Daily Archives

26 Giugno 2011

Comunicati

Lampade da parete

Le lampade da parete, al giorno d’oggi, sono uno degli strumenti più utilizzati non solo per offrire un’ottima illuminazione alla vostra abitazione, ma anche per arredare questo ambiente in una maniera che può essere sia molto elegante, sia molto moderna, a seconda del modello di lampada che viene utilizzato.

Infatti, moti sono i tipi di lampade da parete disponibili sul mercato, a cominciare proprio dalle lampade classiche e da quelle moderne.

Le lampade classiche sono create con materiali come per esempio il ferro battuto, l’ottone e il rame, elementi che richiamano la classicità, insieme a delle forme ricche di fronzoli e particolari.

Le lampade moderne, invece, vengono costruite utilizzando materiali più moderni, come l’alluminio, e le loro forme sono curate da designer professionisti che racchiudono in queste forme il proprio concetto di modernità. Il risultato finale sarà l’ottenimento di una lampada che potrà essere comodamente esposta in salotto, poichè grazie alle sue forme sarà addirittura in grado di sostituire uno dei quadri del vostro salotto. Potrete mostrare questa lampada come se fosse un’opera d’arte, di giorno, o rilassarvi sotto la sua luce, la sera.

Queste tipologie di lampade da parete, inoltre, danno la possibilità a chi le utilizza di poter regolare l’intensità della luce che queste emettono. Infatti, anche se può non sembrare, l’intensità di una luce all’interno della nostra abitazione può andare ad influire sul nostro stato d’animo: una luce tenue può rilassarci, oppure renderci malinconici, mentre una luce troppo forte potrebbe anche dare fastidio, ma se siamo allegri non ne accusiamo alcun disturbo.

I vantaggi di questi tipi di lampade sono molti. Uno dei più importanti è sicuramente la loro capacità di colmare degli spazi vuoti delle vostre stanze; questi infatti possono essere collocate perfino negli angoli di una stanza, e la loro luce può essere indirizzata dove si vuole, grazie alla presenza di braccetti metallici che consentono lo spostamento della lampada stessa.

No Comments
Comunicati

Prestiti cambializzati a Protestati

Quando si si richiedono dei prestiti, una delle condizioni che le società finanziarie di norma richiedono è il non aver avuto a che fare con protesti e il non essere registrati nel registro dei cattivi pagatori. Ma cosa accade se vi sono stati, precedentemente dei disguidi legati ad altri finanziamenti? Il prestito cambializzato grazie alla sua ottima accessibilità da parte dei richiedenti in generale, ha esteso questa possibilità anche ai cattivi pagatori e ai protestati. Il prestito cambializzato, è realmente una delle poche alternative che possono essere usate per chi sia stato protestato. Infatti, in sede di concessione del prestito gli istituti di credito infatti non verificano la storia creditizia del debitore presso il registro dei protesti o le diverse centrali rischi. Sono abbastanza poche le agenzie finanziarie e le banche che rilasciano prestiti a protestati.  L` unico metodo per superare il problema del protesto e ricevere un finanziamento, è offrire qualcosa come garanzia. Per i prestiti cambializzati a protestati, è richiesto un appartamento, una busta paga, un tfr o una polizza vita a garanzia. Dato che è esente da controlli informativi tale prestito può essere richiesto anche dai cattivi pagatori e dai protestati. Per ulteriori informazioni in merito  per richiedere un prestito cambializzato è consigliabile visitare il link seguente: Prestiti Cambializzati a protestati

No Comments
Comunicati

BERTUOLA E RINALDI, “PIRATI” ALLA GF GIORDANA GAVIA E MORTIROLO “ARBITRI” SEVERI

Bertuola e Rinaldi vincono la 7.a edizione della Granfondo internazionale Giordana

In gara anche i mediofondisti, i migliori sono stati Salimbeni e Carloni

Nel percorso di 85 km, “solo” con Mortirolo e S.Cristina, la vittoria è andata a Gnani e Sonzogni

Sole, festa e tanto pubblico per la gara di Aprica (Sondrio), con 3.000 partenti da 25 nazioni

Un tuffo nel passato, agli anni d’oro del ciclismo, con la 7.a edizione della Granfondo internazionale Giordana partita stamattina da Aprica (Sondrio). Alessandro Bertuola e Ilaria Rinaldi sono i nuovi “Pantani”, i nuovi dominatori dei tre “terribili” passi Gavia, Mortirolo e Santa Cristina sul percorso “lungo” di 175 km, mentre Luigi Salimbeni e Raffaella Carloni sono i vincitori della mediofondo di 155 km, la versione alleggerita (si fa per dire) con solo Gavia e Mortirolo.

