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Scienza e Tecnologia

Come evitare il surriscaldamento del computer

Quando il computer è acceso quasi tutti i suoi componenti elettronici si riscaldano e in alcuni casi possono surriscaldarsi e danneggiarsi.

L’esposizione costante alle alte temperature può causare gravi danni alle componenti della scheda madre. Il surriscaldamento può quindi distruggere e ridurre la durata dei componenti all’interno del computer.

Il principale vantaggio di mantenere il computer “fresco” è quindi quello di aiutarti a evitare costose riparazioni in futuro

Ecco un elenco di modi per mantenere fresco il tuo PC:

SPEGNI IL COMPUTER QUANDO NON VIENE UTILIZZATO

Un computer continua a produrre calore finché è in esecuzione, anche quando non lo si utilizza.

Anche a modalità “ibernazione” non va bene, poiché lascia il disco in rotazione riducendo la vita della stesso. Anche per  solo poco tempo di inattività, ad esempio per la pausa pranzo, spegni il computer.

PULISCI REGOLARMENTE IL COMPUTER

È essenziale pulire regolarmente il computer, in particolare le ventole di raffreddamento.

Le ventole collegate all’interno del case del computer vengono utilizzate per il raffreddamento attivo del computer. Nel tempo, polvere e sporco possono accumularsi in questi ventilatori. Lo sporco accumulato può rallentare o, nel peggiore dei casi, impedire alle ventole di funzionare.

Se le ventole non riescono a espellere l’aria calda abbastanza velocemente, alcune parti interne alla fine si surriscaldano.

Per pulire la ventola di raffreddamento segui questi passi:

1) Spegni il computer e scollega i cavi dalla presa elettrica;
2) Apri il case togliendo le viti con un cacciavite;
3) Pulisci la ventola utilizzando un compressore ad aria compressa (quelli che si usano per gonfiare i pneumatici) tenendoti a una distanza adeguata dalla ventola in modo che il getto non soffi troppo forte contro di essa (provalo prima sulla tua mano per misurarne la potenza), facendo attenzione a tenere la ventola ferma con le dita, un’eccessiva rotazione in un solo verso danneggerebbe irrimediabilmente la Bronzina (o Cuscinetto di rotazione) della ventola stessa

Raccomandazioni importanti:

1) non spruzzare, non versare liquidi e non inserire oggetti direttamente nelle parti del computer.
2) Non usare le bombolette ad aria compressa. Nelle bombolette non c’è veramente aria compressa come il nome suggerisce, ma composti chimici liquidi che si trasformano in gas all’uscita dalla bomboletta.

Già che ci sei puoi prendere in considerazione di pulire anche monitor, tastiera e mouse. Il tuo computer te ne sarà certamente grato.

NON LIMITARE IL FLUSSO D’ARIA ATTORNO AL COMPUTER

Prima di tutto assicurati di collocare il computer in una stanza in grado di fornire sempre un flusso d’aria sufficiente sollevandolo da terra almeno di 30 cm, altrimenti si crea l’effetto “aspirapolvere”.

Ricorda che il PC non deve trovarsi accanto ad altri oggetti che impediscono la circolazione dell’aria, come pareti, mobili o altri elettrodomestici. Dovrebbero esserci almeno due o tre pollici di spazio su entrambi i lati del case.

Poiché la maggior parte dell’aria calda esce dalla presa d’aria sul retro del case del computer, questa parte dovrebbe essere completamente chiara e aperta.

È importante che la posizione fisica non contribuisca ulteriormente al calore del computer.

Accertati che il PC non sia posizionato nelle vicinanze di un forno, un frigorifero, apparecchi di cottura e altre cose che possono soffiare aria calda o trasferire calore nel sistema del computer.

Se la stanza in cui si trova non corrisponde a questi requisiti, prendi in considerazione di spostare il computer in un ambiente più fresco e pulito. Una stanza climatizzata è l’ideale.

USA IL COMPUTER CON LA CUSTODIA CHIUSA

Sembrerebbe logico tenere aperto il case mentre il computer è in esecuzione per mantenerlo più fresco. Non è forse vero?

Non lo è.

Il problema è che sporcizia e polvere si possono accumulare e ostruire più rapidamente le ventole del computer quando il case viene aperto. Ciò può causare il rallentamento o la rottura delle ventole stesse.

VALUTA DI INSTALLARE UNA VENTOLA SUPPLEMENTARE

Questa piccola ventola può essere collegata alla parte anteriore o posteriore del case del computer.

Esistono due tipi di ventole: una in grado di aspirare aria più fresca nella custodia e una in grado di espellere l’aria calda dalla custodia. L’installazione è un ottimo modo per raffreddare il tuo computer.

CAMBIA LA VENTOLA PER LA CPU

La CPU è il componente più importante all’interno del computer. Quando si eseguono applicazioni impegnative, la CPU e la scheda grafica si surriscaldano.

Prendi in considerazione l’acquisto di una ventola per la CPU di alta qualità e più grande in grado di mantenere la temperatura della CPU più bassa rispetto alla ventola CPU pre-installata sul tuo computer.

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Etica e Società

L’igiene degli abiti da lavoro

L’igiene è un aspetto di fondamentale importanza per quel che riguarda l’abbigliamento da lavoro, che in particolar modo in alcuni ambiti lavorativi potrebbero diventare un ricettacolo di microbi.

Nella maggior parte dei casi il lavaggio di questi indumenti viene eseguito da ditte esterne specializzate nell’igienizzazione delle divise da lavoro, ma ci sono casi in cui lo si può fare anche da soli, utilizzando una normale lavatrice avendo comunque cura di non lavarli insieme agli altri indumenti e di utilizzare detergenti che abbiano anche una funzione antibatterica che garantisca un livello di pulizia più profondo e accurato, soprattutto nel caso di indumenti che vengono utilizzati in particolari ambienti ad esempio quello della ristorazione o quello medico-sanitario.

Oltre a sicurezza personale, spesso gli indumenti da lavoro servono anche a garantire la massima igiene sul posto di lavoro, ad esempio quando parliamo del settore della ristorazione.

Non per niente, cuochi, barman e camerieri nella maggior parte dei casi svolgono la loro attività in divisa, con l’aggiunta di cuffiette, camici e guanti per chi lavora a contatto con il cibo nelle fasi di preparazione. Il tutto, nel rispetto delle basilari norme igienico sanitarie previste per il settore della preparazione degli alimenti che andranno serviti al pubblico.

Dalle grandi mense aziendali o scolastiche fino ad arrivare al ristorante di quartiere, un abbigliamento adeguato per chi lavora in cucina a contatto con il cibo è obbligatorio e regolato da una serie di normative di legge.

Nel settore sanitario e ospedaliero, più che in tanti altri, è di fondamentale importanza la questione igienica, in quanto si è sempre a contatto con i degenti e spesso le spore e i batteri si attaccano ai tessuti e vengono trasportati dentro e fuori dagli ospedali, con conseguenti rischi sia per i degenti che per il personale.

Nel caso in cui non si utilizzino i lavaggi industriali, infatti, è necessario prestare particolare attenzione alla pulizia e al lavaggio degli indumenti da lavoro, avendo cura di utilizzare il pre-lavaggio e speciali prodotti battericidi come ad esempio il Napisan, per citarne uno. Anche il lavaggio a secco è un metodo di lavaggio altamente disinfettante che può essere utilizzato per questo tipo di indumento.

Certo, la cosa migliore sarebbe sterilizzare gli indumenti con lavaggi a 100 gradi, che assicura un’igienizzazione completa pur rispettando i tessuti. Per effettuare questa sterilizzazione bisogna necessariamente lavare gli indumenti in lavanderia, specificando il tipo di lavaggio richiesto.

Articolo offerto da La Bottega del Camice, abiti da lavoro brescia.

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Etica e Società

Divise da lavoro e loro significato

Sono molte le professioni che richiedono divise da lavoro di tipo specialistico, adeguate all’attività che si sta svolgendo.

Parliamo ad esempio del personale che lavora presso le fabbriche o le industrie, le professioni nel settore medico-sanitario, la ristorazione e tanto altro ancora: sono sempre di più infatti i settori in cui si decide di vestire il proprio personale in divisa, a cominciare dalle catene di negozi che richiedono, se non proprio una divisa, un abbigliamento particolare al proprio personale.

O all’industria alimentare che richiede mascherina, cuffietta, camice e guanti. Oppure al personale ospedaliero che ha bisogno di un abbigliamento speciale dalla testa ai piedi.

L’abbigliamento da lavoro è un tipo di indumento preposto allo svolgimento di una determinata attività e va quindi indossato prima di lavorare e tolto prima di lasciare il posto di lavoro. Solitamente chi lavora in divisa dovrebbe anche evitare di indossare troppi effetti personali come orologio e gioielli qualsiasi altra cosa che potrebbe essere di impedimento per il normale svolgimento delle attività lavorative.

È anche importante occuparsi della pulizia e dell’ordine del proprio abbigliamento da lavoro, esattamente come se si trattasse dei nostri abiti di ogni giorno. Anche i piccoli dettagli, infatti, vanno a vantaggio dell’immagine dell’azienda per cui si lavora e in questo caso il rispetto è d’obbligo.

Inoltre, adeguati capi di abbigliamento da lavoro possono anche essere utili nella prevenzione di eventuali incidenti, soprattutto per determinate categorie di lavoratori, ad esempio gli operai, che indossano accessori e indumenti antinfortunistici come caschi, mascherine, guanti speciali, scarpe rinforzate.

Anche l’igiene è un aspetto di fondamentale importanza per quel che riguarda l’abbigliamento da lavoro, che in particolar modo in alcuni ambiti lavorativi potrebbero diventare un ricettacolo di microbi.

L’abbigliamento da lavoro ha origine nell’ambiente industriale e in altre categorie lavorative, dove vengono impiegate persone per il lavoro all’aria aperta, ad esempio gli operatori ecologici, oppure nelle mense, dove è comunque richiesto un abbigliamento particolare.

Indipendentemente dall’attività lavorativa svolta, gli indumenti da lavoro hanno il comune denominatore della sicurezza. In alcuni settori industriali, come ad esempio l’industria, l’abito da lavoro è uno standard e un must per qualsiasi persona lavori all’interno di una determinata azienda.

Questa esigenza deriva naturalmente dal tipo di lavoro svolto: nelle industrie infatti gli operai sono spesso a contatto con materiali che possono sporcare, lasciare odori sgradevoli o essere in ogni modo dannosi o pericolosi per la salute, che si tratti di liquidi bollenti o di acidi, o dei prodotti chimici che spesso vengono utilizzati anche nell’industria alimentare.

Solitamente in questo settore lavorativo l’abbigliamento da lavoro è realizzato in cotone, nella maggior parte dei casi con colorazione blu, e con una trama particolarmente resistente in modo da non sfibrarsi a causa dei ripetuti lavaggi energici spesso ad alte temperature.

Ovviamente i capi di abbigliamento da lavoro non vengono utilizzati solo nel settore industriale privato ma in qualsiasi attività lavorativa dove si trattano materiali particolari o si svolgono lavori fisicamente impegnativi, basta pensare agli operai che lavorano per la creazione del manto stradale di strade e autostrade o chi si occupa di smaltimento di rifiuti.

Oltre a sicurezza personale, spesso gli indumenti da lavoro servono anche a garantire la massima igiene sul posto di lavoro, ad esempio quando parliamo del settore della ristorazione e delle aziende ospedaliere.

Gli ospedali (sia le strutture pubbliche che quelle private),le cliniche, i laboratori di analisi e tutti i luoghi di lavoro del settore sanitario prevedono l’utilizzo da parte del personale di un abbigliamento adeguato, che serve in primo luogo come segno di riconoscimento sia per le varie persone che vi lavorano, che spesso non sono poche, sia per i fruitori del servizio, che sanno identificare senza problemi un camice bianco.

Articolo offerto da La Bottega del Camice, divise da lavoro Brescia.

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Etica e Società

La storia dell’abbigliamento

L’abbigliamento nasce in tempi preistorici per rispondere a esigenze di tipo utilitaristico. Esso protegge il corpo umano dai pericoli dell’ambiente: sia agenti atmosferici (freddo, pioggia, sole..), sia insetti, sostanze tossiche, armi e altri rischi alla sicurezza personale.

Tutti gli scavi finora effettuati che hanno portato al rinvenimento di oggetti e resti fossili risalenti al Paleolitico (da circa 2,5 milioni a 11-10.000 anni fa) non hanno portato alla luce elementi che possano dimostrare con sicurezza l’utilizzo di oggetti di abbigliamento da parte di ominidi in quel periodo.

Il ritrovamento di rudimentali strumenti in pietra, realizzati con la tecnica della pietra scheggiata, atti con ogni probabilità alla trasformazione delle pelli in indumenti, ha però portato molti antropologi a sostenere che già 18.000 anni fa (periodo Magdaleniano), e forse anche prima, gli uomini utilizzassero pelli per coprirsi.

In questo contesto la ragione fondamentale per cui gli esseri umani cominciarono a lavorare le pelli, per poi indossarle, è da ricercarsi nella necessità di coprire il corpo, nudo e più fragile rispetto ad altri animali, dalle intemperie. Non sono comunque da sottovalutare altri fattori.

Tra questi occorre citare la funzione simbolica dell’abbigliamento: indossare la pelle di un altro animale era equivalente a identificarsi con esso, oltre a dimostrare la propria forza, con cui si era ucciso lo stesso. Con ogni probabilità l’introduzione delle pelli per coprire il corpo ha un legame anche con delle forme primitive di pudore.

Questo contravviene alcune teorie secondo le quali il senso del pudore sia stata una condizione psicologica dettata dall’abbigliamento: essendo gli altri appartenenti alle comunità primitive coperti, l’uomo nudo percepiva la propria diversità dalla norma ed era portato ad equipararsi agli altri per non essere “escluso”.

L’adozione di forme di abbigliamento agli albori della civiltà umana è quindi dovuta sia ad un fattore funzionale (protezione del corpo) sia a fattori di altra natura (simbolici, religiosi, psicologici, ecc.).

Durante gli ultimi millenni dell’Età della pietra l’utilizzo di pelli di animali per coprirsi si diffuse tra gli uomini. Una vera e propria rivoluzione nel costume avvenne nel momento in cui si diffuse tra le civiltà preistoriche la lavorazione dei tessuti, che spesso garantivano maggiore protezione dal freddo e una maggiore reperibilità.

