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Life On My Journal, il blog letterario versione italiana debutta in rete questa settimana 

Reggio Emilia, 12 Novembre 2016
Nasce con un intento ben preciso Life On My Journal, il blog letterario tenuto da una ragazza trentacinquenne di Reggio Emilia, che mira a riportare in vita l’amore per la scrittura e a fare appassionare i lettori agli argomenti più disparati. Life On My Journal è un diario dove l’autrice annota i suoi pensieri a fine giornata: scrive frivolezze con ironia e sarcasmo, affronta con spensieratezza i temi  importanti di tutti i giorni ed infine tocca anche qualche questione di satira e politica. L’aspirazione di questo blog è quella di richiamare sempre più persone alla lettura, divertirli con la scrittura, coinvolgerli e farli affezionare alla scrittrice, che ha in serbo una sorpresa.

«Life on my journal nasce con un obiettivo finale, per raggiungere il quale mi sono data un anno di tempo. Non posso svelare le mie intenzioni, prima vorrei che la gente si appassionasse.» ha sottolineato l’autrice del blog, che per il momento preferisce rimanere anonima. «Già il nome del blog – la vita sul mio diario – dà un’idea dei contenuti che tratto: parlo della mia vita, delle mie esperienze, dei miei viaggi, delle mie idee, ma parlo anche di quello che accade nel mondo tutti i giorni ed esprimo il mio parere. Sì, insomma è come se scrivessi della vita sul mio diario personale…»

L’autrice si è laureata in Scienze della Comunicazione una decina di anni fa e dopo diversi anni negli Stati Uniti, decide di scrivere e lo fa in modo ironico ed acceso. Parla delle esperienze della sua vita, racconta della moltitudine di avventure vissute durante i suoi viaggi in tutto il mondo, lasciando trasparire apertamente le sue sensazioni ed impressioni sui fatti quotidiani che accadono in Italia o che vive in prima persona. Tutto questo, portando il lettore a fare alcune riflessioni considerevoli. L’autrice lascia una porta aperta verso il futuro, rimane curiosità riguardo le finalità segrete del blog.

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Ritrovamento manoscritto del Journal Particulier di Rose de Freycinet

Rose Marie Pinon de Freycinet
Rose de Freycinet a 18 anni

Il 17 settembre 1817 Rose Marie Pinon, di origine piccolo-borghese, partiva con il marito Louis de Freycinet violando tutte le convenzioni sociali e le regole della Marina Militare Francese; partivano per effettuare il primo viaggio ufficiale di esplorazione intorno al Mondo della Restaurazione.

Durante il viaggio ha scritto un diario intimo per sua cugina e amica del cuore Catherine de Nanteuil, e delle lettere a sua madre.

Una rielaborazione di questo diario e delle lettere è stata curata e pubblicata da Duplomb solo nel 1927.

Rose non è di quelle donne di cui parla la storia, una “Grande Viaggiatrice”, è una donna “normale”, ma che viaggiando ci dà un ritratto del mondo post-napoleonico, delle persone, dei “selvaggi”, del metodo di lavoro degli esploratori, aneddoti, pettegolezzi, frecciatine pungenti…

Tutto ciò è molto attenuato dal lavoro di Duplomb, ma molti si basano su questo lavoro, il manoscritto originale era andato disperso.

Avevo scritto un romanzo come divertissement e per chiarirmi le idee, la libertà di espressione del romanzo… ,  ho terminato un saggio con nuove scoperte e la traduzione della pubblicazione del 1927 scambiando idee proficuamente con il W. A. Maritime Museum di Freemantle, quando con enorme soddisfazione ho ritrovato gli originali di:

Rose Marie Pinon de Freycinet – Journal particulier de Rose pour Caroline

Nonché le lettere scritte a sua madre durante il viaggio e altri documenti

Sto rivedendo tutto il saggio, avendo trovato nel manoscritto solo conferme o rafforzamento delle mie tesi, traduco il manoscritto (evidenziando nel primo capitolo le modifiche di Duplomb).

Al termine tradurrò in francese il lavoro  e trascriverò il manoscritto.

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Louis-Claude de Saulces de Freycinet
Louis-Claude de Saulces de Freycinet

J’avais complété une traduction en Italien du Journal de Madame Rose, et complété, j’en suis sur, le meilleur essai qui existe et le plus complet sur cette Histoire, mais aussi sur le Voyage de l’Uranie, en corrigeant nombreuses fautes à ce sujet, mais maintenant je peux confirmer que j’ai découvert  le manuscrit original:

 Rose Marie Pinon de Freycinet – Journal particulier de Rose pour Caroline

Mais aussi les lettres écrites à sa mère pendant le voyage et nombreux autres documents.

