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Vera De Luca

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Torna a risplendere il Grand Hotel Riviera

Il mare azzurro di fronte, il parco pineta a terrazza alle spalle. Ci si sveglia tra la brezza e l’intenso odore di pini e nel tardo pomeriggio si può assistere allo spettacolo dei tramonti bianchi sul mare, prima che il sole calandosi in acqua infuochi tutto di rosso, arancio e rosa con i suoi raggi. Mille e una emozione da vivere al Grand Hotel Riviera a Santa Maria al Bagno, tel 0832 35 13 21- www.cdshotels.it, sulla costa jonica salentina della marina di Nardò. Dopo sette anni di abbandono, è stato interamente ristrutturato in appena dieci mesi dal gruppo CDSHotels e sarà inaugurato il 5 agosto già con i primi clienti.  “Il restauro”, spiega Ada Miraglia, direttore commerciale di CDSHotels, “è stato molto rispettoso dell’anima del luogo, mantenendo un’ispirazione contemporanea. Là dove è stato possibile abbiamo lasciato gli infissi e i pavimenti originari, pensando ad una clientela di classe che ama circondarsi di bellezza, comfort ed eleganza”.

Ben due le piscine immerse nella pineta, di cui una riscaldata con idromassaggio. Tre le sale per le colazioni e i pranzi, una delle quali potrà essere utilizzata come sala conferenze. Per fare colazione gli ospiti non avranno orario: infatti potranno avere un ricco brunch dal momento del risveglio fino alle 14.30 e poi la cena anche a lume di candela sul terrazzo fronte mare.  Massima cura per la cucina che si ispirerà ai sapori e ai colori della Dieta Mediterrana grazie all’estro dello chef Antonella Montanaro. Il Grand Hotel Riviera, che si compone di 98 camere, affidato alla direzione di Simone Carena, dalla carriera internazionale, resterà aperto tutto l’anno.

Le terrazze vista mare e il parco pineta, circondati dalla massima privacy, con le piscine sono la location ideale per piccoli e grandi eventi e cerimonie molto esclusive. Già previsto in primavera l’arrivo di nuovi clienti stranieri.

 

H di P

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Croazia – Il Festival dedicato al mare e ai marinai “Giornate nella Baia”!

Dall’8 all’11 settembre 2016 sull’isola di Hvar, nella città di Stari Grad, si terrà

il Festival del mare “Giornate nella Baia”.

 

La città più antica dell’isola, Stari Grad, fondata dai Greci nel 384 a.C. con il nome di Pharos, compie 2400 anni e li festeggia con il festival del mare e dei marinai.

 

L’organizzatore del festival invita a partecipare gli equipaggi con le loro imbarcazioni tradizionali.

 

Spese a carico dell’organizzatore:

– il biglietto del traghetto per la macchina, per il rimorchio, per la barca e per i membri dell’equipaggio a bordo (andata e ritorno), per la tratta Split-Stari Grad-Split.

– il carico e lo scarico delle barche a Stari Grad.

– trattamento di pensione completa per 4 membri dell’equipaggio a bordo, se non ci sono le condizioni (cabina) per dormire sulle barche.

 

Se uno dei membri dell’equipaggio o tutti dormono a bordo, in questo caso, saranno assicurati i pasti insieme con gli altri partecipanti.

 

Se arrivano più navi in un gruppo o più membri di un’associazione, c`è la possibilità di organizzare un programma ad hoc.

 

Modalità per iscrizioni alla gara: dal 1 agosto fino al 10 settembre all’indirizzo e-mail [email protected] tel. 00385-21-483 111 www.cronaves.com

 

Dopo aver partecipato alle regate, alle sfilate d’imbarcazioni tipiche del Mediterraneo (battane, gondole, gozzi ecc.) conoscerete tante altre meraviglie per chi ama la storia, come il Monastero dei Domenicani, le numerose chiese e musei. Fa da cornice l’intera città che ha mantenuto nel tempo un’atmosfera autentica. Scoprirete il castello di Tvrdalj, la residenza estiva del poeta Petar Hektorovic (1487-1572). La piana di Stari Grad, la più grande e la più fertile delle isole adriatiche, si protende su una superficie di 6 Km dall’insenatura di Vrboska fino all’insenatura di Stari Grad, è inserita dal 2008 nella Lista del Patrimonio Culturale dell’Umanità dell’UNESCO. In questa zona si trovano quasi 120 siti archeologici, risalenti dalla preistoria fino al Medioevo.

http://www.stari-grad-faros.hr/en/

Per gli amanti del gusto assaporate le tipiche pietanze locali e degustate i vini autoctoni.

Famoso: il merletto di agave, originario di Hvar, considerato un bene immateriale sotto l’egida dell’UNESCO.

 

Per tutte le informazioni turistiche contattare: Ente Nazionale Creato per il Turismo, tel. 02 86454497, www.croazia.hr

 

 

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Aperte le iscrizioni al corso regionale CAREGIVER ALZHEIMER

Aperte le iscrizioni al corso regionale CAREGIVER ALZHEIMER fortemente voluto dalla Associazione Nazionale Malati Alzheimer Onlus , sezione campana-presieduta dalla dottoressa Caterina Musella.

Il corso “CAREGIVER ALZHEIMER” (di cui al decreto dirigenziale n. 216 del 22/03/2011), organizzato dall’AIMA, è il primo corso in Italia per la formazione di un operatore dedicato

nella gestione della malattia d’Alzheimer e delle sue problematiche con rilascio di una qualifica regionale riconosciuta su tutto il territorio nazionale.

Il CAREGIVER ALZHEIMER è un operatore che possiede una preparazione multidisciplinare tra il sapere scientifico e quello umanistico. È in grado di gestire, in maniera specifica, le varie problematiche correlate alla malattia d’Alzheimer, a livello domiciliare o presso strutture residenziali e/o semiresidenziali, ed è preparato per prendersi cura del paziente affetto da Alzheimer, instaurando con lui una comunicazione empatica, una relazione basata sull’approccio biopsicosociale, che è alla base del modello “AIMA…amiamoci”.

 

60.000 sono gli ammalati di Alzheimer nella sola regione Campania e i loro familiari e parenti  sono spesso costretti a ricoveri inadeguati mentre l’aiuto di una figura professionalmente preparata ad assistere i malati e sostenere le famiglie, è una delle richieste che più spesso vengono inoltrate al centro di ascolto gestito dalla Onlus AIMA.

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Le offerte enogastronomiche del viterbese in una guida

I riconoscimenti italiani ed europei conquistati da molti prodotti, vini ed olii in particolare, annoverano la Tuscia fra le regioni a più alto richiamo turistico nel settore dell’enogastronomia nazionale. Per presentare la produzione e la ricchezza agroalimentare di questa parte dell’Alto Lazio, il CAT-Confesercenti di Viterbo e VisiTuscia-Un Club di Prodotto, in collaborazione con la CCIA di Viterbo e il Patrocinio della Regione Lazio e del Padiglione Italia EXPO 2015, hanno pubblicato una Guida (“A Tavola con gli Etruschi”) che rappresenta una “summa” di tutto quanto qui viene prodotto.                                                                                                              «La cucina, afferma Vincenzo Peparello, fondatore di VisTuscia e Presidente della Confesercenti di Viterbo, è uno dei pilastri per la promozione del nostro territorio. Le più recenti analisi della domanda di settore, confermano come i turisti, al di là della loro provenienza, siano sempre più “assetati” di unicità, di nuove scoperte e di nuovi sapori. E noi, non potevamo non sfruttare l’internazionalità di Expo 2015, per far conoscere quali sono le nostre potenzialità dal momento che la manifestazione milanese porterà in Italia più di tre milioni di turisti extra-Ue che vorranno vivere questa grande esperienza e, certamente, non vorranno neppure perdere, fra le tante offerte, l’occasione di fare shopping e assaggiare la nostra cucina».                                  La Guida, quindi, si pone l’obiettivo di promuovere, valorizzare e incentivare la  commercializzazione dei prodotti tipici di questo territorio, nonché di esaltare le professionalità maturate nella ristorazione tradizionale proprio attraverso l’utilizzo di questi prodotti. Prodotti diversificati tra loro, ma che insieme costituiscono un paniere da presentare sotto forma di offerta unica di qualità, sia sui mercati nazionali che esteri. A tale scopo, la Guida è stata tradotta anche in inglese e cinese.                                               «Il turismo gastronomico – ha sottolineato dal canto suo Domenico Merlani, Presidente della Camera di Commercio di Viterbo – ha in Italia una forte attrattiva. Per questo occorre creare e rafforzare quel fondamentale legame che unisce produttori ed operatori turistici, per la creazione di pacchetti turistici che, accanto agli attrattori culturali e naturalistici, sappiano valorizzare l’enogastronomia». Lo sforzo che la Guida fa in questo senso è straordinario. In essa, infatti, vengono presentati cinque itinerari turistici che si identificano con le principale aree di attrazione turistica: “Sulle sponde del Lago di Bolsena”, “In gita tra borghi e sagre viterbesi”, “Emozioni in Maremma”, “I Cimini nel segno dei Farnese” e, infine, “Nella Teverina per i brindisi di eccellenza”. Cinque itinerari che raccontano i saperi e i sapori di una produzione di eccellenza che non vuole essere solo raccontata, ma trasmessa a quanti, italiani e stranieri, vorranno visitare questa regione. Particolare non trascurabile, la Guida indica anche dove questi prodotti possono essere trovati, degustati e acquistati. Promuovere i prodotti della Tuscia significa, quindi, promuovere soprattutto i territori, perché ogni singola tipicità è indissolubilmente legata ad un ambiente di produzione. Il prodotto diventa allora esso stesso mezzo di divulgazione attraverso il quale presentare e far conoscere le caratteristiche culturali, storiche e paesaggistiche del Viterbese.

 

H.di P.                               

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Capaci e Altavilla Milicia si specchiano nel mare blu della Sicilia

La visita ai luoghi, alle strade, alle piazze della città nuova di Gibellina nel trapanese, ricostruita dopo il terribile terremoto del 1968 e all’intero sistema museale e al Grande Cretto di Burri lasciano una profonda emozione. Un nuovo percorso che si avvia nel segno della contemporaneità e da Gibellina parte una nuova rete di presidi culturali che dalla Sicilia  si estende a tutta la penisola, così come era stato indicato dal senatore Ludovico Corrao che invitò artisti di varie nazionalità a visitare i luoghi della memoria per lasciare un segno tangibile alla città. «Quando il terremoto del 1968 distrusse Gibellina, nessuno immaginava che la stessa sarebbe rinata, da quelle macerie, con una forte incisiva identità, capace di riscattare con tenacia e grande determinazione modelli sociali e culturali tipici di una cittadina agricola dell’entroterra degli anni ’60», così il Sindaco di Gibellina Rosario Fontana. L’occasione di visitare questo luogo ricco d’arte moderna ci è stata offerta dal meeting organizzato dall’Associazione Terra Damare che ci ha portato nella splendida terra sicula. È stato l’arch. Irene Cavarretta che insieme al Sindaco ci hanno portato alla scoperta del grande Cretto di Burri, un’opera in cemento armato di 12 ettari che copre interamente le rovine del paese distrutto. Il viaggio alla scoperta delle bellezze della Sicilia nord occidentale non poteva non iniziare da questa grande opera d’arte che ha fatto tanto parlare di sè. Ma la creatività e l’entusiasmo non mancano agli operatori culturali della terra siciliana di oggi. Non a caso è nato il progetto dell’Associazione Terra Damare, frutto di una sinergia tra vari enti: “Country Side Tour (www.countrysydetour.it) – Valorizzazione e Promozione dei Territori Rurali dei Comuni di Altavilla Milicia e Capaci della Provincia di Palermo”. Il programma rientra nelle direttive del Piano di Sviluppo Regionale Sicilia 2007-2013 in relazione agli incentivi per i servizi per la fruizione di itinerari turistici. «L’intervento, – ha precisato il presidente di Terra Damare, Anna Maria Ulisse – ha come finalità principale la promozione territoriale di Altavilla Milicia e di Capaci, attraverso la creazione di itinerari turistici che associno la tradizione e la qualità dei prodotti tipici ai luoghi di produzione e alle attrattive naturali e storico-culturali del territorio di grande interesse paesaggistico, religioso ed artistico». L’intento dell’Associazione Terra Damare è di coinvolgere tutto il ciclo produttivo, facendo “rete” tra di loro, oltre ad investire in formazione. «Da tener presente – dice Annamaria Ulisse – che le strutture esistenti nei due comuni sono a gestione familiare e le associazioni, come la nostra, operanti sul territorio devono far conoscere la cultura dell’accoglienza, puntando sulla qualità che si può osservare sia nell’artigianato che nei punti vendita commerciali della zona. Ne sono un esempio ad Altavilla Milicia la macelleria di Gian Battista Romano, che produce la tipica salsiccia milicia e le ceramiche di Francesca Guagliardo, lavorate artigianalmente, ma con estrema professionalità. Per Luigi Amato, responsabile del monitoraggio del Gal Golfo di Castellammare (www.galgolfodicastellammare.it), che è tra i partner del progetto, le due località Altavilla Milicia e Capaci, che sono rimaste fuori dal Gal e dal programma “Leader”,  hanno tutte le carte in regola per presentarsi ad una clientela esigente amante del mare, dei prodotti enogastronomici locali e della pesca grazie ad una storia comune che le vede entrambe nel Seicento feudi della famiglia bolognese Beccadelli. A proposito di Palermo, per gli amanti della buona tavola una sosta golosa vale la pena farla alla Boutique enogastronomica “da Cosimo” in Via Marchese di Roccaforte dove Francesca e Cosimo da buoni padroni di casa accolgono con esperienza e cortesia i clienti. Intanto ritorniamo alla patrona della città, Santa Rosalia, chiamata affettuosamente dai suoi fedeli, la Santuzza, che al tempo della pestilenza ha soppiantato le altre sante patrone, Ninfa, Cristina, Oliva e Agata. La giovane Rosalia Sinibaldi, che era sempre vissuta in ricchezza, decise di vivere la sua vita spirituale presso alcune grotte della zona dove aveva vissuto da fanciulla, scegliendo successivamente di trasferirsi in un rifugio silenzioso sul Monte Pellegrino a Palermo dove poi morì. Un itinerario di carattere prettamente ambientale e archeologico è rappresentato anche dalla località “La Portella” nel comune di Capaci, che comprende in particolare la Montagnola della Santa con il suo omonimo Santuario ed il Pianoro soprastante. L’intero percorso offre una stupenda panoramica sui golfi di Carini e di Isola delle Femmine e la possibilità di una passeggiata fra suggestive cavità rocciose coperte di vegetazione. Ritornando all’attualità Luigi Amato ci ricorda che è stato stipulato anche un protocollo d’intesa tra il Gal e l’Associazione Terra Damare per dare forte impulso all’economia dei due territori. Da non dimenticare che Capaci, città d’arte, la cui identità risale agli inizi del Cinquecento, ma il cui centro abitato si sviluppa lungo un asse stradale molto antico, che risale all’epoca romana, è tristemente nota per l’attentato del 1992 nel quale persero la vita il giudice antimafia Giovanni Falcone e la sua scorta. Nei pressi dello svincolo di Capaci (ma in territorio di Isola delle Femmine), uscendo dall’aeroporto e imboccando l’autostrada direzione Palermo, sono visibili due stele in marmo rosso erette per ricordare la terribile strage. Capaci è uno degli 82 comuni della provincia di Palermo, con una popolazione residente di undicimila abitanti che diventano molti di più in estate, essendo meta turistica marittima. Il principale complesso di monumenti si trova nel centro storico, in Piazza Matrice, attorno alla quale sorgono la Chiesa Madre, La Fontana con lapide ed il Palazzo Pilo da poco restaurato, che rappresenta il riferimento più importante del patrimonio artistico e culturale del paese. A Capaci una sosta golosa occorre fare al ristorante Torre Alta di Girolamo Mannino che, dopo essere tornato da New York, ha rilevato una antica struttura in rovina del Conte Pilo. Nel suggestivo ristorante è ancor oggi visibile un pozzo arabo che porta alla falda acquifera, ma ci sono anche altri reperti interessanti come una grossa anfora che serviva per l’invecchiamento del vino. Altavilla Milicia dal canto suo ha una struttura urbanistica a scacchiera, che si è formata nel tempo sul calco dell’originario progetto dello Smiriglio. Il Belvedere e il Santuario mariano costituiscono le attrattive principali del paese. Il Belvedere è costituito da due piazze contigue poste all’estremità settentrionale dell’altura su cui sorge il centro abitato, proprio di fronte al mare. Il panorama che si ammira va da Capo Zafferano a Cefalù, sino alle isole Eolie. Il Santuario Mariano Diocesano ospita il Quadro della Madonna, che è raffigurata incoronata in trono con Gesù Bambino in piedi sulle sue ginocchia e San Francesco che con la mano destra indica una figura inginocchiata ai suoi piedi. È molto probabile che il quadro sia giunto ad Altavilla attraverso scambi commerciali, anche se la tradizione popolare vuole una miracolosa provenienza dal mare. Tipiche del paesaggio altavillese sono anche le tre torri costiere di guardia spesso impropriamente considerate normanne: le fortificazioni di questo tipo in realtà risalgono a periodi più tardi, aragonese le due della Milicia e del Capo Grosso e probabilmente del periodo viceregio la Torre Colonna. Un progetto di interventi che preveda la salvaguardia delle grotte, la sistemazione delle aree antistanti e l’insediamento di una azienda agrituristica in una delle due strutture, (un baglio é in corso di restauro da parte di privati), potrebbe contribuire a rilanciare una nuova immagine turistica della Città e costituire una nuova fonte di risorsa economica non indifferente.

Harry di Prisco                 

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Le sette perle del GAL Golfo di Castellammare

Si respira un’aria nuova a Palermo, passeggiando per le sue strade e le sue piazze ricche di monumenti principalmente normanni, magari a bordo di una delle 25 motocarrozzette “Ape”, servizio realizzato per evitare il caotico traffico cittadino da una cooperativa di giovani intraprendenti, che si sono inventati un lavoro.L’influenza della civiltà normanna è visibile negli edifici più importanti, come ad esempio la Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, meglio nota come Martorana dove fu incoronato Ruggero II e la chiesa di San Cataldo, capolavori dell’architettura e della decorazione di quel tempo insieme alla Cappella Palatina. Essa rappresenta per il Palazzo dei Normanni «il più sorprendente gioiello religioso sognato dal pensiero umano», come narrò Guy de Maupassant. All’interno spiccano i mosaici bizantini: un trionfo di oro e di colori con le scene della Bibbia. Anche di incomparabile bellezza è il Duomo di Monreale, realizzato quaranta anni dopo, con il bellissimo chiostro e lo stupendo mosaico raffigurante il Cristo Pantocratore, che dall’alto sembra seguire tutti con il suo sguardo. Dal duomo nei giorni scorsi è stata trasmessa la Santa Messa in diretta su RAI 1.Il centro della città di Palermo è rappresentato dalla piazza ottagonale dei Quattro Canti, definita Teatro del Sole per la posizione centrale da dove si riesce ad osservare il cammino del sole dall’alba al tramonto. Nella piazza si tenevano feste dell’effimero e della forca, feste da ballo, banchetti e tornei e ancor oggi è scelta come scenario per il “festino” di Santa Rosalia, che sconfisse la peste nera, sostituendosi alle antiche sante patrone della città: Ninfa, Cristina, Oliva e Agata. La festa della “Santuzza” è una delle più belle del folklore siciliano e nell’occasione vengono utilizzati maestosi carri barocchi allegorici, che attualmente sono posizionati in giro per la città in attesa di essere riutilizzati il prossimo 15 luglio. Il consigliere del comune palermitano, Giulio Cusumano, ci apre poi tutte le porte del Palazzo delle Aquile di Federico II di Svevia, oggi sede del Municipio e già sede del Senato. Il palazzo si affaccia su Piazza Pretoria, detta anche Piazza della Vergogna, per via della nudità delle statue, che sono collocate intorno alla grande fontana, ma anche per il suo costo astronomico e per lo scandalo che suscitava nelle monache di clausura che si affacciavano proprio sulla piazza. Nella sala del consiglio comunale, nota come Sala delle Lapidi, sono ricordati gli uomini illustri che hanno fatto la storia della città e i tanti eroi che hanno perso tragicamente la vita. «Nei giorni scorsi è stato presentato – ci dice Cusumano – il progetto “Palermo Pass: Tutto su una APP” per dispositivi smartphone e tablet,  inteso a sviluppare il turismo grazie ad una guida completa della città, scaricabile gratuitamente». In particolare sono previste le indicazioni sui monumenti, sullo shopping e sui locali più di tendenza del momento, come il ristorante “Ballarò”, che prende il nome dal vicino mercato e dove si possono gustare i cibi di strada comprese le arancine rese famose dalla fiction di Montalbano.  Palermo “Panormus”, che in greco vuol dire “tutto porto”, è da sempre considerata una metropoli di mare e oggi è il più importante porto della Sicilia e una mappa è dedicata ai crocieristi, si tratta della “Voyager`s card”, pensata per chi giornalmente sbarca a Palermo e si muove per poche ore nel centro cittadino. Dopo aver visitato Palermo, attraverso l’autostrada si arriva dopo una quarantina di chilometri sulla costa meridionale e occidentale del Golfo di Castellammare nella parte più agricola e meno montana. Alcamo, nota per il castello dei conti di Modica, conserva rilevanti strutture di un passato monumentale, come il vasto complesso architettonico del Collegio dei Gesuiti, la cui costruzione fu iniziata nei primi anni della seconda metà del Seicento per la diffusione della fede e per la formazione spirituale dei giovani. La conservazione dei monumenti è solo un esempio del lavoro fatto dal GAL Golfo di Castellammare «che – come ci ha confermato Luigi Amato funzionario dell’ente  – intende dare una identità culturale al territorio anche alla luce dell’aspetto religioso, che ha rivestito per la Sicilia sempre un ruolo importante». Il Gruppo di Azione Locale Golfo di Castellammare, il più giovane tra i 17 GAL siciliani, ha la sua sede operativa proprio ad Alcamo dove di recente è pervenuta, su invito della regione, una delegazione di funzionari croati. Scopo dell’incontro è stato quello di mostrare le azioni previste nel Piano di Sviluppo, che si basano sugli interventi infrastrutturali rurali, come la promozione finalizzata all’incremento del turismo, alla valorizzazione delle emergenze naturalistiche, storico-culturali e architettoniche, alla crescita di adeguati canali di commercializzazione dei prodotti locali ed alla promozione delle produzioni tipiche. Grazie al finanziamento del GAL Golfo di Castellammare è stata realizzata da poco una pubblicazione, in italiano e in inglese, sugli itinerari tematici proposti dall’associazione culturale “Wine farm and Tourist” per scoprire: i bagli, tipiche costruzioni fortificate che venivano un tempo utilizzate come magazzini, ad esempio quello bellissimo della città di Scopello (famosa anche per i suoi faraglioni e la sua tonnara); le cantine; i musei e i maggiori vigneti siti a cavallo delle due province di Trapani e Palermo. Tra i percorsi quello che combina natura, agricoltura e religione e quello che coniuga “Vino e architettura rurale” che, partendo dalle Dune di Calatubo sul versante tirrenico, permettono di vedere i ruderi del castello e la millenaria vicina fontana araba della “Cuba delle Rose”, recentemente restaurata dal GAL che ha finanziato anche: i “Mercati del contadino”; la riqualificazione dei “Bevai di monte e di valle”; il rifacimento dei muretti a secco dell’area esterna del Santuario della Madonna del Furi di Cinisi; la ricostruzione della chiesa di San Cataldo a cavallo tra i territori di Trappeto e Terrasini ed i restauri dei “ponti federiciani” della Madonna del Ponte di Partinico. Voluti dall’Unione Europea questi enti hanno il compito di coinvolgere nello sviluppo del territorio tutti gli attori. In quello del Golfo di Castellammare ben si coniugano le tradizioni produttive di qualità, il vicino aeroporto internazionale di Palermo, ferrovia e autostrade. Del GAL Golfo di Castellammare fanno parte aziende e associazioni private ed enti pubblici, tra questi i comuni di: Terrasini, Cinisi, Partinico, Balestrate, Trappeto e Scopello in provincia di Palermo e solo Alcamo in provincia di Trapani. Nella restaurata Real Cantina Borbonica di Partinico, poco distante da Alcamo, è collocata la sede del Museo delle tradizioni storiche, culturali ed agricole. Ed è qui che troviamo i “Pupi di Partinico”, rappresentati dagli ultimi pupari: Nino Canino, che alla veneranda età di 86 anni ancora va in scena con la sua possente voce, coadiuvato dalla figlia Laura e Vincenzo Garifo che, formato alla scuola dei Canino e vissuto senza padre dall’età di due anni, con le lacrime agli occhi ci dice che «la sua famiglia sono i Pupi» e intanto ci mostra una parte della sua stupenda collezione, da Beatrice ad Orlando ad Angelica a Carlo Magno. Canino e Garifo tengono spettacoli all’interno della struttura, per la gioia delle scolaresche e dei turisti, guidati dal loro amore per le storie cavalleresche. Il Teatro dell’Opera dei Pupi nel 2001 è stato riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio immateriale dell’Umanità. «La mission del GAL Golfo di Castellammare è puntare su tre aspetti: enogastronomia, turismo rurale e conservazione del paesaggio, migliorando la qualità della vita in queste aree dove abbiamo avviato una fase di ascolto che coinvolge in primis le scuole per far conoscere il volto migliore dell’Europa, un’Europa che investe», sono queste parole del Presidente del GAL Pietro Puccio. Gli fa eco Andrea Ferrarella, Responsabile di Piano, che conferma gli obiettivi raggiunti, spendendo tutte le risorse messe a disposizione dall’Unione Europea. «Le aree rurali devono essere rivalutate – dice Santi D’Alessandro, responsabile per la Regione Sicilia della gestione dei GAL isolani e dell’animazione sul territorio – dando la possibilità alle piccole aziende e agli artigiani, che operano in loco, di investire come è stato il caso delle due sorelle che si sono inventate un’attività nel messinese con la lavorazione di un arbusto per creare souvenir e hanno richiesto un finanziamento al GAL territoriale per realizzare un laboratorio». La forza delle idee, dunque, crea redditività e i giovani ne sono consapevoli dopo il tramonto del sogno del posto fisso.

Harry di Prisco

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Villa Castelli a cavallo di due province e di due mari

“Olio, vino e mandorla, paesaggi e sapori della Dieta Mediterranea e Grandi Feste di tradizione”, questo l’itinerario alla scoperta dei colori autunnali e degli antichi sapori di Villa Castelli.  Il Sindaco Vitantonio Caliandro è un vulcano di idee e di iniziative,   «sul territorio c’è un “mare verde” – egli dice – fatto di alberi di ulivo, di vigneti a filari e frutteti, che invitano al relax e alla meditazione, in sintonia con i ritmi della terra». La cittadina salentina si estende in una zona collinare e buona parte del centro abitato poggia su un orlo di una scarpata, tra i colli: Fellone, Scotano e Castello. Il corso d’acqua più importante, nasce dalla sorgente del Canale Reale sita in contrada Antoglia, detta Fonte Strabone, ma nota nella documentazione antica come Fonte dei Grani. La vegetazione si compone di oliveti e querceti alternati a tratti di macchia mediterranea. La gravina, facente parte del parco naturale regionale “Terra delle Gravine”, costituisce il giardino botanico comunale.  Negli anni Trenta la gravina venne superata da un ponte a nove arcate in pietra, realizzato da maestranze locali con l’obiettivo di aprire un nuovo fronte di urbanizzazione alla città. Il sito archeologico più studiato è quello in località Pezza Petrosa, corrispondente al toponimo di Pezza Le Monache, dove è stata rinvenuta a seguito di lavori di trasformazione agraria, una necropoli con oltre trenta tombe, datata al IV-III secolo a.C., con corredi funerari, costituiti da 200 reperti di ceramica decorata, statuette della dea dell’agricoltura Demetra, oggetti in bronzo, che sono collocati presso il museo civico comunale. Gli scavi hanno identificato nei pressi del sito, resti di un abitato, con possibili tracce di mura difensive in blocchi, datati a dopo la metà del IV secolo a.C. che potrebbe riferirsi ad un villaggio dei Messapi divenuto, dopo la conquista da parte di Taranto, un avamposto militare. È in età normanna che compare per la prima volta negli atti notarili il nome di “Castellum Caeje”, indicante un territorio fortificato tra Oria e Ostuni, l’attuale Ceglie Messapica, che comprendeva anche gran parte di Villa Castelli. Fu nel diciassettesimo secolo che emerge il toponimo Monte Castelli e poi nel diciottesimo secolo Castelli, a cui si è aggiunta la parola Villa, nel senso di borgo, già prima dell’indipendenza da Francavilla Fontana. L’economia del borgo si fondava in quegli anni prevalentemente sulla pastorizia e sull’agricoltura e ruotava intorno a masserie fortificate. Fenomeno importante per le attività commerciali era la transumanza, con lo spostamento di greggi e mandrie dalla Valle d’Itria al Salento attraverso le Murge. In occasione del passaggio dei mandriani si organizzavano fiere annuali e nel territorio sono ancora presenti una serie di antichi tratturi.

