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Brexit, i mercati l’hanno dimenticata troppo presto?

Anche se i mercati per un bel po’ hanno snobbato il tema Brexit, questo non vuol dire che debba essere sottovalutato. Il tema è presente e ancora caldissimo, e specie chi fa investimenti deve tenerlo bene a mente. Il tempo in cui la partita che si gioca tra Bruxelles e Londra sarà chiusa non è ancora arrivato. E non siamo neppure vicini. Ecco perché gli effetti negativi della Brexit potrebbero non essere affatto finiti.

brexitFino ad oggi il Regno Unito si è seduto al tavolo con Bruxelles con lo scopo di guadagnare tempo. La premier May ha cercato di rinviare il più possibile la discussione sui temi più divisivi, quelli che potenzialmente potrebbero innescare grosse ripercussioni sul mondo finanziario. Adesso però il tempo è quasi esaurito, e quei temi devono essere affrontati. C’è infatti la necessità di arrivare al Consiglio europeo di giugno (o tuttalpiù a quello di ottobre) con un accordo fatto e chiuso. Per questo la strategia attendista della May non è più valida.

Torna l’incubo della Brexit

Nei giorni scorsi il comitato ministeriale su Brexit ha respinto un piano proposto dal governo, che dovrebbe ritentare questa carta apportando qualche modifica. Se non fosse approvato neppure la seconda volta sarebbe un bel guaio. Immaginiamo già il pound scivolare nel mercato valutario, con l’Adx indicatore trading che segnalerebbe subito una spinta al ribasso. Il governo UK si troverebbe a fronteggiare non solo l’ostilità di Bruxelles, ma soprattutto quella sul fronte interno. Le spinte del fronte anti-Brexit infatti non sono mica sopite, anzi.

Se dovesse crearsi uno scenario molto teso, è chiaro che la prima a risentirne sarebbe la sterlina. Chi sa come usare indicatore momentum trading può vedere che le tensioni cominciano già a essere visibili di tanto in tanto. Ma non sarebbe nulla nel caso si alimentasse un forte contrasto interno sulla Brexit. Peraltro sul pound si sta già abbattendo l’effetto sfavorevole del rinvio del rialzo dei tassi di interesse di riferimento, inizialmente previsto a maggio della Bank of England. Ce n’è abbastanza per tenere le antenne dritte perché la faccenda Brexit è tutt’altro che spenta.

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