La nascita della tessitura, avvenuta intorno al VI-V millennio, portò ad una notevole crescita dell’uso delle vesti, che venivano tessute anche grazie ai primi telai, che apparvero proprio nel Neolitico, anche se erano assai rudimentali. La filatura e la tessitura furono introdotte nel mondo antico grazie agli strumenti, che gli uomini preistorici iniziarono ad utilizzare intorno al 4500 a.C.

Nel Mondo antico l’abbigliamento era costituito esclusivamente da oggetti filati di tessuto, e l’utilizzo di pelli di animale fu ben presto superato nella maggior parte delle comunità già a partire dal I millennio a.C. I tessuti utilizzati variano a seconda del luogo: ad esempio in Cina era assai sviluppata la produzione della seta, in India la canapa ed il cotone ed in Egitto il lino.

In Europa occorre ricordare come i Fenici furono i primi a praticare la tintura dei tessuti, grazie alla scoperta del pigmento della porpora, ricavato dall’essiccazione del murice.

A questo punto dell’evoluzione umana l’abbigliamento non era più visto esclusivamente come metodo per proteggersi da intemperie o altri agenti esterni, ma costituiva soprattutto un simbolo di appartenenza ad un gruppo (economico, religioso, politico, ecc.). I popoli mediterranei consideravano la porpora un bene di lusso ed i Fenici ottennero grossi guadagni vendendola alle altre popolazioni. Tra gli altri tessuti utilizzati nel mondo antico ricordiamo il cotone, la lana e il bisso.

L’Impero Romano con la sua grande espansione venne in contatto con gli usi ed i costumi di molte popolazioni, dalle quali importò l’utilizzo di alcuni tessuti per il vestiario quotidiano o riservato ai più ricchi. Vengono così confezionati abiti come la toga, la tunica ed il pallio.

Dopo Roma la filatura e la tessitura di seta, lino e lana diventano comuni a gran parte delle comunità europee, in particolare quella Bizantina, grazie ai suoi rapporti privilegiati (data la collocazione geografica) con l’Oriente. Di queste tre fibre tessili la più diffusa in questo periodo fu certamente la lana, sia per ragioni economiche (l’allevamento di ovini era abbastanza diffuso) che funzionali (alta capacità termica della stessa).

Lo sviluppo del settore tessile conosce un fermento, almeno per quanto riguarda l’Europa, a partire dai primi secoli del I millennio d.C., grazie soprattutto ad una rinascita degli scambi commerciali sia tra le nazioni sia tra Oriente ed Occidente. In Italia l’importazione di tessuti era uno dei fattori che produssero più ricchezza per le repubbliche marinare, anche se assunse un certo rilievo anche il commercio interno, soprattutto per rifornire le città più ricche (Firenze, Palermo, Lucca, ecc.).

L’abbigliamento di lusso o comunque con materiali pregiati rimase appannaggio delle classi nobiliari, delle corti di re e imperatori e dei ceti più abbienti (grandi commercianti, banchieri, ecc.). La qualità generale delle vesti comunque aumenta anche per le fasce di popolazione meno agiate, anche grazie all’adozione di strumenti che permettono una maggiore precisione nella sartoria: il ditale, gli aghi d’acciaio, le forbici a lame incrociate.

Lo sviluppo dell’abbigliamento era andato di pari passo con quello della tecnologia tessile, in particolare con lo sviluppo dei telai: nel 1790, nell’ambito della Rivoluzione industriale, Joseph-Marie Jacquard inventa l’omonimo telaio, che permette di aumentare sia la precisione sia la velocità di produzione dei tessuti.

L’evoluzione tecnologica si estende anche ai filatoi: tutto ciò attribuisce il primato nell’industria tessile ai paesi che per primi sono investiti dal fenomeno della rivoluzione industriale, tra tutti l’Inghilterra. Il mercato del vestiario conosce una crescita continua: la produzione tessile si meccanicizza e razionalizza assumendo notevoli dimensioni, rendendo l’industria dell’abbigliamento la più sviluppata del periodo.

Tra le fine del Settecento e l’Ottocento l’industria tessile è in grado di soddisfare le richieste, oltre che delle classi più abbienti, anche della media e bassa borghesia. Durante il XIX secolo cominciano ad apparire quei tipi di vestiti che sono utilizzati ancora oggi: aderenti al corpo, con le maniche, leggeri o pesanti, con stoffe prevalentemente scure.

Il miglioramento delle condizioni igieniche, assieme a quelle economiche, permette ad una buona parte della popolazione europea e nord-americana di indossare la biancheria. Il 1842 è un’altra data fondamentale: John J. Greenough brevetta la macchina per cucire, con la quale gli indumenti possono essere confezionati con grande velocità, ed il risparmio di denaro che ne deriva fa sì che la produzione può assumere dimensioni ancora più vaste.

L’industria dell’abbigliamento può adesso realizzare la produzione in serie dei vestiti, favorendo la creazione di centri industriali tessili e di grandi magazzini per la vendita dei loro prodotti. Successivamente, sia nell’Ottocento che nel secolo successivo, il perfezionamento della macchina per cucire permetterà di meccanizzare anche altre operazioni (ricamo, soprafilo, rammendo, cucitura dei bottoni, ecc.).

L’abbigliamento conobbe, nel XX secolo, una evoluzione straordinaria, ed una espansione produttiva e tecnologica senza pari. I due conflitti mondiali, ed i relativi dopoguerra, portano, dapprima, la crisi economica in molte nazioni: i materiali pregiati diventano appannaggio di pochissimi, mentre si diffondono quelli di recupero (lana riciclata, sughero per le scarpe).

In seguito, con il miglioramento della situazione economica, si ha un sempre maggiore sviluppo dell’industria del vestiario, che introduce, oltre ad una grandissima scelta di nuovi prodotti (busti, tailleur, gonne, jeans, tute da sport tanto per citarne alcuni) anche la scelta di nuovi materiali frutto della tecnologia come le fibre artificiali e sintetiche, meno costose e adattabili a situazioni diverse (tecnofibra).

Articolo offerto da La Bottega del Camice, abbigliamento professionale Brescia.

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Etica e Società

Storia del ricamo

Il ricamo ha origini antichissime e si distingue in:

– Ricamo bianco, così detto anche se eseguito con fili colorati, per la biancheria personale e da casa.
– Ricamo fantasia, in cui viene sfruttato ogni tipo di materiale: seta, lana, cordoncino, lustrino, ecc.
– Ricamo in colore, per ottenere effetti suggestivi.
– Su tela, a fili contati.
– In oro, per parati e tessuti importanti, con seta e oror, molto in rilievo e resistente, per paramenti e arazzi.
– Ricami a riporto, che si ottengono con l’applicazione di tessuti diversi da quello del fondo per ottenere un dato disegno.
– ricamo ad arazzo, uno dei più antichi, a fili contati, che riproduce scene di caccia, di ambienti familiari o soggetti sacri.
– ricamo lamellato, molto delicato, per il quale si usa un ago piatto a 2 buchi.
– ricamo in metallo, per bandiere, gagliardetti e altre applicazioni di carattere militare.

Vi sono poi il ricamo umbro, a colori, quello persiano, fastoso e ricco, il ricamo a giorno, a bandiera, a intaglio e tanti altri.

Il ricamo rappresentava il modo più semplice per impreziosire e personalizzare i capi d’abbigliamento indossati da personaggi di grande risalto politico o religioso, aumentandone così dignità e prestigio.
In Italia, e precisamente in Sicilia, questa arte inizia intorno all’anno mille, durante il dominio dei Saraceni, che vi introducono laboratori di tessitura e di ricamo, rispettivamente Thiraz e Rakam, dai quali escono manti cerimoniali di grande pregio. La parola ricamo, infatti, deriva dal lemma arabo raqm (racam) che significa “segno, disegno”.

La Chiesa assegna al ricamo il compito di edificazione religiosa. Il materiale che il Medioevo offriva per i soggetti era inesauribile, le figure del Vecchio e del Nuovo Testamento e la crescente schiera di Santi presentava un’infinita abbondanza di avvenimenti interessanti e meravigliosi. Dal Medioevo fino al XVI secolo inoltrato, i ricami sono sovente portatori di tradizioni popolari e di poesia, ma anche di leggende profondamente radicate nell’animo dei popoli.

Durante il regno dei Normanni, in particolare di Ruggero II, la maestria dei ricamatori e tessitori è tale che i loro manufatti sono degni di Papi e Imperatori. I motivi ornamentali sono, in quell’epoca, ancora limitati a pochi elementi fitomorfi (albero della vita, giglio) e zoomorfi (grifoni, pappagalli, aquile), resi in maniera schematica ed essenziale.

Ci rimane, quale monumentale testimonianza, il Mantello da incoronazione del Sacro Romano Impero, ricamato con oro e perle, con un motivo di cammelli assaliti da leoni tigrati, a specchio, separati da una palma da datteri, simbolo dell’albero della vita. Fu ordinato nel 1133 e fu portato a termine nel 1134; ora è conservato nel Kurstgeveben Museum di Vienna. Molto probabilmente la tecnica e i decori sono stati portati presso le altre maggiori corti della Penisola dalle stesse maestranze arabo-sicule, costrette a fuggire sulla fine del secolo XIII a seguito della rivoluzione dei Vespri.

La moda dei ricami coinvolge le “nobili et virtuose donne” europee, che continuano a trovare in quest’arte un modo materiale e spirituale di evadere dalla quotidianità familiare. A Venezia si occupa di ricamo persino suor Arcangela Tarabotti, la scrittrice femminista ante litteram.

Si diffondono ovunque gli Istituti di religiose che accolgono giovinette abbandonate per insegnare loro un mestiere, di ricamatrice o merlettaia, e per aiutarle poi, anche con l’apporto di una dote messa da parte in anni di lavoro all’interno del collegio, ad inserirsi degnamente in società.

In Francia la riorganizzazione dell’Arti e dell’Artigianato determinata dall’accorta politica di Jean Baptiste Colbert, ministro di Luigi XIV, riunisce in un unico luogo, dov’era esistita la Manifattura d’Arazzi di Gobelins, tutti i laboratori destinati a produrre soltanto per il re. Sotto la direzione del pittore Le Brun, dal 1663, una équipe di artisti rinomati, tra cui scultori, architetti, ebanisti, incisori, tessitori e ricamatori, vengono riuniti nella “Grande Fabrique” per creare gli arredi dei sontuosi interni ed il guardaroba personale del loro sovrano.

Nel Settecento si assiste addirittura ad un aumento di ricami, anche se forse meno rilevati e spessi.

Viene usato prevalentemente per l’abbigliamento maschile, “camiciole” e “velade” si arricchiscono di bassorilievi auro-serici lungo le bottonerie e sui bottoni, attorno alle tasche, a sottolineare gli orli degli scolli, gli spacchi, risvolti, sui paramani delle maniche sagomate. Sono per lo più fiori, di tutte le tipologie, a mazzi, a tralci a ghirlande, intrecciati a nastri, nodi d’amore, nappe, conchiglie e piume.

Articolo offerto da La Bottega del Camice, abbigliamento da lavoro Brescia.

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Le calze come status symbol nella storia

Le calze vengono usate dall’uomo sin dai tempi antichi, non solo per proteggere il piede o tenerlo più comodo ma come elemento di attrazione e distinzione sociale.

La loro storia risale addirittura alla civiltà egizia, dove la nobiltà ne faceva sfoggio. E sappiamo che durante l’impero romano erano molto apprezzati e diffusi dei calzini corti fatti di tessuto di lana.

Nel Medioevo vi fu una vera e propria rivoluzione nell’abbigliamento maschile: vide la luce la calzamaglia da uomo. Questa era ben lontana dalle calze maglie attuali da donna, infatti era confezionata con tessuti pesanti preziosi dai colori sgargianti.

Le calze erano parte integrante dell’abbigliamento e non un indumento intimo. La calza era per lo più solata con la punta a volte lunghissima, imbottita di crine per evitare che si piegasse sotto il piede. In Italia tuttavia non si arrivò agli eccessi della Francia, dove questa sorta di calzature, chiamate alla “poulaines”, avevano punte esageratamente lunghe da doverle reggere con un cordoncino fissato al ginocchio.

Questa moda fu di nuovo sostituita con il ritorno all’uso dei calzettoni lunghi e delle brache fino al tempo della Rivoluzione francese quando le brache si trasformarono in calzoni attillati che arrivavano fino al ginocchio, abbinati a delle calze. In questo periodo i colori andarono via smorzandosi.

Solo nel 1400 la calza diventò uso comune per le donne che le iniziarono a utilizzarle sotto i vestiti per il freddo.

Il vero e proprio cambiamento nella storia della calza è avvenuto con la rivoluzione industriale in Inghilterra e con quella politica in Francia; queste due nazioni sono sicuramente state, in tempi moderni, delle protagoniste della moda e dell’estetica. Infatti è in queste due nazioni che la calza, usata prima come protagonista dell’abbigliamento maschile, comincia ad essere coperta dai pantaloni e limitarsi ad occhieggiare da sotto al risvolto inferiore.

Nel 1589 in Inghilterra fu costruito il primo telaio per produrre le calze in quantità industriale. Le calze dunque in quella epoca erano considerate indumento status symbol per persone di alto livello sociale, ma con la diffusione del telaio in America le calze divennero presto un indumento accessibile a tutti. Iniziò il primo businnes delle calze.

Solo nel 1938 con la scoperta della fibra di naylon da parte di Wallace Carothers si diede impulso alla massiccia produzione di calze.

Negli anni ’50 iniziò la produzione delle calze da donna, sia velate che colorate, ma l’imposizione delle gonne ancora sotto al ginocchio non dettero la notorietà che le calze avrebbero già dovuto avere. Con gli anni ’60 l’azienda americana Du Pont lanciò sul mercato la calza di Lycra, che iniziò a diffondersi dopo il 1965, quando, insieme all’avvento della minigonna rappresentò una svolta per la moda femminile.

Attualmente la funzione della calza è quella di proteggere il piede dalla frizione con la scarpa e dal freddo. Per questi motivi i tessuti più adatti tra i quali scegliere le calze e con i quali confezionare questi indumenti sono sicuramente il cotone, la lana e il cachemire.

Infatti, questi materiali, permettono una migliore traspirazione della pelle e mantengono basso il livello di sudorazione e surriscaldamento del piede. Vi sono poi le calze di seta, più raffinate ma meno pratiche e più costose.

Anche se seminascosta dal pantalone o dalla gonna lunga, la calza ha comunque la sua importanza nell’impatto estetico perché aggiunge una nota di colore che va ad aggiungersi a quelle che conferiscono gli altri capi di abbigliamento.

