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Il primo soccorso dentro e fuori l’azienda.

Per quanto riguarda la legge italiana, le aziende devono ormai rispettare degli standard qualitativi di un certo tipo per non incorrere in sanzioni. Tra queste norme ci sono tutte quelle relative alla sicurezza sul lavoro e quelle riguardanti l’addetto al primo soccorso o al controllo sanitario in genere.

Proprio per rispettare queste leggi, si moltiplicano ormai i corsi che sul territorio cercano di supportare le aziende in questo adeguamento. Aziende private ed enti pubblici realizzano corsi di formazione per il primo soccorso dedicati esclusivamente ai dipendenti d’azienda.

Conoscere le norme base del primo soccorso però è importante non solo per i dipendenti di azienda perché obbligati per legge ma è fondamentale anche per tutto il resto della popolazione che può trovarsi in situazioni nelle quali un tempestivo intervento, seppur minimo, può salvare delle vite.

A questo scopo, i primi di maggio, la Croce Rossa Italiana di Mondovì inizierà un corso di primo soccorso rivolto alla popolazione. Tale corso si articolerà in una serie d’incontri che porteranno chiunque a ottenere un livello minimo di preparazione per supportare le persone in particolari momenti di urgenza e per evitare il panico che da queste situazioni potrebbe sorgere. Il corso si dividerà in una parte pratica e in una parte teorica.

Anche per le mamme è importante questo tipo di conoscenze e proprio a questo scopo è nata in provincia di Avellino l’iniziativa “Dal cerotto al 118”, un percorso formativo che educa i bambini e i genitori in merito al primo soccorso.

Lo scopo del corso è aiutare bambini e genitori a intervenire su piccoli traumi e soprattutto riconoscerli per supportare al meglio l’intervento del 118. Anche in questo caso la parte teorica è affiancata da simulazioni concrete di urgenza.

Due iniziative fondamentali per il primo soccorso perché i piccoli e i grandi incidenti possono accadere in ogni momento, anche al di fuori dei luoghi di lavoro, e tutti devono essere pronti per affrontare l’emergenza con la giusta preparazione.

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La sorveglianza sanitaria dei lavoratori autonomi

Il mondo dell’impresa in Italia sta subendo una forte crisi non soltanto economica ma anche di legalità, soprattutto nelle piccole e medio imprese dove molto spesso la semplificazione è sempre fatta dall’imprenditore a prescindere dalla legge.

Ad esempio molto spesso l’assenza di sorveglianza sanitaria è all’ordine del giorno oppure si trovano degli stratagemmi per evitarla. Soprattutto con il mercato del lavoro odierno dove le forme contrattuali e di consulenza sono molto spesso subordinate a delle regole scorciatoia.

A Milano, ad esempio, una sentenza della Corte di Cassazione ha condannato un imprenditore perché non aveva sottoposto a visita medica periodica due titolari di ditte individuali a lui collegate ma che formalmente erano suoi dipendenti e quindi suoi subordinati.

La legge in merito è chiara e prevede che se il lavoratore è subordinato, qualsiasi sia il grado di qualificazione, spetta al datore di lavoro principale la sorveglianza sanitaria. Il Tribunale ha altresì evidenziato che in materia di antinfortunistica un lavoratore subordinato non ha autonomia neanche per quanto riguarda la sorveglianza sanitaria.

I due lavoratori in questione, poi, pur essendo titolari di ditte individuali lavoravano quasi esclusivamente per l’imprenditore imputato. Quest’ultimo ha fatto ricorso principalmente sulla base del fatto che non è stata valutata dal Tribunale la presenza di un contratto d’appalto.

Il ricorso è stato rifiutato e la Corte ha rilevato che l’autonomia dei lavoratori era solo formale perché entrambi erano assoggettati al controllo dell’imprenditore. Non a caso ogni mattina i due lavoratori formalmente autonomi si recavano ogni mattina dall’imprenditore per ricevere istruzione.

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Puntare sulla formazione anche in tempo di crisi

La situazione in cui versa l’Italia negli ultimi mesi è piuttosto problematica, non solo per i lavoratori che stentano ad arrivare allo stipendio successivo con difficoltà ma anche per le piccole e medie imprese che devono garantire ai lavoratori lo stipendio e ai fornitori la chiusura di debiti e servizi.

Questa situazione ha compromesso molte nuove attività e uno degli elementi che rischia di andare in malora la formazione pmi e l’attenzione alla prevenzione e alla sicurezza sul lavoro. Sarà per questo motivo o per la percezione di questo disagio che vivono le aziende nelle regioni d’Italia, che ci sono delle agevolazioni destinate ad alcune imprese.

In Emilia Romagna è stato attivato un accordo con Confindustria, mirato a sostenere la formazione dei dipendenti delle aziende e finanziare lo sviluppo e l’efficienza delle aziende a favore di una produttività efficiente ed ecosostenibile. Si tratta di un finanziamento di duecento mila euro messi a disposizione delle aziende. Questo finanziamento arriva direttamente da Cariromagna di Intesa SanPaolo. L’obiettivo principale resta la formazione e la percezione delle risorse come un valore da far crescere per le aziende.

