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Infortuni domestici: più di 2 milioni nel 2022. L’emergenza continua. Lavorare sulla prevenzione.

INCIDENTI DOMESTICI: 2 MILIONI 448 MILA NEL 2022 IN ITALIA

IN POCHI GIORNI, TRA VENETO E FRIULI, DUE VITTIME PER UN CAMBIO DI LAMPADINA IN CASA: SI TRATTA DI UN CINQUANTENNE DI RONCHIS IN COMA E DI UN 78ENNE DI SPINEA CHE HA PERSO LA VITA NELLA TARDA MATTINATA DI IERI.

MA IL DRAMMA NON CONOSCE CONFINI GEOGRAFICI E COLPISCE TUTTA L’ITALIA DA NORD A SUD DEL PAESE.

EPPURE LA GRAN PARTE DEGLI INCIDENTI POTREBBE ESSERE EVITATA.

IN CASA, COME AL LAVORO, MANCA LA CULTURA DELLA SICUREZZA. FACCIAMO INFORMAZIONE E FORMAZIONE ATTRAVERSO I MEDIA TRADIZIONALI, MA ANCHE CON I SOCIAL PERCHÉ SIMILI TRAGEDIE NON DEVONO RIPETERSI.

QUESTA È UN’EMERGENZA NAZIONALE IN CUI SI DEFINISCONO NITIDAMENTE GLI IDENTIKIT DELLE VITTIME: DONNE, BAMBINI E ANZIANI.

Intervento di Mauro Rossato Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering.

Nella tarda mattinata di ieri 27 novembre a Spinea nel veneziano un uomo di 78 anni ha perso la vita cambiando una lampadina in terrazza. Ha perso l’equilibrio ed è precipitato. Mentre, è di pochi giorni fa la notizia di un cinquantenne in Friuli Venezia Giulia che, per compiere lo stesso tipo di intervento, è caduto dalla scala sulla quale era salito. Ha battuto la testa e ha immediatamente perso conoscenza, finendo in coma. Prima di lui a settembre, sempre a causa di una caduta dall’alto in casa, ha perso la vita un 67enne nel padovano.

Ma questi sono solo alcuni dei più recenti e gravi incidenti che accadono tra le mura domestiche ogni giorno nel nostro Paese.

Perché la casa, il rifugio più sicuro per eccellenza, è in realtà uno dei luoghi più pericolosi della quotidianità. E a dirlo come spesso accade, accanto alle notizie di cronaca, sono le indagini statistiche.

Le più recenti rilevazioni ISTAT relative all’ultimo trimestre del 2022 hanno contato 612 mila incidenti domestici e 549 mila persone che hanno subito ferite o sono morte. Un’emergenza evidentemente sottovalutata dal momento che, attraverso una proiezione annuale, si parla di circa 2 milioni 500 mila incidenti in quattro trimestri.

Milioni di infortunati tra i quali, stando sempre alle più recenti indagini ISTAT disponibili, ma relative agli anni precedenti, danno una percentuale di decessi pari allo 0,3%. Percentuale che, applicata ai dati del 2022 (2.196.000 persone coinvolte) porterebbe a 6.588 vittime per il 2022.

Secondo l’ISTAT nel 2022, più del 64,3% degli incidenti domestici vede come vittima una donna, il 22% ha più di 80 anni. Oltre il 5% degli incidenti coinvolge i bambini e adolescenti da 0 ai 14 anni.

In base ai dati raccolti dal sistema SINIACA (Sistema Informativo Nazionale Incidenti in Ambienti di Civile Abitazione), istituito presso l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), gli incidenti domestici più frequenti sono le cadute (una persona su due e soprattutto donne anziane) che possono provocare non solo danni fisici, e conseguente disabilità, ma anche disturbi psicologici, ansia e depressione dovuti alla paura di cadere nuovamente. Mentre, i principali fattori che determinano le cadute in casa sono: lavori domestici, scale (fisse o removibili), sedie, sgabelli, pavimenti lisci, bagnati o sconnessi, fili elettrici o prolunghe, tappetini per il bagno, ostacoli vari (sporgenze e spigoli, piedini o gambe dei mobili), illuminazione insufficiente, assunzione di farmaci, in grado di provocare sonnolenza, disturbi motori e visione confusa, malattie come l’osteoporosi.