Consigli per le calze da uomo: tranne casi eccezionali, legati all’abbigliamento esclusivamente sportivo, la calza va portata sempre lunga, a coprire il polpaccio. Un altro errore di ordine estetico da evitare è quello di indossare calze bianche (tranne che d’estate ed esclusivamente sotto pantaloni bianchi).

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Etica e Società

La storia degli Hotel in Italia

È molto difficile attribuire una data certa alla nascita dei primi hotel in Italia. Sappiamo attraverso scritti che delle prime strutture di accoglienza nacquero durante importanti manifestazioni sportive e religiose risalenti all’età classica.

Sono giunti a noi documenti più dettagliati e descrittivi dei primi “Hotel a Roma” sviluppati lungo le Vie consolari che servivano a fornire vitto, alloggio e un ricovero per i cavalli.

Si dovevano mostrare al loro interno scarni ed essenziali, gestiti da persone che molto spesso non godevano di un ottima fama e provenivano dai ceti più bassi della società. Il bere troppo diffuso e il vizio del gioco, portarono nell’alto Medioevo queste taverne ad un grande declino e solamente nel basso medioevo, con la nascita delle prime Hosterie si ebbe una ripresa di questo tipo di attività.

Fino ai primi del settecento, veniva spesso preferita soprattutto dagli alti ranghi della società l’ospitalità privata, poi con l’intensificarsi degli scambi commerciali e del commercio, divenne necessario sviluppare una vera e propria industria alberghiera atta a dare accoglienza ad una clientela più eterogenea dovuta a un turismo in grande espansione.

Il turismo di massa si e affermato in Italia alla fine degli anni ’50 favorendo l’uniformazione dei modelli culturali delle diverse classi sociali e determinando una nuova trama, più completa e complessa, del tessuto sociale. Per la prima volta anche le classi più deboli disposero di tempo libero, con la possibilita’ di occuparlo in vacanze organizzate che ricalcavano gli schemi dei servizi fino ad allora riservati al turismo d’élite.

Negli anni ‘6O del Novecento il “boom economico” italiano e il riassetto finanziario di molti Paesi europei, finalmente usciti dalle devastazioni causate dalla seconda guerra mondiale, coincise con un rinnovato interesse per la nostra penisola.

Scandinavi, inglesi, francesi, svizzeri, americani e tanti giapponesi affollarono l’Italia, che agli occhi del visitatore sembrava un’immensa pinacoteca, un unico museo con testimonianze archeologiche e reperti di tutti i secoli, un’enorme fonte termale, un formidabile ventaglio di colorite tradizioni, e così via.

Con la presenza di tanti stranieri cominciarono a circolare il marco tedesco, il dollaro americano e molte altre valute, definite nel loro insieme “valuta forte”.

In quegli anni si registrarono l’avanzamento della societa tecnologica, l’aumento dei consumi, la crescita del reddito nazionale.

Da allora il turismo ha fatto registrare una crescita costante nel movimento dei viaggiatori, negli arrivi alle frontiere, nelle presenze negli esercizi alberghieri ed extralbeghieri.

Padana Emmedue, lavanderia industriale con oltre 50 anni di esperienza nel noleggio biancheria, è in grado di offrire un servizio puntuale, 7 giorni su 7, per hotel, centri benessere e ristoranti delle province di Brescia, Verona, Bergamo, Milano, Mantova e Piacenza.

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Scienza e Tecnologia

A cosa servono le linee vita?

Lo scopo di un sistema anticaduta é quello di consentire che il lavoro da svolgere ad alta quota sia eseguito in sicurezza.

Nei lavori in quota, dove i lavoratori sono esposti a rischi particolarmente elevati per la loro salute e sicurezza, in particolare a rischi di caduta dall’alto, e quando il dislivello è maggiore di quello imposto dalla legislazione vigente (2 mt), devono essere adottate misure di protezione collettive (parapetti, ponteggi, impalcature, reti, ecc), in mancanza di queste e/o per eliminare rischi residui occorre utilizzare Dispositivi di Protezione Individuale combinati con ancoraggi singoli o linee vita rigide o flessibili che siano. Come previsto dal D.L. 81 del 9 aprile 2008 art. 115.

Nei lavori in quota si è esposti a rischi, sia di caduta dall’alto o strettamente legati ad essa, sia di natura diversa in relazione alla attività specifica da svolgere e che procurano morte o lesioni corporali o danni alla salute.

Si individuano le seguenti tipologie:

1.Rischio prevalente di caduta a seguito di cadute dall’alto.

2.Rischio conseguente alla caduta derivante da:
a)Oscillazione del corpo con urto contro ostacoli (effetto pendolo)
b)Sollecitazioni trasmesse dall’imbragatura sul corpo al momento dell’arresto della
caduta
c)Tempo di permanenza in sospensione inerte al dispositivo di arresto caduta.

3. Rischio connesso al DPI anticaduta:
a)Non perfetta adattabilità del DPI
b)Intralcio ai movimenti provocato dal DPI
c)Rischio di inciampo su parti del DPI.

4. Rischi innescanti la caduta:
a)Poca aderenza delle calzature
b)Vertigini
c)Abbagliamento
d)Scarsa visibilità
e)Colpo di calore
f)Repentino abbassamento della temperatura

5. Rischi specifici dell’attività lavorativa:
a)Natura meccanica (urti, tagli, caduta di oggetti, ecc)
b)Natura termica (scintille, fiamme libere, ecc)
c)Natura chimica
d)Natura elettrica

6. Rischi di natura atmosferica:
a)Vento
b)Pioggia
c)Ghiaccio o neve sul piano di calpestio

Le tipologie di caduta considerate sono:

1. Caduta libera. Distanza di caduta, prima che il sistema di arresto inizi a prendere carico, è superiore ai 0,6 mt, sia in caduta verticale che in caduta inclinata dove non sia possibile camminare senza l’aiuto di un corrimano. La caduta libera massima consentita è comunque comunque contenuta in mt 1,5 mt contenuta in mt 1,5 mt. Naturalmente lo spazio di arresto potrà essere superiore determinato dalla tipologia degli assorbitori, dall’allungamento fisico/meccanico del sistema sollecitato.

2. Caduta libera limitata. Come sopra ma da 0 a 0,6 mt.

3. Caduta contenuta. Spazio percorso non in caduta libera ma in fase di rallentamento/arresto per intervento dei sistemi di assorbimento di energia. Non oltre i 0,6 mt.

4. Caduta totalmente prevenuta. Situazione in cui non si può cadere per un sistema di trattenuta che impedisce all’operatore di raggiungere la zona a rischio.

La “linea vita” è normalmente costituita da un insieme di ancoraggi e funi orizzontali in acciaio che consente a più operatori di agganciarsi con mezzi di protezione individuale e di lavorare su coperture edili con un’ampia libertà di movimenti in completa sicurezza.

È necessario realizzare uno studio preliminare in funzione delle tipologie di coperture affidando l’installazione di quanto serve solo a personale qualificato.

Alla Misa Srl siamo specializzati in manutenzione e ispezione di Sistemi Anticaduta. Progettazione, collaudo e manutenzione di Linee Vita. Revisione di Imbracature e DPI Anticaduta.

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Etica e Società

Storia del matrimonio

Sposarsi al giorno d’oggi non è una cosa facile. Spesso, nel rapporto matrimoniale, non è sufficiente l’amore reciproco ma assumono notevole importanza circostanze economiche, che, in ogni caso, costituiscono la base della pianificazione familiare.

Ma, per conoscere a fondo tutti gli aspetti del matrimonio può essere interessante andare indietro nel tempo e capire cosa è cambiato nel corso degli anni.

La parola matrimonio deriva dal latino matrimonium che ha per radice mater (madre). Nell’antica Roma, il matrimonio era un’istituzione fondata sul diritto naturale, definita come unione sessuale di un uomo e di una donna.

In una prima fase, presupponeva la sottomissione della donna all’autorità (manus) dell’uomo: questa forma di matrimonio, cum manu, riconosceva all’uomo, nei confronti della moglie, un potere analogo a quello esercitato sui figli e sugli schiavi.

Successivamente, al matrimonio cum manu subentrò il matrimonio sine manu, fondamentalmente libero e basato sul consenso degli sposi. Dal fatto che il matrimonio non si basi più su unione fisica ma sul consenso, derivano alcune importanti conseguenze, tra cui la legittimazione del divorzio, sia consensuale sia su iniziativa di uno dei due coniugi.

Nel passato si riteneva che il matrimonio fosse uno strumento per il marito per assoggettare la moglie al suo controllo: Infatti, la donna nel momento in cui si sposava, veniva considerata di proprietà del marito. E fu con il diritto romano che il matrimonio venne cominciò ad essere considerato un libero accordo tra due persone che decidono di vivere insieme.

La situazione cambiò poi radicalmente con l’avvento del cristianesimo. Il matrimonio divenne infatti un sacramento e venne considerato come fine principale quello della procreazione dei figli; fu anche previsto che l’unione tra marito e moglie fosse indissolubile ed inammissibile qualsiasi forma di scioglimento volontario.

Detta impostazione del matrimonio è rimasta valida in Italia fino alle soglie di questo secolo.Nel corso della storia del matrimonio furono spesso applicate diverse restrizioni, in alcuni casi molto particolari.

In tal senso va detto dell’endogamia, che limitava la scelta del coniuge esclusivamente all’interno della stessa cerchia etnica, religiosa, tribale o all’interno della stessa classe sociale. Venne universalmente proibito poi l’incesto, ossia i rapporti, siano essi matrimoniali o solo sessuali, tra genitori e figli.

Invece, il matrimonio tra fratelli e sorelle , solitamente vietato, fu permesso, o addirittura imposto in alcune civiltà quali l’Antico Egitto, in Persia, in Uganda, fra gli Incas, alla Hawaii e nello Sri Lanka. Nella maggior parte delle società il matrimonio fu comunque ” esogamo “, ossia proibito anche entro gradi di parentela più estesi (ad esempio, fra cugini).

A seguito della Riforma protestante, della Rivoluzione industriale e della diffusione dell’ideologia individualista, tipica delle società moderne, il matrimonio, visto come istituzione, subì diversi mutamenti.

Attualmente, ad esempio, la scelta del coniuge avviene principalmente per amore ma vi sono casi in cui, pur apparendo una scelta del tutto individuale, essa viene fortemente influenzata da numerosi fattori, come le diseguaglianze sociali, le pressioni etniche e religiose, quelle socioeconomiche.

In molti paesi, il matrimonio, riconosciuto indissolubile ad eccezione di casi particolari dalla Chiesa cattolica, ortodossa ed induista, è divenuto revocabile mediante la separazione legale ed il divorzio.

La Chiesa cattolica concede lo scioglimento del vincolo matrimoniale solo in particolari casi e dopo l’intervento del tribunale della Sacra Rota.Secondo la religione induista la moglie doveva seguire il marito anche dopo la morte.

Esisteva infatti un rito, detto suttee, vietato nel 1829 ma ancora diffusi nei primi del Novecento, nel quale la vedova era costretta a morire arsa sul rogo che avrebbe bruciato il corpo del marito defunto.Nei tempi antecedenti la rivoluzione industriale quando le famiglie erano considerate unità dedite al lavoro, la scelta del coniuge, spesso non era determinata dall’amore, bensì dagli interessi.

I proprietari terrieri, ad esempio, influenzavano la scelta del coniuge dei loro dipendenti, in quanto li consideravano una loro proprietà. Tra i nobili esisteva la regola che il marito e la moglie dovevano appartenere alla stessa classe sociale, mentre in India, il presupposto era appartenere alla stessa casta.

In tal modo la ricchezza portava ricchezza e chi era povero lo diventava sempre più.In questo senso, in alcuni paesi orientali (Malaysia, India, Giappone ecc.), sono molto comuni i fidanzamenti o i matrimoni tra bambini, in cui è ovviamente determinante la scelta dei genitori.

In Cina, fino agli anni Cinquanta, spesso accadeva addirittura che lo sposo e la sposa si incontrassero per la prima volta il giorno delle nozze.

Fino a poco qualche tempo fa, l’età in cui la donna arrivava al matrimonio era, mediamente, 23 anni, mentre, per l’uomo, si attestava intorno ai 26 anni.Ultimamente, la tendenza è in notevole rialzo.

Detto aumento dell’età media, se da un lato è dovuto al prolungamento degli anni di studio, dall’altro dipende dalla maggiore libertà a disposizione dei e dal miglior tenore di vita di cui godono.

Questo articolo è stato offerto da Blanca Riso e Perle. Ti aspettiamo da Blanca Riso e Perle, un moderno atelier a Rovato (BS) in cui potrete progettare il vostro giorno più bello scegliendo tra gli splendidi abiti da sposa in esposizione.

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Cosa è l’Attestazione SOA

L’attestazione SOA è il documento, rilasciato dalle Società Organismi di Attestazione (SOA), che dimostra il possesso dei requisiti di cui all’art. 8 della Legge 11/02/1994, n. 109.

Il possesso della qualificazione attestata dalla certificazione SOA è sufficiente ad assolvere ogni onere documentale circa la dimostrazione dell’esistenza dei requisiti di capacità tecnica e finanziaria ai fini dell’affidamento dei lavori di importo superiore a euro 150.000, nonché a garantire la stazione appaltante in ordine all’affidabilità dell’impresa certificata.

Le tipologie di imprese che possono richiedere ed eventualmente ottenere l’attestazione di qualificazione sono : le imprese individuali, le società di persone ( S.n.c., S.a.s), le società di capitali ( S.r.l., S.p.a., S.a.p.a.), le società cooperative, i consorzi tra cooperative di p. l., i consorzi tra imprese artigiane e i consorzi stabili. La validità dell’attestazione è di tre anni, come detta il D.P.R.34/2000 ed è rinnovabile.

L’Attestazione viene rilasciata da apposite Società Organismo di Attestazione (SOA) che accertano ed attestano l’esistenza nei soggetti esecutori di lavori pubblici dei requisiti di ordine generale, tecnico-organizzativi, economico-finanziari.

Di fatto, in luogo dell’iscrizione all’Albo Nazionale Costruttori (oggi abolito) e in virtù della nuova normativa in ambito di appalti pubblici, l’Attestazione SOA è oggi un documento necessario per comprovare la capacità dell’Impresa a sostenere ogni appalto pubblico di fornitura e posa in opera con importo a base d’asta superiore a €. 150.000,00 (sia esso in appalto o in subappalto).

Tale certificazione, che ha validità quinquennale (a condizione che ne venga richiesta conferma al terzo anno di rilascio), viene valutata sulla base di un’analisi degli ultimi cinque anni di attività dell’Impresa, precedenti alla richiesta di attestazione. L’Attestazione SOA qualifica l’Impresa ad eseguire appalti per categorie di opere e classifiche di importi.