Mentre in Abruzzo si combatte ancora con lo spettro del terremoto che ha messo in ginocchio l’economia dell’intera regione e che ancora oggi non permette alle aziende di produrre il necessario per una vita sostenibile. Per questo  è stata approvato un decreto fiscale che prevede l’esenzione Irpef, Imu scaglionata in tre rate e tagli significativi sull’energia elettrica delle pmi. Mentre le tasse sono state completamente eliminate sugli immobili colpiti dal terremoto. Queste agevolazioni, seppur minime, dovrebbero per lo meno agevolare una situazione già di per se drammatica.

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Mostra fotografica sul Titanic dal cantiere

Il 14 aprile è una data importante, che ricorda una delle tragedie in mare più terribili accadute in tempo di pace, che ha portato alla morte di oltre dieci mila persone nell’affondamento del transatlantico Titanic.

Quest’anno sono stati ricordati i cento anni dalla tragedia, che nel tempo è stata ricordata tantissime volte con film, libri e documentari per capire gli errori commessi e ricordare una tragedia talmente grave e drammatica per chi l’ha vissuta.

E quest’anno che, come abbiamo detto, ricorre il centenario della tragedia, un evento molto interessante da non perdere è una mostra organizzata a Trieste che racconta il Titanic da un altro punto di vista che può interessarci per avere un’idea di come nel passato erano le condizioni di sicurezza nei cantieri.

Si tratta di una mostra fotografica dove per la prima volta vengono esposte delle fotografie originali scattate da William Walsh che ha realizzato nel cantiere navale di Belfast. Si tratta di un giovane studente che aveva il compito di realizzare un diario dei lavori e testimoniare passo dopo passo l’avanzamento dei lavori.

Chi avrebbe detto che le sue immagini sarebbero diventate una testimonianza importante di quello che stava per accadere in mare. La mostra che si terrà a Trieste fino al 28 aprile 2012 ha un valore molto importante, perché racconta non solo il passaggio da un prodotto dei cantieri navali ad un mito della storia moderna legato ad una tragedia, ma anche un racconto del panorama sociale dell’epoca, delle industrie navali tedesche e inglesi e dell’industrializzazione che nel tempo ha generato cambiamenti sociali importanti.

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I vuoti del test antidroga sulla strada

Un tema che non perde mai la sua attualità è la droga. Che si tratti di spaccio su strada, o distribuzione tra i giovani, la droga è un argomento di grande interesse e attualità ogni giorno, anche quando si parla di sport o intrattenimento. La droga è un triste ritornello che non smette di essere popolare.

Il mondo del lavoro non è da meno, anche le aziende in alcuni casi si trovano davanti alla necessità di sottoporre i propri dipendenti a un test antidroga, soprattutto quando si tratta di lavori che possono essere pericolosi per il prossimo.

I lavoratori che si trovano a contatto con il cliente oppure a maggior ragione i lavoratori che si trovano a dover operare su macchinari specializzati oppure  sui camion.

A tale proposito il tema della sicurezza sulle strade legato all’impossibilità di avere un controllo certo con dei test antidroga sicuri, è un argomento molto interessante che merita un approfondimento.

Ne è scaturita una polemica, legata alla circolare 300 del marzo 2012 relativa al test anti droga effettuato con un prelievo di saliva. Questo metodo non sembrerebbe utile e soprattutto sufficiente ad avvalorare il test tanto importante con un metodo tanto semplice. Troppe sono le variabili di cui si dovrebbe tenere conto e che invece, con un solo prelievo di saliva dal conducente di un automezzo, non sembrano tenute nella giusta considerazione.

Si ritiene necessaria un analisi più approfondita che al momento non è presa in considerazione lasciando allo sbando una situazione che mette a rischio moltissime vite sulle strade. Non ci si riferisce soltanto alle stragi del sabato sera, ma anche ai possibili incidenti che possono avvenire durante gli orari di lavoro.

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Considerare l’alcool come un problema sul lavoro

L’Italia è uno dei principali paesi al mondo dove si produce e si esporta vino, ma nel nostro paese c’è anche una cultura del bere molto forte durante i pasti che non è paragonabile a molti altri paesi del mondo.

Molto spesso, però, soprattutto nelle giovani generazioni l’alcool e l’ubriachezza possono diventare un vero problema come dimostrano i numeri test alcolimetrici cui vengono sottoposti i giovani guidatori e non solo durante il week end. Il rischio di superare il limite è sempre in agguato e anche in questo caso è necessario che le campagne di sensibilizzazione diventino uno strumento importante.

Il posto di lavoro, purtroppo, non è esente da questo rischio e può accadere che alcuni lavoratori si trovino in condizioni non adeguate per sostenere le loro mansioni. Parliamo di alcool, di sostanze psicotrope e stupefacenti.

Il medico competente è tenuto per legge a eseguire controlli anche in questa direzione perché è evidente che i rischi dovuti a lavoratori ubriachi o drogati sul posto di lavoro possono essere rilevanti. Se si pensa che un operaio di un cantiere potrebbe salire su un ponteggio senza essere del tutto lucido, è evidente che il rischio di un incidente è maggiore.

La legge in merito a questo problema, quindi, cerca di essere molto chiara e precisa è inserisce questo tipo di controllo all’interno del più ampio testo dedicato alla sicurezza sul lavoro. Stress correlato, carenti condizioni di sicurezza non solo le uniche problematiche a cui si deve far fronte perché anche i problemi personali del lavoratore devono essere sotto controllo.