Siamo in una terra che reca impressi i segni di importanti presenze, in un continuo alternarsi di domini e popolazioni che con le loro culture, le espressioni artistiche ed architettoniche hanno arricchito i luoghi di un patrimonio di incommensurabile valore, segnando lo spirito e il carattere degli abitanti, custodi di culture e tradizioni.

Sulla scia della tradizione contadina si organizzano anche oggi varie fiere. La Festa Grande di Villa Castelli, istituita come Comune nel 1926 con la consegna dello stemma araldico, ha avuto luogo tra il primo e il 4 ottobre in onore della Madonna della Fontana e il Cuore di Gesù, tra bande, luminarie, fuochi d’artificio e dolci tipici. La Festa (detta “ La festa Bona”) segna la fine della vendemmia e l’inizio della raccolta delle olive. Bancarelle colorate si sono snodate ai lati delle vie del paese, presentando le ultime novità degli attrezzi agricoli, ma anche abbigliamento, oggetti per la casa. In serata largo alle luminarie tra la piazza e il corso principale e si è ballata la pizzica, mentre agli angoli dei bar e dei ristoranti si accendevano i tipici fornelli per arrostire sulla legna: salsicce, agnello, bombette (gustosi involtini di carne di maiale e fegatini), chiamati anche in altre zone del Salento turcinieddhi o gnomarieddhi, preparati con le interiora di agnello, condite con prezzemolo e limone. A Villa Castelli si possono degustare pietanze e prodotti tipici, che fanno della località salentina, il cuore della Dieta Mediterranea. Nella pasticceria “La Sfornata” di Anna Sarcinella viene prodotta la pasta reale e la cupeta, il torrone salentino. La giornata “clou” della Festa Grande si è svolta il 2 ottobre con la tradizionale processione. Accompagnati dalla banda per tutte le vie del paese gli abitanti di Villa Castelli e di alcuni paesi limitrofi, con i propri sindaci, hanno seguito in processione le statue dei protettori della cittadina: la Madonna della Fontana e il Cuore di Gesù. Con una cerimonia, carica di significato, il Sindaco Caliandro ha consegnato, come è consuetudine, alla fine della processione, le chiavi della Città ai protettori. Per la terza sera di scena è stato il grande concerto di Edoardo Bennato, che si è esibito davanti a una piazza gremita. La scelta non a caso è caduta sul cantante napoletano quasi in ricordo del Regno di Napoli quando la parte più consistente dell’odierna Villa Castelli era territorio di pertinenza di Francavilla Fontana, mentre Monte Fellone restava frazione di Martina Franca e Monte Scotano di Ceglie Messapica. La storia è fatta anche di coraggio e fu il 12 gennaio 1818 proprio nel territorio dei “Castelli” che il prete brigante Ciro Annicchiarico, anche noto come Papa Ciro, fu promotore di una “Repubblica Salentina” e fondatore della “setta dei decisi”, una società armata in veste repubblicana e massonica, che disarmò i fucilieri reali che si recavano ad Ostuni. A Villa Castelli c’è anche l’associazione “Settimana dei Briganti – l’altrastoria”, presieduta da Rocco Biondi, con sede nella strada privata intitolata al brigante Pasquale Romano, che ha inteso essere un luogo di dibattiti mirati alla rivalutazione storico-politica del brigantaggio nell’Italia meridionale. Era questo un fenomeno di massa, che soprattutto nel decennio 1860/1870 ha coinvolto la stragrande maggioranza degli abitanti dei territori appartenuti all’ex Regno delle Due Sicilie. I briganti di quell’epoca, uomini e donne hanno lottato in difesa della loro terra, delle loro famiglie, della loro dignità. Le forze militari messe in campo contro di loro li condannarono alla sconfitta.

Per restare in tema di dieta mediterranea una passeggiata tra le campagne, tra ulivi millenari e vigneti, è stata organizzata da Carmen Mancarella, direttore della rivista “Spiagge”. Alla ricerca delle tipicità troviamo l’Azienda Melillo, che si sta sempre più affermando nel settore enologico con i vini Tagliavanti e Licabetto sui mercati nazionali e internazionali. Da Rocco Caliandro, esperto agronomo, si potrà scoprire l’iter di produzione dell’olio extravergine di oliva, Prima Pietra (dal gusto deciso) e Filo di Seta (dal sapore più delicato), prodotto dall’azienda Tratturi Reali, insieme al vino prodotto con il vitigno susumaniello coltivato tra i loro vigneti. L’oleificio Giovanni Cassese dal canto suo è ben posizionato sui mercati esteri con il suo olio extravergine di oliva, lavorato con macchinari ultramoderni, che garantiscono l’estrazione a freddo. Rappresenta un fiore all’occhiello in Italia per tecnologia e qualità dell’olio prodotto anche l’azienda Domenico Cassese, che si è dotata da poco più di un anno di macchinari di ultima generazione per la lavorazione delle olive, che grazie al sistema di computerizzazione permettono al frantoio di gestire con estrema accuratezza tutte le fasi della lavorazione. All’insegna della Dieta Mediterranea, inserita nel 2010 dall’Unesco nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Umanità, operano i ristoranti locali: Il Parco degli Ulivi, Nero a metà, La Pizzeria Belvedere, La Locanda Montefolle, gli Antichi Sapori di Ciro Schiena. Nel territorio si trovano numerose masserie, alcune delle quali fortificate: “Antoglia”, torre medievale del XIV secolo; “Fallacchia”, che conserva tracce delle originarie strutture difensive, qui venne ambientata l’opera teatrale Niccu Furcedda dello scrittore settecentesco Girolamo Bax; “Sciaiani Piccola”, risalente al XVIII secolo e trasformata in agriturismo da Lorenzo Marco Elia, che ha dato vita anche alla Fattoria didattica, vero cuore pulsante del territorio rurale che riassume la storia della gente di Puglia.  Nella masseria vi sono alcuni trulli che raccontano il duro lavoro dei contadini, che può essere un modello da seguire per riscoprire l’importanza delle tradizioni. Inserite nell’ambiente sono anche la piscina “BioNoca”, che ha la funzione di un lago naturale, dal momento che in un laghetto accanto sono state messe a dimora delle piante che aiutano la purificazione dell’acqua che viene effettuata in vasche di rigenerazione separata.

Harry di Prisco

 

 

 

 

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Le spiagge del Salento a rischio cementificazione per la TAP

Alla settantottesima Fiera del Levante, inaugurata nei giorni scorsi a Bari dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi, 40 sindaci del Salento, con il sindaco di Melendugno Marco Potì in testa,  hanno manifestato il loro dissenso all’installazione del gasdotto della TAP, applaudendo quando il presidente della Regione Nichi Vendola  ha ribadito che la Puglia non è la pattumiera degli altri. Per il Presidente Renzi si può ancora discutere sull’approdo, ma il ministro dell’Ambiente Galletti, che ha da poco approvato il rapporto di Valutazione impatto ambientale della TAP, insiste sul fatto che l’approdo è ormai stato deciso con 58 prescrizioni. Di diverso parere è il ministero dei Beni culturali che è contrario al deturpare le coste salentine. Il gasdotto dovrebbe approdare su un’incantevole spiaggia la Caciulara San Basilio, a San Foca, una delle cinque marine di Melendugno, sul Mare Adriatico, insignita per ben quattro volte della Bandiera blu e delle cinque Vele di Legambiente, distante appena un chilometro e mezzo dalla riserva naturale di interesse internazionale, Le Cesine. «Siamo in una zona ad alta intensità turistica – ha detto Carmen Mancarella, direttore della rivista “Spiagge”  –  dove i giovani si sono inventati un lavoro puntando sul turismo e sulla tutela delle risorse naturali, tra numerosi siti di interesse comunitario e un sito archeologico di straordinaria bellezza, Roca Vecchia, la Micene del Salento. Su appena 500 metri di arenile, che viene puntualmente segnalato dalle riviste di turismo tra le spiagge più belle della Puglia, ci sono tre stabilimenti balneari e un albergo. Tra le dune depongono le uova le ormai rare tartarughe di mare, caretta caretta.  E la storia di questo gasdotto sta diventando una storia infinita.

La TAP AG ha progettato l’approdo di un gasdotto che parte dall’Azerbajian, risparmia le coste della Grecia, attraversa le montagne, per arrivare in Albania dalla cui costa dovrebbe immettersi in mare, poggiandosi per 111 chilometri sui fondali del Canale d’Otranto, un mare particolarmente esposto alle correnti e a forte rischio sismico. Il gasdotto approda poi su una delle marine di Melendugno.

Il tubo di acciaio ricoperto da cemento armato si immergerà sotto le dune di sabbia con un micro tunnel a una profondità di 18 metri. La voragine scavata nei fondali per ottenere l’immersione del gasdotto sarà ricoperta da cemento armato e malta.

È dal novembre dello scorso anno, che è stato presentato un contro rapporto al Ministero dell’Ambiente, curato da ben 25 esperti, coordinati dal professore del Politecnico di Bari Guido Borri. «Abbiamo convocato gli esperti – ha precisato il sindaco di Melendugno, Marco Potì – perché potessero liberare il Comitato No Tap e il territorio dall’accusa di campanilismo o sindrome Nimby. C’è un lavoro serio dietro le osservazioni presentate, non potranno dire che siamo degli estremisti incompetenti, ci sono dei grandi professionisti per svelare tutti i punti più controversi del progetto». Lo scempio sarà evidente perché il gasdotto dopo essere riemerso in pineta, che sarà praticamente rasa al suolo per due ettari, si snoderà via terra. Per consentirne il passaggio e creare le zone di sicurezza e la viabilità di emergenza intorno, saranno divelti 1900 ulivi secolari, in un paese che vanta di detenere il 4 per cento della produzione di olio, a livello regionale. A Melendugno, poi, in località Masseria del Capitano dove ci sono i dolmen preistorici Placa e Gurgulante sarà realizzata la centrale di depressurizzazione, con camini alti dieci metri per smaltire i fumi. Intorno il deserto: 12 ettari di terreno, vasto quasi quanto 24 campi di calcio, dove non sarà ammessa alcuna attività. I Consigli comunali dei Comuni interessati hanno peraltro deliberato inidoneo il luogo destinato ad ospitare la centrale di depressurizzazione perché si trova molto vicina ai centri abitati di Melendugno, Vernole e Calimera e perché sorge in una zona non industrializzata, fatta di masserie e uliveti che caratterizzano il tipico paesaggio salentino. Non si indica nel progetto dove si andrebbe ad attingere l’acqua necessaria a far funzionare l’impianto con il grave rischio di prosciugare il già delicato equilibrio delle falde freatiche salentine. Intanto il cammino  del  gasdotto non finisce qui perché attraverserà anche i vigneti di Negroamaro del Nord Salento per arrivare ad immettere il gas nella centrale di Mesagne. Ironia della vicenda è che questa opera sarà dismessa tra 50 anni e i tubi di acciaio, ricoperti di cemento armato per un diametro di tre metri, saranno abbandonati in balia delle correnti marine e lentamente corrosi.

 H.di P.  

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Varsavia una città che guarda al futuro

La Polonia, situata nel cuore dell’Europa, è stata in passato un luogo di unione e di divisione tra l’Europa dell’est e dell’ovest e la sua capitale Varsavia, detta nel diciottesimo secolo la Parigi dell’est anche per le tante testimonianze lasciate dagli artisti italiani, è da sempre una città esuberante, movimentata, piena di vita. Il suo spirito giovane la rende una città unica, che meglio risponde alle aspettative del turista. Il brillante connubio tra antico e moderno, riscontrabile nella mentalità e nell’architettura, si realizza nel pieno rispetto delle tradizioni, assecondando la spinta naturale verso l’evoluzione. Su questa linea si presenterà la Polonia all’Expo Milano 2015 con un padiglione, che sarà completamente seminato a frutteto con filari di alberi di mele, di cui il Paese è leader in Europa. I visitatori potranno così raccogliere personalmente i frutti dagli alberi. Le pareti interne saranno rivestite da specchi per creare l’illusone amplificata di un frutteto che si estende all’orizzonte. Varsavia, grazie all’aeroporto “Warsaw Chopin”, è un punto di snodo per i trasporti nazionali e internazionali del Paese. L’aeroporto è situato a soli 13 chilometri dal centro cittadino e si collega alla capitale con un efficiente servizio ferroviario metropolitano. La stazione principale “Centralina” si trova nel cuore della città, a pochi passi dal Palazzo della Cultura e della Scienza, eretto in soli tre anni quale dono dell’Unione Sovietica e per questo non molto amato, mentre la stazione degli autobus è poco distante. Per le informazioni turistiche di Varsavia è attivo il sito www.warsawtour.pl dell’Ufficio turistico di Varsavia diretto da Barbara Tekieli. Per informazioni sulla Polonia, che conta otto milioni di visitatori all’anno, si può consultare il sito dell’ Ente Nazionale Polacco per il Turismo: www.polonia.travel/it.  Situata nel cuore della pianura della Masovia ha avuto vicende travagliate, da cui ne è uscita sempre a testa alta. Per comprendere la storia e la forza di ripresa del popolo polacco è stato realizzato nel 2004 “Il Museo dell’Insurrezione di Varsavia”, per ricordare alle giovani generazioni gli orrori della guerra. A tutt’oggi ha registrato cinque milioni di visitatori. Su di una superficie di tremila metri quadrati si possono vedere oltre mille reperti ed un filmato in 3D, che mostra la città distrutta al 90% dalla furia nazista. Una leggenda racconta che due sorelle sirene, nuotando nel Baltico presero strade diverse, una approdò a Copenaghen e l’altra risalì il fiume Vistola, fermandosi per riposarsi in un luogo che oggi è la città vecchia, dove fu catturata e  liberata, poi, dal figlio di un pescatore a cui avrebbe promesso aiuto in caso di difficoltà. Certo è che di statue della sirena a Varsavia ce ne sono ben tre. Ma naturalmente ce ne sono molte altre piccole sculture in giro per la città che nessuno è riuscito a contare. Varsavia è un fiorente centro culturale, con concerti autunnali di musica contemporanea e di jazz. Fryderyk Chopin, che ad otto anni dette i suo primo concerto, fu educato a Varsavia e tanti sono i posti che lo ricordano. Molti sono i concerti che propongono le composizioni chopiniane, come quelli che si tengono ogni domenica, fino alla fine di settembre nel parco reale di Lazienki, nel giardino delle rose, sotto il monumento che lo ritrae come “poeta del pianoforte”. Nel parco ci si può sedere su panchine multimediali, uniche nel loro genere, installate nel 2010 nel duecentesimo anniversario della nascita, che permettono a tutti, premendo un pulsante, di poter ascoltare la sua musica. Il Parco Lazienki, di 76 ettari, dove si possono avvicinare pavoni e graziosi scoiattoli e si può fare anche un giro in gondola, è una delle mete preferite delle passeggiate dei cittadini di Varsavia. Incantevoli sono gli edifici storici al suo interno, realizzati dall’ultimo re della Polonia, Stanislaw Poniatowski, grande amante delle arti, che andando a caccia nel parco, decise di far costruire il Palazzo sull’Acqua, che si riflette con il suo colore bianco nelle acque del laghetto artificiale e altre strutture monumentali come l’Orangerie vecchia, al cui interno c’è il bellissimo teatro di corte Stanislawoski; l’Anfiteatro estivo; il collegio militare e il palazzo Mysliewicki. La strada reale, che termina con il Palazzo del Belvedere, fino al 1994, residenza del capo dello Stato, collega i vari palazzi reali con il castello totalmente ricostruito. L’utilizzo di quadri, fotografie e ricordi della gente servì come base per un grandioso progetto architettonico di ricostruzione del centro storico completato nel ’62 e che l’Unesco nel 1980 ha premiato per la bellezza e la perseveranza dei suoi abitanti, proclamandolo patrimonio di tutta l’Umanità. Il verde è punto di forza di Varsavia e ne è un  esempio il giardino pensile della Biblioteca dell’Università con i suoi originali 2000 metri quadrati di verde attrezzato sul tetto, unito da passerelle, ponti e pergolati. Per scoprire la vera “cultura” della vodka, si può scegliere un tour di degustazione di tre ore che propone la visita di almeno tre diversi locali caratteristici per assaggiare sei diversi tipi di vodka, ascoltando le storie e gli aneddoti sulla città e su questa bevanda tipica polacca, infatti, secondo molti, è nata proprio in questo Paese. La vodka si sa è tipica dei paesi freddi del nord Europa, ma c’è un altro liquore squisito da provare ma di gradazione inferiore. Si tratta dell’idromele, un liquore dolce ottenuto dalla fermentazione di una soluzione di acqua, miele e lieviti, che la leggenda vuole fosse la bevanda preferita da Odino, re dei Vichinghi, nonché l’ambrosia degli dei. Il termine “Luna di miele”, potrebbe nascere dall’usanza di consumare idromele nella settimana successiva al matrimonio per aumentare la probabilità di nascita di un erede maschio.

Harry di Prisco

 

 

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In mezz’ora e…state in Corsica

 

Vi piacerebbe immergervi in acque cristalline dai riflessi azzurri dove le montagne e il cielo si riflettono nel mare, che si trasforma in oro e brilla scintillando come mille fuochi? Per trovare questo Paradiso nel Paradiso non occorre impegnarsi in lunghi e costosi viaggi, ma in appena mezz’ora di volo si può raggiungere da Roma la Corsica, un’isola da fiaba, selvaggia e immersa nel verde, che rappresenta una sinfonia celeste che si erge nel Mediterraneo. L’isola, detta “l’Île de Beauté”, ovvero “l’isola della bellezza”, dà il meglio di sé in estate, permettendo al viaggiatore di viverla in pieno relax, apprezzandone ogni angolo. La Corsica, conosciuta come il luogo natale di Napoleone, risente ancora oggi delle sue origini italiane. Separata dalla Sardegna dal breve tratto delle Bocche di Bonifacio, emerge dal mare come una grande catena montuosa ricca di foreste che segnano il confine tra la sua parte occidentale, il mar Tirreno ed il mar Ligure. Con circa un terzo del suo territorio protetto come parco naturale e con un litorale, che ancora non ha visto una cementificazione massiccia, l’isola, che fa sognare, punta sul turismo di qualità con una ricettività alberghiera ben sviluppata. Sul sito dell’Atout France, l’Ente di Sviluppo del Turismo Francese (www.rendezvousenfrance.com), si possono approfondire i diversi aspetti della Corsica.

L’isola dispone di efficienti trasporti marittimi, garantiti da linee di navigazione, che ben la collegano all’Italia. A fine giugno è stato inaugurato il volo low cost diretto dall’aeroporto di Roma Fiumicino all’aeroporto di Bastia Poretta della compagnia spagnola Vueling proprio per venire incontro ai turisti provenienti dal sud Italia, appassionati delle vacanze al mare e di tutto quello che ruota intorno. Sono previsti fino al 15 settembre due voli diretti a settimana: il lunedì e il venerdì a partire da 38,94 euro a tratta (http://www.vueling.com/ – call center 0899232400). «L’aeroporto di Bastia ha registrato nel 2013 un traffico record di oltre 1,1 mln di passeggeri, con un incremento del 12%», dice Chantal Boquel, responsabile del Marketing dell’aeroporto ( http://www.bastia.aeroport.fr/).

 

LeLegendines di Bastia

 

Per conoscere la città di Bastia, niente di meglio che un giro alla scoperta delle sue leggende,  che sorprenderanno i visitatori con aneddoti e storie di magia e incantesimi come ad esempio il “malocchio”. Nelle tradizioni tipicamente corse la leggenda del Cristo Nero, detto “dei miracoli”, esposto nell’Oratorio della Confraternita della Santa Croce, che porta ancora i segni del sale del mare ai piedi della croce, ricorda il suo ritrovamento in mare sei secoli orsono. Nella cappella dell’Immacolata Concezione si può scoprire un confessionale completamente nascosto nel coro ligneo    splendidamente intagliato.  Da alcuni anni la città di Bastia è entrata a pieno titolo nel turismo «e – come hanno detto, la direttrice Francesca Vesperini e il vicedirettore, Josian Calloni dell’Ufficio municipale del turismo di Bastia (www.bastia-tourisme.com) – le strutture alberghiere della città e del circondario, per la maggior parte a tre stelle, stanno aumentando ed è in via di realizzazione al centro della città un albergo a quattro stelle mentre è in via di progettazione un albergo all’uscita sud, frutto di una joint venture con una società italiana. Servirebbero maggiori finanziamenti nel settore turistico. Siamo la zona di Francia più decentralizzata, occorrerebbe un tavolo di concertazione per coordinare le varie realtà turistiche, individuando le priorità».

 

Saint Florent, la Saint-Tropez della Corsica

 

Annidata in fondo al meraviglioso golfo a cui ha dato il nome, Saint Florent, circondata dalle montagne di Capo Corso e del Nebbio, è costruita su una piccola altura a nord dell’imboccatura dell’Aliso. Questa famosa località balneare era un antico porticciolo di pescatori, oggi è un luogo elegante e alla moda e non a caso la cittadina è chiamata la Saint-Tropez della Corsica. Dopo una passeggiata nella città vecchia, percorrendo sinuose viuzze, costeggiate da antiche dimore, si può percorrere la “strada della spiaggia” a sud-ovest, che conduce alla Roya Saint Florent. Qui si può ammirare la cittadella genovese, dipinta di bianco e di verde, ora sede della gendarmeria, che mostra i tratti architettonici tipici delle fortificazioni del ‘400. La vita è bella a Saint Florent e lo dimostrano le numerose imbarcazioni di lusso presenti nel porto turistico. Da non perdere un giro della costa e un bagno nelle stupende insenature, molte di queste raggiungibili solo dal mare. Tra le spiagge più belle ricordiamo: quella di Saleccia, una delle più famose della Corsica; la piccola e affascinante spiaggia del Fiume Santu; la spiaggia di Lotu all’estremità marina del deserto des Agriates (detto così perché è privo di villaggi o abitazioni) che copre l’area più incontaminata, selvaggia e tutelata della Corsica. Lungo la costa tra Capo Corso e la Balagne vi sono 40 km di paesaggi rocciosi coperti a sprazzi dalla macchia mediterranea. Se un tempo questo era il granaio della Repubblica genovese, oggi a resistere ostinatamente alle temperature torride e al mistral, che spazza questo luogo, sono solo gli arbusti e i cespugli di corbezzolo, lentisco, mirto e rosmarino.

Ad accompagnarci per un emozionante giro in “barca” è Michel Ienco, titolare dell’incantevole Hotel La Roya, che fa parte degli Hotels Relais du Silence. Egli ci ha precisato come alcune riprese del film “Il giorno più lungo”, dedicato allo sbarco in Normandia, fossero state girate proprio qui su queste incontaminate spiagge bianche e intanto ci fa vedere quello che resta della torre della Mortella, bombardata da Nelson che perse un occhio nella battaglia. «In barca – dice il nostro interlocutore – si può mangiare l’aragosta tipica del luogo e bere champagne, mentre sulla terraferma a preparare ogni delizia del palato c’è il nostro chef Yann Le Scavarec, che ha conquistato sei anni fa una stella Michelin».

 

Calvi il più bel fiore della Balagne

 

Tra i luoghi da visitare spicca la cittadina di Calvi, sita nella bellissima e fertile regione della Balagne dai contorni variegati, che va dalle spiagge affascinanti della costa ai rilievi montuosi, ricchi di borghi pittoreschi, come Pigna e Sant’Antonino. Quest’ultimo, classificato come uno dei più bei villaggi di Francia, è appollaiato su un cucuzzolo a 550 metri d’altezza dove vola il “Milan reale” che nidifica fino a 1400 metri. Questo uccello rapace, dal colore marrone-rosso, solca il cielo corso con i suoi volteggi. S.Antonino, che nel IX sec. serviva da fortezza per tutta la popolazione della valle contro le aggressioni saracene, è un antico paesino a pianta circolare, tutto in pietra, con stradine acciottolate e angoli caratteristici.

Il mare, la montagna, i paesaggi che caratterizzano la regione di Balagne offrono molteplici attività che vanno dagli sport nautici a quelli da praticare a contatto con la natura come il parapendio e il deltaplano con il gommone volante. Calvi incanta i visitatori con la sua bella spiaggia; la vita culturale e le viuzze pittoresche della cittadella invitano ad una passeggiata tra antichi palazzi storici, dove risaltano la Cattedrale di S.Giovanni Battista con la sua magnifica cupola e la Chiesa di S.Maria Maggiore, una costruzione barocca tipica per il suo colore rosa. All’interno della città antica si trova una lapide, che afferma come Cristoforo Colombo sia nato proprio qui nel 1436. All’Ufficio municipale del turismo di Calvi (www.balagne-corsica.com) si possono avere informazioni anche sugli eventi proposti ogni anno nel territorio e se si vorrà tornare fanciulli, da non perdere il “Festival du vent” (www.lefestivalduvent.com), dedicato agli aquiloni che quest’anno si svolgerà dal 22 al 26 ottobre. Su queste spiagge i bambini corrono con gli aquiloni e disegnano segni d’angelo come se ritornassero alla loro terra d’origine.

Harry di Prisco

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Vueling inaugura il 20 giugno i voli per l’aeroporto di Bastia in Corsica

<<Siamo contenti di servire l’aeroporto di Bastia, e la Corsica, importante meta turistica della Francia e gioiello del Mediterraneo. Per gli abitanti della Corsica, abbiamo riservato le nostre destinazioni più strategiche : Barcellona e Roma, hubs principali della compagnia che permetterà loro di accedere con voli collegati tra di loro a più di una centinaia di aeroporti d’Europa, dal Medio Oriente o dall’Africa.
Offriamo loro anche la possibilità di partire alla scoperta di una regione di carattere, la Bretagna, per delle vacanze in dolcezza e bellezza>>, dichiara Linda Moreira, Direttrice Francia e Africa di Vueling. Per la stagione estiva 2014, Vueling dà importanza alla sua offerta di partenza dalla Francia e sceglie di servire un dodicesimo aeroporto francese : quello di Bastia. Alla partenza dalla Corsica, la compagnia inaugura un festival di nuove destinazioni con voli diretti : Barcellona, hub originale di Vueling, Roma, hub strategica della compagnia nell’Europa del Sud, e Rennes, capitale della Bretagna. Vueling, la prima compagnia tra la Francia e la Spagna per numero di passeggeri trasportati, annuncia oggi il suo collegamento in direzione di Barcellona e il 28 giugno quello con destinazione Rennes, in Bretagna Il prossimo 20 Giugno, Vueling inaugurerà i suoi primi voli diretti in partenza da Bastia verso l’aeroporto di Roma Fiumicino, con un’ offerta totale di 9.360 posti fino al 16 settembre. La compagnia ha previsto due voli a settimana, i lunedì e i venerdì, a partire da 38,94 Euro solo andata. A partire dal 21 giugno, la compagnia aerea ha previsto i voli con destinazione Barcellona per tre giorni a settimana a luglio, quattro voli settimanali ad agosto e due voli a settimana nel mese di settembre. Su questa tratta, Vueling metterà a disposizione dei viaggiatori un totale di 13.740 posti fino al 16 settembre, con dei biglietti a partire da 44,99 Euro solo andata. Dal prossimo 28 giugno, saranno realizzati dei voli verso Rennes i martedì e i sabato, a partire da 54,99 Euro solo andata, per un’offerta totale di 6.840 posti fino al 30 agosto. I biglietti sono fin d’ora disponibili sul sito http://www.vueling.com/, nelle agenzie di viaggi, Tour Operator, sulle applicazioni I-Phone e Android o sul portale mobile m.vueling.com e per telefono : 0899 232 400. La rete di destinazioni Vueling si estende per i passeggeri della Corsica grazie ai voli in corrispondenza che la compagnia propone via l’Aeroporto Barcellona – El – Prat, terminal. La compagnia permette ai viaggiatori di restare connessi a più di 117 destinazioni in tutta Europa, così come in Marocco (Nador, Fès, Tanger e Marrakech), in Gambie (Banjul) e in Senegal (Dakar), in più in Algeria (Alger e Oran), e in Medio Oriente (Tel Aviv e Beyrouth). La compagnia aerea  riproduce a Roma il suo modello di Barcellona connettendo dei voli Vueling via aeroporto Roma Fiumicino. Vueling facilita così l’accesso verso l’Italia del Sud (Bari, Catania, Lamezia Terme e Palermo) e i paesi mediterranei, tra cui la Croazia e la Grecia (Atene, Corfù, Creta, Santorini, Mykonos) per i passeggeri in partenza da Bastia. Vueling è nata nel luglio 2004 con una flotta di due Airbus A 320, con quattro rotte e con l’obiettivo di offrire al cliente un servizio eccellente e dei prezzi molto competitivi.
Dieci anni più tardi, Vueling opera su più di 285 rotte in Europa, Africa e Medio Oriente. Quasi il 50% del suo traffico è internazionale. La compagnia spagnola conta 21 basi e ha trasportato più di 75 milioni di passeggeri. Proprietà del gruppo IAG, Vueling è la compagnia leader all’aeroporto di Barcellona – El – Prat, con il 36% del mercato. Vueling disporrà a partire dell’estate 2014 di una flotta di 90 Airbus (modelli A 319 e A 320).