Un sole splendente ha accolto stamattina la carica dei 3.000 granfondisti della gara lombarda, e nonostante l’orario mattiniero dello start (7,30) il pubblico di Aprica era numeroso e generoso di tifo e applausi per i pedalatori, sotto una “pioggia” di coriandoli tricolori per ricordare il 150° dell’unità d’Italia. E sulle note di Freddie Mercury, “We are the champions”, i campioni della fatica si apprestavano entusiasti a cimentarsi in quella che, diciamolo, per gli appassionati di ciclismo è davvero la prova del nove, una sfida personale emozionante e…terrificante.

Tranquilli i primi km di gara in discesa fino a Edolo a velocità controllata, poi a Monno la prima scrematura, con il bivio del percorso Corto di 85 km e “solo” 1.850 metri di dislivello, che comprendeva il passo Mortirolo (affrontato, appunto, dal versante di Monno) e il passo S. Cristina. A dominare la gara “corta” è stato il bresciano Enzo Gnani (2h52’21’’), un biker che non disdegna nemmeno le gare su strada e che aveva già vinto ad Aprica nel 2008. Dopo la discesa che dal Mortirolo riporta ad Aprica Gnani poteva contare su un vantaggio di 30”, incrementato dopo la scalata del Passo S. Cristina e che lo portava a vincere davanti all’altro bresciano e ottimo scalatore Fabio Moreschi (a 1’25’’) e il portacolori del team Carimate Kuota, Enrico Biganzoli (3° anche nel 2010). Tra le donne la vittoria è andata invece alla bergamasca Manuela Sonzogni (3h29’09’’), alla sua terza gara stagionale, che ha staccato di 13’24’’ la trentina Noemi Gobber e di oltre 14’ la lombarda Elisa Marchetti, 3.a come l’anno scorso.

Al bivio di Monno granfondisti e mediofondisti, invece, proseguivano verso Ponte di Legno, e già si accendevano le prime “scintille” con i tre bolognesi Alessio Pareschi, Giuseppe Corsello (già vincitore per 3 volte del “medio”) e Luigi Salimbeni pronti ad allungare e rifilare al gruppo oltre 1’30”.

Poi li attendeva la mitica salita del Passo Gavia, una meta storica del ciclismo fin dagli anni ‘30, una “maratona” lunga 17 km con pendenza media dell’8%, che sgranava immediatamente il gruppone. Dopo i primi km nel bosco il paesaggio si apriva a panorami spettacolari, con la corona di cime innevate e la verde vallata sottostante, e a guidare era sempre il trio di emiliani, i quali mantenevano la leadership sfilando da soli sul Gavia, sfiorando le ultime lingue di neve qua e là (non come la leggendaria bufera del Giro dell’88), un tocco di fascino in più in una splendida giornata di sole. Poi una lunga picchiata fino a S. Caterina Valfurva e, quindi, verso Bormio, con passaggi per Cepina, Grosio e Grosotto.

A Mazzo suonava l’ora del “calvario” del Mortirolo dal suo versante più “nobile”, che impone la bellezza di 1.300 metri di dislivello in 12 km, con picchi anche del 18%. E proprio sul Mortirolo si decideva la gara del “medio”, con Corsello che allungava alla “pirata”, ma veniva immediatamente riacciuffato dai due inseguitori. Davanti al monumento di Marco Pantani, all’11° tornante dopo 8 km di salita, c’era un colpo di scena, e proprio in quel punto (voluto?) Salimbeni e Pareschi raggiungevano Corsello che era in un momento di crisi e allo stesso tempo li raggiungeva  e sorpassava Alfonso Falzarano, ex pro’ e neo acquisto del Team Maggi, che giocava il suo jolly e partiva a razzo sull’erta del Mortirolo, iniziando a mettersi in tasca un bel distacco, lui che era “votato” al “lungo” a differenza dei tre avversari che invece avevano già deciso di “piegare” per il medio.