L’alcool molto spesso è una conseguenza di un malessere ed è importante che il lavoratore sia monitorato da un punto di vista fisico e psicologico. Un controllo non adeguato di questo tipo di problemi potrebbe comportare danni all’azienda, al lavoratore stesso ma anche ai suoi colleghi.

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La sicurezza nei cantieri dall’interno e dall’esterno

Negli ultimi mesi gli incidenti avvenuti nei cantieri sono tornati a riempire le pagine dei giornali, e non solo, hanno anche fatto capolino su twitter, luogo eletto dai vip di casa nostra a social network preferito. Il perché è legato agli incidenti avvenuti in Italia durante il montaggio dei palchi per i concerti di Lorenzo Jovanotti e Laura Pausini, dove hanno trovato la morte due giovani operai.

La sicurezza nei cantieri dunque è un tema sempre drammaticamente attuale, per questo è un bene quando le aziende si occupano attivamente della prevenzione e istituiscono la figura di un coordinatore della sicurezza in cantiere. Per questo abbiamo preso due notizie interessanti da sud a nord per mostrare come l’attenzione alla sicurezza nei cantieri deve venire sì dall’esterno, come nel caso di Napoli, ma anche dall’interno, come nel caso di Bolzano.

Entriamo nel dettaglio: a Napoli un video amatoriale ha portato alla denuncia di una situazione di pericolosità importante in un cantiere in centro città. Nessuna norma di sicurezza e nessun intervento da parte di vigili presenti nella zona. Il video, invece è una dimostrazione di come la sensibilità a un problema che riguarda tutti da vicino, si sta allertando anche nelle persone che semplicemente passano di lì. Una denuncia di questo tipo può salvare delle vite in un cantiere, migliorare le condizioni di lavoro e denunciare dei datori di lavoro o dei lavoratori incoscienti e noncuranti dei rischi sul lavoro.

Da Bolzano invece arriva una lista di controlli da fare periodicamente per garantire la sicurezza nei cantieri. Una vera e propria checklist, così la chiamano gli ideatori, con quattordici paragrafi per il coordinamento delle attività di sicurezza per i lavoratori. Uno sguardo all’interno dunque, per la sicurezza sul lavoro.

Questi due esempi sono un esempio di come uno sguardo positivo alla sicurezza si sta muovendo, ora speriamo che i numeri diano dei risultati.

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Un calcio alla sicurezza da parte del governo.

I provvedimenti di semplificazione dell’attuale governo stanno toccando diversi campi, tra i quali c’è anche il mondo il lavoro. La sicurezza nei cantieri, i corsi di sicurezza per il lavoratori e tutte le misure che dovrebbero combattere gli incidenti non dovrebbero però diventare materiali di semplificazione. Semplificazione, infatti, molto spesso e soprattutto in Italia si traduce con superficialità e con leggerezza.

Il provvedimento di cui si parla è quello che permette alle imprese italiane una riduzione dei controlli in materia di sicurezza del lavoro se possiedono una certificazione di qualità. Le forze sindacali e alcune partiti politici sono partiti all’attacco e hanno condannato questa misura, ritenendo che questa semplificazione non porterebbe a una riduzione dei controlli ma a una loro soppressione.

Questa misura accorpando la sicurezza sul lavoro a un generico certificato di qualità non garantirebbe i lavoratori. Le certificazioni di qualità cui fa riferimento il decreto sono infatti relative a controlli di qualità in generale e non specificamente relativi alla sicurezza dei luoghi di lavoro.

Anche l’unico operaio sopravvissuto all’incendio della Thyseen Krupp si scaglia contro il decreto soprattutto a proposito del passaggio che parla di collaborazione amichevole con i soggetti controllati per far si che non avvengano situazioni irregolari.

Questo decreto e questo approccio al problema potrebbero causare un brusco arresto alla lotta contro gli incidenti sul lavoro. Non si può semplificare quando si parla della vita dei lavoratori e non si possono semplificare delle leggi che dovrebbero garantire sicurezza.

L’unica speranza è che le pressioni producano risultati e riportino la situazione alla normalità.

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Un servizio di cultura per le pmi

Gli obiettivi delle aziende non sono mai solamente rivolti all’esterno, per la creazione del business di successo, ma riguardano anche l’interno dell’azienda, perchè le dinamiche interne e le relazioni all’interno dell’azienda sono delle variabili importantissime che il datore di lavoro deve tener conto.

Così laddove la multiculturalità è un dato di fatto, soprattutto nelle medie e grandi imprese del nord est italia, i servizi per pmi vengono personalizzati sulle necessità interne delle aziende. E’ da questo principio di incontro e voglia di integrazione che nasce il progetto FA.RE.

Il progetto FA.RE nasce a Reggio Emilia sulla base della necessità reale delle aziende di creare un clima di cooperazione e incontro culturale tra dipendenti di nazionalità e culture diverse. L’obiettivo è la formazione di due dipendenti in qualità di facilitatore delle relazioni interculturali.

Sembra strano? No, in realtà è un grande punto di incontro tra azienda e lavoratori, un servizio che deve diventare utile ad altre aziende, come servizio per pmi, al fine di rendere le relazioni tra dipendenti e tra dipendenti e la dirigenza un ponte di comunicazione utile a rendere l’ambiente di lavoro più sostenibile per tutti.