La dernière fois qu’il a été vu était en 1958-1959, après il avait disparu.

Maintenant on peu voir exactement comment Rose pensait, ce qu’elle sentait sans la médiation de Duplomb le curateur de la publication en 1927.

Il y des nouveutés très intéressantes et je peux modifier l’essai historique.

A la fin de mon travail en italien, sollicité par le W. A. Maritime Museum, j’irais traduire mon essai en Français et transcrire le manuscrit de Rose.

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I disturbi dell’alimentazione diventano protagonisti di un evento artistico di grande impatto: a Napoli la performance di Giò Lacedra

Arriva a Napoli, dopo l’esordio a Milano e le tappe di Cesena e Pescara, la performance-mostra itinerante di Giovanna Lacedra “IO SOTTRAGGO. LA TRIANGOLAZIONE CIBO-CORPO-PESO”.

 

I disturbi dell’alimentazione diventano protagonisti di un evento artistico di grande impatto che vuole trasformare in arte la patologia del disturbo anoressico-bulimico: dal 14 al 21 aprile alla Galleria LineaDarte Officina Creativa, con il Patrocinio del Comune di Napoli.

 

 

 

 

 

Napoli, 14 aprile 2012: alle ore 18:00, la galleria LineaDarte Officina Creativa ospiterà “Io sottraggo. La triangolazione cibo-corpo-peso”, una performance-confessional autobiografica, ideata, scritta e agita da Giovanna Lacedra, artista di origine lucana e fiorentina di formazione, che vive e lavora a Milano.

 

L’evento, curato da Grace Zanotto, con video-sonorizzazione di Giuseppe Fiori, mette in scena, nello spazio creativo-distruttivo-creativo-rigenerativo di venti minuti, i rituali ossessivi-compulsivi che normalmente vengono consumati in segreto da chi sviluppa una patologia del comportamento alimentare, svelandone  ogni crudezza.
“E’ un atto performativo caustico, autentico, catartico e sensibilizzatore – afferma l’artista – in cui è il corpo stesso a confessare la verità che è dentro tutto il cibo divorato e rifiutato. La verità che è dentro tutto il nutrimento sottratto e vomitato. La vera patologia è la piaga del disamore. La corrosione del contatto. La voragine di una mancanza. L’incolmabile precipizio dentro il cuore e nello stomaco. Perché nei disturbi del comportamento alimentare non è l’appetito a essere disturbato, ma l’anima, l’emotività, il vuoto affettivo, la relazione”.

 

Giovanna Lacedra ha deciso di prendere tra le mani la materia informe della propria sofferenza per trasformare in arte la patologia del disturbo anoressico-bulimico e per sensibilizzare le coscienze verso un disagio troppe volte sottovalutato o, peggio ancora, tenuto nascosto.

E così, può capitare che una donna, artigliando nelle sabbie mobili della propria fragilità, si ritrovi sotto le unghie briciole di coraggio. Un coraggio inaspettato ma utile per gridare il proprio dolore, il proprio disagio, la propria fame. Può capitare che una donna, confessando se stessa, con la parola, con l’azione, con il corpo, riesca a prestare la propria voce, la propria rabbia e la propria speranza a milioni di altre donne che invece tacciono. Per paura o per vergogna. O per non disturbare. Perché a tutt’oggi, scandalosamente, i disturbi del comportamento alimentare sono ancora sottovalutati, superficializzati, e ignobilmente derisi. Patologie che uccidono, sono lette come capricci.

 

Una mostra in cui nulla più si nasconde, e ogni crudezza si svela: a integrare le tematiche affrontate dalla performance, una sequenza di foto-reportage che hanno catturato dettagli di un corpo in spigoloso dissolvimento e le intime pagine dei diari scritti nei mesi più deliranti della patologia.

 

Trasformare in arte la patologia.

Fare in modo che il corpo, da anni ostaggio di rituali ossessivi, da anni contenitore di vuoti affettivi, di assenze e di mancanze, da anni vittima e carnefice di se stesso, diventi racconto espressivo e creativo di una tra le più paradossali malattie: il disturbo anoressico-bulimico.

Mangiare niente come mangiare tutto. Svuotarsi come ingombrarsi.

Mettere dentro il mondo intero, o il mondo intero rifiutare.