Salimbeni sugli ultimi tormentati tornanti del Mortirolo allungava a sua volta su Pareschi e Corsello e dopo la lunga discesa ad Aprica puntava verso al traguardo di Via Roma, vincendo la mediofondo con il tempo di 5h08’11’’, beffando così i due portacolori del Gianluca Faenza Hymer Team, Alessio Pareschi (distaccato di 2’01’’) e Giuseppe Corsello (terzo a 5’40’’).

Tra le donne la gara “media” è stata vinta dalla faentina Raffaella Carloni (6h01’04’’), che ha battuto per una manciata di secondi la lombarda Monica Bonfanti (6h01’21’’) e la veronese Sara Ugolini, distaccata di oltre 10’.

I granfondisti per completare il “lungo” dovevano affrontare da Aprica ancora 20 chilometri con 7 assorbiti dall’ascesa del Passo Santa Cristina, una salita tra boschi verdi e con pendenze medie dell’8,5%, una scalata che avrebbe portato il dislivello complessivo a 4.500 metri.

E, in barba ai tanti decantati Gavia e Mortirolo, è stato proprio il passo S. Cristina a decidere le sorti della corsa perché, dopo un paio di km dall’attacco della salita, per il bolognese Falzarano (fino a quel momento al comando) subentrava una forte crisi, che gli faceva perdere velocemente il terreno guadagnato. A circa metà salita arrivavano a “doppiarlo” i due increduli trevigiani Bertuola (altro ex pro’) e Sorrenti, che coglievano al volo l’occasione dell’ormai insperato sorpasso.

In cima al S. Cristina passavano così in tandem i due amici, che imboccavano a tutta velocità la discesa finale alla volta del traguardo, seguiti dall’ormai rassegnato Falzarano e dall’altro portacolori della Maggi, Beconcini. Nel rettone finale prima dell’arco della vittoria Bertuola lanciava la propria volata, vincendo con uno spettacolare sprint la “sua” GF Giordana con il tempo di 5h52’14’’. Dietro di lui chiudeva a soli 3’’ di distacco Giuseppe Sorrenti, mentre si doveva accontentare del 3° posto un deluso Alfonso Falzarano (5h57’57’’) arrivato allo stremo. Tra le donne dominio assoluto dell’ex pro’ Ilaria Rinaldi, che ha chiuso la sua gara in 6h50’43’’, imponendo grossi distacchi alle avversarie Cristina Leonetti (oltre 8’) e Cristina Lambrugo (quasi 19’).

Assegnati oggi anche i titoli di Coppa Lombardia, ma la gara era inserita anche nei circuiti Nobili/Supernobili, Gran Trofeo e AmaTour.

Una splendida giornata di sport, quella regalata dalla GF internazionale Giordana, merito anche dell’organizzazione magistrale del Gruppo Sportivo Alpi e del suo patron Vittorio Mevio, talmente affezionato ai “suoi” corridori da scrivere su tutti i 3.000 pettorali il suo numero di cellulare personale per essere contattato in caso di qualunque bisogno. Ora la “palla” passa all’edizione 2012, con la GF internazionale Giordana n. 8, per un nuovo e avvincente appuntamento con la storia e con la passione che unisce sempre più “maniaci” delle granfondo.

Info: www.granfondogiordana.it

Percorso Granfondo

Maschile

1) Bertuola Alessandro (Viner) 05:52:14; 2) Sorrenti Mazzocchi Giuseppe (X-Bionic) 05:52:17; 3) Falzarano Alfonso (Maggi) 05:57:57; 4) Beconcini  Andrea (Maggi) 05:57:58; 5) Lucciola Fabrizio (Mg.K. Vis) 05:58:57.