La diversità culture del resto non deve essere percepita come un ostacolo, ma come un’opportunità di crescita e arricchimento anche per l’azienda. Di converso, ignorare le diversità culturali può generare malcontento, incomprensioni e scontri all’interno del posto di lavoro anche a discapito della qualità del lavoro.

Alcuni imprenditori hanno già istituito all’interno della propria azienda la figura del facilitatore culturale per facilitare, per l’appunto, la comunicazione tra gruppi di lavoratori italiani e gruppi multietnici. Ovviamente, questa figura, ci tengono a precisare, non va a interferire con la struttura gerarchica dell’azienda, ma serve esclusivamente da ponte nelle relazioni sociali interne al luogo di lavoro per migliorare la comunicazione anche sul fronte del linguaggio e dei termini tecnici.

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I cantieri della metro C e la sicurezza

Il progetto della metro C è diventato un incubo per la città di Roma. Doveva essere un grande progetto di rilancio della città, del trasporto pubblico e della rivalutazione di moltissimi quartieri della città che con l’arrivo della terza linea della metropolitana avrebbero ottenuto non solo un servizio fondamentale per la popolazione residente ma anche un apprezzamento notevole delle case. Infatti i prezzi delle case in questa metropoli oscillano anche grazie alla presenza o meno dei mezzi pubblici su rotaia come la metropolitana.

Invece, come spesso accade in Italia, e Roma ne è la degna capitale, il progetto della metro C è diventato ben presto un teatro degli orrori, anche e soprattutto riguardo alla sicurezza nei cantieri.

Le condizioni di lavoro alle quali sono stati costretti gli operai, hanno generato un’indagine avvalorata da inchieste e video per dimostrare la situazione ai limiti della decenza umana.

Operai prelevati direttamente dalla Romania, atterrati a Fiumicino e costretti a orari di lavoro notturni per coprire la presenza di operai non specializzati e non autorizzati all’interno dei cantieri. Oltre al fatto che di notte, i controlli non sono così frequenti, se non del tutto assenti.

Così, i grandi, costosi e scomodi cantieri della metro C, non solo hanno messo in ginocchio la vivibilità, già resa molto complessa dall’enormità della metropoli, ma hanno portato alla luce uno scempio di illegalità legata alla sicurezza sul lavoro.

La denuncia di questa situazione indecente arriva dalla Fillea Ggil, che hanno aperto un vero e proprio dossier non solo sulle condizioni di sicurezza nei cantieri ma anche sul lavoro nero. Infatti dal dossier emerge come nei cantieri della metro C sono stati visti operai cinesi con il badge per lavorare, ma privi di ogni tipo di formazione per poter operare all’interno di un cantiere di questo tipo.

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Lo stress sul lavoro si tinge di rosa

Uno studio dell’Osservatorio nazionale per la salute della donna emergono dei dati che al mondo femminile sono ben noti dal momento che vengono vissuti sulla pelle giorno dopo giorno.

Da quanto emerso dallo studio dell’ONDA le donne rappresentano la fetta più ampia di soggetti che subiscono i sintomi dello stress da lavoro, sintomi che poi lasciano ricadere sulla qualità della vita privata con crisi di pianto e irritabilità.

Gli uomini da parte loro non sono meno soggetti allo stress, ma lo affrontano in modo diverso, non trovando più nella famiglia un porto sicuro dove trovare consolazione e rifugiandosi nella tecnologia.

Ma è l’ambito femminile che ci interessa, perché le donne subiscono fonti di stress enormi sul lavoro, dove la competitività, la frustrazione e la bassa retribuzione sono gli elementi che determinano maggiore disagio nel mondo del lavoro al femminile.

L’attenzione posta a questo studio ci permette di leggere con altri occhi la notizia relativa alla dichiarazione della garante dell’infanzia della toscana in merito alla necessità di dare maggiore attenzione allo stress correlato al lavoro degli operatori del settore infanzia e adolescenza, che nella maggior parte dei casi sono per l’appunto donne.

Il carico di lavoro e di stress può portare a dei problemi molto seri, per questo, sostiene Grazia Sestini in qualità di garante dell’infanzia e dell’adolescenza, certi temi come lo stress e la mole di lavoro ai quali sono costretti i lavoratori possono mettere a rischio la qualità del lavoro e la sicurezza dei bambini. Per questo, sostiene, affrontare questi temi in tribunale quando ormai il danno è stato fatto non deve essere giustificabile. La prevenzione e la presa di coscienza di una situazione a rischio deve portare ad una soluzione preventiva che assicuri condizioni di lavoro ottimali per i dipendenti e sicurezza per gli utenti.

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Cantieri edili protagonisti in tutta Italia

Mentre in tutta Italia i giornali e le TV non fanno altro che parlare del mal tempo, fuori da ogni coinvolgimento dei mezzi di comunicazione l’attenzione verso la sicurezza nei cantieri edili si è intensificata su tutto il territorio nazionale.

Da nord a sud i finanziamenti alla sicurezza, i controlli e le denunce non sono mancate, dalla Liguria che ha previsto l’utilizzo di quasi 150 mila euro per la messa in sicurezza dei cantieri.  Si tratta di un finanziamento al quale possono accedere le piccole e medie imprese. Mentre in Emilia Romagna, a Sassuolo in particolare, si stanno preparando sul fronte della formazione sulla sicurezza sul lavoro diretta alla Scuola Edili.