                                                                                                                                                  Harry di Prisco    

 

 

 

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Il viaggio diventa indimenticabile a bordo del Bernina Express

Con ventiseimila chilometri suddivisi tra treni, autobus, battelli, ferrovie di montagna e impianti di risalita, la Svizzera è un enorme parco di divertimento per tutti. E proprio i “panorami” che si possono ammirare un po’ dappertutto in montagna come in città sono il motivo conduttore del 2014 secondo Svizzera Turismo (www.svizzera.it numero verde 0080010020030). Tutto questo e molto altro ancora si può vivere soprattutto a bordo dei trenini rossi della Ferrovia Retica (www.rhb.ch), dove si può godere a pieno del più grande spettacolo delle montagne che solo la natura può offrire. Proprio quest’anno la Ferrovia Retica ha festeggiato in giugno i suoi 125 anni di viaggi affascinanti. «Fu nel 1889 che l’olandese Willem Jan Holsboer – ci ha ricordato Enrico Bernasconi, rappresentante per l’Italia della Ferrovia Retica SA – gettò le basi per la costruzione di una ferrovia nel Cantone dei Grigioni, il più grande della Svizzera. Si iniziò con l’apertura della tratta Landquart-Klosters e solo un anno dopo ci fu il prolungamento fino a Davos». Non è possibile scoprire la Svizzera senza usare la Ferrovia Retica. Ed è stato proprio Bernasconi, che ci ha accolto alla stazione di Zurigo, guidandoci poi alla scoperta della tecnologia dei trasporti integrati che permette di far funzionare tutto in perfetto orario appunto con la precisione di un orologio svizzero. «Si tratta di un puzzle – egli ci ha detto – ad incastro che viene aggiornato annualmente in base alle coincidenze locali e internazionali».

Ciuf…Ciuf si parte per St.Moritz a bordo del Bernina Express

Da non perdere il viaggio nella natura sul Bernina Express, il trenino rosso, che dopo aver attraversato la Valle dell’Albula tra Thusis e Tirano (dal 2008 patrimonio mondiale UNESCO) permette di raggiungere comodamente seduti in prima classe (ma in seconda si viaggia altrettanto bene solo con un po’ di spazio in meno tra i sedili), la cittadina di St. Moritz a 1.856 metri sul livello del mare. Si tratta dell’unica tratta ferroviaria svizzera che, da sud a nord, attraversa a cielo aperto le Alpi. Il tracciato della linea a scartamento ridotto permette di superare notevoli differenze di altitudine, affrontando pendenze anche del 70 per mille, senza l’ausilio della cremagliera. La linea dell’Albula e del Bernina, concepita a trazione elettrica, rappresenta l’epoca d’oro della costruzione delle ferrovie di montagna, che nella seconda metà del XIX secolo vide realizzare tunnel di maggiore lunghezza accanto a gallerie speciali.

Ma quale è l’unicità di questa linea che ogni anno vede una presenza sempre maggiore di turisti? «Grazie all’integrazione armoniosa dell’infrastruttura ferroviaria nel paesaggio – dice Bernasconi – il viaggio diventa indimenticabile dall’inizio alla fine, partendo dalla stazione italiana di Tirano attraversando poi la Valle dell’Albula per giungere alla mondana cittadina turistica di St. Moritz, passando dall’atmosfera mediterranea della Valtellina, alle vette alpine». Dalle carrozze panoramiche a cupola vetrata la vista è mozzafiato sul ghiacciaio del Morteratsch, che fa scoprire a poco a poco, una volta sgombra dalle nuvole in quota, tutto il fascino della sua vetta più alta, il Piz Bernina, sita ad oltre quattromila metri sul livello del mare. E alla successiva curva altre visioni spettacolari: il “lago bianco”, ancora in parte ghiacciato, alimentato dal ghiacciaio che lo sovrasta e il “lago nero” più piccolo e scuro, tanto vicino che si può toccare con mano.

Il Corno delle Alpi nella Grotta Azzurra

St.Moritz ha intrapreso nel 2005 una serie di accordi con l’ isola di Capri. Nella sala del Consiglio Comunale della cittadina elvetica si svolse la conferenza stampa “Capri e St. Moritz” per annunciare l’avvenuta “alleanza strategica” fra le due località turistiche di eccellenza. Tra i firmatari Peter Marki, proprietario dell’Hotel Steffani e Presidente della Best Western Svizzera. Ben articolato il programma di collaborazione denominato “Alleanza strategica Capri-St. Moritz”, che prevedeva i seguenti punti: pubblicazioni in comune di annunci sui depliant e pacchetti per alberghi; viaggi di studio; rappresentanze comuni sul mercato; reciproci vantaggi per i clienti; scambio di link su internet; utilizzo di una rete di relazioni. E in più le due delegazioni  presentarono il progetto di una “carta-sconti” per acquisti negli esercizi commerciali di St. Moritz, carta da consegnare agli ospiti degli alberghi capresi. Tutto era pronto per partire ma da allora il discorso si è fermato alle buone intenzioni più che ai fatti. «Siamo anche andati a Capri quell’anno – ha detto Peter Marky  – e abbiamo suonato nella Grotta Azzurra il corno delle Alpi. Speriamo proprio che si possa riprendere il discorso interrotto per portare avanti quel collegamento tra le due città da noi tanto auspicato». Purtroppo al Comune di Capri c’è solo un eco lontano, non essendoci traccia dell’accordo.

Di St. Moritz, che prende il nome da San Maurizio, tutti conosciamo la fama di città cosmopolita, paradiso degli sciatori d’inverno e ricca di sorprese d’estate. Quando arriva la bella stagione la cittadina, sita in una vallata alto-alpina, si trasforma e offre il meglio di sé anche grazie alle proposte dell’Ufficio del Turismo Engadina St.Moritz (www.engadin.stmoritz.ch). «Le formule “Speciale d’estate per famiglie” e “Speciale d’estate per appartamenti di vacanza” – ha detto Angela Rupp, responsabile marketing dell’Ufficio del Turismo – permettono di trovare la sistemazione giusta per ogni esigenza anche di prezzo».

Tutto ha avuto inizio a Saint Moritz 150 anni fa quando l’albergatore Johannes Badrutt scommise, insieme a quattro ospiti inglesi, che avrebbero potuto godere il sole dolce dell’Engadina nei mesi invernali, in caso contrario egli si sarebbe assunto l’onere delle spese del viaggio di ritorno. Gli ospiti partirono a Natale per ritornare nelle proprie città di origine a Pasqua, rilassati e felici per aver passato una vacanza perfetta. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti e dei 750 mila pernottamenti estivi e 930 mila invernali, più di un terzo nel 2013 ha scelto St. Moritz. Tra i più assidui frequentatori gli svizzeri (53%), i tedeschi (12%), gli italiani (9%), i giapponesi (5%) e gli americani (3%).

Un’estate in quota piena di divertimenti

St. Moritz celebra la sua fama mondiale con stile e fascino cosmopolita, sotto un cielo blu intenso brilla la piana dei laghi nella luce del pomeriggio e nell’aria si diffonde il profumo dei boschi di cembro. È poi sul lago di un blu cobalto abbagliante, dove d’inverno si tengono sul ghiaccio le corse dei cavalli, d’estate le barche a vela sono pronte ad affrontare il vento del Maloja. Sulle vette del Corviglia e del Corvatsch le passeggiate richiamano chiunque desideri spingersi in alto, sino ad oltre m. 3000. I ciclisti hanno i loro sentieri: i trails a St. Moritz e dintorni sono fra i più belli del mondo e conducono, attraverso percorsi di diverso grado di difficoltà, intorno alle cime più alte delle Alpi orientali. Al leggendario “Dracula Club” si può ascoltare jazz nella sua forma originaria. Tutto è pronto per accogliere i turisti. Il “Festival del Jazz St. Moritz” offre per tutto un mese, dal 10 luglio al 10 agosto, un palcoscenico ad artisti nazionali e internazionali: musica dal vivo nell’intima atmosfera dei club con un insieme di 30 concerti. Anche il festival dell’Opera di St. Moritz regala dal 28 giugno al 12 luglio musica di alto livello, ne è un esempio “La Gazzetta” di Rossini, andata in scena per la prima volta a Napoli nel 1816. Dal 2 al 15 agosto si prosegue con la musica classica. Il BSI Engadin Festival offre dieci concerti esclusivi nelle più belle località dell’Alta Engadina. Dal 22 al 31 agosto, il “St. Moritz Art Masters” trasforma per dieci giorni St. Moritz nella mecca mondiale della scena artistica e culturale, con mostre aperte al pubblico da scoprire sulla “Walk of Art”. Quest’anno l’evento si svolge interamente all’insegna dell’India. Il 13 e 14 agosto, invece, i migliori atleti del mondo nelle discipline windsurfing, kitesurfing e sailing si affronteranno a squadre all’“Engadinwind”, sul Lago di Silvaplana. Nel quadro di queste competizioni si svolgerà inoltre la più antica regata di windsurf del mondo, l’“Engadin Surf Marathon”.

Per gli amanti della natura un appuntamento da non perdere è il 1° agosto, quando si festeggeranno i 100 anni del Parco nazionale alpino (www.nationalpark.ch) a Zernez, in occasione della festa nazionale della Svizzera. Il centro visitatori a Zernez offre una vasta gamma di offerte interattive, camminando nella natura. Il parco si può raggiungere con la Ferrovia Retica da Landquart attraverso la galleria della Vereina in Engadina bassa o da Coira per Samedan in Engadina alta. La maggior parte dei punti di partenza delle gite sono comunque raggiungibili con i mezzi di trasporto pubblici. Da un quarto di secolo, il biglietto “all-in-one”, realizzato dallo Swiss Travel System (www.swisstravelsystem.com), entusiasma e motiva i turisti di tutto il mondo a scoprire la Svizzera con un unico biglietto, che permetterà di utilizzare qualunque mezzo di trasporto (treni, autobus e battelli) oltre ad entrare gratuitamente in molti musei e ad ottenere sconti nei negozi convenzionati.

Harry di Prisco

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La Dalmazia stella splendente della Croazia

«La bellezza delle cose sta nella mente di chi le contempla», sulla scia di questo adagio, possiamo dire che per chi visita per la prima volta la Dalmazia, parte centro meridionale della Croazia, c’è sempre qualcosa da vedere e da scoprire soprattutto d’estate quando il mare incontaminato è a disposizione dei vacanzieri. Spalato in particolare conquisterà con il tipico temperamento meridionale dei suoi abitanti e con la sua ottima offerta turistica. Il principale porto croato è lungo la marina, da qui partono i maggiori collegamenti di traghetti per l’Italia e per le isole della Croazia. Anche l’aeroporto di Spalato è ben collegato a Roma grazie alla compagnia di bandiera Croatia Airlines (www.croatiaairilines.com) che in un’ora ogni giorno permetterà di raggiungere Spalato. “Andiamo alle Bacvice”, si canta ancora oggi qui a Spalato (in croato Split). Si tratta di un allegro inno allo stabilimento balneare, aperto nel 1919, collocato su una spiaggia di sabbia al centro della città, che può accogliere anche diecimila bagnanti. Con il manifestarsi delle maree primaverili, Le Bacvice diventano la Copacabana locale. Immediatamente a ridosso della baia c’è l’antico Hotel Park, costruito nel 1921, quale primo albergo a quattro stelle in città,  rinomato sia per essere stato scelto in occasione di eventi storici, come la firma della resa d’Italia, sia per il ristorante “Bruna”, dove il maitre si esibirà davanti al cliente nella preparazione della specialità della casa, un’ ottima carne alla tartara. Sul litorale è nata la passione per il rugby e ancor oggi, sia d’estate che d’inverno, si gioca a “picigin”, una sorta di calcetto in riva al mare. Per chi è alla ricerca di un po’ d’ombra la potrà trovare nelle piazzette della parte antica della città, dove non mancherà di accompagnare i vostri passi la musica tradizionale, spesso eseguita, soprattutto in alcuni angoli del Palazzo di Diocleziano, da coristi che cantano “a cappella”. Come ben diceva della città lo scrittore inglese Robert Adam nel 1764: «Spalato non è grande come la maggioranza delle città dalmate, ma malgrado lo spazio ristretto, di gran lunga supera tutte con la bellezza della sua posizione ed il fascino dei suoi dintorni e questa impressione non cambia quando ci si avvicina». Le parole di Adam sono significative anche riguardo alla descrizione del Palazzo imperiale, che è stato iscritto nel 1979 nell’elenco del Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. « È verso il mare – dice Adam – che appaiono davanti agli occhi i resti  delle mura e la lunga arcata del Palazzo e poi la fortificazione contemporanea, il lazzaretto, le torri delle mura degli antichi templi: tutto questo si armonizza perfettamente con le colline ed il circondario, presentando un paesaggio molto piacevole». Qui l’imperatore Diocleziano, al tramonto della sua esistenza, dopo la sua abdicazione, decise di trasferirsi nella propria residenza estiva per trascorrere il resto della sua vita che terminò a 82 anni.  «Secondo la leggenda – ci ricorda la nostra esperta guida, Dino Ivancic, docente di storia ed anche vicepresidente delle guide spalatine – quando Diocleziano era impegnato in gioventù in una delle sue numerose campagne militari, una schiava driade gli aveva predetto che sarebbe diventato imperatore il giorno che avesse ucciso un cinghiale. Egli appunto lo divenne quando uccise a Nicomedia con la sua spada davanti ai suoi legionari Apro, che del cinghiale portava il nome, in quanto accusato di aver ucciso l’imperatore Numeriano». Quattro sono le porte di accesso a quello che resta del Palazzo imperiale che si identifica con l’attuale centro storico: la porta settentrionale fu costruita a forma quadrangolare, come parte del sistema difensivo militare. In una cavità del muro occidentale della Porta d’Oro i cristiani eressero la piccola cappella di San Martino, protettore dei soldati e dei sarti.  Oggi ad accudire la chiesetta ci sono le suore domenicane che raccontano la sua storia. C’è poi la porta orientale che continua la forma quadrangolare, conducendo direttamente verso occidente, verso la  piazza. La Porta Argentea, meno decorata rispetto alla Porta Aurea, fu restaurata dopo i bombardamenti della II Guerra mondiale. Attraverso questa porta, nel 2000, a bordo della sua papamobile è passato il Santo Papa Giovanni Paolo II, estasiato dalla bellezza della cattedrale di San Doimo, che è visibile proprio passando sotto questa porta. Tra le cattedrali europee, quella di Spalato sorge nell’edificio più antico, il mausoleo dell’imperatore, che fece costruire quando era ancora in vita. Fu nella metà del VII secolo che divenne cattedrale, nella quale furono sistemati, riservando loro posti d’onore, gli altari con le reliquie dei santi martiri: Doimo e Staša. Al centro fu sistemato il sarcofago di Diocleziano che, più tardi, venne sottoposto ad una distruzione rituale da parte del primo arcivescovo di Spalato che vi depose le reliquie di San Doimo. Destano particolare interesse due medaglioni con nastri che sostengono ognuno due Amorini. La tradizione popolare vuole che in essi siano raffigurati i ritratti di Diocleziano e di sua moglie Prisca. La porta occidentale è nota invece come Porta Ferrea e testimonia le varie popolazioni che si sono alternate nel corso dei secoli. Attraverso la porta meridionale più vicina al mare, conosciuta come Porta Bronzea, si accede ai sotterranei, dove attualmente abbondano un gran numero di bancarelle per la vendita di souvenir, che andrebbero rimosse almeno da questi luoghi storici. Oggi è diventata la porta “principale”, perché i turisti la attraversano all’inizio dei tour guidati. Le fortificazioni perimetrali dei sotterranei rappresentano il complesso antico meglio conservato del Palazzo. Il compito era quello di innalzare le estensioni degli appartamenti dell’imperatore sino al piano superiore, dove viveva Diocleziano con la moglie e l’unica figlia Valeria. Nel primo Medioevo alcuni spazi furono destinati a fini abitativi, mentre in una di esse sono state ritrovate parti di un torchio per la produzione di olio e di vino. Nel IX secolo fu iniziata l’opera di risanamento e si potettero trovare anche oggetti appartenuti alla famiglia imperiale e anche la grande mensa dove mangiava Diocleziano oltre alle monete dell’epoca. Oggi questi spazi sono adibiti in prevalenza a mostre. Vengono qui rappresentate in estate scene teatrali e a maggio il pavimento dei sotterranei cambia pelle e diventa un giardino fiorito, grazie alla Fiera internazionale floreale e un posto privilegiato è destinato alla ginestra, il fiore più amato dal quale Spalato trae il nome.  La natura ha composto i pendii settentrionali di calcare, mentre quelli meridionali sono tutti in pietra, strati di marmo e costa rocciosa. Le tre cime del Marjan, primo simbolo di Spalato, offrono una vista indimenticabile sulla città, sulle isole di Brac e Hvar che la circondano e sulla riviera di Kaštel con le città di Solin e Trogir, quest’ultima dista appena venti chilometri da Spalato.  Il centro storico di Trogir, fondata dai Greci dell’isola di Vis, si trova su un piccolo isolotto, completamente pedonalizzato con strette viuzze che ricordano la nostra Venezia, in quanto ad ogni angolo è possibile scorgere antichi palazzi e caratteristici balconi fioriti. È collegata con un ponte levatoio in disuso all’isola di Ciova (dei cervi), dove gli spalatini hanno le loro dimore estive non disdegnando di recarsi a Trogir per passare qualche ora spensierata nei numerosi ristoranti e ritrovi della città. La costruzione più importante è la chiesa di S. Lorenzo.  Nel 1997 la città è stata inserita nel registro dei Monumenti culturali mondiali dell’ Unesco. Gli amministratori locali collocarono insegne luminose al neon sulle antiche porte con il logo dell’Unesco, che sinceramente andrebbero rimosse. Un’altra escursione alla scoperta della storia e della natura si può fare ai ruderi della Fortezza di Clissa, una delle roccaforti più significative della Croazia che, grazie alla sua posizione strategica, aveva un valore inestimabile per la difesa.  È qui che si rifugiò Bela IV, uno dei re ungaro-croati,  con la sua famiglia durante l’assedio del 1242 ove nacque sua figlia Marghita, oggi venerata come Santa Marghita di Clissa. Fu alla fine del XIII sec. che iniziarono le irruzioni dei Turchi e il ruolo decisivo lo ebbe il capitano e duca di Clissa, Petar Kružiæ, che con i suoi soldati Uskoci resistette all’assedio.  Durante la Seconda guerra mondiale la fortezza servì a scopi militari, per lo più come base delle forze italiane e tedesche e  nel 1990, sulla fortezza venne alzata la bandiera dello stato indipendente della Repubblica di Croazia, oggi ventottesimo stato dell’Unione Europea.  Sulla via che porta a Klis una sosta golosa la si può fare all’azienda Stella Croatica, prima società croata che ha ricevuto la certificazione Halal, che, dopo aver iniziato la sua attività sull’isola di Mljet vicino Dubrovnik, ha dato vita nel 2012 alla fabbrica di Klis con i fondi dell’UE. Grazie alla posizione (a soli 3 minuti dal casello autostradale di Spalato e a 10 minuti dalla città), il turista è coccolato in azienda attraverso un percorso fatto di assaggi guidati, che si organizzano nella zona di produzione. Uno dei prodotti, il confetto, viene preparato sul momento per essere provato mentre è ancora caldo. In degustazione poi l’eccezionale olio d’oliva, accompagnato da ottimi formaggi  e vini locali e da pane fatto in casa alla maniera tradizionale, sotto una campana di ferro. La degustazione termina con i dolci dello stabilimento, seguendo una lunga tradizione familiare fatta sulla base di antiche ricette. I prodotti non solo conservano tutti i sapori della natura dalmata, ma si intrecciano con la cura e l’amore di una preparazione manuale, ma sempre in pieno rispetto della sicurezza alimentare.

Per tutte le informazioni turistiche è a disposizione l’Ente Nazionale Croato per il Turismo (www.croazia.hr)

Harry di Prisco

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La Ferrovia retica festeggia 125 anni

Non è mai stato così appropriato l’adagio che “quando si vuole si può”. Ed in Svizzera i trasporti sono veramente il fiore all’occhiello della confederazione che

quest’anno non tralascia di festeggiare i 125 anni della Ferrovia retica.

E da noi?

Ci riferiamo allo storico impianto, unico al mondo ad arrampicarsi nel 1880 su di un vulcano attivo, il Vesuvio,visitato a quei tempi esclusivamente a piedi o a dorso di mulo. Fu l’ingegnere ungherese Ernesto Emanuele Oblieght, che affidò ai colleghi Galanti, Sigl e Wolfart, l’incarico di studiare un sistema che permettesse la salita al cono stando comodamente seduti. I tre uomini, che già avevano realizzato piani inclinati in altre parti d’Europa, portarono a termine la stesura del progetto. Ci vollero 10 anni, prima per avere l’autorizzazione alla realizzazione del piano e all’esercizio dell’impianto poi per risolvere i problemi con le comunità locali, che rivendicavano i propri diritti sul gran numero di turisti che visitavano il Vesuvio. Finalmente il 25 maggio del 1880 tutti a bordo per inaugurare la funicolare del Vesuvio, che fu immortalata anche dalle note di “Funiculì Funiculà” di Lucio Denza. La vita della ferrovia leggera, in parte a cremagliera, costruita nel 1903 cambiò la funzionalità con nuovi  motori elettrici, ma la funicolare di casa nostra dovette fare i conti con l’eruzione del vulcano che oltre a distruggerla cambiò anche la forma e l’altezza del cono.  Dopo alterne vicende, collegate ad altre eruzioni, il Vesuvio non si è risvegliato, ma la funicolare dal 1943 non è stata più ricostruita. In tempi recenti (siamo alla fine degli anni Novanta) si è  progettata la realizzazione di una nuova funicolare, ma  i lavori  si sono fermati inspiegabilmente… e il sogno non è più diventato realtà, anche se nel 1997 il Vesuvio è stato inserito dall’Unesco tra le riserve mondiali della biosfera. Ben altre fortune ha avuto la Ferrovia Retica, progettata e poi costruita nel 1889 e inserita dal 2008 nei siti del patrimonio mondiale dell’Unesco, grazie al connubio fra arte ingegneristica e paesaggio. Sui suoi binari transita ancora oggi il trenino rosso del Bernina. La Ferrovia retica fu progettata dall’ illuminato imprenditore olandese Willem Jan Holsboer che, in Svizzera, gettò le basi per la costruzione di una ferrovia nel cantone dei Grigioni. Si iniziò con l’apertura della tratta Landquart-Klosters e solo un anno dopo ci fu il prolungamento fino a Davos.  Oggi è una rete a scartamento ridotto lunga 384 chilometri nel cuore delle montagne svizzere. E proprio tra pochi mesi festeggerà i suoi 125 anni di viaggi affascinanti, attraversando il Cantone più grande della Svizzera.

In tema di bellezze mozzafiato, è possibile goderle viaggiando sui famosi trenini rossi.  Facilitati dagli ampi finestrini panoramici di cristallo delle carrozze si potrà ammirare il più grande spettacolo delle montagne circostanti che solo la natura può offrire.  In un recente incontro a Napoli il vicedirettore di Svizzera Turismo, Piccarda Frulli, Enrico Bernasconi, rappresentante per l’Italia della Ferrovia retica e Matteo Spiller, market manager di Swiss Travel System, hanno raccontato come la Svizzera muove le persone da ovest ad est, da nord a sud e sempre all’insegna dell’efficienza e “del buon vivere la natura”. In particolare con il Bernina Express  sarà possibile provare un’emozione lunga 122 chilometri, due ore spettacolari per oltre un milione di passeggeri trasportati all’anno, compresi i pendolari. Partendo da Coira, il treno attraversa l’Engadina e si snoda lentamente passando per la Val Poschiavo fino alla Valtellina, in territorio italiano. Pronti dunque per fotografare questi panorami stupendi, che si possono ammirare dal viadotto Landwasser alto 65 metri, ma anche più avanti attraversando le gole di Schyn, il ghiacciaio del Monteratsch e il viadotto elicoidale di Brusio. Altra storia il Glacier Express che in sette ore e mezza collega St. Moritz a Zermat, passando per viadotti e vertiginose gallerie a spirale, che ben si armonizzano con i paesaggi selvaggi e romantici. Dall’Engadina al Cervino si muove il rapido “più lento del mondo”, che è anche il più famoso. L’avventuroso treno bianco – rosso valica la catena alpina e dopo aver attraversato 91 gallerie si tiene in equilibrio  su ben 291 ponti. A questo punto lo spettacolo è garantito, vi aspetta la vista del Cervino, il simbolo della Svizzera.  Tutto intorno laghi e villaggi caratteristici che scorreranno davanti a voi come in un film dove vi sentirete al centro della scena.

Gli amanti della ferrovia potranno prenotarsi fino al 25 aprile per un viaggio realizzato ad hoc per l’ anniversario e organizzato dall’11 al 15 giugno.    L’emozionante avventura durerà 125 ore: a bordo di diversi tipi di treni si potranno percorrere tratti della rete ferroviaria elvetica del cantone più grande della Svizzera. Per cinque giorni si apprenderà tutto sui capolavori dei pionieri della ferrovia dell’epoca, attraversando varie aree linguistiche e culturali e ammirandone le attrazioni turistiche. Il viaggiatore sarà accompagnato nel suo tour da guide poliglotte, ad ogni buon conto ogni posto è dotato, come nei bus citysightseeing, di attacchi per cuffie e auricolari che illustreranno gli stupendi panorami di volta in volta che il trenino rosso e bianco li attraverserà. Il prezzo è di euro 1340 e comprende: quattro pernottamenti in camera doppia/singola con prima colazione, quattro cene, un pocket lunch, un pranzo al ristorante, visita guidata attraverso le officine di Landquart, ingresso al Museo ferroviario dell’Albula, visita del Giardino dei Ghiacciai di Cavaglia. Ci sono poi soluzioni più abbordabili. Il giorno di Pasqua si parte in bus da Milano fino a Tirano si prosegue con il trenino del Bernina per raggiungere St. Moritz e avere il tempo di visitare l’elegante cittadina d’oltralpe, per poi far rientro a Milano, il tutto al costo di appena 59 euro.

Intanto Pasqua è alle porte e attraverso il Swiss Travel System si potrà scoprire la Svizzera a bordo di treni, autobus e battelli. «Le offerte per Pasqua in Svizzera non mancano – ha ricordato Piccarda Frulli – con la possibilità di abbinare all’albergo le visite ai musei, presenti in gran numero». Processioni storiche del giovedì prima di Pasqua non mancano ad esempio nel Ticino, a Mendrisio, mentre il centro di Lugano si trasforma in un grande palcoscenico con piazze animate a festa, programmi d’intrattenimento ed esibizioni folkloristiche.  Ad Ascona il 20 aprile sarà proposto il tradizionale concerto sinfonico di Pasqua nella Chiesa Santa Maria della Misericordia, nota per la sua ottima acustica.  Dolce tipico pasquale è la

colomba ticinese, protetta dal 1999 dal marchio di qualità, istituito dalla Società mastri panettieri pasticcieri confettieri del Cantone.

A proposito di anniversari, nel 2014 i mezzi pubblici svizzeri propongono tante chicche imperdibili per il 25° compleanno dello Swiss Pass.  Fu alla fine degli anni Trenta che le Ferrovie Federali Svizzere (FFS) lanciarono lo Swiss Pass, un biglietto “all-in-one” per le vacanze. Il viaggiatore con un unico biglietto potrà spostarsi con qualunque mezzo di trasporto ed entrare gratuitamente in molti musei, oltre ad ottenere sconti nei negozi convenzionati.

Gli svizzeri possono considerarsi campioni del mondo per l’uso dei viaggi ferroviari. Infatti non esiste un’altra nazione che percorra così tanti chilometri in treno come gli elvetici: in media all’anno sono 2.274 i chilometri percorsi a persona. È anche da primato l’intera rete dei trasporti pubblici che permette di percorrere 11.000 chilometri su 814 linee su gomma o solcare i laghi elvetici con 148 diversi battelli, alcuni dei quali a ruota in servizio da cento anni.  Ma questa è un’altra storia.

 

Harry di Prisco

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Investiamo nel vostro futuro: il Salento tra sacro e profano

Puglia mille e una emozione

E la festa continui! Su questa affermazione beneaugurante per i carnevali futuri, all’insegna del bel vivere quotidiano, è calato il sipario sulla 26° edizione del Carnevale di Aradeo e già si pensa a quello dell’anno prossimo.