Sbranare pulsionalmente l’amore che non si ha. O scegliere stoicamente la rinuncia.

Controllare il corpo per illudersi di controllare la vita intera.

Operare calcoli minuziosi, e istituire una vera e propria aritmetica del desiderio.

Sottrarsi chili per sottrarsi ai desideri. Scarnificarsi e rischiare la vita, pur di rendersi visibili. Fingersi inarrivabili, perché il contatto è già una ferita.

Non ho bisogno di niente. Non ho bisogno di cibo. Non ho bisogno di te

 

IO SOTTRAGGO. LA TRIANGOLAZIONE CIBO-CORPO-PESO.

IO SOTTRAGGO è atto performativo caustico, autentico, catartico e sensibilizzatore. Un atto in cui è il corpo stesso a confessare la verità che è dentro tutto il cibo divorato e rifiutato.

La verità che è dentro tutto il nutrimento sottratto e vomitato.

La vera patologia: la piaga del disamore.

La corrosione del contatto. La voragine di una mancanza. Incolmabile precipizio dentro al cuore e nello stomaco. Perché nei disturbi del comportamento alimentare non è l’appetito a essere disturbato, ma l’anima, l’emotività, il vuoto affettivo, la relazione.

Anoressia, Bulimia, Bing Eating, Obesità. Malattie della nutrizione. Malattie dell’amore.

Perché il nutrimento cui si anela, quello stesso nutrimento che si teme, e che spinge a divorare bestialmente tutto e più di tutto, cibo cotto, cibo crudo, perfino cibo congelato, prima dolce e poi salato… quel nutrimento, non sarà mai cibo. Mai.

Inutili orge alimentari si alternano a digiuni ascetici: corse al massacro, per il corpo e per l’anima, schiaccianti quanto vacue al fine di anestetizzare una fame insaziabile. Un flusso di vacuità non arginabile.  Perché è l’amore il nutrimento primario che chiamiamo all’appello, con un grido che dalle fauci si perde in corridoi infiniti, e senza ascolto. E’ l’amore, e non il cibo, il nutrimento che ci affama.

Il cibo non è che una dipendenza e un’astinenza. È il sintomo di una patologia.

Ma la verità è altrove: è nel bisogno di non aver bisogno. È nell’inesauribile fame di tutto. È in quell’anoressia che nel tempo massimo di un infinitesimo, si trasforma in bulimia, Perché la bulimia, in realtà, è sempre stata lì appostata, ad aspettare il momento della resa. La bulimia in realtà è quel mostro che brama e trama dietro le quinte dell’anoressia.

 

 

 

 

Foto di Massimo Prizzon

http://img713.imageshack.us/img713/9536/giovannalacedraiosottra.png

 

 

 

 

 

 

Dai diari in mostra:

 

14 Maggio  2005

“Voglio diventare la trama di me stessa. Devo diventare quello che c’è sotto.

Si può incontrare la verità delle cose… quando si impara a levare il superfluo.

 

 

4 Luglio 2005

“Lasciarsi morire di fame. Sottrarsi al mondo.

 Farlo con coscienza. Sceglierlo, ogni giorno, con vocazione.

Oggi: 475 Kilocalorie.”

 

22 Luglio 2005

“ Ore 9.00: Kg 40.8. Anche dopo i dieci vasetti di yogurt ingurgitati, il  mio peso è rimasto invariato. Ho paura del tempo, soprattutto quando non scorre. Devo pianificarlo. Devo controllarlo. Ore 18.00: Kg 40.7”

 

 

 

28 Luglio 2005

“Sento il cuore rallentare… freddo e formiche tra le costole…sento la mia bradicardia…il formicolio nella testa… le gambe di gesso… la vita che si slaccia da me…”

 

 

 

SCHEDA TECNICA


 

IO SOTTRAGGO.

LA TRIANGOLAZIONE CIBO-CORPO-PESO

di Giovanna Lacedra

a cura di Grace Zanotto

 

Galleria LineaDarte Officina Creativa

Via Domenico Soriano 34 –Napoli

 

con il Patrocinio del Comune di Napoli

 

Live performance: sabato 14 aprile 2012, ore 18.00

Mostra diari, foto e video: dal 14 al 21 aprile – dalle 16.00 alle 19.00

Ingresso libero

 

Infoline: 081 5494271

www.lineadarte-officinacreativa.org

[email protected]

[email protected]

 

 

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Bancomail – Letterboxd, il social per cinefili

http://www.bancomail.it/blog/index.php/letterboxd-il-social-per-cinefili/

La proliferazione di social networksè pressoché inarrestabile e periodicamente ci troviamo di fronte a realtà più o meno interessanti e dalle caratteristiche eterogenee.