Infatti, l’obiettivo del corso è quello di aggiornare sulle modifiche della normativa entrate in vigore a partire dal 26 gennaio 2012,  modifiche che gli imprenditori e i lavori devono conoscere per sapere esattamente come muoversi in caso di necessità.

Scendendo a sud invece la cronaca parla di arresti e denunce. Le forze dell’ordine hanno provveduto a controlli mirati sulla sicurezza in cantiere e questi controlli hanno portato ad arresti sia in Campania che in Sicilia.

In Campania, nel dettaglio a Vietri sul Mare, i Carabinieri hanno arrestato tre persone per il lavoro sommerso e violazione delle norme di sicurezza nel luogo di lavoro nel cantiere edile dove gli operai stavano lavorando per la realizzazione di un parcheggio. Oltre agli arresti i responsabili del cantiere sono anche stati multati per poco meno di 10.000 euro.

In Sicilia invece la situazione è stata leggermente diversa perché ad essere arrestati sono state quattro persone che però con il cantiere non centravano niente! Infatti si sono introdotti nel cantiere e hanno rubato dell’alluminio dal cantiere.

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I rischi elettrici nei cantieri edili

Ogni diritto e ogni normativa che ne puo’ conseguire vanno rispettati e vanno soprattuto comunicati nel modo piu’ opportuno, con chiarezza e senza ambiguita’.

Quando si parla dei luoghi di lavoro, della sicurezza nei cantieri edili e della prevenzione degli incendi, poi, gli attori in gioco sono molti ed e’ necessario che tutti siano a conoscenza delle norme.

Anche le istituzioni e gli enti locali sono delle realta’ che si devono impegnare per la formazione e la comunicazione relativa alla sicurezza dei luoghi di lavoro. In Lombardia, ad esempio, la Regione e la ASL di Milano hanno pubblicato un quaderno tecnico dedicato alla sicurezza dei cantieri e in particolare ai controlli fondamentali per la riduzione del rischio elettrico.

Questo quaderno e’ rivolto ai datori di lavoro e ai responsabili per la sicurezza delle aziende e fornisce nello specifico una lista di controllo per la sicurezza elettrica nelle aziende. Fotografie e schemi illustrano tutte le modifiche non consentite all’interno dei cantieri e mostrano quali sono i materiali piu’ idonei. Un sistema questo che semplifica la memorizzazione delle informazioni e ne facilita’ la comprensione.

All’interno di questo strumento informativo e d’informazione viene sottolineata la necessita’ di controllare continuamente l’integrita’ e l’idoneita’ degli impianti anche in base al carico di lavoro sopportato, alle sollecitazioni e alle condizioni atmosferiche nel quale e’ inserito. Eccessive vibrazioni, surriscaldamenti o altre cause potrebbero provocare guasti elettrici e di conseguenza corto circuiti e incendi se gli impianti elettrici non sono a norma.

Nel quaderno vengono inoltre illustrati i diversi rischi che si possono correre in cantiere a causa della corrente elettrica. Non solo l’integrita’ e l’idoneita’ degli impianti e’ un fattore determinante ma anche l’organizzazione e la gestione della sicurezza. Continue verifiche, adeguamenti di legge e una continua formazione e informazione nei confronti dei lavoratori sono elementi imprescindibili per un cantiere sicuro.

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Dai Bar alle nostre tavole, la nostra salute e’ sempre a rischio

La domanda che nasce spontanea e’ come si possa risolvere un problema come quello dell’igiene e della sicurezza alimentare se con un ritorno all’antico oppure con controlli serrati e frequenti all’inverosimile. Non e’ comprensibile che si debba parlare anche di problemi legati all’igiene alimentare nei bar, nei ristoranti e in tanti locali pubblici.

I casi di cronaca e i sequestri ormai si moltiplicano e la fine dell’anno appena concluso registra diversi casi tra cui uno ha dello straordinario. Il bar dell’ospedale pediatrico Meyer a Firenze e’ stato chiuso dai Nas con l’aggravante di essere di un ospedale pediatrico. Il motivo e’ stata la presenza di mosche sugli alimenti, ragnatele, alimenti scaduti, sporcizia diffusa, sacchi dell’immondizia accanto ai panini in preparazioni e frigoriferi sporchi.

Il fatto poi e’ abbastanza comico se si analizzano i fatti. Il controllo del bar era stato richiesto dagli stessi gestori che volevano mettere i bastoni tra le ruote al nuovo chiosco aperto in concorrenza con il bar. Risultato: il chiosco e’ stato trovato perfettamente in regola mentre il bar e’ stato chiuso.

Dai banchi del bar alle nostre tavole i rischi alimentari sono sempre dietro l’angolo. Qualche giorno fa, infatti, in provincia di Frosinone si e’ ripresentato il problema delle mozzarelle blu. In un supermercato della zona sono state sequestrate delle mozzarelle che sarebbero con molta probabilita’ di provenienza estera.