Nell’immaginario collettivo si ritiene che le origini della festa siano religiose, infatti il Carnevale è direttamente collegato alla Pasqua, ma in realtà il Carnevale ha un’origine più antica, che affonda le sue radici nei Saturnali della Libertà, una festa pagana che risale agli antichi romani. Nei riti del Carnevale confluiscono anche antiche tradizioni contadine, riti di purificazione e di propiziazione all’inizio del ciclo stagionale, ispirati al bisogno di rinnovamento, con l’espulsione dei mali accumulati durante il corso dell’anno, come le malattie e i peccati.

E poi, “A Carnevale ogni scherzo vale”: dice il proverbio. Non è certo uno scherzo organizzare tour operator ai giornalisti per far conoscere nuovi aspetti del Salento. E vari protagonisti salentini sono scesi in campo per l’educational, organizzato da Carmen Mancarella, direttore della rivista “Spiagge” (www.mediterraneantourism.it), per conto della Regione Puglia – Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo e dell’agenzia regionale del turismo “Promozione Puglia”, attraverso l’utilizzo dei fondi strutturali europei.

“Investiamo nel vostro futuro:  Puglia, mille e una emozione”: questo il tema che ha visto collaborare insieme per promozionare la Puglia, i comuni di: Aradeo, Nardò, Giurdignano, Oria e Castellana Grotte.

In primavera aumenta la voglia di festeggiare: dal Carnevale tipico di Aradeo dove sacro e profano si intrecciano alle spettacolarità della natura circostante, alle tavole di San Giuseppe del 19 marzo di Giurdignano che preparano alla Pasqua. In attesa dell’estate, perché non vivere a pieno i weekend lunghi di primavera, facendo base ad Aradeo?

Il Carnevale aradeino

Da Aradeo facilmente si raggiungono i due mari del Salento, lo Jonio e l’Adriatico, nonché si può partire alla scoperta del meglio della Puglia. Le origini della città sono tanto antiche quanto contraddittorie: dopo le dominazioni greca e poi romana i saraceni distrussero numerosi casali nei pressi delle cittadine di Nardò e Galatina. Gli esuli arrivati nel vicino territorio salentino, libero dagli invasori, eressero un altare e questa potrebbe essere l’origine del nome Aradeo dal termine latino “ara”, ma il nome potrebbe rifarsi anche all’abbondanza di acqua per un terreno fertile solcato da torrenti. Per il sindaco di Aradeo, Daniele Perulli, la cittadina ha scelto di presentarsi come capofila per il Bando Ospitalità dei fondi europei, attivato dalla Regione Puglia, per presentarsi nel suo aspetto migliore in occasione del Carnevale. «Intanto stiamo lavorando – ha detto il sindaco – anche per favorire i progetti culturali, rendere sempre più attraenti le stagioni teatrali nel nostro teatro comunale, intitolato a Domenico Modugno che qui si esibì». È da 28 anni che tra il 2 e il 4 marzo si svolge la gran festa, momento di aggregazione e di pura allegria che fa rivivere a pieno la tradizione carnevalesca, voluta da un gruppo di amici, riuniti poi in associazione, che decisero di unire i “festini privati” al fine di poter coinvolgere l’intera cittadinanza. L’associazione oggi porta il nome del primo presidente, Oscar Tramacere, che decise negli anni Ottanta di dar vita ad una sfilata di tantissimi “masci”, le maschere carnevalesche che dovevano percorrere le vie del paese su carri allegorici realizzati con carta, cartone, colla, fil di ferro, colori e tanta tanta fantasia. L’Associazione è presieduta oggi da Ettore Greco coadiuvato dalla vicepresidente Maria Rosaria Bruno. C’è anche, come si conviene, una mascotte del Carnevale che è lo Shacudhruzzi, un folletto dispettoso della famiglia dei Lauri, che dà il via alla sfilata lanciandosi da un edificio del centro storico in uno spettacolare “volo dell’angelo”. Ad avere il privilegio di questo tuffo beneaugurante è stata quest’anno la giornalista milanese, Martina Fragale, che ha avuto ben 15.000 spettatori trepidanti. L’ospitalità è di casa nell’agriturismo Tenuta Mezzana di Cutrufiano, a pochi passi da Aradeo, dove tutta la giovane famiglia è impegnata: da Maria Casto, che si occupa della tenuta e della migliore accoglienza degli ospiti, al marito l’agronomo Giacomo Stifani, che ha deciso di ristrutturare una sua vecchia abitazione rurale, circondata da uliveti e viti. Il ristorante è a chilometro zero e si avvale della competenza dello chef  Claudio Amato che, ispirandosi alla cucina mediterranea, prepara tante prelibatezze: dalle pittule di borragine, al maialino con le cicorie creste, alla pasta d’orzo con i ceci, alla carbonara di zucchine.

La storia “milionaria” delle Grotte di Castellana

Prima di giungere nel Salento una visita è d’obbligo alle Grotte di Castellana (www.grottedicastellana.it), in provincia di Bari, che regalano un crescendo di emozioni. In un tempo che percepiamo quasi infinito, la natura ha generato scenari di inimmaginabile bellezza. Sono opere uniche, modellate dalla forza dell’acqua e celate nelle grotte. Stalattiti, stalagmiti, concrezioni dalle forme più insolite e dalle suggestive sfumature di colore si alternano e, ancora oggi, continuano a mostrare tanto splendore. I dati parlano chiaro: settantasei anni sono passati dalla scoperta delle Grotte, che risalgono a 90 milioni di anni fa, tre chilometri è il percorso sotterraneo lungo e un chilometro è l’itinerario breve. Vivere le Grotte di Castellana significa immergersi in un’esperienza capace di coinvolgere ogni senso, significa ritrovare profonde emozioni legate a memorie ancestrali, significa riscoprire l’essenza della bellezza, incontaminata e pura. Oggi la società Grotte di Castellana, con socio unico il Comune e presieduta da Domi Ciliberti, dà la possibilità di assistere a concerti, eventi culturali, performance teatrali per amalgamare alla creatività dell’uomo la spettacolare unicità di un luogo senza tempo. A scoprirle fu Franco Anelli, oggi ad accompagnare i turisti sono gli speleologi del Gruppo Puglia Grotte, che, come da tradizione, il 23 gennaio scendono nella caverna della Grave, calandosi dall’alto come un tempo, dall’ingoiatoio di 70 metri, chiamato anche “bocca dell’inferno”. Gli ambienti interni si succedono uno dopo l’altro, prendendo i nomi fantasiosi che furono dati dai primi esploratori: la Lupa, i Monumenti, la Civetta, la Madonnina, l’Altare, il Precipizio, il Corridoio del deserto, la Colonna rovesciata, il Corridoio Rosso, la Cupola. Si arriva poi all’ultima e più bella caverna del sistema sotterraneo, la Grotta Bianca, scoperta da Vito Matarrese, che più che speleologo era spinto a recuperare il busto in bronzo del sindaco di Putignano, scaraventato lì da una squadra di fascisti. La grotta, uno scrigno di alabastro, definita bianca per il biancore che la contraddistingue, ha meritato la definizione di “più splendente del mondo”. È previsto anche un percorso attrezzato per i disabili che ha fatto sì che Castellana, con il suo sindaco Francesco Tricase, fosse premiata a Bruxelles come destinazione italiana di eccellenza per il Progetto Eden 2013 riguardante il turismo accessibile.

Nella città d’arte di Nardò trionfa la pietra leccese

 Dal romanico al barocco, il tour ha portato a Nardò, città d’arte della provincia di Lecce, le cui discendenze risalgono ai Messapi. Qui è un vero trionfo della tipica pietra leccese, scolpita dai maestri scalpellini. Un esempio sono le chiese che impreziosiscono il centro storico come la chiesa di S. Giuseppe dalla facciata a tamburo in cui è riscontrabile il barocco del Borromini e nella quale è conservata in una grande teca la statua del Santo, che può essere prenotata dai cittadini devoti affinché sosti per tre giorni nella propria abitazione. Dall’ariosa piazza Salandra, dominata dalla colonna dell’Immacolata, che viene adornata dai fiori l’8 dicembre e che ricorda quella di Piazza del Gesù a Napoli, si dipanano le vie del centro storico, nelle vicinanze la fontana del toro che fuggì dalla campagna e raspando il terreno trovò una falda acquifera, origine stessa del nome della città. Ma Nardò è da visitare anche per i panorami mozzafiato di Portoselvaggio, un parco regionale affacciato sul mare, a soli sei chilometri dal centro. «È anche città dell’accoglienza – ha ricordato l’Assessore al turismo di Nardò, Maurizio Leuzzi – per la qual cosa è stata insignita della medaglia d’oro al valor civile dal presidente della Repubblica Ciampi per aver accolto più di 800mila ebrei, che erano stati liberati dai campi di concentramento dalle Forze Alleate e che vennero in quel tempo ospitati nelle case prima di raggiungere Israele».

Le tavole di San Giuseppe a Giurdignano

Le tradizioni gastronomiche sono un punto di forza nel Salento. Tra il 18 e il 19 marzo gli abitanti di Giurdignano, terra di antiche dimore e di incantevoli borghi, sito a soli cinque chilometri da Otranto, allestiscono nelle proprie case le Tavole di San Giuseppe. Si tratta di grandi mense, ricoperte con tovaglie ricamate dove spiccano pani a forma di ruota e ben tredici pietanze: il pesce, simbolo del miracolo della moltiplicazione; i ciceri e tria, pasta fatta in casa metà bollita e metà fritta con i ceci, che indica l’arrivo della Primavera; le ncartiddhate, dolci fritti a forma di rosa e conditi con il miele, che ricordano le fasce di Gesù bambino. «Questa tradizione – hanno spiegato il Sindaco Monica Laura Gravante e il Vicesindaco, Gabriella Vilei – è molto sentita nel Salento. Infatti le Tavole di San Giuseppe sono nate a Giurdignano e si sono poi diffuse in altri paesi come Minervino e Uggiano». Anche qui il territorio circostante è ricco di storia e si può passeggiare nel giardino dei megaliti più grande d’Europa, dove si possono vedere ben 23 menhir (pietre stiliformi) e 28 dolmen (tombe o forse altari) che risalgono a 16mila anni fa.

I riti della Pasqua ad Oria

Anche Oria, in provincia di Brindisi, con il suo quartiere ebraico ed il castello di Federico II val bene una visita. Infatti questo borgo medioevale, che affascina per le sue viuzze arrampicate sulla rocca dove sorge il maestoso castello federiciano, ha dato i natali a un medico farmacista così famoso che a lui è stato dedicato il modernissimo ospedale di Tel Aviv, Donnolo. Federico II scelse la città per attendere la sua sposa, Jolanda di Brienne, in viaggio dall’Oriente. I due si unirono in matrimonio nel 1225 nel Duomo di Brindisi, poco distante da Oria. Il castello domina i Due Mari essendo costruito su uno dei tre colli di Oria. Per ingannare il tempo l’imperatore indisse anche il Torneamento dei Rioni, che gli abitanti festeggiano ancora oggi il secondo weekend di agosto con uno spettacolare  corteo storico e il Palio in abiti medioevali che ricordano l’arrivo di Federico II. Il castello, di proprietà privata è visitabile grazie agli alunni dell’Istituto per il turismo della città e dai volontari dell’associazione Legambiente ([email protected]). Nella Settimana Santa la Statua di Cristo Morto, custodita nella chiesa delle suore benedettine, viene portata in spalla dagli arciconfratelli della Morte vestiti di nero, in una breve ma intensa processione che termina con l’ingresso di Gesù nella Cattedrale, poco distante. Il rito si ripete tutti i giovedì di marzo fino al Giovedì Santo. La domenica delle Palme i volontari del Gruppo di promozione umana portano in scena la Passione vivente. Di turismo religioso parla dal canto suo lo storico Pino Malva, entusiasta cultore delle tradizioni della sua terra, messapica, medioevale e seicentesca al tempo stesso. Ne è un esempio la grande festa arricchita da luminarie che si rinnova ogni quinto giovedì dopo Pasqua e che vede sfilare in processione migliaia di fedeli provenienti da tutta la Puglia, che seguono con devozione le statue dei Santi Medici orientali: Cosma, Damiano, Antimo, Leonzio ed Euprepio e del Patrono di Oria S. Barsanofio.

Harry di Prisco

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In giro per il mondo con l’ADUTEI

 

 
 
 

Si avvicinano a grandi passi i primi appuntamenti con le Fiere dedicate al turismo. Si è svolta a Madrid, dal 22 al 26 gennaio, la Fiera Internazionale del Turismo, FITUR 2014, il primo incontro del calendario mondiale dei professionisti della materia. E’ stata una vetrina promozionale che ha presentato l’offerta di questo settore a livello nazionale ed internazionale, con circa 11.000 aziende presenti, per stabilire contatti commerciali per lo sviluppo delle future attività. E a seguire si svolgerà dal 13 al 15 febbraio la BIT a Milano, con tre giorni di puro business e poi la ITB di Berlino, che dal 5 al 9 marzo offrirà, sia attraverso il mercato d’affari, sia grazie al convegno Market Trends & Innovation, un’opportunità di analisi delle tendenze del mercato.

Ad anticipare alla stampa specializzata. le offerte turistiche degli enti del turismo  è stata l’Associazione Delegati Ufficiali del Turismo Estero in Italia in un recente incontro a Roma all’ Hotel Bernini, dove è stato presentato il nuovo Paese associato, il Turismo Fiandre (www.turismofiandre.it), che comprende le città di Gent, Bruges, Anversa, Bruxelles, Lovanio e Mechelen, rappresentato dal Direttore Giovanna Sainaghi e dal responsabile della stampa, Pierre Massart.

Nell’incontro romano l’Associazione ha ribadito il suo ruolo a garanzia della promozione delle attività dei soci verso enti, partner strategici, associazioni e aziende operanti nel settore del turismo, rivolta al viaggiatore che deve essere sempre più consapevole delle mete da raggiungere.

C’è tanta voglia di viaggiare per il 2014 e gli enti del turismo aderenti all’ADUTEI hanno dato ancora una volta un segnale di ripresa del turismo in Europa che, in linea con l’evoluzione dei gusti della clientela, predilige un’esperienza legata ad un servizio cortese e genuino piuttosto che alla gentilezza formale delle catene alberghiere.

A fare gli onori di casa la presidente, Ioana Podosu Ciutre, direttore dell’Ente Nazionale per il Turismo in Romania (www.romania.it), che ha illustrato le nuove opportunità del Paese.

 

 

                                         La Romania punta al Sud d’Italia

Il Paese per l’anno da poco iniziato intende promuovere le varie destinazioni, attraverso nuovi depliant per rispondere sempre di più alle esigenze della clientela che chiede natura, cultura e turismo di avventura. «L’ente del Turismo della Romania – ha precisato la Ciutre – sta lavorando intensamente per comprendere le nuove richieste del mercato italiano al fine di essere più presenti anche nel Sud d’Italia, aiutati dai collegamenti diretti, ad esempio da Napoli verso Bucarest Otopeni, che operano tutti i giorni grazie alla compagnia rumena low cost Blue Air e alla compagnia aerea Wizz Air, che collega Napoli a Bucarest il lunedì ed il venerdì».

                                            Turismo sostenibile per la Germania

La Germania si presenta per il 2014 al pubblico internazionale come una destinazione esemplare in fatto di sostenibilità e turismo senza barriere, proponendo interessanti viaggi dedicati alle esperienze a contatto con la natura, alla salute e al benessere. Per Deutsche Zentrale für Tourismus (DZT) tema centrale di quest’anno è il “Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO: turismo culturale e naturale nel segno della sostenibilità”, che rientra nei primi dieci criteri richiesti dagli ospiti stranieri, quando prenotano un viaggio. La DZT ha predisposto una pagina apposita per i portatori di handicap sul proprio sito istituzionale: www.germany.travel/la-germania-per-disabili. All’uopo le ferrovie tedesche, la compagnia aerea di bandiera Lufthansa ed airberlin si sono organizzate per offrire tutto il supporto necessario prima, durante e dopo il viaggio. Ma non bisogna dimenticare il grande patrimonio culturale della Germania che la pone al primo posto tra le destinazioni più amate dagli europei. «La recente iscrizione al Patrimonio dell’Umanità UNESCO di cinque nuovi siti tedeschi – ha precisato Agata Marchetti, responsabile Ufficio Stampa di “Germania Destinazione Vacanze” – attesta la ricchezza del patrimonio culturale e naturale del Paese.                

                            Copenaghen e l’ambiente, un binomio vincente

La capitale danese porta l’innovazione anche negli hotel “green”, nel cibo biologico e altro ancora. È una delle città più ecologiche al mondo e continua ad essere in prima fila in fatto di ambiente ed eco-sostenibilità, per essere stata nominata Capitale Verde d’Europa per il 2014 dalla Commissione Europea per l’Ambiente. Durante tutto l’arco dell’anno ci saranno molti eventi per sottolineare le soluzioni sostenibili della capitale, che possono essere utilizzate anche altrove. «Tra gli eventi degni di nota – ci segnala  Erica Kircheis, responsabile dell’Ufficio Stampa di VisitDenmark (www.visitdenmark.com) –  il Festival del raccolto ad agosto, quando i giardini pubblici e privati della città, i produttori locali e gli agricoltori inviteranno tutti i residenti e visitatori ad una festa gigantesca del raccolto nel cuore di Copenaghen». La capitale danese è candidata a diventare la prima città al mondo “carbon free” entro il 2015, avendo sviluppato un lifestyle incentrato su modi di pensare e di vivere ecosostenibili.

                                      Olanda, paese della bicicletta e non solo

Il tema del 2014 è: “Olanda il paese della bicicletta”, ma le offerte turistiche non finiscono qui. L’Ufficio marketing dell’Ente del Turismo e dei Congressi Olandese (www.holland.com) e la Piattaforma Ciclistica Nazionale lavoreranno insieme quest’anno per migliorare ulteriormente l’immagine del Paese all’insegna della bicicletta, non solo per i turisti ma anche per gli stessi abitanti. « Lo scopo principale – ha detto la responsabile dell’Ufficio Stampa dell’Ente, Anna Malagoli – è di convincere i turisti a concedersi una gita in Olanda e scoprire in prima persona il mondo delle due ruote sul territorio che dispone di oltre 100.000 km di percorsi ciclabili». Tanti eventi importanti sono programmati quest’anno a partire dalla riapertura il 27 giugno del Museo Mauritshuis dell’Aja, che è stato chiuso per ristrutturazioni due anni fa. Proprio in virtù della sua chiusura prolungata si è potuta organizzare una tournée dei tesori del museo, che ha toccato il Giappone e gli Stati Uniti. Unica esposizione europea è stata quella della piccola tela: “La ragazza con l’orecchino di perla”, celebre capolavoro del maestro di Delft, Johannes Vermeer, che sarà visitabile dall’8 Febbraio al 25 Maggio a Palazzo Fava a Bologna. Sarà invece aperto dal 20 marzo al 18 maggio il parco dei fiori più grande al mondo, famoso per i suoi tulipani, il Keukenhof, situato a poche decine di chilometri da Amsterdam.   

                    L’Irlanda pronta ad accogliere la partenza del Giro d’Italia

L’Irlanda vivrà dal vivo l’elettrica atmosfera del Giro d’Italia perché le prime tre tappe (9 – 10 – 11 maggio) dell’edizione 2014 si svolgeranno nel Paese: dopo la partenza da Belfast un giro lungo la Causeway Coastal Route, poi tutti verso Armagh ed infine rotta su Dublino. Le squadre che prenderanno parte

al Giro d’Italia arriveranno in Irlanda tre giorni prima della grande partenza.

Sarà così possibile, sia per i concorrenti, che per i sostenitori di partecipare ad una serie di eventi speciali che saranno organizzati per l’occasione.

A parlarci di questa tanto attesa partenza del Giro,  che sarà visto da 775 milioni di sportivi e appassionati di ciclismo in tutto il mondo, è stata Carla Rezza dell’Ufficio Stampa del Turismo Irlandese (www.ireland.com).  

                     La Slovenia e il Friuli gemellate in nome della Grande Guerra 

Nel 2014 sarà ricordato il primo secolo dall’inizio della prima guerra mondiale: uno spunto per riflettere e per dedicarsi al turismo della memoria, tra sentieri, fortificazioni e sacrari. A ricordare questo importante anniversario e l’inizio del conflitto è la Slovenia e la Regione Friuli in particolare, che hanno messo in campo una iniziativa interessante chiamata “Itinerari della grande guerra”, che sceglie come mete i luoghi in cui la storia ha lasciato dei segni profondi.  Vengono proposti 11 pacchetti, ognuno dei quali prevede un itinerario transfrontaliero con soggiorno in almeno due località, una in Slovenia ed una in Friuli Venezia Giulia. Di questo progetto ce ne ha parlato il Direttore dell’Ufficio del Turismo Sloveno (www.slovenia.info), Gorazd Skrt, che ci ha ricordato anche i festeggiamenti per i 2000 anni della città di Lubiana, l’antica città romana di Emona che, grazie alla sua posizione ebbe un importante ruolo nel sistema difensivo dell’impero romano.                   

                          La Terra Santa ospiterà a maggio Papa Francesco

Anche Israele ha un occhio particolare verso il Sud d’Italia e «ci è stato anticipato – dal Direttore dell’Ufficio Stampa dell’Ufficio nazionale israeliano del turismo (www.goisrael.it), Mariagrazia Falcone – che da maggio partirà il volo dell’Alitalia da Brindisi destinazione Tel Aviv». Tra gli itinerari proposti: “gli itinerari d’azione” che in 10 giorni porterà,  chi è alla ricerca di avventura, alla scoperta di Israele in bicicletta e in kayak; quelli per famiglie;

 l’ archeologico; gli itinerari culinari per scoprire il Paese attraverso i gusti e gli odori; gli itinerari per disabili; gli itinerari “Donne nel Vecchio e nel Nuovo Testamento”.  E a maggio si prevede naturalmente grande affluenza per l’arrivo del Papa, che visiterà Amman, Betlemme e Gerusalemme.

                                      La Polonia e la favola comincia

La nuova campagna promozionale di Polonia Turismo è “Polonia. Vieni e vivi la tua

Favola”, che illustra in particolare le bellezze del paese. Il progetto, visitabile sul sito www.polonia.travel/it, coinvolge sei paesi europei (Irlanda, Italia, Spagna, Russia, Repubblica Ceca e Ucraina) e permette ad ogni paese di riallacciarsi alle fiabe famose non solo polacche, «questo per far vivere le emozioni dei luoghi in maniera più coinvolgente», ha precisato la direttrice dell’Ente, Magorzata Furdal che, insieme alla responsabile dei media, Wioletta Kuckner, è intervenuta all’incontro ADUTEI di gennaio. La Polonia è tra i paesi europei con una grande varietà di spazi e paesaggi.

Per la salvaguardia di queste aree verdi ci sono 23 parchi nazionali, otto di essi figurano nell’elenco delle riserve mondiali della biosfera UNESCO e il Parco nazionale di Bialowieza fa parte del Patrimonio della Cultura mondiale.

                                      L’Egitto punta sul turismo culturale

In attesa dell’importante appuntamento con la BIT a Milano, che vedrà la presenza del Ministro del Turismo, Hisham Zaazou, il Paese lavora per mantenere la sicurezza e la stabilità, conscio che proprio la sicurezza è il maggior pilastro dello sviluppo turistico ed economico. L’ Ente del Turismo egiziano (http://it.egypt.travel), presente nella serata ADUTEI con Gihan S. Habashi, assistente del Direttore Gabbar, ha anticipato come la nuova offerta turistica punterà sul turismo culturale e del benessere accanto al tradizionale “mare”.

                            Alla ricerca del clima mite alle  Canarie

Se siete alla ricerca di un clima mite così da potervi godere la spiaggia e il bel tempo in pieno inverno, le isole Canarie faranno al caso vostro. Sono sette isole bagnate dalle acque dell’oceano Atlantico e ognuna di esse è un mondo diverso, ricco di contrasti. Le isole Canarie offrono quasi 1500 chilometri di coste quasi tutte diverse tra di loro. Nell’arcipelago delle Canarie ci si potrà immergere in scenari naturali d’eccezione. Dalle lunghe spiagge di sabbia bianca di Tenerife e Fuerteventura, alle piccole cale nascoste tra le scogliere di El Hierro e La Gomera, da un esotico paesaggio di dune a Gran Canaria agli arenili di origine vulcanica di Lanzarote e La Palma. «Nelle Canarie vi sentirete privilegiati se oltre a rilassarvi, avrete voglia di divertirvi in spiaggia. Gli impianti e i porti turistici delle isole sono un paradiso per la pratica degli sport nautici, in particolare il windsurf e per gli amanti del golf », a ricordarci le bellezze di queste isole – da – favola sono il direttore dell’Ente del turismo spagnolo ( www.spain.info) a Roma, Carlos Hernandez Garcia e la responsabile dei media Carla Villalta. E non finisce qui… anche sott’acqua ci sono bellezze da scoprire: gli appassionati di immersioni potranno divertirsi nuotando circondati dal singolare paesaggio vulcanico dei fondali marini.

                                             L’Austria e la cultura del bello

L’Austria con i suoi molteplici paesaggi naturali e la ricchezza culturale, peraltro legata allo stile di vita della popolazione, consente di programmare oltre 200 eventi legati alla musica e alla danza, che sono espressioni di ogni singola regione, ma tutti accomunati dal profondo legame con la sua storia.

Per chi vuole fare un tuffo nel passato basterà ritrovare nei palazzi imperiali di

Vienna tutto il sapore dei tempi che furono legati alla dinastia asburgica.

E perché non andare poi alla scoperta della via del sale! «L’oro bianco – ci ha ricordato Brigitte Wilhelmer, responsabile Austria Turismo (www.austria.info) per  il Sud d’Italia – ha fatto la fortuna di Salisburgo con le sue miniere di sale, una delle regioni più affascinanti del Paese».

                  La città svedese di Umeå è capitale della cultura 2014

Per il 2014 Umeå in Svezia è la nuova Capitale europea della cultura, dopo Stoccolma nel ’98, insieme a Riga in Lettonia. A più di 600 chilometri a nord della capitale, Umeå, con le sue Università e i suoi 34 mila studenti, è un importantissimo centro di ricerca. Scopo della città per l’anno 2014 è mostrare agli europei il nord della Svezia e intensificare gli scambi culturali. Nel corso dell’incontro Karin Melin la responsabile delle relazioni pubbliche di Visit Sweden (www.visitsweden.com), si è soffermata sulle particolarità di un viaggio  indimenticabile  in  Svezia    magari    soggiornando  nell’ albergo Icehotel, scavato nel ghiaccio, ove si mangia e si beve in piatti e bicchieri di ghiaccio e si dorme in camere a -5° nel profondo nord della Lapponia svedese, osservando  l’ aurora boreale in una danza di luci fluorescenti ed un concerto di suoni striduli che vengono direttamente dallo spazio.

                               In Croazia Dubrovnik festeggia San Biagio

È da più di mille anni che i ragusei, ovvero gli abitanti di Dubrovnik, celebrano il 2 febbraio la festa del loro santo patrono, San Biagio (Vlaho), in occasione della quale aprono le porte della città a chiunque la voglia visitare. In onore del Santo si tengono numerosi eventi culturali, spettacoli musicali e sportivi. La città è illuminata e decorata a festa a partire dai ricchi costumi tradizionali che attirano l’attenzione generale. Nel giorno della festa, dopo le celebrazioni liturgiche, si partecipa ad una lunga processione che attraversa le vie della città antica, anche se ricostruita perfettamente. La festa del Protettore è stata inserita nella lista del Patrimonio immateriale dell’UNESCO. È l’Ente nazionale croato per il Turismo (www.enteturismocroato.it), che con la responsabile delle pubbliche relazioni, Adriana Bajic, ci invita a ritrovare questi valori autentici di una città che è così vicina all’Italia.

                           La Turchia registra un incremento dei turisti

Secondo i dati del Ministero della Cultura e del Turismo della Repubblica di Turchia, i turisti internazionali arrivati nel Paese tra gennaio e novembre 2013 sono stati 33 milioni. I turisti italiani sono aumentati l’anno scorso del 2,41% rispetto al 2012.  Questi dati sono stati diffusi dall’Ufficio Cultura dell’Ambasciata di Turchia (www.turchia.it), presente nella serata ADUTEI, con la responsabile della stampa, Silvia Barbarotta. Una delle mete privilegiate dal turismo internazionale è sempre Istanbul,  che è chiamata la “culla della civiltà”, essendo un paradiso di ricchezza storica e di cultura inestimabile.