Le categorie di opere in cui si potrà ottenere la Qualificazione sono 52:

> 13 di esse rappresentano opere di carattere generale (edilizia civile e industriale, fogne e acquedotti, strade, restauri, etc.)
> 39 di esse sono riconducibili ad opere specializzate (impianti, restauri di superfici decorate, scavi, demolizioni, arredo urbano, finiture tecniche, finiture in legno, in vetro e in gesso, arginature etc.).
La categoria di opere è legata all’attività aziendale ed alla tipologia dei lavori eseguiti dall’impresa durante il suddetto periodo di riferimento.

Le classifiche di qualificazione a cui si può richiedere di essere attestati sono 8, ovvero in Euro:

> I pari a €. 258.228,00
> II pari a €. 516.457,00
> III pari a €. 1.032.913,00
> IV pari a €. 2.582.284,00
> V pari a €. 5.164.569,00
> VI pari a €. 10.329.138,00
> VII pari a €. 15.493.707,00
> VIII Per importi illimitati

ed abilitano l’Impresa a partecipare ad appalti con importi pari alla relativa classifica, accresciuta del 20%. La classifica di importi sarà commisurata alla capacità economica e tecnica dell’Impresa.

Le Società Organismi di Attestazione (SOA) sono organismi di diritto privato con forma giuridica di S.p.A., autorizzati dall’Autorità per la Vigilanza sui Lavori Pubblici, che accertano l’esistenza nei soggetti esecutori di Lavori Pubblici degli elementi di qualificazione, ovvero della conformità dei requisiti alle disposizioni comunitarie in materia di qualificazione dei soggetti esecutori di Lavori Pubblici, riassunti nel Regolamento per il Sistema di Qualificazione, Decreto del Presidente della Repubblica 25.01.1000, n. 34.

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Le lavanderie industriali

Al giorno d’oggi il tempo costa denaro, ogni minuto conta, quindi è importante non perderne nemmeno uno per fare cose che potrebbero essere fatte più rapidamente da altri. Questo è il motivo per cui affidarsi a una lavanderia per prendersi cura della propria biancheria significa avere più tempo per fare cose più urgenti.

A livello individuale lavare la biancheria e i propri vestiti non è un grosso problema ed è possibile prendersene cura in una o due ore. Le lavatrici fanno tutto il lavoro: è sufficiente dividere i capi, inserirli nella macchina, programmare il lavaggio più adatto, premere il pulsante di avvio e aspettare che la macchina finisca il lavoro. A livello commerciale o industriale però non è affatto così semplice.

Se il tuo business consiste nel gestire un hotel oppure un ristorante, il lavaggio di tutto il bucato può richiedere molto tempo perchè sono tantissime le cose che hanno bisogno di essere lavate periodicamente: le lenzuola e le coperte dei letti, il tovagliato della sala da pranzo, le uniformi dello staff, la biancheria da cucina, ecc.

Prendiamo in considerazione lo stesso hotel di prima. Il proprietario potrebbe decidere di fare il proprio bucato in sede senza affidarsi ad aziende specializzate, ma dovrebbe:

– assumere del personale solo per occuparsi di ordinare la biancheria, lavarla e stirarla;
– acquistare lavatrici e macchine da stiro a sufficienza per soddisfare i propri bisogni;
– acquistare detersivi e altri detergenti;
– pagare il consumo di energia e di acqua necessari.

Tutti questi elementi possono costare una cifra considerevole e incidere sul budget aziendale.

Non solo gli hotel, ma anche ristoranti, centri benessere e strutture mediche si trovano in una situazione simile. Senza contare il fatto che il bucato non è sicuramente la preoccupazione maggiore per tutte queste aziende.

Come fare quindi per risparmiare tempo e denaro?

Il servizio offerto dalla lavanderie industriali è la soluzione naturale a questo problema: si tratta di lavanderie specializzate nel servizio di noleggio e di lavaggio della biancheria per le aziende che ne hanno bisogno. La cosa migliore da fare è quella di lasciare a loro il lavoro sporco, in modo di avere maggiore tempo per gestire le altre problematiche del proprio business.

Di solito le lavanderie industriali fanno servizio a domicilio, ritirano il bucato, lavano, stirano e infine riconsegnano il tutto una volta eseguito il lavoro. Tutto quello che bisogna fare è solamente comporre il numero e richiedere a loro di venire a ritirare il bucato.

Quindi, come fa una lavanderia industriale a fare risparmiare denaro al tuo business?
Ti permette di:

– non spendere i soldi per l’energia;
– non spendere i soldi per il consumo dell’acqua;
– non spendere i soldi per l’acquisto dei macchinari;
– non spendere i soldi per l’acquisto di detergenti e altri agenti chimici;
– non spendere i soldi per assumere personale addetto al bucato;

Una lavanderia industriale verrà a ritirare il tuo bucato e te lo riporterà pulito e stirato. Per quale motivo dovresti perdere tempo e denaro per occuparti di così tante cose quando qualcuno può farlo per te? Inizia subito a risparmiare contattando una lavanderia industriale specializzata.

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Comunicati

Un nuovo software per la sicurezza sul lavoro

Il testo unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è un complesso di norme della Repubblica Italiana, in materia di salute e sicurezza sul lavoro, emanate con il decreto legislativo 9 aprile 2008 n. 81.

Il decreto legislativo 81/2008 propone un sistema di gestione della sicurezza e della salute in ambito lavorativo preventivo e permanente, attraverso:

1) l’individuazione dei fattori e delle sorgenti di rischio;
2) la riduzione, che deve tendere al minimo, del rischio;
3) il continuo controllo delle misure preventive messe in atto;
4) l’elaborazione di una strategia aziendale che comprenda tutti i fattori di una organizzazione (tecnologie, organizzazione, condizioni operative, ecc…).

Il decreto, inoltre, ha definito in modo chiaro le responsabilità e le figure in ambito aziendale per quanto concerne la sicurezza e la salute dei lavoratori.

Il datore di lavoro ha l’obbligo di salvaguardare l’integrità psicofisica dei lavoratori eliminando o cercando di ridurre al massimo i rischi che possono procurare dei danni a questi soggetti.

Il datore di lavoro, in virtù di queste sue responsabilità, deve anche adempiere agli obblighi che gli impongono di mettere nelle condizioni il lavoratore di utilizzare macchinari, utensili e strumentazioni che non presentino nessun rischio per la salute e l’integrità.

A questo si affianca anche l’obbligo di informare e formare i dipendenti circa i pericoli che possono derivare da un utilizzo non idoneo dei macchinari e degli utensili.

A tal proposito, recentemente il D.Lgs. 106/2009, rispetto al D.Lgs. 81/2008, ha previsto delle sanzioni penali più pesanti per la violazione di questi obblighi.

Oltre al dovere di informare, al datore di lavoro viene anche attribuito il compito di vigilare e verificare il rispetto da parte dei lavoratori delle norme antinfortunistiche.

Il datore di lavoro ha quindi un duplice obiettivo: garantire una corretta informazione ed un esatto addestramento, e osservare attentamente che quanto insegnato sia poi messo in pratica dai dipendenti.

Il software per la sicurezza sul lavoro Job81 è nato per permettere di tenere sempre sottocchio tutti gli obblighi di sicurezza e ambiente evitando al datore di lavoro problemi e sgradevoli quanto onerose sanzioni.

Vantaggi di Job81:

Aggiornamenti normativi automatici

Il software gestionale online per la sicurezza e per la gestione della documentazione dedicato ad aziende, professionisti e RSPP, viene tempestivamente aggiornato per adempiere alla normativa di riferimento.

Semplice reperibilità delle informazioni

Job81 ragiona come te! La piattaforma è studiata per rendere ogni operazione pratica e veloce: tutto viene catalogato con una logica impeccabile per aver sempre chiara la situazione dei dipendenti e dell’azienda.

Zero costi hardware grazie al cloud

Tutti i dati inseriti vengono salvati in cloud azzerando la possibilità di perdere informazioni importanti a causa di potenziali attacchi alla sicurezza della rete aziendale.

Riduzione dei tempi di lavoro

Il responsabile del servizio prevenzione e protezione (RSPP) grazie al software gestionale per la sicurezza perde meno tempo nella verifica della situazione aziendale e ha più tempo per seguire altre attività.

Digitalizzazione dei documenti

E’ ora di dire addio ai documenti cartacei per azzerare il rischio di smarrimento o di errore in fase di archiviazione. Job81 prevede la digitalizzazione di ogni tipo di documento in modo da facilitarne la ricerca e l’archiviazione.

Rischio sanzioni ridotto al minimo

Per evitare di incorrere in procedimenti penali e sanzioni amministrative, Job81 mette a disposizione dell’utente una panoramica aziendale per avere sempre sotto mano la situazione formativa e le certificazioni di ogni dipendente.

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Scienza e Tecnologia

Epilazione con il laser

Il laser è un fascio di luce che penetra nei tessuti della pelle e, trasformandosi in energia termica, va a colpire il follicolo, cioè quella sottile parete che riveste la radice del pelo. Il follicolo, colpito dalla luce, gradualmente si atrofizza, cioè perde vitalità e i peli smettono di crescere.

Si può trattare qualsiasi zona del corpo, anche le parti ricche di ghiandole. La profondità raggiunta dal laser non va oltre il follicolo e non comporta, quindi, nessun rischio. I risultati migliori si ottengono, comunque, su viso, gambe, inguine e dorso della schiena.

Questo tipo di intervento è efficace e risolutivo perché il laser rimuove i follicoli dei peli superflui e ne impedisce la ricrescita. È una soluzione particolarmente indicata in casi di irsutismo. Ma è anche un valido metodo per depilare zone delicate come inguine, gambe, ascelle e sopracciglia.

L’epilazione definitiva con il laser è una tecnica collaudata da anni e priva di rischi. Il tipo di laser, la potenza e la frequenza del trattamento dipendono dal tipo di pelo.

È davvero definitiva?

Non è definitiva da subito, cioè a partire dalle prime sedute, perché nei tessuti ci sono molti follicoli che, pur risultando inattivi al momento del trattamento, possono diventarlo subito dopo (in seguito, per esempio, a un cambiamento ormonale) e dare vita a nuovi peli.

Il laser, inoltre, distrugge solo i peli che si trovano in fase di crescita (detta “anagen”), mentre non riesce a colpire quelli a riposo (in fase “telogen”). È, dunque, più corretto parlare di un diradamento progressivo, che porta a una scomparsa permanente dei peli nel 70-80 per cento dei casi.

L’obiettivo si può considerare raggiunto se, dopo un anno, i peli non ricrescono più.

Quanto dura una seduta?

Una seduta di trattamento può durare più di un’ora (gambe, dorso), in funzione delle dimensioni della zona da trattare.

Quante sedute sono necessarie?

Sono consigliate 4/6 sedute per un risultato ottimale, anche se l’effetto si evidenzia già dalle prime sedute.

Quanto dura l’effetto?

Il problema dei peli superflui può essere finalmente risolto in modo duraturo. Tuttavia dopo anni alcuni peli possono riformarsi, in genere più piccoli e più radi e possono essere trattati con sedute più diradate rispetto al trattamento iniziale.

Quali sono i limiti?

L’epilazione è meno efficace sui peli bianchi o molto chiari. È importante dunque non schiarire i peli prima del trattamento laser. Prima di sottoporsi all’intervento laser per la rimozione dei peli è meglio che non si abbronzi evitando il sole per alcune settimane.

È doloroso?

Il trattamento è molto meno doloroso dei metodi tradizionali. Provoca solo un leggero fastidio, paragonabile alla puntura di un ago minuscolo, che si può attenuare con l’applicazione di una crema anestetica locale. Il fastidio è ovviamente maggiore sulle parti più delicate, come l’inguine e le ascelle.

Grazie al raffreddamento del manipolo si ottiene un’anestesia della parte da trattare, con meno fastidio e meno rischio di effetti collaterali. Pazienti particolarmente sensibili possono comunque usare una crema anestetica.

Cosa accade dopo il trattamento?

Dopo la seduta laser la zona trattata può manifestare un leggero arrossamento, che scompare nel giro di qualche ora, anche grazie a una crema lenitiva applicata dopo ogni seduta.

Si è in grado di riprendere subito la propria normale attività. Non lascia macchie, cicatrici né bruciature.

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Salute e Benessere

Metodi di epilazione

I termini “depilazione” ed “epilazione” indicano i trattamenti ai quali si ricorre per eliminare i peli in eccesso, ma hanno un diverso significato:

Depilazione vuol dire eliminare il pelo dalla superficie della pelle, infatti la depilazione può essere definita come una pratica igienica o estetica per ridurre temporaneamente la lunghezza dei peli presenti sul corpo maschile o femminile, asportando tutta la parte esterna alla superficie della pelle.

Epilazione invece significa eliminare tutto il pelo, bulbo compreso (asportazione del pelo nella sua interezza fino al bulbo pilifero) e può essere transitoria o permanente (es. strappo con le pinzette, depilazione laser o con luce pulsata).

L’epilazione viene sempre condotta con mezzi fisici, quali:

CERETTA:

Strappo dei peli mediante cerette e cere depilatorie, di colofonia, o glucosio e cera d’api, applicate a caldo o a freddo, che incorporano il pelo al loro interno, e poi solidificandosi possono essere asportate a strappo (si fa aderire una tela compatta) asportando sia la cera che i peli.

ELETTROCOAGULAZIONE:

Consiste nell’introdurre nella cute un ago sottile che trasmette leggere scariche elettriche bruciando il bulbo pilifero e permettendo la conseguente estrazione del pelo con la pinzetta. Con questa metodica i peli vengono trattati uno ad uno e quindi occorrono tempi molto lunghi ed esiste la possibilità che si formino piccolissime cicatrici.

È un trattamento di epilazione paramedicale che deve essere sempre eseguito da un medico esperto. Si esegue attraverso un ago sottilissimo che penetra fino al bulbo pilifero distruggendolo con il passaggio di corrente ad alta frequenza.

LASER:

La depilazione laser definitiva non è attiva su peli depigmentati, ed è bene non utilizzarla sulle sopracciglia per evitare il contatto tra laser e occhi.

Il trattamento va effettuato con la pelle più chiara possibile, cioè non abbronzata e con l’area da trattare accuratamente rasata, non esponendosi al sole per alcune settimane dopo il trattamento.

Inoltre occorre considerare che il bulbo pilifero viene raggiunto solo quando si trova nella fase vitale di anagen e quindi non tutti i peli vengono rimossi in un’unica seduta e il numero di sedute varia da soggetto a soggetto.