Femminile

1) Rinaldi Ilaria (Parkpre Giordana) 06:50:43; 2) Leonetti Cristina (Cinelli) 06:59:08; 3) Lamburgo Cristina 07:19:19 (Tubozeta); 4) Gaggini Daniela 07:13:49 (Veloplus); 5) Fiorani Roberta (Cicli Spreafico) 07:15:01;

Percorso Medio Fondo

Maschile

1) Salimbeni Luigi (Olimpia) 05:08:11; 2) Pareschi Alessio (Hymer) 05:10:12; 3) Corsello Giuseppe (Hymer) 05:13:51; 4) Giussani Niki (Carimate) 05:16:41; 5) Corbetta Riccardo (Carimate) 05:17:37;

Femminile

1) Carloni Raffaella (Turbozeta) 06:01:04; 2) Bonfanti Monica (Massì) 06:01:21; 3) Ugolini Sara (Spk) 06:11:49; 4) Palombo Raffaella (Cinelli) 06:17:41; 5) Kaliakina Tanja (Carimate) 06:18:38;

Percorso corto

Maschile

1) Gnani Enzo (Gnani) 02:52:21; 2) Moreschi Fabio (Sportivamente) 02:53:45; 3) Biganzoli Enrico (Carimate) 02:56:45; 4) Vassalli Andrea (Orobie) 02:56:47; 05) Magri Claudio (Classic) 02:58:28;

Femminile

1) Sonzogni Manuela (Massì) 03:29:38; 2) Gobber Noemi (Individuale) 03:43:02; 3) Marchetti Elisa (Pezzetti) 03:43:54; 4) Bianco Nadia (Carimate) 03:44:15; 5) Giannecchini Nicoletta (Parkpre Giordana) 03:45:09;

No Comments
Comunicati

MASSIMO GALLIANO IMPRENDIBILE ALLA TRASLAVAL VIVIANA RUDASSO SENZA RIVALI TRA LE DONNE

Prima tappa oggi del Giro podistico in Val di Fassa (TN)

Galliano più veloce di tutti e lascia…a piedi Ghallab e Zenucchi

La Rudasso fa la lepre fin da subito. Nanu e Neznama per il resto del podio

Domani 2.a tappa di 10,6 km a Moena. Si corre fino a venerdì

Massimo Galliano e Viviana Rudasso hanno vinto oggi la prima tappa della Traslaval 2011, il “Giro podistico della Val di Fassa”, in Trentino. Il corridore di Saluzzo e la “collega” ligure non potevano iniziare in modo migliore la loro prima assoluta all’evento sulle Dolomiti, e dopo una gara assai veloce sono saliti sul primo gradino del podio davanti al marocchino Khalid Ghallab e al bergamasco Emanuele Zenucchi, nella maschile, mentre tra le donne è arrivata seconda la romena Ana Nanu e terza la slovacca Eva Neznama.

Una giornata serena con solo qualche nube in cielo ha accolto questa mattina i quasi 500 runners che dal parco fluviale di Soraga, sul torrente Avisio, si sono lanciati lungo i 10,2 chilometri della tappa odierna, la prima delle cinque complessive della Traslaval.

Il “warm up” nell’abitato di Soraga ha visto Zenucchi fare il battistrada, con Galliano e i due marocchini Ghallab e Youssef Hammar a tenere la scia, mentre il buon pubblico a bordo strada salutava con entusiasmo la sfilata di tutti concorrenti. Nel primo tratto di salita in direzione Moena il quartetto di testa ha mantenuto una media decisamente elevata, lasciando intendere come quella di oggi sarebbe stata una gara vera, e non solo un prologo di poco conto. Dal 4° km Galliano ha cominciato a mettere in campo le proprie doti di specialista della montagna – l’atleta piemontese è stato anche campione europeo individuale di corsa in montagna nel 2000 – e il ritmo è salito ancora lungo la salita delle Terre Rosse, con i due nordafricani Ghallab e Hammar a cercare di tenere il passo, mentre un affaticato Zenucchi rimaneva leggermente attardato. Nella successiva discesa verso malga Roncac Galliano proseguiva nella sua corsa in solitaria, mentre dalle retrovie si rifaceva sotto Zenucchi, il quale riusciva a superare Hammar e cominciava a puntare Ghallab. Le gambe del cuneese Galliano erano inarrestabili oggi, e al traguardo di Soraga è giunto per primo dopo 38’15” di gara e una media di oltre 15 km/h. Il marocchino Ghallab ha chiuso con quasi 1’ di distacco da Galliano ed è riuscito a sfuggire alla rincorsa di Zenucchi, che fino all’ultimo ha tentato di riprendere l’atleta del team Città di Genova, ma senza esito.