 

                                                                                      Harry di Prisco

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I presepi nella tradizione salentina

 

Centri storici, masserie, grotte, Gesù nasce nel Salento e viene accolto con l’entusiasmo e l’originalità di sempre da centinaia di volontari del luogo che organizzano i presepi viventi. Siamo nella settimana dedicata al Natale e non a caso abbiamo avuto modo di vedere in anteprima il 14 dicembre il Presepe, tra i più antichi della zona, quello di San Donato di Vignacastrisi, frazione di Ortelle,  organizzato da don Donato ([email protected]) e dai volontari della cooperativa “Parabola a Sud”, che ogni anno attrae migliaia di visitatori. La località si trova nella parte sud orientale del Salento tra Castro Marina e Santa Cesarea Terme e vede la sua storia feudale legata a quella della cittadina di Castro. Una delle scene più significative del presepe vivente è la rappresentazione della Natività, collocato  in   un frantoio ipogeo che viene aperto nell’occasione. Si inizia la sera del 24 con una scena molto significativa: una coppia di sposi del paese, che attendono realmente un bimbo, bussano alle case di Vignacastrisi per cercare alloggio, dove vengono cacciati, proprio come accadde duemila anni fa a Maria e Giuseppe.  Ad interpretare la suggestiva scena è tradizione che sia una giovane famiglia che ha da poco avuto un bimbo. Altre scene sono interpretate dagli abitanti del luogo che nel presepe ritrovano le antiche botteghe di un tempo, dal vasaro, al fabbro, al casaro, alle ricamatrici, lavandaie. Fanno da location infatti le antiche case a corte del centro storico. Per l’occasione viene riaperto il forno del paese, da dove escono calde pagnotte fragranti e pittule, mentre i visitatori attraversano il museo della civiltà contadina, che si trova in pieno centro storico. Luogo ideale per aprire il cammino del presepe vivente è il palazzo antico “Guglielmo”, per decenni abbandonato e da poco ristrutturato dai nuovi proprietari,  che in parte l’ utilizzano come struttura ricettiva. Il Sindaco di Ortelle, Francesco Massimiliano Rausa, entra nel merito della storia della città, legata alle distruzioni saracene di Vaste e Castro, anche se le sue origini risalirebbero ad epoche ben più remote, che si sono potute riscontrare nei menhir (dal bretone men e hir “lunga pietra”) sono dei megaliti monolitici, di cui purtroppo non c’è più traccia. Una visita è d’obbligo all’antichissima chiesa rupestre “Madonna delle Grotte”, che dopo cinquanta anni di abbandono è stata restaurata. «Sono stati recuperati i dipinti – ci ha spiegato lo studioso Sergio Ortese, che ha curato e rivisitato la ristampa del libro dello scrittore Giorgio Cretì “Poppidi”, al di fuori del vallo messapico – che erano collocati spesso al di sotto di una stratificazione pittorica dell’Ottocento.  Gli altari esistenti sono tre: nell’abside centrale vi è quello dedicato alla Madonna delle Grazie, in quella di sinistra è ospitato l’altare di Sant’Eligio e a destra quello dei Santi Medici, ridipinto nel Settecento e che raffigura   i Santi Cosma e Damiano, affiancati da San Nicola e da San Liborio. Un altro affresco interessante  è la santissima Trinità dove appare l’Eterno Padre tra due angeli, che protegge due figure femminili che mantengono un drappo, raffigurante la Flagellazione, la Crocifissione, e la Resurrezione di Cristo, che potrebbe significare un “velo quaresimale”.  Una delle figure ai lati si riteneva rappresentasse Santa Caterina d’Alessandria, mentre è in realtà la Vergine Maria, che porta sul capo 12 stelle e ai piedi il sole e la luna». È l’Associazione Operatori Turistici di Vignacastrisi che promuove il territorio dal punto di vista turistico attraverso i propri bed & breakfast e proprio dall’etimologia del nome della cittadina “Vigna – Castrisi”, che sarebbe poi “campagna fortificata”,si può tranquillamente risalire agli abitanti che per molti decenni nelle case del borgo lavoravano  come braccianti o “massari”. All’epoca appunto dei nobili di un tempo l’economia del Casale si basava sui possedimenti di queste famiglie e sui loro raccolti. Ma a tutt’oggi l’associazione (www.vignacastrisi.it) guarda con interesse al prodotto turistico, forti di una cortesia innata negli abitanti e quindi nei soci che possono contare su tanta genuinità dei prodotti locali e tanta tranquillità a cui purtroppo nelle grandi città non siamo più abituati a trovare. Per non dimenticare queste peculiarità ci hanno pensato Vito de “Le Chianchie – Casa Vacanze”(www.lechianchie.org) e AnnaPina de “ Il Corallo del Salento” (www.ilcorallo1.com). Si tratta di strutture a gestione familiare  dove i prezzi sono molto interessanti  e l’ accoglienza è sempre delle migliori  per l’innata passione che i padroni di casa trasfondono al fine di far apprezzare meglio tutto quello che può offrire di bello il territorio. Ed è sul mare Adriatico che si affaccia la città di Ortelle, divenuta famosa per il maialino, che, allevato secondo disciplinari tradizionali, viene servito arrosto durante la Fiera di San Vito, la terza domenica di ottobre. Da non dimenticare di visitare, a pochi chilometri da Ortelle, il dolmen più grande della Puglia, dopo quello di Bisceglie. Siamo a Minervino, nel parco della preistoria. Il nome ricorda l’esistenza delle vinee castrensis, le fortificazioni in forma di fossati e trincee che difendevano la vicina rocca di Castro.  L’area costituisce una delle ultime presenze di vegetazione naturale in loco, dove, accanto al leccio si trovano altri elementi quali il carrubo e l’olivastro. Il sito è in stretto rapporto con il bosco delle Querce di Castro insieme al quale collabora a formare un unico corridoio ecologico che dal mare si spinge verso l’entroterra. Sono questi i punti di forza di un nuovo pacchetto turistico, che è stato presentato nel Salento nel corso di un incontro con la stampa, che si è svolto a dicembre per promuovere il turismo anche in pieno inverno. L’obiettivo è di destagionalizzare il turismo e promuovere il territorio in tutte le stagioni, proponendo esperienze ed emozioni. La Regione  Puglia  attraverso l’ Assessore al turismo, Silvia Godelli, ha promosso un pacchetto turistico insieme all’ agenzia Pugliapromozione, presieduta da Giancarlo Piccirillo e dai sindaci Francesco Maria Rausa (Ortelle, comune capofila), Cosimo Pomarico (Oria), Salvatore Albano con l’assessore Pietro Falli (Porto Cesareo), Oscar Marzo Vetrugno (Novoli), Fernando Leone (Guagnano), dall’Associazione degli operatori turistici di Vignacastrisi (www.vignacastrisi.it), presieduta da Sergio Positano e dalla rivista di turismo e cultura del Salento, “Spiagge”, diretta da Carmen Mancarella. A seguire l’evento è stato l’Ufficio turismo  della Regione pugliese con Tonia Riccio, collaborata da Antonella Pische, Egidia Grieco, Annamaria Maiellaro e Antonio Marani. Non a caso la prima tappa dell’educational è stata Oria, in provincia di Brindisi. Sulla sua rocca si eleva il castello ampliato nel ‘200 da Federico II, che domina lo Jonio e l’Adriatico, da cui Oria è equidistante. Ai suoi piedi si snoda un centro storico di incomparabile bellezza con il caratteristico quartiere ebraico dove visse Donnolo, un famoso medico farmacista al quale, peraltro, è dedicato l’ospedale di Tel Aviv. Tutti gli anni, nella prima decade di agosto, per ricordare l’arrivo di Federico II in città, la Pro Loco organizza il Torneo dei rioni, che coinvolge più di ottocento personaggi. «Quest’anno – ha detto Pino Malva, già assessore al Turismo del Comune di Oria – si svolgerà l’importante iniziativa “Oritani nel mondo”, che mira a fare degli emigrati di Oria i primi ambasciatori della bellezza della città nei luoghi in cui vivono». Ma non finisce qui l’impegno del Comune che attraverso il meticoloso lavoro del Sindaco, Cosimo Pomarico, porta avanti anche iniziative di interscambio con altri comuni del Salento, in questo caso con Novoli, in nome della Dieta Mediterranea. E a proposito di Novoli ben nota è la Focara, un falò gigante alto 25 metri e con un diametro di 20, che viene acceso la sera del 16 gennaio, in onore di Sant’Antonio Abate, con spettacolari fuochi d’artificio. La sua costruzione inizia un mese prima, il 15 dicembre, con la tradizionale sfilata dei carretti carichi di tralci di vite accompagnati dagli sbandieratori dei quattro rioni di Oria che saranno presenti anche il 16 gennaio per il tanto atteso evento. A partecipare a questa anteprima di sfilata sono stati i sindaci di Oria e Novoli ed il vicesindaco di Castellana Grotte, Giovanni Bianco, invitato nell’occasione insieme all’assessore al turismo, Maurizio Tommaso Pace. Anche a Castellana Grotte c’è la tradizione del “sacro” fuoco de “Le Fanove” che si ripete ogni 11 gennaio. A Novoli sono migliaia le fascine costruite con i tralci della vite potata, che vengono utilizzate per costruire la grande pira. Si balla tutta la notte a ritmo di suoni del Mediterraneo e di pizzica. Ad interpretare quest’anno la focara sarà l’artista cosmopolita Hidetoshi Nagasawa, mentre il Premio fotografia andrà a Peppe Avallone. Il cuore della focara risiede nelle vaste distese di vigneti di negroamaro, che caratterizzano soprattutto il territorio di Guagnano, un centro a pochi chilometri da Novoli, dove l’attività principale è la viticoltura. Ci sono sei grandi cantine che esportano vino di Negroamaro in tutto il mondo e tra i pionieri l’Azienda Leone de Castris di Salice Salentino. Quest’anno il Comune di Guagnano con il suo sindaco, Fernando Leone, ha deciso di conferire un meritato riconoscimento a Piernicola Leone De Castris, per i primi 70 anni del “Five Roses”, il primo vino del Salento che venne esportato negli Stati Uniti.  Guarda con interesse ai gemellaggi con le città europee  a vocazione mediterranea l’assessore al turismo del Comune di Porto Cesareo, Pietro Falli. Le sue meravigliose spiagge sono belle da vivere anche in inverno. Tra Puntaprosciutto dalle alte dune e Torre Lapillo, fino ad arrivare al lungomare di Porto Cesareo, c’è solo l’imbarazzo della scelta. «In pieno inverno poi – ci dice il Sindaco Salvatore Albano – non c’è niente di meglio che fare una passeggiata lungo la via delle pescherie, unica al mondo per la varietà di pesce che viene offerto direttamente dagli oltre 100 pescatori artigianali, che formano tutti assieme la più grande marineria d’Italia». Non mancheranno le tappe golose nelle città salentine dal ristorante Mustafà,  all’Azienda Agrituristica L’Aia(www.agriturismolaia.it), dall’Agriturismo Le More, all’Agriturismo Montenachiro(www.agriturismomontenachiro.it), tutti situati in Vignacastrisi all’Orecchietta di Guagnano (www.lorecchietta.com), al ristorante Grand’Italia di Porto Cesareo.  Il Salento, conosciuto per le sue stupende spiagge non è solo mare ma tradizioni da vivere e gustare tutto l’anno. I borghi antichi delle cittadine di Ortelle, Vignacastrisi, Oria, Porto Cesareo, Novoli, Guagnano sono rimasti intatti per trascorrere una vacanza in completo relax a prezzi davvero competitivi.

Harry di Prisco

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La Tunisia: un viaggio da sogno in un paese di sogno

 

 
 
 

 

La Tunisia si conferma il paese del nord Africa più vicino a noi per le tradizioni del nostro sud e a cui siamo legati da vincoli di antica amicizia. «L’incremento del turismo è in ascesa – ha detto il Ministro del Turismo Tunisino, Jamel Gamra – e rappresenta il 7% del PIL nazionale dove lavorano 400 mila persone. Il nostro Paese attira da sempre un gran numero di turisti e l’obiettivo che vogliamo raggiungere è di avere 10 milioni di turisti all’anno, uno per ogni abitante, così da ritornare alle cifre di prima della Rivoluzione del Gelsomino». Tunisi affascina immediatamente il visitatore con i suoi magnifici palazzi antichi concentrati nella medina, il centro storico della città arabo-musulmana. Case e palazzi principeschi negli ultimi anni sono diventati alberghi di charme, ristoranti, sale da tè, gallerie d’ arte, atelier o centri culturali. La Compagnia aerea Tunisair Express, collega lunedì, mercoledì e venerdì l’aeroporto di Napoli – Capodichino a quello di Tunisi – Cartagine con voli sempre pieni ed a prezzi competitivi che non cambiano per tutto l’anno. La richiesta della destinazione Tunisia è in costante crescita da parte dei turisti di casa nostra, dal momento che il Paese, all’indomani del gennaio 2011, risulta tranquillo e sempre più attraente per le ottime strutture alberghiere, il cui rapporto qualità/prezzo è particolarmente conveniente, soprattutto in bassa stagione, considerando che si tende ad allungare la stagione estiva con offerte allettanti.

A rassicurare ancora una volta i vacanzieri del nostro Paese è stato il Ministro del Turismo, Jamel Gamra, che tra i punti principali del suo piano di azione mette al primo posto la sicurezza e a seguire l’ambiente, la qualità dell’offerta e la promozione. «La sicurezza è un punto fondamentale – egli ha detto – sia per noi che per i turisti  e vogliamo ribadire che, anche se  c’è stata una rivoluzione, siamo sulla linea di costruzione di una nuova Tunisia democratica, dal momento che la prima regola della democrazia è il rispetto l’uno dell’altro». Il Ministro intende coinvolgere le municipalità e le comunità locali per la pulizia delle spiagge e dei siti archeologici, nonché punta a migliorare la qualità dei servizi offerti per una sempre più incisiva promozione dell’immagine turistica della Tunisia che da cinquanta anni investe nel settore. Tunisi può vantare con i suoi 270 ettari la medina più grande, la più popolosa con i suoi centomila abitanti e meglio conservata del Nord Africa. Le famiglie borghesi, che abbandonarono negli anni Sessanta la città vecchia per i quartieri residenziali, sono ritornate e contribuiscono alla salvaguardia della medina dal punto di vista socio-culturale. C’è anche un pezzetto della nostra Sicilia, nella medina. Nei pressi del souk delle erbe, nel palazzo Dar Bach Hamba, costruito da dignitari religiosi e gestito oggi dalla fondazione Orestiadi di Gibellina (Trapani), è collocato un museo permanente di arti decorative con lo scopo di valorizzare la tradizione artigianale e artistica della Tunisia e della Sicilia. Per l’Ambasciatore Raimondo De Cardona, da poco arrivato a Tunisi,  dopo la fase di transizione ancora complessa che attraversa la Tunisia, c’è da approfondire in questi prossimi mesi le aspettative della collettività italiana, operosa e ricca di storia, che risiede nel Paese. « Intanto noi continueremo ad investire sui molti tratti che accomunano l’Italia alla Tunisia – egli ha affermato – e in particolare sulla raggiunta comunanza di valori democratici, pronti a dare il nostro contributo anche all’interno del più ampio quadro dell’Unione Europea. L’Italia gode in Tunisia di un capitale di simpatia che occorre continuare ad alimentare». Per la Tunisia è prioritario sviluppare il mercato italiano e non a caso il Ministro del Turismo Gamra ha avuto a maggio a Roma  un incontro con il nostro Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Massimo Bray, proprio per concordare le azioni da seguire per promozionare congiuntamente  lo sviluppo di un turismo “triangolare” che porterà a visitare entrambe le bellezze storiche di Roma e di Cartagine, attraverso pacchetti culturali combinati da presentare nel 2015 a Milano in occasione dell’Expo.  La cultura, dunque, marcia di pari passo con il turismo. Un esempio di quanto c’è voglia di cultura, allorquando il 14 gennaio, in occasione dei due anni dalla rivoluzione, tanti visitatori hanno potuto visitare il Museo nazionale del Bardo, da poco restaurato. Si tratta del museo archeologico più antico dell’Africa, potendo contare sulla principale collezione di mosaici romani del mondo. Si possono ammirare scene mitologiche, religiose, ludiche o riguardanti la vita quotidiana, originate dalle sapienti mani di artisti africani. Tra questi lavori spicca “Perseo libera Andromeda”, un mosaico che costituiva la parte centrale di una sala di ricevimento di una villa romana ipogea del sito archeologico di Bulla Regia;  “Venere alla toilette” dove appare la dea per metà nuda che regge in una mano i propri capelli e nell’altra uno specchio, mentre due Amorini le portano una collana e dei gioielli. Ben collocato nella nuova ala d’ingresso del museo è il “Trionfo di Nettuno” dove al centro di un medaglione figura il dio Nettuno con in testa un’ aureola che monta su una quadriga trainata da quattro ippocampi. Si tratta di un immenso pavimento di 140 metri quadrati proveniente dalla casa di Sorothus a Sousse. Per quanto riguarda l’emblematico ritratto di Virgilio, che ascolta le muse Clio e Melpomene, in atto di scrivere l’Eneide, questo stupendo mosaico è posizionato a tutt’oggi nelle nuove sale. La bellezza del Palazzo del Bardo, residenza ufficiale dei bey husseiniti, è tanto evidente che meriterebbe di essere visitato anche se fosse privo delle sue collezioni. Naturalmente il Museo del Bardo non è importante solo per i mosaici, perché al suo interno sono custoditi reperti archeologici che raccontano la storia millenaria della Tunisia. Da non perdere poi la visita di Cartagine, che fu fondata da una principessa fenicia, Elyssa, soprannominata Didone. Il suo sito è in parte ricoperto oggi da ville e giardini moderni, restando impregnato del ricordo del suo glorioso passato attraverso le vestigia di una civiltà raffinata che si distingueva per i traffici commerciali nel bacino del Mediterraneo. Gli italiani che si recano in autunno nel nord della Tunisia, possono andare alla scoperta del vasto patrimonio culturale, partendo da Cartagine per spostarsi poi ai siti archeologici di: Dougga, El Djem, Boulla Regia, Sbeitla, Utica. Il turista potrà naturalmente anche scegliere di rigenerare il corpo con la talassoterapia nelle Spa degli alberghi, imperdibile è l’Angélite Spa del “Regency”.

Per quanti non vorranno rinunciare a godersi il mare e concedersi un relax salutare sulle spiagge bianche del Paese, lo potranno fare a Tabarka, una delle perle della costa nord della Tunisia, nota come costa del corallo. Si tratta di un’apprezzata stazione balneare conosciuta proprio per la lavorazione del corallo e per l’industria del sughero. Lungo il litorale si alternano grandi picchi rocciosi e lunghe spiagge di sabbia fine. Per l’ acqua trasparente e i suoi fondali mozzafiato è un vero paradiso per gli appassionati di diving. Sul promontorio si staglia il forte di Tabarka, costruito dai Genovesi nel XV secolo e dalla cui sommità si può ammirare un panorama notevole, sempre che sarà possibile accedere ai bastioni, previo permesso tramite il Commissariato del turismo regionale. La città di Tabarka, situata a confini con l’Algeria, dispone di un aeroporto internazionale, dove fanno scalo i voli  della Tunisair. L’aeroporto di Tabarka in particolare ha una capacità di trecentomila viaggiatori per anno, cosa questa che ha consentito lo sviluppo turistico di tutta la costa su cui sono sorti alberghi di prestigiose catene alberghiere. «Qui c’è una ricettività notevole con seimila posti letto con strutture che vanno dall’una alle cinque stelle. Da noi – dice Anouar Boukhari, commissario regionale del turismo di Tabarka  e di Ain Draham – si viene perché si ama la natura. Il futuro del turismo di questa città è l’ambiente e vale la pena di scoprire anche l’entroterra e le molteplici piante diffuse nella zona come quelle officinali, peraltro presenti solo qui, e che attirano un gran numero di appassionati italiani di botanica». Ventisei chilometri di coste di una bellezza incredibile hanno reso celebre questi luoghi in tutto il mondo, sia per la diversità e la ricchezza dei paesaggi, sia per il campo da golf a 18 buche, contornato da una foresta di eucalipti che degrada dolcemente verso il mare. Il commissario Boukhari ci ha poi presentato  l’ interessante progetto “Tabarka Millennium”, che nei prossimi anni porterà delle grosse novità a Tabarka senza stravolgere il suo ambiente naturale. Esso si avvarrà di un finanziamento di privati di 250 milioni di euro per la ristrutturazione del porto, la costruzione di una zona residenziale che prevede anche un palazzo dei congressi con mille posti a sedere e la realizzazione di una zona industriale.  Un po’ più a sud – ovest Dougga, Patrimonio dell’Unesco, si erge da tempi immemori su una collina, in quella che era una delle aree più importanti dell’antica Numidia. La città, che conobbe la fase di splendore sotto il dominio cartaginese, è oggi uno dei più importanti siti archeologici della Tunisia, con i suoi monumenti ben conservati come: il Campidoglio, le terme di Licinio, la Piazza dei Venti, l’Anfiteatro, l’arco di Alessandro, le mura numidiche, il Mausoleo di Massinissa, il tempio della triade capitolina. Ad accompagnarci è una guida, che da 45 anni conduce i turisti, il quasi ottantenne Chemithi Moed Arbi, che ci ricorda come sia stata meravigliosa questa città ai tempi dei Romani. Altro sito archeologico di notevole interesse  è quello antico di Bulla Regia. In questo sito sulla strada che da Tabarka porta a Tunisi, sono da vedere le abitazioni romane ipogee e, in particolare la Venere della casa di Amphitrite, mosaico bellissimo che si potrà ammirare meglio versandovi sopra un po’ d’acqua così da poter scoprire i vivaci colori originali. «Purtroppo dal ’72 – ci dice la giovane guida Amel  – sono fermi gli scavi anche se c’è un gruppo di italiani e americani che lavorano qui dal 2009 per la conservazione di quanto è stato ritrovato. Allo stato solo il 20% degli 80 ettari del sito di Bulla Regia è visibile, il resto è tutto ancora da scavare».

Sarà in questo prossimo mese di novembre presente alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum, la Tunisia e la sua molteplice offerta di siti archeologici. Per Abdel Malek Behiri, responsabile dell’Ente del Turismo Tunisino per il Centro Sud Italia –  sarà questa un’occasione importante «per far conoscere i beni culturali tunisini a quanti vorranno cogliere al volo questo prolungamento di vacanze, andando  alla riscoperta del nostro prestigioso passato».

La Tunisia è dunque un Paese che fa sognare dove il cielo è sempre limpido ed azzurro, dove si può scoprire l’eccezionale patrimonio culturale e le tradizioni originarie, dove si possono apprezzare i paesaggi inondati di luce e le meraviglie del mare. Un paese da vivere con la famiglia in tutta tranquillità.

 

Harry di Prisco

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Zurigo e Lucerna protagoniste d’estate

Zurigo è più vicina a Napoli grazie ai collegamenti aerei diretti effettuati da Air Berlin per luglio e agosto, in poco più di un’ora di volo. Il lunedì si parte da Capodichino alle ore 9.00 e il venerdì alle ore 13.55, mentre il ritorno da Zurigo è sempre il lunedì alle 6.35 ed il venerdì alle 11.40. E allora perché non prendere al volo un aereo e raggiungere questa metropoli definita non a caso “una città in movimento”. Se da un lato l’aeroporto internazionale della città elvetica copre 180 destinazioni del globo, dall’altro la stazione centrale funge da importante crocevia ferroviario europeo per essere a soli 10 minuti di treno dalla stazione, posta all’interno dell’aeroporto stesso. Zurigo, dunque, si presenta come destinazione comoda da raggiungere offrendo collegamenti ottimali con altre città elvetiche, grazie alla rete di trasporti pubblici più fitta al mondo. Turismo e mezzi pubblici sono infatti interconnessi tra di loro grazie al Swiss Travel System www.swisstravelsystem.com.
Zurigo e l’arte fra passato e futuro
Gli eventi dell’estate a Zurigo sono iniziati ai primi di luglio con la Züri Fäscht, la festa popolare della Svizzera, che si tiene ogni tre anni. Intorno al bacino del lago e in tutto il centro storico sono stati assicurati svago e divertimento ai turisti presenti in città. Hanno fatto da cornice all’evento i grandi fuochi d’artificio spettacolari che hanno illuminato il lago, accompagnati da tanta buona musica. Continuando a sfogliare il calendario delle feste, si può trovare senz’altro l’evento giusto per ogni esigenza. Tanti sono infatti gli avvenimenti ai quali non si può mancare come il Festival di Zurigo che si svolge a luglio, una combinazione unica di opera, concerti, recitazione, danza e prosa, o il Theater Spektakel di settembre, uno dei festival europei più importanti nell’ambito delle forme espressive contemporanee di arti figurative. Per informazioni sulla città e sulle prossime iniziative si può accedere al sito www.zurigoturismo.com, mentre per informazioni generali sulla nazione elvetica è attivo il sito internet della Svizzera Turismo: www.myswitzerland.com. L’acqua potabile non manca certo in città e un bel sorso sarà garantito in ogni momento della giornata bevendo da una delle 1200 fontane, spesso vere e proprie opere d’arte, che si possono trovare lungo le strade e le piazze. La città è un valido esempio di quanto si può offrire all’ospite, sia che viaggi da solo o in coppia, sia che si muova con la famiglia. Da qualche anno è infatti una destinazione indicata per accogliere bambini in qualsiasi periodo dell’anno, grazie alle infrastrutture di numerosi parchi in città e nei dintorni. Anche lo sport è di casa a Zurigo, dove tutto è a portata di mano. La bicicletta è sicuramente un mezzo comodo e pratico per arrivare ovunque, grazie soprattutto al noleggio gratuito per i giovani. Si possono reperire cicli nei pressi di Sihlpost e nelle immediate vicinanze del Museo Nazionale Svizzero, presso Globus City sulla Bürkliplatz, alla stazione ferroviaria di Enge e presso il Swissôtel Oerlikon. Sempre in tema di tempo libero al molo 7 del Limmatquai è possibile trovare pedalò, barche a remi e barche a motore. D’estate sono gli stabilimenti Tiefenbrunnen e Wollishofen ad affascinare, nonché la piscina all’aperto Allenmoos, con attrazioni realizzate su misura per i più giovani. Protagonisti della vita notturna estiva sono gli stessi stabilimenti balneari dove di giorno si fa il bagno e si prende il sole e di notte è un ritrovo al top per un drink accompagnato da buona musica. Anche il panorama culturale di Zurigo è notevole con più di 50 musei ed oltre 100 gallerie, collocate a pochi metri l’una dall’altra lungo la “via dell’arte”, la Rämistrasse. Tra i musei storici degni di nota il Kunsthaus, museo di arti figurative, che ospita ricche collezioni di dipinti, sculture, foto e video, un’ampia raccolta delle opere di Alberto Giacometti e ben 17 dipinti di Edvard Munch, la più grande selezione esposta fuori dalla Norvegia. A pochi passi dalla Stazione Centrale, poi, si può visitare, utilizzando la ZürichCARD (wwww.zuerichcard.ch) da 24 ore o da 72 ore (attiva anche per circolare liberamente su tram, autobus, treni, battelli e funicolari in tutta Zurigo e dintorni), il Museo Nazionale Svizzero, un edificio che ricorda un castello e che risale a più di 100 anni fa dove si può ammirare la più vasta collezione storico-culturale del paese. Ma l’arte, a Zurigo, si vive anche al di fuori di musei e gallerie. Ne sono un esempio la Sala Giacometti nella Centrale della polizia, o le splendide vetrate di Marc Chagall nella chiesa Fraumünster, commissionate all’artista da una famiglia rimasta anonima. Anche i locali del quartiere di tendenza Zürich-West hanno fatto di Zurigo una metropoli delle feste, qui si può trovare il bar di tendenza di fronte al pub alternativo perché si usa affermare a Zurigo che “dal vecchio nasce sempre qualcosa di nuovo”. Il fascino internazionale attira da tempo stilisti, designer di scarpe, gioielli, tessuti e mobili ed è qui che vengono alla luce gran parte delle creazioni svizzere di design che occupano professionalmente un dodicesimo dei lavoratori zurighesi. Non a caso anche nella ex zona industriale, oggi zona “in” della città, si lavora all’insegna della parola “riciclaggio”. È nel 2006 che i fratelli Freitag hanno voluto realizzare un nuovo “Freitag Shop” dove è ospitata la più ampia selezione di “Individual Recycled Freewaybags” formata da 1.600 borse. La collezione si può trovare in 17 container arrugginiti accatastati uno sopra l’altro. Per la materia prima largo all’inventiva. Qui, vecchi teloni di camion vengono tagliati a mano dai designer di borse e trasformati in esemplari unici funzionali, robusti e resistenti all’acqua insieme a camere d’aria di biciclette, cinture di sicurezza ed airbag usati. Con circa 250 hotel e 15.000 camere, Zurigo propone pernottamenti di ogni genere, dal semplice ostello della gioventù all’hotel di lusso. Per dare un’idea della vita a Zurigo basta entrare nei ristoranti, posti lungo il fiume Limmat, noti per le loro specialità zurighesi dal sapore classico, locali ricchi di storia che riporta ai tempi delle corporazioni artigiane che la governarono Zurigo dal XIV al XVIII secolo. L’ambiente di questi ristoranti è perfetto e gli chef creativi non mancheranno di elaborare piatti della tradizione come la Zürcher Geschnetzeltes, lo spezzatino tipico di Zurigo. E, per soddisfare la voglia di dolci, niente di meglio degli eleganti caffè zurighesi con torte fatte in casa e specialità a base della famosa cioccolata svizzera.
Lucerna porta d’ingresso della Svizzera centrale
Lucerna si affaccia sul Lago dei Quattro Cantoni, immersa in uno stupendo panorama, a cui fanno da corolla le montagne del Rigi, Stanserhorn e Pilatus (dove la leggenda vuole che sia stato precipitato il corpo di Ponzio Pilato in un vicino laghetto e ogni Venerdì Santo appare e, chi lo vede, morirà prima di Natale), mete di escursioni imperdibili. A pochi passi dalla stazione spicca il famoso Kapellbrücke (Ponte della Cappella), realizzato in legno, costruito durante la prima metà del XIV secolo come parte della fortificazione cittadina, per tale motivo ancora oggi le due balaustre sono di diversa altezza per consentire all’epoca la difesa della città.
Il suo nome deriva dalla vicina cappella di San Pietro e i quadri aggiunti nel XVII secolo mostrano scene della città e della confederazione. Ha dovuto purtroppo venti anni orsono fare i conti con un terribile incendio che lo ha privato di alcuni dei suoi antichi dipinti che rappresentavano la storia della città e della Svizzera e la vita dei santi protettori. Ricostruito in un anno, oggi appare di nuovo in tutto il suo splendore con gli accorgimenti che la moderna tecnologia offre per evitare il ripetersi di ulteriori eventi disastrosi. In passato, la torre d’acqua collegata al ponte è stata usata come archivio, tesoreria, prigione e cella per le torture. Oggi è diventata il simbolo di Lucerna ed il monumento più fotografato della Svizzera fa parte della fortificazione cittadina ed è stata costruita verso il 1300 ed è di forma ottagonale con un’altezza di 34 metri. Altro simbolo della città è il Museggmauer, la cinta muraria corredata di torri, che ha conservato il suo aspetto originale, costruita nel 1386. Le tre torri sono aperte al pubblico: Schirmer, Zyt e Männli. Sulla Torre Zyt si trova il più antico orologio della città, risalente al 1535 e costruito da Hans Luter. Questo orologio ha la particolarità di suonare le ore un minuto prima rispetto agli altri orologi della città. Altra particolarità di Lucerna sono le case storiche, con 200 facciate dipinte, che fanno da cornice alle piazze del centro storico come quella della Kapellplatz che ospita la cappella di San Pietro del XVIII secolo e la fontana di Fritschi, simbolo del famoso Carnevale di Lucerna. Tra febbraio e marzo le strade della città si animano con fiumi di gente che consumano fiumi di birra, bande musicali e tanta allegria, in pratica uno dei maggiori eventi della Svizzera. Gli altri edifici del centro storico, decorati da insegne, bandiere e motivi floreali, erano sede delle corporazioni medievali della città. Lucerna è infatti famosa per le sue chiese e le sue piazze. La chiesa gesuita del XVII secolo è la costruzione sacra di stile barocco più antica della Svizzera in cui si svolgono concerti per la sua perfetta acustica, accanto si ergono le due torri della Hofkirche, parte integrante dell’immagine della città. Da buoni turisti occorre fare una sosta davanti al monumento del leone morente, scolpito in una parete di roccia naturale in memoria delle morti eroiche dei mercenari svizzeri alle Tuileries nel 1792. Lo scrittore americano Mark Twain descrisse il Leone di Lucerna come il monumento in roccia più commovente e triste del mondo. Lucerna, ottava città della Svizzera, annovera circa un milione di pernottamenti annuali. Per maggiori informazioni sulla città di Lucerna si può accedere al sito www.luzern.com. A Lucerna tradizione e innovazione avanzano di pari passo, poiché la città ha saputo mettersi in luce anche per il design avanguardistico. Tra le punte di diamante dell’architettura vi è il futuristico Centro d’arte e congressi progettato dall’architetto francese Jean Nouvel. Il KKL è anche un simbolo di «Lucerna, città dei festival» per le sue numerose manifestazioni culturali. Lucerna è il punto di partenza ideale di numerose escursioni verso le destinazioni più belle della Svizzera Centrale. I monti Pilatus e Rigi, la regina delle montagne, si possono raggiungere con impianti di risalita (trenino a cremagliera e cabinovia), così da poter ammirare le autentiche immagini “da cartolina” di Lucerna e dintorni come il pittoresco Lago dei Quattro Cantoni sul quale si affacciano le cittadine di Weggis e Vitznau raggiungibili, tra l’altro, con uno degli storici battelli a vapore gestiti dalla Lake Lucerne Navigation Company SGV. C’è da scegliere tra il più antico “Uri” del 1901 ed il “Gallia” che festeggia quest’anno i cento anni e altri tre battelli a vapore, corse spesso rallegrate da musica jazz. Inoltre fanno parte della flotta 15 eleganti motonavi con allettanti offerte: battello di mezzogiorno (in servizio tutto l’anno); battello dei dolci (che effettua corse durante il calar del sole); battello della fondue; buffet indiano; battello del sushi. Tra i musei degni di nota il Museo Svizzero dei Trasporti, uno dei più ricchi d’Europa ed anche il più visitato della Svizzera che può vantare oltre tremila oggetti esposti (molti sono originali). Con l’esposizione speciale «Cargo – Il fascino dei trasporti» che è in svolgimento fino al 20 ottobre, l’Arena si è trasformata in uno spettacolare terminal formato da 40 container. L’esposizione affronta aspetti fondamentali relativi al trasporto e alla logistica, trasmettendo in modo ludico conoscenze sulla materia ed offrendo al contempo spunti interessanti sul consumismo e sulle sue conseguenze. Anche la Svizzera, per garantire il proprio approvvigionamento di beni industriali, materie prime e generi alimentari, dipende dalla disponibilità di un numero sufficiente di servizi di trasporto e di mobilità. E la logistica con l’esportazione e l’importazione diventa essenziale per l’economia e per la vita quotidiana.
Harry di Prisco