L‘alterazione dei formaggi sequestrati potrebbe essere dovuta a diverse cause, ma al momento non sono state ancora comunicati gli esiti delle analisi. La Polizia ha allertato i consumatori chiedendo maggiore attenzione verso questo tipo di prodotti. E’ d’obbligo controllare sempre la data di scadenza e sopratutto verificare l’aspetto dei formaggi. Ad ogni sospetto e’ bene chiamare sempre il 113.

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I botti di capodanno: un pericolo per uomini e animali

Durante le festività di fine anno e soprattutto a Capodanno è facile che la guardia si abbassi e i rischi per la sicurezza delle persone siano in crescita.

Essere preparati a tutti pericoli con corsi per addetti antincendio o corsi di primo soccorso può aiutare anche fuori l’orario di lavoro.

I corsi che molto spesso sono tenuti in azienda dedicati alla prevenzione degli incendi, ad esempio, possono fornire delle nozioni utili che ci possono aiutare anche in situazioni di pericolo extra-lavorative. Il capodanno, poi, con i rischi dovuti ai cosiddetti botti, aumenta i rischi e i pericoli che ci circondano.

Ogni anno, e quello passato non è stato da meno, sono state sequestrate in tutta Italia tonnellate di fuochi d’artificio illegali che potrebbero causare incendi e danni fisici importanti alle persone che li usano. Una corretta prevenzione, processi di sensibilizzazione e un monitoraggio delle attività illegali sono sempre necessari.

Lo scorso capodanno, poi, anche molte amministrazioni comunali hanno deciso di vietare i botti nel corso dei festeggiamenti di fine anno per porre un limite normativo laddove la civiltà del cittadino molto spesso non arriva.

Da nord a sud i diversi comuni con modalità diverse hanno vietato la vendita e l’utilizzo di fuochi pirotecnici, mortaretti e petardi. Alcune amministrazioni hanno esteso i divieti a tutta la città mentre altre hanno limitato il divieto alle zone più centrali e di maggior assembramento in occasione dei festeggiamenti.

Il rischio dell’utilizzo eccessivo di questi botti non è solo per la salute delle persone ma anche per quella degli animali. Gli animali domestici, infatti, sono terrorizzati dai botti di fine anno e molti di loro possono perdere la vita per la paura. Si spera che siano sempre maggiori i casi di persone che rinunciano ai botti illegali in favore di più semplici e sicuri modi per divertirsi.

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Misure antincendio: proroghe e nuove misure

I fatti di cronaca che si ripetono ci insegnano che su alcuni aspetti come la sicurezza nei luoghi pubblici e nei luoghi di lavoro e’ necessario intervenire per tempo con nuove misure o con una stretta sui controlli.

I regolamenti in vigore in tema di antincendio e di formazione per prevenire gli incendi sono stati adeguati con un decreto dello scorso anno. Il nuovo provvedimento prevede diverse novita’ e soprattutto l’adeguamento di alcune attivita’ alle nuove norme.

Le attivita’ sono state divise in tre categorie. La categoria A e’ relativa alle attivita’ di limitata complessita’ che dovranno semplicemente presentare una certificata corredata dalla dichiarazione di un tecnico. Non sara’ piu’ necessario, quindi, il parere delle vigili del fuoco.

La seconda categoria e’ relativa alle attivita’ che hanno un livello di complessita’ maggiore e rispettano le stesse regole della categoria A. Per le prime due categorie i controlli verranno effettuati a campione entro sessanta giorni dal ricevimento della certificazione.

La categoria C e’ relativa invece a quelle attivita’ con un livello di complessita’ elevato. In questo caso solo dopo il controllo che avverra’ entro 60 giorni dalla dichiarazione sara’ rilasciata la certificazione di prevenzione incendi. I nuovi certificati avranno validita’ da cinque a dieci anni in base al grado di pericolosita’ dell’attivita’.

Per quanto riguarda invece le attivita’ alberghiere il decreto Milleproroghe 2012 ha spostato la data di adeguamento al 31 dicembre 2012. Le strutture con oltre 25 posti letto potranno avere piu’ tempo per adeguarsi e non compromettere l’attivita’ in corso. Le strutture da adeguare sono stimate in oltre diecimila e distribuite in tutto il territorio nazionale. La proroga sara’ concessa solo a quelle strutture che hanno gia’ avviato e non completato gli adeguamenti previsti nella legge.

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Conoscenza e tracciabilita’ dei prodotti ittici

Le festivita’ sono passate ma i problemi e i rischi per le nostre tavole sono sempre in agguato, soprattutto quando si parla di prodotti alimentari e ittici in particolare. Analizzare l’igiene degli alimenti e’ un dovere delle autorita’ e degli enti competenti e sopratutto e’ un diritto dei consumatori che quotidianamente spendono soldi acquistando prodotti alimentari.

Il commercio di pesce dall’estero e’ ormai una realta’ quotidiana in Italia e purtroppo i rischi sono molti perche’ non sempre questo pesce e’ tracciato e tracciabile. E’ possibile poi che le prime vittime di questi commerci possano essere i rivenditori ittici ed ecco che alcuni corsi di formazione vengono in loro soccorso e in soccorso dei pescatori.

La camera di commercio di Campobasso in collabrorazione con Federcopesca Molise sta organizzando dei corsi di formazione dedicatai alla sicreuzza e all’igiene degli alimenti ittici. Corsi che possono facilitare non solo una maggiore sicurezza nell’importazione ma portano anch un maggiore controllo sui prodotti nostrani.