LUCE PULSATA:

L’epilazione a luce pulsata è un trattamento con luce pulsata ad alta intensità (IPL) produce il riscaldamento (fototermolisi) selettivo in particolare nei confronti del colore scuro o simil scuro.

Questa tecnica di epilazione è simile a quella a laser, con la differenza che non si tratta di un raggio laser ma di una luce intensa, distribuita a pulsazioni grazie a una lampada chiamata “flash”.

Assorbendo questa luce intensa, la melanina, il pigmento che colora il pelo, subisce un forte aumento di temperatura. Essa trasmette questo calore al bulbo pilifero, che si scioglie.

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Salute e Benessere

Il trucco semipermanente

Il trucco semipermanente o tattoo make up è adatto alle persone di tutte le età, è ideale per chi porta lenti a contatto, occhiali da vista e per chi soffre di allergie ai tradizionali prodotti da trucco.

Questo tipo di trattamento consiste nel disegnare a matita con le giuste forme e colori, l’effetto che si vuole ottenere, in modo che anche la cliente possa rendersi conto del risultato finale. Poi sulla zona da trattare si mette un anestetico locale in crema e s’inizia con il tatuaggio, cioè s’introducono i pigmenti colorati nel derma.

In particolare il trattamento può essere fatto su:

Labbra: si definisce il disegno migliore per la linea labbra scegliendo un colore mirato a compensare le irregolarità. Si può scegliere tra la semplice linea di contorno e la linea con una microsfumatura labiale che permette di dimenticare il rossetto.

Occhi: se l’occhio non ha l’espressività desiderata o se semplicemente non si riesce più a fare a meno di quel contorno che ci fa sentire sicure del nostro sguardo, questa è la soluzione. Si può scegliere tra la linea infracigliare superiore, quella inferiore e una linea un pò più spessa se preferite un trucco più intenso. Il risultato sarà molto comodo: occhi perfetti sotto il sole, in piscina, dopo lo sport e nella vita di tutti i giorni.

Sopracciglia: le sopracciglia sono a volte irregolari e/o diradate a causa delle frequenti depilazioni. Colorarle è solo una soluzione inefficace in quanto i peli della sopracciglia hanno una vita di solo quattro settimane. Per questo il trucco semipermanente correttivo è l’ideale. Si disegna innanzitutto la forma nel colore più adeguato, dopo l’approvazione del cliente si procede alla pigmentazione e anche in questo caso si può scegliere tra la soluzione di riempimento dell’arcata o del semplice infoltimento.

La principale differenza con il tatuaggio vero e proprio consiste nella profondità di deposito dei pigmenti: questo fa si che la durata del disegno sulla pelle sia solo per un certo periodo di tempo.

A distanza di circa un mese si procede con il ritocco, che servirà ad apportare eventuali piccole modifiche di forma, colore.

Generalmente, il ritocco del trucco semipermanente si rende nuovamente necessario dopo due anni dalla prima seduta. Ma dipende dalla zona trattata: le sopracciglia e la “riga”sugli occhi tendono a “scomparire” molto velocemente con il passare degli anni (soprattutto se quotidianamente vi truccate), mentre il contorno labbra dura nel tempo molto di più anche senza alcun ritocco.

Nel caso ci si voglia sottoporre a un trucco semipermanente è importante rivolgersi a personale altamente qualificato, che garantisca l’utilizzo di materiale sterile monouso e di pigmenti naturali assolutamente certificati secondo le nuove normative europee.

Il trucco semipermanente è utile per renderti più affascinante, ma anche per correggere eventuali inestetismi del volto, poiché:

– ridisegna la linea delle sopracciglia correggendo eventuali arcate sottili, irregolari o inesistenti;

– intensifica lo sguardo tracciando una linea più o meno sottile nella zona infracigliare solo superiore o anche inferiore per conferire una maggiore espressività e profondità all’occhio;

– sottolinea le labbra delineandone la forma, dando volume e rendendola più corposa;

– corregge la forma dell’occhio;

– da equilibrio e forma ai volumi del viso.

Nel caso di cicatrici e smagliature, si possono attenuare con del pigmento che si avvicini a quello della pelle circostante l’inestetismo.

Per chiedere maggiori informazioni su una seduta di microblading a Milano e per prenotare un trattamento, contatta Microblading & Diamonds di Megan Gherbovetcaia.

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Salute e Benessere

Come funziona la depilazione laser

La depilazione laser risulta essere la tecnica più comoda e indolore per una depilazione a lungo termine o addirittura permanente.

La depilazione laser permette di “sigillare” i bulbi piliferi in profondità senza intaccare minimamente la pelle circostante.

La tecnica di depilazione laser è in realtà un processo di epilazione in quanto va ad agire direttamente sulla radice del pelo eliminando anche il bulbo. Il pelo, infatti, si forma nel bulbo pilifero che si trova alla base del follicolo e le sue cellule si moltiplicano e si allungano verso l’alto.

La luce del laser scalda il pelo e nel giro di pochissimi secondi lo brucia. Il bulbo pilifero viene così danneggiato e non produce più peli per un lungo periodo di tempo.

L’energia luminosa emanata dal laser è molto intensa e potente, contiene, infatti, migliaia di watt di energia, e riesce a penetrare in profondità. Essa viene assorbita dalla melanina, e per trasmissione termica passa al pelo ed il follicolo, che vengono riscaldati e danneggiati.

Sebbene la tecnica di depilazione laser sia considerata definitiva in realtà questa assicura semplicemente risultati molto più duraturi delle altre tecniche epilatorie.

I trattamenti laser, infatti, possono distruggere in modo definitivo i follicoli piliferi in fase di crescita, ma, poiché i peli crescono secondo cicli costituiti da una fase di crescita seguita da una fase di riposo, l’impulso laser distrugge alcuni follicoli (quelli in fase di crescita) ma altri ne ricrescono (quelli in fase di riposo).

Inoltre, poiché ogni regione del corpo ha peli con una diversa fase di ricrescita, sopracciglia e ciglia hanno una fase di ricrescita pari a 1/6 mesi, mentre i capelli hanno una fase di 2/6 anni, è chiaro che il trattamento sarà più efficace in alcune zone che in altre.

Tuttavia frequenti sedute di trattamento laser inibiscono la crescita, indeboliscono i peli e li rendono meno folti e meno spessi.

Il laser è sensibile alla melanina, quindi agisce in maniera pressoché perfetta su peli scuri ben in evidenza su pelli di carnagione chiara.

Poiché il fascio di luce del laser viene assorbito dalla melanina, e trasmesso poi al follicolo, maggiore è la quantità di questo pigmento maggiore sarà l’efficacia del trattamento.

Per il trattamento di depilazione vengono utilizzati vari tipi di laser, tutti caratterizzati impulsi lunghi, che sono strumenti capaci di emettere un raggio molto intenso per penetrare in profondità nel derma ed agire nella struttura del bulbo pilifero modificandone il funzionamento e rendendo molto più difficoltosa la ricrescita del pelo. Tra i più utilizzati sono i laser a diodi, e quelli a luce pulsata.

Il laser a diodi è un’apparecchiatura che utilizza come componenti attivi dei semiconduttori, i diodi, ed emettono un raggio a lunghezza d’onda variabile per cui possono essere adattati alle esigenze applicative. Sono apparecchi potenti e veloci e particolarmente adatti all’epilazione di zone in cui i peli sono numerosi come gambe, ascelle, inguine, barba, braccia e la schiena maschile.

Il laser a luce pulsata è un’apparecchiatura che genera un fascio di luce molto intenso ma che viene erogato attraverso brevi impulsi, impulsi di maggiore intensità e durata minore consentono di avere risultati efficaci e meglio tollerati.

Il trattamento al laser può essere fatto anche in presenza di una ricrescita di due millimetri, quindi tra un trattamento e l’altro sarà anche possibile passare con la lametta (evitando però la ceretta ed epilatori elettrici) per avere sempre una pelle liscia.

Per avere informazioni su un trattamento di epilazione laser definitiva a Brescia, contatta Epilcentre, un istituto che a Brescia si occupa esclusivamente di epilazione con laser e luce pulsata dal 20 anni.

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Scienza e Tecnologia

Aeromodellismo statico e dinamico

L’aeromodellismo si divide in due varianti: statico e dinamico.

Il modellismo statico è la forma di modellismo nella quale vengono riprodotti autoveicoli o mezzi di altro genere privi di qualsiasi congegno atto a farli muovere.

Il modellismo viene considerato di tipo dinamico quando consiste nell’assemblaggio, nella messa a punto e nel mantenimento di riproduzioni di modellini in scala che possono essere radiocomandati e con i quali è possibile partecipare a delle gare

Nell’aeromodellismo vengono realizzati modelli di aerei, elicotteri e mongolfiere. È molto importante la ricerca delle migliori prestazioni del modello.

L’aeromodellismo fa parte delle discipline dell’Aero Club Italiano insieme a volo a motore, volo a vela, paracadutismo e volo da diporto e sportivo (deltaplani, ultraleggeri e parapendio).

I metodi di costruzione possono essere i più vari, si va dalla realizzazione con carta o legno agli attuali materiali compositi e il DEPRON, un materiale simile al polistirolo utilizzato in edilizia come isolante, quindi sugli aeromodelli perché resistente ma soprattutto leggero.

L’aeromodellismo utilizza gli stessi principi degli aerei veri. A differenza dell’aeromodellismo statico, quello dinamico ha delle parti mobili che possono essere timone, flap, gli alettoni e il piano di coda, aerofreni, ecc.

L’aeromodellismo si divide in tre categorie:

1) Volo libero, cioè un modello che può volare senza l’intervento del pilota.
2) Volo vincolato circolare, quando il modello vola in cerchio e nello stesso tempo è comandato da due sottili cavi di acciaio che permettono al pilota, che sta al centro del cerchio, di variare la quota di volo.
3) Radiocomandato, quando il modello è comandato da terra tramite un trasmettitore. Si tratta della categoria più praticata.

Le competizioni hanno spinto gli aeromodellisti ad aumentare e perfezionare sempre di più le prestazioni dei propri modelli tanto da stabilire record di volo come: durata del volo di un modello superiore a una giornata, voli in quota di migliaia di metri, velocità superiori ai 350 km/h, voli in simultanea di oltre 100 modelli.

L’uso della decalcomania è fondamentale per la riuscita finale del modello. Nel gergo dei modellisti italiani, essa viene comunemente apostrofata con il termine inglese contratto “decals”, quasi sempre declinato al plurale anche quando usato al singolare.

Solitamente, ogni produttore allega al kit di montaggio una serie di “decals” utilizzabili per decorare il modello in una o più versioni offerte, ma sono in commercio anche fogli di decalcomanie che permettono di completare i modelli di soggetti diversi da quelli previsti nei kit.

Grazie alle decalcomanie è possibile rifinire il modello con insegne di nazionalità e di reparto, o di vettore, matricole, lettere e numeri individuali, oltre a scritte e simboli di servizio, che caratterizzano il soggetto ed aumentano la verosimiglianza del modello, ottenendo tutti quegli elementi grafici che sarebbe molto difficile, quando non impossibile, riprodurre a mano, con pennello o aerografo, in scala ridotta.

L’Utensileria Revelli è specializzata nella vendita di prodotti per modellismo navale e ferroviario, profilati di ottone, saldatura e brasatura, gomma siliconata da colata, resine e siliconi da colata, dal 1946.

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Salute e Benessere

Abbigliamento FIR e salute

I raggi FIR (Far Infrared Ray, ovvero Raggi Infrarossi Lontani) vengono emessi dal sole in modo naturale, sono parte dello spettro solare e avendo una lunghezza d’onda più lunga di quella dei raggi luminosi visibili, non sono visibili all’occhio umano.

I raggi FIR sono in grado di modificare l’acqua presente nel nostro organismo rendendola più efficace nel:

– veicolare le sostanze nutritive alle cellule attraverso la membrana cellulare;
– portare fuori dalle cellule le sostanze di scarto del metabolismo (scorie o tossine).

Dal momento che siamo fatti per lo più di acqua, il beneficio che deriva dall’assorbimento di raggi FIR è particolarmente benefico per ogni cellula, quindi per l’intero organismo umano.

Verso la metà degli anni ’60 la NASA scoprì che alcuni ossidi minerali erano capaci di generare onde FIR.

La NASA utilizzò diversi prodotti FIR nei suoi programmi spaziali: ad esempio ponendo generatori di raggi FIR nelle tute spaziali degli astronauti al fine di stimolare il funzionamento cardiovascolare in assenza di opportunità di esercizio tradizionale.

A contatto con il corpo, infatti, i tessuti in fibra FIR aiutano a prevenire, controllare e alleviare diverse patologie .

La tecnologia utilizzata nell’abbigliamento FIR funziona come uno specchio reattivo: cattura le radiazioni termiche emesse dal calore corporeo e reagisce quindi usando queste radiazioni termiche per restituire energia al corpo con molteplici benefici su cellule e tessuti corporei.

Grazie a queste applicazioni si è scoperto che la tecnologia FIR è sicura, poiché non è altro che calore. Si ricorda ad esempio che i bambini nati prematuri sono tenuti in una camera a raggi infrarossi immediatamente dopo il parto.

Quali sono le 8 maggiori proprietà della tecnologia FIR applicate alla salute dell’uomo?

1) Migliora la circolazione del sangue: scinde i gruppi di molecole d’acqua nel sangue e lo fa scorrere più velocemente, soprattutto nelle zone periferiche.

2) Allevia i dolori articolari e muscolari: grazie alle sue proprietà terapeutiche permette un recupero più rapido dai traumi e allevia in modo naturale i dolori articolari e muscolari.

3) Risolve il problema dei crampi notturni: migliorando la circolazione del sangue, scioglie i muscoli durante la fase di riposo.

4) Combatte lo stress: riduce lo stress psico-fisico e i suoi sintomi come ansia, fatica e disturbi del sonno.

5) Favorisce l’eliminazione dell’acido lattico e di altre tossine: ,igliora l’assorbimento dell’ossigeno e l’eliminazione delle tossine a livello cellulare.

6) Equilibrio e stabilità: gli impulsi nervosi tra il Sistema Nervoso Centrale e il sistema Nervoso Periferico sono più immediati.

7) Migliora le prestazioni atletiche: grazie ad un migliore assorbimento dell’ossigeno, i muscoli sono più prestanti e si sente meno fatica durante l’esercizio fisico.

8) Contribuisce a migliorare le condizioni della pelle (macchie cutanee, ecc.).