L’ultimo in ordine di tempo ad esserci capitato per le mani è Letterboxd: si tratta ancora di un beta, cui si può accedere  tramite invito o inserendo un proprio indirizzo mail per essere inseriti nella lista d’attesa.

Si tratta di un social tematico ed è dedicato principalmente agli appassionati di film: si può infatti accedere ad un database (ancora in costruzione) di migliaia e migliaia di schede film su cui il profilo può aggiungere apprezzamento, data di visione, recensioni, ranking, parole chiave.

Si può anche salvare il film nella nostra bacheca personale, cosicchè i nostri follower possano visualizzare con facilità quali film abbiamo visto, cosa ne pensiamo,  se vale la pena vederli.

Facilità che è consentita da un’interfaccia intuitiva ed intrigante che consente differenti tipologie di utilizzo: ottimo per cercare idee quando si vuole vedere un film ma non si sa quale, funzionale per costruire il proprio “diario cinematografico”, divertente se si vuole condividere la propria passione con amici ed utenti.

Interessante anche l’opzione relativa alla creazione della propria watchlist ovvero un archivio dei film che si ha intenzione di vedere in futuro.

Essendo ancora in fase di costruzione può capitare di non trovare il film desiderato ma ogni utente ha la possibilità di integrare il TMDbThe Movie Database – aggiungendo di volta in volta i vari film non presenti.

Your life in film” è il payoff di questo social ed è certamente divertente associare date, episodi e circostanze ai vari film visti in quei periodi. Il link diretto con Twitter permette poi di mostrare a tutti i contatti la propria attività in modo da espandere la visibilità e l’interattività.

Nel web esistono già idee sul tema, una è italiana – “Questa sera niente pop corn” –  oltre allo storico IMDb (the Internet Movie Database), Icheckmovies e Flixster solo per citarne alcuni. l’innovazione di Letterboxd è quella di integrare le potenzialità dell’archivio e dell’interazione social. No n ci sono ancora notizie certe sulla pubblicazione del sito nè sulle sue future derive per devices mobili ma è certa l’uscita di apps per smartphones e tablets.

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Bancomail – Facebook e la Timeline per le brand pages

http://www.bancomail.it/blog/index.php/facebook-e-la-timeline-per-le-brand-pages/

In occasione della conferenza avvenuta il 29 febbraio, Facebook ha annunciato ufficialmente la scelta di utilizzare Timeline anche per le brand pages. Gli amministratori hanno circa un mese per testare e personalizzare le proprie pagine, prima che l’attivazione avvenga di default il 30 marzo.

Così come è accaduto per le pagine personali, anche la bacheca delle brand page prende lo stile del Diario: le notizie sono disposte su due colonne e lo spazio assegnato ad ogni evento assume una nuova forma.

Oltre ai cambiamenti grafici ed alle modalità di fruizione, sono state aggiunte anche una serie di possibilità che consentono all’azienda di dare informazioni in modo più preciso sulla propria attività. Si potranno infatti aggiungere eventi passati che consentiranno, se non di avviare un reale processo di storytelling, quantomeno di narrare l’intera storia di un’azienda partendo dalle sue origini:

e raccontandone l’evoluzione attraverso l’inserimento di traguardi:

I clienti e i prospect amano un approccio personale da parte delle aziende, soprattutto sui social network. Cogliete quest’opportunità per renderli partecipi della vita aziendale.

Tra le novità di rilievo vi è certamente l’opportunità di mettere in primo piano determinate notizie. Non solo si potrà favorirle per occupare l’intera larghezza della pagina, ma si potrà anche mostrarle come prima notizia per sette giorni.

Inoltre ogni utente che visualizzerà il Diario avrà una zona personalizzata: nella prima parte della bacheca comparirà,  se possibile, uno dei post o tag pubblicati da un amico, scelto per popolarità e senza criterio temporale: questo permetterà di creare un legame di fiducia più forte. Nella stessa parte di pagina, sono in vista anche le pagine preferite dallo stesso brand.