“Ho preso il mio ritmo dalla prima salita”, ha commentato Galliano al termine, “e in discesa ho mollato le gambe per non ingripparmi. Ora spero di riuscire a gestire bene le energie e i secondi di vantaggio, perché una gara a tappe di questo tipo non è facile da amministrare.”

Nella gara femminile la Rudasso è schizzata in testa fin dai primissimi metri e le sue avversarie sono state costrette a rincorrerla praticamente per tutta la gara. Colte un po’ di sorpresa, come loro stesse hanno commentato al traguardo, sia la Nanu che la Neznama hanno provato a recuperare soprattutto in discesa, ma la runner di Voltri oggi aveva una marcia in più, e alla fine ha chiuso con più di un minuto e mezzo sulla seconda e oltre 4’ sulla Neznama.

In gara oggi c’erano anche alcuni atleti non vedenti e non udenti, come il pluricampione italiano di maratona e cross per la FSSI (Federazione Sport Sordi Italia) Marco Frattini, che ha chiuso in 29.a posizione assoluta.

La 13.a edizione della Traslaval, anche quest’anno orchestrata da Stefano Benatti e dalla sua AS Traslaval, prosegue domani con 10,6 km di gara che partiranno da Moena (ore 9,30) per poi attaccare, dopo circa 1,5 km, una salita di oltre 2 km con pendenza media del 16,8%. Seguirà una lunga discesa di 4 km, dove bisognerà tenere la massima concentrazione e lasciare andare le gambe a tutta, per guadagnare posizioni in classifica. Le tappe successive saranno martedì ad Alba di Canazei e giovedì a Campestrin, prima della chiusura con il “tappone” sul Col Rodella, 10 km di puro piacere per chi ama le sfide in salita e lo spettacolo sportivo in alta quota.

Info: www.traslaval.com

Classifica 1.a tappa

Maschile:

1 Galliano Massimo Asd Roata Chiusani 0:38:15; 2 Ghallab Khalid Città Di Genova 0:39:09; 3 Zenucchi Emanuele Genova Di Corsa 0:39:26; 4 Hammar Youssef Edera Forlì 0:40:36; 5 Chiera Franco Cus Torino 0:42:07; 6 Songini Dario G.S. Valgerola 0:42:46; 7 Braganti Claudio Tiferno Runners 0:43:17; 8 Agostino Giuliano Genova Di Corsa 0:43:55; 9 Sardella Vito Violetta Club Lamezia T. 0:43:55; 10 Corradini Renzo Us Stella Alpina Carano 0:44:19

Femminile:

1 Rudasso Viviana Genova Di Corsa 0:45:15; 2 Nanu Ana G.S. Gabbi 0:46:47; 3 Neznama Eva Atletica Gavardo 90 0:49:19; 4 Passera Cinzia Runners Valbossa 0:49:37; 5 Scarselli Francesca Olympic Runners Lama 0:50:00; 6 Carrino Maddalena Asd Podistica Faggiano 0:50:40; 7 Vrajic Marija Ak Veteran 0:51:04; 8 Sonzogni Cristina Altitude 0:51:31; 9 Furlani Daniela Uisp Chianciano 0:52:05; 10 Viccari Daniela Euroatletica 2002 0:53:21