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Il porto di Napoli ospita la Liberty of the Seas

«Napoli riscopre un ruolo strategico nella programmazione 2013 di Royal Caribbean con 84 scali di 9 delle 41 navi del Gruppo e oltre 250.000 crocieristi movimentati in totale: oltre a Liberty of the Seas, vi faranno scalo 4 navi di Royal Caribbean International e altre 4 di Celebrity Cruises. Tutto il Sud-Italia ha un grande potenziale e ci auguriamo di poter aumentare sempre di più la nostra presenza sul territorio anche grazie alle importanti sinergie con le autorità locali», lo riferisce Gianni Rotondo,direttore generale RCL Cruises Ltd Italia nel corso della presentazione a Napoli del primo imbarco del nuovo home-port di Liberty of the Seas.

Royal Caribbean Cruises (www.royalcaribbean.it), seconda compagnia crocieristica a livello mondiale, opera con 6 marchi: Royal Caribbean International, Celebrity Cruises, Azamara Club Cruises, Pullmantur, CDF Croisières de France e TUI Cruises, joint venture al 50% con il gruppo tedesco TUI A.G. I marchi di riferimento primari sul mercato italiano sono Royal Caribbean International, Celebrity Cruises e Azamara Club Cruises. La compagnia, forte di una flotta di 21 navi, ha rivoluzionato il concetto di crociera, con molteplici novità a bordo. Infatti ha “portato sul mare” la parete da freeclimbing, la pista da pattinaggio sul ghiaccio, la Royal Promenade, il Surf Park, il boxing ring, il Central Park, l’ AcquaTheater, il “Carosello”, giostra artigianale interamente costruita a mano.

Gli ospiti di Royal Caribbean sono tipicamente coppie o single dai 25 ai 64 anni e per la maggior parte famiglie. L’età media è inferiore ai 40 anni, si abbassa leggermente in caso di crociere brevi, di tre-cinque notti e si alza per crociere di dieci o più notti. Sono viaggiatori attivi che cercano una vacanza divertente con un buon rapporto qualità-prezzo.  Fino al 30 agosto gli ospiti a bordo di Liberty of the Seas possono trascorrere una crociera affascinante che, attraverso le escursioni guidate, permette di scoprire Marsiglia, Aix-en-Provence, Nizza e Montecarlo, le Cinque Terre e Romaprima di ritornare a Napoli. È interessante sapere che i prezzi per una crociera di 7 notti con partenza e ritorno su Napoli dal 7 giugno al 30 agosto con tappa a Barcellona (Spagna); Tolone (Francia); Villefranche (Francia); La Spezia; Civitavecchia  partono da 475 euro a persona.  Dal direttore generale RCL Cruises Italia apprendiamo che dopo due anni di crisi del settore crocieristico gli ospiti italiani sono triplicati per quanto riguarda la Royal Carribean che, a fronte di interessanti prezzi praticati, offre una gamma enorme di attività tutte comprese nel pacchetto. «Si è passati dalla vacanza nei villaggi alla crociera-tutto-compreso. La chiave per tornare a vendere è ridurre le stagioni, concentrando le crociere solo nell’alta stagione», precisa Gianni Rotondo. Ogni giorno gli ospiti italiani possono trovare qualcosa in più a bordo della nave in fatto di tecnologia, di servizi, di accoglienza e di comfort, tutto all’insegna di un’atmosfera internazionale.È da bandire a bordo la parola “noia”. Infatti è vasta la scelta tra le attrazioni e attività proposte per il tempo libero, per tutti i momenti della giornata e per tutte le età. Per i più piccoli c’è la Dreamworks Experience, che arricchisce il programma già collaudato di animazione dedicato a piccoli e giovani. I giovani ospiti potranno incontrare i loro simpatici beniamini, pronti a sorprenderli. Tra le novità di quest’anno rivolte alle ragazzine c’è la Barbie Premium Experience, che offrel’opportunità di vivere un’entusiasmante crociera in compagnia della bambola più fashion del mondo. Lefamiglie hanno a disposizione diversi plus dell’offerta pensati per loro, come il parco acquatico con giochi e fontane interattive ed una cena più breve riservata ai piccoli ospiti dai 3 agli 11 anni.

All’insegna del puro divertimento ci si può abbandonare al massaggio dell’acqua nelle grandi piscine panoramiche, fare shopping nell’ampia e sontuosa Royal Promenade,ammirare gli spettacoli al Platinum Theatre, conoscere i sapori del mondo nei ristoranti più belli e raffinati come il Jade. Per chi cerca il relax, su Liberty of the Seasè facile trovare il proprio angolo di benessere negli spazi comuni dove regna la serenità come la biblioteca, i lounge e nella Day Spa & Fitness Centre.

Per chi ama le emozioni c’è la parete da arrampicata, il simulatore di onde Flow Rider per surfare in tutta libertà e poi campi regolamentari di pallavolo e basketuna  piscinaper corsi e sport acquatici e la pista di pattinaggio sul ghiaccio.

Non c’è da preoccuparsi per la lingua, la compagnia garantirà a bordo della  Liberty   il servizio di “Assistenza in italiano”, pensato per far vivere la crociera sul Mediterraneo in modo confortevole sia per quanto riguarda l’intrattenimento sia per lo shopping, la ristorazione, le escursioni, sia per il giornale in camera che illustra le attività in programma a bordo.

Harry di Prisco 

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La guida 2013 Relais du Silence presenta i suoi gioielli all’Elba

È stata presentata in questi giorni all’Isola d’Elba la nuova Guida 2013 della catena “Relais du Silence – Silencehotel” (www.relaisdusilence.com) che si basa su tre elementi importanti: tranquillità e rispetto per l’ambiente che favoriscono un soggiorno di relax, stile personalizzato, elegante, confortevole, gestione quasi sempre familiare dove i proprietari si occupano direttamente dell’andamento della “casa” e ricevono personalmente i loro ospiti. «Qui si può vivere una esperienza unica – ha detto Barbara Lovato, responsabile dei media di Atout France, l’Ente del Turismo francese (www.rendezvousenfrance.com), partner dell’iniziativa di aprile – che si basa sul rispetto dell’ambiente e dei luoghi autentici dove il cliente si deve emozionare. Ecco che il tempo non ha più valore e ci si dimentica della quotidianità. Mai un relais è uguale all’altro». Sono 200 le strutture alberghiere distribuite in dieci paesi europei (22 di queste sono in Italia) che fanno parte dei Relais du Silence della Société Européenne d’Hotellerie, il primo gruppo cooperativo europeo multimarca di alberghi indipendenti. Per Stéphane Barrand, direttore generale di Seh United Hoteliers, il controllo continuo delle strutture è essenziale per far rispettare l’ ecosistema. «In un ambiente propizio alla meditazione – dice Barrand – si potrà ritrovare se stessi circondati da una natura incontaminata, rassicurante e distensiva». Non a caso nel 2009 i Relais du Silence hanno ottenuto il marchio di Qualità Turismo dal Ministero del Turismo Francese. «La scelta dei nuovi alberghi italiani da associare deve essere frutto di meticolosità e deve rispondere ai requisiti richiesti», così Enrico Ieri, Direttore per l’Italia della Seh. L’evento di aprile ha inteso far conoscere le strutture tutte immerse nella natura che offrono soluzioni uniche di soggiorno, di livello medio – alto che vanno dalle tre alle cinque stelle. La catena nata nel 1968 in Francia a Grenoble ha oggi la sua sede a Parigi. Man mano si è sviluppata in tutt’ Europa selezionando fra i suoi soci case patrizie, ville, castelli fattorie, mulini, antichi “alberghi di posta”, chalet,  tutti diversi, ma tutti egualmente accoglienti e dotati di fascino e di confort. È possibile anche richiedere la carta Accent, gratuita, che premierà la fedeltà della clientela. Ma andiamo con ordine e parliamo dell’Elba, terza isola per grandezza della nostra bella Italia. Per raggiungerla ci si può imbarcare a Piombino Marittima, dove tre compagnie di navigazione dispongono di confortevoli traghetti che effettuano corse plurigiornaliere. Con una sola ora di navigazione si coprono i circa 10 chilometri che separano l’isola dal continente, raggiungendo il porto di Portoferraio. In alternativa esiste un collegamento veloce con aliscafo che in soli 35 minuti raggiunge l’Elba. Sull’isola ci sono due strutture alberghiere che fanno parte della catena, l’ “Hotel Sant’Andrea” (www.hotelsantandrea.com), associato già da qualche anno, che si trova sulla costa settentrionale a circa 30 km da Portoferraio e “La Tenuta delle Ripalte” di Capoliveri (www.tenutadelleripalte.it), situata sull’estremità sud – orientale, che è entrata a far parte dei Relais du Silence, da poco insieme ad altre due strutture del Sud Italia, il Relais Pian delle Starze a Marina di Camerota, nel cuore del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano ed il Mirador Resort situato in Puglia a Laureto, una frazione di Fasano. La famiglia Garbati, titolare del “Sant’Andrea”, da quindici anni ha deciso di puntare sull’accoglienza. La posizione dell’albergo è straordinaria e permette di affacciarsi su un golfo che si contraddistingue per le acque cristalline ed i fondali dai mille colori. La caratteristica dell’albergo è di essere a conduzione familiare dove regna la cordialità e l’ amore per i piccoli e i grandi dettagli  che fanno da cornice a quest’ambiente che sa trasmettere pace e tranquillità. Ad aiutare in cucina il capofamiglia Sauro, che è poi lo chef della Casa, è la figlia Serena mentre l’altra figlia Elisa e la moglie Teresa si occupano dell’accoglienza. Una piacevole serata si potrà trascorrere sulla terrazza – giardino panoramica, particolarmente amata dagli ospiti, che si affaccia sull’incantevole baia di Capo Sant’Andrea. Si potrà cenare a lume di candela con piatti unici della cucina povera tradizionale, ma di gran gusto, che ricorda l’ isola d’Elba di molto tempo fa. La cucina di Sauro è a base di pesce fresco, olio extra vergine d’oliva e buon vino, il tutto proveniente dal questa terra incantevole circondata dal mare, tra il vento caldo di scirocco e il fresco vento del maestrale. L’altro Relais du Silence elbano è la “Tenuta delle Ripalte” di proprietà di Paolo Ederle, diretta da Riccardo Pironi. Si arriva dopo aver attraversato la cittadina di Capoliveri e dopo nove chilometri di strada panoramica e sterrata che oltrepassa le miniere di Monte Calamita, che hanno una storia millenaria da raccontare, dal tempo degli Etruschi fino al 1980, anno di chiusura dell’attività. Il giacimento si affaccia sulla punta del monte, accanto alla baia di Remaiolo, una delle spiagge più famose dell’Isola d’Elba, fa parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano ed è protetta dall’ Unesco per la varietà e la qualità dei suoi minerali. All’Elba ci sono ben 150 minerali diversi, molti sono nascosti proprio nelle rocce della montagna, sulle rive delle spiagge e nelle miniere. Esperte guide sono pronte ad accompagnare a scoprire la terra del ferro, dei cristalli e del mare. La Tenuta delle Ripalte di 450 ettari è poco distante ed è caratterizzata dal colore della terra arrugginita che contrasta con le verdi chiome dei pini. Non a caso è stata scelta a far parte degli Hotel Relais du Silence in quanto per arrivare sin qui ci si lascerà alle spalle lo stress di tutti i giorni. È circondata da 12 chilometri di costa, con spiaggette, cale e scogliere. Nel cuore di un verde altopiano sorge la villa ottocentesca, che fu dimora estiva del marchese Tobler che amava la coltivazione della vite. L’intero comprensorio, che rappresentava la più grande azienda agricola dell’Elba, fu poi abbandonato dai successivi proprietari e solo nel 1977 fu rilevata dall’attuale società “Tenuta delle Ripalte” che l’ha fatta diventare struttura turistica e agricola. La Tenuta, che conta al suo interno, fattorie, la villa padronale e altre ville vicine, comprende anche quindici ettari di nuove vigne che producono l’ Aleatico, il passito della tradizione elbana, il vermentino, il rosso,  nonché l’ ultimo nato, il “Rosato delle Ripalte”, prodotto da uve a bacca rossa “aleatico”. Il Ristorante Calanova, dato in gestione dalla proprietà, è affidato alla cura dello chef veneto Matteo Cantarella e consente di pranzare e cenare all’aperto all’ombra di antiche querce di sughero.

Non si può lasciare l’Elba senza ricordare Napoleone Bonaparte che in quest’isola trascorse circa 10 mesi, portando notevoli migliorie: costruì strade, riorganizzò l’economia mineraria, incrementò la produzione e l’esportazione del vino, dando notevole impulso all’agricoltura.

Harry di Prisco

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Presentate a Roma le nuove destinazioni estere per il 2013

Viaggiare è un sogno ad occhi aperti che facciamo quando siamo giunti a destinazione. A differenza dei sogni che finiscono all’alba, noi ricordiamo per sempre il luogo visitato sotto i suoi vari aspetti. A ricordarci che cosa significa il piacere di un viaggio è l’ Associazione Delegati Ufficiali del Turismo Estero in Italia (ADUTEI) [email protected]. Si tratta di un’organizzazione, costituitasi nel 1982, che riunisce le rappresentanze ufficiali dei paesi esteri presenti in Italia,  garantendo la promozione delle loro attività verso enti, partner strategici, associazioni e aziende operanti nel settore del turismo.

Alla luce di questi pensieri e con gli occhi del viaggiatore-sognatore ci siamo ritrovati anche quest’anno il 4 dicembre a Roma per la tradizionale festa degli auguri abbinato ad un interessante workshop per presentare le più significative destinazioni estere.

Quest’anno la Festa ha avuto una nota tutta al femminile con la  neo-presidente, Ioana Podosu Ciutre, direttore dell’Ente Nazionale per il Turismo in Romania (www.romania.it), che ha presentato i trenta anni dell’Associazione e le ultime novità del suo Paese.

ROMANIA

Il Paese si prepara a chiudere l’anno con soddisfazione nel settore del turismo. Le scelte strategiche di marketing sono state positive e già nella stagione estiva i risultati si sono potuti vedere soprattutto  per quanto riguarda gli arrivi dal mercato italiano. Le località turistiche che continuano ad essere gettonate dal viaggiatore di casa nostra sono la Transilvania con i suoi centri medioevali misteriosi, i monasteri dipinti della Bucovina, la vita caratteristica nei villaggi di Maramures dove si possono trovare i veri artigiani del legno. Tra le novità che ci sono state presentate l’avvio del primo tour tematico con l’audioguida nel Delta del Danubio che propone un turismo slow, alla scoperta delle bellezze naturalistiche e la nomina per il 2015 della città di Cluj-Napoca come Capitale europea della Gioventù. Il riconoscimento attiverà una serie di eventi culturali, artistici, ma anche cambiamenti nella ricettività e nelle infrastrutture del luogo. Intanto a partire dal 9 dicembre la compagnia di bandiera Tarom avvierà il nuovo volo Roma Fiumicino – Iasi ogni lunedì e sabato, a cui seguiranno nuovi collegamenti nella prima metà dell’anno prossimo.

CROAZIA

L’Ente del turismo croato, rappresentato per il Sud Italia da Ivona Tokic ha parlato delle tradizioni natalizie dell’Avvento a Zagabria (www.adventzagreb.com). Si tratta di uno dei periodi più belli dell’anno, qui le strade e le piazze irradiano calore e gioia pronte ad offrire un ricco programma musicale e culturale per tutte le età. Nelle vie attorno alla piazza principale come si può resistere al fascino del colorato mercatino, mentre davanti alla Cattedrale di Zagabria si potrà ammirare il Presepe vivente! Da visitare la “perla dell’Adriatico”, la città antica di Dubrovnik e il Palazzo Diocleziano di Spalato, entrambi tutelati dall’Unesco. È in Croazia che è nata la cravatta, in origine sciarpa usata dai cavalieri croati delle milizie di Luigi XIV che la portavano al collo annodata “alla croatta” e da qui il passo è breve… per diventare la cravatta usata in tutto il mondo.

OLANDA

La cultura è di casa in Olanda. A presentare le sue attrattive, a cominciare dalla città simbolo, Amsterdam, che nel prossimo anno festeggerà con diverse attività i 400 anni dalla costruzione della famosa cerchia dei canali (patrimonio dell’umanità dal 2010), Anna Malagoli, addetta stampa dell’ Ente del turismo olandese (www.holland.com). «Il 2013 sarà un anno ricco di eventi e celebrazioni, come la riapertura per maggio del Museo di Van Gogh che si avvia a festeggiare i suoi quarant’anni. I riflettori saranno puntati anche a marzo sulla casa dello zar Pietro il Grande, che sposò un membro della casa reale olandese ed una mostra gli sarà dedicata presso l’Hermitage di Amsterdam». Una curiosità è la visita originale di Rotterdam con lo “splashtours”, che permette di esplorare la città sia dalla terra che dall’acqua con un autobus anfibio che può viaggiare su strada e navigare. Ci si potrà spostare con questo insolito mezzo alla scoperta delle principali attrazioni tra cui il ponte Erasmusburg, la torre Euromast e le case cubiche. Anche un piccolo budget è sufficiente per godersi  un’ampia gamma di attività a basso costo in Olanda le cui proposte sono consultabili nel sito dell’Ente.

REPUBBLICA CECA

A Praga già si respira aria natalizia: questo è il periodo più bello dell’anno con le vetrine addobbate e piene di luci; gli alberi di Natale adornano le piazze della città ed il crepuscolo si riempie di una calda luce. Se tutto questo è poi ricoperto da un candido manto di neve, cos’altro si può chiedere ancora?

Mgr. Zuzana Rolna dell’Ente nazionale ceco per il Turismo (www.czechtourism.com), da poco diretto da Katerina Belunkova, ha presentato il suo Paese dove a Natale si respira un’atmosfera unica anche nelle piccole città (Kutna Hora, Karlstejn, Konopiste, Cesky Krumlov, Holasovice, Karlovy Vary con le sue rinomate terme e la città della birra Plzen), dove non mancheranno di stupirvi mercatini allestiti nei cortili dei castelli e concerti. La vigilia di Natale si festeggia con il digiuno di una giornata fino al cenone. Ai bambini, che non vedono l’ora che arrivi la sera per ricevere i regali portati da Gesù Bambino, viene promesso che vedranno il maialino d’oro se resisteranno a non mangiare. Anche il menù è tradizionale: zuppa di pesce e carpa fritta con insalata di patate accompagnata da vin brulé e idromele bollente. Alla tavola non deve mancare un piatto in più per un ospite inaspettato perché a Natale nessuno dovrebbe rimanere da solo. Il taglio della mela è poi di buon auspicio per chi trova il torsolo a forma di una stella.

SVIZZERA     

“Semplicemente naturale” è il motto che ci introduce alle vacanze rilassanti elvetiche   dove sono consolidate le tradizioni e le profonde radici culturali. «Le lancette del tuo orologio si prendono una pausa» – dice il direttore di Svizzera Turismo, Jurg Schmid.   E come non essere d’accordo con lui! Qui tra altopiani sempre innevati con paesaggi d’alta montagna e vedute mozzafiato si può assaporare la calorosa accoglienza di un camino e le gioie della gastronomia. La Svizzera si presenta con le sue offerte calibrate per ogni esigenza vacanziera e per tutte le tasche dal pernottamento nell’igloo ai dinamici ritmi cittadini, dove dal 6 dicembre fino a Natale San Nicola porta il pan di zenzero ai bambini.  «Il più antico mercato di Natale è a Zurigo nella Hirscoenplatz – ricorda Piccarda Frulli, vicedirettore Italia di Svizzera Turismo (www.myswitzerland.com) – dove artigiani e venditori ambulanti di tutto il mondo attirano i passanti offrendo vin brulé e caldarroste».

AUSTRIA

«L’Austria – ci dice Brigitte Wilhelmer, responsabile Centro Sud Italia di Austria Turismo (www.austria.info) – offre una vasta gamma di proposte che vanno dalle visite nei centri urbani più noti, agli itinerari alla scoperta dei borghi storici.  Una vacanza invernale in Austria è un’esperienza indimenticabile dove si potrà fare il pieno di energia con lunghe passeggiate nell’incanto dei paesaggi innevati, pattinando su un lago ghiacciato, lanciandosi in divertenti discese con lo slittino, praticando il fondo o rilassandosi nelle terme». Negli alberghi “l’Austria per l’Italia”, dove l’ospitalità austriaca parla italiano, molte offerte sono da prendere al volo basterà collegarsi sul sito www.vacanzeinaustria.com o telefonare al numero verde 800977492.

Capodanno a Vienna è senz’altro un “must” che si deve assolutamente fare almeno una volta nella vita ed ecco l’atmosfera imperiale e quella romantica giungono sulle note di un valzer di Strauss.

EGITTO

Pronti per andare in vacanza a Natale in Egitto? Chi preferisce per le prossime festività un clima più mite ci si può recare nel grande “mare di sabbia”, nel Sahara settentrionale, ricco di dune alcune delle quali raggiungono anche i 140 metri, dove è possibile praticare il sandboarding, lanciandosi dalla cima di una duna, mantenendosi in piedi su una tavola. Gihan S.Habashi dell’Ente del turismo egiziano (it.egypt.travel) e assistente del direttore El Gabbar, ci apre le porte di questo affascinante paese e delle oasi fra cui quella di Siwa, l’eden del deserto occidentale, ricca  di sorgenti, laghi salati, boschetti di ulivi e palme. Si potrà visitare la fortezza di Shali, il tempio dell’Oracolo di Siwa dove Alessandro Magno si recò per consultarlo e si potrà fare il bagno nella piscina di Cleopatra dove si dice abbia nuotato la regina.

SPAGNA

Andare in Spagna per essere protagonisti di un viaggio che non si dimenticherà mai, per condividere con gli spagnoli un clima, una natura, una buona cucina ed una cultura fatta di un immenso patrimonio monumentale lasciato da coloro che occuparono nei secoli il territorio lasciando l’impronta delle diverse civiltà.   Il nuovo direttore dell’Ufficio spagnolo del turismo di Roma (www.spain.info), Carlos Hernàndez e la responsabile dei rapporti con i media, Carla Villalta, si sono soffermati sulle tradizioni natalizie profondamente radicate nel Paese, come la sfilata dei carri allegorici di Alcoi (Alicante) del 6 gennaio. In tutta la Spagna c’è la tradizione poi di mangiare 12 chicchi di uva ai rintocchi della mezzanotte e per coloro che riescono a mangiare tutti i chicchi  avranno assicurata un anno pieno di felicità.

TURCHIA

« Se il mondo fosse un solo stato, la capitale sarebbe Istanbul», così Napoleone Bonaparte. Istanbul è davvero una città che si scopre vivendola e della quale ci si innamora, culla della civiltà, punto di incontro di culture e continenti.

Vedere i fuochi d’artificio sul Bosforo a Capodanno, mentre l’anno vecchio lascia il passo a quello nuovo, vale davvero un viaggio.  L’Ufficio Cultura e Informazione dell’Ambasciata di Turchia (www.turchia.it) con la responsabile dei media, Silvia Barbarotta, ha presentato le novità 2013 come il pellegrinaggio alla Casa di Maria a nove chilometri da Efeso; i 500 anni della Mappa in pergamena realizzata da Piri Reis ed utilizzata da Cristoforo Colombo; la mostra “La porta magica sulla via della seta” in occasione dell’Anno della Cultura Cina – Turchia e quella dedicata a Monet.