A corredo grafico di tutti i cambiamenti che coinvolgono la bacheca fa capo l’immagine di copertina.  Si tratta di un’importante opportunità per le aziende che potranno utilizzarla per comunicazioni potenti e accattivanti.  Le possibilità creative sono molte, ma occorre rispettare le policy imposte da Facebook. Le immagini non devono avere un immediato carattere commerciale:

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Si tratta di una scelta che riduce l’hype commerciale delle stesse pagine e che fa pensare ad un marcato interesse di Facebook a spingere ancora la propria piattaforma di Advertising.

Siate creativi e giocate con i posizionamenti (copertina – profilo – tab)! Ricordate di non inserite prezzi o percentuali di sconto, ma utilizzate a vostro vantaggio l’immagine dei vostri prodotti, il vostro logo o qualunque concetto vi consenta di trasmettere la vostra brand identity. Cambiate spesso l’header, soprattutto in occasioni importanti o legatelo al coinvolgimento degli utenti.

“Che fine faranno i TAB?” ci siamo chiesti più volte nell’attesa del rilascio ufficiale di Timeline. La risposta conferma le più quotate ipotesi. Sono i box quadrati che si trovano sotto all’immagine di copertina a fare da pulsanti per le pagine che passano da 520 pixel di larghezza a 810. Indubbiamente il nuovo layout mette in risalto i primi tab scelti – tre in totale, se consideriamo che dei quattro visibili, le foto non potranno esser messe in secondo piano – ma penalizza le successive (fino a un totale di dodici) che vengono elencate solo al clic dell’utente per l’espansione della sezione.

Le nuove dimensioni delle immagini sono:
Copertina: 851x315px
Profilo: 180x180px
Bottone Tab: 111x75px

Una delle altre importanti novità riguarda ancora le tab pages: non sarà infatti più possibile scegliere una landing page. Gli utenti, iscritti e non, arriveranno tutti alla timeline principale della pagina, senza alcuna altra possibilità. Una scelta che sembra ancora sottolineare la scelta di Facebook di essere l’unico semaforo per le Tab tramite la sottoscrizione di un piano di advertising.

Il nuovo pannello di amministrazione infine sembra decisamente più funzionale: in una sola schermata si potrà accedere a diverse informazioni importanti: nuovi fan, notifiche, comportamento degli utenti, statistiche – di cui una parte sarà pubblica – e messaggi.

E sono i messaggi ad essere l’ultima grande novità, non certo in termini di importanza. Torna ad attivarsi per gli amministratori delle pagine la possibilità di inviare messaggi ai propri iscritti, ma si dovrà scegliere a chi scrivere. Una novità decisamente di rilievo soprattutto in considerazione del fatto che si potranno ricevere i messaggi, il risvolto per chi si occupa di social marketing è elevato: assistenza personalizzata e contatto diretto.

A conclusione di questa prima analisi possiamo dirci certamente soddisfatti dal nuovo pannello amministrativo con dati aggregati, dalla possibilità di inviare e ricevere messaggi e dalla spiccata personalizzazione che è stata resa possibile. Ma se da una parte aiuta la ripresentazione di argomenti particolarmente dibattuti (e dunque probabilmente interessanti), dall’altra l’apparente disordine (che pecca anche in allineamenti e posizionamenti spaziali) temiamo possa confondere la consultazione delle notizie, ridotta, in parte, anche dalla penalizzazione sul numero di Tab visualizzabili di default.

Con Timeline, anche le aziende più restie alla conversazione dovranno riconsiderare il loro approccio poiché la nuova impostazione mira soprattutto a mettere in luce le storie e le interazioni, puntando anche al lancio di Facebook Stories. Le pagine dovranno essere creative e impersonificate: non più simil forum gestiti per lo più dagli iscritti, come spesso abbiamo visto, ma contenuti creati dalle aziende che coinvolgano gli utenti.  Ian Schafer, CEO di Deep Focus, social agency, ha spiegato su Mashable come le pagine rappresentino un’opportunità per le aziende di coinvolgere i propri clienti. Il guadagno è la presenza più alta nei feed degli utenti, ma il rischio, soprattutto per chi usa Facebook per promuoversi senza interagire, è quello di soccombere per mancanza di competenze. Un aspetto che potrebbe portare, nel lungo termine, a un aumento della qualità dovuto alla resistenza dei professionisti.

Sottolinea infine Schafer: “Nella Timeline il contenuto è di passaggio. Non bisogna puntare a trattenere l’utente più tempo possibile sulla pagina, ma cercare di fargli condividere più storie possibile”.

PS Vi segnaliamo la nostra nuova timeline e due pagine che ci sono piaciute: http://www.facebook.com/nytimes e http://www.facebook.com/coldplay

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