I corsi sono cinque e hanno l’obiettivo di dare a pescatori e titolari di imprese ittiche una serie di conoscenza e competenze per permettere loro di rispettare i regolamenti della Comunita’ europea.

Le competenze di questi corsi sono volte a dare una maggiore garanzia sui prodotti immessi sul mercato e registrare tutti i prodotti. Inoltre i corsi permettono di individuare i punti di criticita’ delle imprese del settore e intervenire di conseguenza con i controlli necessari.

Un’iniziativa lodevole da parte degli enti coinvolti, che permette di aiutare l’imprenditoria di questo settore a rispettare le regole e a capire dove possono esere i loro errori. Imprese piu’ consapevoli e attente si traducono in un maggior controllo del mercato e una migliore qualita’ dei prodotti venduti.

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La sicurezza nei cantieri a vantaggio delle aziende

Sono sempre numerose le operazioni messe in atto dai diversi attori in gioco per garantire che le norme per la sicurezza sul lavoro siano sempre rispettate. La sicurezza in cantiere, ad esempio, è sempre all’ordine del giorno perché non è possibile permettere che si verifichino nuovi incidenti.

In Emilia Romagna, proprio in questi giorni, continuano i lavori della Consulta regionale dell’edilizia che cerca di mettere ordine e sicurezza nei cantieri edili. La consulta è costituita da sindacati e organi professionali del mondo delle costruzioni.

Tra i principali obiettivi di questa consulta c’è il kit per la certificazione di qualità per le opere pubbliche e l’utilizzo del sistema Repac, registrazione presenze autorizzate in cantiere. Questo sistema permette alle imprese edili di registrare le presenze all’interno dei cantieri, aumentando il controllo su di essi.

L’adozione di questo sistema permetterebbe alle imprese di costruzione di avere uno sconto sul premio assicurativo INAIL. Con questo sistema meritocratico si cerca di sostenere l’adozione del Repac così da avere un maggiore controllo sugli accessi e maggiori benefici per le aziende.

Questo sistema è un vero e proprio strumento di prevenzione perché la sua adozione non favorisce manodopera illegale e orari di lavoro insostenibili, garantendo la registrazione di tutti gli accessi al cantiere. Il Repac quindi ha la funzione di monitorare e tutelare le condizioni dei luoghi di lavoro.

Il vantaggio nell’utilizzo di questo sistema è quindi doppio. Da una parte i cantieri saranno più controllati e monitorati, con una maggiore attenzione alle condizioni di sicurezza. Dall’altro le aziende che adotteranno tale strumento potranno usufruire di vantaggi economici derivanti dallo sconto sul premio INAIL.

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Occhio al cibo sulle nostre tavole

Le festività sono sempre l’occasione migliore per gli italiani per sedersi intorno alla tavola, stare con amici e parenti e mangiare in compagnia dei piatti prelibati e fatti in casa.

È noto però da tempo che questo periodo è anche l’occasione per immettere nel mercato degli alimenti non proprio sani che possono avere dei problemi di contraffazione e non essere freschi, ecco perché è necessario da parte delle autorità analizzare l’igiene degli alimenti che vengono messi sul mercato.

Il pesce ritenuto fresco è uno degli alimenti non a norma d’igiene che più spesso viene immesso in circolazione in questo mese dell’anno perché è il periodo dove si registra una maggiore richiesta e un maggiore consumo. In questi mesi di festività, infatti, si verificano diversi casi di sequestri di pesce contaminato come è accaduto ad esempio nella provincia di Bari.

Sono state quasi cinquanta le tonnellate di pesce sequestrato che stava per essere immesso in commercio. Un giro di affari che raggiunge quasi il mezzo milione di euro. Crostacei dei tropici che venivano fatti passare per prodotti locali oppure filetti di pesce vietnamita sempre passati per prodotti locali.

Oltre alle numerose operazioni di congelamento e decongelamento, l’altro grosso pericolo per questo tipo di cibi è un parassita che si annida nel fegato dei pesci e che può provocare dei problemi alla salute dell’uomo, soprattutto se il pesce viene consumato da crudo. Nel corso dell’operazione sono state denunciate più di dieci persone, accusate di frode alimentare.

Questo caso è solo uno dei tanti che in questo periodo è stato oggetto di cronaca e si spera che la guardia sia sempre alta da parte delle autorità per evitare che tali cibi contaminati non raggiungano mai le nostre tavole.

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La musica delle morti bianche non cambia

