in maniera più massiccia?
Se pensi che una tua camera che costa 100 euro, dei quali ne dai minimo 20 euro all’agenzia online per una prenotazione di una giornata. Creare un nuovo cliente ti costa mediamente se resta una sola giornata almeno 20 euro.
Attento che se quel cliente rimane per 5 giorni, alla fine ti costerà 100 euro.
Altro che costo di gestione del sito web, o budget della pubblicità.
Diversamente se un tuo cliente che già ti conosce ti prenota via web dal tuo sito cinque giorni di pernottamento al costo di 100 euro al giorno, tu avrai un costo di vendita su quel cliente pari a zero.
Ripeto, uguale a zero euro.
Quindi ogni volta che un cliente nuovo varca la soglia del tuo albergo e che ha prenotato con una agenzia online, sai che stai spendendo per avere quel cliente minimo 20 euro.  Bello dirai, ma non ci sono altri modi per assicurare all’hotel prenotazioni continue.

Potresti cominciare a investire sui tuoi clienti vecchi e cominciare a guadagnare solo per il fatto che ti costa meno gestire un cliente vecchio.
Ed ecco la seconda bella notizia:
Inizia ad aprire un dialogo continuo con i tuoi clienti, cominci non solo  a mantenere i contatti con loro, ma a capire quali sono le loro esigenze e i motivi per cui sono venuti nel tuo albergo.

Se sai queste cose, puoi organizzarti e scrivere loro, comunicare con loro di argomenti che interessano i tuoi clienti.
In che modo, ti starai chiedendo?
Ecco la terza buona notizia.
Comincia ad utilizzare la posta elettronica con un programma specifico di spedizione e gestione delle email.
Inizia una campagna di email marketing che dura almeno dodici mesi.
Esiste un software specifico per la gestione della posta con i tuoi clienti che ti permette di fare tantissime cose.
Ecco alcuni esempi qui sotto.

  • Classificare i tuoi clienti per tipologia. Esempio per scopo della loro vacanza, in questo modo potrai comunicare con loro e per i loro interessi.
  • Potrai organizzare una serie di email suddivise per argomento da programmare e spedire una volta ogni tre mesi, oppure ogni due mesi, oppure ogni giorno.
  • Potresti decidere di mandare una email ogni settimana, oppure ogni due giorni, contenente argomenti di suo interessi.
  • Potrai  inviare una email e comunicare le tue promozioni in funzione dei loro interessi.
  • Potrai spedire a tutte le persone che compiono gli anni in un certo giorno una email specifica per loro con buon compleanno.
  • Puoi  fidelizzare i clienti che almeno una volta ti  hanno dato la loro fiducia nel modo in cui tu desideri. Non solo nel modo in cui loro vogliono essere “coccolati”.
  • Potrai essere certo  che prima o dopo sicuramente ritorneranno,  perché non li hai mai più abbandonati.
  • Sei sempre stato presente nella loro mente.

Non solo, quando gli scriverete una email, potrai chiamarli sempre per il loro nome di battesimo e quindi sarà come si trattasse di una email personale.
Perché allora non investire in questo strumento, per spendere meno, avere più clienti fedeli, massimizzare i risultati dell’albergo e garantire nel tempo una clientela affidata che garantisce all’hotel prosperità materiale e continua nel tempo?
Sei libero di scrivere una tua opinione, bastano solamente poche righe.
Ciao, a presto.
Giuseppe
http://www.hotelmarketingstrategico.com

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Istruzione: La riforma fallita

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  • 21 Novembre 2007

A distanza di cinque anni sono ancora molte accese le critiche mosse verso la riforma cosiddetta del “3+2″ operata dal Luigi Berlinguer nel 2001. Infatti dopo le novità introdotte dai ministri Berlinguer e Moratti, la didattica sarebbe dovuta cambiare molto ma gli stessi docenti universitari, secondo un inchiesta condotta su rettori, presidi, docenti e direttori amministrativi di sei atenei pubblici, hanno ammesso (il 57,7%) di aver fatto poco o nulla per adeguare programmi ed esami alla logica, avversata da molti di loro, del”3+2” (laura triennale seguita dal bienno di specializzazione).

La riforma della didattica universitaria era stata concepita per raggiungere due scopi: aumentare il numero dei laureati e formare giovani in grado di trovare in breve termine un posto di lavoro. Solo il primo obiettivo è stato raggiunto. Infatti, secondo i dati forniti dal ministero della pubblica istruzione e dall’Istat,  nel 2000 i laureati sono stati 162 mila, cinque anni dopo, 301 mila.

L’ultima ricerca svolta dal consorzio Almalaurea, svolta sui laureati del 2005 in 49 atenei, dimostra anche che dal 2001 al 2006 è scesa l’età media a cui ci si laurea, sono diminuiti i fuoricorso (pur restando comunque troppi) e sono aumentate le frequenze alle lezioni e la partecipazione a stage. Dati confortanti, almeno sembra, eppure gli studenti, vere “vittime” di questa riforma non sono entusiaste dei cambiamenti apportati. Perchè?

L’origine dell’insoddisfazione studentesca probabilmente trae origine dall’avversione del corpo docente alla riforma stessa. Alla base vi è la paura dei professori di perdere il proprio potere e prestigio assunto in tanti anni di lavoro alla cattedra e a livello pratico si traduce in programmi e metodi d’esame inalterati. La mancanza d’attuazioni e di adeguamenti alla riforma dei docenti varia da una facoltà all’altra. I più refrattari alle novità sono i docenti di materie umanistiche. I professori di discipline scientifiche, invece, hanno compiuto sforzi maggiori.

Adeguarsi poteva significare ridurre drasticamente il programma d’esame proposto, ridurre il numero di ore dedite alla lezione e uniformarsi a tutti gli altri corsi svolti presso la facoltà. In una sola parola, perdere visibilità.

Altra conseguenza della riforma “3+2” è stata la proliferazione, dal 2001 ad oggi, dei corsi di laurea più bizzarri, nati più per creare nuove cattedre che per soddisfare le esigenze del mercato del lavoro.

Per quanto riguarda l’occupazione, gli aspetti più significativi sono due: alla vigilia della tesi, 83 laureati di primo livello su cento dichiarano di voler proseguire gli studi. Ciò vuol dire che un’elevatissima percentuale di neodottori non si sentono pronti per rispondere alle domande di mercato o che non si sentono soddisfatti della propria preparazione. Concludendo, gli studenti trovano discrete ragioni per non essere soddisfatti dello stato attuale delle cose.

Il ministero sta lavorando per migliorare la situazione ed introdurre delle correzioni, prime tra le quali la diminuzione dei corsi ed una minore frammentazione delle discipline. Verrà proposto anche di vincolare la nascita dei nuovi corsi a una giusta proporzione tra i docenti di ruolo e gli sterni. Politici e docenti saranno in grado di apprendere dai propri errori e agire secondo un obiettivo comune, la formazione universitaria? 

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