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Scienza e Tecnologia

I vantaggi della stampa digitale

La stampa digitale è una tecnica di stampa che grazie all’utilizzo di inchiostri UV, solvente ed eco-solvente, garantisce una stampa di altissima qualità caratterizzata da colori vividi e brillanti. Viene effettuata su supporti rigidi, flessibili, in bobina, di grande formato.

La stampa digitale unisce alta qualità di stampa, volumi ragionevoli e costi accessibili. È ideale per le piccole tirature in cui la flessibilità, competenza ed esperienza fanno la differenza per ottenere il perfetto equilibrio tra ciò che è necessario, il tempo richiesto ed il valore.

Negli ultimi anni, la stampa digitale è entrata in concorrenza con i tradizionali procedimenti di stampa (come la stampa offset) per la produzione di stampati in tirature sempre più elevate, offrendo un prodotto di qualità eccellente.

Secondo uno studio presentato al Drupa di Düsseldorf e compiuto dal Rochester Institute of Technology, già al momento attuale più della metà di tutti i lavori a stampa hanno una tiratura inferiore alle 2.000 copie e stiamo assistendo ad un cambiamento epocale pari a quello che negli anni ’50 avvenne con la rilievografia (i vecchi piombi), sostituita dalla stampa offset. Secondo lo stesso studio vi sarà sempre più la tendenza a passare dalla stampa offset alla stampa digitale.

La stampa digitale permette di ottenere uno stampato finito con diversi vantaggi:

• È una stampa di alta qualità e definizione.
• Ha un processo di lavoro più veloce della stampa offset e si presta a consegne in tempi più rapidi.
• Non ha costi di avviamento per cui è possibile stampare anche pochi esemplari a prezzi contenuti.
• Gli inchiostri dei colori per digitale sono spesso più lucidi e brillanti di quelli per offset.
• È possibile la stampa del dato variabile, cioè diversi da una copia all’altra.

Migliorando la tecnologia, la velocità e i tempi di stampa, la stampa digitale ha portato ad un abbattimento del costo-copia di un documento anche a basse tirature. In quanto la stampa tradizionale risulta conveniente solo nelle applicazioni in cui il tempo per la realizzazione del documento non è un fattore primario.

SwS Smart Stand Solutions è leader di mercato nella stampa digitale e nella produzione di espositori portatili per mostre ed eventi. Con oltre 15 anni di esperienza nella produzione di soluzioni di stampa digitale ed espositori portatili, il nostro personale con esperienza può aiutarti a identificare la migliore soluzione per le tue esigenze di marketing.

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Comunicati

Espositori pubblicitari per negozi e fiere

Gli espositori sono un oggetto che dobrebbe essere preso in considerazione nella costruzione della strategia di comunicazione della propria azienda.

Gli espositori pubblicitari sono infatti strumenti fondamentali per ogni strategia di comunicazione. Esistono tanti tipi di espositori, da banco o da terra, realizzati nei più svariati materiali: in cartone, in plexigass, in legno e altri materiali.

Gli espositori pubblicitari sono ottimi per valorizzare un prodotto, essendo capaci di evidenziarne i pregi e sono capaci di rendere professionale una stanza asettica o spoglia d’arredo: personalizzabile al 100%, nella forma e nel colore, nelle dimensioni e nell’installazione.

L’espositore pubblicitario nasce con l’obiettivo di tenere in evidenza un determinato prodotto, sempre. Le persone infatti prestano più attenzione agli oggetti che riescono a distinguersi in qualche modo dagli altri: inserire tali prodotti in una cornice adeguata è un ottimo modo per attirare attenzione e curiosità.

Inoltre un’espositore pubblicitario è capace, più di altri mezzi comunicativi, di guidare la clientela senza star loro dietro. Una riprova di ciò è legata a doppia tendenza con il boom delle vendite online, nelle quali gran parte del campione intervistato si dice attratto dall’acquisto online grazie alla spersonalizzazione del rapporto cliente-negoziante.

Gli espositori pubblicitari sono davvero tanti, disponibili in diversi modelli per i vari utilizzi. Potreste decidere per quelli da banco che sono di dimensioni ridotte proprio per essere posizionati in alto su banconi di bar, farmacie, negozi ecc. Ma ne esistono anche da terra.

Gli espositori attirano l’attenzione, ecco perché è sempre ben utilizzarli. In negozio, negli spazi adeguati come sul bancone, a lato, all’ingresso o fuori: ma senza esagerare. Se viene troppo usato, l’espositore perde di efficacia e i prodotti pubblicizzati diventano invisibili.

Vanno quindi utilizzati per i prodotti civetta e per quei prodotti che beneficiano di una promozione particolare.

Oltre agli espositori per negozi, molto utilizzati per mettere in mostra particolari offerte o prodotti, gli espositori pubblicitari sono utilizzati anche dalle aziende per veicolare un messaggio commerciale in diversi contesti, all’interno di megastore, fiere, manifestazioni e in occasione di singole iniziative promozionali.

Ad esempio, in fiera gli espositori si rivelano preziosi. Infatti nelle fiere bisogna essere in grado di distinguersi dagli altri: un buon modo è presentare una selezione dei propri prodotti ai visitatori. L’espositore serve a rendere immediatamente visibile determinati prodotti a chi passa di lì per caso.

Per tutte queste ragioni gli espositori pubblicitari pubblicitari, negli ultimi decenni hanno trovato ampio spazio nell’industria della comunicazione e della pubblicità e ormai si trovano ovunque, dalle palestre ai cinema, dalle piazze ai centri commerciali. Garantiscono risultati sicuri cono una spesa irrisoria se confrontata con i costi di una campagna pubblicitaria tradizionale.

SwS Smart Stand Solutions è leader di mercato nella stampa digitale e nella produzione di espositori portatili per mostre ed eventi. Con oltre 15 anni di esperienza nella produzione di soluzioni di stampa digitale ed espositori portatili, il nostro personale con esperienza può aiutarti a identificare la migliore soluzione per le tue esigenze di marketing.

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Scienza e Tecnologia

Gambe lisce grazie all’epilazione laser

Nella epilazione laser, a differenza della ceretta, il pelo non viene strappato: il follicolo viene distrutto grazie al raggio laser. Come risultato, il follicolo non produce più peli.

L’epilazione laser è popolare tra le persone che cercano una soluzione definitiva alla depilazione rispetto ai metodi tradizionali.

Il laser è comunemente usato per rimuoverli su viso, collo, ascelle, petto, schiena, inguine, braccia, gambe, dita e piedi.

Nella depilazione laser, il pelo non viene strappato come avviene nella classica ceretta, ma il follicolo, cioè la radice del pelo, viene distrutto dall’azione del laser.

La sua lunghezza d’onda, infatti, attacca esclusivamente il bulbo pilifero in fase di crescita, senza apportare alcun danno a nessun’altra struttura cutanea circostante.

L’epilazione laser è sicura ed efficace per la maggior parte delle persone, se eseguita correttamente. Possono essere necessari più trattamenti per rimuovere completamente i peli superflui e la rimozione permanente dei peli non è sempre garantita.

La seduta è indolore, ma è normale comunque avvertire soltanto un leggero calore.

Già dopo il primo trattamento, molte persone potranno essere prive di peli, ma molte persone necessitano di sessioni ripetute per ottenere una soluzione permanente o soddisfacente per i peli superflui.

I peli possono ricrescere più chiari e sottili con ogni sessione successiva. Dopo un numero sufficiente di trattamenti, la peluria potrebbe smettere di ricrescere del tutto.

Perché il risultato perduri il più a lungo possibile, è necessario sottoporsi a una o due sedute annuali di mantenimento.

Non tutti i peli sono uguali. Il laser può trattare efficacemente solo i peli in crescita, nella cosiddetta fase anagen, ovvero quando si generano melanina e cheratina, che determinano rispettivamente colore e spessore.

Inoltre, i risultati migliori vengono garantiti solo sui peli più scuri, di colore nero o castano. Per i peli biondi e rossi, al contrario, le speranze di successo, sono ridotte

Alcune persone possono manifestare lievi effetti collaterali dopo il trattamento, come arrossamento, gonfiore e irritazione e che, di solito, possono essere curati in casa.

È importante seguire le istruzioni date dal dermatologo per la fase prima del trattamento, in modo da assicurare la massima efficacia del laser e ridurre il fastidio durante la seduta.

Quindi, si parla di controindicazioni per tutti quei fenomeni che durano nel tempo e che sono conseguenza di un trattamento realizzato in maniera non professionale:

  • Rossore.
  • Gonfiore.
  • Macchie.
  • Infezioni a seguito di lesioni cutanee o vesciche.

Per evitare il rischio di iperpigmentazione cutanea, il laser non va mai associato all’esposizione solare ravvicinata. Quindi, meglio concentrare le sedute nel periodo invernale, quando non si avrà il rischio di esporre la pelle ai raggi solari.

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Attestazione SOA e requisiti giuridici

L’attestazione SOA è un documento che costituisce condizione necessaria e sufficiente a comprovare, in sede di gara, la capacità dell’impresa di eseguire, direttamente o in subappalto, opere pubbliche di lavori.

L’attestato SOA ha una validità di 5 anni e viene rilasciata dopo un’istruttoria di validazione eseguita sui documenti prodotti dall’operatore economico riguardanti gli ultimi 10 anni di lavori compiuti e, tra essi, i migliori cinque esercizi amministrativi.

Le aziende possono presentare la richiesta per essere qualificate ad appaltare dei lavori per categoria generale di opere ed importi (come gli acquedotti, la viabilità, le strade, la rete fognaria e l’edilizia civile e industriale) oppure per delle opere specialistiche (come le demolizioni, le escavazioni, gli impianti e le ristrutturazioni di superfici decorate).

La valutazione viene effettuata dagli Organismi di Attestazioni competenti, ovvero che vengono autorizzati dall’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici (AVCP).

Le imprese vengono qualificate secondo una classifica di dieci posizioni, che vengono espresse da un numero romano da “I” a “VIII” e corrispondono ad un importo crescente espresso in Euro:

  • I pari a € 258.000;
  • II pari a € 516.000;
  • III pari a € 1.033.000;
  • III bis pari a € 1.500.000;
  • IV pari a € 2.582.000;
  • IV bis pari a € 3.500.000;
  • V pari a € 5.165.000;
  • VI pari a € 10.329.000;
  • VII pari a € 15.494.000;
  • VIII per importi oltre € 15.494.000 (convenzionalmente stabilito in € 20.658.000, relativamente al rispetto dei requisiti).

La classificazione autorizza l’operatore economica a partecipare alle gare d’appalto per valori equivalenti, incrementati di un quinto (20%): per aggiudicarsi delle qualifiche che rientrano nelle categorie superiori alla “II”, l’azienda deve dimostrare anche l’adozione di un Sistema di Qualità certificato secondo la normativa UNI EN ISO 9001.

I requisisti ordinati dall’Organismo di Attestazioni per il conseguimento dell’attestazione SOA possono essere dimostrati per mezzo di dichiarazioni sostitutive di atto notorio, documenti fiscali, atti approvati da processi qualitativi oppure certificazioni rilasciate dagli organi istituzionali (come la Camera di Commercio e l’Agenzia delle Entrate).
  • la regolarità ai fini antimafia e l’assenza di condanne incidenti o pendenti sulla moralità professionale delle cariche rappresentative dell’azienda;
  • l’iscrizione al “Registro delle Imprese” e la derivante scongiura di procedure fallimentari o concordatarie in esecuzione;
  • la mancanza di violazioni che possono essere sanzionate per dolo o colpa nell’esecuzione dei lavori, irregolarità fiscali, dichiarazioni false o infrazioni pesanti;
  • il rispetto della vigente normativa sul diritto al lavoro delle persone con disabilità motorie;
  • l’ineccepibilità del “Documento Unico di Regolarità Contributiva” (DURC);

L’art.18 del decreto Bargone prevede che l’impresa sia in possesso, in misura adeguata, anche dei seguenti requisiti di ordine speciale:

  • capacità economico-finanziaria;
  • idoneità tecnica e organizzativa;
  • dotazione di attrezzature tecniche;
  • organico medio annuo.
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Attestazione SOA: di cosa si tratta e a cosa serve

L’attestazione SOA è il documento che dimostra il possesso dei requisiti a comprovare, in sede di gara, la capacità dell’impresa di eseguire, direttamente o in subappalto, opere pubbliche di lavori.

Se la tua azienda desidera partecipare alle gare d’appalto per l’esecuzione di lavori pubblici con un importo maggiore di 150.000 Euro hai bisogno di sapere come ottenere l’attestazione SOA (Società Organismo di Attestazioni), il documento che viene rilasciato dagli enti autorizzati alle imprese ritenute abili e conformi a partecipare a tali gare.

Prima di tutto è necessario specificare che nel settore dei contratti di diritto pubblico, ogni azienda che partecipa alle aste pubbliche per l’appalto o il subappalto di lavori pubblici con valore maggiore ai 150.000 Euro è obbligata a certificare la propria attività d’impresa, cioè verificare la conformità dei processi ai requisiti generali, tecnici, economici, finanziari ed organizzativi che assicurano l’idoneità della società all’eventuale assegnazione della gara.

Le aziende possono presentare la richiesta per essere qualificate ad appaltare dei lavori per categoria generale di opere ed importi (come gli acquedotti, la viabilità, le strade, la rete fognaria e l’edilizia civile e industriale) oppure per delle opere specialistiche (come le demolizioni, le escavazioni, gli impianti e le ristrutturazioni di superfici decorate).

La procedura serve a tutelare l’Ente Pubblico garantendo le qualità dell’operatore economico aggiudicatosi la gara e, quindi, l’efficacia del contratto in sede di stipulazione con la Pubblica Amministrazione: infatti, il conseguimento dell’attestazione SOA certifica l’idoneità dell’impresa del settore costruzioni all’esecuzione dei lavori pubblici, nonché il possesso di tutti i requisiti indicati dalla normativa vigente in tema di contratti pubblici.

In altre parole, vengono comprovate le conoscenze tecniche, le competenze organizzative, la solvibilità finanziaria e l’assenza di procedimenti penali compromettenti.

L’impresa dovrà fornire certificazioni di idoneità tecnica (ovvero documenti riassuntivi inerenti ai lavori svolti e contabilizzati nei sessanta mesi precedenti alla sottoscrizione dell’impegno con la SOA), secondo i seguenti parametri: per un valore almeno pari al 90% dell’importo della relativa attestazione richiesta con la dimostrazione di singole commesse (lavori di punta) di importi almeno pari a:

– almeno un lavoro pari al 40% dell’importo richiesto in ogni singola categoria;
– la somma di 2 pari al 55% dell’importo richiesto in ogni singola categoria;
– oppure la somma di 3 pari al 65% dell’importo richiesto in ogni singola categoria.