La cronaca questa settimana ha incontrato il mondo dello show business, e ha puntato i riflettori su un settore di lavoro fatto di operai specializzati e una tragica fatalità. Infatti è proprio di tragica fatalità che parlano in queste ore i giornali, di ricerca di cause dove la formazione sulla sicurezza sul lavoro sembra non avere nulla a che fare.
Stiamo parlando del grave incidente avvenuto a Triste durante il montaggio del palco per il concerto di Lorenzo Jovanotti, dove un operaio di appena vent’anni ha perso tragicamente la vita schiacciato dalle lamiere della struttura che ha ceduto.
Insieme a lui sono rimasti feriti anche altri operai, tecnici specializzati, che nelle parole dello stesso Lorenzo Jovanotti sono parte integrante del team. Le polemiche non certo mancate, a partire dall’occasionalità del lavoro, dalla paga misera della giovane vittima e delle condizioni di lavoro.
Sui social network lo stesso Lorenzo Jovanotti si è sentito preso in causa e ha voluto dire la sua, parlare di quanto l’attenzione alla sicurezza del lavoro dei tecnici specializzati sia una priorità, di come i team di lavoro per il montaggio dei palchi sia fatto da professionisti capaci e competenti e da gruppi locali di supporto per il montaggio delle strutture.
Uno di questi lavoratori del team territoriale ha perso la vita. Ma la causa qual è? E le responsabilità? E’ possibile che si debba concludere sempre con la frase “è una tragica fatalità”? Le polemiche non si fermeranno ancora per molto, ma dal lato umano la percezione della tragedia è stata fortissima, non solo per la famiglia che ha appreso del tragico evento subito fuori dal Palatrieste ma anche dal cantante che scosso da questa tragedia ha deciso di annullare tutte le date del tour.
I social network sono stati protagonisti di uno scambio di messaggi di solidarietà da un lato e sconforto per quanto accaduto dall’altro. Ora non resta che fare chiarezza sulle motivazioni e sulle responsabilità di quanto è accaduto e chiedersi se poteva essere evitato, se le norme sulla sicurezza sul lavoro sono state rispettate e se in futuro dovremmo ancora trovarci a parlare di giovani operai morti sul lavoro.

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Non c’e’ tempo per dimenticare le morti bianche

Nel nostro paese sono diversi anni ormai che sentiamo parlare di morti bianche e incidenti sul lavoro e sempre piu’ spesso sembra che la colpa sia di dirigenti non sempre scrupolosi.

Mantenere i luoghi di lavori sicuri, avere una efficace prevenzione degli incendi e garantire la salute dei lavoratori e’ un dovere dei titolari e dirigenti d’azienda e sopratutto e’ un diritto primario dei lavoratori. Dopotutto non e’ una scelta di vita scegliere di lavorare, tantomeno nei cantieri, quindi farlo nella garanzia di una sicurezza e’ vitale per il lavoratore.

In merito a questo tema ricorre in questi giorni il quarto anniversario di una delle pagine piu’ buie e tristi dell’Italia e del mondo del lavoro, l’incendio all’azienda Thyssenkrupp che ha causato la morte di sette operai.

Un incidente questo che poteva essere evitato se l’attenzione alla sicurezza fosse stata scrupolosa e sopratutto se chi dirigeva tale azienda avesse rispettato la legge e la vita delle persone.
Per fortuna a livello processuale sembra che giustizia sia stata fatta con la condanna esemplare dei dirigenti coinvolti. Il ricordo delle vittime pero’ non puo’ svanire e il 6 dicembre scorso la citta’ di Torino ha ricordato i sette operai uccisi.

Familiari, istituzioni, vigili del fuoco e forze dell’ordine hanno partecipato ad un corteo discreto che ha attraversato i viali del cimitero monumentale di Torino dove gli operai sono stati sepolti. Il corteo ha raggiunto le tombe e la targa in memoria di quella tragica notte.
Sono tragedie difficili da dimenticare e anche se giustizia e’ stata fatta, non ci deve essere mai i l tempo dell’oblio. Eventi tragici di una tale portata devono servire da monito per tutti e devono essere un esempio da non ripetere in un paese civile.

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Sicurezza alimentare a rischio

L’Italia e’ un paese dove il cibo e’ all’ordine del giorno, tutti parlano di ricette, tutti sono buone forchette e tutti amano i prodotti di qualita’. Gli operatori del settore pero’ vivono tempi duri tra controlli haccp, la formazione che deve essere continua e il rispetto di tutte le altre norme relative agli esercizi commerciali.

Insomma un po’ per una clientela esigente e un po’ per la legge, gli operatori del settore alimentare non dormono mai sonni tranquilli.
La cronaca poi non aiuta, e i cittadini sono sempre allertati e preoccupati dalle condizioni igieniche dei locali.

A Parma, ad esempio negli ultimi tempi e’ stato scoperto che il cinquanta per cento dei locali non rispetta le norme igienico-sanitarie.
L’allarme proviene dal reparto Igiene Alimenti della Asl di Parma che nei diversi controlli effettuati con le forze dell’ordine ha appurato che le condizioni igieniche di molti locali sono scarse, che la rintracciabilita’ degli alimenti e’ in alcuni casi assente e che la loro conservazione e’ molto spesso lasciata al caso.

I diversi controlli nei locali della zona hanno portato a multe dovuta ad esempio a mancanza di manuale di autocontrollo, a pessima conservazioni degli alimenti, conservati nei bagni dei locali controllati.
Il quadro generale e’ poi aggravato dallo scarso rispetto della legge anche in altre materie. Alcuni bar infatti avevano occupato il suolo pubblico senza autorizzazione e in altri casi i titolari dei locali avevano dei precedenti penali.

La situazione quindi non e’ delle piu’ rosee e i controlli degli ultimi tempi hanno portato multe, sospensioni e addirittura chiusure sopratutto per carenze igienico-sanitarie. I cittadini non sono al sicuro quando mangiano e quando acquistano i prodotti alimentari e questi fatti di cronaca lo dimostrano continuamente.

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