No Comments
Comunicati

Visitare il Cilento?Le tappe da non perdere

Visitare un luogo, trascorrere una vacanza in una determinata località è molto spesso qualcosa di più di una semplice vacanza, trattandosi in determinati casi di una vera e propria esperienza. E nel caso del Cilento, trascorrere un soggiorno in queste terre, significa vivere un’esperienza davvero unica dato lo straordinario patrimonio artistico, culturale e naturale che questa terra è in grado di offrire ai propri visitatori. Hai deciso di trascorrere una vacanza Cilento?Bene allora la prima cosa da sapere è che il Cilento è una terra capace di soddisfare davvero ogni gusto ed esigenza. Dalla storia alle tradizioni locali, passando per la scoperta di un paesaggio incontaminato caratterizzato da un mare cristallino e pulitissimo. Per chi ama l’arte e la cultura antica non potrà di certo perdersi le numerose testimonianze del passaggio della grande cultura greca, stigmatizzata soprattutto negli scavi archeologici di Paestum e Velia, o i ricordi classici di Capo Palinuro, zona decantata dal grande Virgilio, o ancora i castelli dell’entroterra e le stupende torre della fascia costiera che riportano alla mente il passato medioevale e le scorrerie dei popoli barbari. Conoscere la storia del Cilento è, infatti, possibile proprio attraverso i castelli, le abbazie, i casali, i borghi rurali e i magnifici centri storici che, meglio di qualsiasi altra cosa, sono la vivida testimonianza di una storia lunga millenni. Tra le attrattive maggiori per la quale vale la pena visitare il Cilento c’è certamente il suo magnifico ed incontaminato mare, incastonato tra promontori, piccole baie ed insenature, porticcioli e spiaggette. La costa del Cilento si estende da Agropoli Pioppo a Castellabate, da Ascea a Pisciotta, da Palinuro a Marina di Camerota e Sapri. Il mare del Cilento è color cobalto, l’entroterra è caratterizzato da una natura tipicamente mediterranea caratterizzata da vaste distese di ulivi nodosi e maestosi e da grotte nascoste e magiche. Tra gli altri luoghi di maggior interesse da vedere sono, oltre alla costa cilentana, l’area archeologica di Paestum, l’area archeologica di Velia-Ascea, le grotte di Castelcivita e la Certosa di Padula.

No Comments
Comunicati

Il segreto di Giulia, il nuovo thriller del noto scrittore torinese Angelo D’Antonio