ISRAELE

Mariagrazia Falcone direttore per la stampa e p.r. dell’Ufficio nazionale israeliano del turismo (www.goisrael.it) invita a visitare la Terra Santa alle radici della fede, alla scoperta delle tradizioni e della vita del popolo d’Israele. Sarà un viaggio alla scoperta della culla del Cristianesimo, rivivendo fisicamente e spiritualmente i luoghi dove camminavano Gesù e i discepoli per una vacanza “anima e corpo”.

 

                                                                GRAN  BRETAGNA

 

Per Silvia Bocciarelli, manager stampa e p.r. di Visit Britain (www.visitbritain.com) l’offerta britannica si basa su otto pilastri: cultura (musei e mostre), Food & Drink, Shopping, Sport, Countryside, heritage e musica.

Tra le tante attrattive di Londra vi è oggi la possibilità di visitare Kensington Palace che dal 2013 sarà la residenza di William e Kate, duca e duchessa di Cambridge, che proprio nel prossimo anno verranno allietati dalla nascita del primogenito. Con questo evento felice ci auguriamo un buon 2013 ricco di sogni e cose belle, alzando il calice per un nuovo anno “tutto d’oro” che porti pace, amore e serenità nelle nostre famiglie

 

       Harry di Prisco

 

 

 

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Prossima destinazione? Napoli-Antibes

Quanto dista il Paradiso da Napoli? Non più di un’ora e mezza con un volo di linea dell’Air France in partenza da Napoli il giovedì e la domenica a costi competitivi come i low cost (che fa rima con love… cost… Azzurra).  La compagnia francese, che di recente ha istituito i nuovi collegamenti con Nizza – Cote d’Azur, festeggerà nel 2013 i cinquanta anni di collegamenti con Napoli con oltre centomila passeggeri trasportati all’anno. Talvolta a noi napoletani occorre un tempo più lungo di un’ora

per raggiungere il centro storico o il Vomero dovendo districarci tra ZTL esistenti o di prossima istituzione presidiate da solerti vigili o bypassare piste ciclabili, non ancora aperte e già in rovina, ricettacolo di immondizia e utilizzate per parcheggi abusivi per non parlare poi dell’inquinamento da gas di scarico! E allora, perché non approfittare di queste giornate a cavallo tra l’estate e l’autunno per un week end ad Antibes sulla Costa Azzurra tanto decantata e amata da artisti e scrittori.

In questo periodo i prezzi degli alberghi sono particolarmente convenienti e la tranquilla città di Antibes, con i suoi 23 chilometri di spiagge, consentirà di soggiornare alcuni giorni, prima di affrontare i rigori dell’inverno, all’insegna del relax e del bel vivere per partecipare alle tradizioni locali come ad esempio la festa della vendemmia con la sua produzione di vino.

«Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone» così John Steinbeck e Antibes senz’altro è la destinazione ideale per noi napoletani che ci  rattristiamo lontano dal nostro mare. L’Aeroporto di Nizza Costa Azzurra, ristrutturato nel 2011, è posizionato a soli 12 chilometri da Antibes e garantisce gli spostamenti di più di 10 milioni di passeggeri con l’obiettivo di crescere investendo 60 milioni di euro all’anno per continuare a modernizzare le sue strutture. Per Antibes è un’ ottima chance per i turisti esteri che la scelgono per la sua tranquillità condita da tante attrazioni artistico-culturali, sportive e non ultima per la gastronomia.

La cittadina è veramente deliziosa, piccola, non troppo affollata, residenza estiva di molti artisti francesi del passato, tra cui Picasso.  Il Museo, ben conservato  e a lui intitolato, ha sede nel Castello Grimaldi a picco sul mare che fu il laboratorio di Pablo Picasso nel 1946. «Quest’artista – ci dice Béatrice Di Vita, responsabile della stampa dell’Ufficio del Turismo e dei Congressi di Antibes – lavorò durante l’autunno e lasciò come ringraziamento alla città 25 importanti tele, degli schizzi, dei disegni  e circa un centinaio di ceramiche; si possono poi ammirare alcune fotografie del pittore spagnolo fatte nel corso del suo soggiorno al castello. Alle opere del Maestro si aggiungono quelle di Léger, Modigliani, Balthus, Miró, Ernst, Atlan, Picabia, Richier, Anna-Eva Bergman, o ancora di Hans Hartung e Nicolas de Staël che vissero e morirono ad Antibes».

Ad Antibes non si può venire senza passare dal mercato provenzale coperto, situato nel cuore della città medioevale, tra i banchi dei commercianti che presentano le specialità del territorio, ricco di colori e profumi dal gusto intenso dato dalle spezie e dai fiori, non ultimi quelli di lavanda, che è poi il fiore simbolo della Provenza.  Un appuntamento quotidiano che da sempre attrae un numero elevato di visitatori locali e non. E tra una fotografia e l’altra il turista trova anche il tempo per acquistare  le specialità enogastronomiche, dai famosi formaggi ai salumi, dall’ottimo patè di vario tipo, all’ olio, al miele e alle marmellate che concorreranno a far ricordare il viaggio.

Da non dimenticare una sosta alla bancarella in fondo al mercato che prepara una deliziosa crèpe a base di farina di ceci da gustare  appena sfornata.

Oggi nel piano basso degli edifici, che circondano il mercato, sono ospitati negozi che vendono prodotti alimentari e artigianali. Da non perdere l’antico museo-bar dell’assenzio. Situato nella sottostante taverna, riproduce fedelmente nell’arredamento e nell’atmosfera uno dei celebri locali francesi dove si gustava questo distillato, tanto apprezzato anche dagli artisti d’oltralpe di inizio Novecento e che oggi ritorna di moda.  La città ha una sua ricca storia, che la vide inizialmente abitata dai liguri, un riparo naturale e difensivo, dall’altra un punto di convergenza per la navigazione costiera italiana e della Corsica. Nel quinto secolo a .C. i Greci di Focea, che avevano già fondato  Marsiglia, fondarono Antipolis che letteralmente vuol dire “la città di fronte”  alla Corsica  utilizzata  dalle navi  come linea d’orizzonte.  Goti, visigoti, saraceni, orde di barbari cominciarono a seminare il terrore  quando, diventata cristiana con il nome Antiboul, divenne  sede del vescovado.   Antibes fu città di frontiera nel momento in cui la Provenza venne annessa al Regno di Francia,  iniziando la ristrutturazione del sistema difensivo della città. Segna una svolta per tutta la riviera il termine «Costa Azzurra» e nel 1889 apre “il Grand Hotel” del Cap seguito dal «Grand Hotel» di Juan-les-Pins che dà il via allo  sviluppo turistico. Il top degli alberghi oggi è rappresentato dall’Hotel du Cap Eden Roc a cinque stelle che nel 2011 ha concluso un programma di ristrutturazione per un valore di 45 milioni di euro. È un luogo privilegiato dove l’eleganza ed il lusso si coniugano con la gastronomia.   Quando la città uscì dal conflitto  cominciò un’era nuova anche grazie al ricchissimo americano Frank Jay Gould che attirò personalità come  Fitzgerald, Rudolf Valentino, Mistinguett, Hemingway e la «Bella Otero».  Il Jazz appassiona i turisti  e qui Claude François e Johnny Hallyday interpretano le loro prime canzoni; Gilbert Bécaud, Ella Fitzgerald, Ray Charles, Count Basie o ancora Dizzy Gillepsie animano le serate di Juan-les-Pins e da allora a tutt’oggi che in estate si tiene  il festival internazionale del jazz.  Le occasioni di venire ad Antibes si moltiplicano per le famiglie. I bambini vengono attratti dagli spettacoli acquatici delle orche, dei delfini, delle foche e delle otarie dell’Espace Marineland che procurano anche grandi emozioni per un faccia a faccia unico con gli squali nel cuore di un tunnel di 30 metri di lunghezza che attraversa da parte a parte un acquario immenso che contiene 2 milioni di litri di acqua.

I genitori possono scegliere tra un gran numero di ristoranti di pregio, fra cui tre hanno ottenuto una stella Michelin: “De Bacon” dei fratelli Sordello (www.restaurantdebacon.com), con lo chef Serge Philippin, rinomato per le specialità di mare; “Les Pecheurs”, creato nel 1954, ripreso nel 2003 dalla famiglia Ferrante e frequentato dalle star (www.lespecheurs-juan.com), con  lo chef Philippe Jego che fa parte dello staff del Beach Hotel di Cap d’Antibes a cinque stelle, associato dal 2010 ai Relais & Chateaux e caratterizzato dall’architettura contemporanea e dalle linee essenziali,  nonchè “Le Figuier de Saint-Esprit (www.christianmorisset.fr). Il titolare di quest’ultimo ristorante, sito sui bastioni di Antibes, è il noto chef, Christian Morisset, dai lunghi baffi, che ha aperto nel novembre 2007 con la moglie Josiane, collaborato dal figlio Jordan, una struttura all’ombra di una rigogliosa pianta di fico. Christian dedica  una cura tutta particolare alla qualità, al gusto ed alla freschezza dei suoi piatti. Da gustare assolutamente la pera William con lamelle caramellate al cardamonio, la torta al cioccolato con piccante e limone, la creme brulé alla lavanda ed un sorbetto alle fave di cacao.

Per il 2013 sono in dirittura d’arrivo dei grandi progetti per Antibes: un nuovo centro congressi di 6.500 metri quadrati che potrà accogliere 500 congressisti nella sala plenaria di 1.300 metri quadrati con annesso ristorante panoramico; una sala per spettacoli da 1.300 posti, che sarà un vero faro culturale per la comunità e in ultimo una sala omnisport di alto livello con una capacità di 5.000 posti a sedere.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                            

                                                                                                   Harry di Prisco

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Il Lazio: una tavola imbandita

Il   turismo punta sulle eccellenze enogastronomiche   

Il Lazio è un territorio antichissimo in cui le tracce di un passato glorioso riemergono dovunque nei suoi monumenti e nei suoi paesaggi. La Regione, per la sua natura, storia e conformazione, presenta molteplici possibilità di vivere il territorio: dalla montagna al mare, passando per i laghi, si incontrano luoghi di grande valore paesaggistico, culturale e spirituale. Tra i tanti percorsi quello legato alla scoperta delle tradizioni enogastronomiche. Sapori ricercati e antichi fanno di questa regione la terra della cucina per eccellenza. È ancora presente nei centri minori l’usanza di fare la pasta fatta in casa secondo le ricette che si tramandano nelle famiglie. Il vero vanto del Lazio sono le varietà di oli, vini e formaggi, che si possono degustare nelle cinque province: Rieti, Viterbo, Latina, Frosinone e Roma stessa. La storia del Lazio è strettamente connessa a quella di Roma “caput mundi”, in particolare popoli diversi, come gli Etruschi, i Sabini, i Volsci,  gli Ernici, gli Equi, gli Aurunci ed i Latini hanno lasciato importanti tracce del loro passaggio. Come si può ben capire la cucina laziale è l’insieme delle culture che in passato hanno vissuto in questo territorio, essa si basa prevalentemente sui prodotti della terra e sull’allevamento di ovini e caprini. Il settore caseario  ha le sue punte di eccellenza nel caciofiore, nella ricotta romana e nel pecorino romano.

Per conoscere tutto il meglio del Lazio sono stati programmati dall’Assessorato al Turismo della Regione sei educational tour. “l’Enogastronomia delle Province del Lazio”: questo  il tema di uno degli educational che è stato presentato presso l’Enoteca Regionale Palatium di Via Frattina, per scoprire un territorio ricco di sorprese. L’enoteca nasce da un progetto dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione promosso e coordinato dall’Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura del Lazio. All’interno della struttura, che nel 2009 ha  ospitato ben centomila persone, è possibile fare un vero e proprio viaggio attraverso i prodotti della terra laziale e avere informazioni sui fornitori dal direttore della struttura, Paolo Latini. Sono rappresentate oltre 600 aziende di qualità consentendo una sintesi dei sapori di tutta la regione. Ha giocato un ruolo importante per il turismo la ristrutturazione della macchina amministrativa di cui fa parte l’Agenzia regionale del Turismo, diretta da Ersilia Maffeo. «Ci sono almeno cinquanta target da valorizzare che c’è solo l’imbarazzo della scelta. La storia di Roma ha fatto sì che sia radicato nel territorio il valore del mangiare bene e stare bene insieme». Per la prima volta esiste una delega specifica al “Marketing del Made in Lazio” proprio per evidenziare e sviluppare le produzioni tipiche di questa regione che a loro volta possono contribuire a migliorare l’offerta turistica  del territorio. Per l’Assessore regionale al Turismo e Marketing del Made in Lazio, Stefano Zappalà, il turismo è un volano straordinario. «Investire nel settore – egli dice –  consente di creare i presupposti per la crescita, lo sviluppo ed il rilancio di tutta la regione e la conoscenza dei centri minori». Per rafforzare l’ immagine  del territorio è entrata on line la versione mobile del portale regionale per il turismo: www.ilmiolazio.it, disponibile in italiano ed in inglese, che può arrivare al cittadino-turista  nell’istante in cui, visitando il territorio, necessita di informazioni e servizi che si possono leggere in tempo reale su  tablet e smartphone. Intanto il Lazio punta ad un’azione più efficace di promozione che negli anni passati veniva effettuata prevalentemente nelle fiere all’estero. Ora gli addetti ai lavori vengono invitati direttamente all’interno del territorio per far provare le potenzialità dell’offerta turistica ed enogastronomica.

L’organizzazione del tour “l’Enogastronomia delle Province del Lazio”, che ha visto la partecipazione di 20 giornalisti provenienti dai vari paesi della Comunità Europea, è stata curata da Marco Serapiglia e Sonia Cancelli della Team Service di Sora, per una full immersion tra sapori e tradizioni, a cui hanno collaborato il giornalista televisivo enogastronomo, Bruno Sganga, che cura l’ufficio stampa del Consorzio turistico terre ciociare e pontine e l’esperto delle eccellenze agroalimentari del territorio, Matteo Rugghia, dello Slow Food.

Il percorso “sensoriale” è cominciato con una visita a Viterbo, capoluogo della Tuscia, all’Azienda Agricola Fratelli Stefanoni, presidio Slow Food, sita in località Ravere, specializzata nell’allevamento e nella vendita di carne suina e salumi. Interessanti le delucidazioni date da Mauro Stefanoni in merito ai modi di preparare la porchetta romana. Il Complesso “Domus La Quercia” (www.domuslaquercia.com), un ex convento rinascimentale di proprietà del Vaticano e concesso in commodato d’uso alla Curia  è ora una prestigiosa sede di eventi, a poca distanza dal centro storico. Nella sala che fu refettorio dei frati, sono stati presentati i prodotti della provincia viterbese come  i vini delle cantine: Sergio Mottura, Trappolini, Paolo e Noemia D’Amico e  le ottime patate di colore violetto “Lady Viola” ed i legumi tipici dell’Alta Tuscia Viterbese (www.madecosrl.it), presentati dalla Madeco srl di Roberta e Giuliana Mazziantonio, accanto ai formaggi dell’ Azienda Agricola Radicetti (www.radicetti.com) di Cellere che produce olio extra vergine d’oliva e formaggi pecorini dal latte del  proprio allevamento, nonché dell’Azienda Agricola “il Fiocchino” (www.ilfiocchino.it), che da più generazioni è specializzata nell’ allevamento degli ovini alle falde dei Monti Vulsini, che fanno da corona al lago di Bolsena, famoso per i suoi prodotti ittici fra cui il goregone, il persico ed il luccio che si possono assaggiare in  varie preparazioni sulle rive del lago alla Trattoria “Da Guido” (www.trattoriadaguido.it). Una tappa culturale è stata poi effettuata alla Basilica di Santa Maria della Quercia, caratterizzata dalle lunette poste sui tre portali di ingresso alla Chiesa che contengono splendide terrecotte invetriate di Andrea della Robbia, i cui due figlioli erano frati del convento. L’Unità d’Italia è stata provvidenziale per questa Basilica, che si è salvata in quanto è stata dichiarata monumento nazionale. Ricordiamo che altre chiese della zona furono destinate a stalle. Sull’altare è collocato il tempietto di marmo che custodisce la quercia e la miracolosa immagine della Madonna col bambino dipinta su tegola dal Maestro Martello. Il tour ha proseguito per l’alto Lazio per visitare Borgorose, al confine tra Lazio ed Abruzzo, un antico borgo della provincia di Rieti, sito nell’Alta Valle del Salto in un ambiente montano ancora incontaminato, alla scoperta di altre eccellenze come le lenticchie di Rascino, un prodotto di nicchia, a rischio estinzione, che vengono coltivate solo in questo territorio, che ci è stato illustrato dal presidente della pro-loco di Fiamignano, nonché produttore, Pietro Calderini. Nel workshop è stato presentato  anche il formaggio dell’Azienda Agricola biologica Casale Nibbi di Amatrice (www.biodiversita.info), che da cinque generazioni opera nel settore agricolo-zootecnico, sita nella zona montana dell’Italia centrale, vicina al Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, dove domina la millenaria cultura contadina. Per quanto riguarda l’azienda  “Birra del Borgo” (www.birradelborgo.it) di Leonardo Di Vincenzo, che ha ospitato la presentazione delle tipicità della provincia di Rieti, è la qualità e la fantasia che caratterizza i loro prodotti innovativi come la birra-champagne “Equilibrista”, un sottile equilibrio tra il mondo della birra e quella del vino, fatta con il 50%  del mosto di vino Chianti e il 50% del mosto di birra Duchessa e lavorata come uno spumante metodo classico. È l’ideale per accompagnare formaggi e piatti di pesce. Di Vincenzo, dismessi i panni del ricercatore universitario, ha rivestito quelli  di imprenditore. «Le nostre birre più amate e conosciute sono anche quelle a cui siamo più affezionati – egli dice – come le Bizzarre che sono le più originali, talvolta decisamente sperimentali e di difficile definizione: vengono prodotte una sola volta l’anno, una per ogni mese in base all’annata, e sono disponibili in quantità limitate. Creazioni differenti, ognuna con un proprio carattere, accomunate dalla straordinaria creatività che caratterizza le rispettive ricette, che ci hanno fatto conoscere nel mondo». In m ostra anche “il serpentone”, un dolce di oltre un chilo di pasta di mandorle, fatto a mano da Clara Rubeis di S.Anatolla che è stato molto apprezzato per la sua originalità e per il suo gusto. Altra tappa per il Tour Lazio è stata quella nella provincia di Latina con altre raffinatezze enogastrolaziali. La presidente della proloco di Priverno, Nunzia Macci ci accompagna a visitare  il borgo  medioevale dell’abbazia di Fossanova, antichissimo insediamento benedettino del VI sec., che nel 1135 passa all’ordine dei Cistercensi per volontà di Papa Innocenzo II. E proprio nell’appartamento del Priore che nel 1274 muore San Tommaso D’Aquino, che era diretto al Concilio di Lione. Nel medioevo Fossanova vive il periodo più florido e dopo una lenta ma inarrestabile discesa risorge nell’Ottocento, divenendo monumento nazionale. A Priverno ci sono tante eccellenze del territorio come l’Azienda Agricola biologica Paola Orsini, a conduzione familiare (www.olioorsini.it), che si avvale dell’impegno di Paola e del marito Paolo, guardando al futuro nella figlia Anna Silvia. Situata su una collina di cinquanta ettari con quattromila piante secolari, intervallate da mandorli ed agrumi, racconta l’amore per questa terra di nonno Umberto che, affiancato dalla moglie Lina, riportò in produzione tutto l’oliveto. Oggi si produce olio biologico, miele agrumato ed una linea di cosmetici a base di olio extravergine biologico. Presentati anche nell’occasione i prodotti del salumificio Scherzerino di Itri (www.scherzerino.it) che da oltre cinquant’anni ha mantenute intatte le originarie tecniche di lavorazione degli insaccati. Non poteva mancare un dolce, nientemeno quello “di Cicerone”, elaborato su di un’ antica ricetta di Marco Gavio Apicio da Alfonso Troiano di Formia (www.pasticceriatroiano.it). Intanto non poteva mancare in questo mese la famosa fragola di Terracina, detta favetta, presentata dall’Associazione “Mondo Fragola”, quale ricchezza del territorio pontino. Da Latina sono venute  le piante bonsai di olivo dell’Azienda Agricola “La Felce” (www.aziendalafelce.it) di Carmine Parlapiano, che in oltre venti anni di attività ha raggiunto una posizione strategica nel settore del vivaismo e dell’olivicoltura, disponendo di capannoni di ventimila metri quadrati.   Il Sindaco di Priverno, Umberto Macci, parla della cittadina collinare circondata dalla catena dei Monti Lepini, a metà strada tra Frosinone ed il mare, così ricca di bellezze architettoniche e naturalistiche, che punta sulla cultura per aprire le porte al turismo. Ma il percorso continua con la provincia di Frosinone caratterizzato dalla cucina ciociara che deve il suo nome alle “ciocie”, caratteristiche calzature dei pastori. Nel Palazzo Ducale di Atina il Sindaco Fausto Lancia ha evidenziato l’importanza di fare squadra per consentire la distribuzione dei prodotti laziali all’estero in modo da contribuire ad uscire dalla crisi economica. L’Azienda Agricola Pacitti di Picinisco, che comprende anche l’Agriturismo “Casa Lawrence” (www.casalawrence.it), ha presentato i suoi gioielli tra cui il formaggio “marzolina”, (presidio Slow Food). Si tratta di un formaggio, espressione del territorio, storicamente ottenuto dalla trasformazione del latte riconducibile alla capra grigia ciociara e alla capra bianca dei monti Ausoni ed Aurunci. «Da circa due secoli la nostra azienda tramanda di padre in figlio l’esperienza maturata nella cultura della pastorizia – dice Loreto Pacitti – l’allevamento è di tipo semibrado fondamentalmente ovino-caprino dal cui latte si produce il “conciato di San Vittore”, un formaggio stagionato con le erbe di montagna e il pecorino di Picinisco che è in attesa del marchio DOP».  Anche i dolci sono di casa. Ne è un esempio “l’uovo stregato”, un connubio di liquore Strega e pan di spagna, presentato in un’originalissima confezione di veri gusci d’uovo da “Le delizie di Maria“ (www.ledeliziedimaria.net) di Arpino, un laboratorio artigianale multipremiato, che lavora con la convinzione della necessità di un recupero dei valori e degli ingredienti genuini impiegando solo prodotti naturali e di stagione. È stata poi effettuata una visita alla cantina “La Ferriera” (www.laferriera.it), situata ad Atina  nella frazione Rosanisco. Essa è collocata all’interno di un’ antica fabbrica per la fusione del ferro. Tale stabilimento e stato costruito ed inaugurato da Ferdinando II di Borbone e veniva utilizzato per la produzione del ferro, estratto dalle vicine miniere del monte Meta, già utilizzate dai romani per la costruzione delle loro armi. Ancora oggi è possibile ammirare le strutture murarie del grande complesso siderurgico che  ha mantenuto la sua forma ed il suo aspetto originario, con al centro un bellissimo ed imponente pioppo secolare, nei locali che erano adibiti a magazzini e uffici di amministrazione, oggi vi è la cantina della famiglia Mancini con i moderni impianti per la produzione di ottimi vini, come il cabernet “Realmagona” ed il  sauvignon “Dorato”, che sono stati degustati alla cena dell’ arrivederci all’ “Osteria del Tempo Perso” di Casalvieri.

L’educational Tour Lazio ha rappresentato un importante ed efficace supporto alla promozione turistica, consentendo in pochi giorni di conoscere o approfondire le caratteristiche della regione al fine di esaltare le eccellenze turistiche e le peculiarità storico-archeologiche, naturalistiche, enogastronomiche, religiose e culturali.

 

Harry di Prisco

 

 

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Valori di democrazia e trasparenza nella Nuova Tunisia

 

 
Da giugno tre voli collegheranno Napoli   a Tunisi
 

“Per placare la tua sete di avventura ti basta un viaggio, ma per estinguerla non ti basta una vita”: questo è lo slogan di una nota acqua  minerale scritto a caratteri cubitali sul muro di cinta dell’aeroporto di Capodichino. Noi proprio per la sete di conoscenza che vuole farci verificare di persona la situazione della nuova Tunisia dopo la rivoluzione del Gelsomino, ci siamo imbarcati su un comodo aereo della Tunisair Express che collega al momento due volte alla settimana (lunedì e venerdì) e dai primi di giugno anche il mercoledì, in poco più di un’ora, direttamente Napoli con Tunisi e viceversa. La compagnia ha la sua sede a Palermo ed è rappresentata per il Sud Italia da Khaled Ben Abdeladhimin.A Tunisi abbiamo trovato una situazione estremamente tranquilla in un Paese ritornato alla democrazia e in cui si respira un’aria diversa. Non a caso dal 16 al 17 maggio visiterà la Tunisia il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.  «Poniamo grande attenzione ai nuovi governi che si formano nei Paesi della Primavera araba, come quello tunisino» – ha detto il Presidente – che con questa visita intende rafforzare i rapporti tra le due sponde del Mediterraneo. Tutte le persone che abbiamo avvicinato nel nostro tour sono fiduciose  nel loro futuro e – anche se la situazione economica non è cambiata di molto – hanno la certezza che presto anche nel lavoro si avrà una svolta positiva. Le aspettative, dunque, sono tante e si basano principalmente sul capitale di simpatia che consentirà di avvicinare sempre di più questo paese mediterraneo all’ Europa, riprendendo con slancio i rapporti di partenariato economico e di investimento, mai peraltro interrotti, a cominciare dal Sud d’Italia e dalla Campania in particolare. A Napoli da poco si è svolto il meeting: “Nuove iniziative di cooperazione tra la Campania e la Tunisia”. All’incontro, organizzato dal Console di Tunisia a Napoli, Brahim Aouam, è intervenuto l’Ambasciatore Naceur Mestiri, che si è incontrato con il nostro assessore regionale alle attività produttive, Sergio Vetrella, il quale ha sottolineato  come il sostegno delle imprese campane non si limiterà al periodo della ricostruzione della Tunisia, ma tenderà ad instaurare rapporti positivi nell’ambito della ricerca, dell’innovazione e della tecnologia. La Tunisia si presenta  come primo paese del Sud del Mediterraneo sia per le esportazioni industriali verso l’Unione Europea che per la qualità delle infrastrutture, nonché per la disponibilità delle tecnologie più avanzate, per la qualificata presenza di ingegneri e di scienziati, potendo contare su una mano d’opera qualificata formata essenzialmente da giovani. Intanto in preparazione del Forum degli investimenti:“New Tunisia, Facing Future Challenges and Opportunities”, che si terrà a Tunisi il 14 e il 15 giugno, e a cui prenderanno parte operatori economici della nostra regione, si è svolto un megatour in Tunisia, promosso dall’Ente del Turismo tunisino in Italia, diretto  da Neji Ben Othmane, e dalla Tunisair, che ha come direttore generale per l’Italia, Habib Ben Slama. Nell’occasione si è potuto incontrare il Ministro del Turismo, Elyes Fakhfakh, per conoscere il processo di transizione in atto che porterà a breve a positivi risultati. La Tunisia sta vivendo un momento storico dopo la caduta del vecchio regime. Il Paese punta al rilancio del turismo e non a caso il 15% della popolazione attiva lavora in questo settore. «Il 2011 è stato un anno difficile per il turismo – ha detto il Ministro incontrando la stampa – con un calo del 30% dei flussi turistici, mentre all’inizio del 2012 abbiamo registrato un miglioramento e ci aspettiamo di arrivare a sei milioni di presenze italiane nel corso di quest’anno rispetto ai sette del 2010». Il Ministro ha annunciato che verrà firmato a breve un accordo di collaborazione per uno scambio di tecnologia e per la valorizzazione del patrimonio storico-culturale della Tunisia. Accanto all’80% del turismo balneare il Paese mostra una notevole ricchezza archeologica che, in linea con una nuova politica del turismo, godrà di investimenti a lungo termine. In primo luogo verrà potenziata la qualità dei servizi, pur rimanendo competitivi, lavorando a cambiare l’immagine del Paese che si presenta tranquillo e aperto al turismo. La compagnia di bandiera nazionale, la Tunisair, per l’estate ha potenziato alcuni voli  e messo in campo maggiori investimenti sul mercato italiano. Tunisair (www.tunisair.com) punterà quest’anno per i suoi 60 anni di attività anche ad una più capillare campagna di informazione che vede al centro dell’attenzione la sicurezza dei passeggeri. Per l’autunno 2012 nuovi collegamenti si apriranno da Roma e Milano per Tozeur e Djerba.Tra le città da visitare Tunisi seduce con il suo fascino mediterraneo. La capitale è composta da tre città: il centro storico, la Medina; la città “europea”, costruita all’inizio del XX secolo, centro della città attuale; una corona di nuovi quartieri che danno all’agglomerato un aspetto moderno. La Medina è senz’altro la più grande e meglio conservata del nord Africa con i suoi 270 ettari in cui vivono oltre 100 mila abitanti. Cuore storico della città conserva il suo aspetto da oltre cinquecento anni. Numerosi monumenti segnano la lunga storia di questa influente città del Mediterraneo. Gli emiri aglabiti di Kairouan l’hanno apprezzata costruendovi nel IX secolo la prestigiosa Moschea Zitouna. Gli almoadi e i loro successori, gli Hafsidi, le donarono il suo rango di capitale, dotandola di bellissimi monumenti, alcuni ancora visibili. Poi i Beys, sovrani d’origine turca, contribuirono ad abbellirla di moschee e di edifici sfarzosi. La Medina, dichiarata nel 1979 patrimonio dell’umanità dall’Unesco, è un vasto labirinto di stradine tortuose, di passaggi a volta, di souk pieni di vita. Tra gli altri monumenti nelle sue vicinanze c’è il Palazzo del Bardo di cui una parte ospita il famoso museo archeologico con sezioni dedicate all’antichità, alla preistoria e all’arte islamica, oltre alla famosa collezione di mosaici di epoca romana. Di incredibile bellezza sono la sala del ricevimento con la sua grande cupola dipinta con colori dorati e sgargianti, la sala della musica col suo soffitto decorato di motivi floreali, gli appartamenti privati dove predomina uno scenario murale finemente rivestito e i pannelli di maiolica che coprono diverse pareti, vere e proprie opere d’arte. Le catene alberghiere internazionali più prestigiose hanno realizzato i loro alberghi nella capitale, che è divenuta, così, anche un importante centro del turismo d’affari e di congressi. L’offerta alberghiera di Tunisi è variegata, disponendo anche di hotel a cinque stelle con centri benessere all’avanguardia. La ristorazione fa dal canto suo scoprire le specialità tunisine come il couscous al pesce o alla carne; il Brik, una sottile frittella riempita con uova, tonno, patate o carne e formaggio, piegata e fritta in olio bollente; l’insalata méchouia fatta con  pomodori e peperoni alla griglia e cipolle, condita con aglio, cumino e coriandolo in polvere, harissa, olio d’oliva e limone. A differenza di altre cucine nord-africane, la cucina tunisina è molto speziata e piccante. Esiste una leggenda che narra di una donna anziana che diceva che un uomo poteva giudicare l’amore della moglie dalla quantità di peperoncino piccante utilizzato nella preparazione dei piatti. Se il cibo diventava blando, allora l’ uomo poteva sospettare che la moglie non l’amasse più. In un viaggio nella storia e nella bellezza di Tunisi, i più bei palazzi antichi sono concentrati nella Medina come anche nei quartieri residenziali sulla costa, da Cartagine a Sidi Bou Said dove i notabili dell’ 800 andavano in villeggiatura. Case e palazzi principeschi negli ultimi anni sono diventati alberghi di charme, ristoranti, sale da tè,  gallerie d’ arte, atelier o centri culturali. A Cartagine ci sono le ambasciate e la residenza dell’attuale presidente della Repubblica, Moncef Marzouki, tra magnifici siti archeologici di epoca romana sul mare, come le Terme di Antonino, vale a dire i resti del basamento dell’enorme complesso termale di Cartagine. Poco oltre l’ingresso del parco archeologico si trova un edificio, probabilmente una schola, raffigurata in un mosaico con scene di fanciulli e ghirlande di fiori. Quello che resta delle terme è solo la base del complesso che ospitava tutti i servizi. Le dimensioni però sono stupefacenti: il frigidarium da solo era grande circa 1000 mq e alto 30. Una delle 8 colonne alte 20 metri, che reggevano la volta del frigidarium, è stata innalzata ed è sormontata da un capitello di 4 tonnellate. Sidi Bou Said, arroccata su un promontorio sul mare, ha conservato intatto il fascino di un villaggio d’ altri tempi. Qui tutte le case sono bianche e ogni porta, imposta o inferriata, è azzurra, sin dai primi del ‘900 quando il barone Rodolphe d’ Erlanger decise di farne la sua terra d’ adozione costruendo il più sontuoso dei suoi palazzi: Ennajma Ezzahara, da alcuni anni trasformato dallo Stato tunisino in un centro per la musica tradizionale araba e mediterranea con annesso museo di strumenti musicali. Altra città interessante che merita una sosta è Hammamet, località costiera del Governatorato di Nabeul, situata a sud-est di Cap Bon, una delle principali località turistiche del paese circondata come è da stupende colline ricoperte da una vegetazione rigogliosa. La città, fondata durante l’epoca romana (meta di numerosi turisti celebri, fra i quali illustri politici come Winston Churchill e scrittori come Gustave Flaubert), oggi è diventata una vera e propria città cosmopolita, tra le più apprezzate dagli italiani.