Il possesso della certificazione di qualità UNI EN ISO 9001 costituisce per tutti requisito premiante.

Tale certificazione, che ha validità quinquennale (a condizione che ne venga richiesta conferma al terzo anno dal rilascio), viene valutata sulla base di un’analisi degli ultimi cinque anni di attività dell’impresa, precedenti alla richiesta di attestazione.

L’Attestazione SOA qualifica l’impresa ad eseguire appalti per categorie di opere e classifiche di importi. Le categorie di opere a cui si può richiedere di essere attestati sono 48: 13 di esse sono opere generali (edilizia civile e industriale, strade, fogne e acquedotti, restauri di beni immobili etc.) e 35 di esse sono opere specializzate (restauri di superfici decorate, impianti, scavi, demolizioni, arginature, arredo urbano, finiture tecniche, finiture in legno, in vetro e in gesso, etc.).

Le classifiche di importi a cui si può richiedere di essere attestati (inizialmente 8, riportate in lire nel DPR 25 gennaio 2000, n. 34, e successivamente 10, inserite arrotondate nel DPR 5 ottobre 2010, n. 207 art. 61 comma 4), sono, in euro:

– I pari a € 258.000;
– II pari a € 516.000;
– III pari a € 1.033.000;
– III bis pari a € 1.500.000;
– IV pari a € 2.582.000;
– IV bis pari a € 3.500.000;
– V pari a € 5.165.000;
– VI pari a € 10.329.000;
– VII pari a € 15.494.000;
– VIII per importi oltre € 15.494.000 (convenzionalmente stabilito in € 20.658.000, relativamente al rispetto dei requisiti).

Esse abilitano l’impresa a partecipare ad appalti con importi pari alla relativa classifica, accresciuta del 20%. La classifica di importi sarà commisurata alla capacità economica e tecnica dell’impresa. Il costo minimo dell’attestazione sarà commisurato al numero di Categorie ottenute ed alle rispettive Classifiche.

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Salute e Benessere

Come e perchè ci attaccano le zanzare

In tutto il mondo esistono 3000 tipi diversi di zanzare. Solo le femmine pizzicano e succhiano il sangue, che rappresenta per loro una fonte di proteine per la produzione delle uova. I maschi sono innocui vegetariani, che si nutrono di linfa di foglie e alberi e di frutta.

Le uova vengono deposte sulla superficie dell’acqua e le larve di zanzara si sviluppano nelle acque stagnanti (sporche). Lo sviluppo dall’uovo alla larva richiede da 2 a 3 settimane; dopo una fase di 2 a 4 giorni nel bozzolo, esce la zanzara adulta. Con l’umidità e il calore il ciclo delle larve viene accelerato.

Le zanzare sono attive soprattutto dal tramonto all’alba; nei giorni di afa (scirocco), già da mezzogiorno. Di giorno si nascondono nei luoghi ombrosi e umidi, ad esempio nelle siepi, nelle pinete e in casa.

Le zanzare sentono l’odore delle loro vittime da considerevole distanza. Senza esitazione alcuna, questi piccoli vampiri si dirigono verso la creatura ignara e colpiscono. Possono differenziare l’uomo dalle altre speci tramite il nostro odore corporeo. Il cocktail tipico di odori umani (acido lattico, ammoniaca e acido acetico) abbinato al diossido di carbonio fa semplicemente venire l’acquolina in bocca alle zanzare. L’acido lattico è tra questi l’ingrediente preferito: se è presente in abbondanza, nulla può tenere lontano questi mostriciattoli.

Durante l’attacco, le zanzare secernono un liquido che impedisce la coagulazione del sangue e agisce da anestetico locale. Questa stessa sostanza può trasmettere anche malattie. Il pizzico passa di solito inosservato, mentre è la fastidiosa reazione immonologica che si fa sentire poco più tardi, come semplice prurito o come reazione allergica più grave.

Le zanzare sono responsabili per la trasmissione delle malattie infettive più diffuse nel mondo. Alcune speci di zanzare, quali Culex, Aedes e Anopheles, sono portatrici di gravi malattie come febbre gialla e dengue (Aedes), malaria, encefalite virale, filariosi (Anopheles), meningite e altre malattie legate alla filaria (Culex). Le zanzare non possono però trasmettere l’AIDS. Secondo le ricerche internazionali sull’AIDS, nessuno dei casi documentati può essere legato a pizzichi di zanzara.

Come è possibile difensersi?

Zanzariera: le zanzariere proteggono sia dalle zanzare che da altri insetti.

Vestiti: vestitevi preferibilmente di vestiti chiari, che coprano la maggior parte del corpo. Ma attenzione: le zanzare possono pizzicare anche attraverso stoffe leggere.

Repellenti naturali: sostanze naturali con qualità di agente repellente sono: olio di anice, olio di lavanda, olio di bergamotto, olio di noce moscata, catrame di betulla, olio di garofano, canfora, olio di fiori di arancio, olio di citronella, olio di menta piperita, olio di eucaliptus, olio di geranio, olio di pino, olio di timo, olio di noce di cocco, vitamina B1, olio di aglio, olio di cannella.

Easypower, costantemente impegnata nella ricerca e commercializzazione di prodotti innovativi, ha realizzato la prima zanzariera magnetica su misura, adatta a tutte le porte e finestre e con sistema di montaggio tutelato da brevetto. La zanzariera magnetica pratica, economica e indistruttibile.

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Scienza e Tecnologia

Cosa non devi fare su un unità SSD

Ci sono alcune operazioni che non bisogna mai fare su un computer con unità SSD, anche se erano abituali on i normali dischi rigidi:

Non deframmentare

I dischi SSD non devono essere mai deframmentati. Di solito questa operazione viene effettuata sui dischi rigidi per aumentarne le prestazioni liberando spazio, ma sulle unità SSD è totalmente inutile.

Inoltre i settori di archiviazione su un’unità SSD hanno un numero limitato di scritture quindi la deframmentazione, che sposta i dati da una parte all’altra del disco, avrà come conseguenza di rovinare la memoria SSD.

Non memorizzare file di dimensioni troppo elevate

Le unità SSD sono più piccole, più leggere e più veloci rispetto ai normali dischi rigidi, ma di solito hanno capacità piuttosto ridotte. L’unità SSD è quindi l’ideale per fare girare il sistema operativo del computer e i vari programma, ma è assolutamente inadatta per registrarci  sopra videogiochi o film.

Riempire l’unità può rallentare di molto le prestazioni, quindi per i file di grandi dimensioni è consigliato acquistare un hard disk esterno.

Non riempire l’unità SSD

Come già accennato al punto precedente, è importante, per tenere il computer veloce, lasciare sempre un po’ di spazio libero sul disco a stato solido. Il problema è che quando un disco SSD ha molto spazio libero, ci sono molti blocchi vuoti quindi quando si va a scrivere un file, trova subito dove metterli.

Quando un SSD ha poco spazio libero, i blocchi sono tutti parzialmente riempiti. Quando si va a scrivere un file, il computer dovrà leggere un blocco non vuoto nella sua cache, modificarlo con i nuovi dati e poi scriverlo sul disco.

I file eliminati non sono recuperabili tramite i normali programmi di recupero dati

Le unità SSD utilizzano il comando TRIM, che permette ad un sistema operativo di indicare i blocchi che non sono più in uso in un’unità a stato solido (o “SSD”), come ad esempio i blocchi liberati dopo l’eliminazione di uno o più file.

Solitamente, nei normali sistemi operativi, i file eliminati vengono semplicemente contrassegnati come file da sovrascrivere, rimanendo quindi in attesa all’interno del PC per essere sovrascritti quando verranno immessi nuovi dati.

Nei sistemi operativi che supportano TRIM invece i file vengono eliminati immediatamente. Quando si elimina un file, il sistema operativo informa il disco a stato solido che il file è stato eliminato con il comando TRIM, ed i suoi settori vengono immediatamente cancellati e non possono più essere recuperati.

Articolo offerto da Recovery Italia, centro di recupero dati hard disk professionale a Roma: http://www.recuperodatiroma.com/

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Scienza e Tecnologia

Come recuperare dati dal cellulare in informatica forense

Come può essere utile un telefono cellulare durante un investigazione? In molto modi diversi. Infatti viene spesso utilizzato, oltre che per risolvere crimini violenti, anche dagli investigatori provati per risolvere casi di tradimento coniugale o di spionaggio aziendale.

Normalmente si pensa che una volta eliminate le prove fisiche di un crimine la si possa fare franca, senza tenere in conto il fatto che un cellulare contiene una enorme quantità di dati. E’ facile da capire, basta pensare a un accessorio che ormai è disponibile e spesso attivo automaticamente in tutti i telefoni: il GPS. Un investigatore esperto è in gradi di sapere dove è stato quel telefono piuttosto facilmente.

Tua moglie ieri sera era nel locale insieme alle sue amiche oppure era a casa del suo amante? Il telefono sa perfettamente dove si trovava in ogni preciso momento, quindi è possibile scoprirlo.

Alcune persone utilizzano i social networks per tradire il proprio partner. E’ diventato ormai una moda seguita da molti. Il telefono contiene la cronologia di tutte le attività svolte sui social networks, che si sia utilizzatoi l’accesso diretto ainternet oppure un app. Anche se la cronologia è stata eliminata, così come delle fotografie compromettenti, può essere tutto recuperato se non è passato un periodo troppo lungo dalla cancellazione.

I furti in azienda da parte dei dipendenti sono un tipo di reato molto comune. Se i dipendenti utilizzano cellulari aziendali è possibile visualizzare tutti i loro dati e sapere dove si trovavano e fino a che momento.

Il recupero dei dati a scopo investigativo può essere fatto rapidamente e con discrezione. Ecco quali sono i casi più frequenti:

  • Quando si sospetta che il coniuge sta avendo una storia con un altra persona;
  • Quando si ha un problema legale di qualunque tipo con parenti, amici o altro;
  • Viene spesso utilizzato per tenere sotto controllo gli adolescenti da parte dei genitori;
  • Viene anche spesso utilizzato dalle aziende per tenere sotto controllo i dipendenti (quando vengono utilizzati telefoni aziendali).

I dati possono essere recuperati da qualunque tipo di dispositivo elettronico: PC, notebook, tablet, cellulari ecc.

Gli elelmenti acquisiti in questo modo possono essere utilizzati in tribunale per risolvere problemi di qualunque tipo: omicidi, furti, divorzi, problemi con la custodia dei figli, licenziamenti, ecc.

Un esperto di recupero dati hard disk è in grado di recuperare:

  • SMS e MMS,
  • contatti,
  • conversazioni sui social networks,
  • registro delle chiamate,
  • cronologia di navigazione internet,
  • informazioni di geolocalizzazione,
  • applicazioni smartphone,
  • e-mail, immagini, video e registrazioni audio.

Articolo offerto da Recovery Italia, centro di recupero dati hard disk professionale a Roma: http://www.recuperodatiroma.com/

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Noleggio a lungo termine autovetture

Il noleggio a lungo termine è una soluzione di mobilità alternativa alla proprietà e al leasing, che garantisce una mobilità senza pensieri, costi chiari e pianificabili e notevoli risparmi.

Esso consente di scegliere qualsiasi vettura, senza limitazione di marca, modello e allestimento a fronte di un canone mensile fisso che viene determinato sulla base dei seguenti parametri: durata del contratto di noleggio, chilometraggio complessivo richiesto, marca, modello e allestimento del veicolo scelto, servizi inclusi.

Chi può accedere al noleggio a lungo termine?

In primis le aziende con regolare partita Iva, ma anche i privati in possesso del semplice codice fiscale. Per entrambi i clienti è necessario rispettare un requisito fondamentale: la sostenibilità della spesa.

Le aziende devono mostrare il bilancio annuo, mentre per i privati la busta paga. Si tratta di documenti finanziari necessari a verificare l’esistenza di una situazione economica affidabile.

Come funziona il noleggio a lungo termine?

In sostanza, noleggiare una vettura a lungo termine, significa pagare una quota mensile fissa, per un periodo determinato e per una percorrenza complessiva entro una soglia prefissata, che copre tutti gli oneri per l’utilizzo del veicolo (imposta di circolazione -bollo-, assicurazione, Kasko, manutenzione compresi pneumatici invernali, ecc), con la sola esclusione di multe e parcheggi e pedaggi oltre che, naturalmente, del carburante.

Il periodo di noleggio varia da 24 a 60 mesi; a fine noleggio, il veicolo può essere riscattato ad un prezzo prefissato, per essere intestato al cliente o ad altra persona da lui designata, oppure semplicemente riconsegnato al noleggiatore.

In sostanza si acquista l’uso dell’auto, piuttosto che la sua proprietà. Il costo dell’uso nel caso di noleggio è predeterminato e fisso e il canone varia da operatore a operatore e dipende essenzialmente dallo sconto che le case produttrici riservano alle società di noleggio a lungo termine.

Cosa serve per poter noleggiare?

Per poter aprire una linea di credito, e quindi procedere con l’ordine del veicolo, sono necessari i seguenti documenti:

– il contratto di locazione siglato su tutte le pagine;
– il modulo rid compilato e siglato
– ultimo bilancio o Modello unico corredati dall’attestato di avvenuta presentazione alla Agenzia delle Entrate;
– certificato della camera di commercio;
– attribuzione della partita iva;
– fotocopia del documento del legale rappresentante;
-banca di appoggio e numero conto corrente.

Noleggio a Lungo Termine: quali sono i Vantaggi?

l vantaggio per il consumatore, nello scegliere la formula del Noleggio a Lungo Termine consiste, oltre che nell’eventuale vantaggio economico, nel liberarsi di tutti i fastidi derivanti dalla proprietà, a partire dalla necessità di ricordare le scadenze fiscali e normative, le sorprese del costo della manutenzione dopo il periodo di garanzia, nessun fastidio per realizzare il corretto valore residuo, ed infine la flessibilità di poter adeguare le caratteristiche dell’auto al variare delle esigenze personali e familiari.

In sostanza, oltre a semplificare la gestione del parco auto, il noleggio a lungo termine consente significativi vantaggi economici:

Costi imprevisti: si eliminano tutte le spese non preventivabili (dovute a guasti, incidenti, furti, etc.) e permette ai nostri clienti di mantenere una produttività costante (non ci sono fermi tecnici con i servizi di “emergenza” h24 come ad es. il traino, il veicolo sostitutivo, il taxi e l’ albergo).