Gli ambienti più pericolosi sono: la cucina (20%), soggiorno e camera da letto (26%), scale (10%), bagno (7%), a causa di superfici scivolose o bagnate di sanitari, vasca, doccia, pavimento, altri locali interni (8%), garage e cantina (13%), giardino e altre aree esterne alla casa (6%).

Ma se le principali cause di infortunio si conoscono, com’è possibile che non si riesca ad invertire la tendenza?

Data la frequenza degli infortuni a dir poco sottostimata, occorre pensare ad un piano di prevenzione più accurato e mirato con campagne efficaci che vadano dalla scuola alla famiglia anche attraverso i media tradizionali e i social. Questo contribuirebbe alla diffusione di corretti stili di vita, con particolare attenzione alle categorie a maggior rischio, ovvero donne, bambini e anziani.

Senza il sostegno di un’informazione capillare nel nostro Paese, infatti, continueremo anno dopo anno a rileggere le statistiche e a ritrovare ancora milioni di infortuni.

Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering

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Rapporto INAIL 2010: infortuni in calo

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  • 25 Agosto 2011

Il 5 luglio 2011 l’INAIL ha presentato alla Camera il Rapporto Annuale 2010, un rapporto con l’analisi dell’andamento infortunistico dell’anno 2010.

Il rapporto evidenzia che, per la prima volta dal dopoguerra, la soglia dei morti sul lavoro è scesa sotto i mille casi (980), in calo del 6,9 % rispetto all’anno 2009.

Dopo il calo record di infortuni del 2009 (10%) dovuto principalmente agli effetti della crisi economica e del calo occupazionale, anche nel 2010 gli infortuni denunciati all’INAIL (775 mila) registrano una flessione, dell’1,9% rispetto al 2009.

E’ da osservare che i dati dell’INAIL non tengono ovviamente conto dei cosiddetti lavoratori in nero, che l’ISTAT ha stimato per il 2009 in quasi 3 milioni.

Il calo degli infortuni si è concentrato nel comparto dell’agricoltura, che ha registrato una diminuzione del 4,8% degli incidenti e del 10% dei casi mortali e dell’industria (rispettivamente -4,7% e -10%). Il comparto dei servizi, invece, ha fatto registrare una sostanziale stabilità degli infortuni (+0,4%) e un calo del 3% degli incidenti mortali.

Particolarmente rilevante è il dato relativo al settore delle costruzioni, che fa registrare una diminuzione di circa 10mila infortuni (-12,4%). Una sensibile riduzione si registra anche nei settori dell’industria pesante come la metalmeccanica (-3,5%).

Nel 2010 gli incidenti in itinere sono diminuiti di 5mila unità, con un calo del 4,7%, mentre gli incidenti mortali in itinere sono scesi del 10,9%.

Tra i lavoratori stranieri sono aumentati gli infortuni dello 0,8%, mentre i casi di morte sono calati del 4%. Il 40% degli infortuni agli stranieri e il 50% dei casi mortali sono registrati tra i lavoratori della Romania, Marocco e Albania.

Il maggior numero di denunce per infortunio sono registrate in Lombardia (133mila casi), Emilia Romagna (106mila) e Veneto (87mila casi).

Il Molise è la regione più “virtuosa” che registra un calo dell’8,9% degli infortuni, mentre in Lombardia si è registrato il calo più rilevante dei casi mortali (riduzione del 30%), seguita dal Lazio (-8,7%).

Le denunce di malattie professionali anche nel 2010 sono aumentate, con un incremento del 22% rispetto al 2009.
In particolare sono aumentati i casi di malattie dell’apparato muscolo-scheletrico, passate da diecimila casi del 2006 a 26mila del 2010, e legate principalmente a sovraccarico biomeccanico o a movimenti ripetuti.

L’aumento del numero di denunce di malattie professionali degli ultimi anni è legato sia ad una serie di iniziative promosse dall’INAIL, al fine di sensibilizzare i lavoratori e i datori di lavoro al ricorso alla tutela assicurativa, sia all’inserimento di diverse malattie professionali nelle nuove tabelle.

Il Ministro Maurizio Sacconi, commentando il bilancio emerso dai dati forniti dall’INAIL, ha esaltato l’importanza della cultura della sicurezza, che nel nostro Paese è in crescita, e ha sottolineato la necessità di porsi obiettivi ancora più ambiziosi per il futuro.

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