Harry  di  Prisco

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Mostra di pittura e incisioni di Rossella Avolio dal 21 aprile al 15 maggio

 

 “Il colore incisivo e i suoi riflessi nella moda”

                          

Vernissage a Castel dell’Ovo – sabato 21 ore 11.00

L’espressione artistica come mezzo di comunicazione, come manifestazione esteriore del sentimento, dello stato d’animo, dell’inquietudine esistenziale. Rossella Avolio non sfugge alla regola di chi ha qualcosa da comunicare e dal 21 aprile al 15 maggio nell’ambito del Maggio dei Monumenti mette in mostra negli ambienti suggestivi delle Sale delle Terrazze del Castel dell’Ovo di Napoli, concesse dall’Amministrazione Comunale di Napoli, la sua visione delle cose, del mondo attraverso il colore sulla tela, ma anche sul legno, un’altra tappa del suo percorso d’arte che l’ha fatta conoscere ed apprezzare in giro per l’Italia oltre che a Napoli. Alle ore 11.00 di sabato 21 aprile un vernissage a Castel dell’Ovo darà inizio ad un percorso tenace fuori dai circuiti e dalle tutele organizzative, ma segnato dalla passione e dalla capacità della giovane artista napoletana, già manifestati nel corso delle precedenti esposizioni tenutesi in sedi prestigiose come il Palazzo Alabardieri, il Palazzo Crispi, il Circolo Artistico Politecnico.

A Castel dell’Ovo la Avolio firma la mostra che ha per titolo “Il colore incisivo e i suoi riflessi nella moda”. Segni pittorici si susseguono sulla tela, sulle tavole, perfino sui tessuti in un succedersi di armonie e contrasti cromatici che danno la misura di una pennellata sempre più matura. Le cromie sono varie: dopo la familiare ed abituale prevalenza del rosso Rossella Avolio inizia a servirsi di nuove tinte per manifestare il suo stato d’animo, la sua ispirazione, la sua visione d’artista. L’arte per la pittrice, risponde ad un’esigenza creativa e si manifesta in opere che coinvolgono emotivamente lo spettatore.

«Non esistono regole o codici standardizzati per comunicare le proprie emozioni – afferma la pittrice – ma solo libertà di espressione che significa essere sé stessi e trasmettere i propri sentimenti e la propria interiorità. Non esiste dunque un’unica tecnica ed un’unica modalità di comunicazione, ma tante e variegate legate alle esperienze artistiche acquisite ed arricchite dal proprio vissuto».

Alla realizzazione dell’evento hanno collaborato: UniCredit Spa; la SAP Agency sas di San Giorgio a Cremano; l’Agenzia e scuola nautica“ Giovanni Buglione”; Caffè Luise Via Jacopo De Gennaro – Fuorigrotta; la Fondazione Mondragone Napoli; lo Studio Rugiero consulenza legale e tributaria; i Fratelli La Bufala di Via Caracciolo n° 10.

La mostra è visitabile dal lunedì al sabato dalle ore 9.00 alle 19.00, la domenica e i giorni festivi dalle ore 9.00 alle 13.30.

 

 

Per informazioni:

 CDP Relazione Pubbliche srl – Email: [email protected] – Tel.0817646206

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L’ADUTEI e le destinazioni estere 2012 oltre la crisi

«Un viaggio di mille miglia comincia sempre con il primo passo» e noi lo abbiamo fatto andando a Roma per partecipare all’annuale workshop con la stampa organizzato dall’ Associazione Delegati Ufficiali del Turismo Estero in Italia (ADUTEI), a cui aderiscono 37 Paesi con lo scopo di incrementare il flusso turistico italiano verso le mete estere. Promozioni sempre più razionalizzate nonchè mirate a prodotti di punta sul territorio e secondo le stagionalità, questo il motivo conduttore dell’offerta turistica dei 16 enti turistici presenti all’incontro. Le destinazioni estere, anche in questo momento di crisi economica, sono sempre tra le più richieste dai turisti italiani, pertanto l’offerta turistica si è adeguata alle nuove richieste di una clientela esigente, che pur riducendo il tempo della vacanza, pone maggiore attenzione alla qualità dei servizi.
Il nostro viaggio virtuale comincia con l’Olanda dove dal 22 al 26 febbraio avrà luogo il 79°Holland Flowers Festival, una fantastica opportunità per rendere l’inverno un po’ più caldo e soleggiato. Ad aprile apre i battenti Floriade 2012 che su di una superficie di 66 ettari, di cui 7.000 metri quadrati coperti, attende due milioni di visitatori che avranno la possibilità di vedere i fiori più belli ma anche piante, alberi, frutta e verdura provenienti da 25 paesi. Il verde è nei pensieri e nel cuore degli olandesi che hanno inaugurato a L’Aia, la città con più verde per abitante d’Europa, il nuovo taxi “verde” completamente elettrico con la tariffa standard di cinque euro. L’Ente del turismo olandese (www.holland.com), presente al workshop Adutei con Anna Malagoli ci ha raccontato i tanti motivi per andare in Olanda. Se si vuole visitare uno dei famosi musei di Amsterdam o provare i cafè e i bar del quartiere Jordaan, il tour guidato e gratuito di “Sandeman New” aiuterà ad orientarsi in città. Amsterdam gode di grande fama per avere uno dei più importanti centri storici al mondo.
Piccarda Frulli, vicedirettore Italia di Svizzera Turismo (www.svizzera.it), ha presentato la nuova guida che consente di organizzare il tempo da trascorrere in nove città elvetiche dalla mattina alla sera dove vengono suggeriti itinerari, visite e degustazioni. Tra le magnifiche nove Basilea, città svizzera della cultura con i suoi ben 40 musei, vanta la più elevata densità museale del Paese e tra queste la Fondazione Beyeler e i musei delle culture o di belle arti che entusiasmano gli appassionati d’arte del mondo intero. La capitale Berna, la città vecchia costruita in modo pittoresco su un’ansa del fiume Aare, offre sei chilometri di portici medievali, patrimonio UNESCO, che si snodano attraverso i vicoli romantici e vivaci del centro storico. La dott.ssa Frulli, accompagnata dal dott.Enrico Bernasconi della Ferrovia Retica SA sarà a Napoli mercoledì 14 in occasione del Swiss Business Lunch Napoli, giunto alla sua seconda edizione ed organizzato dall’Ambasciata con la collaborazione del Console onorario di Svizzera a Napoli, Avv. Adriano Aveta, per presentare le attività di Svizzera Turismo e promuovere le relazioni economiche e commerciali con la Regione Campania.
Tutto è pronto in Irlanda ove a Belfast il 31 marzo si inaugura il nuovo museo ispirato al Titanic e a come era la vita all’epoca della sua costruzione, nella cui città il transatlantico venne varato e che rivive oggi attraverso la forma della sfortunata nave. «Un ampio programma di eventi spettacolari – ha detto Carla Rezza dell’Ufficio stampa del turismo irlandese (www.irlanda-travel.com) – sono previsti per commemorare il centesimo anniversario del naufragio del Titanic in programma nel prossimo anno per ricordare e onorare questo momento significativo della storia».
Altrettanto affascinante sarà vivere l’esperienza di alloggiare in qualche vecchio faro di cui l’Irlanda è ricca che si affacciano sull’immenso panorama dell’oceano per chi vuole pace e tranquillità senza però allontanarsi troppo dalle attrazioni cittadine.
Per chi desidera una vacanza con un clima mite, vi è l’isola di Malta così vicina e così ricca di storia. I primi insediamenti sull’arcipelago maltese risalgono al 5000 a.C. lasciandoci in eredità alcuni mirabili esempi di opere architettoniche, come l’ipogeo di Hal Saflieni, risalente al 3600 a.C., unico tempio sotterraneo al mondo. Divenne necropoli in tempi preistorici e dichiarato nell’80 patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. «Le festività religiose come il Natale – ha detto Giulia Gambacciani dell’Ente del turismo maltese (www.visitmalta.com) – sono qui molto sentite. Le famiglie si dedicano ai grandi preparativi per il pranzo di Natale, mentre espongono in vendita su banchetti ai lati delle strade le prelibatezze culinarie più disparate».
«La Croazia – ha detto la dirigente dell’Ente croato per il turismo (www.croazia.hr), Ivona Tokic – a conferma dell’amicizia tra le due capitali: Roma e Zagabria, in occasione delle prossime festività di Natale ha regalato alla città di Roma un grande albero di più di dodici metri che sarà illuminato dall’8 dicembre in Piazza del Campidoglio in perfetto stile zagabrese con 400 sfere e altrettanti specchietti».
La Croazia, la terra delle diversità, ha sempre attratto il turista per la sua moltitudine di isole e le sue incredibili risorse naturali che vengono decantate sin dai tempi antichi. Dante le dedicò alcuni versi affascinato dalle bellezze dell’azzurro del suo mare. La costa croata ha sviluppato infrastrutture tese a soddisfare le esigenze tanto dei turisti in cerca di avventura, quanto di chi pretende un alto livello di comfort, ed è
sempre alla ricerca del massimo equilibrio tra i prezzi proposti e l’alta qualità dell’offerta.
L’Ente nazionale ceco per il turismo (www.turismoceco.it), rappresentato dal Direttore Lubos Rosenberg, propone un Natale ricco di tradizioni, di fede e di magia. «Nelle piazze – dice Zuzana Rolnà, che si occupa dei rapporti con la stampa, – lungo i vicoli, tra le bancarelle, dentro le mura di antichi castelli, nelle chiese, si sente l’aria natalizia con le storie che si tramandano ogni anno. La vigilia di Natale si festeggia con il digiuno di una giornata, si dice che chi digiuna la sera vedrà un porcellino d’oro che porta fortuna. La cena della Vigilia sarà a base di zuppa di pesce e carpa fritta con insalata di patate accompagnata da vino brulè e idromele bollente.
Una passeggiata per Praga significa passeggiare attraverso i secoli; è come sfogliare un manuale della storia dell’architettura europea, dal gotico allo stile floreale e funzionalistico. Nella Repubblica ceca molti luoghi sembrano come se fossero usciti dalle favole; si contano oltre duemila castelli gotici e ville rinascimentali e barocche in cui vengono organizzate serate da ballo a cui si può prendere parte.
L’Austria ora o mai più ! Dice la responsabile del Centro Sud Italia dell’Austria Turismo (www.austria.info), Brigitte Wilhelmer : «Vienna celebra nel 2012 il 150° anniversario della nascita di Gustav Klimt e le offerte non mancano. Due pernottamenti con colazione a buffet in un hotel a 4 stelle, nonché l’utilizzo della Vienna card per circolare gratuitamente e l’ingresso gratuito al Museo Belvedere – dove si potrà ammirare il “bacio” di Gustav Klimt, il genio dello stile liberty – partono da 89 euro a persona.
Viaggiare in Romania è come vivere in un’epoca di altri tempi: città medievale, chiese in legno e monasteri dipinti, fortezze e castelli contrade nascoste tra colline dove il tempo scorre a ritmi ancora lenti. « Irresistibilmente attratta dalla moderna Mitteleuropa ma nel contempo fiera della sua identità culturale di stampo ortodosso e bizantino, la Romania rinnova l’ampiezza del raggio d’azione turistico aprendo lo scrigno dei suoi tesori di insospettata bellezza»: così la nuova Guida Verde del Touring Club Italiano. «La Romania punta per il prossimo biennio sul turismo di qualità – dice Joana Podosu Ciutre dell’Ente nazionale del turismo della Romania (www.romania.it) – con una forte tendenza verso la cultura e le tradizioni. Passi importanti sono stati fatti verso il turismo verde grazie ai fondi europei e nazionali per lo sviluppo dei piccoli centri rurali che dispongono di nuove piste di sci e di innumerevoli piste ciclabili e di parchi di divertimento.»
Il Presidente Adutei, nonché Direttore del turismo sloveno (www.slovenia.info), Gorazd Skrt, ha evidenziato come le terme della Slovenia offrono la possibilità di rivivere regali sensazioni del passato, lo splendore della natura ed il confort delle moderne opportunità per la salute. Le terme, come quelle di Catez, Dobrna, Toplice, Lasko e Lendava, con oltre i diecimila posti letto di diverse categorie offrono un ventaglio di opportunità: attività sportive, intrattenimento, piaceri gastronomici.
Un appuntamento a cui è difficile sottrarsi: vivere l’atmosfera del presepe vivente delle Grotte di Postumia a tre passi da Trieste, che offrono una visione suggestiva e irripetibile con i giochi di luce di stalattiti e stalagmiti che si incontrano lungo i tre chilometri aperti al pubblico. « In Polonia – dice Wioletta Kucner Del Do dell’Ente nazionale polacco per il turismo (www.polonia.travel) – dall’ 8 giugno al 1 luglio 2012 si terrà il Campionato europeo di calcio che attirerà un gran numero di visitatori nelle quattro città nei cui stadi verranno giocate le partite: Varsavia, Breslavia, Danzica e Poznan. » Ben 4.000 laghi sono presenti nella regione di Mazuria che vanta imponenti boschi e fiumi, particolarmente amati dagli appassionati di kajak. La Polonia, il paese di Chopin, appare di notevole interesse per i turisti e le ragioni sono molteplici: la ricchezza del patrimonio naturale, i monumenti storici, il rispetto per la tradizione, il fascino del presente e la grande ospitalità. La modernità, che in questa Nazione si manifesta ad ogni passo, è accompagnata dal pieno rispetto delle tradizioni e delle peculiarità culturali regionali. Si tratta di un paese molto vario dal punto di vista paesaggistico come le montagne dei Carpazi e dei Sudeti, le pianure e gli altopiani che occupano la parte centrale del paese, mentre verso nord si trovano le spiagge sabbiose della costa baltica.
Se si ha voglia di anticipare la primavera le Canarie offrono un Natale all’insegna del sole. Nel mese di dicembre (a informarci è Carla Villalta responsabile dell’ufficio stampa dell’Ente del turismo spagnolo di Roma) non è così insolito poter godere di una giornata in spiaggia, bagno compreso, e di notti tiepide in cui le luci natalizie accese sulle palme creano una atmosfera molto particolare. Da non perdere lo spettacolare presepe di sabbia nella spiaggia di Las Canteras di Gran Canaria. Fino all’8 gennaio si potranno visitare le opere di scultori di otto nazionalità diverse. La superficie del complesso scultoreo è di circa 600 metri quadrati e attualmente si considera la più grande d’Europa.
Vera De Luca

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All’ombra del pino di Posillipo è nata la nuova Famiglia Redaelli – di Prisco

Una giornata splendida per una coppia splendida: sabato 22 ottobre hanno realizzato il loro sogno d’amore i nostri cari amici ingegneri, Sonia di Prisco, collega in giornalismo, e Mauro Redaelli, nella Chiesa di San Luigi Gonzaga in Via Petrarca, matrimonio celebrato dal Parroco p.Vincenzo Tritto sj, che ha anche consegnato la benedizione apostolica di Sua Santità Benedetto XVI e letto il messaggio augurale del Cardinale Crescenzio Sepe Arcivescovo Metropolita di Napoli, il quale ha sottolineato che «la formazione di una nuova famiglia rappresenta una piccola Chiesa domestica, fondata sulla roccia che è Cristo» . Testimoni per lo sposo il fratello Fabio e Diego Di Filippo, per la sposa – in uno splendido abito creato per lei dall’Atelier Colonna – la cugina Monica di Prisco e l’amica carissima Annamaria Cerio. I nostri “ragazzi”, circondati dall’affetto di parenti e amici, sono stati festeggiati con gran calore nella bella cornice del Caruso Roof Garden del Grand Hotel Vesuvio, ove gli invitati, accolti dal responsabile food & beverage, Alberto Luciano e dal maitre, responsabile banchetti, Vincenzo Prota, hanno potuto gustare le prelibatezze dello chef executive Giovanni Marzano coadiuvato dallo chef Luigi Liberti; in particolare la sorpresa di un vesuvio fumante di meringa e gelato ha lasciato tutti a “bocca aperta”!
Gli sposi – dopo una prima notte in una suite del Grand Hotel Vesuvio del lungomare di Napoli – sono partiti per un lungo viaggio che li porterà prima a rilassarsi nelle acque termali della Slovenia, poi alla scoperta della città di Monaco di Baviera, per poi concludersi con una romantica crociera sul bel Danubio blu che toccherà varie città dell’Austria. Ad essi auguriamo tanta felicità, in particolare ai nostri colleghi genitori di Sonia, Vera De Luca e Harry di Prisco vadano i nostri auguri

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La Costa Blanca tra tradizione e innovazione

L’estate è ormai arrivata e con essa la voglia di evadere dalla quotidianità della vita per andarsi a rilassare in località lontane, ma non troppo, per godere appieno delle bellezze che la natura ci offre. E allora giù a sfogliare cataloghi per cercare il luogo della nostra vacanza ideale per tutta la famiglia, sia per i più piccini che per i genitori. Ma dove trovare spiagge incantevoli dove l’acqua è cristallina, il divertimento è assicurato e i prezzi sono alla portata di tutti? Sembra un’impresa impossibile e… invece no! La Costa Blanca con il motto “di tutto un po’” rispecchia proprio queste caratteristiche. La costa spagnola che si affaccia sul Mediterraneo è rinomata per le fortezze e i castelli, molti dei quali di origine saracena. Una terra sotto un cielo azzurro per la maggior parte dell’anno, dove vive un popolo espansivo e cordiale – molto simile a noi – amante delle feste e delle tradizioni.
Per scegliere il proprio itinerario di viaggio è possibile rivolgersi all’Ufficio Spagnolo del Turismo di Roma (www.tourspain.es) e all’Agenzia Valenziana del Turismo (www.comunitatvalenciana.com). Le principali destinazioni sono: Benidorm, Alicante, Javea, Altea ed Elche. Per raggiungere più agevolmente queste località balneari, paradiso per coloro che cercano varietà, esotismo e originalità, c’è la nuova rotta Napoli – Madrid attivata da poco dalla compagnia easyJet. Il collegamento è operativo 3 volte alla settimana (mar. e giov. da Napoli ore 19.40 e da Madrid ore 16.25; sab. da Napoli ore 19.00 e da Madrid ore 15.45) ad un costo competitivo che parte da € 29,99 a tratta, tasse incluse.
Benidorm è stata definita “la città che non dorme mai” per le numerose attrazioni serali tra bar, discoteche e ristoranti: il Benidorm Palace Show offre spettacoli internazionali dove sarà possibile anche cenare. Tutti gli anni la località è visitata da oltre 5 milioni di turisti, per la maggior parte britannici. E dire che negli anni Cinquanta era ancora un piccolo paese di pescatori! Oggi è una grande città piena di grattacieli (se ne contano 325), mentre è in via di completamento il più alto grattacielo residenziale d’Europa, progettato dall’architetto Roberto Perez-Guerras, che raggiungerà l’altezza di 200 metri. Tra gli alberghi più rinomati c’è l’Hotel Barcelò Asia Gardens, che sorge sul pendio della Sierra Cortina a 150 metri sul livello del mare, immerso in una fitta pineta arricchita da giardini con oltre trecento diverse specie di piante che fanno da cornice a sette piscine. Nelle vicinanze vi sono 2 campi da golf nonché i parchi a tema: Terra Mitica, Aqualandia, Mundomar e Terra Natura con più di 1500 specie di animali in cui è possibile nuotare in mezzo agli squali ed alle razze. Oggi Benidorm, nota per il turismo di massa, guarda con attenzione al turismo giovanile, ma anche al turismo “senior”. Negli ultimi anni vanno sempre più aumentando i turisti italiani. Apprendiamo da Juan Delgado Villena del Dipartimento Promozione della Fondazione Turismo di Benidorm della Comunità Valenziana, che nonostante la crisi economica che non ha risparmiato il settore del turismo, le prenotazioni dall’estero sono in aumento con 65.000 pernottamenti di italiani nel corso del 2010. Non molto distante sorge la città di Alicante, l’antica Lucentum con più di tremila anni di storia, che sin da tempi remoti favorì l’insediamento delle principali civilizzazioni del Mediterraneo. Fenici, Greci, Romani e Arabi hanno occupato queste terre alla ricerca di nuove rotte, lasciando tracce del loro passaggio. A dominare il porto si innalza la fortezza di Santa Bàrbara di origine araba anche se gran parte dell’edificio attuale risale al XVI secolo; oggi è adibita a centro congressi e dai suoi bastioni si può ammirare uno stupendo panorama. Ai suoi piedi si sviluppò l’antica città nella quale spicca la chiesa gotica di Santa Maria costruita sulle rovine di una antica moschea.
Tra le feste più famose vi è la Festa dei Falò di San Giovanni del 24 giugno legata a profonde tradizioni popolari. «I monumenti artistici di cartapesta e legno che rappresentano figure e scene della vita quotidiana – ci dice Ana Grau dell’Agenzia valenziana del turismo -, vengono bruciati a mezzanotte nelle piazze di Alicante». Nel Museo de las Hogueras sono esposti i fantocci di cartapesta che sono stati salvati dal fuoco a ricordo di queste significative opere di arte popolare.
L’itinerario che si snoda lungo la Costa Blanca si può anche percorrere in una sola giornata prendendo un auto a noleggio o utilizzando un bus di linea. Per il grande fascino paesaggistico è preferibile suddividere le escursioni in più giornate, visitando con calma i vari centri ben collegati tra loro dall’autostrada a pedaggio A-7 oppure scegliendo la Statale N-332. Una tappa d’obbligo è, poi, Javea a 92 chilometri da Alicante. Situata su una pianura alle pendici del massiccio Montgò. Il centro storico si sviluppò intorno alla chiesa-fortezza in stile gotico di San Bartolomè che difendeva gli abitanti dalle incursioni dei pirati. Nelle vicinanze del porto è sorta la moderna chiesa della Madonna di Loreto il cui soffitto richiama la chiglia di una nave. A ridosso della spiaggia sorge l’albergo della catena pubblica dei Paradores (www.paradores.es), immerso nel verde degli alberi e poco distante dal centro. Qui sarà possibile degustare il menu “Venti Undici”, a base di cucina tradizionale sostenibile, battezzato appunto “20.11” perché costa 20 Euro e 11 centesimi.
Ben 20 sono i chilometri di litorale in cui vi sono varie spiagge e insenature ideali per godersi tutto il sole possibile. La più nota è la cala Granadella, tra i luoghi più noti di tutta la costa. Non molto distante vi è la cittadina di Altea dominata dal campanile e dall’ampia cupola azzurra della chiesa della Virgen del Consuelo. Nella piazza antistante ogni notte c’è un mercato dove vengono venduti prodotti artigianali di qualità. Nelle viuzze laterali sono numerose le botteghe artigiane e gli studi d’arte. Nel mese di agosto si tiene la Festa di San Lorenzo arricchita dai fuochi artificiali, mentre a fine settembre i protagonisti sono i Mori e i Cristiani in onore al patrono San Blas, che termina con la sconfitta dei Mori che vengono respinti simbolicamente in mare.
La cittadina di Elche, terza città della comunità valenciana per numero di abitanti, dove venne rinvenuto il busto iberico della Dama di Elche, vanta ben due Patrimoni UNESCO dell’Umanità: il Palmeto storico e i misteri di Elche. La palma rappresenta l’elemento paesaggistico mediterraneo per eccellenza e ad Elche spicca per bellezza il famoso Huerto del Cura, l’orto botanico in cui è possibile ammirare un curioso capriccio della natura: la palma imperiale, dedicata all’imperatrice Sissi, con i suoi otto tronchi vanta quasi duecento anni di storia. Oggi le palme protette piantate dagli arabi sono più di trecentomila. Per quanto riguarda la rappresentazione liturgica medievale dei “Misteri di Elche” essa si svolge ogni anno il 15 agosto nella Basilica di Santa Maria. Il dramma sacro rappresenta l’unica opera al mondo che si tiene in una chiesa per concessione del Papa Urbano VIII e racconta la Dormizione della Vergine nel primo atto, mentre nel secondo l’Assunzione della Madonna al cielo.
Quale che sia la destinazione nella Costa Blanca il turista si trasformerà ben presto in viaggiatore per diventare poi un gradito ospite che viene accolto come se fosse a casa sua dalla gente del luogo che considera la cortesia come un dovere.
Vera De Luca

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