Costi di gestione: si eliminano gli oneri “burocratici” per l’adempimento delle varie normative e gli oneri di gestione per la risoluzione di problematiche non inerenti al proprio core business.

Inoltre, i costi dei servizi assicurativi e quelli inerenti la tassa di proprietà vengono fatturati solo per il reale utilizzo e non fino alla loro naturale scadenza.

Con il noleggio a lungo termine si hanno a disposizione autoveicoli sempre perfettamente efficienti ed in linea con le normative vigenti, senza doversi occupare della gestione di tutte le necessarie attività operative. Nordassistance si occuperà dell’intero processo, dalla ricerca del finanziamento, all’acquisto e messa su strada del veicolo, alle coperture assicurative e a tutte le normali attivita’ che la proprietà di uno o più veicoli richiedono, quali ad esempio:

– Interventi di manutenzione ordinaria.
– Gestione dei veicoli sostitutivi.
– Gestione veicoli in pre-assegnazione.
– Gestione delle coperture assicurative.
– Gestione dei sinistri e relative riparazioni.
– Gestione fermi tecnici degli autoveicoli.
– Gestione degli interventi di emergenza.
– Gestione della logistica.
– Gestione delle multe.
– Gestione delle carte carburante.
– Revisione del veicolo.
– Vendita dell’usato.

La comodità e l’efficienza di avere uno specialista come unico interlocutore ti consente di esternalizzare un’attività non strategica, per la quale generalmente non si dispone delle specifiche professionalità.

Costi certi e pianificabili: I servizi sono tutti compresi in un unico canone mensile fisso, calcolato sulla base del reale utilizzo del veicolo, ciò consente una pianificazione certa dei costi, al riparo da qualunque imprevisto.

Nessun immobilizzo di capitale: l’acquisto di uno o piu’ veicoli comporta un ingente immobilizzo di capitale, il noleggio a lungo termine, grazie al solo canone mensile, consente invece di concentrare la disponibilità finanziaria nel proprio core business. Inoltre, la formula del noleggio non influisce sulla struttura del bilancio, in quanto i costi sono ripartiti lungo l’intera durata di utilizzo del mezzo.

Outsourcing: esternalizzando le attività non core, riconducibili alla gestione delle auto aziendali, si ottiene un notevole risparmio in termini di tempo e di risorse.

Vendita dell’usato: nessun rischio finanziario legato alla rivendita dell’usato, i cui valori sono ormai divenuti antieconomici a causa della continua instabilità del mercato

Nordassistance si occupa di dare consulenza specializzata nella fornitura di servizi di noleggio a breve termine e noleggio lungo termine a Verona di motocicli autovetture e veicoli commerciali.

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Scienza e Tecnologia

Come funziona la depilazione laser?

L’epilazione laser è una tecnica che permette la rimozione dei peli superflui su viso e corpo, attraverso apparecchiature che agiscono sul bulbo pilifero. Nella depilazione laser infatti, il pelo non viene strappato. Il follicolo viene distrutto grazie al raggio laser.

A differenza delle classiche tecniche di depilazione, che rimuovono solo la parte apicale del pelo, l’epilazione laser consente di asportarlo nella sua interezza, bulbo pilifero compreso.

La sua lunghezza d’onda attacca esclusivamente il bulbo pilifero, senza deteriorare nessun’altra struttura della pelle. La melanina, il pigmento responsabile del colore del pelo, assorbendo la luce prodotta dal laser si riscalda a più di 60 °C e distrugge il follicolo pilifero. Risultato: quest’ultimo non produce più peli.

La procedura è sicura e consente di eliminare la peluria per un lungo periodo di tempo. Grazie a lunghezze d’onda specifiche per le diverse tipologie di pelle, il laser emette un fascio di luce che riscalda il fusto del pelo e la sua radice. Lo scopo finale è quello di provocare, seduta dopo seduta, un progressivo assottigliamento e diradamento della peluria, rallentandone fortemente la ricrescita e rendendola non visibile ad occhio nudo.

La depilazione laser è quasi indolore, al massimo può provocare una sensazione di fastidio, simile a un puntura di ago, o forte calore. Ogni impulso del laser agisce su una superficie di circa due centimetri quadrati. Sia l’estetista o il medico estetico che il paziente devono portare degli occhiali protettivi.

Questo tipo di intervento è particolarmente consigliato a chi è stanco/a di ricorrere frequentemente a cerette, rasoi e vari altri metodi di depilazione: oltre ad essere indolore infatti, favorisce una riduzione della quantità e del diametro dei peli, nonché una ricrescita lenta, se non addirittura inesistente grazie all’eliminazione totale. L’importante è rispettare gli accorgimenti sopra indicati e sottoporsi a un numero adeguato di sedute.

L’epilazione laser può essere eseguita nei saloni estetici certificati o negli studi medici. In base alla zona da trattare, sono necessarie diverse sedute, pianificate con cadenza mensile o bimestrale.

Non ci si sbarazza dei peli in una volta sola: si consiglia di effettuare da 5 a 10 trattamenti, una varaibilità che dipende dall’età, dal tipo di pelle e dalle caratteristiche dei peli. La durata della seduta varia da 15 minuti a 4 ore, a seconda della zona da trattare. Via via che si eseguono i trattamenti, infatti, i peli ricrescono meno velocemente (da 4 settimane all’inizio, a diversi mesi in seguito) e sempre più sottili.

La zona interessata dev’essere preventivamente rasata, in modo da garantire che la potenza del fascio di luce venga diretta verso il bulbo pilifero; inoltre, dev’essere preventivamente detersa, quindi privata di creme, profumi, deodoranti o qualunque prodotto che possa interagire con il laser. Inoltre, è necessario evitare di fare la ceretta, togliere i peli con la pinzetta o decolorarli un mese prima dell’epilazione.

I rischi più frequenti sono rappresentati dalle macchie; si tratta di ipo o iperpigmentazionicutanee, generalmente a regressione spontanea in qualche settimana o mese, ma statisticamente rare (1-7%). La macchie chiare si verificano se si agisce su una Cute abbronzata perché si danneggia la melanina; le macchie scure si verificano per un effetto termico di stimolazione della melanina nelle zone vicine al pelo.

Altri rischi più rari sono le infezioni, qualora un trattamento troppo energico sia seguito da vesciche.

Epilcentre offre depilazione definitiva con laser a Brescia usando le migliori tecnologie certificate laser e luce pulsata. Unisciti anche tu a migliaia di clienti soddisfatti e ottieni i risultati desiderati a costi certi.

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Scienza e Tecnologia

Recupero dati forense dal computer

servizi di recupero dati consistono nel recupero dei dati dal disco rigido del computer. Il disco rigido potrebbe essere stato formattato oppure danneggiato fisicamente; il recupero forense dei dati è un ramo speciale dell’informatica che si occupa del recupero di dati importanti per garantire che vengano ripristinati il più possibile come erano nel loro stato originale. Inoltre un analista informatico deve essere in grado di tracciare il percorso di tali dati per determinare il motivo per cui sono stati persi (potrebbero essere stati eliminati per coprire le prove di un crimine).

Per riuscire nel recupero dei dati, lo specialista utilizzerà degli strumenti e delle attrezzature speciali per l’identificazione dei dati: dati attivi, dati d’archivio e dati latenti.

dati attivi sono i normali file che possono essere visti da chiunque utilizzi il sistema operativo del computer.

dati d’archivio sono i file crittografati memorizzati tramite il backup.

Questi due tipi di file sono facili da recuperare e possono essere trasferiti  e memorizzati su un qualunque tipo di supporto.

dati latenti sono un pò più complicati, in quanto si riferiscono ai file che sono stati eliminati dal computer, oppure dati che erano memorizzati su un disco che successivamente è stato formattato.

Questi file sono ancora recuperabili tramite l’ausilio di software specializzati, in grado di visualizzare il contenuto del disco senza fare affidamento sul partizionamento delle tabelle del drive. Questi software in genere offrono la possibilità di ripristinare i file al loro stato attivo per poi trasferirli su un supporto diverso per la masterizzazione. Una volta trasferiti, questi file possono ancora essere inseriti in un file system attivo per ridurre al minimo le eventuali perdite subite a causa della mancanza dei dati in questione.

L’analisi forense comporterà una analisi dettagliata delle informazioni contenute nel disco. L’obiettivo non è quindi solamente quello di fornire un servizio di recupero dei dati, ma la determinazione di come tali dati sono stati persi e, cosa più importante, chi ne è stato coinvolto. In questi casi speciali vengono utilizzate tecniche e metodologie forensi specifiche, specializzate nell’esaminare frammenti di file ancora memorizzati che non sono stati sovrascritti.

Gli specialisti di recupero dei dati forense procedono quindi a catalogare tutti i dati attivi, quelli di archivio e i dati latenti. Questo include i file che sono stati eliminati, i file protetti da password, i file crittografati e tutti quei file che l’utente ha cercato di nascondere. Un esame dei registri relativi al server, al log del firewall, i log del proxy e simili, sarà effettuato per ricreare le condizioni esatte del momento in cui i dati sono stati persi.

Articolo offerto da Recovery Italia, centro di recupero dati hard disk professionale a Roma: http://www.recuperodatiroma.com/

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Scienza e Tecnologia

Tipi di tornio

Il tornio è una macchina utensile impiegata per ottenere superfici di rivoluzione o superfici elicoidali, con moto di lavoro rotatorio uniforme impresso all’oggetto e moto di avanzamento traslatorio uniforme comunicato all’utensile che opera sull’oggetto per asportazione di truciolo.

I principali tipi di tornio si classificano in questo modo: paralleli, frontali, a torretta girevole, automatico, a controllo numerico.

Tornio parallelo

Il più diffuso è il tornio parallelo, che consta di un robusto banco in ghisa, ad una estremità del quale è montata la testa motrice che regge l’albero principale, o mandrino.

Questo porta la punta centrante per fissare in posizione e sostenere l’oggetto a un estremità (nella lavorazione tra le punte), mentre l’altra estremità del medesimo è sostenuta dalla controtesta, che porta la contropunta e può scorrere lungo le guide del banco per adeguarsi alla lunghezza dell’oggetto.

Quest’ultimo, durante la lavorazione, riceve il moto dal mandrino per mezzo di un disco munito di perno eccentrico (menabrida), che trascina con sè il codolo di un morsetto serrato sull’oggetto.

Se l’oggetto ha una lunghezza limitata rispetto alle dimensioni trasversali, viene montato a sbalzo sul mandrino mediante una piattaforma a disco munita di morsetti radiali o autocentranti.

Lungo la fiancata del banco e parallelamente all’asse del tornio è disposta una guida prismatica su cui può scorrere il carro portautensile, il quale è munito di dispositivo per l’avanzamento trasversale dell’utensile stesso.

Lo scorrimento longitudinale del carro portautensile, per eseguire la lavorazione lungo tutto l’oggetto, è determinato dalla vite conduttrice, sistemata anch’essa sulla fiancata del banco e posta in rotazione dal mandrino attraverso un cambio di velocità e ingranaggi, la quale si accoppia con una madrevite ricavata nel carro portautensili.

In questo modo, al ruotare del mandrino, il carro scorre sulla guida percorrendo tratti proporzionali agli spostamento angolari del mandrino.

Il tornio paralleo si presta alla lavorazione di pezzi di lunghezza notevole e alla filettatura.

Riassumendo, il tornio parallelo si può considerare costituito dalle seguenti parti essenziali:

Tornio frontale

Poiché talvolta è necessario lavorare o rettificare pezzi di grandi dimensioni (per esempio nell’industria navale) e di relativo grande peso, non è conveniente che questi siano fissati come si farebbe su di un tornio parallelo. Il loro peso infatti creerebbe grossi problemi per la loro adeguata ritenzione sul mandrino.

Si preferisce quindi far ruotare il pezzo attorno ad un asse verticale. Il mandrino (spesso largo molti metri) giace quindi su di un piano orizzontale e l’utensile per la lavorazione si muove su di una guida verticale. Il tornio verticale funziona, insomma, come un tornio parallelo ruotato di novanta gradi.

Generalmente, data la natura dei pezzi da lavorare (larghi e bassi), non è necessario l’uso della contropunta.

Tornio a torretta girevole

Funziona nei suoi principi generali come un normale tornio parallelo. Poiché però durante la lavorazione di alcuni pezzi (specialmente se molti e di forma complessa) è necessario cambiare spesso l’utensile con un altro di forma e dimensioni più adatte, con questa macchina tale lavoro è semplificato, poiché i vari utensili necessari vengono montati in precedenza su di una torretta girevole detta “revolver” in modo da poter essere usati nella dovuta sequenza senza prolungate soste nel lavoro.

La torretta è comandata di solito da un grosso volante laterale o da un comando a stella provvisto di leve. La contropunta generalmente non è presente in quanto questa macchina è destinata alla lavorazione di pezzi corti.

Tornio automatico

È una macchina del tutto analoga ai torni paralleli a revolver ma nella quale ogni operazione (compreso il bloccaggio dei pezzi sul mandrino) può avvenire in automatico. Vi è infatti una serie di complicati meccanismi che rende possibile questo e quindi la produzione in grandi serie di pezzi tra di loro uguali.

Generalmente si tratta di elementi di dimensioni medio – piccole ricavati da barre metalliche (di sezione rotonda, esagonale ecc.), come ad esempio viti, dadi, boccole, perni, anelli e così via.

Tornio a controllo numerico

Può fare tutto ciò che fanno gli altri tipi di tornio ma in un totale automatismo controllato da un computer. I parametri del pezzo desiderato vengono inseriti in un programma e gli elementi della macchina si muovono comandati dal computer al quale, contemporaneamente alla lavorazione, giungono i segnali provenienti da vari sensori (laser) posti nei punti essenziali così da poter tenere costantemente d’occhio il buon andamento del lavoro.

Se per qualsiasi ragione (ad esempio la consunzione dell’utensile) il sensore registra che il pezzo non rientra più nelle dimensioni impostate vi è un sistema che immediatamente provvede alla necessaria correzione.

La precisione dei pezzi ottenuti con questa macchina è elevatissima, dell’ordine dei centesimi o addirittura millesimi di millimetro. In questo caso l’operatore si limita al controllo dei dati mostrati dal computer ed eventualmente al controllo dei prodotti a campionamento.

GWM Group è un costruttore di torni plurimandrino con decenni di attività nel campo della meccanica applicata ai torni plurimandrino in grado di offrire un servizio di consulenza tecnica e commerciale su scala mondiale grazie alle collaborazioni sviluppate in Germania, Francia, Stati Uniti, Spagna, Turchia e Cina.

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