Un alone di mistero aleggia sulla storia di Andrea e Giulia. Un amore apparentemente perfetto si trasforma, all’improvviso, in una relazione difficile alimentata da continue discussioni e polemiche. Il lato oscuro di Giulia, fatto di silenzi e di strane richieste, finisce per suscitare incomprensioni e sospetti da parte di Andrea, ignaro delle reali ragioni che la inducono a troncare il loro rapporto. Tutto il romanzo si snoda sull’ingannevole scambio tra realtà e apparenza, scambio che arricchisce la trama di tinte suggestive e incisive.
Caratteristica peculiare di questo delicato equilibrio è l’effetto di suspense che anima, pagina per pagina, tutto il racconto. Le aspettative del lettore vengono continuamente disattese dal continuo gioco dialettico tra apparenza e realtà, che costituisce il fondamentale stimolo all’ideazione del plot. Mediante uno straordinario estro creativo, l’autore intesse le maglie di una storia d’amore vissuta per anni a livello interiore. Proprio il ricordo nostalgico di un amore ormai lontano spinge Andrea a mettersi sulle tracce di Giulia. Ma tale ricerca aprirà la via ad una serie di episodi che si succedono vorticosamente: rapimenti, omicidi, fughe. Vittime di una realtà drammatica e amara, i due protagonisti sono, allo stesso tempo, colpevoli di un vicendevole inganno descritto dall’autore con un timbro particolarmente suggestivo, cristallino e commosso.
Questo è “Il segreto di Giulia” di Angelo D’Antonio. Dopo lo straordinario successo di “Duplice vendetta”, il thriller di un autore torinese più letto nell’ultimo anno, tuttora dopo settimane in testa alla classifica d egli e-Book più venduti in Italia, lo scrittore sabaudo lancia in libreria il suo nuovo romanzo. In realtà “Il segreto di Giulia” è stato il primo libro scritto da D’Antonio, passato un po’ in sordina a causa delle piccole dimensioni della Casa Editrice che l’ha pubblicato. Ora lo scrittore torinese ha affidato alla Casa Editrice Seneca la nuova edizione del thriller, completamente rinnovata nella sua veste tipografica. Ne è scaturito un libro con una copertina assai accattivante che, sull’onda del successo di “Duplice vendetta”, tenterà di ripetere il “piccolo miracolo editoriale” verificatosi con il secondo romanzo, sia in libreria che nel formato e-Book. L’autore ha accettato volentieri di rispondere ad alcune nostre domande.
Perché ha deciso di ripubblicare “Il segreto di Giulia”?
Sostanzialmente per un motivo. Si tratta del mio primo romanzo, al quale sono, per quanto ovvio, particolarmente affezionato e che, secondo me, non ha trovato dopo la sua uscita nel 2009, i giusti sbocchi commerciali per poter essere apprezzato dal pubblico. Credo quindi che, dopo il successo di “Duplice vendetta”, i miei lettori saranno sicuramente curiosi di leggere questo romanzo per poter confermare o meno i loro giudizi sulle mie qualità letterarie. Infatti si tratta di due romanzi che, seppur accomunati dalla loro ambientazione e dalla loro caratteristica noir, sono completamente diversi sia per il tipo di trama svolto, sia per il modo in cui sono stati scritti. Sono le due facce della mia medaglia e sono ansioso di capire come reagirà il pubblico e quale delle due prevarrà sull’altra.
Come nasce questo libro? Da dove ha tratto ispirazione?
Devo dire che alla base di questo romanzo c’è un quesito che mi sono posto nel momento stesso in cui ho deciso di scrivere il libro. Come ci comporteremmo se avessimo la possibilità di rivedere a distanza di molti anni una persona amata in passato e mai realmente dimenticata? Ecco, apparentemente la risposta potrebbe apparire scontata in senso positivo. Ma non è detto. Il tempo passa, le vite degli individui cambiano. Non tutti accetterebbero il rischio di un incontro che potrebbe rivelarsi un’enorme delusione. Nel mio romanzo il protagonista Andrea Motta accetta questo rischio, anche se poi le vicende che ne conseguono ben difficilmente potrebbero realizzarsi nella realtà.
Ci vuol dire il perché di questo titolo?
Sin dall’inizio avevo deciso di inserire nel titolo il nome della protagonista. Il completamento del titolo però è venuto quasi naturalmente. “Il segreto di Giulia”, a mio parere, sintetizza perfettamente quello che è il tema fondamentale del libro, ovvero l’alone di mistero che aleggia sulla figura di Giulia e che il protagonista maschile cercherà in tutti i modi di svelare.
Il romanzo affronta tematiche forti, tratta di emozioni come l’odio e l’amore. Ma anche riflessioni sul mistero e con sfumature noir. Cosa leha ispirato queste riflessioni?
L’odio e l’amore sono due sentimenti con i quali ciascuno di noi convive quotidianamente. Asserire che l’odio non debba esistere, ritengo che sia abbastanza utopistico. La cosa importante è che l’amore non venga sopraffatto dall’odio e che sempre e comunque prevalgano sentimenti positivi. Per quanto riguarda le riflessioni sul mistero, ritengo che un buon thriller non debba solamente contenere sequenze con omicidi e la conseguente scoperta finale dell’assassino, ma debba essere permeato da una continua suspense che coinvolga il lettore e lo porti a ricercare con curiosità la risoluzione finale dei misteri contenuti nell’opera.
In sintesi ci vuole descrivere “Il segreto di Giulia”?
“Il segreto di Giulia” è un thriller a tutto tondo. E’ un concentrato di emozioni, di colpi di scena, di pathos allo stato puro. E’ un libro che cattura il lettore dalla prima all’ultima pagina e che lo “costringe” a leggerlo tutto d’un fiato per giungere il più rapidamente possibile alla conclusione. Il giudizio di chi ha letto il romanzo è stato unanime: è un giallo appassionante che un amante del genere non può assolutamente non leggere.
Ci dica sinceramente: quale libro ama di più? “Il segreto di Giulia” o “Duplice vendetta”?
Non me la sento di rispondere a questa domanda. Amo entrambi i romanzi anche perché, come ho detto, si tratta di due storie completamente diverse, anche se entrambe sono in piccola parte autobiografiche. Infatti ne “Il segreto di Giulia” il protagonista è un avvocato, la professione che io avrei voluto fare, mentre in “Duplice vendetta” il protagonista è un funzionario di Banca, la professione che io esercito nella realtà.
Cosa si aspetta dal lancio de “Il segreto di Giulia”?
Con la mia Casa Editrice e il distributore Book Service abbiamo concordato un lancio in grande stile. Il mio augurio è che “Il segreto di Giulia” possa replicare il successo di “Duplice vendetta” anche nel formato e-Book. Avere due libri in classifica sarebbe il coronamento di un sogno che, spero, non passi inosservato da parte dei mass media.
Congediamo lo scrittore torinese invitando i lettori a leggere il suo nuovo romanzo che, vi assicuriamo, non vi deluderà assolutamente.

No Comments